Ricevo da Aurelio Porfiri e volentieri pubblico con tutta la nostra adesione, il comunicato riguardante la campagna iniziata oggi 28 marzo 2023, che alcuni fedeli hanno organizzato a Roma, con dei manifesti in Italiano e Inglese in cui vengono riportate frasi elogiative sulla Messa tradizionale di San Pio V, San Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI. E le affissioni si possono sempre ripetere... Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes e successivi.
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per la tradizione a Roma
Uno degli elementi per cui il Pontificato di papa Francesco sarà ricordato sarà sicuramente per le sue misure molto severe verso coloro che trovano nella Messa celebrata con il Messale del 1962 un modo più degno di dare gloria a Dio, rispetto alla nuova Messa. Queste misure ad alcuni, anche nel campo progressista, sembrano sproporzionate rispetto a problemi enormi che la Chiesa deve affrontare, come le sfide di una cultura che non solo non è più Cristiana, ma che è sempre più anti Cristiana. Eppure sembra che il problema vero della Chiesa siamo i tradizionalisti.
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Ma i fedeli che devono fare in una situazione così difficile? Alcuni cercano dei modi per far percepire il proprio disagio. Ecco il senso di una campagna iniziata oggi 28 marzo 2023 che alcuni fedeli hanno organizzato a Roma, con dei manifesti in Italiano e Inglese in cui vengono riportate frasi elogiative sulla Messa tradizionale di san Pio V, san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. I fedeli che hanno organizzato questa iniziativa appartengono ad alcune realtà ben conosciute del mondo cattolico tradizionalista, come quelle dei gruppi che si richiamano al Summorum Pontificum o quella del blog messainlatino tra le altre.
Un primo desiderio era, comprensibilmente, di affiggere i manifesti in zona Vaticano, ma questo sembra non essere stato possibile. Quindi si è deciso per la zona Prati, che è limitrofa al Vaticano e quindi con la speranza che chi deve vedere, possa riflettere sul fatto che questo ostracismo verso il rito con cui migliaia di uomini e donne si sono fatti santi non ha ragione di essere.
Ma io credo che anche loro sanno che è come andare contro i mulini a vento ma c’è chi sceglie di lasciarsi morire e chi invece vuole morire lottando. E noi sappiamo che se la Messa tradizionale viene da Dio, come tutti pensiamo, Dio scenderà in battaglia insieme a coloro che ne difendono gli irrinunciabili diritti, tra cui quello di un culto degno, santo e devoto. Aurelio Porfiri
Un primo desiderio era, comprensibilmente, di affiggere i manifesti in zona Vaticano, ma questo sembra non essere stato possibile. Quindi si è deciso per la zona Prati, che è limitrofa al Vaticano e quindi con la speranza che chi deve vedere, possa riflettere sul fatto che questo ostracismo verso il rito con cui migliaia di uomini e donne si sono fatti santi non ha ragione di essere.
Ma io credo che anche loro sanno che è come andare contro i mulini a vento ma c’è chi sceglie di lasciarsi morire e chi invece vuole morire lottando. E noi sappiamo che se la Messa tradizionale viene da Dio, come tutti pensiamo, Dio scenderà in battaglia insieme a coloro che ne difendono gli irrinunciabili diritti, tra cui quello di un culto degno, santo e devoto. Aurelio Porfiri
COMUNICATO STAMPA
Da questa mattina, per 15 giorni, nei pressi del Vaticano resteranno affisse alcune decine di manifesti dedicati alla Liturgia tradizionale.
Un comitato di promotori, che partecipano a titolo personale pur provenendo da diverse realtà cattoliche (come i blog Messainlatino e Campari & de Maistre, e le associazioni Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum e Ass. San Michele Arcangelo), ha voluto rendere pubblico il profondo attaccamento alla Messa tradizionale proprio quando ne sembra programmata l’estinzione: per amore del Papa, affinché sia paternamente aperto alla comprensione di quelle periferie liturgiche che da qualche mese non si sentono più ben accette nella Chiesa, perché trovano nella liturgia tradizionale la piena e compiuta espressione della fede cattolica tutta intera.
«Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso» (Benedetto XVI, Lettera ai vescovi in occasione del motu proprio Summorum pontificum). La crescente ostilità nei confronti della liturgia tradizionale non trova giustificazione né sul piano teologico, né su quello pastorale. Le comunità che celebrano secondo il Messale del 1962 non sono ribelli alla Chiesa; al contrario, benedette da una costante crescita di fedeli e di vocazioni sacerdotali, costituiscono un esempio di salda perseveranza nella fede e nell’unità cattoliche, in un mondo sempre più insensibile al Vangelo, e in un tessuto ecclesiale sempre più cedevole a pulsioni disgregatrici.
