Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 24 settembre 2013

Ravasi tra immortalità e/o risurrezione. Sgombriamo il campo dagli equivoci

Un lettore ci segnala il recente articolo di Ravasi su Avvenire del 23 settembre scorso: Aldilà, il caso dell’«anima» fra immortalità e/o risurrezione. Capisco che il prefetto della Congregazione alla Cultura possa prendere in considerazione dati culturali. Ma è prima di tutto un Pastore e il suo compito sarebbe - o meglio è - quello di discernere e divulgare i dati della fede che professa e della quale dovrebbe diffondere i principi.

Si è visto da sempre quanto egli infiori i suoi scritti di citazioni più o meno dotte di qualunque provenienza. E così avviene anche in questo articolo, al cui testo integrale vi rimando dal link. Esse servono solo a infiocchettare il discorso e a fare molte  circonvoluzioni mentali che non portano da nessuna parte. Inoltre questa sua affermazione è precisa, ma resta monca perché non nomina la Redenzione e le sue ineludibili conseguenze. L’anima, nella tradizione cristiana, è stata sempre concepita come una realtà personale distinta, ma intimamente vincolata alla corporeità con la quale dà origine alla creatura umana. Neanche nella morte si assiste a una totale cancellazione di questo rapporto con la materia corporale, ma a una sua trasformazione, di difficile determinazione e descrizione.

Io qui mi limito ad una basilare affermazione. Il discorso di Ravasi esige una disambiguazione tra i due termini: immortalità e risurrezione.

Apprendiamo, anche dalla filosofia greca, che l'anima è immortale. E questo è un dato di fede anche per noi. La nostra Fede, tuttavia, contempla il "peccato originale" e le sue conseguenze, dalle quali la Croce di Cristo Signore ci ha riscattati, espiando la colpa originaria al nostro posto, ripristinando la giustizia violata e restaurando la natura ferita dalla colpa. Se il riscatto, cioè la Redenzione, avviene sulla Croce - ineludibile passaggio --> Pasqua nuova e definitiva -, la rigenerazione della natura ferita avviene attraverso la Risurrezione, che inaugura l'ottavo giorno, quello della Creazione nuova, dell'umanità liberata dalla schiavitù del peccato d'origine, rigenerata e configurata al Figlio, il Verbo Incarnato che dunque opera un'Azione umano-divina. L'umanità salvata è quindi da Lui ricondotta alla destra del Padre (Ascensione), fondando la sua Chiesa animata dal Suo Spirito di Risorto a partire dalla Pentecoste: ce n'è stata una soltanto e quella basta e continua a dispiegare i suoi effetti fino alla fine dei tempi. Vedete quanto sia improprio - e forse anche inquietante visti i frutti - parlare di "Nuova Pentecoste" in riferimento al Concilio...
Dunque, se l'anima è e resta immortale, la risurrezione fa qualcosa di più: cambia lo stato ontologico dell'anima e la sua sorte definitiva nella gloria o nella dannazione. Tertium non datur

43 commenti:

A.D. ha detto...

http://www.tempi.it/papa-emerito-benedetto-xvi-lettera-repubblica-odifreddi

RIC ha detto...

Mi permetto due segnalazioni fuori tema (credo che non siano circolate nei giorni scorsi, altrimenti mi scuso per la ripetizione):

1. La FSSP ha organizzato a Roma per il prossimo 18 ottobre la celebrazione della Santa Messa e dei Vespri per celebrare la fondazione della Fraternità. Mentre il sito della Trinità dei Pellegrini (non aggiornato dalla scorsa estate) non da alcuna notizia al riguardo, i dettagli sono invece reperibili su Rorate Caeli all'indirizzo

http://rorate-caeli.blogspot.com/2013/09/live-from-rome-special-25th-anniversary.html


2. E' in vendita il calendario realizzato dai benemeriti Benedettini di Norcia. Chi fosse interessato può avere i dettagli all'indirizzo

http://osbnorcia.org/about/products/calendar

Dante Pastorelli ha detto...

Ravasi, non nuovo a cantonate esegetiche (si veda di F. Spadafora La Nuova Esegesi), è il tipico esempio di chi vuopl a tutti i costi render difficile a comprendersi oltre che problematica la verità trasmessaci dalla Scrittura e dalla Chiesa.

