Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 3 marzo 2023

La sinodalità va di moda, tranne che per i tradizionalisti, che hanno diritto solo a soffrire in silenzio

Nella nostra traduzione da Le salon beige notiamo come la vicenda del trattamento riservato ai fedeli legati alla Tradizione trovi posto anche sugli organi di stampa. Di seguito ne abbiamo la versione da Le Figaro. Qui l'indice degli articoli sulla vexata quaestio.

La sinodalità va di moda, tranne che per i tradizionalisti,
che hanno diritto solo a soffrire in silenzio
Da Christophe Dickès in Le Figaro :

La Quaresima per i cattolici tradizionali inizia nel dolore. Il responsabile Vaticano in tema di liturgia, il cardinale Roche, che di fatto non ha mai nascosto la sua contrarietà all'operato di Benedetto XVI, ha appena pubblicato un nuovo testo convalidato da papa Francesco sulla pratica del rito antico [qui]. Il papa, in contraddizione con lo spirito stesso che intendeva dare al suo pontificato, riduce drasticamente la libertà dei vescovi e la loro autonomia in materia. Ma chi sono questi cattolici tradizionalisti? […]

Oggi, queste persone vengono individuate. Ci si potrebbe chiedere perché riempiono le loro chiese quando molte altre sono vuote. Ci si potrebbe anche chiedere se queste persone non facciano parte di quelle che Benedetto XVI ha definito minoranze creative: scuole, gruppi scout, cori, assistenza agli anziani, opere missionarie, media e soprattutto… conversioni e vocazioni. I tradizionalisti fanno fiorire il loro fico, ma ciò non sembra aver importanza.

Innanzitutto, come san Paolo chiamato a Gerusalemme dalle colonne della Chiesa (Galati 2), avremmo potuto cercare di accogliere i responsabili degli istituti e delle comunità interessate per ascoltarli. Avremmo anche potuto chiedere loro di fare uno sforzo lavorando su alcuni punti. Così come la Fraternità San Pio X o gli anglicani si erano impegnati a discutere con Roma per una reintegrazione, sempre sotto il pontificato di Benedetto XVI. Potremmo, in caso di cattiva volontà, fare una correzione fraterna, o anche un rimprovero e anche dare prova di sollecitudine pastorale. Il che, nel diritto canonico (C. 1341), è un'opera di giustizia. Meglio ancora, dato che oggi i laici hanno voce in capitolo, avremmo potuto invitare anche alcuni della base di questi credenti, rappresentativi di questa singolare corrente della Chiesa.

Nulla di tutto questo: è stato ricevuto solo il Superiore della Fraternità San Pietro. Che ne ha tratto giovamento [vedi e link di richiamo]. Quanto ai laici, le madri di sacerdoti dai 50 ai 65 anni, che hanno percorso a piedi 1.500 km da Parigi a Roma per depositare una supplica ai piedi del Vicario di Pietro, sono state accolte per appena tre minuti [qui]. 1500 chilometri per una manciata di secondi... In questo gruppo, una goccia d'acqua di speranza in un oceano di indifferenza, c'era anche una fedele appartenente alla comunità Emmanuel che, mossa a compassione, aveva voluto fare un po' di strada con questo curioso piccolo mondo. Questa donna aveva creato un ponte. Fu accolta con lacrime e amata con le parole di Tertulliano: “Vedi come si amano” (Apologetica, n. 39 § 7).

Oggi a queste tradizioni vengono dati appellativi per meglio squalificarle. Sono nichilisti, ci viene detto, o addirittura restaurazionisti. Un critico inglese li considera addirittura nuovi giansenisti! Viene detto loro di riconoscere il Concilio Vaticano II quando la stragrande maggioranza di loro non ha letto e non leggerà mai il Concilio Vaticano II. Né più né meno della maggior parte dei fedeli che assistono alla Messa di Paolo VI. Vengono criticati per la loro ecclesiologia senza chiedersi se il 96% dei cattolici non praticanti ne abbia una. Alla fine vogliamo rieducarli. Con le  buone o con le cattive. Sembra che sia di moda la sinodalità, ma “loro” hanno un solo diritto: quello di soffrire in silenzio
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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11 commenti:

Anonimo ha detto...

Personalmente non provo nessuna compassione per chi ancora, dopo tanti e troppi anni, non ha ancora capito con chi abbiamo a che fare, la profondità del male che ci attanaglia. Si offendono se gli dicono restaurazionisti (addirittura!) o indietristi. Per me è gente troppo suscettibile, cristiani da salotto, estetisti. Sono coloro che vorrebbero un cristianesimo senza persecuzione. Un cristianesimo cioè che non è mai esistito e mai esisterà.

mic ha detto...