Per questo, l’atteggiamento di rifiuto con cui i loro stessi pastori sono oggi costretti a trattarle, non è solo motivo di acerbo dolore, che questi fedeli si sforzano di offrire per la purificazione della Chiesa, ma costituisce anche una grave ingiustizia, davanti alla quale la carità stessa impone di non tacere: «un silenzio inopportuno lascia in una condizione falsa coloro che potevano evitarla» (S. Gregorio Magno, Cura pastoralis, Libro II, Cap.4).
Nella Chiesa dei nostri giorni, in cui l’ascolto, l’accoglienza e l’inclusione ispirano ogni azione pastorale, e si vuol costruire la comunione ecclesiale “con metodo sinodale”, questo popolo di fedeli comuni, di giovani famiglie, di ferventi sacerdoti, ha la fiduciosa speranza che la sua voce non venga soffocata, ma accolta, ascoltata e tenuta nella giusta considerazione. Chi va alla “Messa in latino” non è un fedele di serie B, né un deviante da rieducare o una zavorra di cui liberarsi.
Il Comitato promotore
(Toni Brandi, Luigi Casalini, Federico Catani,Guillaume Luyt, Simone Ortolani, Marco Sgroi)
prolibertatemissalis@gmail.com
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PRESS RELEASE
Starting this morning, and lasting for 15 days, several dozen billboards dedicated to the traditional liturgy will be posted near and around the Vatican.
An organizing committee, whose members are participating in a personal capacity and who come from different Catholic entities (such as the blogs, Messainlatino and Campari & de Maistre, and the associations, National Committee on Summorum Pontificum and the St Michael the Archangel Association), wished to make public their profound attachment to the traditional Mass at a time when its extinction seems to be planned. They do so out of love for the Pope, so that he might be paternally opened to understanding those liturgical peripheries that no longer feel welcome in the Church, because they find in the traditional liturgy the full and complete expression of the entire Catholic Faith.
“What earlier generations held as sacred, remains sacred and great for us too, and it cannot be all of a sudden entirely forbidden of even considered harmful” (Benedict XVI, Letter to the Bishops on the occasion of the publication of the Apostolic Letter Summorum Pontificum). The growing hostility towards the traditional liturgy finds no justification on either a theological or pastoral level. The communities that celebrate the liturgy according to the 1962 Roman Missal are not rebels against the Church. On the contrary, blessed by steady growth in lay faithful and priestly vocations, they constitute an example of steadfast perseverance in Catholic faith and unity, in a world increasingly insensitive to the Gospel, and an ecclesial context increasingly yielding to disintegrating impulses.
For this reason, the attitude of rejection with which their own pastors are forced to treat these communities today is not only reason for bitter sorrow, which these faithful strive to offer for the purification of the Church, but also constitutes a grave injustice. In the face of this injustice, charity itself demands that we not remain silent: for “indiscreet silence leaves in error those who might have been instructed” (Pope St Gregory the Great, Pastoral Rule, Book II, chapter 4).
In the Church of our day, in which listening, welcoming, and inclusion inspire all pastoral action, and there is a desire to build ecclesial communion “with a synodal method,” this group of ordinary faithful, young families, and fervent priests has the confident hope that its voice will not be stifled but welcomed, listened to, and taken into due consideration. Those who go to the “Latin Mass” are not second-class believers, nor are they deviants to be re-educated or a burden to be gotten rid of.
The Organizing Committee(Toni Brandi, Luigi Casalini, Federico Catani,
Guillaume Luyt, Simone Ortolani, Marco Sgroi)
prolibertatemissalis@gmail.com
25 commenti:
Assai opportuna -soprattutto di questi tempi- la difesa della Messa Tridentina di San Pio V, soprattutto dopo gli interventi di Roche
Arnaldo T. Maria Canziani
Inquietante il fatto che non sia stato possibile affiggerli in zona Vaticano, comunque iniziativa sicuramente lodevole. È possibile l'adesione da parte dei laici in altre città a questa iniziativa?
Comunque, la battaglia non è solo per la Messa apostolica (giacché dicendo "tridentina" sembra quasi fosse un'invenzione di tale venerabile Concilio, come la Messa rivoluzionaria del '69, quando non è così), quanto per tutti i Sacramenti celebrati secondo le rubriche ante-1955, non dimentichiamolo: non possiamo accontentarci del solo Missale.
Comunque, le scandalose affermazioni di Roche sono opportune, cosicché sempre più occhi si aprano sulla mutazione che è stata impressa alla Chiesa negli ultimi sessant'anni...
