Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 9 giugno 2015

Silvio Brachetta. Intervista al Card. Velasio De Paolis - 30/05/2015

Ringrazio Silvio Brachetta e vi richiamo anche a quanto pubblicato qui: altre dichiarazioni del card. De Paolis nel marzo scorso.

Dopo il Card. Raymond Leo Burke, anche il Card. Velasio De Paolis ha fatto visita a Trieste (il 30 maggio), per presiedere la S. Messa a conclusione delle celebrazioni mariane di maggio. De Paolis, come Burke, è uno degli autori del libro “Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica” (Cantagalli, 2014).
L’opera è la risposta di alcuni studiosi alle tesi ambigue del Card. Walter Kasper, che in preparazione al Sinodo sulla famiglia aveva ipotizzato la possibilità per i divorziati risposatisi civilmente di accedere ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia.
Ma De Paolis, come del resto gli altri autori, escludono la possibilità di essere perdonati, se nel penitente non vi sia un pentimento autentico e il proposito di abbandonare la situazione di peccato. Abbiamo chiesto al Cardinale un approfondimento sulla relazione tra misericordia e giustizia.

Oggi si conclude il mese di maggio, dedicato alla Santissima Vergine Maria, la Mater misericordiae, ma anche lo Speculum iustitiae. Può chiarire quali sono gli equivoci sulla misericordia, se intesa come opposta alla giustizia?
Bisogna distinguere la misericordia dall’amore. Sono due concetti che si richiamano, ma non s’identificano necessariamente, nel senso che la categoria dell’amore è molto più ampia. C’è in essa tutto quel mondo di affetti, di benevolenza, che racchiude tutte le espressioni che può contenere. La misericordia è invece un’espressione - sia pure molto nobile e forse anche la più bella - del perdono. Però, proprio perché procede dall’amore, la misericordia non sempre può essere applicata, poiché l’amore potrebbe esigere anche altri interventi. Si pensi, ad esempio, all’attività dei genitori: nel caso di un bambino disobbediente, essi agiscono con severità. Anche questa prassi fa parte dell’amore che, alle volte, esige operazioni non misericordiose. Ovvero, non sempre l’amore passa attraverso la misericordia.
La misericordia, inoltre, presuppone un certo atteggiamento dello spirito, che è consapevole di avere sbagliato e bisognoso di ottenere il perdono. La misericordia, allora, implica questa relazione tra chi la usa e chi ne ha bisogno, perché sa di avere sbagliato, si pente di quello che ha fatto di male e intende rimediare. Ecco dunque che il Signore è l’amore perdonante in chi riconosce di avere sbagliato, si pente e invoca l’aiuto di Dio. Dove non c’è penitenza, non si è più nella categoria della misericordia.

Quanto alla situazione dei divorziati risposatisi civilmente, da lei trattata nel libro, non potrebbe mutarsi in pretesto o in opportunità vocazionale alla castità, per mezzo della quale, tra l’altro, accederebbero di nuovo ai sacramenti?
Difatti il problema della misericordia, che consiste nel pentimento e nel proposito di emendarsi, implica di dover uscire da quella situazione per la quale si vuole essere perdonati. I mezzi per uscirne sono diversi. Se, ad esempio, si convive con una persona che non è il marito o la moglie, è da rimuovere tale relazione. Se poi questa relazione fosse proprio necessaria, per diverse ragioni, può essere mantenuta per i motivi di necessità, ma non per quelli di natura coniugale, poiché non sono coniugi. Sotto questo profilo si può accettare, per certi aspetti, una convivenza che però, non essendo coniugale, non può esprimersi nei rapporti tra coniugi. Tuttavia questo tipo di situazioni sono anche un appello a fare una cosa grande, come può essere la pratica della castità, che può sembrare difficile. Quando però ci si prospetta qualcosa come un nostro dovere, siamo chiamati a fare anche quello che è difficile.

Non mancano poi, per la catechesi, testi grandiosi di San Girolamo o di Tertulliano, che potrebbero addirittura rendere la castità desiderabile, invidiabile…
Il rifiuto di prendere in considerazione la convivenza senza i rapporti coniugali, risente di una mentalità eccessivamente pansessualista, quasi che senza il sesso non si possa vivere. Quindi è vero che il sesso è una realtà che il Signore ha impresso in modo profondo nella persona umana, proprio in vista del matrimonio e dei bambini, però Gesù ha predicato pure la continenza, la castità: abbiamo l’esempio della vita religiosa, dei sacerdoti celibi o di tanti coniugi malati che supportano i loro congiunti.
Sant’Agostino usava spesso questa massima: «si non es vocatus, fac ut voceris» - «se non sei chiamato, fa in maniera di esserlo». Nel caso dell’indissolubilità del matrimonio, noi non possiamo portare alcun pretesto, poiché il Signore la esige; ma se Dio comanda qualcosa, dà anche la grazia per obbedire.

