Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 14 aprile 2017

Tutta la verità su Fatima - don Curzio Nitoglia

Saverio Gaeta ha scritto recentemente un interessante libro intitolato Fatima. Tutta la verità. La storia, i segreti, la consacrazione (Cinisello Balsamo, San Paolo, 2017[1]). 
Raccomando lo studio e la meditazione di questo lavoro esaustivo sulla storia delle apparizioni della Madonna a Fatima nel 1917, di quelle successive a suor Lucia e sul terzo Segreto[2].  Nel presente articolo mi limito a riprendere alcuni temi trattati in questo libro e a farne qualche commento che possa essere di utilità spirituale per gli uomini che si trovano a vivere in questi tempi apocalittici, anticristici e di apostasia generale. 

Serietà contro sentimentalismo sdolcinato

Nel 1946, rispondendo alla domanda se la statua appena terminata rappresentante la Madonna, (che le era apparsa nel lontano 1917) la raffigurasse bene, suor Lucia rispose: “No, non molto. Provai disappunto quando la vidi. In un certo modo è troppo gaia, troppo allegra. Quando vidi la Madonna, ella era piuttosto triste, direi come presa da compassione” (S. Gaeta, Fatima. Tutta la verità. La storia, i segreti, la consacrazione, cit., p. 22).

Il 19 agosto 1917 la Madonna «prendendo un aspetto più triste disse: “Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori perché molte anime vanno all’inferno poiché non c’è chi si sacrifichi per loro”» (cit., p. 35).

Il messaggio e l’espressione della Madonna sono improntati a serietà e ad una certa “tristezza” per la sorte degli uomini che già nel 1917 vivevano in stato abituale di peccato mortale e morendo andavano all’inferno, mostrato dalla Madonna ai tre pastorelli in tutta la sua maniera più spaventosa della pena del senso e del danno. Che differenza con i messaggi dei “profeti di ottimismo”, “gai e allegri”, che a partire da Giovanni XXIII[3] sino a Francesco I lasciano tranquilli e addormentati gli uomini sulla via dell’inferno, la quale dopo 100 anni è diventata un’autostrada! La “medicina della sola misericordia senza il rigore della giustizia” che Giovanni XXIII e il Vaticano II, in piena e perfetta sintonia con Francesco I secondo cui “Dio non castiga”,  presentano all’uomo contemporaneo è in realtà un veleno. Il grave è che non solo gli uomini vivono nel peccato, ma che i Pastori della Chiesa li rassicurano in esso. Francesco I non ha forse affermato che “è meglio una convivenza di un matrimonio affrettato”? Giovanni Paolo II non ha forse insegnato che tutti, volenti o nolenti, si salvano perché uniti indissolubilmente a Cristo per l’Incarnazione del Verbo?[4] La Corredentrice, la Vergine Addolorata, la Mediatrice di ogni grazia sta sotto la Croce dalla quale pende il Figlio ancora oggi “dolorosa e lacrimosa”. L’apocatastasi[5] di Origene e di Giovanni Paolo II restano un errore ereticale lontano mille miglia dalla personalità della Madonna e dall’insegnamento della Chiesa, di cui Ella è Madre. 

Vaticano II e Tradizione

Il 31 dicembre 1979 suor Lucia dedicò le sue penitenze «per le difficoltà che la Chiesa cattolica […] stava sperimentando nel processo di applicazione del Concilio Vaticano II fra le opposte tensioni della teologia della liberazione e del tradizionalismo lefebvriano. Leggiamo nel suo diario: “Com’è possibile Signore? la tua Chiesa non può perire! Non le hai promesso Tu di starle vicino sino alla fine dei tempi?”» (cit., p. 60).

Padre Joachim Maria Alonso nel 1982 ha spiegato anche lui in questo senso  la mancata rivelazione integrale del terzo Segreto: “Una rivelazione anticipata del testo avrebbe aggravato ulteriormente la frattura che continua a dividere in due la Chiesa: il Tradizionalismo, che avrebbe ricevuto manforte dalle profezie di Fatima e il progressismo, che invece si sarebbe scagliato contro queste apparizioni gridando che esse avrebbero fermato il progresso della Chiesa conciliare”[6] (cit., p. 100).

In realtà si sa che la Madonna aveva previsto e predetto “un cattivo Concilio [il Vaticano II in sé e non la sua lettura fatta dai teologi progressisti, ndr] e una cattiva Messa [la Messa di Paolo VI[7], ndr]” (cfr. S. Gaeta, cit., pp. 113-114). Non si tratta di una lettura errata del Concilio ma della sua rottura oggettiva con la Tradizione apostolica[8].

La situazione è talmente grave, già a partire dal Vaticano II (1962-1965), che Lucia esclama: “Com’è possibile Signore? la tua Chiesa non può perire! Non le hai promesso Tu di starle vicino sino alla fine dei tempi?”. Solo le promessa di Gesù: “Le porte degli inferi non prevarranno” (Mt., XVI, 18) e “Io sto con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo” (Mt., XXVIII, 20)  ci danno la forza per sormontare un’ambascia così grave come quella suscitata da “un cattivo Concilio e una cattiva Messa” e ci impediscono di asserire che “il Concilio Vaticano II è accettabile al 95%”.
Soprattutto oggi, con le esternazioni di Francesco I, i fedeli rimangono sconvolti e disorientati e si chiedono, come Lucia, “come è possibile tutto ciò?”. Il perché di questo “mistero d’iniquità” sfugge alla nostra ragione, ma il fatto è evidente. Perciò occorre mantenere il principio della perennità della Chiesa, che non è finita e non negare il fatto della grave crisi che l’ambiente ecclesiale sta attraversando.  San Beda il Venerabile ha esclamato: «La Chiesa non solo è tormentata ed oppressa da tante persecuzioni da parte del mondo, ma talvolta è anche sporcata e contaminata di modo che, se fosse possibile, il suo Redentore in queste circostanze, sembrerebbe averla abbandonata completamente» (In Marcum, cap. VI, lib. II, cap. XXVIII, tomo 4).

I peccati delle Nazioni

In una conversazione privata suor Lucia affermò: “Se il Portogallo non approverà l’aborto è salvo; ma se invece lo approverà, dovrà soffrire molto. Per il peccato di un singolo individuo paga la persona che ne è responsabile, ma per il peccato di una Nazione paga tutto il popolo. Perché i governanti che promulgano leggi inique lo fanno in nome del popolo che li ha eletti” (cit., p. 68).

Cosa dire quando in Italia la legge sul divorzio è passata per l’inerzia e il silenzio di Paolo VI? E soprattutto cosa dire dell’approvazione di Francesco I della Comunione data ai divorziati che si ostinano a vivere more uxorio, della coppie di fatto e delle coppie omosessuali? Se il Portogallo negli anni Settanta avrebbe dovuto soffrire molto per l’approvazione della legge sull’aborto, cosa succederà al mondo odierno che ha aggiunto innumerevoli altre leggi contrarie a quella naturale e divina? Sembrerebbe che il castigo predetto dalla Madonna nel 1917 stia per abbattersi su di noi perché non solo il mondo non si è convertito, ma si è depravato ulteriormente sia quantitativamente che qualitativamente. 

Una nuova visione interiore del 1944

«Il 3 gennaio 1944 […] Lucia ebbe una nuova visione interiore: “montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti vengono sepolti; il mare, i fiumi e le nubi escono dagli argini, debordano, inondano e trascinano con sé in un vortice un numero incalcolabile di case e persone: è la purificazione del mondo dal peccato in cui si è immerso”» (cit., pp. 70-72).

Alcuni segni già li riscontriamo e se qualche sacerdote osa farlo notare viene castigato senza “misericordia” da papa Bergoglio (v. padre Giovanni Cavalcoli). Ora, se anche il Pastore supremo si è smarrito e deviato cosa ne sarà del gregge? “Montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti vengono sepolti; il mare, i fiumi e le nubi escono dagli argini, debordano, inondano e trascinano con sé in un vortice un numero incalcolabile di case e persone: è la purificazione del mondo dal peccato in cui si è immerso”. È triste ma è la realtà che sta sotto i nostri occhi e che si vuol schiacciare come fece Pinocchio col grillo parlante. 

Fatima e Amoris laetitia

«Come ha documentato il cardinale Caffarra, citando una lettera che ricevette da suor Lucia agli inizi del 1981 […] in cui è scritto: “Lo scontro finale tra il Signore e il regno di satana sarà sulla famiglia e sul matrimonio. Non abbia paura, perché chiunque lavora per la santità del matrimonio e della famiglia sarà sempre combattuto e avversato in tutti i modi”» (cit., p. 127).

“È stata significativa, da parte di un’autorità vaticana come il cardinale Amato, che certamente ha avuto accesso a tutto l’incartamento di suor Lucia, l’attualizzazione del terzo Segreto ai tempi di papa Bergoglio” (cit., p. 113).

Tutti sanno che è in corso un aspro dibattito nell’ambiente ecclesiale, che vede in contrapposizione una parte del Collegio cardinalizio (tra cui il cardinal Caffarra) e del Corpo episcopale con Francesco I, il quale con la sua Esortazione Amoris laetitia (19. III. 2016) ha intaccato la dottrina cattolica soprattutto sul Sacramento del Matrimonio come pure della Confessione e dell’Eucarestia ed ha inferto alla famiglia, già disastrata, un colpo che senza l’aiuto dell’onnipotenza divina, sarebbe mortale.

Quindi è verosimile pensare “l’attualizzazione del terzo Segreto ai tempi di papa Bergoglio” (cit., p. 113), poiché “Lo scontro finale tra il Signore e il regno di satana sarà sulla famiglia e sul matrimonio” (cit., p. 127).

Benedetto XVI a Ingo Dollinger: “un cattivo Concilio e una cattiva Messa”

«Il 15 maggio del 2016 il sito www.oneopeterfive.com ha pubblicato una notizia fornita dal professor Ingo Dollinger, antico amico personale di Joseph Ratzinger, su una conversazione intercorsa fra loro poco dopo l’anno  2000: “Vi è più di quello che abbiamo pubblicato” disse Ratzinger e disse anche a Dollinger che la parte del Segreto pubblicata è autentica e che la parte non pubblicata del Segreto parla di “un cattivo Concilio e di una cattiva Messa”, che sarebbero sopraggiunte nel prossimo futuro» (cit., pp. 113-114). [vedi, più recentemente]

Non cediamo al compromesso sul Vaticano II e il Novus Ordo Missae per un’apparente sistemazione canonica  proprio adesso che si sta svelando il Segreto di Fatima che parla di “un cattivo Concilio e una cattiva Messa”. 

