Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 3 marzo 2023

La comunità di destino in epoca di guerra

Indice degli articoli sulla società distopica.
«Si chiamava Walker. Era l’unico generale che sistemasse il posto di comando tra il fronte e la base di artiglieria. Nella sua tenda si diventava sordi e alla sua mensa si mangiava il pane peggiore del mondo perché la decompressione d’aria causata dai cannoni impediva al pane di lievitare. Bisognava mangiare un pessimo pane per ricordarci che gli uomini non sono soldatini di piombo».

Con queste parole Oriana Fallaci nel suo libro Niente e così sia descriveva, inconsapevolmente, il concetto di comunità di destino, cogliendo come essa sia necessaria affinché una società sia propriamente tale e soprattutto affinché, nel contesto della guerra, agisca da freno alla malizia umana.

Cosa sia la comunità di destino viene illustrato dal filosofo Gustave Thibon in un saggio del 1969 (contenuto in Ritorno al reale). Egli, che la considera la prima delle leggi immutabili che regolano le società umane, la descrive come segue: «Si può dunque dire che esiste comunità di destino tra due o più uomini quando questi uomini condividono spiritualmente o materialmente la stessa esistenza, quando sono sot­tomessi agli stessi rischi o perseguono gli stessi fini».

Una società è quindi tale quando gli uomini che la compongono, nella diversità di situazioni e di vocazioni, rimangono strettamente dipendenti gli uni dagli altri, in un’unità dal carattere organico. Uomini, dunque i cui destini non sono soltanto simili ma solidali. Lo si comprende chiaramente nel caso dell’equipaggio di una nave: pur nella diversità (ed alla presenza di una gerarchia) si osserva la convergenza dei fini che risulta in una effettiva interdipendenza dei membri ed una sorte condivisa da tutti. Naturalmente la famiglia costituisce la comunità organica per eccellenza e Thibon nota come ogni for­ma di società rimane sana e vitale nella misura in cui si rende affine ad essa.

L’importanza vitale della comunità di destino (o comunità di interdipendenza) è provata dal fatto che laddove essa tende a scomparire, presto le società degenerano, come osserva Thibon: «Le monarchie e le feudalità sono crollate dal momento in cui i monarchi e i signori non hanno più vissuto con il popolo e per il popolo; il padrone che non condivide più il destino dei suoi ope­rai diventa indifferente o odiato; i capi militari che vivono lontano dai loro soldati inaridiscono l’entusiasmo e la disciplina degli eserciti».

In quest’ultimo ambito certamente nei secoli si è andati incontro ad una progressiva erosione della comunità di destino tra i governanti ed i sottoposti, divenuti anonima truppa. Basti pensare a come nell’antichità i reggitori dei popoli fossero al tempo stesso anche condottieri, usi a condividere le ristrettezze ed i pericoli delle campagne militari. O come nelle poleis greche democratiche potessero partecipare all’assemblea che legiferava (ed aveva facoltà di deliberare per la guerra) solamente quanti in grado di permettersi armatura ed armi, potendo così unirsi attivamente nei conflitti. Nel corso del Medioevo poi, secondo la tipica distinzione della società in tre classi, quanti esercitavano il potere politico erano chiamati bellatores e se muovevano guerra dovevano rischiare in prima persona, o quantomeno rischiare la vita dei figli e non solamente quella dei popolani.

Al contrario, a partire dalla modernità, sempre più spesso quanti prendono decisioni in favore della guerra, siano essi monarchi, parlamenti o governi, non vivono in prima persona le conseguenze di queste scelte. E forse non a caso i conflitti si sono fatti sempre più sanguinosi, con un disinvolto ricorso a tattiche e tecnologie belliche maggiormente distruttive.

È proprio con questa dimissione del superiore che si ha la prima rottura della comunità di destino. Scrive Thibon: «l’eterna tentazione dell’uomo è quella di ricercare i privilegi senza i doveri: si vedono allo­ra dei padroni che non si curano della sorte materiale e morale dei loro operai, dei governanti che abusano del proprio potere nelle ore tranquille e scompaiono nel pericolo. Tutti questi uomini vogliono sì essere elevati al di sopra dei loro simili, ma non collegati ai loro simili».

A ciò solitamente segue come reazione la seconda rottura della comunità di destino: la ribellione dell’inferiore. Assume la forma dell’egualitarismo poiché i privilegi senza controparte sono causa di invidia. Thibon assicura però che «lo spettacolo di un padrone carico di responsabilità o di un generale che cade sul campo di battaglia è sufficiente a calmare la febbre egualitaria nell’animo di un uomo del popolo».

Si potrebbe insomma sintetizzare, con le parole del filosofo contadino, che «il popolo ha bisogno di animatori che lo sostengano e lo rappresentino dall’interno, e non di conduttori che lo manovrino e lo sfruttino dal di fuori».

Alla luce di questi principi e con il ritorno di conflitti armati in Europa appare evidente la troppa leggerezza, figlia del distacco, con la quale politici e governanti del mondo parlano di guerra e di interventi militari, quasi si occupassero dei soldatini di piombo di cui scriveva la Fallaci. Le scelte avventate, o dai costi umani elevati, sono una realtà ed un pericolo sempre costante quando, nei fatti, il destino dei governanti e dei governati non è il medesimo ed i decreti dei primi comportano lo spargimento del sangue dei soli secondi. Come si svolgerebbero diversamente gli eventi se quanti manovrano gli eserciti da remoti gabinetti o comode aule parlamentari dovessero condividere poi coi soldati la tenda, la trincea e la latrina!

Di quante efferatezze, di quanti orrori, la storia sarebbe stata (e sarebbe tuttora) privata se gli uomini seguissero quelle leggi immutabili in essi inscritte, che risultavano tanto evidenti anche agli occhi di ”un’atea devota”. Samuele Salvador - Fonte

50 commenti:

Anonimo ha detto...

C’era una volta un partito di destra (FdI) amico di Orban. Condividevano progetti e ideali.
Orban si è sganciato dagli Usa per difendere gli interessi nazionali.
Noi no.
The end.

Anonimo ha detto...

Orban can do it, WE CANNOT. End of the story.

Anonimo ha detto...

È opportuno rilevare che l'avvocato del popolo, il ministro della Speranza e il doge Loredan sono inquisiti dalla Procura di Bergamo per un'eventuale negligenza, cioè per non aver messo in zona rossa subito un'area che ci finì lo stesso dopo qualche tentennamento.
Non "per i lockdown", o per non aver somministrato ai malati i cristalli curativi degli amesha o la magica pozione del dottor Luminare Nobelli che avrebbe guarito il sinobacillo e riallineato i punti chakra.
Chi pensa che nelle bare di Bergamo ci fossero gli ufo di Area 51 e non i morti degli ospedali dovrebbe coerentemente difenderli per questo.

Andrea Cascioli

Anonimo ha detto...

Il governo dell’epoca è stato lassista quando si sapeva poco del virus ed è stato odiosamente vessatorio (in stile tirannico sinistrorso) quando ormai avevamo acquisito molte più informazioni sulla natura degli effetti del contagio.

Anonimo ha detto...