Divorzio a parte, osserviamo spesso oggi situazioni d’impenitenza, come ci fosse un’inclinazione congenita al male o l’ignoranza stessa su ciò che è male. Cosa decide la bontà o la cattiveria di un’azione umana?
Non si può pensare alla remissione del peccato senza il pentimento e, quindi, almeno la volontà di non farlo più. Persistendo nella situazione di peccato, si contraddice lo stesso bisogno di penitenza. E se io ottengo misericordia in una situazione dove non mi pento, allora io distruggo la stessa misericordia, poiché non è fondata. Se io non penso di aver peccato, perché mai appellarmi alla misericordia? Non c’è una logica. La misericordia presuppone necessariamente un individuo che invoca il perdono di Dio per una situazione disordinata che dispiace al Signore.
Quanto al criterio sulle azioni umane, è difficile discernere l’aspetto soggettivo di un atto. Per questo è sempre da tenerne presente il dato oggettivo. La moralità, prima di tutto, è la violazione di una norma oggettiva, che deriva dalla Legge eterna. Se io ritengo che la Legge sia buona, pur non condannando, devo sempre avvertire il mio prossimo quando sbaglia. Noi ci riferiamo alla Legge di Dio, che è la Legge annunciata da nostro Signore Gesù Cristo, dalla Chiesa e dalla ragione umana. San Tommaso parla della Legge, che è «ordo rationalis» - «ordine della ragione». Se, infatti, una cosa non è razionale, difficilmente la si potrà riferire all’«ordine».

34 commenti:

Josh ha detto...

d'accordo con le semplici ma veritiere parole del Cardinale.

Anche noi nel nostro piccolo qui non abbiamo ragionato diversamente, da 2 anni a questa parte.

prelevo una sola frase, nel caso dei "divorziati riaccoppiati", in ottica cattolica:

"Il rifiuto di prendere in considerazione la convivenza senza i rapporti coniugali, risente di una mentalità eccessivamente pansessualista, quasi che senza il sesso non si possa vivere."

Aggiungo anche che chi oggi ha voglia di novità in famiglia da portare in Chiesa e pretende a tutti i costi addirittura un riconoscimento sacramentale in spregio alla legge del Signore,
manifesta sempre molto amore di sè,
della propria dimensione egoistica,
e nessun amore per Dio:
è l'amore per Dio, fatto anche d'umiltà, obbedienza, perseveranza e se occorre anche castità,
è l'amore per Dio il grande assente da tutta questa questione che riduce tutto a misura delle voglie d'uomo.

Silvio Brachetta ha detto...

Ringrazio Maria Guarini per lo spazio concessomi.

La cosa che più mi ha colpito, in tutta questa faccenda del Sinodo, è che si presenta - da parte di certi cardinali - la situazione dei divorziati cosiddetti risposati come punto di non ritorno. Lo prospettassero a me, vivrei in un incubo.
Non viene detto che la via d’uscita esiste ed è una strada che passa per l’astinenza dai rapporti sessuali. Strada difficile, impegnativa, ma non impossibile. Questa strada porta poi alla confessione, all’Eucaristia e, infine, al Paradiso. È la via della castità, che non viene presa nemmeno in considerazione da alcuni porporati.

Marco P. ha detto...

Come sempre, i discorsi di coloro che guardano alla Verità sono semplici e brevi, degli insegnamenti che chiunque può capire.

Quelli invece di chi la Verità vuole relativizzare e che traggono ispirazione (coscientemente o meno) dalla menzogna sono contorti, lunghi, ed interpretabili in modo che dicano tutto ciò che al soggetto interpretante può piacere.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Chapeau al card. De Paolis. Forse perché in Curia era a capo di un dicastero non di prima grandezza, lui a differenza di Müller, Burke e Caffarra e' rimasto lontano dall'occhio del ciclone mediatico anti cattolico. Ma non per questo le sue parole sono chiare e coraggiose in questo tempo di omologazione al pensiero kasperiano.

irina ha detto...

Tutto questo tormentone si riduce appunto ad una questione di sincera verità con se stessi e con il prossimo davanti a Dio.
Il sesso alla fine è il grande innocente. La grande malata è la mente.