La grande importanza del Rosario

«Nella lettera del 16 settembre 1970 a madre Maria José Martins Lucia scrisse: “Il Rosario è, dopo la sacra liturgia eucaristica, l’orazione che più ci riporta allo spirito i misteri della fede. […]. Perciò il demonio gli ha fatto tanta guerra! Il peggio è che è riuscito  a illudere e a ingannare anime piene di responsabilità per la carica che occupano! Sono ciechi che guidano altri ciechi! E vogliono appoggiarsi al Concilio”» (cit., p. 151).

Molti cattivi pastori insegnano a disprezzare il Rosario. Sta a noi fare il contrario, come ci ha insegnato la Chiesa e ci ha ricordato la Madonna a Fatima, recitando il S. Rosario tutti i giorni.  

La pace nel mondo

Nel suo diario O meu caminho suor Lucia ha scritto: “Manca la pace perché manca la fede, manca la penitenza, manca la preghiera pubblica, collettiva. Recitate il Rosario tutti i giorni” (cit., p. 152).

Nella varie riunioni pan-ecumeniche per chiedere la pace (Assisi, 1986-2016) è mancata la fede perché si son messe tutte le religioni e tutti gli dei su un piede di parità, è mancata la penitenza perché bisogna essere “gai e allegri” ed è mancata la preghiera perché il Rosario è sorpassato e preconciliare. Ed è per questo che le guerre si son moltiplicate nel mondo sino ad esser giunti alla soglia di una Terza Guerra Mondiale e nucleare (v. bombardamento americano della Siria, 7 aprile 2017).  

Il 2017 cento anni dall’apparizione a Fatima

Saverio Gaeta, come molti altri autori, fa un raffronto tra quel che successe in Francia nel Settecento e quel che è successo in Portogallo nel Novecento.

«Il 17 giugno 1689 Gesù era apparso a suor Margherita Maria Alacoque e le aveva detto  di far giungere a re Luigi XIV quattro richieste da parte sua: inserire il S. Cuore nello stemma reale […]. Né il re sole, né i suoi successori Luigi XV e Luigi XVI diedero compimento a tale sollecitazione: nel giugno del 1789, esattamente a 100 anni da quell’appello, ebbe inizio il movimento rivoluzionario che portò all’arresto di Luigi XVI» (cit., p. 171).

Ora è lampante che la consacrazione della Russia richiesta dalla Madonna nel 1917 e che avrebbe dovuto essere fatta dal Papa assieme a tutti i Vescovi del mondo non è stata mai compiuta come la Madonna aveva chiesto (con i Vescovi sotto il Papa e  nominando esplicitamente la Russia). Quindi non si può non pensare al centenario di Fatima come a qualcosa che potrebbe essere l’inizio dei castighi predetti dalla Madonna se il mondo non si fosse convertito.

Molti attendono questo centenario con trepidazione e con fiducia poiché se la Madonna ha predetto castighi per i peccati ci ha anche promesso: “Alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà!”.

Le epoche più buie sono anche le più belle perché quando finisce la notte inizia l’aurora e segue il pieno giorno. Quando Gesù spirò sulla Croce vinse il diavolo e redense il mondo. Oggi dobbiamo sollevare il capo perché dopo aver attraversato un lungo tunnel che si è fatto completamente buio (“tenebrae factae sunt”) con Francesco I si potrà, tra poco, iniziare a “rivedere le stelle”. 

Maria ai nostri tempi

«La Società moderna è travagliata da una febbre di rinnovamento che fa paura ed è infestata da uomini che si prevalgono di tanta nostra sofferenza per costruirvi l’impero dei loro arbìtri, la tirannide dei loro vizi, il nido delle lussurie e delle rapine. Mai il male ha assunto caratteristiche tanto vaste e apocalittiche, mai abbiam conosciuto altrettanto pericolo. Da un’ora all’altra noi possiamo perdere non la vita soltanto, ma tutta la civiltà e ogni speranza. Sembra che anche a noi il Signore dica “non è ancor giunta la mia ora”, ma l’Immacolata, la Madre di Dio, la Vergine che è l’immagine e la tutela della Chiesa, ci ha dato, già a Cana, la prova di saper e poter ottenere l’anticipo dell’ora di Dio. E noi abbiamo bisogno che quest’ora venga presto, venga anticipata, venga resa immediata, poiché quasi potremmo dire: “O Madre, noi non ne possiamo più!”. Per i nostri peccati noi meritiamo gli ultimi eccidi, le più spietate esecuzioni. Noi abbiamo cacciato il suo Figlio dalle scuole e dalle officine, dai campi e dalle città, dalle vie e dalle case. L’abbiam cacciato dalle stesse chiese, abbiamo preferito Barabba. È veramente l’ora di Barabba [...]. Con tutto ciò, fiduciosi in Maria, sentiamo che è l’ora di Gesù, l’ora della redenzione [...]. Dica Maria, come a Cana: “Non hanno più vino”; e lo dica con la stessa potenza d’intercessione e, se Egli esita, se si nega, vinca le sue esitazioni come vince, per materna pietà, le nostre indegnità. Sia Madre pietosa a noi, Madre imperiosa a Lui. Acceleri l’ora sua, che è l’ora nostra. Non ne possiamo più, o Maria. L’umana generazione perisce, se tu non ti muovi. Parla per noi, o silenziosa, parla per noi, o Maria!»[9] .  
d. Curzio Nitoglia
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1. 235 pagine, 15 euro.
2. “Il volume ripercorre l’intera storia dei cento anni di Fatima, dettagliando ogni aspetto relativo alle richieste divine, alle tre parti del Segreto, alla consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, alle devozioni suggerite dalla Vergine del Rosario. Ne emerge un affresco definitivo, che fa chiarezza anche sugli aspetti problematici e sulle polemiche che negli ultimi tempi hanno suscitato dubbi e interrogativi riguardo alla pubblicazione integrale dei messaggi della Madonna” (dalla copertina del libro). Riguardo al terzo Segreto si può leggere: Marco Tosatti, Il segreto non svelato, (Casale Monferrato, Piemme, 2002) e  Antonio Socci, Il quarto segreto di Fatima, (Milano, Rizzoli, 2006).
3.  Giovanni XXIII nel Discorso di apertura del Concilio (11 ottobre 1962) ha detto: “feriscono talora l’orecchio suggestioni di persone […]  che nei tempi moderni non vedono che prevaricazione e rovina; vanno dicendo che la nostra età, in confronto con quelle passate, è andata peggiorando. […]. A Noi sembra di dover dissentire da cotesti profeti di sventura,  che annunziano sempre eventi infausti […]. Sempre la Chiesa si è opposta agli errori, spesso li ha condannati con la massima severità. Or tuttavia, la sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia piuttosto che della severità” (Enchiridion Vaticanum, Documenti. Il Concilio Vaticano II, EDB, Bologna, IX ed., 1971, p. [39] e p. [47]).
4. Giovanni Paolo II sulla scia della Costituzione Gaudium et spes (n. 24, § 4) del Concilio Vaticano II ha scritto nella sua prima enciclica (del 1979) ‘Redemptor hominis’ n. 13: « con ognuno Cristo si è unito per sempre […]. l’uomo – senza eccezione alcuna – è stato redento da Cristo, perché, con l’uomo – ciascun uomo senza eccezione alcuna – Cristo è in qualche modo unito, anche quando l’uomo non è di ciò consapevole […] mistero [della Redenzione] del quale diventa partecipe ciascuno dei quattro miliardi di uomini viventi sul nostro pianeta, dal momento in cui viene concepito sotto il cuore della madre». La stessa dottrina è insegnata nella sua seconda enciclica (del 1980) “Dives in misericordia”  e nella sua terza enciclica (del 1986)  ‘Dominum et vivificantem’.
5. Apocatastasi: è la dottrina di Origene († 254) secondo cui vi sarà una purificazione  e redenzione universale dal male e dal peccato per ogni creatura, anche per i dannati e demoni. Essa fu condannata dal II Concilio di Costantinopoli sotto papa Vigilio (anno 553).
6. Cfr. J. M. Alonso, De nuevo el Secreto de Fatima, in “Ephemerides mariologicae”, 1982, fasc. L, p. 93.
7. Quanto alla “Nuova Messa” del 1969, detta anche “Messa del Concilio”, i cardinali Alfredo Ottaviani e Antonio Bacci scrissero nel Corpus Domini del medesimo anno a Paolo VI  nella “Lettera di presentazione al Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae” che  il nuovo Rito rappresenta «sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della S. Messa, quale formulata nella Sessione XIII del Concilio di Trento. […]. Sempre i sudditi, al cui bene è intesa una legge, laddove questa si dimostri viceversa nociva, hanno avuto, più che il diritto, il dovere di chiedere al legislatore l’abrogazione della legge stessa».
8. Cfr. Brunero Gherardini, Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare, Frigento, Casa Mariana Editrice, 2009; Id., Tradidi quod et accepi. La Tradizione, vita e giovinezza della Chiesa, Frigento, Casa Mariana Editrice, 2010; Id., Concilio Vaticano II. Il discorso mancato, Torino, Lindau, 2011; Id., Quaecumque dixero vobis. Parola di Dio e Tradizione a confronto con la storia e la teologia, Torino, Lindau, 2011.
9. A. OTTAVIANI, Il baluardo, Ares, Roma, 1961, pp. 279-283; II ed. Effedieffe, Proceno di Viterbo, 2015.

43 commenti:

Japhet ha detto...

Orazione originale all'Arcangelo San Michele di Papa Leone XIII, 1930:

"O glorioso Arcangelo San Michele, principe dell'armata Celeste, sia tu la nostra difesa nella terribile guerra che noi conduciamo contro i principati e le podestà, contro i regnanti di questo mondo di tenebre, di spiriti e di male. Giunga tu in aiuto dell'uomo, il quale Iddio creò immortale, fatto nella Sua medesima immagine e somiglianza, e redense a sì gran prezzo dalla tirannia del Diavolo.

Che tu combatta in questo giorno la battaglia del Signore, assieme agli angeli santi, come già tu combattesti la guida degli angeli superbi, Lucifero, e la sua armata apostatica, i quali furono impotenti onde poterti resistere, né fuvvi più per loro posto nel Cielo.

Quel crudele, quell'antico serpente, il quale è appellato Diavolo o Satana, il quale seduce il mondo intero, fu spedito negli abissi con i suoi angeli. Ecco, questo primevo nemico ed uccisore degli uomini ha acquisito coraggio. Trasformato in un angelo di luce egli vagabonda in giro assieme alla moltitudine di spiriti malvagi, invadendo la Terra di modo da offuscare il nome di Dio e del Suo Cristo, di modo da sequestrare, uccidere e spedire alla perdizione eterna le anime destinate alla corona della gloria eterna. Questo malvagio dragone rovescia, come il più impuro dei diluvi, il veleno della sua malizia sugli uomini di mente depravata e di cuore corrotto, lo spirito della menzogna, dell'empietà, della blasfemia ed il pestilenziale alito dell'impurità e di ogni vizio ed iniquità.