Io non vedo tutta questa suscettibilità per i termini con cui si è apostrofati, che semmai vengono richiamati con doloroso stupore. E ciò che è inaccettabile è che la persecuzione venga da chi dovrebbe confermare nella fede...

Anonimo ha detto...

Ok Mic, declassiamo pure a doloroso stupore, posso essere d'accordo, ma, mi chiedo, ancora stupore? Dopo dieci anni di Bergoglio? Cioè uno dopo dieci anni si aspetta ancora di essere confermato nella, fede da Bergoglio? Lo stupore dovrebbe venire se ciò accadesse, non se non accade. Perché non è mai accaduto.

Anonimo ha detto...

Sarebbe troppo chiedere che il prossimo Papa:
-parli poco e lo faccia in termini di saggezza e di verità, soprattutto evitando di dire strafalcioni parlando a braccio o rilasciando interviste come un qualunque uomo politico
-sia una figura ieratica
-sia un uomo di fede e appaia tale, trasmettendola al pubblico che lo vede e lo ascolta
-sia integralmente cattolico e vicario di Cristo, rimettendo al centro la liturgia tridentina
Forse è solo un sogno o forse sarà realtà.

Gz


Anonimo ha detto...

Fabbrizio Fabbri
Sto finendo di leggere il libro-intervista del card. Muller.
In certe parti e' ottimo poiché dice con coraggio la verità amara della grande crisi del cattolicesimo in Europa, specie in Germania e il grave pericolo che la Chiesa si trasformi in una ong atea, senza più rapporto con Cristo risorto e che il prossimo Papa e con lui la Chiesa devon tornare a Cristo
Fa molte sacrosante forti critiche a Papa Francesco (su Amoris laetitia, Fratelli tutti, e altro) ma poi molte volte dice che non è contro Papa Francesco.
Si vede che è un conservatore ma progressista seppur moderatamente, come son stati Woitila e Ratzinger e questa posizione che una volta si definiva centrista per me non è più accettabile.
A mio giudizio sente talora troppo anche lui l'influsso del progressismo buonista.
Comunque è in genere assolutamente nel giusto

Anonimo ha detto...

Nel libro del card.Muller ci sono anche alcune affermazioni dottrinali (sui suicidi, sulla pena di morte, sulla guerra e sulla violenza fisica in genere) ispirate per me ad un pacifismo totale progressista tolstoyano che io non condivido come non condivido il giudizio troppo negativo su Putin considerato addirittura peggiore di Hitler e Stalin.
In conclusione "In buona fede" non mi ha esaltato

mic ha detto...

Stupore, ancora, sì. Perché c'è il superamento di ogni limite...
E non ho detto che ci si aspetti di esser confermati nella fede ds Bergoglio; ma sostanzialmente sottolineavo il paradosso che la persecuzione arrivi da chi dovrebbe farlo....

Ma poiché sei tiepido... ha detto...

Non gettate soldi, non sprecate tempo per i libri di Muller e compari conservatori! Che cosa sperate da quella gente? Credete che vogliano veramente instaurare omnia in Cristo? Vi affascina una instauratio a metà?

"Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca". (Ap. 3, 14-20)

Catholicus ha detto...

Concordo pienamente, al 100%

Geasu' vi Benedica e vi conforti in questo nuovo giorno! Continuiamo a pregare il Santo Patriarca , con il vostro permesso.. ha detto...

Ventiduesimo giorno (7 Marzo)
PREPARAZIONE ALLA CONSACRAZIONE
A SAN GIUSEPPE

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Pater, Ave, Gloria

A te, o beato Giuseppe

MEDITAZIONE (sul testo proposto giorno per giorno)

Impegno missionario e Fioretto della giornata (indicati alla fine della meditazione)

Preghiera biblica o tradizionale (riportata in calce alla meditazione)

Litanie a san Giuseppe

Ventiduesimo giorno: la santa afflizione
Chi vive profondamente unito a Dio non si affligge per gli stessi motivi né allo stesso modo degli altri. L’alto grado di sviluppo delle virtù teologali gli fa vedere la realtà sotto tutt’altra luce: nelle prove, egli scorge la mano paterna di Dio che lo educa; nelle calamità, un salutare richiamo alla conversione; nelle croci, un mezzo per amare. Le cause della sua intima sofferenza sono di diverso genere: le offese rivolte a Dio, le contraffazioni della verità, le violazioni della giustizia, le disgrazie che gli uomini attirano su di sé con la loro impenitenza.

Il suo cuore vibra di sincera empatia con coloro che soffrono o sono oppressi, nel vivo desiderio di caricarsi dei loro fardelli e di alleviarne il peso; la carità disinteressata gli rende insopportabile assistere all’altrui patire senza far nulla, fosse pure una semplice preghiera. Ciò che più lo ferisce, tuttavia, è l’ottusa ostinazione con cui i suoi simili respingono la grazia, procurandosi così grandi mali, che potrebbero invece facilmente evitare, e assoggettandosi alla tirannide del demonio e dei suoi servitori. Tale sofferenza spirituale è tanto più acuta quanto più il cuore è puro.