Josh ha detto...

nel frattempo....

http://www.lastampa.it/2015/06/09/esteri/il-parlamento-europeo-riconosce-le-famiglie-gay-AOeUGLzBLwsn0IfjEHmI5L/pagina.html

The difference ha detto...

http://www.ilfoglio.it/cronache/2015/06/07/chi-c-e-chi-non-c-al-nuovo-family-day-contro-gender-e-nozze-gay___1-v-129534-rubriche_c406.htm
.

http://www.ilfoglio.it/chiesa/2015/04/27/chiesa-islam-cristiani-libano-rai___1-vr-128192-blog_c380.htm

RR ha detto...

Sarebbe interessante sapere i nomi di chi non ha votato a favore. Scommetto che i "catollici" del PD e dei popolari han votato a favore.
RR

Anonimo ha detto...

Le parole del cadinale sono estremamente chiare. La vera dottrina della Chiesa in materia e' del resto molto chiara. Mi chiedo, tuttavia, che effetto possono fare queste parole su tanti giovani o comunque ancora vigorosi sposi in difficolta' perche' hanno sbagliato matrimonio, per cosi' dire, commettendo la colpa del divorzio o perche' sono stati "divorziati". Cosa si prospetta loro: decenni di castita'? E non solo nei fatti, anche nei pensieri, poiche' la nostra mente deve restare pura, per non cadere nel peccato. Non sembra un compito sovrumano? La situazione ricorda, mutatis mutandis, quella di coppie sposate nelle quali uno dei due (piu' spesso la moglie) smetta di pagare il "debito coniugale" alquanto per tempo, per cosi' dire, ponendo la controparte di fronte ad anni di castita'.
Ma il compito non e' sovrumano se ci affidiamo alla Grazia, con la volonta' di fare la volonta' di Dio, sorretta dalla preghiera quotidiana. Appunto, Dio puo' dove non potremmo mai, con le nostre sole forze. Credo che questo volesse dire S. Paolo, nel garantirci che non saremmo mai stati tentati al di la' delle nostre forze: che l'aiuto di Cristo da noi costantemente ricercato ci avrebbe consentito di vincere ogni tentazione. Sempre? Ma per le cadute c'e' appunto la Misericordia, se ci pentiamo a dovere, come spiega il cardinale. Purche' la "caduta" non diventi (ovviamente) un sistema di vita. Forse il cardinale, che ha fatto molto bene a ricordare che il sesso va ridimensionato rispetto alla posizione abnorme che occupa oggi, avrebbe tuttavia dovuto porre maggiormente l'accento sull'azione della Grazia (ad integrazione della nostra volonta') in quella che resta una prova assai severa, e'inutile negarlo. A. R. (anonimo romano)

Marius ha detto...

Devo dire la verità di essere in difficoltà con questa posizione intermedia, cioè della continuazione della convivenza ma vissuta come fratello e sorella.

Anzitutto non risolve il problema della testimonianza pubblica: ci si aspetta forse che una coppia di divorziati risposati conviventi vada in giro a sbandierare la propria prassi sessuale? Agli occhi della società convivono e basta, e poi vanno a ricevere la Comunione. Cosa bisognerà concludere? che vivono castamente tra quattro mura? in camere diverse, in letti vicini o nel lettone ma solo per scaldarsi i piedi? Con questo sistema c'è da aspettarsi un naturale ed inevitabile incremento delle mormorazioni. Forse questa settimana ce l'hanno fatta, mentre la scorsa forse no? E la prossima come andrà?
Secondo me bisogna restare coi piedi per terra. Chi sceglie veramente la castità si mette nelle condizioni di poter ottemperare alla sua impegnativa scelta.
Mi viene in mente un'amenità di padre Cavalcoli quando qualche mese fa affermava che non si può dire che i conviventi facciano peccato, ma si mettono solo in occasione favorevole di peccato. Come se il passo tra l'una e l'altra cosa non fosse molto molto breve...

In secondo luogo, ma non per importanza, non risolve neppure il senso di avvilimento di un coniuge tradito, il quale come una vera e propria presa in giro (non può suonare che così), si sente dire che con la nuova persona con cui il marito (o la moglie) convive ci si fa solo compagnia ma nient'altro, e che ciò è addirittura accettato e valorizzato dalla Chiesa!
Sembra quasi che il sacramento del Matrimonio sia considerato riduttivamente a mo' di rimedio della conscupiscenza sorvolando completamente su altri fattori irrinunciabili e fondamentali, quelli che sono poi i più importanti perché sono gli unici che rimangono evidenti nella vecchiaia di una vita coniugale spesa insieme, che sono l'intima amicizia ed il sostegno reciproco.

