Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 27 marzo 2014

Ferrara e Gnocchi alla Fondazione Lepanto

Riprendiamo da Corrispondenza Romana.

Non un laico minuto di silenzio, ma una convinta, partecipata preghiera recitata per Mario Palmaro dagli oltre 200 presenti ha aperto la conferenza, promossa da Fondazione Lepanto martedì scorso a Roma, per presentare Questo Papa piace troppo (ed. Piemme, Milano 2014, €15,90), il libro, l’ultimo, scritto da Palmaro a sei mani con Alessandro Gnocchi e Giuliano Ferrara, presenti all’evento.

«Mario Palmaro non è presente soltanto nel ricordo – ha detto, aprendo la serata, il Prof. Roberto de Matteima anche con l’esempio ed il modello lasciatoci di cristiano integro e libero».

Appassionato e coinvolgente l’intervento del direttore del “Foglio”, Giuliano Ferrara, che fin dall’inizio ha avuto il coraggio ed accettato la sfida di ospitare senza filtri, senza infondati timori e senza inutili censure gli articoli di Gnocchi e Palmaro sul proprio giornale, aprendo così le sue pagine  ad un interessante dibattito teologico e culturale. «La Chiesa aveva bisogno di nuovo cemento – ha detto ad un pubblico numeroso ed attento – dopo la pastoralità arrembante e vigorosa di Giovanni Paolo II e dopo il dialogo forte avviato col mondo da Joseph Ratzinger, come Cardinale prima, come Benedetto XVI poi».

Ma il nuovo Pontefice, Papa Francesco, divenuto sacerdote dopo il Concilio Vaticano II, latinoamericano con radici europee, corrisponde a questo cemento? Il fatto che di botto le violente critiche, vomitate dal mondo sulla Chiesa flagellata dall’accusa di pedofilia, fossero sparite di fronte al «gesuita che dice buonasera» ha ingenerato in Ferrara la percezione che «le forze che vogliono democratizzare e laicizzare la Chiesa ce l’avessero fatta». Bastano il «patetismo e il sentimentalismo mimetico versato nell’abisso del perdono, trascurando i rigori della giustizia, dell’etica cattolica, della pedagogia esterna all’interiorità del credente», bastano «uno stile ed un atteggiamento pastorale diverso», per «operare la riconquista» del mondo secolarizzato?

La «Chiesa Cattolica esce indebolita dalla frattura, dall’abisso tra ciò che insegna e le pratiche dei credenti – ha detto ‒ Giocando la carta della collegialità confusa, si passerà dalle nuove forme di pastoralità ad una nuova esperienza di dottrina e questo rappresenta un cedimento strutturale, il trionfo del relativismo. Io – ha proseguito – sono innamorato della Chiesa che contraddice il mondo e che si lascia anche contraddire dal mondo, portando Verità e Tradizione. Una rottura dottrinale sulla famiglia, ad esempio, costituirebbe un dramma dalle conseguenze incalcolabili».

Alessandro Gnocchi ha invece proposto un sentito, commosso ricordo dell’«amico fraterno» e collega Mario Palmaro: «Io e Mario parlavamo quotidianamente del fatto di non essere di fronte ad una cesura tra tradizione e progresso, bensì tra Chiesa e mondo», una Chiesa lentamente, progressivamente privata delle proprie connotazioni più specifiche ovvero degli aspetti sacramentale, dogmatico e liturgico. Dal «“buonasera” di Papa Francesco è giunta una popolarità mediatica, che ne ha fatto un leader invece del Sommo Pontefice». Ciò cui siamo oggi di fronte è uno «stravolgimento di quella che è la struttura della Chiesa» e questo «con la connivenza dei mezzi di comunicazione.
Ciò che ha spaventato me e Mario è stato constatare come tutti coloro ai quali questo nuovo Pontificato piace tanto siano gli stessi, che noi abbiamo sempre combattuto». Ma Mario Palmaro oggi porta avanti la propria battaglia ad un altro ed alto livello, dopo aver accolto con «piena sottomissione» la volontà divina. Osservarlo attraverso le lenti del male che progrediva, della sofferenza che avanzava inesorabile, ma anche della serenità con cui attendeva l’abbraccio col Padre, «è stato per me un motivo di Grazia», ha ricordato Gnocchi, commuovendosi e commuovendo con le parole e con uno sguardo, in cui si leggeva con chiarezza la profonda fraternità cristiana vissuta con l’amico e collega.

