Interessante
articolo odierno di Sandro Magister, che riprendo di seguito non senza qualche notazione e alcuni richiami essenziali.
In relazione alle puntualizzazioni del card. Müller, sul
Gesù-laico, ricordiamo le affermazioni del card. Maradiaga, uno dei componenti il Consiglio della Corona, organo collegiale costituito dal Papa attuale [
qui -
qui]. Cui aggiungo, per gli approfondimenti, una
Lettera aperta di un sacerdote ai sacerdoti [qui] e un richiamo ai sacerdoti
unti e mandati (altro che
Lavanda dei piedi agli infedeli e alle donne!) [
qui].
Oltre a ricordare la differenza teologica ed ecclesiologica, tra l'Assemblea che
celebra e il Sacerdote che
presiede nel NO e il Sacerdote che celebra
in persona Christi nel Rito
antiquior[1], vi rimando anche a questo testo in cui si evidenzia, già nella
Sacrosanctum Concilium, l'oltrepassamento di un fondamento costante della nostra fede [
qui], nonché alle
variazioni alla Formula consacratoria [
qui]. È anche nella Liturgia,
lex orandi lex credendi, che si rivela e dispiega effetti ormai ineludibili la rivoluzione antropocentrica operata dal concilio, che oggi ci mostra le sue estreme conseguenze. (M.G.)
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1. Si tratta del punto chiave della nuova spiritualità indotta dalla Riforma liturgica, sviluppata in chiave antropocentrica anziché cristocentrica. Giova dunque ribadire che la Santa Messa non è né una
narrazione, né una
rappresentazione e neppure la
un convivio fraterno (sacro
convivio se mai lo diventa dopo il
Sacrificio e non senza di esso); ma è il
Sacrificio di Cristo Signore, la sua obbedienza e lode al Padre sino alla fine, che si rinnova su ogni altare ad ogni celebrazione fino alla fine dei tempi. È un
fatto che si compie ogni volta sull'Altare nel mistero:
Actio di Cristo - compiuta
in persona Christi dal Sacerdote alla quale ogni fedele si unisce e partecipa, nella Comunione dei Santi -, la cui sobria sacralità insieme alla fedeltà alle solenni formule del Rito
antiquior, rende impossibile ogni abuso liturgico e ogni tentazione, sia da parte del Sacerdote che dell'Assemblea, di sostituirsi al vero Protagonista. La
Questione liturgica a 50 anni dal Vaticano II è affrontata con completezza
qui.
"E così sul sacerdozio cattolico si abbatté la furia della critica protestante". Nell'anniversario dell'ordinazione sacerdotale del futuro Benedetto XVI, il cardinale Müller racconta la sua indomita resistenza all'offensiva dei seguaci di Lutero
ROMA, 28 giugno 2016 – "Nel momento in cui l’anziano arcivescovo impose le sue mani su di me, un uccellino – forse un’allodola – si levò dall’altare maggiore della cattedrale e intonò un piccolo canto gioioso. Per me fu come se una voce dall’alto mi dicesse: va bene così, sei sulla strada giusta".
Nell'autobiografia di Joseph Ratzinger c'è anche questo ricordo della sua ordinazione al sacerdozio, avvenuta 65 anni fa, il 29 giugno 1951, festa dei santi Pietro e Paolo, nel duomo di Frisinga per mano del cardinale Michael von Faulhaber.
A festeggiare la ricorrenza col papa emerito, nella Sala Clementina, c'è oggi anche papa Francesco.
Nell'occasione, è offerto a Ratzinger un volume che raccoglie 43 sue omelie, con una prefazione dello stesso Francesco, anticipata alcuni giorni fa da "la Repubblica" e da "L'Osservatore Romano":