Ma qui volevo andare OT: la lettera di Ratzinger a Odifreddi.
Una batosta che tramortisce il matematico ateo.
Vedi: "La lettera di Benedetto XVI al matematico pubblicata sul quotidiano "Repubblica": dialogo serrato e qualche bacchettata

Marco Tosatti
Roma

RIC ha detto...

Finalmente qualcuno che tratta Odifreddi per quello che è....

Angelo ha detto...

http://www.antoniosocci.com/2013/09/che-bello-seguire-francesco-quello-che-ci-insegna-anche-sui-valori-i-cristiani-leggono-i-segni-dei-tempi-una-storia-che-inizia/

Fatevi quattro risate

RIC ha detto...

Nuovo attacco di Tornielli sulla questione dei FII

http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/francescani-dellimmacolata-vaticano-vatican-28070/

Angelo ha detto...

Ma che bisogno c'è di queste lettere, e soprattutto di questi interlocutori? Ce lo vedete Pio XII che scrive a Benedetto Croce?

viandante ha detto...

A parte il fatto che la lettera ad Odifreddi sembri contraddire la volontà inizialmente espressa dal papa emerito di ritirarsi in silenzio, e a parte il fatto che tutto d'un tratto i nostri due papi sembrino riscoprire le potenzialità dello scrivere lettere, che differenza di stile tra i due!

Peccato che papa Benedetto sembri scoprire solo adesso la possibilità di alzare la voce e non solo di suggerire o consigliare.

Luisa ha detto...

Lasciamo perdere Tornielli, chi, dei FFI, noi vorremmo ascoltare e leggere sta soffrendo in silenzio, chi invece parla e fa parlare sappiamo a che sponda appartiene, ha tutto in mano e gli appoggi necessari.
La "verità" sui FFI ha ormai il volto che vorrebbero dargli coloro che son stati all`origine della ribellione, che hanno avuto modo di influenzare i loro fratelli forti anche delle loro amicizie altolocate.
Una ben triste storia, non sarà certo un vaticanista, che ne approfitta per spargere un pò del suo solito veleno sui cattolici tradizionali, a riuscire a convincere chi i FFI li conosce da vicino e da anni, che la situazione era ed è è quella che stanno disegnando, con il suo aiuto, certi frati.

Anonimo ha detto...

Mic, c'è qualcuno che trova molto da ridere per la tua precisazione sulla resurrezione e dice che non puoi aver niente da insegnare a chi studia l'anima cattolica da decenni.

Anonimo ha detto...

Raccolgo questa segnalazione, che non so da chi venga e chiunque sia non meritava attenzione, solo per precisare che non ho mai pensato e non penso di aver niente da insegnare a nessuno.

Penso che per anima cattolica si intenda la concezione dell'anima secondo il cattolicesimo di cui Ravasi è uno studioso pluridecorato.

Non capisco perché chi ride così tanto non venga a dirlo direttamente a me. Anche perché mi piacerebbe sapere cos'avrebbe da argomentare per smentirmi.

Credo anche che la riflessione che ho fatto io non necessiti neppure di molti studi; ma solo di un'anima credente, oppure di qualche reminiscenza sul peccato originale.

vighi ha detto...

non sono in grado di giudicare teologicamente l'articolo del cardinal Ravasi ma una cosa mi sento di dirgli. Leggo oggi che riguardo alla lettera che Benedetto XVI ha scritto ad Odifreddi Ravasi ha detto che è una lezione su come affrontare il dialogo nel cortile dei gentili; bene Ravasi se davvero ha capito la lezione di Benedetto e non sono solo belle parole mi aspetto che nel cortile dei gentili quando dialogherà con Scalfari lo faccia nero, difenda la nostra fede e faccia in modo che esca l’orgoglio di essere cattolici e di credere in Gesù. Che non gli faccia sconti, che racconti senza tentennamenti le nostre verità di fede, che non si inchini a lui e che magari si ricordi del fango gettato costantemente su Benedetto e sulla chiesa e qualche sassolino dalle scarpe lo tolga al posto suo. Tutti dicono che sa ben parlare e comunicare bene lo dimostri. Abbiamo bisogno di guide e di pastori che siano sicuri della propria fede per trasmetterla e testimoniarla e non di pecore. scusate la franchezza ma quando ci vuole ci vuole. Vighi

Dante Pastorelli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Dante Pastorelli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Josh ha detto...

all'anonimo che dice

"Mic, c'è qualcuno che trova molto da ridere per la tua precisazione sulla resurrezione e dice che non puoi aver niente da insegnare a chi studia l'anima cattolica da decenni."