Questi sì astuti nemici hanno riempito ed inebriato con impudenza ed amarezza la Chiesa, la Sposa dell'immacolato Agnello, ed hanno posto empie mani sui suoi più sacri possedimenti. Nel luogo santo medesimo, nel quale è stata stabilita la Sede del beatissimo Pietro e la sedia della Verità per la luce del mondo, essi hanno innalzato il trono della loro abominevole empietà, con l'iniquo piano per il quale allorché il Pastore viene colpito le pecore siano disperse.

Che tu salga, dunque, o invincibile principe, che tu voglia recare aiuto contro gli attacchi degli spiriti perduti al popolo di Dio, donando loro la vittoria. Essi venerano te come il loro protettore e patrono; in te la Santa Chiesa gloria la sua difesa contro il malizioso potere dell'Inferno; a te ha Iddio affidato le anime degli uomini da stabilirsi nella Celeste beatitudine. Deh, che tu voglia pregare al Dio della pace acciocché Egli ponga Satana sotto i nostri piedi, talmente conquistato che egli non tenga più gli uomini in cattività e non nuoccia più la Chiesa. Che tu offra le nostre orazioni dinnanzi all'Altissimo, cosicché esse siano velocemente conciliate con le pietà del Signore, e sconfiggendo il dragone, l'antico serpente, il quale è il Diavolo e Satana, che tu lo renda ancora cattivo negli abissi, talché egli non seduca più le nazioni. Amen.

Anonimo ha detto...

« con ognuno Cristo si è unito per sempre […]. l’uomo – senza eccezione alcuna – è stato redento da Cristo, perché, con l’uomo – ciascun uomo senza eccezione alcuna – Cristo è in qualche modo unito, anche quando l’uomo non è di ciò consapevole […] mistero [della Redenzione] del quale diventa partecipe ciascuno dei quattro miliardi di uomini viventi sul nostro pianeta, dal momento in cui viene concepito sotto il cuore della Madre..."
Mi sembra assolutamente ortodosso affermare che la Redenzione e' stata voluta e realizzata per ogni anima che Dio manda in terra,nessuna esclusa;cio' non significa che diventi effettiva la Salvezza perche' questa dipende dalla risposta che ognuno di noi da alla Redenzione attuata per tutti e per sempre da N.S.Gesu' Cristo.
Don Nitoglia scrive:..." Giovanni Paolo II non ha forse insegnato che tutti, volenti o nolenti, si salvano perché uniti indissolubilmente a Cristo per l’Incarnazione del Verbo?"
Io non leggo ne' "indissolubilmente", ma che la Redenzione" e' per tutti,ne' che tutti si salvano,ma che la Salvezza e' offerta a tutti[

mic ha detto...

Mi sembra assolutamente ortodosso affermare che la Redenzione e' stata voluta e realizzata per ogni anima che Dio manda in terra,nessuna esclusa;

Giusto

cio' non significa che diventi effettiva la Salvezza perche' questa dipende dalla risposta che ognuno di noi da alla Redenzione attuata per tutti e per sempre da N.S.Gesu' Cristo.

E' questo che non viene detto. Lo abbiamo approfondito:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/11/la-cristologia-antropocentrica-del.html

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2010/07/gaudium-et-spes-24-o-della.html

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/10/svnt-nomina-rervm-cose-concrete-quelle.html

Anonimo ha detto...

DEVOZIONE DEI PRIMI 5 SABATI DEL MESE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
NEL CENTENARIO DI FATIMA
1 Aprile 2017- h.17.30
Apparizione del 13 Luglio 1917 alla Cova d'Iria
- Avete visto l’Inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarli Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si fa quello che vi dico molte anime si salveranno, ci sarà la pace. La guerra finirà. Ma se non si cessa di offendere Dio allora sotto il regno di Pio XI ne comincerà un’altra peggiore.
Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta allora sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per punire il mondo dei suoi delitti per mezzo della guerra, della carestia e delle persecuzioni contro la Chiesa e il Santo Padre.
Per impedirlo verrò a chiedere la conversione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice dei primi sabati del mese. Se si darà ascolto alle mie richieste allora la Russia si convertirà e ci sarà la pace, altrimenti la Russia diffonderà i suoi errori per tutto il mondo, provocando guerre e persecuzioni contro la Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, parecchie nazioni saranno annientate. Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà e sarà concesso al mondo un certo periodo di pace. Nel Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, ecc.. Questo non ditelo a nessuno; a Francesco, sì, potete dirlo.
Quando reciterete il rosario dite dopo ogni decina:
O Gesù mio, perdonateci, salvateci dal fuoco dell’Inferno, conducete in cielo tutte le anime, soprattutto quelle che più ne hanno bisogno.
Seguì un istante di silenzio, e poi io domandai :
- Vostra Grazia, non mi domandate niente di più?
- No, per oggi non ti chiedo altro.
E, come le altre volte, cominciò ad innalzarsi in direzione del levante fino al momento in cui disparve nell’immensità del firmamento.
Preghiera al Cuore Immacolato di Maria
per ogni primo sabato del mese
Cuore immacolato di Maria, ecco a te dinanzi dei figli, i quali vogliono con il loro affetto riparare alle tante offese a te recate da molti che essendo anch’essi figli tuoi, osano insultarti e oltraggiarti. Noi ti chiediamo perdono per questi poveri peccatori nostri fratelli accecati dall’ignoranza colpevole o della passione, come ti domandiamo perdono anche per le nostre mancanze e ingratitudini, e quale omaggio di riparazione noi crediamo fermamente nella tua eccelsa dignità a altissimi privilegi, in tutti i dogmi che la Chiesa ha proclamato, anche per quelli che non credono.
Ti ringraziamo dei tuoi innumerevoli benefici, per quelli pure che non li riconoscono; confidiamo in te e ti preghiamo anche per quelli che non ti amano, che non hanno fiducia nella tua materna bontà, che a te non ricorrono.
Volentieri accettiamo le sofferenze che il Signore vorrà mandarci, e ti offriamo le nostre preghiere e i nostri sacrifici per la salvezza dei peccatori. Converti tanti tuoi figli prodighi e apri loro, quale sicuro rifugio il tuo Cuore, in modo che essi possano trasformare le antiche ingiurie in tenere benedizioni, l’indifferenza in fervida preghiera, l’odio in amore.
Deh! Fa’ che non abbiamo ad offendere Dio nostro Signore, già tanto offeso. Ottienici, per i tuoi meriti, la grazia di conservarci sempre fedeli a questo spirito di riparazione, e di imitare il tuo Cuore nella purezza della coscienza, nell’umiltà e mansuetudine, nell’amore verso Dio e il prossimo.
Cuore Immacolato di Maria, a te lode, amore, benedizione: prega per noi adesso e nell’ora della nostra morte. Amen

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo che c'e' un "non detto";cio' che non sottoscrivo consiste nell'attribuire a quelle frasi di S.Giovanni Paolo II,come logica conseguenza,che allora tutti si salvano;la mancanza di una esplicita distinzione tra Redenzione e Salvezza potrebbe originare l'errata comprensione di quel testo,e' vero;ma rimarcare tale possibilita' e' diverso dall'affermare:
"Giovanni Paolo II non ha forse insegnato che tutti, volenti o nolenti, si salvano perché uniti indissolubilmente a Cristo per l’Incarnazione del Verbo?"

Fuori tema . ha detto...

Rimembranze di un tempo che fu :
il Venerdì Santo la Rai trasmetteva musica sacra , faceva pregare , faceva meditare .

Anonimo ha detto...


# Gli errori presenti nell'insegnamento di GPII - gli studi del P. J. Doermann

Sono stati messi in rilievo nelle accurate analisi dello scomparso teologo tedesco, prof. Johannes Doermann, in un'opera tradotta in italiano a cura della FSSPX: "La teologia di Giovanni Paolo II e lo spirito di Assisi", quattro volumetti, editrice Ichthys, anno 2000 e ss. Credo siano ancora reperibili presso i Priorati della Fraternità. Si continua a difendere la memoria di questa Papa come se fosse stato un difensore della Tradizione. Ha difeso la famiglia e il matrimonio (comunque, sui presupposti del Vaticano II, che innovavano rispetto al fine primario del matrimonio) ma ha introdotto gravi oscuramenti in altri ambiti, a cominciare dal rapporto con le altre religioni, con il suo ecumenismo "sfegatato", da connettere con la sua concezione "cosmica" dell'Eucarestia, a sua volta riportabile appunto ad una concezione per così dire "cosmica" dell'Incarnazione, rinvenibile nel Concilio.
Questi lavori del P. Doermann, teologo di tutto rispetto, sembra che nessuno li abbia mai letti. Forse meno giaculatorie e maggior studio degli autori che contano, formativi per la battaglia in corso, in difesa della Fede? Per chi conosce il tedesco, dò l'indicazione dell'opera in lingua originale: J. Doermann, "Johannes Paul II. Sein Theologischer Weg zum Weltgebetstag der Religionen in Assisi", Sarto Verlag, 2011, pp. 858, 34,90 euro (www.sarto.de). Il grosso testo, stampato però con grandi caratteri, analizza le tre encicliche fondamentali di GPII, quelle della c.d. "trilogia trinitaria" (Redemptor hominis, Dives in misericordia, Dominum et vivificantem). Il prof. Doermann non era un "lefebvriano", tanto per evitare equivoci.
L'art. 22 della cost. conc. Gaudium et Spes, su "Cristo l'uomo nuovo", pezza d'appoggio di tutti quelli che sostengono aver l'Incarnazione oggettivamente già salvato tutti poiché Cristo "con l'Incarnazione si è unito in un certo modo ad ogni uomo"[sic], appare un vero e proprio concentrato di "nouvelle théologie". PP

mic ha detto...

ma rimarcare tale possibilita' e' diverso dall'affermare:
"Giovanni Paolo II non ha forse insegnato che tutti, volenti o nolenti, si salvano perché uniti indissolubilmente a Cristo per l’Incarnazione del Verbo"?


Evidentemente non si è letto (o non ha capito) i contenuti dei link a cui ho rinviato.
Richiamo anche l'intervento qua su di PP

Anonimo ha detto...