RIC ha detto...

POSSO DIRE CHE GALANTINO FA VERAMENTE SCHIFO????
http://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/497-famiglia-20-giugno-a-san-giovanni-manif-annacquata-ma.html

Anonimo ha detto...

Penso che Galantino sia uno dei vescovi più dannosi e mediocri che ci siano stati mai inflitti qui in Italia insieme a Mogavero, Martini era sulla stessa linea (sbagliata e dannosa) ma almeno aveva un altro spessore intellettuale
John

Josh ha detto...

@A.R.

"Cosa si prospetta loro, decenni di castità?"

(ho letto il seguito, anonimo romano, ma 2 cose le dico)

beh...conosco varie persone che per es. da giovanissimi erano "sperimentali" e mondani nella condotta, ma sopraggiunta la conversione, sono cambiati radicalmente.
E lì è proprio la Grazia, che muta profondamente le persone, e la forza dei Sacramenti. La stessa Eucarestia, se vissuta con vera partecipazione, può molto, è anche medicina e trasmette una grazia operante.
Negli anni, alcuni di questi si sono sposati. Anche il matrimonio cattolico, non è che è proprio un permesso di fare tutto ciò che si vuole, in camera, anche in coppia. "Il talamo sia immacolato".

Altre persone, dopo quelle conversioni, non si sono sposate e stanno vivendo i famosi "decenni di castità", in tutta tranquillità.
Questo è possibile se al centro della vita si mette il servire Dio, realmente, e non servire se stessi. Il matrimonio non è solo una pezza ufficializzante alla propria concupiscenza.
Per es. conosco dei divorziati, ma non si tratta mica di coppie cattoliche. Tra i cattolici di fatto, di divorziati non ne conosco nemmeno uno. Tutta questa ipotetica categoria che domanda la casistica particolare, divorziati-risposati non è così nutrita come dicono, e non riguarda appunto spesso cattolici in crisi sacramentale.
Uno degli altri problemi è che molti cosiddetti cattolici sono persone battezzate da bambini, che poi hanno affrontato Comunione e Cresima come un fatto di uso e costume o come l'esame di 3° e 5° elementare, poi hanno frequentato la parrocchia per il campetto di calcio e tornano in chiesa a sposarsi per un bel rito 20 anni dopo, non adempiendo a solo 1 dei comandi cattolici e vivendo in totale misconoscenza e miscredenza di Dio.
Chi li ha creati?
Poi ci si meraviglia se divorziano e bisogna trovare la pezza per dar loro i Sacramenti lo stesso, che se va bene non sanno nemmeno cosa siano.
Allora il problema qui non sono i divorziati risposati, che sono l'effetto, ma l'evangelizzazione nulla, da zero, la tabula rasa cristiana fatta in gran parte dalla Chiesa stessa degli ultimi decenni.

Rimane che il cardinale ha fatto molto bene a decentrare apertamente la questione ossessione sesso, perchè nel sistema odierno tutto è centrato su un'ipersessualizzazione, sinodo compreso. Se l'umanità recente è sempre più traviata e ipersessualizzata, la fede ci spronerebbe ad altro. A meno che non si tratti di cattolicesimo come questione di facciata.
L'essenziale, il punto d'arrivo non sarebbe l'appagamento sessuale, lo sdoganamento dei vizi e dei peccati, ma la salvezza. Chissà se certi "padri" sinodali lo scopriranno, prima o poi.

Marco P. ha detto...

Pur confermando quanto scritto nel mio commento precedente, devo dire di avere le stesse difficoltà che Marius qui sopra (10 giugno, 00.16) descrive e penso che l'unica situazione in cui due persone divorziate possano proseguire la convivenza, beninteso nella castità, è quando dall'unione adultera sono nati dei figli, incolpevoli di quanto è successo.
Certo la tentazione della mormorazione sarebbe sempre presente, ma se ci fossero dei veri pastori e dei veri parroci e se ci fosse veramente il senso da parte di tutti i battezzati di essere membra del Corpo Mistico di Cristo, non ci sarebbe problema da parte dei primi a dire che lui e lei stanno vivendo nella prova e nella penitenza a causa del loro peccato e a chiedere a tutti i loro fratelli come opera di misericordia spirituale di pregare per loro perché accolgano sempre la Grazia che sola li rende capaci di sopportare un peso così grande, ammonendo pesantemente, nel contempo contro la mormorazione (che è peccato grave), ed i secondi (i fedeli) a seguire queste indicazioni.
Senza queste indicazioni invece gli uni non sono aiutati nel loro pentimento e gli altri da un lato non sono protetti contro la tentazione della mormorazione e dall'altro non sono aiutati nel pregare per i loro fratelli, quindi il gregge si disperde in tante pecore isolate, facili prede.
Le parole del Card. De Paolis sono giuste, di vero pastore, oggi sono però isolate.

