La diocesi di Charlotte richiederà ai seminaristi di dedicare un "anno pastorale" extra all'insegnamento, vivendo come laici
Dove sta andando la Chiesa cattolica? La Chiesa Una Santa è viva e immacolata nel Suo Sposo; ma una parte di quella visibile rischia di subire una 'mutazione genetica' o questa è già avvenuta nostro malgrado e ne stiamo vedendo gli effetti? Ci confrontiamo per "resistere", nella fedeltà.
Peregrinatio Summorum Pontificum 2022
venerdì 26 dicembre 2025
La diocesi di Charlotte richiederà ai seminaristi di dedicare un "anno pastorale" extra all'insegnamento, vivendo come laici
La diocesi di Charlotte richiederà ai seminaristi di dedicare un "anno pastorale" extra all'insegnamento, vivendo come laici
La Chiesa ci ha tolto il silenzio durante la Messa
La Chiesa ci ha tolto il silenzio durante la Messa
Ci si alza e ci si siede a comando, si ripetono ad alta voce le preghiere, non so con quale partecipazione, poi si ascolta la predica, infine ci sono i canti; e questo è il momento peggiore. Non si possono onestamente chiamarli canti.
giovedì 25 dicembre 2025
Santo Natale 2025
expectatio gentium, et Salvator earum:
veni ad salvandum nos, Domine, Deus noster.
«La Chiesa da venti secoli predica la nascita di Gesù Bambino, ch’è il mistero più dolce, l’immagine più pura, il conforto più grande che l’umanità mai abbia avuto: Dio-uomo. Se è già una cosa grandiosa, incomparabile, insondabile, impenetrabile e inesauribile il mistero di Dio e il mistero dell’uomo, cos’è il mistero dell’Uomo-Dio? È certamente ancora più inesauribile e insondabile, ma è insieme la risoluzione della tensione fra Dio e l’uomo, fra l’Infinito e il finito, fra la Purezza e la nostra miseria del peccato, è “Dio con noi”, è la soluzione di questo mistero, è il conforto ineffabile. Ecco la gioia di noi cristiani oggi». P. Cornelio Fabro
mercoledì 24 dicembre 2025
L'evento storico più significativo di sempre: la Natività di Nostro Signore Gesù Cristo
L'evento storico più significativo di sempre:
la Natività di Nostro Signore Gesù Cristo
Alcune note sul collegamento tra la caverna di Platone e l'iconografia cristiana
Duccio di Buoninsegna (1299–1319), La Natività, 1308 ( fonte )
Buon Natale a tutti voi!
La grotta di Maestro Duccio e la saggezza di Platone
Immaginate degli uomini che vivono in una specie di caverna sotterranea con un lungo ingresso aperto alla luce per tutta la sua larghezza. Immaginateli con le gambe e il collo incatenati fin dall'infanzia, in modo che rimangano fermi nello stesso posto, capaci solo di guardare avanti e impediti dalle catene di girare la testa. Immaginate inoltre la luce di un fuoco che arde più in alto e a una certa distanza dietro di loro, e tra il fuoco e i prigionieri e sopra di loro una strada lungo la quale è stato costruito un basso muro, come gli espositori di spettacoli di marionette hanno dei tramezzi davanti agli uomini stessi, sopra i quali mostrano le marionette."Tutto quello che vedo", disse.“Guarda anche, dunque, uomini che portano oltre il muro utensili di ogni genere che si elevano al di sopra del muro, e anche immagini umane e forme di animali, lavorate in pietra, legno e ogni materiale, alcuni di questi portatori presumibilmente parlano e altri sono silenziosi.”
«Strana immagine quella di cui parli», disse, «e strani prigionieri»."Come noi", dissi; "perché, per cominciare, dimmi, pensi che questi uomini avrebbero visto qualcosa di loro stessi o degli altri, se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna di fronte a loro?""Come potrebbero", disse, "se fossero costretti a tenere la testa ferma per tutta la vita?"
"E ancora, non varrebbe lo stesso per gli oggetti trasportati da loro?"
"Certamente."«Se dunque fossero in grado di parlare tra loro, non credi che supporrebbero che, nominando le cose che vedono, stanno nominando gli oggetti che passano?»