Sono troppo ignorante e defilato per emettere un giudizio sul Concilio e i post Concilio, pontefici inclusi.
So solo che ieri sera, alla messa del giovedì, il celebrante invitava a pregare molto per i sacerdoti, uomini della mediazione e servi dei sacramenti. Da noi ce ne sono ancora parecchi, ma non è affatto scontato che sia così. In Francia non lo è.
Cristo nei sacramenti si inginocchia per redimerci e a noi è chiesto di stare in ginocchio davanti a Cristo, per questa semplice ragione: Lui lo fa! L'abbassamento di Cristo che da Dio si fa uomo e da uomo giusto si lascia trattare da malfattore, versando non solo acqua, per dissetarci e lavarci (la Parola), ma anche e soprattutto il sangue (la vita stessa), mezzo e prezzo della nostra redenzione.
La "chenosi" (abbassamento) per la "metabasi" (trasformazione) a motivo dell'agape (amore). E noi non dovremmo adorare, inginocchiati, un amore così, che non solo ci cerca e ci chiede di ascoltarlo, ma è disposto a morire per trasformare la nostra miseria in vita eterna?
Dopo una santa messa così, che non è "lavare i piedi al povero" (lo fanno tante persone nelle famiglie, negli ospizi, negli ospedali, in tante circostanze della vita, anche senza avere una fede), ma avere i piedi puri per poter entrare in questo ambito sacro, in cui il sacerdote è chinato su di noi per darci sacramentalmente il Signore realmente presente, abbiamo adorato il mistero del tradimento, dell'arresto, della consegna in catene, del rinnegamento di Pietro mentre il processo religioso si concludeva con l'incapacità di capire il compiersi delle profezie... Dopo una serata così, con un santo sacerdote...

...la parrocchia del paesello, il venerdì mattina. Entri e pare di stare al mercato. Chi chiacchiera, chi cerca di pregare è visibilmente disturbato, chierichetti ed "educatori" provano i "movimenti della passione" per il pomeriggio, impartendo suggerimenti e comandi a voce alta, totalmente disattenti al contesto e a chi vorrebbe pregare. Pere che ognuno, in quella chiesa, sia lì per "fare" qualcosa e dato che "fa" è autorizzato a parlare e a muoversi come si farebbe in cantiere, al ristorante o tra i banchi del mercato...

Ecco perchè il CVII ha fallito. Per questo. Siamo giunti a questo.

Anonimo ha detto...

Sono troppo ignorante e defilato per emettere un giudizio sul Concilio e i post Concilio, pontefici inclusi.
So solo che ieri sera, alla messa del giovedì, il celebrante invitava a pregare molto per i sacerdoti, uomini della mediazione e servi dei sacramenti. Da noi ce ne sono ancora parecchi, ma non è affatto scontato che sia così. In Francia non lo è.
Cristo nei sacramenti si inginocchia per redimerci e a noi è chiesto di stare in ginocchio davanti a Cristo, per questa semplice ragione: Lui lo fa! L'abbassamento di Cristo che da Dio si fa uomo e da uomo giusto si lascia trattare da malfattore, versando non solo acqua, per dissetarci e lavarci (la Parola), ma anche e soprattutto il sangue (la vita stessa), mezzo e prezzo della nostra redenzione.
La "chenosi" (abbassamento) per la "metabasi" (trasformazione) a motivo dell'agape (amore). E noi non dovremmo adorare, inginocchiati, un amore così, che non solo ci cerca e ci chiede di ascoltarlo, ma è disposto a morire per trasformare la nostra miseria in vita eterna?
Dopo una santa messa così, che non è "lavare i piedi al povero" (lo fanno tante persone nelle famiglie, negli ospizi, negli ospedali, in tante circostanze della vita, anche senza avere una fede), ma avere i piedi puri per poter entrare in questo ambito sacro, in cui il sacerdote è chinato su di noi per darci sacramentalmente il Signore realmente presente, abbiamo adorato il mistero del tradimento, dell'arresto, della consegna in catene, del rinnegamento di Pietro mentre il processo religioso si concludeva con l'incapacità di capire il compiersi delle profezie... Dopo una serata così, con un santo sacerdote...

...la parrocchia del paesello, il venerdì mattina. Entri e pare di stare al mercato. Chi chiacchiera, chi cerca di pregare è visibilmente disturbato, chierichetti ed "educatori" provano i "movimenti della passione" per il pomeriggio, impartendo suggerimenti e comandi a voce alta, totalmente disattenti al contesto e a chi vorrebbe pregare. Pere che ognuno, in quella chiesa, sia lì per "fare" qualcosa e dato che "fa" è autorizzato a parlare e a muoversi come si farebbe in cantiere, al ristorante o tra i banchi del mercato...

Ecco perchè il CVII ha fallito. Per questo. Siamo giunti a questo.

Anonimo ha detto...

Sono rimasto veramente impresionato dal post. E penso e rifletto su la recente Storia della Chiesa, quella degli ultimi 50 anni. Penso anche nel mio Papa Giovanni Paolo II... Io aveva 18 anni nel 1978.
Ho conosciuto Padre Joaquin Maria Alonso CMF, sacerdote e mariologo spagnolo molto preparato ma rifiutato dalle Autorità ecclesiastiche portoghese. Questo è noto qui in Spagna .

Anonimo ha detto...

Il Signore si dà come Egli è...
Se per me è un'idea, lo tratterò da idea. Se è "pane e vino", lo tratterò da cosa.
Se lì per me non c'è altro che il mio (nostro, se comunitario) "stare-lì", Altro non c'è.

Il Signore si dà interamente, totalmente, con piena fiducia a noi.
Lo fa come è, nell'umiltà, senza pretese, consegnandosi, affidandosi.

Noi non siamo così, non ci consegniamo: noi ci teniamo i nostri spazi... Autogestiti.
Dio eucaristia non ci impone di adoralo. Se lo attende, questo sì... Ma ci siamo noi...
Ecco perchè in noi non scatta nessuna metabasi, nessuna trasformazione.
E' evidente: non c'è fede nella trasformazione del pane e del vino nella Presenza Reale.

E' il disastro post-conciliare: lo svacco... il transito in transumanza, da pecore che sono solo pecore, con comportamenti pecorecci, ma con l'idea che il pastore al massimo debba fare "il simpatico" nel tutelare l'assemblea e nel dare soddisfazione, nel mondo... Questo.

Ecco come noi siamo: incapaci di renderci conto. Incapaci di amare Dio. Egoisti.

E se c'è qualcuno, che, zitto-zitto, cerca un po' di silenzio per adorare?
Spazzato via dall'attivismo di chi ha il proprio obiettivo...
Sei lì davanti a Maria a dire il rosario?
Manco ti vedono: arrivano, in sette o otto, e chiacchierando con non chalance fanno quel che devono fare, attenti al proprio fare, senza uno sguardo nè a te che preghi, nè alla Vergine.

Ma il problema è proprio quello: se non conti, non ti vedono.
Vedono solo ciò che appare, ciò che chiede, chi te lo chiede, come te lo chiede...
Gesù invece è lì, silenzioso e affidato a noi...

Che differenza. Che disastro il CVII e quello che ha seminato.

Anonimo ha detto...

Padre Joaquin Maria Alonso,claretiano, aveva preparato 24 volumi di circa 800 pagine ciascuno sopra le Aparizione. Questa ingente opera fu anche rivista dal abate Rene Laurentin,anche lui mariologo che aveva pubblicato i Documenti di Lourdes. Un Opera eccelente. Non so perchè mons. Cosme do Amaral Vescovo di Leiria-Fatima ha fermato questa publicazione monumentale. Lì c'è la verità.

Anonimo ha detto...

Se vi pare fermate anche voi i miei commenti. Sono orgoglioso di essere come Padre Alonso . Vi dico che Papa Giovanni Paolo II mai ha insegnato nessuna eresia. È Bergoglio l'eresiarca. E le dimissioni di Papa Benedetto, per me Verus Papa, un mistero. Signora Guarini "no enrede más". Il Concilio è buono. La Messa di Paolo VI, santa. Il problema sono le persone come sempre nella Storia della Chiesa. Sa lei che hanno uscito da la Santa Sede due istruzioni : Inaestimabile Donum e Redemptionis Sacramentum? Ha letto lei la Epistola Apostolica Dominicae Cenae di Papa Giovanni Paolo II. Maria Guarini, no enrede más.
Jose Ricardo Simeón Vives.
Valencia Spagna.

Anonimo ha detto...


@ Il disastro postconciliare,da dove viene?

Visto che 2 + 2 fa 4, sino a prova contraria, il disastro postconciliare non può venire altro che dal disastro conciliare. Come mai, dopo il dogmatico Concilio Tridentino e il dogmatico Concilio Vaticano primo non c'è stato nessun "disastro postconciliare"? E anzi, in tutta la storia dei Concili ecumenici, solo dopo il Vaticano II c'è stato il "disastro" che è sotto gli occhi di tutti? E dopo quel Concilio, richiamandosi al suo spirito e insegnamento, abbiamo adesso un Papa che fa elogi sperticati a Lutero e si tiene in Vaticano la statua dell'eresiarca, senza che nessuno (tranne i soliti 4 gatti) di trovi qualcosa da ridire, anzi! E ancora abbiamo paura ad "emettere un giudizio su quel Concilio"? Il Giudizio il vero Dio l'ha già emesso e da tempo, è il castigo che continua ad abbattersi dal 1962 sulla Chiesa cattolica, talmente rammollita e decaduta che sembra sfacersi anche il modesto tentativo di "correzione" abbozzato diversi mesi fa dai nostri bravi 4 cardinali.
PP

Luisa ha detto...


"In realtà si sa che la Madonna aveva previsto e predetto “un cattivo Concilio [il Vaticano II in sé e non la sua lettura fatta dai teologi progressisti, ndr] e una cattiva Messa [la Messa di Paolo VI[7], "

Si sa?
E chi lo sa?
Potete darmi la parole esatte che Maria avrebbe detto sul CVII e la nuova Messa e dove posso trovarne la fonte?
Personalmente, pur concordando su molto di quel che è scritto nel post, diffido e resto prudente quando leggo che c`è chi avrebbe in tasca "tutta la verità" su Fatima.

Penso che, se a conoscere e conservare la verità, tutta la verità, sono pochissime persone, molti ricamano, deducono, se non inventano, strumentalizzando così, pro domo sua, le apparizione della Madonna a Fatima.

Anonimo ha detto...

http://www.corriere.it/esteri/17_aprile_14/pen-duro-affondo-papa-sui-migranti-non-si-immischi-b4a9ea8e-2128-11e7-80c8-c640cceeac84.shtml

Silvano ha detto...

Ad una ad una sembra che le resistenze come appaiono cadono, a parte don Minutella, chi sa qualcosa della riunione tenuta in Francia il 31 marzo sulla possibile dichiarazione del papa eretico?

Anonimo ha detto...