San Giuseppe fu afflitto in modo indicibile, per tutta la vita, dal triste spettacolo delle infedeltà al Signore e delle sventure dei Suoi compatrioti. Il Suo popolo, indurendosi sempre più, con il suo formalismo lassista, nell’indifferenza all’amore divino, si stava precipitando verso la catastrofe. Nella Sua casa, tuttavia, stava al contempo crescendo, nascosto al mondo, il Salvatore, seguendo il quale tanti l’avrebbero evitata. Chiedi a Lui la grazia di saper riconoscere l’avanzare del Regno di Dio nell’apparente trionfo degli imperi umani.

IMPEGNO MISSIONARIO: aiuterò chi soffre per qualunque motivo, colpevole o meno, a riconoscere il richiamo a tornare a Dio.

FIORETTO: anziché lamentarmene, ringrazio il Signore per un’afflizione offrendola per la conversione di un peccatore.

Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!» e non soccorri?
Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti rapina e violenza e si muovono contese.
Non ha più forza la legge, né mai si afferma il diritto.
Tu, dagli occhi così puri che non puoi vedere il male né guardare l’iniquità,
perché, vedendo i malvagi, taci, mentre l’empio ingoia il giusto?
Mi metterò di sentinella, in piedi sulla fortezza,
a spiare per vedere che cosa mi dirà,
che cosa risponderà ai miei lamenti.
Il Signore mi rispose e mi disse:
«Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».

https://crociatasangiuseppe.blogspot.com/p/ventiduesimo-giorno-8-marzo.html

Benedetta fra tutte le donne..Continuiamo, con il vostro permesso. ha detto...

Ventitreesimo giorno (8 Marzo)
PREPARAZIONE ALLA CONSACRAZIONE
A SAN GIUSEPPE

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Pater, Ave, Gloria

A te, o beato Giuseppe

MEDITAZIONE (sul testo proposto giorno per giorno)

Impegno missionario e Fioretto della giornata (indicati alla fine della meditazione)

Preghiera biblica o tradizionale (riportata in calce alla meditazione)

Litanie a san Giuseppe

Ventitreesimo giorno: la fame di giustizia
L’anima di chi ama Dio desidera ardentemente compiacerlo in tutto adempiendo con ogni cura i Suoi voleri, conosciuti mediante la Sua legge, gli insegnamenti della Chiesa, i giusti ordinamenti della società civile e la voce della coscienza retta e ben formata, che rimane la definitiva istanza di giudizio nel determinare scelte e comportamenti. Retta è la coscienza che, pronta ad applicarlo nell’azione, si adegua al vero senza distorcerlo in base a interessi estranei; ben formata è quella che ha fatto ricorso ai mezzi disponibili per istruirsi e trovare una risposta affidabile ai suoi interrogativi.

Il giusto non è tormentato dagli scrupoli, indice di un accentramento sull’io tirannico, ma non si accontenta nemmeno di scorciatoie o di facili scuse. L’acuta sensibilità con cui avverte anche le minime mancanze di rettitudine e di amore lo rende vigilante ed esigente con se stesso, senza però trasformarsi in ossessiva ansietà per le imperfezioni involontarie. Il banco di prova di un sano impegno per la propria santificazione è la paziente magnanimità con cui si sopportano i difetti e le debolezze degli altri, pur senza omettere, quando possibile, una benevola correzione.

San Giuseppe fu sempre guidato da una ferma disposizione a porre la volontà di Dio al di sopra di tutto, anche a costo di sacrifici e incomprensioni. Arso dalla sete di dargli gloria in ogni più piccolo atto, trovava in ciò il vero cibo dell’anima, l’unico capace di saziarla, come sarebbe avvenuto anche per l’umanità del Figlio adottivo (cf. Gv 4, 34). Impara anche tu a plasmare i tuoi desideri su quelli del Padre celeste, che oggi ti mette alla prova per prepararti a condividere, domani, la Sua beatitudine senza fine.

IMPEGNO MISSIONARIO: nelle situazioni di conflitto, affermerò apertamente la preminenza del volere di Dio nelle questioni dibattute.

FIORETTO: rinuncio a un puntiglio personale a favore di una cordiale adesione a quella che la mia coscienza riconosce come volontà divina.

Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti,
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.
Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le cui foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.
Non così, non così gli empi,
ma come pula che il vento disperde;
perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,
né i peccatori nell’assemblea dei giusti.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.
(Sal 1, 1-6)

https://crociatasangiuseppe.blogspot.com/p/ventitreesimo-giorno-9-marzo.html?m=0