Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 28 dicembre 2023

Fiducia supplicans ha aperto una frattura profonda

Segnalazioni dei lettori. Restare dentro la vigna del Signore. Qui l'indice degli articoli correlati
Onore a Monsignor Antonio Suetta Vescovo della diocesi di Sanremo/Ventimiglia, uno dei pochi prelati a mantenere la rotta sulle verità della dottrina, che in questo momento è attaccata dalla dichiarazione "Fiducia supplicans" del Dicastero della Dottrina della fede, guidato dal Teologo Tucho Fernandez. Sulla benedizione delle coppie omo, il Vescovo Suetta interpella ogni coscienza quando dichiara:
"le circostanze della vita come possono essere santificate se esse sono contrarie al Vangelo. Come possono queste benedizioni disporre coloro che le richiedono a ricevere l' effetto principale dei sacramenti, quali magari non possono accostarsi".
Fiducia supplicans è sotto gli occhi di tutti come abbia aperto una frattura profonda che sta dividendo la Chiesa, è una dichiarazione frutto di una temeraria reinterpretazione della dottrina che non ha nessun fondamento nella storia del Cristianesimo.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

La dichiarazione di Mons. Suetta della diocesi di Ventimiglia, che comunque eccelle rispetto alla media nazionale, e' piuttosto "politica", cercando di non urtare la sensibilità dei fedeli cattolici e di non criticare i suoi superiori (un tempo si sarebbe detta democristiana).
Diciamo che, se raffrontata alle dichiarazioni secche e ficcanti delle conferenze episcopali polacche o ungheresi (per non parlare di quelle africane), o a quella di Mons. Schneider, appare molto sbiadita.
Essa, peraltro, nega che ci si trovi di fronte a un nuovo paradigma, come invece chiaramente espone il prof. Fontana oggi su NBQ.
In sostanza, la situazione italiana ed europea occidentale e' talmente penosa che si e' costretti a mettere in luce quelle che sono tremule fiammelle.

Ga

mic ha detto...

Non ho avuto occasione di leggere tutta la dichiarazione del vescovo e mi sono limitata alla segnalazione del lettore. Vedrò di approdindire

Anonimo ha detto...


Fiducia supplicans oltre che eretica (legittima di fatto la fornicazione per di più contro natura) è immorale.
Si possono "benedire" rapporti perversi, quelli che san Paolo definisce "turpi", nel famoso passo della Lettera ai Romani?
No, evidentemente.
Come ha detto il cardinale Mueller, si tratta di "benedizioni" blasfeme e in ogni caso invalide.
Come le Messe Novus Ordo della preteria arcobaleno.

Anonimo ha detto...

La frattura ce l’hanno nella testa quelli che vogliono farsi un magistero proprio superiore a quello del Papa.

mic ha detto...

Anonimo 13:17
Non quando ci si trova di fronte a un papa a dir poco "anomalo" che fa un magistero a suo uso e consumo (e forse anche dei suoi mandanti) ignorando e/o contraddicendo il Magistero perenne, l'insegnamento costante della Chiesa che rappresenta il Depositum fidei che proprio lui invece sarebbe chiamato a custodire e a confermare...

Et verbum caro factum est. Et habitait in nobis. ha detto...

Il "magistero proprio", nella loro testa superiore a quello di Nostro Signore Gesù Cristo in nome del mondialismo, se lo sono fatto i papi conciliari. Basta conoscere i dieci comandamenti e il Catechismo della Dottrina Cristiana per rendersene conto; non v'è nessun bisogno di lauree in teologia. Contempliamo Gesù Bambino, potente nella sua debolezza e, respingedo senza tentennamenti di sorta l'apologia delle schifezze, sia pur rivestite di apparente "autorità", consacriamoci a Lui e a Lui soltanto. Non esistono "vie mediane".

Anonimo ha detto...