@mic:ammetto di non aver letto i link da lei proposti perche' continuava a darmi errore e,in seguito, data la mancanza di tempo,per non farne una lettura affrettata; prescindendo da questi incovenienti, ammettiamo pure che anche dopo una attenta lettura non riesca a "capire",rimanga cioe' almeno il dubbio che S.GPII abbia davvero sostenuto l'eresia secondo la quale,come scrive don Nitoglia "... non ha forse insegnato che tutti, volenti o nolenti, si salvano perché uniti indissolubilmente a Cristo per l’Incarnazione del Verbo?"
Da semplice cattolico trovo la soluzione consultando il Catechismo della Chiesa Cattolica,il quale, come dice GPII nell'introduzione"Il C. della C.Cattolica ...e' un'esposizione della fede della Chiesa e della dottrina cattolica,attestate o illuminate dalla Sacra Scrittura,dalla Tradizione apostolica e dal Magistero della Chiesa:Io lo riconosco come uno strumento valido e legittimo al servizio della comunione ecclesiale e come UNA NORMA SICURA PER L'INSEGNAMENTO DELLA FEDE.",e decido di consultare i capitoli che parlano del peccato;se li' si sostiene che nonostante una persona vivente in stato di peccato mortale e animata dalla volonta' di rimanervi,alla fine si salvera' comunque,allora ha ragione don Nitoglia, altrimenti la sua affermazione non ha fondamento. A pag 470 della edizione 1992 Libreria edit, vaticana tra le altre cose trovo questo.
"1861 Il peccato mortale è una possibilità radicale della libertà umana, come lo stesso amore. Ha come conseguenza la perdita della carità e la privazione della grazia santificante, cioè dello stato di grazia. Se non è riscattato dal pentimento e dal perdono di Dio, provoca l'esclusione dal regno di Cristo e la MORTE ETERNA NELL'INFERNO; infatti la nostra libertà ha il potere di fare scelte definitive, irreversibili. Tuttavia, anche se possiamo giudicare che un atto è in sé una colpa grave, dobbiamo però lasciare il giudizio sulle persone alla giustizia e alla misericordia di Dio".

Felice ha detto...

Il riferimento fatto da Maria al cattivo Concilio e alla cattiva Messa risale, per quanto ne so, all'intervista di p. Dollinger che riporta un colloquio che avrebbe avuto con Ratzinger. Personalmente mi sembra abbastanza verosimile.

Anonimo ha detto...

http://www.ilgiornale.it/news/milano/primo-appartamento-papa-finisce-imam-egiziano-1386388.html

Sacerdos quidam ha detto...

all'Anonimo delle 11.23:

La rimando ai riferimenti a Lei indicati da Mic, oltre che alle tante opere critiche pubblicate in questi ultimi 50 anni: da quelle di Mons. Lefebvre, ai classici Iota unum e Stat Veritas di Romano Amerio, alle opere del Doermann citate dal prof. Pasqualucci, ecc.

Circa il Suo ricorso all'argomento 'Nuovo Catechismo', qui mi limito a ricordarle che è costume dei modernisti, vecchi e nuovi, cercare per quanto loro è possibile di non modificare direttamente la dottrina cattolica, ma cambiarla con una prassi che conduce lentamente all'eresia e all'apostasia.
Questo per evitare di allarmare i 'profani' e per non essere scoperti troppo presto.

Così è stato sia per i testi del Concilio Vaticano II, sia per quelli del postconcilio, Nuovo Catechismo compreso.
In questi documenti errori ed ambiguità sono pur presenti, ma abilmente dissimulati in un mare di testi 'cattolici'. I modernisti affermano una verità, per poi contraddirla indirettamente, magari in un documento diverso.
E' il loro stile ed il loro metodo specifico, perfettamente descritti da San Pio X nella Pascendi.

I modernisti preferiscono dunque di gran lunga la prassi per modificare la dottrina: pensi ad esempio al mutamento di Fede tra preti e fedeli laici avvenuto tramite l'imposizione della Nuova Messa montiniana, che li ha lentamente ma inesorabilmente protestantizzati, come anche attraverso i grandi gesti scenografici tipo 'Assisi' che li hanno condotti gradatamente ad un irenismo al limite dell'apostasia.
Sono, questi, mezzi assai più efficaci e meno rischiosi di una negazione aperta e diretta delle verità di Fede.

Se poi ci fa caso, si tratta dello stesso mezzo subdolo adoperato oggi da Papa Bergoglio, il quale appunto ha spesso ribadito che non vuole toccare la dottrina ma solo esercitare 'misericordia' nella prassi.
Prima era attaccata la Fede, ora è attaccata la morale, ma la prassi rivoluzionaria è identica.

Mi pare che, purtroppo, il loro metodo abbia funzionato e funzioni alla grande.
Sarebbe ora di aprire gli occhi.

Gederson Falcometa ha detto...

"Mi sembra assolutamente ortodosso affermare che la Redenzione e' stata voluta e realizzata per ogni anima che Dio manda in terra,nessuna esclusa;cio' non significa che diventi effettiva la Salvezza perche' questa dipende dalla risposta che ognuno di noi da alla Redenzione attuata per tutti e per sempre da N.S.Gesu' Cristo.
Don Nitoglia scrive:..." Giovanni Paolo II non ha forse insegnato che tutti, volenti o nolenti, si salvano perché uniti indissolubilmente a Cristo per l’Incarnazione del Verbo?""

Anonimo, non esiste distinzione tra redenzione e salvezza, ciò che esiste sono due aspetti nella Redenzione: uno oggetivo e altro soggetivo. L'aspetto oggetivo è che l'opera di salvezza fatta per Gesù è per tutti. Il soggetivo è che solo chi crede in Gesù è redimito.

In se trattando della enciclica Redemptor Hominis, GiovannIi Paolo II non parla di questa unione tramite la crocefissione e resurrezione di Gesù, ma tramite l’incarnazione. Se la salvezza venisse a noi tramite l’incarnazione, la crocefissione e resurrezione non hanno senso. Inoltre a questo Gesù se unisce a quelli che credono in lui e vivono la fede. Se qualcuno non crede in Gesù o se qualcuno comette un peccato mortale, non hanno unione con Gesù. Però, Giovanni Paolo II ci insegna che “con ogniuno Cristo si è unito per sempre”.

Per finire, dire che la Redenzione è stata offerta a tutti gli uomini è diverso da dire che gli uomini - senza eccezione alcuna - sono stati redenti da Cristo. Se sono stati redenti non ha un'offerta da accettare, sono veramente tutti salvi e scompare i due aspetti della Redenzione. Ha ragione D. Curzio Nitoglia in ciò che ha detto!

Luisa ha detto...


" Il riferimento fatto da Maria al cattivo Concilio e alla cattiva Messa risale, per quanto ne so, all'intervista di p. Dollinger che riporta un colloquio che avrebbe avuto con Ratzinger. Personalmente mi sembra abbastanza verosimile."

Non è Maria ad aver scritto di un "cattivo Concilio" e di una "cattiva Messa", come se fossero...con certezza... le parole della Madonna a Fatima, ma l`autore dell`articolo, giusto per la precisione.

Anonimo ha detto...


"@ L'errore di GPII deriva da Gaudium et Spes art. 22 ("Infatti con l'Incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo").

Ha insegnato sì quel Papa che "con ognuno Cristo di è unito per sempre" (G. Falcometa).
Che vuol dire: per sempre? Anche con chi va all'Inferno? Ma è già quest'idea dell'Incarnazione come unione con ognuno di noi ad essere del tutto sbagliata.
L'errore non è nuovo se s. Giovanni Damasceno (morto nel 749) lo conmbatté durante la sua lotta contro l'eresia iconoclasta, precisando appunto che l'Incarnazione andava riferita alla sola persona individuale e concreta del Cristo: "il Figlio di Dio non assunse la natura umana che consideriamo nella specie [umana] e pertanto nemmeno [assunse] tutte le persone degli uomini": Filius Dei non assumpsit humanam naturam quae in specie consideratur: neque enim omnes hypostases eius assumpsit"(citato da s. Tommaso, Summa Th., III, q. IV, a. 5).
S. Tommaso introdusse proprio questa sentenza del damasceno nella sua confutazione dello stesso errore. I suoi argomenti principali sono i seguenti. La persona divina del Verbo non si è incarnata "in omnibus individuis". Se ciò fosse successo, la molteplicità dei soggetti intrinseca alla natura umana sarebbe scomparsa, dato che la Persona divina costituisce l'unico soggetto della natura umana assunta dal Verbo incarnato (Nel Verbo incarnato ci sono infatti due nature ma c'è una sola persona e quindi un solo soggetto unitario in se stesso).
Inoltre, la supremazia assoluta del Figlio di Dio nei confronti dell'umanità ne sarebbe risultata sminuita, dato che tutti gli uomini, essendo stati assunti dal Verbo, avrebbero la stessa sua dignità. E ciò è inconcepibile, dato che il Verbo è "primogenito di molti fratelli"(Rm 8, 29) per ciò che riguarda la natura umana, così come è "generato prima di ogni creatura"(Col 1, 15) secondo la natura divina. Inoltre, era conveniente che a una sola Persona divina incarnata corrispondesse un'unica natura umana assunta. [Vedi sul punto, la Postilla della Redazione a una lettera intitolata: "Un errore cristologico di tipo nuovo nell'art. 22 della Gaudium et Spes?", in sì sì no no, XXXV (2009) n. 1, pp. 7-8 - consultabile in rete]. PP { segue }

Anonimo ha detto...


@ Ancora sull'erroneo concetto dell'Incarnazione {continuazione}

Ricordo a questo punto che il Nuovo Catechismo della CC, cita l'art. 22 della GS in due articoli: 618 e 432. Nel primo, sembra che la possibilità della salvezza sia da collegarsi all'Incarnazione dato che con l'Incarnazione, nella sua Persona divina "si è unito in un certo senso ad ogni uomo, cosa che "offre a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale". Nel 432, il passo di GS 22 è riportato senza lo "in certo modo": "Il nome di Gesù...è il nome divino che solo reca la salvezza e può esser invocato da tutti perché, mediante l'Incarnazione, egli si è unito a tutti gli uomini [Rm 10, 6-13] etc.". Ma se si va a controllare il passo di Rm citato si vede che san Paolo non insegna affatto che il Cristo con l'Incarnazione si è unito a tutti gli uomini.
Insegna che Cristo è venuto per salvare tutti gli uomini, tutti possono dunque invocarlo, senza distinzione di ebrei e greci, onde "chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvo" perché avrà creduto in Lui, ovviamente in fede e opere.
Le citazioni in nota del Vaticano II andrebbero tutte controllate sistematicamente (se lo augurava anche mons. Gherardini, mi pare) perché diverse di esse sono "a fottere", come si dice a Napoli, mirano cioè ad imbrogliare le acque per favorire la penetrazione dell'errore.
{ segue - ultima puntata} PP

Anonimo ha detto...