Non penso che Mic abbia bisogno delle mie difese, ma 2 cose le dico.

Ravasi ha un modo di scrivere "fiorito". Spesso anche quando parla della Parola di Dio inserisce parallelismi culturali che possono essere un piacere letterario per i docenti di letterature e semiotica, perchè fa parte del suo sentire il tripudio per la polisemia delle parole.
Nel reperirla ed espletarla, si avvale di codici che riattraversa anche secondo la storia della cultura, in cui sono anche elementi spurii rispetto alla Parola di Dio.

Scopo della teologia è comunque anche rendere comprensibile il sacro, rendere evidente la Parola divina agli ascoltatori e ai discenti. Non dico che serve obbligatoriamente più essenzialità, ma se si intende che c'è la nostra salvezza in ballo e la sana dottrina, serve precisione estrema.

La concezione greco-pagana o greco filosofica dell'immortalità non è la Redenzione, Resurrezione e Vita Eterna del NT. L'aldilà greco da Platone a Plotino non è l'aldilà cristiano, come il λόγος eracliteo non è lo stesso di quello Giovanneo, come l'anima in Platone non è la stessa del NT.

Questo non per dire che Ravasi non lo sappia, ma che la chiarezza, magari per chi non ha una laurea in teologia e/o in lettere classiche può esser puntualizzata, se si ha a cuore la sorte dell'anima degli altri.

Sull'appaiamento tra concetti puramente biblici-sacri e concetti esterni,
come per es. certa piega del "metodo storico-critico":
ricordiamo solo cosa è stato combinato al Libro di Isaia (così fondamentale per le profezie dettagliatamente esatte sul Cristo venturo) dal 1700 ad oggi su malferme ipotesi filologiche, in cui si nega in parte la profeticità del libro dicendolo frutto di racconti presenti agli avvenimenti, dividendolo in 3 o 4 supposti autori.

Josh ha detto...

"E' del poeta il fin la meraviglia...chi non sa far stupir vada alla striglia" (G.B.MARINO)

vs.

Colossesi 4,6

"Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito di sapienza, per sapere come rispondere a ciascuno."

:-)

Josh ha detto...

Il rimanente dei possibili equivoci nell'art. linkato, è anche dovuto a questa citazione nel corpo dell'art. di Ravasi, che prelevo:

"Come scriveva il famoso teologo Karl Rahner nel suo saggio Sulla teologia della morte (Morcelliana): «Espressioni come "l’anima continua a vivere dopo la morte", "dopo la sua separazione dal corpo" e quelle che parlano della "risurrezione del corpo" non indicano necessariamente realtà diverse, ma sono soltanto modelli di rappresentazione diversi per indicare la medesima cosa, e cioè la definitività della storia dell’uomo portata a termine».

In realtà, proprio a seconda del contesto e della cultura in cui sono pronunciate, queste concezioni indicano realtà diverse.

Ma con Rahner sorgono sempre, sempre problemi, per la sua indefinitezza e omnicomprensività tra modelli culturali differenti e nemici (in cui la Rivelazione pare essere solo uno tra i tanti modelli interpretativi pari agli altri) tra "cristianesimi anonimi" "incipienti" e "incogniti".

L'affermare che immortalità è uguale a risurrezione e a tutto il resto dei dogmi cristiani è davvero azzardato. L'hanno fatto studiosi di miti e di religioni (ma da esterni) come Jung o Campbell, interessati a trovarne radici simboliche comuni, ma non credenti nell'unicità di Cristo spartiacque e Sovrano della storia.