Domanda al Prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Prefetti varii ed eventuali :
" Per favore, descrivete quali malori vi causano i Preti e i fedeli che intendono onorare Nostro Signore in continuita' con la Tradizione, così come la Chiesa ha sempre fatto !?".
In attesa di Vs.gentile riscontro porgiamo distinti saluti.
"... per amore del Papa, affinché sia paternamente aperto alla comprensione di quelle periferie liturgiche che da qualche mese non si sentono più ben accette nella Chiesa"
Non si sa se morire dal ridere o piangere per la svenevole, rivoltante piaggeria.
Claudio Gazzoli
Le dichiarazioni del Card. A. Roche sono state provvidenziali e chiarificatrici, ora sappiamo che non della sola Messa Cattolica si tratta, ma della stessa Teologia Cattolica. Lo avevamo dedotto da tempo, ma non avevamo la conferma ufficiale, ora l abbiamo. Grazie. Rimane il fatto che noi tutti dobbiamo ormai tornare alla Teologia Cattolica in quanto l altra teologia, vuoi o non vuoi, poco o tanto ci ha contaminato.
Chi abita a Roma vada in p.zza S. Pietro la domenica all'Angelus e si faccia sentire, visto il vuoto cosmico che vi regna, avranno ottima visibilità, non sono un frequentatore della Messa in latino, ma trovo ingiusto ed odioso il modo in cui viene rifiutata la possibilità di celebrarla, per cosa poi? Paura di perdere fedeli? Ma se chiudono le chiese a ritmi frenetici per venderle al migliore offerente e trasformarle in bar, alberghi, residence, parcheggi.
"Se si studiassero i Padri della Chiesa, non si prenderebbero tali decisioni!"
"Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti;
ché sempre l’omo in cui pensier rampolla
sovra pensier, da sé dilunga il segno,
perché la foga l’un de l’altro insolla".
Purgatorio, Canto V
"Non sarà Roma a dirvi cosa dovete fare..." In realtà Roma non è mai stata una repressiva "commissaria" opprimente ed impicciona come ora.
Aspettando Giosuè
Vedo che sono comparsi dei manifesti a favore della Messa antica a Roma. Ammiro le buone intenzioni di chi ha preso l'iniziativa, ma credo che tutto ciò che sta accadendo sia una grande punizione di Dio. Più che la protesta serve l'espiazione e la preghiera di un mondo che, quando è arrivata la chiamata, o l'ha accolta con l'orgoglio di decenni di risentimento o ne ha fatto oggetto di una battaglia para-politica o l'ha presa come un'occasione per la propria estetica o persino (ed è stato lo spettacolo peggiore) l'ha rifiutata adducendo la propria iniziale purezza. Soprattutto cerchiamo la Messa dove c'è ancora.
Certo che voler difendere la S. Messa facendo appello alla sinodalità... Spero sia solo una consapevole strategia per ottenere qualcosa, perché se ci credono veramente è preoccupante.
Gesù all'anima:
La scala del Cielo è la mia Volontà. La via per raggiungere la mia Volontà è l'abbandono e la fiducia nelle piccole cose; la via della fiducia è il pensare poco a quello che è successo e a quello che può succedere. A che scopo pensare al passato che non è più? A che scopo pensare al futuro che non dipende da voi? Riposate in me compiendo fedelmente ogni proprio dovere, facendo tutto quello che dipende da voi nel momento nel quale dovete operare: ecco il segreto della pace interna e quindi del fervore dell'anima. Non vi è fervore senza calma e non vi è calma senza pieno abbandono in me...
Da uno scritto inedito del Sac. Dolindo Ruotolo
Sortirà qualche effetto questa campagna "pubblicitaria"? Uno certamente lo ha già sortito: tutti i mezzi di informazione ne parlano. E già questa è una cosa buona. Ciò però significa infastidire enormemente i modernisti accecati dall'orgoglio ideologico che potrebbero trovare in questi manifesti un ulteriore motivo per andare avanti nei propri intendimenti. Anche perché hanno dalla loro parte una realtà, quella difesa e coltivata dai tradizionalisti, fatta anche di molta decadenza, a volte di vera e propria aberrazione liturgica: si pensi alle messe in assolo e a quelle "in batteria" che mandano letteralmente in estasi buona parte di noi tradizionalisti (il pur benemerito sito messainlatino anni fa andò in brodo di giuggiole pure nel riferire un'altra aberrazione liturgica, quella delle messe sincronizzate celebrate in Spagna nella prima metà del Novecento, senza sapere che quelle messe sincronizzate furono prontamente proibite dalla Congregazione dei Riti ). Di motivi, cioè, per questa ripresa della guerra furibonda contro il rito antico ce ne sono e la generale ignoranza liturgica sul rito antico (sia di noi tradizionalisti come dei modernisti) fa il resto. Andiamo da un prete tradizionalista che non sa che si celebra rivolti ad oriente e pensa si celebri "rivolti al tabernacolo" al cardinale che crede che nel rito antico sia il solo sacerdote a celebrare la messa. Ora che il povero tradizionalista non sappia distinguere tra prassi ed ortoprassi e prenda quella per questa, è comprensibile, ma che non lo sappia fare neppure il cardinale prefetto della Congregazione dei Riti che non sa neppure distinguere tra rito visibile e invisibile è sintomatico del livello di ignoranza che c'è nella Chiesa sul rito antico e sul suo spirito autentico. Donfi.