@ L'errore insegnato dal Concilio e dal GPII sull'Incarnazione (fine)

Si considerino le molteplici conseguenze negative della straordinaria dottrina di GS 22.2 sull'Incarnazione. Da un lato, essa conduce a divinizzare l'uomo {vedi S. Tommaso, sopra}, oscurando il dogma del peccato originale, peraltro presentato in modo insoddisfacente nello stesso articolo (Doermann). Dall'altro, rende incerto il dogma stesso dell'Incarnazione, mescolando il divino e l'umano, non solo nel Signore ma anche in noi. Come può la perfetta umanità di Cristo senza peccato considerarsi eo ipso unita all'imperfetta nostra e peccatrice? E come lo può la sua divinità? E come può la nostra umanità peccatrice considerarsi ontologicamente elevata al rango del Verbo? Insana commistione di umano e divino abbiamo qui.
Se il Signore si è unito occultamente ad ogni uomo, per il fatto stesso di essere il Signore che si è incarnato, allora ogni uomo partecipa ontologicamente della natura divina di Cristo e la distinzione tra la natura nostra, corrotta (anche se non totalmente) dal peccato originale, e il Sovrannaturale di fatto scompare. Che ruolo dobbiamo allora attribuire alla Grazia? (E difatti, nella pastorale postconciliare si parla ancora del peccato originale e del ruolo fondamentale - in senso cattolico - della Grazia?).
La Grazia non presuppone forse la caduta dell'uomo, l'imperfezione (non totale e tuttavia ontologica) della sua natura, che la divina Misericordia si degna di emendare, dandoci la possibilità della salvezza tramite l'Incarnazione del Verbo e la sua opera redentrice? Ma se Cristo si è già unito a noi, per il solo fatto dell'Incarnazione, allora noi siamo già stati tutti redenti per il solo fatto di essere uomini e Cristo stesso e la Chiesa non hanno nulla da fare più!
Questa "nuova dottrina"dell'Incarnazione mina anche il dogma della predestinazione alla gloria, che appartiene all'infallibilità del Magistero ordinario. Lo mina, anche nella sua forma più moderata (ad glorima tantum sed post et propter praevia merita). Infatti, se con l'Incarnazione il Verbo si è unito di per sé ad ognuno di noi, come si può affermare che una parte dell'umanità non si salverà (sia pure per colpa propria e non perché predestinata) perché solo una parte di noi è stata imperscrutabilmente predestinata da Dio alla gloria eterna (Rm 9, 11 ss.)?
La lista delle "conseguenze negative" potrebbe continuare.
PP

tralcio ha detto...

A parte le cantonate rahneriane con tutto l'antropocentrismo che gli si correla nella nouvelle theologie e a parte la sostanziale protestantizzazione che ha contraddistinto il post-concilio, va anche sottolineato come l'ecumenicità del CVII sia stata fallimentare persino verso l'ortodossia, giacchè volendone scimmiottare certe caratteristiche (x es. la sinodalità o la divinizzazione dell'uomo in Cristo), le ha di fatto disattese snaturandole e privandole dell'afflato mistico, concentrandosi sul ragionare in dialogo con il mondo in una specie di culto all'uomo.

L'uomo nuovo che discende dalla trasformazione del cuore (nel senso di una rinuncia alla propria volontà per unirsi a quella di Dio), che ci trasfigura si è ridotta a rinnovamento nel modo ecclesiale di rapportarsi al mondo, in una novità a livello del pensiero umano!

Se il primato della pienezza di vita in Cristo, esito dell'Incarnazione del Verbo, per la guarigione dell'uomo malato, si è trasformato in un grosso abbraccio tra malati, malattia inclusa, senza che si capisse più da che cosa guarire e Chi guarisce (Uno solo!).

Mentre il cristianesimo di fatto è un fattore mistico di trasformazione della realtà che lo incontra (incontrando il Signore Gesù e abbracciandone la Santa Croce), la neochiesa ne ha fatto un dialogo per un progresso condiviso, mettendo da parte Gesù e la croce e pensando che tutti siano "risorti" senza più andare a disturbare i manovratori circa il peccato.

Mentre il cristianesimo di 19 secoli mira a un rinnovamento spirituale dei cristiani che annunciano la salvezza tramite la croce, ci si è seduti sui concetti "evolutivi" in cui l'uomo (ogni uomo) sarebbe fattore di progresso, con tesi-antitesi-sintesi in una terrificante secolarizzazione e desacralizzazione di una testimonianza che invece dovrebbe essere essenzialmente liturgica.

Gederson Falcometa ha detto...

Caro Professore PP,

Grazie per i commentari. Io non sapevo che S. Giovanni Crisostomo aveva combattuto questo errore durante la sua lotta contro l'eresia iconoclasta. Un'altro che ha comesso lo stesso errore è stato Amalrico di Bénes (1207) che attraverso la diffesa di uno panteismo assoluto ha fatto i suoi sequace pensare di essere, come Cristo, veri uomini e veri dei.

La questione dell'incarnazione porta alla questione della relazione tra il naturale e il sovrannaturale. De Lubac ha unito il naturale e sovvranaturale in modo che questo ultimo se è passato ad essere contenuto nel prima. Nella sua teologia, che è teilhardiana, sarebbe come se attraverso l'incarnazione di Gesù, il mondo prima del peccato di Adamo ed Eva avesse stato ristaurato. Un'altro che ha comesso errore al trattare di questa relazione è stato Jacques Maritain. Questo ha fatto una separazione assoluta tra il naturale e il sovrannaturale, senza nessuna subordinazione*.

Il problema della relazione tra due ordine può essere visto nel pensiero di Sant'Agostino sulle due amori e le due città. La dottrina di De Lubac riduce i due amori ad uno amore e una città. Sarebbe come se la città celeste fosse contenuta nella terrestre. Già la dottrina di Maritain conserva parte del pensiero di Sant'Agostino. Il problema è che fa l'uomo partecipare della città terrena e della celeste. Nel libro "Getsemani" del cardinale Siri, se trovano delle citazione di branni delle opere di Maritain che mostrano questo, vediamo:

Primauté du Spirituel, 1927:

«Ognuno di noi appartiene a due città, una città terrestre che ha come fine il bene comune temporale e la città universale della Chiesa che ha per fine la vita eterna».

E:

«Nella medesima cerchia e nella medesima moltitudine umana ci sono due popoli, e questi due popoli suscitano due vie distinte, due principati, un duplice ordine giuridico».

Humanisme intégral, 1936:

"«I mondi che sono sorti nell'eroismo, tramontano nella fatica, affinché vengano a loro volta nuovi eroismi e nuove sofferenze che faranno sorgere altri mondi. La storia umana cresce così, perché non si ha là un processo di ripetizione, ma di espansione e di progresso; cresce, come una sfera di espansione, ravvicinandosi insieme alla sua doppia consumazione: nell'assoluto di quaggiù, ove l'uomo è dio senza Dio, e nell'assoluto dell'alto, ove è dio in Dio»".

Osservo che la teologia della liberazione di Gustavo Gutierrez, nella quale è formata il Papa Bergoglio, se basa anche in Jacques Maritain. Da questo possiamo pensare perchè qualche volta Bergoglio appare come un "Dio, senza Dio".

La doppieza del pensiero di Maritain se vede in altro modo nella realtà storica. Ci sono delle persone che pensano che non aveva Chiesa prima del Concilio, altri diffendono la continuità del Concilio con la tradizione, ma questi mai se referiscono al passato della Chiesa, è come se non avesse esistito. Quindi, l'inedito del pensiero di Sant'Agostino, oggi, è che i due amori hanno costruito due città, ma anche hanno costruito due Chiese: l'amore che ha generato la città celeste ha una Chiesa dove Dio è il suo centro, lei è teocentrica. L'altro amore che ha generato la città terrena ha una Chiesa dove l'uomo è il suo centro, lei è una Chiesa antropocentrica.

Un caro saluto dal Brasile e
una Santa Pascqua a voi tutti!

PetrusLXXVII ha detto...

Non sono convinto che il pensiero della Gaudium et Spes vada nel senso espresso da PP e da coloro che esprimono una critica inappellabile. Più precisamente.. quanto meno non sono affatto convinto che i Pontefici conciliari (in particolare Giovanni Paolo II, che esplicitamente è stato tirato in ballo), la intendano nel senso dato dai commentatori, perché se è indubbio che il linguaggio del documento conciliare si presti al genere di fraintendimenti denunciati, non è affatto certo che la Chiesa nel post-concilio abbia adottato nel suo magistero questa interpretazione - sovversiva rispetto alla Verità Rivelata e depositata nella dottrina cattolica - della GS.. "cosmoteandrica", per dirla alla Panikkar.
Se così fosse, non si capisce perché il CCC ratificato da Giovanni Paolo II, con tutte le sue pecche e le sue carenze, continui ad insegnare - a meno di accettare come valido il principio di contraddizione - la dottrina dei Novissimi!?!!
Perché Giovanni Paolo II avrebbe tuonato contro i mafiosi: "un giorno verrà il Giudizio di Dio!", se con tale esternazione non avesse voluto esprimere una fede coerente con l'insegnamento della Chiesa di sempre!?!!
Forse la critica giusta da muovere è quella di presentare al popolo cristiano maggior chiarezza, ma non credo sussistano equivoci ereticali
Comunque, al di la delle divergenze di opinioni, mi preme augurare a tutti una buona e Santa Pasqua.. che il Signore Risorto ci conservi a Sé nell'unità. Un caro augurio anche a Sua Santità Bnedetto XVI per i suoi 90 anni.

Anonimo ha detto...


"@ L'ennesimo intervento "minimalista"? Sembra di sì

Ci ha detto Nostro Signore che i falsi profeti si giudicano dai loro frutti. Ebbene, se, nel caso del Concilio si tratta solo di "presentare al popolo cristiano maggior chiarezza" perché "non sussisterebbero equivoci ereticali", come si spiega un disastro di questa portata, voglio dire come si spiega che sulla Chiesa si sia abbattuto, già durante il Concilio, un disastro come l'attuale, di dimensioni apocalittiche?
La Gerarchia cattolica sta scomparendo fisicamente, desertificata; una parte ormai non piccola del clero pratica costumi corrotti e lo ostenta persino; il Papa regnante ha fatto l'elogio di Lutero e delle sue dottrine e ne tiene addirittura una statua in Vaticano, mentre propone testi ambigui che contraddicono dogmi fondamentali della fede; invita i musulmani ad invaderci (negli ultimi due giorni in Sicilia ne sono sbarcati 5000, notizie di agenzia), etc.
Contro i mafiosi GPII (anche lui per l'accoglienza indiscriminata) si sarà espresso in maniera tradizionale sul Giudizio, però è un fatto che nel suo insegnamento si ritrovano le ambiguità e gli errori segnalati da autori come Doermann. E la condanna di tutto il passato della Chiesa con le assurde e ripetute richieste di scuse? Che i neomodernisti si esprimano in modo contraddittorio, come i modernisti, cambia poco alla sostanza delle cose. Certo il CCC non poteva abolire i Novissimi, il punto è che professa anche dottrine che non vi si accordano, come quella dell'Incarnazione di Cristo come unione con ognuno di noi, una dottrina addirittura blasfema, a mio modo di vedere.
Buona Pasqua, PP

Gederson Falcometa ha detto...

"Perché Giovanni Paolo II avrebbe tuonato contro i mafiosi: "un giorno verrà il Giudizio di Dio!", se con tale esternazione non avesse voluto esprimere una fede coerente con l'insegnamento della Chiesa di sempre!?!!"