Speriamo piuttosto non esca di nuovo anche un revival Panikkar.
Non abbiamo bisogno di un'indistinta anima mundi comune a tutte le religioni, stile new age, ma della Verità che per chi è stato redento da Gesù Cristo è una sola. In quanto tale, condanna in automatico le altre false religioni (altro che "raggi di luce", e varie "incipienze").

Anonimo ha detto...

L'affermare che immortalità è uguale a risurrezione e a tutto il resto dei dogmi cristiani è davvero azzardato. L'hanno fatto studiosi di miti e di religioni (ma da esterni) come Jung o Campbell, interessati a trovarne radici simboliche comuni, ma non credenti nell'unicità di Cristo spartiacque e Sovrano della storia.

Caro Josh,
ti ringrazio infinitamente non solo per la condivisione, ma per gli innumerevoli spunti che approfondiscono la riflessione.

Trovo quanto meno strano che i critici che si atteggiano a soloni non abbiano colto proprio questo aspetto.
Del resto proprio all'inizio ho parlato apertamente della necessità di disambiguazione dei due termini: immortalità e risurrezione.

La risurrezione è l'immortalità estesa anche al corpo. Ma quel che mi premeva sottolineare è la conseguenza della Risurrezione di Cristo e dei "salvati" in Lui, che è la vita eterna, a differenza della "risurrezione di condanna" per chi compie il male.

E' di questo che non c'è traccia nello scritto di Ravasi. E non mi pare poco, perché omette il punto cruciale della nostra fede: la fontale redenzione dalla schiavitù del peccato originale compiuta dal Signore sulla Croce e che rende possibile, nella vita di Fede, l'assunzione dell'anima del credente in Cristo nella Sua Resurrezione ed anche la trasformazione della persona e della sua storia che ciò comporta a partire da qui...

E' un elemento basilare, per nulla intellettualistico, concretamente incidente sulla vita e sulla storia del credente, che accoglie e vive per grazia e corrispondendo alla grazia, la salvezza - e dunque la Vita - meritata e operata da Cristo Signore.

Anonimo ha detto...

@Josh,mi ha tolto le parole dalla tastiera....ha solo dimenticato DeMello e quello che si fa pomposamente chiamare Michel Benoit;in effetti ravasi anche da prete è una'gioia'per chi è in possesso di una laurea in materie classico-letterarie e filosofiche,purtroppo i vari addentellati e paragoni arditi che fa nelle sue famose lezioni di esegesi biblica tutto sono fuorchè spiegazioni dottrinali ortodosse e questo lo capisce anche chi come me,ha sì fatto studi classici,ma è privo di conoscenze strettamente inerenti alla biblistica,insomma anche un Cacciari potrebbe farlo.GR2

Urgentissimo! ha detto...

Ravasi era quel cretino che qualche anno fa sull'inserto domenicale del Sole 24 ore scriveva che Cristo «non è risorto: si è innalzato».

Anonimo ha detto...

Benedetto XIV,il celebre cardinale Lambertini,ebbe un carteggio con V oltaire che è una delizia da leggersi,lo consiglio a chi ne avesse il tempo e la voglia....per quel che riguarda l'ipotesi se Ratzinger l'avesse fatto prima,da papa,ma lui ha sempre parlato in modo chiaro e fedele al Vangelo,ma non aveva il codazzo di scribi e farisei che attorniano qualcun altro attualmente,quelli che, quanto ad esegesi ed ipotetiche e criptiche interpretazioni, tutte a senso unico, di ogni respiro che esce dalla bocca dell'argentino,non hanno pari,ce ne fossero stati 8 anni fa,sarebbe stata tutta un'altra storia,un ultimo appunto,è ripartita più velenosa di prima la campagna diffamatoria di questo ed altri blog non allineati,vero che tanti nemici,tanto onore,ma stanno diventando stucchevoli ed infantili,abbiano il coraggio di uscire allo scoperto e di confrontarsi con un dialogo aperto e costruttivo,offendono e scappano,complimenti per deontologia e rispetto delle altrui opinioni.Anonymous.

Osservatore ha detto...

Cara mic,

Quelli che hai chiamato soloni non perdono occasione per attaccarti e non lo fanno con lealtà, ma denigrandoti con malizia con battute al vetriolo.