SCHIAVI
I miei colleghi del liceo Piero Bottoni, che con tanto di megafono, all'ingresso da scuola, arringano i giovani a ribellarsi conformisticamente contro il "fascismo" al governo, agiscono mossi da un completo oscurantismo spirituale.
Non solo perchè fanno ciò che in quanto docenti ed educatori mai dovrebbero fare - il comizio politico a scuola -, ma anche perchè si scagliano contro il ritorno immaginario del "fascismo" (che per loro avviene ogni volta che il loro partito perde le elezioni) senza mai dire una parola contro la pluto-crazia dominante.
Nel loro delirio conformista, indottrinano le giovani menti all'antifascismo in assenza assoluta di fascismo (che confondono groossolanamente con tutto ciò che non coincide con il loro amato politicamente corretto liberal- americanoide), mentre non dicono nulla su quell'immenso potere tutelare del denaro, dell'economia e della finanza internazionale che sta svuotando gli Stati e le democrazie di ogni potere decisionale. Vedono il totalitarismo dove non c'è, e non lo vedono dove c'è.
Come gli schiavi della caverna platonica, ma con la testa girata all'indietro, scambiano le ombre (vecchie di un secolo) con la realtà.
Come gli schiavi della caverna platonica, sono pronti a scagliarsi con ferocia contro chi li avverte della loro crassa ignoranza.
Come gli schiavi della caverna platonica, pretendono di sapere tutto sul mondo che li circonda, senza capirne invece assolutamente nulla.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

Ultimissima, ma molto importante e significativa : dopo 30 anni il GOI è stato riammesso nel consesso delle Logge più importanti, col beneplacito del Duca di Kent, ancora per poco a capo del top delle Logge, cerimonia fastosa a Villa Glori........

Bonum certamen certavi ha detto...

Un buon libro da studiare per combattere con cognizione di causa, evitare illusioni e dispersione di energie:

Don Curzio Nitoglia: I Lubavich e i Potenti del mondo, Edizioni Effedieffe, Euro 16,00 (sul sito Effedieffe shop si può leggere la presentazione del libro).

Anonimo ha detto...

"Per l'Islam sarà un gioco da ragazzi prendersi la vecchia Europa". Intervista a Boualem Sansal, uno dei maggiori scrittori viventi, l'autore di "2084". "L'Unione Europea è in coma e le manca solo il commissario all'islamizzazione. Ho visto questo cancro distruggere il mio paese e ora lo vedo diffondersi in Europa. Per raggiungere il loro scopo - islamizzare il mondo - mobilitano l'opinione pubblica, la stampa, gli stati arabi, i woke, gli utili idioti, i commissari, i deputati, le organizzazioni, gli influencer come Soros...Per rispondere a questa sfida l'Europa sarebbe da rifondare ma non credo ne abbia i mezzi e la volontà. Il mio presidente algerino vi aveva avvisato: sarà la demografia a sconfiggere voi kuffar..."

Anonimo ha detto...


Dopo 30 anni e passa il GOI è stato riammesso alla Grande Loggia di Londra.

E a noi?

O.

Anonimo ha detto...


"Comunità di destino in epoca di guerra"

Gli italiani di oggi sentono una "comunità di destino"? Pare di no. E ci troviamo compartecipi in una guerra che non vogliamo, che non ci appartiene.
Le sinistre da sempre vogliono dissolvere la nostra nazione nell'umanità. Negano il concetto della patria, che non deve avere nessun valore. Da quando spadroneggia la rivoluzione sessuale vale ancora di più lo "ognun per sé, il caso per tutti" (dico "il caso" perché ormai l'ateismo dilaga). Distruggendo la famiglia secondo natura, si distrugge anche la Patria. Che deve esser sommersa dall'immigrazione selvaggia.
I cattolici d'altro canto rinnegano anch'essi l'Italia attuale come Patria comune. Vorrebbero tornare all'Italia preunitaria (espressione geografica, dominata in gran parte dagli stranieri) o all'Italia insieme di province di un risorto Sacro Romano IMpero. Quando non cooperano con le sinistre nel favorire l'invasione musulmana in corso.
Nessuna "comunità di destino", solo rancori e reciproci insulti, spesso per torti immaginari.
IL popolo italiano: frastagliato in regioni dai dialetti incomprensibili, uno più brutto dell'altro - unito dalla lingua italiana, armoniosa nella grande poesia e nella lirica, la vera erede del latino; unito dalla cultura, e un tempo dalla cultura che ha alimentato i nobili ideali di minoranze che hanno creato l'unità d'Italia.
Il vero patriota deve forse sperare nella vittoria militare della Russia in Ucraina, perché tale vittoria metterebbe finalmente in crisi la nefasta Unione Europea, distruttrice dell'Europa, di tutte le sue nazioni e artefice di leggi nefande di fronte a Dio?
A proposito di guerra, sembra che per gli ucraini si stia mettendo davvero male a Bachmut, praticamente quasi circondata: un vasto sistema fortificato chiave per il controllo del Donbass, che ora cadrebbe in mano ai russi, dati per finiti tre mesi fa.
Come diceva quel proverbio? Mai vendere la pelle....

In India Meloni ha parlato con il premier locale di mediazioni per una "giusta pace", con l'INdia (potenza mondiale di rilievo) che potrebbe svolgere una attiva mediazione in proposito. Vedremo. Speriamo che anche il CD si attivi, nel suo piccolo.
Z

Anonimo ha detto...

Tra l'ideologia Woke e l'Islam chi vincera?

Anonimo ha detto...

A noi, niente . A loro..vuoi mettere? A Londra, come a dire alla corte del boss.

Anonimo ha detto...

Constato che Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd, ripete ogni giorno la sua tiritera contro il " patriarcato", il "sessismo" e la "mascolinità tossica". E constato che ogni volta molti "maschi" (si fa per dire) del suo partito le assicurano con devozione masochistica il proprio voto. Più li insulta, più la sostengono. Più li disprezza costitutivamente, in quanto maschi, più la amano. Più li denigra, più si dicono pronti a votarla.
Ecco, ringraziamo la Schlein, questa specie di Boldrini giovane persino più incattivita, perchè ci rivela appieno la mentalità tipica del liberal-progressista medio. Egli è, fondamentalmente, un masochista. Masochista in rapporto al femminismo, etno-masochista in rapporto all'immigrazione di massa, etero-masochista in rapporto al mondo arcobalenato. E via dicendo. Tutto ciò che minaccia, insulta e denigra la sua identità costitutiva è per lui fonte di ineguagliato piacere.
Se tanto mi dà tanto, si fa menare anche in camera da letto. Ci scommetterei.
Martino Mora

Anonimo ha detto...


Si è anche letto, su il Giornale mi pare, che la Schlein si dichiara "bisessuale", termine entrato nell'uso di questi nostri tempi sciagurati. Che vuol dire? Che tal persona si concede indifferentemente a maschi e femmine, credo.
Se questo è il caso la bisessuale è lesbica e questo spiega molte cose, a cominciare dalla terminologia usata, quella del femminismo radicale, terminologia nemica della recta ratio e del buon senso. Oltre che della cultura, quella vera.

Anonimo ha detto...