Il prof. de Mattei, dopo un ampio, partecipato dibattito, ha concluso, proponendo un confronto: «Se pensiamo allo stile della Compagnia di Gesù, una formidabile armata guidata come da un generale da S.Ignazio di Loyola e capace di fermare il protestantesimo dilagante della Riforma, e lo confrontiamo con certe scelte quali lo show canoro proposto in tv da Suor Cristina, capiamo come certe parole e certe movenze non esprimano una Chiesa capace di conquistare il mondo, bensì un mondo capace di secolarizzare la Chiesa». Una prospettiva, cui è urgente opporre, invece, un progetto di riconquista culturale e spirituale della società e dell’uomo. (Mauro Faverzani)

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma vi ricordate la canzoncina gesuitica del film "State buoni, se potete": Capitan Gesù non sta lassù ma sta quaggiù a battagliar col Male; sempre quaggiù a battagliar col Male, Gesù mio generale! Ricaccia nella tana, la feccia luterana e il popolo giudio, Gesù il maresciallo mio. Capitan Gesù non sta lassù ma sta quaggiù a battagliar col Male, sempre quaggiù a battagliar col Male, Gesù mio generale. Comanda Santi e Fanti e coglie tutti quanti li diavoli in flagrante, Gesù mio comandante....Un sano ascolto della simpatica canzoncina da parte del GESUITA Bergoglio non gli farebbe male, anzi son convinto che avrebbe un moto d'orgoglio gesuitico e direbbe a se stesso: Ma qui che ci sto a fare? Buona sera.....Sia lodato Gesù Cristo.

una sola fede ha detto...

Riporto l’ultimo spezzone della lunga lettera che il professor Mario Palmaro scrisse al direttore della Nuova Bussola quotidiana con un vigore che pareva appartenere ad un uomo sanissimo fisicamente, anziché alla persona già molto gravemente ammalata che sappiamo. Davvero un grande testimone della fede, così appassionato, lucido (diremmo proprio “profetico”), coerente e coraggioso da rasentare il martirio, visti i tempi che viviamo; e non è escluso che il buon Dio, che lui ha sempre amato tanto, gli abbia proprio concesso di sedersi tra la gloria appunto dei martiri della fede.
Ricordiamoci anche della sua cara famiglia, spiritualmente e materialmente nei modi che già sappiamo, in attesa di conoscere le coordinate della FONDAZIONE che sta costituendo l’amico di una vita Alessandro Gnocchi e che mic ha già detto che provvederà a renderci note appena ne sarà informata.


Ecco i brani della lettera di Mario Palmaro dell’8 gennaio scorso:

“[…]Penso anche che il problema – scusa il fatto personale - non siano Gnocchi e Palmaro, brutti sporchi e cattivi, che sul Foglio hanno scritto quello che hanno scritto: io lo riscriverei una, dieci, cento mille volte, perché purtroppo tutto si sta compiendo nel modo peggiore, molto peggiore di quanto noi stessi potessimo prefigurare.

Ecco, caro direttore, perché il mio problema, e il problema tuo, dei cattolici e della gente semplice, non è Matteo Renzi. Il problema è nostra Madre la Chiesa, che ha deciso di mollarci nella giungla del Vietnam: gli elicotteri sono ripartiti e noi siamo rimasti giù, a farci infilzare uno dopo l’altro dai vietcong relativisti. Per me, non mi lamento, per le ragioni che sai. E poi perché preferisco mille volte essere rimasto qui, ad aspettare i vietcong, piuttosto che salire su quegli elicotteri. Magari con la promessa in contropartita di uno strapuntino in qualche consulta clericale tipo Scienza e Vita, o con l’illusione di tessere la tela dentro nel palazzo del potere ufficiale insieme a tutti gli altri movimenti ecclesiali. O con la pazza idea – scritta nero su bianco - che, sì, Gnocchi e Palmaro magari c’hanno ragione ma non dovevano dirlo, perché certe verità non vanno dette, anzi vanno addirittura negate pubblicamente per confondere il nemico.