Secondo mio modesto modo di vedere costituiscono tentativo di "caracter assassination" mediatica. Lo fanno con denigrazioni, senza entrare in merito e anche puntano su elementi secondari su cui trovano da ridire.

Sei attaccata perchè disturbi la pax mediatica e scopri gli errori. Ma non ignorare l'avversario perchè devi difenderti.

Anonimo ha detto...

Segnalo a Mic una'chicca'(si fa per dire)un articolo di Scaraffia scritto sul Messaggero(almeno ha avuto la delicatezza di non scriverlo sull'Osservatore),un invito a PF ad infrangere l'ultimo tabù della CC,ilsacerdozio femminile....non commento,mi avvalgo della facoltà di non rispondere; tenga i pareri velenosi nei suoi confronti per quello che meritano,"non ti curar di lor,ma guarda e passa"....e buon lavoro,è sempre un piacere leggere questo ed altri blog fuori dal coro.GR2

Josh ha detto...

Mic, troppo generosa...:-) le cose che scrivo me le fate venire in mente voi...

prelevo punti dal tuo passaggio sopra

Certo che la risurrezione è l'immortalità estesa anche al corpo...avremo un corpo glorioso
(Filippesi 3,21).

Il tutto è conseguenza della Risurrezione di Cristo e dei "salvati" in Lui, la vita eterna, a differenza della "risurrezione di condanna" per chi compie il male.

E tutto questo avverrà diversamente da un'idea generica di anima immortale disincarnata che vige in altre credenze, epoche, religioni.

E va marcata la differenza tra Resurrezione di salvezza e la Risurrezione di condanna. C'è una bella differenza sul 'dove' si passerà l'eternità.

Nello scritto di Ravasi (e in Rahner citato, ma anche Panikkar che accostano più religioni o tradizioni umane indistintamente) non c'è traccia nemmeno dei Novissimi...dimenticati in parte dell'ideologia postconciliare detta ora "irreversibile".

Tutti in Paradiso? Non c'è più l'Inferno? Non c'è più il Giudizio particolare e Universale?

@GR2...ce ne sono altri. Pensa solo a Vito Mancuso che ha rimosso l'idea di peccato e colpa...o introduce l'idea di salvezza anche extra Cristo. Ma c'era anche Schillebeeckx che mise in dubbio la Resurrezione, anche lui contributore entusiasta del Vat II.
La lista è molto lunga.

Louis Martin ha detto...

Scusate, senza argomentare, i motivi mi sembrano assolutamente evidenti: Ravasi è, e tale è considerato, uno gnostico.
Non vi pare? Non vi sembra che in questa prospettiva tutto torni?

Anonimo ha detto...

Louis,
Ravasi non è l'unico gnostico in circolazione...

Louis Martin ha detto...

"Ravasi non è l'unico gnostico in circolazione..."

Senza dubbio. Ma fammi un cenno un po' più esplicito ...

Anonimo ha detto...

Ringrazio Osservatore 12:49.

Il suo è il più ragionato e anche misurato degli innumerevoli indicatori di "allarme", comprese le segnalazioni di brani di post, che ovviamente non pubblico perché mi ripugna il ping pong con altri blog (a meno che non ci siano valide ragioni), ma soprattutto la comunicazione indiretta che è sempre malsana.

Innanzitutto penso che gli attacchi ad personam squalifichino sempre chi li fa e non chi li riceve, soprattutto se - come me - non ha nulla da dimostrare ma solo un discorso da continuare a portar avanti.

Inoltre se ora li ignoro è perché non ho tempo da perdere neppure in operazioni di difesa o in "prove di dialogo", avendone già sperimentata l'impossibilità nel corso di anni e in contesti diversi, nei quali ho avuto a che fare con la loro slealtà e con i più cervellotici sofismi. All'epoca "resistevo" non tanto per difendere la mia persona quanto la possibilità di affermare le cose in cui credo.

Ora siamo arrivati ad un punto in cui è inutile perdersi in chiacchiere, inutili, sterili e dispersive.

Ora è necessario venire al dunque e puntare diritto al sodo, resistendo e affermando, intanto da qui.