È chiaro ormai che saranno scelte dal potere che può non solo persone mediocri ed incapaci, ma anche debosciati e squilibrati. Quindi sfoltimento della umanità via pozioni velenose, guerre e carestie indotte, formazione tecnico delinquenziale delle nuove generazioni, autorità politico/economiche tarate e.. Voilà instaurare un governo mondiale sarà un gioco da ragazzi.

Anonimo ha detto...

La quantità di falsità su migranti e fascismo ha superato la decenza in RAI e non solo. Il governo deve internire. Anche la perversione lgbt va evitata.

Anonimo ha detto...

Primo: va abolito il Canone RAI, il servizio pubblico deve essere gratuito, non ha senso pagare una tassa per il possesso di un mezzo televisivo nel 2023
Secondo: la piazza è diretta dai soliti noti, e serve a provocare il governo a intervenire per poi tacciarlo di "fascismo"; ergo: non bisogna cadere nella trappola, anzi lasciare che la situazione diventi vieppiù incandescente, per cui poi sarà la popolazione stessa a chiedere ordine e il governo ad essere giustificato ad intervenire e duramente
Terzo: la triplice sindacale ha perso ogni dignità da un pezzo, sarebbe il caso di disciplinare meglio tutto il comparto sindacale, che, come alcuni settori della Magistratura, fa politica con altri mezzi
Quarto: ormai, al c.d. antifascismo credono solo più pochi disperati, che si rendono conto che la "rendita" antifascista, su cui hanno lucrato per tanto tempo, come tutte le cose di questo mondo, non è perpetua.
Quinto: le forze politiche radical chic, liberalsocialiste e di centrosinistra in generale hanno perso la capacità di vergognarsi e il senso del pudore da parecchio tempo; non è una manifestazione antifascista in più o il fiancheggiamento di coloro che vorrebbero l'abolizione del 41bis che ci occorra per capire l'abisso morale in cui sono sprofondati.

Gz

Anonimo ha detto...


A proposito della guerra in corso in Ucraina: la stessa fonte interpretata in modo diverso.

L'articolo su il Giornale di oggi, citando il quotidiano rapporto delle fonti militari britanniche, parla si un sostanziale stallo dell'avanzata russa a Bachmut, che sarebbe ancora quasi tutta ucraina. Citando lo stesso rapporto, Reuters afferma invece che i russi stanno facendo progressi nella parte NOrd della città e che la loro pressione sugli ucraini continua ad aumentare. Un video russo faceva vedere due ponti moderni distrutti dall'artiglieria russa, cosa che ha ridotto i rifornimenti a Bachmut ad una sola strada.
Zelensky continuerebbe a mandare truppe a Bachmut. Gli ucraini continuano a dire che la città è sempre loro. Impressione: sarà ancora nelle loro mani l'interno forse ma i russi la stanno circondando completamente.
Si ripete la storia di Mariupol, completamente circondata, con la famosa acciaieria che continuava a resistere e Zelensky che quindi continuava a dire: Mariupol è sempre nostra?
I video ucraini mostrano scavatori e soldati al lavoro per preparare trincee ad ovest di Bachmut, in aperta campagna. Interpretazione: questo dimostra che si stanno approntando in fretta nuove linee difensive ad ovest della città e quindi che ad ovest della città c'era solo l'aperta campagna. Pertanto, occupando alla fine Bachmut (una autentica piazzaforte) i russi avrebbero davanti a loro verso Ovest kilometri di aperta campagna, tagliata solo dalle attuali improvvisate trincee che gli ucraini stanno scavando.
Da notare che alcuni giorni fa il comandante ucraino di Bachmut è stato sostituito, mossa tipica di quando le cose non vanno bene.
Il Giornale cita anche l'ennesimo rapporto militare americano sulle grandi perdite dei russi, centomila morti e centomila feriti, includenti 1800 ufficiali (una cifra alta, questa degli ufficiali). Sino a quanto attendibili? Sulle perdite ucraine, silenzio assoluto.
L'Ungheria è finora l'unico Paese che ha preso le distanze da questa orribile guerra, dicendo che occorre negoziare una pace: si trova sotto assedio da parte dell'Unione Europea e degli USA (vedi articolo su La Nuova Bussola quotidiana).
Purtroppo, non si vede la fine di questo tunnel.
Miles

Anonimo ha detto...

Nel 2023 abbiamo ancora studenti a manifestare contro il fascismo inesistente. Questo per sottolineare, se ancora ce ne fosse bisogno, il ruolo della scuola, istituzione propagandistica il cui obiettivo è solo sfornare pedine funzionali a settori specifici per le multinazionali.

Chi ancora si dichiara “antifascista” è paragonabile intellettivamente ad un cefalo in fin di vita.

Oggi definirsi in tal maniera, quando l’unica ideologia rimasta da tempo è quella liberale, dei cosiddetti “mercati” e i loro deus ex machina, non è ammissibile.

Il liberalismo monopolizza la politica demonizzando in tutti i modi regimi del passato semplicemente per utilizzarli come metro negativo di paragone, per dimostrare la propria bontà. Ma è un sistema che è democratico solamente di facciata dal momento che, alla resa dei conti, un pool di banchieri e finanzieri, non eletti da nessuno, decide la solidità di un paese, il suo governo, le sue leggi e la sua economia.

La retorica antifascista propagandata nelle scuole ha sempre insegnato che viviamo in un'epoca democratica, di progresso, attenta alle minoranze. Gli studenti tontoloni che vedete nelle piazze sguazzano tra queste false credenze, non si pongono neppure la domanda se il potere nei secoli semplicemente possa aver cambiato pelle e modalità.
Per loro è tutto semplice, come gli hanno insegnato a scuoletta, la storia dei regimi è finita un secolo fa, poi l'uomo magicamente è cambiato e da allora bisogna solo vigilare che non torni più mentre il mondo democratico splende e si perfeziona giorno dopo giorno.

Cervelli al macero.

Anonimo ha detto...

A me risulta che i Russi stiano facendo tabula rasa di Bachmut, bombardamenti a tappeto, distrutti i ponti e si avanza metodo schiacciasassi, VZ lascia solo presidi di disgraziati destinati a fare scudo umano, ma non è quello che i 'giornaloni' dicono, ovvio, sulla RAI dico solo che bisognerebbe non pagare il canone TUTTI UNITI, ho notizie sulla 'democrazia' in UA, so che molti giornalisti liberi sono di fatto scappati via prima che la situazione degenerasse ulteriormente, so che 2 free lancers ucraini accusati di filoputinismo, a torto o ragione, non è dato sapersi, sono stati giustiziati con revolverate in piena faccia da parte di agenti governativi, le notizie faticano ad arrivare, saltano collaboratori di VZ come birilli al bowling, VP avanza passo passo e oltre alla desolazione delle macerie e dei morti, da ambo le parti, si vede solo nero, Trump torna in gara, forse solo per l'endorsement a De Santis, stem'a' veda. Buona domenica a tutti.

Anonimo ha detto...

Davide Lovat
IPOCRITI E MAESTRI DEL NULLA
Dov'era, la perfida Schlein, quando il Governo del mondialista Draghi reprimeva con ferocia i lavoratori del porto di Trieste?
Non sarà mai credibile la protesta di piazza dei mondialisti: la loro è solo voglia di eversione per riprendere il potere, tramite la stessa violenza con cui lo esercitano ovunque quando governano.