No, io non mi lamento per me. Mi rimane però il problema di quel mio figlio di sette anni e di altri tre già più grandi, ai quali io non voglio e non posso dare come risposta i barconi che affondano a Lampedusa, i gay esempio di purezza del cardinale Shoenborn, il meticciato e l’elogio della cultura rom del cardinale Scola, il disprezzo per le randellate dottrinali secondo Papa Francesco, Mogavero che fa l’elogio delle unioni civili. A questi figli non posso contare la favola che il problema si chiama Matteo Renzi. Che per lui, fra l’altro, bastano dieci minuti ben fatti di Crozza.

Caro direttore, caro Riccardo, perché mai ti scrivo tutte queste cose? Perché questa notte non ci ho dormito. E perché io voglio capire – e lo chiedo ai lettori della Bussola - che cosa deve ancora accadere in questa Chiesa perché i cattolici si alzino, una buona volta, in piedi. Si alzino in piedi e si mettano a gridare dai tetti tutta la loro indignazione. Attenzione: io mi rivolgo ai singoli cattolici. Non alle associazioni, alle conventicole, ai movimenti, alle sette che da anni stanno cercando di amministrare conto terzi i cervelli dei fedeli, dettando la linea agli adepti. Che mi sembrano messi tutti sotto tutela come dei minus habens, eterodiretti da figure più o meno carismatiche e più o meno affidabili. No, no: qui io faccio appello alle coscienze dei singoli, al loro cuore, alla loro fede, alla loro virilità. Prima che sia troppo tardi.

Questo ti dovevo, carissimo Riccardo. Questo dovevo a tutti quelli che mi conoscono e hanno ancora un po’ di stima per me e per quello che ho rappresentato, chiedendoti scusa per aver abusato della pazienza tua e dei lettori.

Mario Palmaro

Il resto della lettera:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-fumo-di-satana-nella-chiesa-8142.htm

Gnocchi su Il Giornale ha detto...

«La Chiesa è un ospedale da campo dopo una battaglia», ha spiegato, non una fortezza. «È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti».
«Come dire che al malato non va imposta nessuna terapia. Invece io penso che la medicina per chi è lontano da Cristo sia molto amara. È l'aspetto forse più inquietante del suo magistero: far credere che vi sia un'alternativa insanabile fra rigore dottrinale e misericordia. Ma il Padreterno è prima di tutto giusto nel distribuire premio e castigo. Se fosse solo buono, non avremmo motivo di migliorarci. Quando poi il Papa in un'intervista a Eugenio Scalfari arriva a dire “io credo in Dio, non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico”, è arduo per L'Osservatore Romano o Avvenire dare la colpa a una frase estrapolata dal contesto».
Perché avrà invitato a pranzo proprio Scalfari?
«Qualche consigliere gli avrà fatto credere che La Repubblica era il pulpito perfetto per farsi ascoltare dai non credenti. Ma quella su Dio che non sarebbe cattolico è un'affermazione che acquista valore dottrinale anche se raccolta da un giornalista, perché nel mondo secolarizzato di oggi un'intervista conta assai più di un'enciclica, forma le coscienze. Il cattolico medio è ignorante, pensa che il Papa sia infallibile sempre, anche quando non parla ex cathedra. Ecco, Francesco ha trasformato un quotidiano laicista in cattedra, dando ragione a Marshall McLuhan, secondo il quale il mezzo è il messaggio. La stampa s'è erta a cathedra e veicola il verbo pontificio che più le fa comodo».

una sola fede ha detto...

Per ora non si riesce a trovare il video di questa presentazione del libro di Ferrare con Gnocchi, ma ho trovato quello relativa alla presentazione del volume fatta dal solo Giuliano Ferrara poco tempo fa, che ha rilasciato in tale occasione una gustosa intervista di pochi minuti, in cui afferma, tra le altre cose, che il cristiano non deve perdere la propria salinità sennò che ci sta a fare? e poi afferma che il papa è furbo...appassiona la gente, eh sì, perchè ASSOLVE TUTTI! ..e poi dice che piace troppo, e fa troppo per piacere, e invece dovrebbe dispiacere di più il mondo e deludere quella parte di mondo che
lo adula perchè è felice di essere messa a posto con la propria coscienza...


http://www.youtube.com/watch?v=PDJxuUoku6g

Franco ha detto...