"Necessariamente.""E se la loro prigione avesse avuto un'eco dal muro di fronte, quando uno dei passanti avesse emesso un suono, pensi che avrebbero supposto che a parlare fosse stato qualcun altro oltre all'ombra che passava?"
«Per Zeus, non lo so», disse.“Allora, in ogni caso, tali prigionieri riterrebbero che la realtà non sia altro che l'ombra degli oggetti artificiali.”
"Inevitabilmente", ha detto.(1)
Prigionieri del nulla
Lo stupefacente piano divino nascosto
Andrej Rublev (?–1430), Natività del Signore
Fede cristiana eterna e infallibile
_____________________________
1. Cito la traduzione di Paul Shorey: Platone in dodici volumi, volumi 5 e 6, Cambridge, MA, Harvard University Press; Londra, William Heinemann Ltd., 1969.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Nota di Chiesa e post-concilio
Imparare il latino liturgico, lezione 23
Imparare il latino liturgico, lezione 23
Le antifone O
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17 dicembre
martedì 23 dicembre 2025
Novena di Natale - VIII Giorno. O Emmánuel
23 dicembre – VII Antifona
| O Emmánuel, Rex et légifer noster, exspectátio géntium, et Salvátor eárum: veni ad salvándum nos, Dómine, Deus noster | O Emmanuele, nostro Re e nostro Legislatore, attesa delle genti e loro salvatore, vieni a salvarci. Signore Dio nostro! |
L’arcivescovo Gänswein esorta Papa Leone a porre fine alle restrizioni sulle messe antiquior e a ripristinare il Summorum Pontificum
L’arciv. Gänswein esorta Papa Leone a porre fine alle restrizioni sulle messe antiquior e a ripristinare il Summorum Pontificum
Il vescovo Schneider chiede a Papa Leone di "liberare la messa antiquior"
Il vescovo Schneider chiede a Papa Leone di "liberare la messa antiquior"
lunedì 22 dicembre 2025
Avviso riguardante la Santa Messa di Natale a Pavia
dFB
Novena di Natale - VII Giorno. O Rex géntium
22 dicembre – VI Antifona
| O Rex géntium, et desiderátus eárum, lapísque anguláris, qui facis útraque unum: veni, et salva hóminem, quem de limo formásti | O re delle genti, oggetto dei loro desideri! Pietra angolare che riunisci in te i due popoli ! Vieni e salva l’uomo che hai formato dal fango. |
L’ultima enciclica antimoderna, che progettava Pio XII
L’ultima enciclica antimoderna, che progettava Pio XII
domenica 21 dicembre 2025
Papa Leone nomina il vescovo che ha celebrato la "Messa LGBT" con una drag queen come speaker
Papa Leone nomina il vescovo che ha celebrato la "Messa LGBT" con una drag queen come speaker
Il vescovo Ramón Bejarano ha celebrato la messa domenicale del 13 luglio, organizzata dal “Ministero LGBTQ” di St. John e con il pieno appoggio della diocesi di San Diego, guidata dal vescovo Michael Pham, una delle prime nomine episcopali di Papa Leone XIV.