Ed è quello che farò con l'aiuto del Signore.
Il seguito lo affido a Lui e si vedrà.

Il resto è spazzatura.

Louis Martin ha detto...

"Ravasi non è l'unico gnostico in circolazione..."

Senza dubbio. Ma fammi un cenno un po' più esplicito ...

Ho collegato ora Mic, ti riferisci a certo pentecostalismo?
Se è così sono d'accordo. Bergoglio ha tratti gnostici, ma non riesco a vedero Bergoglio come gnostico a tutto tondo per via del suo piglio popolare/populista. Direi che è anche gnostico, ma non solo o principalmente. Lo vedo semplicemente (si fa per dire!) come un modernista postmoderno.

Ravasi ha invece tutto dello gnostico, è del tutto preda del fascino degli arcana che ritiene esistano nella scrittura.
E' il rischio tipico di molti intellettuali, non necessariamente progressisti: finire con il considerare segretamente come veri padri della religione esempi come C. G. Jung o M. Eliade. Autori interessantissimi, ma da cui guardarsi almeno un po'.

Ma anche questa è solo un opinione.

Josh ha detto...

Louis Martin, interessante deduzione:-)

cito da te:
"Ravasi ha invece tutto dello gnostico, è del tutto preda del fascino degli arcana che ritiene esistano nella scrittura.
E' il rischio tipico di molti intellettuali, non necessariamente progressisti: finire con il considerare segretamente come veri padri della religione esempi come C. G. Jung o M. Eliade. Autori interessantissimi, ma da cui guardarsi almeno un po'"

Gli intellettuali, però, se cattolici, credenti...sanno che Jung, Eliade & co. non furono padri di religioni, nemmeno interpreti veri e propri delle stesse,
e men che mai del Cattolicesimo,
ma studiosi, prima di tutto, di archetipi (nel senso più vasto),
di segni, di semantica del pensiero, antropologia, fenomenologia, simboli ricorrenti.

Cercavano paralleli e segni ricorrenti tra culture,
ma mai hanno proclamato l'unicità di Gesù Salvatore e Giudice, Profeta, Sacerdote e Re.

Questo gli intellettuali cattolici lo sanno (voglio sperare), non incorrono in questo strano scambio e hanno (dovrebbero avere) ben presente la linea di demarcazione.

Questo, certo, se la nostra mente è controllata dallo Spirito e vivificata dalla fede...

Louis Martin ha detto...

Concordo Josh, è proprio quello che intendevo.
Purtroppo il fascino degli archetipi è notevole e se ne può cadere facilmente preda. Tutto il Novecento ne è una clamorosa conferma.
Questo pericolo è penetrato nel pensiero cattolico ufficiale e ne è stato legittimato, a mio parere, con la Nostra Aetate.
Dimmi se questo passo non sembra uscito dalla penna di Jung:

"Dai tempi più antichi fino ad oggi presso i vari popoli si trova una certa sensibilità a quella forza arcana che è presente al corso delle cose e agli avvenimenti della vita umana, ed anzi talvolta vi riconosce la Divinità suprema o il Padre. Questa sensibilità e questa conoscenza compenetrano la vita in un intimo senso religioso."

Per questo non penso che Bergoglio sia anzitutto uno gnostico (al netto ovviamente del pentecostalismo, forse nel suo caso forse più retorico che teorico, forse ...). Lo gnosticismo non è tipico dei populisti, che in fondo hanno davvero un'idea romantica (ma non vuol dire per ciò solo cattolica) delle masse povere e semplici.
Il tipo umano dello gnostico è spesso un intellettuale solitario ed elitario.

Anonimo ha detto...

Per questo non penso che Bergoglio sia anzitutto uno gnostico (al netto ovviamente del pentecostalismo, forse nel suo caso forse più retorico che teorico, forse ...). Lo gnosticismo non è tipico dei populisti, che in fondo hanno davvero un'idea romantica (ma non vuol dire per ciò solo cattolica) delle masse povere e semplici.
Il tipo umano dello gnostico è spesso un intellettuale solitario ed elitario.


