Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 23 dicembre 2025

L’arcivescovo Gänswein esorta Papa Leone a porre fine alle restrizioni sulle messe antiquior e a ripristinare il Summorum Pontificum

Si continua a parlarne. Ora anche l’arcivescovo Gänswein esorta Papa Leone a porre fine alle restrizioni sulla Messa in latino e a ripristinare Summorum Pontificum, affermando che la Messa tradizionale non può essere “valida e preziosa ieri e poi non più valida domani”. L’ex segretario personale di Papa Benedetto XVI ha quindi sottolineato che Summorum Pontificum era la via giusta per favorire la pace liturgica nel rito romano e ha detto di sperare che Papa Leone lo ripristini.

L’arciv. Gänswein esorta Papa Leone a porre fine alle restrizioni sulle messe antiquior e a ripristinare il Summorum Pontificum

Leggo su LifeSiteNews che l’arcivescovo Georg Gänswein, nunzio apostolico in Lituania, Estonia e Lettonia, in un’intervista resa pubblica nei  giorni scorsi, ha detto che Papa Leone XIV dovrebbe porre fine alle restrizioni sulla Messa tradizionale e tornare alle norme del motu proprio di Papa Benedetto XVI Summorum Pontificum, perché, a suo giudizio, esso aveva portato unità nella Chiesa.

Nell’intervista, trasmessa il 7 dicembre dall’emittente cattolica tedesca Katholisches Fernsehen (K-TV), Gänswein osserva che la Messa tridentina, che per secoli ha nutrito la fede della Chiesa, non può diventare all’improvviso invalida o priva di valore oggi. Si è anche chiesto perché Papa Francesco abbia promulgato Traditionis Custodes, dal momento che la maggioranza dei vescovi era soddisfatta del motu proprio del suo predecessore, Summorum Pontificum. L’ex segretario personale di Papa Benedetto XVI ha quindi sottolineato che Summorum Pontificum era la via giusta per favorire la pace liturgica nel rito romano e ha detto di sperare che Papa Leone lo ripristini.

Gänswein è l’ultimo prelato ad esprimere la speranza che il motu proprio del 2021 di Papa Francesco venga revocato, tornando così a Summorum Pontificum.
Egli ha dichiarato: «È proprio la Messa tradizionale ad aver permesso alla Chiesa non solo di vivere, ma di vivere bene per secoli, e da essa, e attraverso di essa, è stato alimentato il senso del sacro». «Non può essere che fosse valida e preziosa ieri e poi non lo sia più domani. È una situazione innaturale».

Gänswein, apparentemente richiamando il rapporto pubblicato in estate dalla giornalista vaticana Diane Montagna sui risultati complessivi [quiqui] del sondaggio tra i vescovi del 2020 [qui  - qui - qui], condotto dall’allora Congregazione per la Dottrina della Fede e ritenuto all’origine della promulgazione di Traditionis Custodes, ha sostenuto che la grande maggioranza dei vescovi era, in definitiva, soddisfatta dell’applicazione di Summorum Pontificum.

«I risultati non sono mai stati pubblicati ufficialmente, ma, naturalmente, se ne è venuti a conoscenza, e alla fine ne è emersa una valutazione positiva», ha detto il nunzio. Summorum Pontificum era considerato un cammino di pace, soprattutto in campo liturgico, che è un ambito fondamentale della vita religiosa, e non ci dovrebbero essere cambiamenti», aggiungendo: «Perché Papa Francesco abbia comunque imposto queste restrizioni resta per me un mistero».

Alla domanda su cosa auspichi per il futuro della Messa tridentina, Gänswein ha risposto che Papa Leone dovrebbe ripristinare Summorum Pontificum, così da favorire l’unità nel rito romano. 

Ha affermato: «Ritengo che la saggia disciplina stabilita da Papa Benedetto, in Summorum Pontificum, sia la strada giusta: lo è stata per oltre dieci anni, e dovremmo continuare su questa via senza polemiche e senza restrizioni». «Posso solo sperare che anche Papa Leone vada in questa direzione e prosegua semplicemente quest’opera di pacificazione, così da poter guardare avanti e lavorare insieme».

Del resto, dall’elezione di Papa Leone nel mese di maggio, diversi prelati hanno invitato il nuovo pontefice a porre fine alle ampie restrizioni sulla celebrazione della Messa tradizionale latina e a tornare alle norme fissate da Summorum Pontificum.

A giugno, il cardinale Raymond Burke, che pochi mesi dopo ha celebrato una Messa tradizionale nella Basilica di San Pietro, in occasione del pellegrinaggio annuale Summorum Pontificum, ha detto di aver già parlato con Papa Leone della persecuzione dei fedeli che partecipano alla Messa in latino:

«Mi auguro che Leone XIV ponga fine all’attuale persecuzione, dentro la Chiesa, dei fedeli che desiderano rendere culto a Dio secondo l’uso più antico del rito romano.
Ho già avuto occasione di dirlo al Santo Padre. Mi auguro che, non appena sarà possibile, egli affronti seriamente lo studio di questa questione e cerchi di ripristinare la situazione così com’era dopo Summorum Pontificum e persino di sviluppare ciò che Papa Benedetto XVI aveva così saggiamente e con tanto amore stabilito per la Chiesa».

In un’intervista dello scorso ottobre, il card. Robert Sarah ha rivelato di aver avuto anche lui la possibilità di parlare con Papa Leone della fine delle restrizioni sulla Messa tradizionale durante un’udienza privata nel mese di settembre. 

Il cardinale Kurt Koch, recentemente nominato da Papa Leone presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha affermato in agosto che sarebbe «auspicabile» che il 267° pontefice ponesse fine alle restrizioni sulla Messa antiquior e tornasse a Summorum Pontificum. Il prelato svizzero ha dichiarato: 

«Personalmente, sarei contento se riuscissimo a trovare una buona via d’uscita». «Papa Benedetto XVI ha indicato una strada utile, perché ha ritenuto che qualcosa praticato per secoli non possa essere semplicemente proibito. Questo mi ha convinto». E conclude: «Papa Francesco ha scelto, su questo punto, una linea molto restrittiva. Sarebbe certamente auspicabile riaprire, almeno in parte, la porta che ora è stata chiusa». 

Recentemente anche il vescovo Schneider, ricevuto dal papa proprio in questi giorni, aveva in precedenza detto la sua [qui]. Non da meno il vescovo Strickland [qui], il Card Muller e  il card. Arinze, già fustigatore, sotto l'egida di Benedetto XVI, della controversa liturgia neocatecumenale. (Maria Guarini)

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