" La Chiesa è un ospedale da campo dopo una battaglia"... "I frutti ( della svolta conciliare ) sono ENORMI". Sarà perchè non sono affatto portato per la matematica, ma i conti proprio non mi tornano.
Del resto il card. Martini aveva dichiarato sul "Corriere della Sera" che la situazione della Chiesa non è mai stata buona come oggi ( forse nel senso dei pochi ( anzi pochissimi ) ma buoni... e allora? Allora boh. Non ci capisco niente.

la bussola ha detto...

Ci sono volute più di due ore e mezza per rendere pubblico un comunicato stringato a commento dell’udienza concessa dal Papa a Barack Obama. Poco più di dieci righe in cui si parla per prima cosa di “"cordiali colloqui"” che hanno “"permesso uno scambio di vedute su alcuni temi attinenti all’attualità internazionale, auspicando per le aree di conflitto il rispetto del diritto umanitario e del diritto internazionale e una soluzione negoziale tra le parti coinvolte"”. Il terreno, qui, era già stato preparato lo scorso 14 gennaio, nell’incontro di un’ora e quaranta minuti tra il segretario di stato vaticano, Pietro Parolin e la sua controparte americana, John Kerry. 

mic ha detto...

Insomma dovremmo leggere tra le righe che sono stati toccati i temi caldi a cui il comunicato sembra riferirsi, ma che non indica esplicitamente e sui quali non avremo il piacere di una chiara e limpida pronuncia da parte del papa.

Anonimo ha detto...

L'ultimo Magister:

...Persino quel rapporto di una commissione dell'ONU che ai primi di febbraio ha attaccato ferocemente la Chiesa lo ha risparmiato, inchinandosi a quel "chi sono io per giudicare?" ormai assunto universalmente come il motto emblematico delle "aperture" di questo pontificato.

I suoi due ultimi predecessori no. All'apogeo della popolarità avevano a loro favore il popolo cristiano. Ma gli altri li avevano contro.

Anzi. Tanto più il "secolo" avversava il papa, tanto più il papa giganteggiava. La rivista "Time" dedicò a Giovanni Paolo II la copertina di uomo dell'anno proprio nel 1994, l'anno della battaglia campale da lui combattuta, quasi da solo contro il resto del mondo, amministrazione americana in testa, prima, durante e dopo la conferenza indetta dall'ONU al Cairo per il controllo delle nascite e quindi, a detta del papa, per "la morte sistematica dei non nati".

Anonimo ha detto...

Magister, come Tosatti è uno dei pochi che ha conservato obiettività e non perde una battuta, anzi fa da
apripista per molte questioni scomode.

mic ha detto...

A proposito di Kung una "strana" considerazione.
Proprio la recente domanda postagli da Tornielli ha indotto Benedetto XVI, pardon il papa emerito, a confermare tra l'altro il suo "servizio contemplativo", confermando anche che proprio a Kung aveva espresso la sua identità di vedute e vicinanza di cuore col papa in "servizio attivo".

Anonimo ha detto...

Per me AT si fa film per conto suo ,non è credibile e disgusta la sua vil cortigianeria a dirla con Castiglione, una chicca carina (si fa per dire) sulla rivista Voyager attinente alla trasmissione tv che Crozza con un colpo di genio definisce Kazzenger, c'è un lungo reportage sul "segreto di PF" ma che sta' a dì.....ragazzi siamo alla canna del gas, non quello russo, ma quello di Barryboy, che costa poco all'origine, ma fallo arrivare in Europa....intanto king George ha rassicurato Barryboy che tutti gli F135 saranno regolarmente acquistati, altro che spending review del piazzista che ieri ripeteva da bravo scolaretto Yes, we can.....sì essere ancor di più schiavi dell'impero del male=USA. Passante per caso2

Anonimo ha detto...

Tornielli non è mai stato imparziale.
Ha la sua cordata curiale e oggi è la stessa di Bergoglio.