Sono perfettamente d'accordo. Quanto all'elitario non lo coniugherei necessariamente con "solitario".
Mi riferisco a contesti che aderiscono al tradizionalismo (ma nascondono correnti carliste, franchiste et similia) che col cattolicesimo e con la Tradizione hanno in comune solo la fedeltà ai principi.
Ma, mentre nella Tradizione autentica si tratta di fedeltà ai principi, e in definitiva a Cristo Signore, in questi contesti si tratta di "conservatorismo" che è un'altra cosa...

Ci sto riflettendo molto seriamente e ci costruirò un articolo perché servirà per definire chiaramente e senza equivoci la nostra identità autenticamente "cattolica" Tradizionista (che non ha niente a che fare con -ismi di sorta) (usurpata dal modernismo e progressismo come appellativo o 'etichetta' che dir si voglia (ora i "cattolici" sono loro) e strumentalizzata da gnostici & C nonché dai "conservatoristi conciliari" (che sono la genìa del post concilio), pedissequamente allineati e acritici.

Ebbene, mentre ovviamente non abbiamo nulla a che fare con i modernisti che hanno usurpato anche la Sede di Pietro, non abbiamo nulla a che fare nemmeno col tradizional-ismo degli gnostici elitaristi e con quello, ancor diverso, dei conservatoristi conciliari.

Louis Martin ha detto...

Cara Mic,
tu lo dici.
Non volevo arrivare fino a lì, ma è quello che pensavo.
Poi gli -ismi possono colpire anche figure storicamente innocenti.
Io personalmente credo ad esempio nella sincerità di un cattolico come Francisco Franco, ma non subordinerei mai il fine soprannaturale al fine naturale, come certi -ismi politici hanno fatto.
Al di là di ciò che si pensi della vicenda storica e del possibile errore di Pio XI, il caso Action Francaise afferma comunque questo principio: tutto è subordinato a Cristo e al fine soprannaturale della anime. Tutto gli è ancillare. Se questo rapporto si capovolge, giungiamo là dove tu hai denunciato.

Quanto ai conservatoristi conciliari, non serve spendere altre parole. Ricordo solo che non si dovrebbe mai dare un falso saluto di pace (RB, IV, 25).

Anonimo ha detto...

Poi gli -ismi possono colpire anche figure storicamente innocenti.

Anche questo è vero. Ci sono i rischi degli schieramenti imposti dalle necessità.
Di Assoluto c'è solo il Signore.
Io non intendo assolutizzare un discorso, che non è il mio personale, ma riguarda ciò che secondo il Magistero perenne è il vero sentire cum Ecclesia e accomuna e identifica coloro che lo condividono, semplicemente per rendere ben chiaro ciò che siamo.

Louis Martin ha detto...

Cara Mic,
condivido.
Nihil amori Christi praeponere.

SEraafino ha detto...

Dichiarazioni simili a quelle dI Ravasi, le fece, riguardo il tema reurrezione e/o immortalità, negli anni '90, proprio il cardinale Giacomo Biffi.

Josh ha detto...

SEraafino, non le ricordo in Biffi, mi saranno sfuggite...
di solito è piuttosto puntuale e tradizionale...
evidentemente nessuno è perfetto, purtroppo.

Louis Martin ha detto...

Non le conosco Seraafino, saresti in condizione di circostanziare di più le dichiarazioni di Biffi?
Di lui ho letto "Alla destra del Padre" diversi anni fa, ma non conosco di più, a parte alcune eroiche dichiarazioni politiche ...

Josh ha detto...

Però ha ragione Louis Martin, SEerafino....
se l'hai sentito ok, l'accetto ma....

puoi dirci in che occasione o in che scritto Biffi avrebbe fatto il paio con le considerazioni di Ravasi?

chiedo, proprio per verificare un testo o un'occasione.
Conosco Ravasi discretamente nei suoi scritti e dichiarazioni,
ma Biffi lo conosco meglio e l'ho conosciuto a lungo anche di persona, e non esistono per me 2 spiritualità più diverse di quelle di quei 2.