Josh ha detto...

@Ric (solo un parziale OT, ma connesso): Galantino dice che "quello del numero degli immigrati (10,100, o 10 milioni, 100 milioni) è un problema secondario, l'importaante è andare nelle periferie"

http://www.ilgiornale.it/news/politica/cei-choc-contro-lega-e-fi-cos-danneggiano-paese-1138732.html

Marco P. ha detto...

Dice il garrulo Galantino:
".. penso che quello dei numeri degli immigrati sia un problema secondario, bisogna invece trovare un accordo sull’atteggiamento di fondo. Quando si comincia a dare i numeri, in tutti i sensi, vuol dire che c’è altro dietro"
Forse non si è reso conto che parlava di sé stesso.

Il problema dell'8 per mille è che anche se non viene dato alla chiesa 2.0, ci finisce comunque in forza della ripartizione proporzionale delle quote per cui non è stata espressa alcune indicazione, con l'aggiunta che tali quote vanno in parte appunto alla chiesa 2.0 ed in parte agli altri istituti (tipo chiesa valdese etc) aventi stipulato l'accordo con lo stato italiano.

Anonimo ha detto...

@ Josh

Non ho detto che la castita' sia un peso impossibile da portare in una situazione matrimoniale irregolare o di denegato "debito coniugale". Ho fatto rilevare che, senza l'aiuto della Grazia, e' impossibile portarlo, questo peso. In questo senso NS dice: "il mio giogo e' leggero". Ci invita a "prendere la Croce" e a seguirlo nella mortificazione, nel sacrificio di se' etc. e poi dice che un tale "giogo" e' leggero? Non lo e', in termini umani. Ma, appunto, la dimensione autentica del Cristianesimo e' quella sovrannaturale, orientata alla vita eterna. Percio': il giogo pesante diventa "leggero" con l'aiuto della Grazia, e solo con quello, naturalmente richiesto e voluto non atteso passivamente; con tale aiuto otteniamo anche il discernimento dello spirito necessario per capire che ogni sacrificio in nome di Cristo, per quanto duro, e' pur sempre qualcosa di limitato nel tempo, che passa e passera' con la figura di questo mondo. E non solo passera', ci procurera' la vita eterna. In questa prospettiva, ho detto che il cardinale, che ha ribadito cose giustissime, avrebbe forse dovuto spiegare maggiormente l'azione indispensabile della Grazia nelle situazioni in questione, sia per cio' che riguarda la mortificazione delle passioni che l'apertura della nostra mente alla comprensione della ratio sovrannaturale che presiede al tutto. A. R.

Josh ha detto...

prendo ancora spunto da Anonimo Romano

"Dio puo' dove non potremmo mai, con le nostre sole forze. Credo che questo volesse dire S. Paolo, nel garantirci che non saremmo mai stati tentati al di la' delle nostre forze: che l'aiuto di Cristo da noi costantemente ricercato ci avrebbe consentito di vincere ogni tentazione."

E' così. Per es. S. Paolo a più riprese mette l'accento anche sulla differenza che corre tra andazzo del mondo e sapienza di Cristo, la Croce;
tra uomo psichico-carnale e uomo spirituale (dovremmo ovviamente diventare il secondo, è uno dei punti chiave della conversione e del cristiano-uomo nuovo, rinnovato dallo SS.);
tra mente controllata dalla carne e mente controllata dallo Spirito (Rm 8,5-7);
tra chi cerca le cose di quaggiù e chi quelle di lassù;

"Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Gal 2,20)

La vita cristiana è anche un cammino di crocifissione, della crocifissione del nostro uomo psichico, carnale.
E' questo che non si vuole sentire più.

Tutti gli Apostoli hanno chiarito, con gli stessi Vangeli, che la Grazia vince la natura.

Se non crediamo a quest'ultimo passaggio,
saremo sempre incompiuti e in una battaglia già persa in partenza in tutti gli ambiti, anche in quelli qui citati.