Anonimo ha detto...


# Sulla guerra in Ucraina.

La grande lentezza dell'avanzata russa dimostra tuttavia che gli ucraini combattono duramente, contendendo il terreno palmo a palmo, nonostante la superiorità dell'artiglieria russa.
A quanto se ne sa e si è visto finora, non ci sono stati cedimenti da parte degli ucraini, della truppa voglio dire.
L'esercito ucraino merita rispetto per come ha combattuto finora, non lo si può ridurre a "pochi disgraziati destinati a fare da scudo umano". Se così fosse, i russi avanzerebbero rapidamente. Il che non succede.
È vero che le notizie sulla guerra sono tutte da verificare sempre. Tuttavia, la lentezza, persino esasperante, dell'avanzata russa in questi combattimenti urbani è un fatto obbiettivo.
Miles

mic ha detto...

"Pietà per Bakhmut

Gli ucraini non sono lontani dal cadere a Bakhmut. Per una questione di rispetto verso tutti i morti, spero che a nessuno venga in mente di esultare come fecero tanti quotidiani e conduttori televisivi italiani davanti alla ritirata russa da Kherson. A Bakhmut è un massacro. I nostri fratelli russi e ucraini, ragazzi giovanissimi, hanno un’aspettativa di vita bassissima. Entrano in battaglia alle 8 del mattino e sono morti entro mezzogiorno. Esultare è un orrore. L’Italia si è già ricoperta di vergogna alimentando questa guerra dall’esterno per puro servilismo verso la Casa Bianca. Ai parlamentari italiani che inviano le armi non frega niente dell’Ucraina. Posso dimostrarlo facilmente: se domani Biden ritirasse il suo appoggio a Zelensky, i nostri parlamentari farebbero lo stesso dopo un secondo. Se Biden smettesse di inviare armi, anche i nostri parlamentari smetterebbero. Povera Ucraina. Abbiamo lavorato per la sua distruzione come abbiamo lavorato per la distruzione della Siria rifiutando qualunque mediazione con Assad dopo dodici anni di massacri per la rabbia di non essere riusciti a rovesciarlo per sostituirlo con un presidente filo-americano. L’Occidente che promuove la guerra in Ucraina è lo stesso Occidente della Germania nazista; è l’Occidente sanguinario, disumano, cinico, spietato che si esalta per i morti e si elettrizza per le armi. Parte delle nostre radici culturali sono nel nazismo. I nazisti eravamo noi; non erano extra-terrestri. L’Occidente guidato da Biden ha un’anima nazista che non è mai morta e che oggi riemerge in superficie in tutta la sua disumanità usando gli ucraini come carne da macello per avanzare militarmente ai danni della Russia. Hitler conquistava militarmente la Polonia in nome della razza ariana; la Nato conquista militarmente l’Europa dell'est in nome di una finta democrazia come conferma il fatto che la maggioranza assoluta degli italiani è contraria all'invio di armi che il nostro Parlamento invia ugualmente contro la Costituzione e senza essere obbligato da nessun trattato internazionale. In entrambi i casi, quello di Hitler e della Nato, si combatte per l’espansione militare. Ricordate ciò che Stoltenberg dice tutti i giorni: “L’Ucraina entrerà nella Nato; la Georgia entrerà nella Nato; la Finlandia entrerà nella Nato; la Svezia entrerà nella Nato”.
Espansione militare, signori miei, espansione militare. Altro che democrazia: l'Unione Europea sostiene le dittature più brutali e sanguinarie del mondo.
Pietà per Bakhmut.
Avanzi l’Italia, avanzi la pace."

Alessandro Orsini (Dalla sua Pagina Facebook"

Anonimo ha detto...

Gli atlantisti mangiainsetti e filotrans che piangono sui media i morti del naufragio non si chiedono come mai fra i morti ci siano ghli afghani, scappati dalla distruzione del loro paese operata dalla guerra persa, vergognosamente, della NATO. Anche quella era una guerra che doveva durare più che essere vinta.
V. Silvestrelli

Anonimo ha detto...

Professor Noam Chomsky:

« - È importante ricordare quanto siano isolati gli Stati Uniti al di fuori del mondo anglofono. Allo stesso tempo con loro solo le élite europee. Ma non i popoli stessi, all'interno dei quali non c'è unità, ad assecondarli solo le élite. Sì, questo è tutto.

Il resto del mondo non è con loro. Il 90% della popolazione mondiale non è d'accordo con le sanzioni. Di recente, in una conferenza sulla sicurezza a Monaco, gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per ottenere il sostegno del Sud del mondo in Ucraina. Non ha funzionato. Uno dopo l'altro, i paesi si sono sollevati e hanno detto: questa non è la nostra guerra. Vogliamo la pace e la fine di questo incubo, non l'escalation. India, Indonesia, Brasile, Colombia, Africa e così via. »

Anonimo ha detto...

D.: Il problema allora è la libertà?
R.: «Dipende da che cosa si intende per libertà. Ti potrei rispondere che il concetto globalista è totalitario. È il progetto, ancora una volta, di forgiare l’uomo nuovo, distruggendo la tradizione e disincarnando l’umano».

D.: Sembra la distopia di Aldous Huxley in “Mondo nuovo”.
R.: «Fondamentalmente sì. Sono anche le parole di Montale sull’innaturalità. Ricordi?».

D.: No, non a memoria.
R.: «L’innaturalità è il destino dell’uomo, uscito dallo stato di natura per entrare nella sua fase artificiale. Nell’uomo sapiente c’era ancora qualcosa di naturale, di scimmiesco, che ora deve estinguersi in vista di un’altra epifania. Avremo un giorno l’uomo totalmente self-made, costruito da sé, fabbro dei suoi destini, padrone, se non dell’universo, del suo mondo».

D.: È che c’è di male?
R.: «Tutto. Distruggi gli esseri umani concreti per costruire l’Homo Deus. Ma poiché l’Homo Deus è irraggiungibile, alla fine resti con un cumulo di macerie. Omogenee e illiberali».

D.: Fino a quando i «divergenti» non si ribellano.
R.: «È quello che sta accadendo. Viviamo la ribellione del piccolo contro il grande, del concreto contro l’astratto, del vicino contro il lontano, del presente contro il futuro, del mondo vissuto contro il mondo pensato».

(«L’uomo globale ha distrutto sé stesso», intervista a Giovanni Orsina in Il Giornale 5 marzo 2023)

Anonimo ha detto...

Dovevate fare gli "antifascisti" quando violavano la Costituzione. Quando vietavano le attività sportive anche ai bambini. Quando multavano le coppie che si baciavano. Quando vi controllavano il sacchetto della spesa. Quando limitavano le libertà di espressione e di movimento. Quando censuravano anche la satira. Quando vietavano di passeggiare nei giardinetti. Quando manganellavano onesti e pacifici cittadini nelle piazze. Quando vi obbligavano a fare la TesseraVerde anche per lavorare. Quando radiavano i medici e sospendevano gli infermieri. Quando gli elicotteri inseguivano i ragazzi nelle spiagge. Quando i droni inseguivano i runners nei parchi. Quando vietavano ai bambini di andare sull'altalena o di correre sul prato con gli aquiloni... ecco, lì dovevate fare gli "antifascisti". Non quando dovete salutare il nuovo segretario del partito.