In effetti è insolito quel che dici.
Non ho letto ogni riga di Biffi, ha scritto molto....
ma è stato il Vescovo della mia città a lungo, ho assistito a centinaia di sue messe e omelie...mi ha confessato per una vita.....
Entrò (spesso) in conflitto anche con GPII...mai accolse la dicitura "unico dio con i musulmani".
Contro la disgregazione della società italiana disse (e si attirò molte antipatie) che bisognava selezionare l'immigrazione sia numericamente, sia opporvisi, sia accettare solo cattolici.

Partendo da Soloviev criticava i "vangeli spurii" della cultura corrente: era contro deliri sindacalisti da vangelo sociale, new age e commistioni orientaleggianti...
Critico aspramente Dossetti & co, criticò la dottrina della doppia salvezza. Questo c'è sia nel suo apostolato, sia negli scritti. Nella pastorale verso i più piccoli, usò la figura di Pinocchio come per rappresentare la nostrra condizioone di anime erranti davanti a Dio. Nelle Memorie ripercorre i fatti del VAt. II ed è stato uno di quelli che avrebbero voluto rifarlo, rileggerlo, ridiscuterlo, a riguardo ha spesso parlato di Cristologie spurie e falsate, e di teologi "immaginari".

Personalmente ho dato queste cose per scontate, ma a quanto pare non lo sono,
però non lo vedo proprio come uno che confonde la nozione di immortalità in genere e la Resurrezione (anche della carne) con, in più, il distinguo tra salvezza e dannazione. Sicuro non è mai stato un Rahneriano nè Panikkariano.

Seraafino ha detto...

In sintesi: dato che l'eternità è l'assenza di tempo, pertanto, agli occhi di Dio la Creazione e la Resurrezione sono "simultanee", affermare che esse (appunto creazione e resurrezione ) sono eventi presenti, passati o futuri, sono espressioni che hanno poco o punto senso. E questo lo diceva apunto un vescovo che si era buscato la nome di "LEFEBVRE" italiano. E, comunqu, è semre stato avaro, in materia di indulto. Dichiarava che non voleva diviedere il gregge.

Josh ha detto...

SEerafino, ho capito un po' ciò a cui ti riferisci.

Però..al di là dell'espressione probabilmente un po' azzardata di quel concetto, non è la stessa affermazione di Ravasi per nulla.

Questa di Biffi che riassumi non è appaiare la Resurrezione cristiana e l'immortalitas di una cultura qualunque,
ma una riflessione sulla dimensione "Tempo secondo l'Eterno" (cui si attribuisce una percezione eterna-simultanea visto che Egli è sopra il tempo) e "Tempo secondo l'occhio umano" per cui per noi c'è un prima e un dopo diciamo più palpabile:
a me pare comunque un concetto differente da quello di Ravasi.

Louis Martin ha detto...

Seraafino, la mia era una domanda in buona fede, non conoscendo molto quel cardinale.
Quanto dici parrebbe una conseguenza logica possibile della sua prospettiva teologica, molto verticale, che relativizza molto i concetti intra-mondani di spazio e di tempo innanzi a Dio, autore dello spazio e del tempo. Ma questo secondo me non è molto sconvolgente se rettamente inteso nel suo senso anzitutto escatologico.
Dio non è nel tempo come noi, essendone il signore. Non esiste un primo e un dopo di Dio, non essendoci un prima e un dopo quando si ragiona ab aeterno. Qualcosa di simile credo lo disse lo stesso Agostino.
Altra cosa non cogliere, come sembra fare Ravasi, il realismo dei Novissimi, della resurrezione della carne, dei cieli nuovi e terra nuova. Noi siamo creature con un anima e UN CORPO, e ciò che per Dio si risolve in un istante, per noi saranno un luogo e un tempo realissimi: non meri "stati". Nostro Signore risorto ha mangiato del pesce arrosto. Maria è assunta in cielo con il corpo.

Poi è verissimo che molti vescovi socialmente conservatori ha dimostrato scarsa sensibilità liturgica. Un esempio simile è stata mons. Maggiolini.

Seraafino ha detto...

In effetti si confonde il concetto che, mentre agli occhi di Dio, il dire della resurrezione se è un evento presente, passato o futuro, è una espressione che ha poco o punto senso, ai nostri occhi di poveri omunculi limitati, il senso lo possiede, eccome.
Le tombe, generalmente, non sono ancora vuote.