Aggiungo: ma chi lo insegna più?

Silvio Brachetta ha detto...

Alla luce di questi interessanti commenti, è da fare qualche precisazione, che De Paolis spiega meglio nel libro e che uso per qualche mia riflessione personale.

De Paolis ammette in sostanza due cose: 1) che i problemi dei divorziati che si risposano civilmente sono “situazioni difficili, quasi impossibili” - 2) che il vero problema però sta nella “coniugalità” (atti sessuali e convivenza).

Si tratta insomma, per chi volesse accedere di nuovo ai sacramenti, di impegnarsi in una vera conversione, che comporta grandi rinunce, ma i cui frutti sono inestimabili.
È chiaro che queste grandi rinunce - continenza, vita solitaria - possono essere vissute in due modi: o come un incubo o come una liberazione.

Se il clero continuerà a cercare solo scappatoie legalistiche, piagnistei, teorie del male minore, ecc…, per tamponare il disastro, è evidente che la via della continenza e della vita solitaria sarà vissuta come un incubo - se mai sarà vissuta.
Se invece, con l’aiuto della catechesi, di Tertulliano, di San Girolamo, di un’infinità di altri padri, di un clero santo, i sacerdoti abbandoneranno il piagnisteo e aiuteranno realmente i peccatori, allora il divorzio si trasformerà in un pretesto per la santità. Tutto si risolverà - è questo che dovrebbero dire i pastori alla gente e non dicono - perché dal bene viene il bene: i figli comprenderanno, le persone si riappacificheranno, il lutto si trasformerà in gioia, la penitenza in letizia, la croce in piuma, le lacrime in sorriso e (più importante di ogni altra cosa) la condanna si trasformerà in perdono e salvezza.

La via d’uscita - contrariamente a quanto fanno credere Kasper & Soci - esiste eccome. Se c’è veramente la volontà di conversione, con l’aiuto della grazia, non c’è miracolo che non si possa realizzare.

Anonimo ha detto...

Il problema, a mio modestissimo parere è come dice Josh, se non erro, le famiglie mandano i figli a fare cresima e comunione e li battezzano per obbedire a lunga consuetudine, non perché ci credono, quanto ai matrimoni, già sono pochi e in genere si fanno in chiesa per fare una bella cerimonia, perché quella i comune è squallida e priva di cerimonialità, adesso vanno di moda i matrimoni stile Hollywood di serie B, con archi di fiori finti in riva al mare, praticamente gioia per i fotografi e venditori di abiti costosi ed improponibili, con un numero spropositato di compari d'anello maschi e damigelle varie di ogni età talora vestite meglio della sposa. Quanto all'omniimperante sesso, pare che si muoia entro brevissimo se non si fa almeno 8 volte a settimana e varie volte al dì, ormai è diventato una prestazione da palestra, non è percepito come atto d'amore, ma come una esibizione da kamasutra più o meno riuscito, filmato pure per vari motivi di esibizionismo o peggio,sex ad ogni livello e di ogni tipo fin dalla più giovane età. Se ai ridicoli e risibili corsi prematrimoniali indetti dalle varie diocesi si ficcasse nella mente dei 2 futuri sposi che il sacramento del matrimonio è indissolubile e vale finché morte non li separi, già sono pochi, ma sparirebbero del tutto; quanto alle improponibili castità et alia, per favore, non prendiamoci in giro, io ne conosco tanti sposati in chiesa e divorziati, riaccompagnati in vari modi con figli di vario letto, che se ne strafregano della comunione a meno che lo scopo principale non sia quello neanche troppo nascosto di concedere il divorzio a tutti e di far sposare i gay, come in tutte le chiese protestanti e allora, ciao a tutti è, stato bello finché è durato, addio CC, si salvi chi può e si torna ai piccoli gruppi creativi di credenti che si riuniscono non più in grandi chiese ed edifici religiosi, ma al nascosto come i primi cristiani, perché andando avanti di ' sto passo, l'Islam sarà religione dominante e ferocemente imposta in tutta Europa, come diceva tanto tempo fa il card.Ratzinger, azzittito perché diceva verità scomode per i pupari, adesso la UE pretende la ratifica della delibera sugli omomatrimoni da parte di tutti gli stati membri.......votata alla bulgara, anche da sedicenti cattolici, vedremo cosa verrà fuori comunque io penso sarebbe stato molto meglio per l'Europa andare con Wladimir (non Luxuria), che anche se ex-KGB è di gran lunga preferibile a questi loggionisti occidentali. Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...