Anonimo ha detto...


Orsini, come altre volte, ad analisi precise unisce affermazioni squilibrate, come quella che l'Occidente attuale avrebbe le sue radici nel nazismo.
La spaventosa decadenza morale dell'Occidente attuale in che modo si può ricondurre al nazismo? Non si vede in che modo.
La crisi ucraina attuale è nient'altro che manifestazione di tradizionale politica di potenza (da parte USA) che si sviluppa in base al "rischio calcolato" (costeggiando ma evitando una guerra di grandi proporzioni), il quale tuttavia periclita verso l'errore di calcolo, causa della guerra di grandi proporzioni che si vuole evitare.
Sentendosi aggredita dall'espansione della Nato ad Est, che ha superato la linea rossa con l'inclusione dell'Ucraina nell'area Nato dal 2014, la Russia ha reagito a sua volta come grande potenza in grado di attuare una politica di potenza, nel presente momento affidata soprattutto alla forza delle sue armi, alla guerra.

L'Italia, come altri Stati, è un satellite della potenza americana, dal 1943, cioè dalla nostra resa incondizionata dell'8 settembre. Deve sottostare a ingiunzioni e ricatti di ogni tipo. Sarebbe bello un atteggiamento coraggioso come quello di Orban, sulla guerra in Ucraina. L'Ungheria comunque non è entrata nell'Euro, se non mi sbaglio, e questo conferisce ad Orban una libertà d'azione che noi, col nostro gigantesco debito in Euro, non abbiamo.
I toni moralistici Orsini potrebbe comunque risparmiarceli, scadono sempre nella retorica.
Più che fare i moralisti converrebbe incitare il nostro Governo a spiegare il senso del termine "giusta pace" da esso auspicata in Ucraina, sino a dichiarare apertamente che solo una iniziativa negoziale equa deve por fine alla guerra.
Sempre che non sia troppo tardi. INffatti, se i russi riescono alla fine a prendere Bachmut e dintorni, aprono un bel buco nel sistema difensivo ucraino, foriero di prospettive di vittoria, tali da lasciar cadere ogni desiderio di effettiva soluzione negoziata del conflitto.
Z.

Anonimo ha detto...

Nessuno può 'festeggiare' o parteggiare per chi vincerà e per come lo farà, dispiace vedere filmati di cadaveri, per gli Ucraini di ogni età, i militari Russi sono poco più che ragazzini, bruciati vivi dentro ai carri armati o fatti a pezzi dalle bombe, le notizie sono frammentarie e da prendersi colle molle, la censura si è fatta feroce, molti siti di reporters non di regime, sono stati chiusi o pesantemente minacciati, l'avanzata russa è snervante, lenta, ma continua, è il loro modo di combattere secondo le regole di von Klausewitz, penso che alla fine prenderanno quello che si sono prefissi, a qualunque costo, le perdite umane per loro non sono mai state un problema, ricordiamoci di Stalingrad e Leningrad, io non parteggio per nessuno, vorrei che quest'altra 'inutile strage', come ebbe a dire Benedetto XV, finisse al più presto, massimo rispetto per i morti, di qualsiasi parte.

Da Fb ha detto...

Il motto progressista di "lotta a tutte le discriminazioni" è diabolico in sè. La discriminazione è messa in atto da parte di ogni civiltà quando distingue il bene dal male, e condanna alcuni comportamenti. Lottare contro tutte le discriminazioni, alla maniera dei progressisti, è lo strumento del totale relativismo e indifferentismo valoriale, ovvero dell'equiparazione di bene e male.

Anonimo ha detto...

Ho letto che l'ammiraglio che dirigeva la guardia costiera italiana rimpiange i bei tempi quando con la gloriosa Diciotti andavano a prendere i clandestini fin nelle acque territoriali libiche.Il governo non ha niente da dire? E la solertissima magistratura?Stia attento il governo , se salta Piantadosi dopo toccherà a qualche altro finchè ,uno alla volta non andranno tutti a casa.

Anonimo ha detto...


Auspicarsi comunque la fine di questa "inutile strage", chiunque vinca, non è qualunquista?

Si cita sempre questa frase di Benedetto XV, nel 1917. Ma sempre a proposito? Si è affermata la mentalità secondo la quale ogni guerra sarebbe una "inutile strage". Ma chi l'ha detto?
Che sia inutile, voglio dire. E non sempre le perdite sono molto elevate. E le guerre, dal punto di vista cristiano, non fanno parte della punizione per le nostre colpe? Non risulta anche dai Vangeli?

Nella primavera del 1917 erano tre anni che il fronte era bloccato. La "strage" era notevolissima e soprattutto non si vedeva come uno dei due contendenti potesse sconfiggere l'altro.
Non solo Benedetto XV, anche altre personalità al tempo note cominciarono a porre il problema della fine negoziata della guerra. Inglesi e americani fecero diversi tentativi segreti per indurre l'imperatore Carlo d'Asburgo ad una pace separata, ma senza esito, per vari motivi, tra i quali anche la pervicace volontà di Carlo di non conceder nulla, anche poco, all'Italia.
In ogni caso, per noi italiani la Grande Guerra fu una strage ma non inutile, visto che siamo finalmente riusciti a completare l'unità nazionale. E non c'era evidentemente altro modo. Oggi respingiamo quella guerra e quella vittoria perché non crediamo più ad una Patria italiana unitaria, vittime del pacifismo torbido di questi tempi corrotti e della ricaduta nel "particulare".

Questa guerra, ha detto Putin, è per noi questione di sopravvivenza. Infatti, se vince l'Ucraina, prendendosi Crimea e Donbass, la Russia diventa una potenza di terz'ordine, tagliata fuori dal Mar Nero e con le basi americane a poche centinaia di km da Mosca. Avrebbe la Nato in casa e potrebbe dissolversi in un caos allucinante. INoltre, se vince l'Ucraina, vince l'Europa della Riv Sessuale, del transgenderismo, etc: un incubo.
Se vince la Russia, vince uno Stato che, nonostante certi suoi lati oscuri, difende la morale cristiana e la gioventù dalla corruzione cui è ormai sottoposta in Europa e America.
Il problema è: come dovrebbe vincere la Russia? Non occupando tutta l'Ucraina, che ha diritto alla sua indipedenza (perché esiste una nazionalità ucraina) purché non ostile alla Russia, ma solo il Donbass e la Crimea.
Come andrà a finire sul campo Dio solo lo sa. Per quello occorrerebbero subito negoziati di pace, che dovrebbero però riconoscere alla Russia Crimea e Donbass conquistato, in cambio di una indipendenza neutrale del resto dell'Ucraina.
Non diciamo tuttavia che questa strage "è inutile".
Questa guerra dura da quasi 15 anni, è cominciata con le "primavere arabe", appoggiate dagli USA, per provocare un cambio di regime "democratico" in tutti gli Stati autoritari del Nordafrica, agganciandosi, nel 2014, alla frangia sud dell'accerchiamento nato della Russia, ossia all'Ucraina. È diventata anche una battaglia di principi non negoziabili, di valori assoluti: la negazione dello Stato e della Patria, la perversione (dalla scuola primaria alla vecchiaia) come regola di vita nell'Occidente decaduto contro la restaurazione (anche se imperfetta) dei valori naturali e cristiani da parte della Russia.
Politicus

Anonimo ha detto...