Il voler censurare la messa tradizionale è pura ideologia.
Quando si definiscono "indietristi" coloro i quali promuovono la messa antica, si ha una visione alquanto superficiale del problema, ci si ostina a non voler capire le cause che hanno indotto il cattolicesimo allo stato agonizzante. Una cecità assoluta
Augusto Fontanelli
Rassegna stampa Italiana:
Affaritaliani "Papa Francesco contro il latino: roma si tappezza di manifesti contro di lui" (di G. Vatinno, 28.3.23);
Barbadillo "Chiesa cattolica. Mobilitazione per la "Messa in Latino a Roma" (28.3.23);
Campari & de Maistre "Messa in latino libera! Manifesti intorno al Vaticano" (del Comitato promotore, 28.3.23);
Chiesa e postconcilio, "La Messa proibita: una campagna per la tradizione a Roma" (28.3.23);
Dagospia, "Ite missa est. intorno al Vaticano sono comparsi alcuni poster in difesa della Messa in latino" (28.3.23);
Duc in altum di A. M. Valli,"I manifesti per la Messa tradizionale: far sentire la voce di chi non ha voce"1 (28.3.23) e "Da oggi a Roma una campagna per la liturgia tradizionale" 2, (28.3.23);
Il faro on line: "Roma tappezzata con manifesti contro Papa Bergoglio e la stretta sulla Messa in latino" (28.3.23);
Il faro di Roma: ""In zona Vaticano sono comparsi alcuni manifesti a favore della Liturgia tradizionale. Un brutto segnale, la Chiesa non è un partito" (di S. C., 28.3.23);
Il fatto quotidiano, "Vaticano Manifesti contro Papa Francesco e la sua scelta di proibire la Messa in latino" (28.3.23);
il Giornale online "Basta guerra alla Messa in latino" (di N. Spuntoni, 28.3.23);
Libero online "Roma, manifesti chiedono a Bergoglio la Messa Antica. Ma il problema è un altro" (A. Cionci, 28.3.23)
il Messaggero online "Messa in latino, spuntano i manifesti choc contro l'abolizione voluta da Papa Francesco" (di F. Giansoldati, 28.3.23) ;
La Nuova bussola
quotidiana "Libertà per la Messa in latino" (S. Chiappalone, 28.3.23);
Korazym "La Messa proibita: una campagna per la tradizione a Roma" (28.3.23);
Il Pensiero Cattolico, "Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso" (28.3.23);
il Sismografo "La Liturgia tradizionale a sorpresa sui muri romani! (di MiL 28.3.23);
Stilum Curiae (di M. Tosatti" "Messa antica: manifesti attorno al Vaticano" Galleria1 e 2, (28.3.23);
il Tempo "Vaticano sputano i manifesti per la Messa in latino: chi esce allo scoperto contro Papa Francesco" (28.3.2023);
Il Timone "Si salvi la Messa tradizionale dalla sua estinzione programmata" (28.3.23)
La Catholica e la sua continuità "La Messa proibita, una campagna per la tradizione a Roma" (28.3.23);
Rassegna stampa straniera
ABC News, "Posters near Vatican urge pope to stop Latin Mass crackdown (di APnews, 28.3.23)
AP News, "Posters near Vatican urge pope to stop Latin Mass crackdown (N. Winfield, 28.3.23)
Caminante Wanderer, "En defensa de la Mesa tradicional" (del CNSP, 28.3.23);
the Independent, "Posters near Vatican urge pope to stop Latin Mass crackdown (di APnews, 28.3.23);
info Vaticana: (28.3.23);
kath-net, "Rom: ein Manifest "Pro Missa Tridentina - Pro Libertate" und gegen die Verfolgung" (28.3.23);
KTVZ News Channel 21, "Posters near Vatican urge pope to stop Latin Mass crackdown (di AP, 28.3.23)
Larazon, Carteles en el Vaticano en contra de limitar la misas en latín (di J. CARABAÑA 28.3.23);
la Vanguardia "Aparecen carteles contra la decisión del papa de limitar la misa en latín" (28.3.23)
Le Salon beige, "Campagne publicitaire près du Vatican pour la promotion de la messe traditionnelle" (di Michel Janva, 28.3.2023)
LifeSiteNews, "Billboards promoting "the liberty of the TLM" erected around the Vatican (di M. Haynes, 28.3.23);