# La frattura ce l'hanno nella testa quelli che vogliono farsi un magistero proprio diverso da quello del papa...

Chi parla così ingnora evidentemente la dottrina della Chiesa, i dogmi fondamentali del Deposito della fede.
Questo papa, ma anche i precedenti in modo più limitato ma sempre grave, hanno insegnato e insegnano una dottrina, di origine "conciliare", che insinua ed introduce gravi errori, instradando le anime sulla "via larga", quella che porta dritta all'Inferno.
Adesso siamo arrivati alla giustificazione di fatto del peccato contro natura, cosa cui non erano giunti GP II e Benedetto XVI. Siamo quindi andati oltre. Bergoglio ha anche demolito l'etica cristiana del matrimonio, concedendo la possibilità della Comunione ai divorziati risposati conviventi more uxorio. Come si fa a non vedere che questa concessione, motivata da una caramellosa e falsa "misericordia", di fatto giustifica l'adulterio e il concubinaggio? S. Giovanni Battista diventa allora un personaggio inutile e patetico?
Patetici sono questi difensori a tutti i costi di un papato immerso da decenni nel fango dell'errore, un fango che con il presente è diventato fetida melma.
T.

Maurizio ha detto...

@T. delle 19:22

Ancora, tra le righe, una filippica contro Wojtyla e Ratzinger. Ero preoccupato che qui da qualche giorno non si gettasse la quotidiana dose di fango su di loro. Ora sono più tranquillo, vedo che avete adempiuto al vostro dovere quotidiano che vi siete imposti. Ma, per limitarsi a Benedetto XVI, ecco quanto disse nell’omelia pronunciata nella Missa pro eligendo romano Pontifice del 2005:
“Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode di pensiero…. Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare ‘qua e là da qualsiasi vento di dottrina’ appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo. ‘Adulta’ non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. È quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità …”.
E' chiara la funzione di katechon di Benedetto XVI. Solo voi vi ostinate a non vederla. E, così facendo, sminuite l'abominio operato da Bergoglio.
Continuate pure così. Fate come volete.

Areki44 ha detto...

All'anonimo delle 17,30.
Caro fratello in Cristo il magistero superiore a quello del papa è il magistero di Gesù Cristo. Non è Gesù Cristo che deve adeguarsi al suo vicario in terra, ma è il suo vicario in terra che deve adeguarsi a Gesù Cristo, altrimenti il papa si fa voce di... Satana. "Vade retro Satana tu mi sei di scandalo". BASTA, BASTA, con questo papismo da quattro soldi che è la rovina della Chiesa Cattolica. Il papa è nella Chiesa e non al di sopra della chiesa. San Francesco d' Assisi ce lo insegna... Santa Caterina da Siena idem ...

Anonimo ha detto...


# Al difensore d'ufficio di Ratzinger

Non l'ha notato che nella frase che lei stesso cita l'immagine di Cristo appare priva di qualsiasi afflato soprannaturale?
Cristo sarebbe solo "il vero uomo, l'artefice del vero umanesimo, colui che ci dona la sua amicizia e ci fa capire tutto ciò che è buono...".
Un'immagine sbiadita, da "maestro di morale" buono anche per il pantheon massonico. Solo questo sarebbe il Cristo?
Non soprattutto Colui che decide della nostra vita eterna? Altro che
umanesimo! Che ha in mano la nostra eternità, nel bene e nel male?
Questo, di Ratzinger, è un Gesù di cartapesta, quello amato dagli eruditi accedemici, i seguaci di un cristianesimo che deve essere innanzitutto "ragionevole", umano ed anzi "umanistico" e limitarsi in sostanza alla critica dei costumi.
Si rammenta ancora una volta che contrapporre GP II e Benedetto XVI alla deviazioni di Bergoglio non porta da nessuna parte. L'insegnamento ortodosso del Magistero si ferma a Pio XII.
T.

Marco ha detto...