Anche se il papa vi sta sulle scatole, questa esternazione non è male:

http://www.ilgiornale.it/news/politica/giallo-maria-non-ha-emissari-parole-rilanciate-dai-siti-non-1138799.html

Anonimo ha detto...

Anonimo Anonimo ha detto...
[....] questa esternazione non è male:

http://www.ilgiornale.it/news/politica/giallo-maria-non-ha-emissari-parole-rilanciate-dai-siti-non-1138799.html

"Un orologio fermo, segna l'ora esatta due volte al giorno" (Anonimo, ma attriubutia a Herman Hesse.

Silvano ha detto...

La scelta nel caso di divorziati e risposati è tra Gesù Cristo e un pò di ginnastica da camera.

mic ha detto...

Silvano,
è esatto, ma si tratta di ginnastica da camera solo in quei casi in cui il sesso non è vissuto come completa unione di persone che condividono una intimità profonda spirituale prima ancora che sentimentale.
Bisogna in ogni caso fare i conti (e questo non riguarda solo la sessualità) con pulsioni non così facilmente dominabili, se non con la grazia che solo un'autentica vita di fede può dare. Il problema sta, come sottolineato da Lupus ed altri, che è il tessuto sociale nel quale era possibile respirare e assorbire questa vita di fede che si è sfaldato. Mancano da tempo a monte (nell'adolescenza-prima giovinezza e prima ancora) gli insegnamenti e le ragioni che aiutano la persona a fare le scelte giuste, nel Signore, e ad rimanervi fedeli nonostante le difficoltà che non sono mancate non mancano e non mancheranno mai. Ma nel Signore si costruisce, a volte anche sulle rovine. Se non si riparte da qui e viene meno la Chiesa docente (Mater et Magistra) e santificante (con una vita sacramentale forte e non adulterata), nulla potrà cambiare finché non si sarà toccato ancor più il fondo.
Ma il Signore provvede e provvederà.

Anonimo ha detto...

Per Rr ed anglofoni, German bishops have prepared the way for a de facto schism.CRISISMAGAZINE.COM.Un po' lungo, ma molto bello.Anonymous.

Anonimo ha detto...

@ La via d'uscita - le nuove alleanze e l'utopia

a. Si' la via d'uscita e' sempre la stessa, quella che passa "per la porta stretta". Non c'e'accomodamento che possa aggirare questa verita' fondamentale.
b. E' vero che il problema riguarda un minoranza, tra i divorziati risposati. Ma c'e' l'aspetto dottrinale, che non riguarda affatto una minoranza. Una decisione favorevole alle tesi dell'eretico Kasper distruggerebbe in pratica il matrimonio cattolico. Le conseguenze sarebbero immense, per tanti motivi. Se ratificate, quale che ne sia il modo, da Papa Francesco, farebbero passare la Chiesa dalla parte dell'eresia in modo esplicito. Uno scisma, a questo punto, fatto dai chierici rimasti fedeli al dogma, sarebbe addirittura salutare. Ma, data la sostanziale timidezza dimostrata da loro sin qui, ne sarebbero capaci? Per questo il Sinodo di ottobre e' da considerarsi un evento capitale, che bisognerebbe influenzare dall'esterno, sin da ora, in qualche modo in senso favorevole alla retta dottrina. Innanzitutto, tenendo sotto tiro le tesi ereticali, non ci si deve fidare del basso profilo inaugurato da Kasper e soci.
c. Sarebbe in teoria auspicabile un "rovesciamento delle alleanze", schierarsi con la Russia che appare oggi cristiana, almeno in parte sostanziale, di contro all'Occidente ateo e miscredente, nemico di Dio nelle sue classi dirigenti, inclusa parte consistente di quella ecclesiastica. Ma questo, allo stato, e' del tutto utopistico, dati i rapporti di forza e il basso livello dei reggitori di molti Stati europei, non solo del nostro. Una soluzione realistica sarebbe premere affinche' si smettesse di demonizzare i russi per presunte violazioni del Trattato di Minsk e affinche' le sanzioni siano sospese, visto che al momento non ci sono battaglie in corso. Ma gia' un obiettivo cosi' limitato appare utopistico, data la situazione. A. R.

rr ha detto...

Anonymous,
grazie.