# L'ammiraglio italiano che vorrebbe accogliere tutti...

A questo proposito, un cardinale italiano ha in questi giorni ribadito che i migranti "hanno diritto", "migrare è un diritto" (il Giornale).
Ma quale diritto? Forse che i nostri migranti di un tempo, quando partivano per le Americhe, e tutti i milioni di europei che migrarono nelle Americhe, esercitavano un diritto? Ma quando mai.
Potevano andare a vivere in un altro Paese, organizzato a Stato, solo perché e finché c'era l'autorizzazione del governo di quel Paese ad andare.
Questo preteso "diritto" è un regalo che ci ha fatto Giovanni XXIII, uno dei più velenosi, a fondamento della c.d. "pastorale del migrante". Si trova definito in due paragrafi dell'Enc. Pacem in terris, del 1963, scritta poco prima della morte.

Sarebbe un "diritto umano", dicono oggi. Ma non può esistere. Uno può migrare in un altro Paese ma solo se le Autorità di quel Paese lo accolgono, a loro insindacabile giudizio, non perché abbia un diritto.
Che significa allora avere un diritto?
Poter disporre di me stesso come voglio e indifferentemente in qualsiasi luogo della terra, come se fossi cittadino del mondo?
No, evidentemente. Nessuno può esser considerato cittadino del mondo come se non fosse nato in una nazione e uno Stato precisi, con una sua storia e mentalità, suoi valori, lingua, religione etc, tutte cose che lo rendono un corpo estraneo in un altro Paese. E non solo estraneo ma anche conflittuale, quando i suoi valori sono opposti e/o ostili a quelli del Paese nel quale vuole andare (vedi i musulmani, che "emigrano" compatti per conquistare il Paese in cui vanno, costringendolo a diventare terra di Islam, perché questo comanda la loro religione).

Questo supposto "diritto ad emigrare" non tiene conto della realtà.
Siamo sempre individui storicamente e socialmente costruiti dai valori, usi e costumi del luogo in cui nasciamo. Non ci può essere riconosciuto il diritto di andare in qualsiasi altro Paese. Solo la facoltà, che può essere accolta o meno dalle autorità competenti del Paese dove vogliamo trasferirci.
(Tanto varrebbe riconoscere a ciascuno il diritto di andare a vivere nella casa di un altro, magari più ricco di lui, e a sue spese, in un'altra parte della città in cui vive. Chi avrebbe il coraggio di ammettere un diritto simile?).

Diritto del soggetto significa poi dovere di un altro soggetto di accogliere la pretesa di cui al diritto del soggetto (qui, di migrare ossia di essere accolto). Nella fattispecie, dovere dello Stato di accogliere, proteggere, far lavorare etc. il "migrante" che eserciti il suo supposto diritto nei confronti delle Autorità di quello Stato.
Ma questo dovere lo Stato ce l'ha solo verso i suoi cittadini, non verso gli stranieri, che sono sempre potenzialmente dei nemici (e non solo potenzialmente, vedi di nuovo i musulmani).
Lo Stato esiste per il bene comune dei suoi cittadini, un popolo storicamente e territorialmente definito, non per l'accoglienza indiscriminata di chiunque si presenti alle frontiere, non invitato. Nessuno Stato può avere un obbligo giuridico in questo senso. Caso mai solo un obbligo morale, ma sempre in relazione alle possibilità di accoglienza, che non può mai essere indiscriminata.
Salus populi suprema lex esto.
Il "popolo" non si estende su tutta la terra, non coincide con il genere umano.
Anche questo nefasto, falso pseudo "diritto di migrare" è un prodotto del Vaticano II.
PP

Anonimo ha detto...

Capito il nuovo disegno di legge inglese sull'immigrazione?
Se sbarchi sulle loro coste con barchini di fortuna ti prendono, ti deportano in Ruanda e per tutta la vita non potrai più accedere in UK. Non ci sono minori, non ci sono rifugiati politici, non c'è niente.
Se possono farlo? Sì, si chiama sovranità.
G.Morcellini

Anonimo ha detto...

Ucraina, la trappola di Tucidide si chiude a Bakhmut

I@C Poiché l’espressione fu inventata da un politolo americano ha avuto successo presso i valletti avidi delle parole del padrone: così la Trappola di Tucidide è diventata un’espressione che si usa con un certo compiacimento nei salotti, anche se esprime la più cristallina delle ovvietà, ovvero la tendenza delle potenze dominanti ad entrare in conflitto con quelle emergenti per evitare che queste ultime prendano il sopravvento. Tucidide è lo storico greco che narrò la guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta, poiché quest’ultima più forte sul puro piano militare aveva timore che la rivale diventasse più potente e dunque egemonizzasse tutta la Grecia. C’est la banalité meme direbbe un francese e tuttavia l’espressione coniata nel 2012 da Graham Allison acquista senso perché riferita all’imminente sconto tra Usa e Cina, una volta accertato che l’ex celeste impero non era facilmente inseribile come mero terzista industriale nel contesto occidentale è diventato tout court un nemico esistenziale. Forse sarebbe stato interessante indagare quando e perché si crea la paura di perdere la posizione preminente, se per superiorità dell’avversario oppure per coscienza delle proprie debolezze visto che di fatto viviamo un momento storico interamente condizionato dalla paura degli Usa che ha anche favorito la nascita di una scellerata oligarchia di comando.

Se proprio volessimo scavare a fondo in questi paragoni col mondo antico va detto che la sconfitta di Atene fu in realtà determinata da un accesso di follia dovuta essenzialmente all’assenza di un partito della pace o quanto meno di personaggi in vista in grado di difendere con successo l’idea di rinunciare a una impresa sanguinosa di cui nessuno coglieva i rischi: quella di attaccare Siracusa città potente quasi come Atene e alleata di Sparta per eliminare la concorrenza nel mediterraneo occidentale e avere così ragione definitivamente di Sparta. Le cose però non andarono affatto come il governo di Atene aveva sperato: Siracusa e i suoi alleati resistettero e con gli aiuti giunti da altre città alleate, finirono per annientare l’armata ateniese. E da quel momento le sconfitte si susseguirono alle sconfitte fino all’ultima imprevedibile mattana: quella di pensare che se gli ateniesi avessero rinunciato alla democrazia allora avrebbero ricevuto aiuto dai persiani. La maggior parte degli ufficiali della flotta ateniese accettò il piano e accolse con favore la prospettiva di una costituzione più limitata, che avrebbe garantito loro una maggiore influenza politica, mentre i soldati inizialmente riluttanti, furono convinti con la promessa che avrebbero ricevuto aumenti di stipendio con il denaro persiano. Grazie a questo ed alcune fortunate e fortunose azioni Atene non accettò alcuna offerta di pace di Sparta per trovarsi alla fine sconfitta e senza più una flotta.

Anonimo ha detto...