Caro Petrus LXXVII,

Me sembra che non hai letto ciò che il testo e ciò che è stato discusso o se ha letto non hai capito. La questione che lei solleva nella sua argomentazione sono stati già risposte dal proprio testo di D. Curzio Nitoglia, noi appena abbiamo approfondito ciò che leggiamo e ciò che è stato affermato da Papa Giovanni Paolo II e sta anche nel documento conciliare Gaudium Spes. Se non crede in ciò che abbiamo detto qui, me sembra giusto presentare l'interpretazione dei documenti sul quale se basa la sua convizione. Può farlo?

Il caso dei mafiosi (e degli altri...) non è la negazione dei novissimi, il caso è che dopo il Giudizio finale e la condanna all'inferno nella dottrina tradizionale non vi è una unione tra i condannati e Gesù. Però, GS 22 e GPII affermano che attraverso l'incarnazione l'uomo se è unito all'uomo per sempre. Se per sempre vuoi dire ciò che se legge, quindi, Gesù se unisce anche ai condannati all'inferno. In questo punto D. Curzio Nitoglia ricorda la dottrina dell'Apocatastasi di Origene:

"Apocatastasi: è la dottrina di Origene († 254) secondo cui vi sarà una purificazione e redenzione universale dal male e dal peccato per ogni creatura, anche per i dannati e demoni. Essa fu condannata dal II Concilio di Costantinopoli sotto papa Vigilio (anno 553)".

Se Cristo attraverso l'incarnazione se è unito ad ognuno per sempre, questo sarebbe anche il compito dal Papa. Me domando se in questo senso non va letto ciò che ha voluto Giovanni Paolo II negli Incontri d'Assisi. In qualche modo la questione che sulla quale abbiamo parlato se collega al problema della salvezza degli membri dell'altri religioni. In questo è interessante leggere ciò che ha detto ricentemente il cardinale Ratzinger nel testo "Dieci giusti nella città":

"FEDE CRISTIANA E SALVEZZA DEGLI INFEDELI


Non c’è dubbio che su questo punto siamo di fronte a una profonda evoluzione del dogma. […] Se è vero che i grandi missionari del XVI secolo erano ancora convinti che chi non è battezzato è per sempre perduto – e ciò spiega il loro impegno missionario – nella Chiesa cattolica dopo il concilio Vaticano II tale convinzione è stata definitivamente abbandonata.

Da ciò derivò una doppia profonda crisi. Per un verso ciò sembra togliere ogni motivazione a un futuro impegno missionario. Perché mai si dovrebbe cercare di convincere delle persone ad accettare la fede cristiana quando possono salvarsi anche senza di essa?

Ma pure per i cristiani emerse una questione: diventò incerta e problematica l’obbligatorietà della fede e della sua forma di vita. Se c’è chi si può salvare anche in altre maniere non è più evidente, alla fin fine, perché il cristiano stesso sia legato alle esigenze dalla fede cristiana e alla sua morale. Se fede e salvezza non sono più interdipendenti, anche la fede diventa immotivata". http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351256.html

Una evoluzione del dogma che ferisce profondamente la missionarietà della Chiesa nella verità cancella il mandato apostolico datto per Cristo agli apostoli e anche ai suo sucessori:

«Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Mc 16, 15-20

Gederson Falcometa ha detto...

Come spiegare questa "evoluzione" che cancella il mandato apostolico?

Se la convizione missionera della Chiesa è stata abbandonata con il Concilio, sembra che un'altra è natta, perchè se pensiamo bene ci sono delle grande somiglianza tra l'Europa che riceve gli immigranti mussulmani e i paesi che hanno ricevuto i missionari nel passato...

Per finire, cerca il Catechismo della Chiesa Cattolica, lui afferma anche:

841 Le relazioni della Chiesa con i musulmani. «Il disegno della salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in primo luogo i musulmani, i quali, professando di tenere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale».

Questo è vero?

Un caro saluto dal Brasile,
Santa Pasqua!

Anonimo ha detto...

@ Postille agli interventi chiarificatori di Gederson Falcometa

1. Il passo citato dell'art. 841 del CCC non è altro che il calco di un passo dell'art. 16 della cost. conciliare dogmatica (senza dogmi) Lumen Gentium sulla Chiesa. E' il famoso passo nel quale sembra riconoscersi addirittura validità alla "rivelazione" di Maometto visto che si dice "i musulmani, i quali, professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico..."". Adorano "con noi"! Il testo conciliare sembra poi legittimare la fede in Abramo del Corano, ossia l'Abramo del tutto fasullo fabbricato da Maometto.

2. Se Cristo si è con l'Incarnazione unito per sempre ad ognuno di noi, è corretto dire che questo è un modo di riproporre indirettamente l'eresia origeniana della apocatastasi.

3. I rilievi di Ratzinger sul venir meno della vera necessità della missione se la salvezza viene apportata anche dalle altre religioni. Ratzinger registra senza fiatare questa c.d. "evoluzione del dogma", in base alla quale "dopo il Vaticano II è stata definitivamente abbandonata la convinzione che chi è fuori della Chiesa non si salvi". Una cosetta da niente, dice qui Ratzinger! Si rende conto di quello che ha detto? Comunque, sappiamo che si salvano coloro che godono del battesimo di desiderio, esplicito o implicito. Ma, in quanto appartenenti a sette eretiche o ad altre religioni, non si salvano grazie a questa appartenenza; si salvano, quelli che si salvano (lo sa lo Spirito Santo), nonostante questa appartenenza. Dunque, tornando a Ratzinger: a. accetta l'idea di una evoluzione del dogma. b. Si mostra adepto della concezione della c.d. "tradizione vivente" tipica dei modernisti e penetrata nella costituzione conc. Dei Verbum, art. 8, quello nel quale si afferma anche che la Chiesa "tende incessantemente alla pienezza della verità divina", come se appunto le verità di fede non fossero state date una volte per tutte con la morte dell'ultimo Apostolo. Si possono formulare meglio certi concetti che ci aiutano, per quanto possibile, a comprendere meglio i divini misteri (p.e. ricorrendo alla nozione di 'trans-substantiatio') ma non esiste una "evoluzione del dogma" e tale da condurre all'affermazione di verità opposte tra loro. Infatti, il dogma "fuori della Chiesa non c'è salvezza" non può "evolvere" sì da diventare il suo opposto, insegnato oggi: "c'è salvezza anche in tutte le altre religioni, poichè Cristo si è unito ad ogni uomo con l'Incarnazione". Questa non è evoluzione, è eresia.

3. Già GP II, grazie alla sua concezione "cosmica" della Chiesa, rinvenibile nel Concilio, tendeva a comportarsi come capo dell'umanità in marcia verso l'unificazione del genere umano e l'attuazione della pace universale (millenarismo). Mi sembra che anch'egli non ponesse limiti all'accoglienza dei c.d. "migranti" (il fenomeno è diventato drammatico da due anni solo per via dei numeri, decuplicatisi, ma esiste da decenni, ed era già grave prima). Il presente pontefice, adepto della teologia della liberazione, si muove nello stesso solco, e sembra concepirsi come capo dell'umanità in marcia verso la giustizia sociale universale per tutti, ossia come capo dei popoli "poveri" e/o presunti tali in marcia a milioni verso le terre dei "ricchi". Il fine ultimo di ciò quale può essere, se non la distruzione e la catarsi etnico-culturale, rivoluzionaria, del corrotto Occidente?

4. Ci troviamo dunque di fronte all'errore millenarista, professato dai Pontefici a partire da Giovanni XXIII nella sua Allocuzione di apertura del Concilio, in versione XX e XXI secolo. La chiave di volta resta sempre il Concilio, concepito come Nuova Pentecoste che rappresenta una cesura netta col passato della Chiesa, da condannare in blocco, in tutti i suoi aspetti.
PP

Anonimo ha detto...

Ma è così complesso "capire" la logica di questa argomentazione?

PetrusLXXVII ha detto...

Cosa non meritava di essere pubblicato nel mio ultimo intervento?

mic ha detto...

Forse dovrebbe guardar meglio.
Piuttosto non ho avuto ancora il tempo di rispondere a dovere...

PetrusLXXVII ha detto...

Forse non era andato a buon fine l'invio. Comunque scrivevo grosso modo quanto segue..

Capisco bene le vostre perplessità, però consentitemi di avere qualche dubbio sulle intenzioni interpretative che attribuite a Giovanni Paolo II. E se qualche suo discorso pare contraddire la vostra idea sulle sue concezioni, non credo sia infondato pensare che la vostra sia solo un'indebita deduzione, basata sul linguaggio indubbiamente equivoco e fuorviante dei documenti conciliari e del post-concilio (beninteso che non nego affatto vi sia stato e vi sia chi tali ambiguità lessicali e concettuali le cavalca). Ecco qui un esempio dei suoi discorsi (di GP-II) che a me pare contraddire quanto voi affermate con sicurezza..

https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/audiences/1999/documents/hf_jp-ii_aud_28071999.html

Penso che la Dominus Iesus offra la giusta chiave di lettura di quanto non detto o detto in modo ambiguo altrove. Sono d'accordo con l'osservazione al punto 1 nell'ultimo commento di PP, mentre ritengo che vi sia da parte dei critici un fraintendimento sull'accezione "unito per sempre ad ognuno di noi" (erroneamente intesa, a mio modo di vedere, come una nuova forma di apocatastasi), così come sul concetto di "evoluzione del dogma".. che sarebbe da intendersi non come una sua metamorfosi, ma come un pervenire ad una maggior comprensione.

Anonimo ha detto...

@ Replica di PP

1. L'affermazione "unito per sempre ad ognuno di noi" non esprime come tale la falsa dottrina della apocatastasi ma la può implicare: questo è quello che si è detto. Ora, questa falsa idea di unione con ognuno di noi da parte del Verbo è inaccettabile in sé, esprima o meno di per sé l'idea di una apocatastasi. E'un'affermazione che richiama un antico errore, né il Concilio né il Papa avrebbero mai dovuto farla. In ogni caso, essa crea confusione tra il divino e l'umano e rende poco chiara l'Incarnazione stessa, come fatto sovrannaturale.

2. Se il concetto di evoluzione del dogma è tale da condurre a negare una verità di fede (perché porta a non credere più che solo la Chiesa cattolica sia l'unica arca della salvezza, sono parole di Ratzinger, dette in tutta tranquillità) allora tale concetto non implica una "maggior comprensione"del dogma ma per l'appunto una sua negazione. E non si può evidentemente accettare. Non si ha qui nemmeno "metamorfosi" ma una patente contro-verità, e si potrebbe dire una eresia in senso materiale, credo.

3. Ma perché proprio questo Concilio si sarebbe espresso in vari punti in modo ambiguo e oscuro, passibile anche di interpretazioni eterodosse? Perché solo questo Concilio e non mai gli altri precedenti? Dai quali non è mai venuto un Postconcilio disastroso? Lei non si pone la domanda?