MY McMurray, "Posters near Vatican urge pope to stop Latin Mass crackdown" (di AP, 28.3.23);
National Catholic Register: "Billboard posters defending the Traditional Liturgy appear on streets of Rome" (di E. Pentin, 28.3.2023);
Riposte Catholique, "Une campagne d'affichage pour la Messe traditionnelle à Rome" (28.3.23);
Rorate Caeli, "Dozens of billboards go up around Rome in defense of TLM" (28.3.23);
le Salon Beige "Campagne publicitaire près du Vatican pour la promotion de la Messe traditionnelle (di M. Janva, 28.3.23);
San Francisco Chronicle "Postes near Vatican urge pope to stop Latin Mass crackdown" (di AP, 28.3.2023)
Secretum meum mıhı, "Por Amor Al Papa. Por La Paz Y La Unidad De La Iglesia. Por La Libertad De La Misa Tradicional Latina" (EFE, 28.3.2023)
the Telegraph "Posters near Vatican urge pope to stop Latin Mass crackdown" (di AP, 28.3.23)
The Washington Post "Posters near Vatican urge pope to stop Latin Mass crackdown" (di AP, 28.3.2023)
Wral News, "Posters near Vatican urge pope to stop Latin Mass crackdown" (di AP,28.3.23)
Edward Pentin così conclude la notizia su CNA
La mossa del Papa ha causato sgomento e costernazione tra i cattolici tradizionali, soprattutto negli Stati Uniti, dove il motu proprio ha avuto il maggiore impatto. La forma più antica della liturgia è stata vietata in diverse diocesi o relegata dalle chiese parrocchiali ai municipi e alle palestre, nonostante la crescita della frequenza e delle vocazioni.
L'ho notato pure io, così come "San Giovanni Paolo II" messo accanto a San Pio V e altre amenità davvero sconcertanti. Per chi, come il sottoscritto, non è più negli anni verdi e ricorda le battaglie passate o ha ascoltato i racconti delle prime eroiche battaglie dai protagonisti della prima ora, tutte queste cose destano perplessità. Come al solito, si cerca di preservare la riserva indiana nata negli anni del compromesso con la chiesa conciliare (quella dei raduni di Assisi, etc...) per opera dei conservatori.
Un articolo eccellente e inoppugnabile di don Curzio Nitoglia (sul suo sito):
Il Concilio Vaticano II è stato il frutto di un COMPLOTTO CONTRO LA CHIESA romana e contro Gesù Cristo
Che la messa antica sia veramente pericolosa? Sono bastati un paio di cartelli pubblicitari per far finire il papa in ospedale!
La decisión del papa de limitar la misa en latín despierta polémica
https://m.youtube.com/watch?v=azW4-j8bz00
“Bisogna dare battaglia,
perché Dio conceda la vittoria”
S. Giovanna d'Arco
This group of ordinary faithful, young families, and fervent priests has the confident hope that its voice will not be stifled but welcomed, listened to, and taken into due consideration.
Ci sto lavorando Manuela. A presto!
Qui è illustrato bene lo spirito dell’iniziativa
– sfatare quella narrazione diffusa, forse anche nelle sacre stanze, che tende a dipingere i fedeli tradizionalisti come una manica di ribelli, retrogradi e – manco a dirlo – nemici del Papa. I promotori agiscono invece «per amore del Papa, affinché sia paternamente aperto alla comprensione di quelle periferie liturgiche che da qualche mese non si sentono più ben accette nella Chiesa». Insomma, una richiesta filiale, da parte di “figli” della Chiesa che ultimamente vengono trattati da “figliastri”, a partire dal motu proprio Traditionis Custodes del 2021, ma con particolare recrudescenza dopo che il cardinale Arthur Roche, prefetto del Culto Divino, ha emanato misure ancor più restrittive per legare le mani a quei vescovi che ancora si mostrassero troppo benevoli verso questa parte bistrattata del loro gregge.
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