Dal testo dell' articolo apprendo che esiste in Germania il "Central Committee of the Catholic laity": dove c' e' un Marx ed un comitato centrale, c'e' sempre puzza di zolfo.
RR

Anonimo ha detto...

http://www.crisismagazine.com/2015/german-bishops-have-prepared-the-way-for-a-de-facto-schism

irina ha detto...

Alla fine considerato tutto: l'educazione mancata delle nuove generazioni da parte dei genitori e della Chiesa, le tentazioni del mondo che tale è, quale era ed è sempre stato, l'intriseca condizione di soggezione e suggestione dinanzi al peccato; al momento della prova, qualsiasi prova, l'uomo è solo davanti a se stesso,alla sua coscienza e a Dio.
La Chiesa ha un unico dovere: portare la Buona Novella a tutte le genti,senza annacquamenti, interpretazioni, aggiornamenti con lo scopo di formare le coscienze ed i cuori.Per essere Maestra comprensibile e formatrice deve dire sì o no.
Agli inizi i cristiani si imposero al loro mondo contemporaneo corrotto perchè il loro comportamento, la loro vita erano "esemplari" per virtù private e pubbliche. E perchè furono in grado di tanto? Perchè seguivano il loro Signore Gesù Cristo, lo imitavano, il loro cuore era con il Maestro in ogni momento della loro vita e tutto guardavano e consideravano per piacere a Lui soltanto.

Luisa ha detto...

Conoscevo, un pò, le divisioni in seno al movimentismo cattolico e le sue collusioni con la politica, constato che si manifestano anche quando si tratta di difendere la famiglia contro il tentacolare potere della lobby gay:

http://www.riscossacristiana.it/20-giugno-a-roma-cera-una-volta-il-family-day-di-patrizia-fermani-e-elisabetta-frezza/

Luisa ha detto...

E chi sembra essere dietro la svolta a 180 gradi degli organizzatori che metteranno l`accento sul gender dopo aver messo in disparte l`opposizione al disegno di legge Cirinnà?
Mons. Galantino.
Galantino che, dopo aver manifestato la sua ostilità, ha dato il suo accordo a condizione che sparisse ogni attacco alla politica famigliare del vostro primo ministro e del suo governo.
Galantino ha preteso e gli organizzatori si sono adeguati, tristi e poco onorevoli compromessi, ancor più quando ad esserne vittima è la difesa dela famiglia come il Signore l`ha voluta.
Con e malgrado ciò spero che sarete in tanti a scendere in piazza per manifestare con gioia e determinazione il vostro no ad una politica basata sulla menzogna che vuole sovvertire le famiglia, fondamenta di una società civile, aprire la porta a concessioni che finiranno per diventera sempre più ampie.
Sì, spero che sarete numerosi a dire il vostro no al pensiero unico della lobby gay che sta devastando la società inquinando le identità, il vostro sì alla famiglia naturale, al diritto per i nostri figli di avere una mamma e un papà.
E poi, malgrado il "cambiamento di rotta" degli oeganizzatori per avere l`approvazione di Galantino, chi può proibirvi di innalzare i votri cartelli e manifestare contro il disegno di legge Cirinnà?

Anonimo ha detto...

http://www.intelligonews.it/articoli/9-giugno-2015/27388/20-giugno-in-piazza-de-mattei-un-funerale-se-rinunceranno-a-fare-i-nomi-dei-nemici-della-famiglia

Anonimo ha detto...

@ Luisa.

Giustissime parole. Bisognerebbe tuttavia che i cartelli in difesa della famiglia tradizionale
esponessero con chiarezza il concetto che si tratta anche di difendere "la famiglia secondo natura, voluta da Dio, e consacrata nel matrimonio cattolico tra l'uomo e la donna" dalle aberrazioni che si vogliono imporre, incluso il riconoscimento delle convivenze di fatto. Alla manifestazione per la difesa della vita del maggio scorso a Roma di quest'aspetto non v'era traccia. A. R.

Anonimo ha detto...

Cara Irina 00:11, ma quelli non dialogavano con i pagani, con i pervertiti, gli invertiti, gli assassini, testimoniavano a prezzo della loro vita, e convertivano con il solo loro esempio di vita, oltre che con la parola. Altro che "il proselitismo è una solenne sciocchezza", solo per questo chi lo ha detto andrebbe subito destituito da ogni incarico nella Chiesa, figurarsi poi tutte le altre enormità che ha sfornato e va sfornando ogni giorno che Dio mette in terra. Dio ci salvi da questo clero apostata, Irin, magari per mezzo della Russia di Putin, ultimo baluardo in difesa del Cristanesimo (anche se ortodosso).