PP

Gederson Falcometa ha detto...

Caro PP,

Ringrazio ancora una volta per i vostri commentari. Approfittando l’occasione voglio fare qualcuna osservasione per il nostro approfondimento di assunti che già abbiamo discusso qui.

1ª Osservazione

Nel nostro credo professiamo che Gesù “discesi agli inferi”. Ora, se lui attraverso l’incarnazione se unisce ad ogni uomini, quale sarebbe il senso della sua discesa agli inferi? Tutti che stavano nell’inferno, aspettavano la sua incarnazione o la consumazione della opera della salvezza?

In altri post abbiamo parlato sulla visione di Ratzinger (ripetuta nel testo “Bastano dieci giusti a salvare la città”) di che il sacrifizio fatto per Gesù non è stato un sacrifizio espiatorio. Se non è stato un sacrifizio espiatorio, che cosa facevano quelli che stavano nell’inferno aspettando Gesù?

Considerando la dottrina della GS 22, la sua ripetizione nell’encicliche di GPII e la dottrina di Ratzinger che il sacrifizio di nostro Signore non è stato un sacrifizio espiatorio, viene espontanea le domande:

In che cosa consiste la salvezza operata per Gesù in questa teologia?

Gesù ha salvato i credenti (per loro anche ai non credenti...) di che cosa?

Se il sacrifizio di Cristo non è espiatorio, possiamo dire che Lui è il “Agnus Dei qui tollis peccata mundi”?

2ª Osservazione

Conosciamo la storia di S. Maximiliano Maria Kolbe, lui è stato bravissimo, un vero cattolico e un esempio per tutti noi. Il suo martirio è stato un po diverso degli altri, ma per questo non ha un valore menore. Se dice che il suo martirio è stato fatto per amore, sarà questo l’intera verità? Il martirio di S. Maximiliano Maria Kolbe è troppo somigliante al sacrifizio di nostra Signore, perchè lui ha compiuto un’espiazione per una penna ingiusta imposta ad uno altro. Quindi, esiste un’analogia tra il suo sacrifizio e quello di nostro Signore. S. Maximiliano per amore espia la penna di un’altro, gli salva.

Ratzinger vede il sacrifizio di Gesù per amore, ma non vede che questo amore ha come fine espiare i nostri peccati. Nel testo "Bastano dieci giusti per salvare a città" lui ripete questa credenza, questo viene attribuito all’evoluzione e sviluppi dottrinari. Se vede chiariamente che queste cose di evoluzine e sviluppi dottrinari non hanno niente. Se tratta di scelta che hanno fatto e sviluppato, e fanno tutto per passare come evoluzione e autentiche sviluppi dottrinari. Nè l’evoluzione e nè altri sviluppi possono cancellare punti essenziale della nostra fede.

Gederson Falcometa ha detto...


3ª Osservazione

Il professore PP solleva delle questioni importanti nel suo ultimo post al punto 3. Come sappiamo tutti i Concili Ecumenici ricevono l’ispirazione dello Spirito Santo, sono infalibile. Anche S. Tommaso ci insegna che chi parla la verità, parla attraverso dello Spirito Santo. Quindi, come è possibile lo Spirito Santo convocare un Concilio per fare l’applicazione della misericordia all’ errore? Mai un Concilio è stato convocato per fare questa applicazione. Come mai è stato un Concilio Ecumenico dove hanno partecipato positivamente eretici, eterodossi e ortodossi.

Il discorso di apertura del Concilio afferma ancora nella parte che tratta della nuova relazione della Chiesa con gli errori che “...sembrava che gli uomini cominciavano spontaneamente riprovare gli errori soprattutto quelle forme di esistenza che ignorano Dio e le sue leggi...”. Giovanni XXIII ha detto questo con tutti i membri della nouvelle thèologie partecipando al Concilio, come periti, con una URSS atea e con la minaccia di diffundire tutti i suoi errori per il mondo e altre tante cose che accadevano di erronea negli anni 60. Questo punto del discorso di apertura del Concilio, è verità? Se può credere in una pastorale che vuole fare l’applicazione della misericordia all’errore?

Qualcuni vogliono fare una distinzione tra il Concilio e il post-Concilio, per fare credere che il problema è stato solo nel post-Concilio. Questi non hanno letto il discorso di apertura del Concilio, perchè il post-Concilio è appena la continuazione dell’applicazione della misericordia all’errrore. Questo è de tal modo evidente che gli uomini che sembravano condannare gli errori in particulare sono gli stessi che prima del fine del Concilio facevano di lui un’ermeneutica della rottura. E come combattere questo, se fosse il vero e unico problema, se anche l’ermeneutica della rottura doveva ricevere la medicina della misericordia?

Con tanti modernisti partecipanto al Concilio, Paolo VI nell’anno 72 parla che il fumo di Satana ha entrato nel tempio di Dio per una fissura. La verità è che i modernisti sono i turiferari di Satana e questi hanno entrato al Concilio per la porta d’ingresso!

Per finire, la Dominus Iesus afferma che la Chiesa di Cristo sussiste pienamente nella Chiesa Cattolica, ma Ratzinger al dire il credo non ripette il Filioque... Inoltre a questo in termini conciliare questo vuoi dire che la Chiesa di Cristo sussiste pienamente nel popolo di Dio. Il problema del “subsist in” è grande e qui non voglio approndirlo, ma osservo che se la Chiesa Cattolica se definisce genericamente come popolo di Dio, questo spiega la passione dei prelati verso l’Islam, perchè anche loro fanno parte del popolo di Dio, secondo ciò che se può essere letto da quanto afferma sul loro il CCC e che ripeto una volta in più:

841 Le relazioni della Chiesa con i musulmani. «Il disegno della salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in primo luogo i musulmani, i quali, professando di tenere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale».

Forse per queste ragione ha baciato il Corano e ha detto nel suo viaggio in Giordania:

“San Giovanni Battista protegga l’Islam, tutto il popolo della Giordania e tutti coloro che hanno partecipato a questa celebrazione, una celebrazione memorabile! Sono grato a tutti voi”.

https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/travels/2000/documents/hf_jp-ii_spe_20000321_wadi-al-kharrar.pdf

Un caro saluto dal Brasile

Gederson Falcometa ha detto...

P.s.: Non sono sedevacantista e né adepto della tesi di Cassiciacum, ma la rivista Sodalitium, n. 50, pg 35 dedica un'articolo dal titolo "I novissimi secondo GPII", che tratta la stessa questioni dei novissimi che ora è trattata qui, puó essere scaricata nell'indirizzo:

http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/50.pdf

S. Pio X ci ha insegnato nella Pascendi che i modernista scrivono una pagina perffetamente cattolica, ma nella seguinte scrivono una razionalista. Senza avere in considerazione la "Coincidentia oppositorum" questa conversazione non finirà mai. Inoltre a questo riconosco la buona volontà di Petrus LXXVII, però, devo osservare che lui non ha detto nessuna parola sul significato delle parole di GPII che sono oggeto di discussione.

L'unica cosa che ha fatto è stato presentare altre parole di GPII che vanno in senso contrario senza spiegare la relazione che hanno con le parole dell'enciclica Redemptor Hominis e ciò che queste parole significano per lui. Ora, il linguaggio della GS 22 e della Redemptor Hominis in questo punto sono chiari. Questo in tal modo che contradisce palesemente quanto il proprio Petrus ha detto in sua diffesa. Inoltre a questo la questione del problema del punto 22 della GS è antica, Padre Giovanni Cavalcoli, O.P. e D. Curzio hanno fatto un piccolo dibattituto publico che è finito con la risposta di D. Curzio Nitoglia, come se può leggere:

Risposta a Padre Cavalcoli
http://www.doncurzionitoglia.com/risposta_a_cavalcoli.htm

Tra altri cose, un'analise più approfondita della propria Redemptor Hominis:

"Giovanni Paolo II afferma nella sua prima enciclica (del 1979) ‘Redemptor hominis’ n° 9: «Dio in Lui [Cristo] si avvicina ad ogni uomo dandogli il tre volte Santo Spirito di Verità» ed ancora ‘Redemptor hominis’ n° 11: «La dignità che ogni uomo ha raggiunto in Cristo: è questa la dignità dell’adozione divina». Sempre in ‘Redemptor hominis’ n° 13: «non si tratta dell’uomo astratto, ma reale concreto storico, si tratta di ciascun uomo, perché […] con ognuno Cristo si è unito per sempre […]. l’uomo – senza eccezione alcuna – è stato redento da Cristo, perché, con l’uomo – ciascun uomo senza eccezione alcuna – Cristo è in qualche modo unito, anche quando l’uomo non è di ciò consapevole […] mistero [della redenzione] del quale diventa partecipe ciascuno dei quattro miliardi di uomini viventi sul nostro pianeta, dal momento in cui viene concepito sotto il cuore della madre». Nella sua seconda enciclica (del 1980) “Dives in misericordia” n.° 1 Giovanni Paolo II afferma: «Mentre le varie correnti del pensiero umano nel passato e nel presente sono state e continuano ad essere propense a dividere e persino a contrapporre il teocentrismo con l’antropocentrismo, la Chiesa [conciliare, ndr] […] cerca di congiungerli […] in maniera organica e profonda. E questo è uno dei punti fondamentali, e forse il più importante, del magistero dell’ultimo Concilio». Nella sua terza enciclica (del 1986) Giovanni Paolo II in ‘Dominum et vivificantem’ n° 50 scrive: «Et Verbum caro factum est. Il Verbo si è unito ad ogni carne [creatura], specialmente all’uomo, questa è la portata cosmica della redenzione. Dio è immanente al mondo e lo vivifica dal di dentro. […] l’Incarnazione del Figlio di Dio significa l’assunzione all’unità con Dio, non solo della natura umana ma in essa, in un certo senso, di tutto ciò che è carne: di… tutto il mondo visibile e materiale […]. il Generato prima di ogni creatura, incarnandosi… si unisce, in qualche modo con l’intera realtà dell’uomo […] ed in essa con ogni carne, con tutta la creazione»".

Un cordiale saluto dal Brasile

Anonimo ha detto...


Ancora sugli errori di GPII

Grazie degli apprezzamenti che ricambio. Aggiungo: l'ultima citazione di GPII, tratta da Dominum et Vivificantem, art. 50, appare spiccatamente teilhardiana. Il Verbo si è "unito ad ogni carne", anche agli animali allora! E'immanente al mondo, alla natura; la salvezza coinvolgerà allora anche tutta la natura! Siamo ad una riedizione del "Deus sive natura" di Spinoza, aggiornato alle deliranti visioni "cosmiche" della nouvelle théologie.
Concordo nel fatto che i difensori della ortodossia di questi Papi postconciliari raramente entrano nel merito della questione specifica, rispondono andando a pescare il passo che appare conforme alla dottrina. Mi chiedo se non li spaventi troppo dover ammettere la verità.
PP