Novena di Natale - VI Giorno. O Óriens
21 dicembre – V Antifona
| O Óriens splendor lucis ætérnæ, et sol iustítiæ: veni, et illúmina sedéntes in ténebris, et umbra mortis | O Oriente, splendore della luce eterna! Sole di giustizia! vieni, ed illumina coloro che giacciono nelle tenebre e nell’ombra della morte! |
Dominica Quarta Adventus ("Rorate") - Le sette antifone "O": originale latino e traduzione
Intróitus
| Is. 45, 8 - Roráte coeli désuper, et nubes plúant iustum: aperiátur terra, et gérminet Salvatórem. Ps. 18, 2 - Coeli enárrant glóriam Dei: et ópera mánuum eius annúntiat firmaméntum. | Piovete dall’alto o cieli, e madateci il giusto, o nubi: si apra la terra e dia frutti di salvezza. I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento narra l’opera delle sue mani. |
Oggi [1] essa da gli ultimi tocchi per commuovere i suoi figli. Li trasporta nella solitudine e mostra loro Giovanni Battista, sulla cui missione li ha già istruiti nella terza Domenica. La voce di quell'austero Precursore risuona nel deserto e si fa sentire fin nelle città, predicando la penitenza, la necessità di purificarsi nell'attesa di colui che sta per apparire. Ritiriamoci in disparte durante questi giorni; o se non possiamo farlo a causa delle nostre occupazioni esteriori, ritiriamoci nel segreto del nostro cuore e confessiamo la nostra iniquità, come quei veri Israeliti che venivano, pieni di compunzione e di fede nel Messia, a completare ai piedi di Giovanni Battista l'opera di preparazione per riceverlo degnamente quando fosse apparso. Ora, ecco la santa Chiesa che, prima di aprire il libro del Profeta, ci dice all'ordinario, ma con solennità sempre maggiore:
sabato 20 dicembre 2025
Novena di Natale - V Giorno. O clavis David
20 dicembre – IV Antifona
| O clavis David et sceptrum domus Israël; qui áperis, et nemo claudit; claudis, et nemo áperit: veni, et educ vinctum de domo cárceris, sedéntem in ténebris, et umbra mortis | O chiave di David e scettro della casa d’Israele, che apri, e nessuno può chiudere; che chiudi, e nessuno può aprire: vieni e trai dalla prigione il misero che giace nelle tenebre e nell’ombra della morte. |
Vescovo Eleganti: per propria ammissione, l'Islam è una religione anticristiana
Vescovo Eleganti: per propria ammissione,
l'Islam è una religione anticristiana
Seguirono altri incontri con enfasi diverse: nel 1993, 2002, 2011 e 2016.
venerdì 19 dicembre 2025
Svolta Leone: chiede aiuto ai cardinali I temi anticipati da una lettera "natalizia". Al centro anche la liturgia eucaristica
Via al Concistoro
Svolta Leone: chiede aiuto ai cardinali
Novena di Natale - IV giorno. O Radix Jesse
19 dicembre – III Antifona
| O radix Iesse qui stas in signum populórum, super quem continébunt reges os suum, quem gentes deprecabúntur: veni ad liberándum nos, iam noli tardáre | O rampollo di Jesse, che sei come uno stendardo per i popoli; davanti la quale i re ammutoliranno e le genti offriranno le loro preghiere: vieni a liberarci, e non tardare. |
È possibile essere mistici nel XXI secolo? Parte seconda
È possibile essere mistici nel XXI secolo? Parte seconda
“uno di loro fu rapito fino al terzo cielo...”
Prima parte qui.
giovedì 18 dicembre 2025
Novena di Natale III giorno - O Adonái
18 dicembre – II Antifona
| O Adonái et Dux domus Israël, qui Móysi in igne flammæ rubi apparúisti, et ei in Sina legem dedísti: veni ad rediméndum nos in brácchio exténto | O Adonai, Signore, capo della casa d’Israele, che sei apparso a Mosè nella fiamma del roveto ardente e gli hai dato la legge sul Sinai, vieni a riscattarci nella forza del tuo braccio. |
“Va bene perché c’è il Giubileo, ma finché sarò abate non si ripeterà!”
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| Mons. Braschi |
Domenica 14 dicembre 2025 ha avuto luogo la celebrazione di una Messa in Rito Ambrosiano Antico presso l’Altar Maggiore della Basilica di Sant’Ambrogio in Milano. Un simile evento non accadeva dal 1972, rendendo quanto accaduto a tutti gli effetti un momento storico.