All'accusatore d'ufficio di Ratzinger

Non l"ha notato che c'è scritto che Cristo è il Figlio di Dio?
Con tutto quello che ne deriva secondo il Credo della Chiesa?
Questo sarebbe "privo di ogni afflato soprannaturale"???
Ma quando mai Benedetto XVI avrebbe insegnato che Cristo è "solo un maestro di morale"?
Certo che se si estrapolano poche parole o poche righe da un contesto molto più ampio si prendono evidentemente lucciole per lanterne.... d'altronde entrambe emettono luce ... e così si finisce per negare l'enorme differenza tra GP II Benedetto XVI e papa Francesco .... e così facendo non si va da nessuna parte.
Ha pienamente ragione Maurizio : continuate così...

Anonimo ha detto...


Si credeva di farsi capire senza dover dare chissà quante spiegazioni.

Può anche chiamarlo "Figlio di Dio" ma la rappresentazione che dà di Cristo è in sostanza quella del "maestro di morale" che ci insegna il vero umanesimo e come criticare il "relativismo" dominante. Non è Cristo Giudice Cosmico che ci attende dopo la morte.

IL "relativismo" lo criticano anche alcuni pensatori laici.
Ricorda mai Ratzinger che Cristo alla fine dei tempi dividerà il genere umano in Eletti e Reprobi e che chi non crede "è già condannato"?
Ratzinger propagava lo strano concetto di una "salvezza comune", desunta da de Lubac, che cita espressamente in modo favorevole in una sua enciclica.
Difendeva inoltre in pieno la spuria collegialità episcopale dell'art. 22 della Lumen Gentium, quella che fa del Collegio dei Vescovi con il papa un titolare della summa potestas sulla Chiesa, come se un potere sovrano potesse avere due titolari, uno incapsulato dentro l'altro (i vescovi sotto a quello del papa (quanto all'esercizio) ma nello stesso tempo uguale al suo).
Aderiva in pieno all'enormità di Gaudium et spes 22, dove si dice falsamente che "con l'Incarnazione Cristo si è in un certo senso unito ad ogni uomo", errore che ha aperto la strada alla diffusissima eresia della salvezza garantita a tutti. E altro si potrebbe aggiungere.
Certo, questi errori sono frutto di una teologia sottile e complicata e non si vuol far la fatica di indagarli; è la teologia perversa degli eretici, che scoraggia i semplici dal confrontarsi. Ma non per questo non sono gravi e non provocano effetti deleteri a lunga scadenza.
Abbattono difese e sul vuoto imperversano alla fine i soggetti alla Bergoglio.
Nel discorso di addio ai parroci di Roma, quando si è dimesso, Ratzinger ha fatto un elogio sperticato del Concilio, cancellando anche il ricordo di quei minimi cenni critici che aveva fatto negli anni precedenti. Del resto, se non lo avessse fatto, non avrebbe potuto ritirarsi a fare il tranquillo pensionato dentro il recinto di S. Pietro. Una cosa ha danneggiato enormemente il papato come istituzione. E mai ha fiatato sugli orrori bergogliani. Moralmente complice o solo impaurito?
Qualche luce in Ratzinger (come il Summorum Pontificum) ma molte, troppe ombre. Non è certo presso di lui che si può trovare la vera dottrina della Chiesa. Ripartiamo dalle grandi encicliche di Pio XII.
T.

Anonimo ha detto...

E' interessante notare con che tipo di teologi dobbiamo confrontarci e i poveri seminaristi studiare.
Leggo da MIL che il prete teologo don Albarello ha difeso Fiducia Supplicans, sostenendo che in passato si e' benedetto di tutto, dalle armi agli eserciti ecc.
Costui e' insegnante: e allora, se non ha capito la logica subdola e sottilmente blasfema (per citare il Card. Muller) del provvedimento papale e' pericoloso; se invece, come credo, l'ha capita e la giustifica, e' doppiamente pericoloso.

Gz

Anonimo ha detto...

Per non dire che il papa due anni fa aveva firmato una risposta di mons. Ladaria che affermava esattamente il contrario. Se non fosse tragico sarebbe ridicolo. Valeria Fusetti.

Murmex ha detto...

Proprio cosi