...segue
Naturalmente è difficile costruire paragoni impropri tra eventi così assolutamente distanti e tuttavia possiamo mettere in qualche modo in relazione l’ idea di fare la guerra a Siracusa per poi volgersi contro il nemico considerato più forte con quella di spingere la Russia a un intervento diretto in Ucraina: entrambe queste follie intraprese nella certezza di ottenere la vittoria hanno costituito una svolta decisiva nello scontro per esempio favorendo una stretta alleanza economica e militare fra i due avversari. Non era certo difficile comprendere cosa avrebbe provocato il golpe in Ucraina e il successivo armamento di un esercito il cui nerbo era formato da reparti di ispirazione nazista: anche senza la guerra ci sarebbe stato comunque un riavvicinamento tra Russia e Cina, laddove invece siglare un accordo per fermare l’avanzamento della Nato avrebbe avuto tutt’altro effetto. Il problema è che la Trappola di Tucidide crea una situazione di tale allarme e confusione che l’egemone colpisce quasi per riflesso come fosse un dinosauro la cui coda riceve impulsi dal cervello con grande ritardo. Adesso con la caduta di Bakhmut ormai imminente, si è arrivati a una svolta: continuare nella fornitura di armi a fronte della palese inutilità di questa strategia dell’inutile massacro sconfitta non sarebbe giustificabile di fronte alle opinioni pubbliche occidentali e di fatto sarebbe l’anticamera della guerra nucleare.
Italo Cipriani

Anonimo ha detto...

Pare che le cose non stiano andando esattamente come dicono i media. Il Presidente non è d'accordo col capo delle forze armate ucraine, che evidentemente teme il massacro. Speriamo che prevalga il buonsenso.

Anonimo ha detto...

Quando parlano dell'"occidente" da "difendere", dovrebbero ricordare sempre che parlano a nome di un 20 per cento scarso dell' umanità, in seno al quale c'è un 80 per cento che non la pensa come loro. Hanno rottamato l'occidente delle Cattedrali e delle grandi utopie, dei grandi ideali in marcia e dei grandi poeti, filosofi, santi e... Adesso dovremmo andare in guerra a difendere quello dei mangiatori di grilli e locuste, degli speculatori, degli usurai e delle multinazionali...ma andate a ramengo!

Anonimo ha detto...

MATTARELLA:
“Quello a emigrare è un diritto”.
RATZINGER:
“Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare”

Peraltro va ricordato che NON ESISTE il diritto a IMMIGRARE. Uno può emigrare se ha un luogo di destinazione che lo richiede o lo accoglie volentieri, e questo nessuno deve impedirlo. Ma nessuno ha il diritto a entrare clandestinamente in un altro Paese.

Gioco degli scacchi o gioco di Davos? ha detto...

Pare che il gruppo Wagner non abbia più munizioni e che il governo non gliene voglia più inviare, per cui, giustamente, il capo di Wagner parla di tradimento. In effetti, molte cose sono strane e vengono segnalate in diversi siti favorevoli alla Russia. Per esempio, quantità ingenti di armi pesanti stanno arrivando, o sono già arrivate, in Ucraina da ogni parte del mondo senza nessun disturbo, come se fossero consegnate da corrieri tipo Bartolini, GLS, etc... Putin sta giocando a scacchi o sta giocando il gioco di Davos? Come mai, dopo un anno, le forze armate russe fanno un passo avanti e due indietro? Le notizie che ci giungono non sono sempre affidabili, e, a volte, sono ridicole, come la notizia per cui i russi stanno combattendo con le pale, eppure qualcosa di strano c'è...

Anonimo ha detto...


Le notizie sulla guerra in Ucraina. Chi sbaglia?

Le dichiarazioni del capo dei c.d. "mercenari" della Wagner sul mancato invio di munizioni ai suoi uomini, lasciano perplessi.
Può essere che ci sia un ritardo nei rifornimenti dovuto a problemi logistici. Pensare tuttavia che ci sia un deliberato sabotaggio nei confronti della Wagner sembra assurdo, visto che quest'unità sta conducendo in prima fila la battaglia per Bachmut. C'è da chiedersi se queste dichiarazioni non siano una finta, per far credere agli ucraini che i russi sono in gravi difficoltà ed indurli a mandare ulteriori truppe nel tritacarne. Ma anche quest'ipotesi sembra troppo complicata.

Su il Giornale si vedono alcune foto dei "mercenari" della Wagner. Si tratterebbe di "contractors" privati, che combattono a titolo personale, con un contratto d'ingaggio. Combattono con i russi da anni, dalla campagna di Siria.
Dalla foto, si nota qualcosa del loro armamento. Le divise sono ottime, sembrano quelle dell'esercito russo. Ostentano il fucile d'assalto dei reparti scelti russi (paracadutisti, fanteria di marina, altri) con il calcio ripiegabile (tipico dei parà) e il lancia granate inserito sotto la canna del fucile. Impressione: questi sono "mercenari" per modo di dire. I privati potranno essere una aliquota ma probabilmente si tratta di reparti speciali regolari dell'esercito russo che per ragioni politiche si debbono mascherare da "contractors". In ogni caso di truppe scelte mascherate da "mercenari".
La guerra la vince anche chi fa meno errori. Sembra esserci un dibattito in corso in Ucraina: ritirarsi da Bachmut oppure no? Appare circondata da tre lati. Lo stesso dilemma che si presentò ai tedeschi che combattevano a Stalingrado, verso la fine del 1942, un'intera armata, dopo che i russi avevano sfondato a nord e a sud e stavano accerchiando la città. I generali tedeschi volevano ritirarsi finché erano in tempo ma Hitler li obbligò a resistere sul posto. Così perse l'intera armata. E l'intero fronte del Don, sino alla zona tenuta da noi, crollò.
Zelensky ha detto oggi che nuovi rinforzi arriveranno a Bachmut. Errore o no? Lo vedremo nei prossimi giorni.
Certi errori in guerra, che appaiono incomprensibili, sono forse lasciati accadere dall'Altissimo, che è anche "Dio degli Eserciti", espressione che non deve intendersi in senso solo simbolico: Egli fa vincere e perdere chi vuole lui, dall'alto dei suoi imperscrutabili decreti.
Miles

Anonimo ha detto...


"Quello a emigrare è un diritto". Nozione falsa.

Chi l'ha stabilito, questo diritto? L'ordinamento internazionale, sulla convinzione che emigrare sia un "diritto umano"? Per prima, la Chiesa "conciliare"?
Ma che vuol dire "diritto umano"?
È una nozione del tutto insostenibile perché non si appoggia su nulla di obbiettivo. Il diritto "umano" sarebbe la pretesa di ciascuno a perseguire la propria felicità nel modo che preferisce. Nell'idea di felicità vanno ricomprese quelle di sicurezza personale, benessere etc.
(Ma è giusta questa pretesa? Se il contenuto di un diritto soggettivo è la pretesa del soggetto ad un comportamente dovuto da parte di altri, questa pretesa deve essere giusta, non può essere una qualsiasi pretesa. E chi ne stabilisce la giustizia?).