La Diocesi di Milano dovrebbe andare fiera del suo Proprio Rito, una caratteristica che la rende unica al mondo. Certo, c’è il Rito Ambrosiano Riformato, ma non è mistero la lunga avversione di gran parte della Curia Ambrosiana all’Antico Rito. Tra essi, un campione inossidabile dell’astio ideologico contro (la Tradizione di) Sant’Ambrogio Vescovo è Carlo Faccendini, Abate Mitrato dell’Insigne Basilica, in altre parole, satrapo plenipotenziario. Ordinato nel 1976, entusiasticamente formatosi nel clima iconoclasta dell’immediato postconcilio - praticamente un “Mario Capanna” ecclesiastico - alle soglie della pensione il Monsignore alimenta il suo mito giovanilistico rimembrando nostalgicamente quanto fossero “formidabili quegli anni” in cui, mentre nelle università si occupavano le aule e si menava la polizia, nella diocesi si bruciavano pianete e manipoli, si distruggevano altari, si inveiva contro la lingua di Cicerone e San Tommaso e si proclamava il Rito Ambrosiano essere un patetico ferrovecchio…
L’indomabile prelato ha innanzitutto imposto una celebrazione coram populo. Naturalmente ciò è dovuto a una sincera preoccupazione pastorale, perché i fedeli potrebbero essere perplessi se vedessero una celebrazione coram Deum… Peccato che le stesse preoccupazioni pastorali il Faccendini non le abbia quando ha più e più volte concesso di celebrare coram Deo a Sacerdoti della Chiesa Ortodossa (dunque non in Comunione con la Chiesa Cattolica e tantomeno con l’Arcivescovo Delpini) di celebrare presso l’Altar Maggiore della “sua” Satrapia Basilica. Probabilmente i fedeli di Sant’Ambrogio sono tutti fini conoscitori dell’Antico Slavo o Greco Ecclesiastici, per cui se incappano in una Divina Liturgia Bizantino-Slava non battono ciglio, mentre una Liturgia Ambrosiana Antica potrebbe lasciarli con danni psicologici permanenti.
Finché sarà lui abate, certo. Infatti, tra poco Carlo “formidabili-quegli-anni” Faccendini, classe 1952, andrà in pensione. La sua anagrafica lo rende parte di quella generazione di clero più ideologizzata, per gli anni di contestazione in cui si è formata. Una generazione che, grazie a Dio, sta andando in pensione, ma che ha lasciato il deserto dietro di sé, umano, artistico, liturgico. Grazie a Dio, l’Abate mitrato è il passato. La Tradizione è il futuro. E magari tra qualche anno, ormai largamente emerito, lo potremo vedere celebrare in vetus ordo, accolto dai suoi odiati tradizionalisti come i soli che ancora si ricorderanno con rispetto di lui, come già del suo predecessore Monsignor Manganini…
Aggiungiamo qualche chiarimento (22 dicembre 2025) in risposta ad alcuni commenti che ci sono pervenuti...
A proposito dell'orientamento ad Deum. Sant’Ambrogio ha un altare basilicale antico. È vero che nel primo millennio c’era l’abitudine di celebrare ad populum, ma questo è dovuto al fatto che alle liturgie presenziava l’imperatore o suo delegato, per cui non si riteneva di voltare le spalle ad esso. Nel millennio seguente in Sant’Ambrogio si è sempre celebrato ad Deum. Nel coetus di Milano la scelta di celebrare ad populum il 14 è stata effettivamente giustificata dai precedenti di Schuster citati. Tali precedenti ci sono effettivamente stati, ma furono delle eccezioni: la prassi in Sant’Ambrogio nel secondo millennio è sempre stata la celebrazione ad Deum. In questo caso la celebrazione ad populum non è stata scelta per il precedente di Schuster, ma è stata giustificata per il precedente di Schuster: all’epoca di Schuster la stragrande maggioranza delle celebrazioni in Sant’Ambrogio sono rimaste ad Deum, e ciò è stato almeno fino al 1965. Nella celebrazione del 14 dicembre 2025 è stata scelta l’orientazione ad populum perché è stato comunicato dai vertici di Sant’Ambrogio che così era gradito e in altro modo sarebbe stato sgradito. A questo punto il coetus ha fatto “buon viso a cattivo gioco” spolverando il precedente di Schuster. Ma tutti sanno che la scelta è stata eminentemente politica e niente affatto liturgica. Infatti, nella maggioranza dei fedeli che abitualmente seguono le celebrazioni in Rito Ambrosiano Antico l’orientazione ad populum ha sollevato parecchi mormorii e parecchi malcontenti...
L’atteggiamento del Faccendini verso il Rito Antico è mostrato dai fatti. Faccendini è abate dal 2017. Prima, dal 2012 al 2017, è stato Vicario Episcopale per la città di Milano. È da decenni che il coetus chiede la possibilità di una celebrazione nella Basilica di Sant’Ambrogio. Essa non è mai stata concessa, mentre più e più volte sono state concesse celebrazioni agli Ortodossi. In 8 anni da Abate, il suddetto non ha mai accettato alcuna celebrazione in Sant’Ambrogio, né in nessuna delle chiese sotto la sua giurisdizione, fuorché la sola chiesa espressamente indicata dalla Curia come sede delle celebrazioni in Rito Antico, Santa Maria della Consolazione. Chi organizza le celebrazioni sa bene che reiterate richieste ci sono state. Altrettanti reiterati rifiuti sono arrivati, in primis dal Faccendini, in secundis da altri prelati. E tutto ciò è noto e stranoto a chi vive tale ambiente. Se l’avversione del Faccendini per il Rito Antico non corrispondesse a verità, perché in 8 anni di governo di Basilica e Parrocchia non c’era mai stata alcuna celebrazione?
È vero che Sant’Ambrogio è chiesa giubilare per tutti, ma l’affermazione che la celebrazione del 14 non sia stata indicata sul sito della Basilica perché era una celebrazione come tante, poi, è veramente capziosa. La Messa del 14 dicembre 2025 non era una celebrazione come tante. Non è stato uno dei tanti pellegrinaggi parrocchiali. Era più di mezzo secolo, 53 anni, che una Messa Antica nel Rito di Sant’Ambrogio non era celebrata nella Basilica che accoglie le spoglie di Sant’Ambrogio! L’avviso della celebrazione non solo non è stato dato sul sito, ma neanche in nessuna delle bacheche di avvisi presenti all’ingresso e all’interno della chiesa (laddove campeggia ogni genere di avviso). Perfino il giorno della celebrazione appesa alla cancellata di ingresso c’era l’indicazione di tutte le Messe del giorno, tutte le Messe di domenica 14 dicembre, quinta domenica dell’Avvento Ambrosiano, ma non della solenne celebrazione giubilare in Rito Antico! Il non indicare sui canali ufficiali della Basilica un avvenimento che è a tutti gli effetti storico per la Diocesi di Milano è evidentemente frutto di una ben precisa decisione, decisione che non può che giungere da chi su tali canali decide. Anche il silenzio è una decisione.
La notizia delle parole del Faccendini ai membri del Capitolo giunge, con evidenza, da uno dei membri del Capitolo stesso, il quale, con altrettanta evidenza, non può esporsi. Ai membri del Capitolo il Faccendini ha chiarito la natura eminentemente straordinaria della Celebrazione, e ha rimarcato che sarà sua cura che non si ripeta fintantoché resterà nella sua posizione. Disgraziatamente delle orecchie hanno sentito e delle lingue hanno riferito la “voce dal sen fuggita”.
Infine, i dati anagrafici del Faccendini e, in particolare, il suo periodo di formazione nel momento di massimo iconoclasmo post-conciliare, sono dati di fatto, che non possono in alcun modo essere smentiti.
Chi si è lamentato di questa pagina voleva forse sollevare solo una questione di opportunità politica? Può segnalare che una critica così dura ed esplicita a un prelato della Curia milanese può sollevare un vespaio e che, pertanto potrebbe essere opportuno ritirare l’articolo pro bono pacis. Può rimarcare che non inimicarsi le alte sfere curiali sia auspicabile per la situazione della Tradizione Ambrosiana, costantemente soggetta alla spada di Damocle di una Curia volubile e tutt’altro che amica. Può rimarcare che un giudizio sferzante come quello dell’articolo potrebbe mettere a repentaglio il paziente lavoro del coetus ambrosiano, quel lungo, paziente, fruttuoso lavoro di 40 anni grazie al quale si è passati dalla concessione di 1 celebrazione festiva in Rito Ambrosiano Antico nella città di Milano, data dal Card. Martini, alla concessione di 1 celebrazione festiva in Rito Ambrosiano Antico nella città di Milano, data dall’Arcivescovo Delpini.

