In un diritto inteso in questo modo si può far rientrare di tutto, anche l'aborto, che in effetti si vorrebbe considerare un "diritto umano": così un atto criminoso come l'aborto volontario dovrebbe esser considerato un diritto umano, che gli Stati avrebbero l'obbligo di garantire!
L'antico "diritto naturale" era nozione che si fondava sulla natura dell'uomo come costituita dalla Divinità e/o dalla Ragione (nel giusnaturalismo moderno) - comunque diritto che si riteneva fondato su un ordinamento obbiettivo, che nel diritto naturale classico era di origine divina.
Il "diritto umano" invece sarebbe il diritto che l'essere umano in quanto tale ha di realizzare se stesso come meglio intende, in quanto puro soggetto o volontà che si autodetermina, al di fuori di ogni ordinamento, anche naturale. Alla maniera degli Idealisti: è l'autoporsi del Soggetto, un inizio assoluto.

Correlativamente, è scomparsa la nozione classica moderna del diritto positivo come realtà costituita in primis da tre elementi: Stato, territorio, popolo. Al suo posto c'è un complicato ordine-disordine internazionale, che tende a far prevalere i "diritti umani" nel senso appena visto perché rappresenterebbero il punto fermo nel fluttuante mare magnum di organizzazioni statali, private, semiprivate, sovranazionali che si accavallano da ogni parte, in una sorta di hobbesiano stato di natura, dominato dalla guerra di tutti contro tutti.
Bisogna tornare al concetto del diritto naturale, non però quello razionalistico del Sei-Settecento, posto a fondamento dei "diritti dell'uomo e del cittadino" della Rivoluzione Francese. Al concetto del diritto naturale di origine divina, espressione di un ordine trascendente l'umano.

PP

La Géorgie ha detto...

Il est malheureusement inutile de se faire des illusions : le nouvel ordre mondial maçonnique progrès à grand pas. La Géorgie est également prise au piège. Les lobbies qui gouvernent les USA et les monde gagnent haut la main. Malheureusement.

Anonimo ha detto...

Bachmut è persa, ma VZ non vuole ammetterlo, se non ordina il ritiro in buon ordine dei pochi intrappolati, Wagner and. co. faranno quello in cui sono maestri, massacrare i malcapitati anche senza usare armi sofisticate, composizione del gruppo: Ceceni, ex repubbliche URSS islamiche, mecenari NL, D, UK, SLO, CRO, ROM, BUL ed altri, paga base 6.500 $ al mese più il diritto al bottinaggio ed altri extra, di solito cambiano ogni 3 mesi zona di azione, le armi sono arrivate in quantità colossali, ma si sono perse in tanti rivoli, il guaio è che sono finite in mano a ISIS, Boko Haram e simili, i cari ISR hanno distrutto l'aeroporto di Aleppo in cui atterravano i pochi aerei che portavano aiuti umanitari ai Siriani terremotati e sanzionati........media occidentali muti, anche ES tace, ma come, lei la paladina..........da vomitare.

Anonimo ha detto...


Nessuno si è mai fatto illusioni, dobbiamo però combattere sino alla fine, usque ad internicionem, innanzitutto per la Gloria di Dio.

Anonimo ha detto...

LO STATO TERRORISTA PER ECCELLENZA, quello che però nessuno sanziona mai e contro il quale, non ci sono ragazzine ister*che che si tagliano ciocche di capelli!
--
Nuovi attacchi aerei israeliani, questa volta contro l'aeroporto internazionale di Aleppo in Siria, lo hanno messo fuori servizio, bloccati gli aiuti ai terremotati!

Anonimo ha detto...

Sta finalmente emergendo come la massima parte delle misure che ci sono state imposte, assolutamente non corrispondessero a dei provvedimenti di base scientifica, ma costituissero, piuttosto, solo un mezzo materiale, per poter meglio seminare fra la gente il terrore più irrazionale.
Per estrema sintesi, come è persino scappato di scrivere a Speranza, in principal modo, s'intendeva per tale via favorire una soppressione delle libertà individuali, quale necessaria tappa, per l'approdo alla realizzazione finale di un assetto collettivo di genere socialista ...

Anonimo ha detto...


Ma tutte queste cose cattive non le fa in realtà la Nato, la mente che le provoca è a Washington, D.C.
La Nato è solo il tirapiedi degli americani, i quali sono oggi via di testa.

Anonimo ha detto...

La NATO Si prepara a entrare in guerra diretta contro la Russia.

La gravità della situazione è posta in risalto dalle più recenti dichiarazioni di esponenti UE, frustrati dall’andamento delle operazioni in Ucraina.
Nello stesso giorno dello sciopero generale in Francia la Ministra degli Esteri francese Catherine Colonna -juppéiana, chiracchiana, finanziera, diplomatica- in un discorso al Parlamento ha richiesto agli Stati UE di prestare assistenza massiccia all’Ucraina, dicendo che gli stessi devono unirsi per fornire assistenza rapida, decisa e sostanziale inviando a) armi, ma anche b) militari europei, poiché solo in questo caso le si potrà assicurare la possibilità di 1) condurre una controffensiva, 2) invertire le posizioni e prevalere sul campo di battaglia, 3) sconfiggere la Russia.
Identicamente Tobias Ellwood, ex capo del Comitato di Difesa del Parlamento britannico ha dichiarato apertamente che 1) dobbiamo affrontare la Russia direttamente, 2) sostanzialmente siamo GIA' in guerra, 3) occorre mutarne ufficialmente lo status.
Come si vede la Nato inizia a prepararsi allo scontro diretto con la Russia.

Come si poteva facilmente prevedere, quando i politicanti atlantisti si vedono con le spalle al muro, per loro la via d’uscita è la guerra.
Essi ritenevano che le sanzioni avrebbero devastato la Russia, mentre si accorgono ora che quelle si sono ritorte proprio contro i loro Stati.
Risulta interessante al riguardo la testimonianza di una giornalista inglese che, in un articolo per il , ha confrontato la situazione dei supermercati nel suo paese con quelli russi. Ella attesta che i supermercati britannici stanno sperimentando la scarsezza di molti prodotti (dalle uova a frutta e verdura), mentre in Russia tutto è normale e a prezzi convenienti, per non parlare dell’energia.
Questo fatto conferma il fallimento della campagna sanzionista, dato che la Russia può importare molti di questi prodotti da paesi come Iran, Turchia, Algeria e altri. Ciò conferma dunque che la Russia 1) sta vincendo la guerra economica, 2) non è affatto isolata come speravano i politicanti atlantisti.

Per tale motivo questi sono molto nervosi e predicano la guerra diretta contro la Russia, per salvarsi la poltrona e coprire le frottole della loro propaganda.
Nel frattempo la Russia stringe la tenaglia militare sull’Ucraina con forti bombardamenti missilistici su tutto il paese e con la definitiva rottura del fronte a Bakhmut ed Artemovsk, mentre l’esercito ucraino potrebbe collassare a causa delle perdite subite, comunque nell'attesa delle nuove armi promesse dalla NATO a nostre spese.

Lucino Lago & alii

Anonimo ha detto...

USA, UE, NATO sono in difficoltà - Bakhmut sta per cadere - di conseguenza cercano una finta pace per poi ripartire e agguantare la Russia. Come mai i russi sono così ingenui? l'ingenuità fa parte del carattere del popolo russo?