Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 7 dicembre 2025

Dominica Secunda Adventus e La pratica dell'Avvento

Ripropongo per i nuovi lettori, ma anche nel nostro consueto ripercorrere l'anno liturgico per la pedagogia della ripetizione, testi che appartengono alla vena aurea dei tesori che La Catholica ci ha tramandato e che noi disseppelliamo per rimeditarli e perché non siano consegnati all'oblìo e continuino a nutrire anche questa generazione e quelle che verranno. Di seguito trovate Dominica secunda adventus e La Pratica dell'Avvento. Richiamo: La Storia e La Mistica dell'Avvento, di dom Prosper Guéranger [qui]. Altri precedenti: Tempore Adventus [qui]; Nell'Avvento viviamo l'innocenza e l’eterna infanzia di Dio [qui] ; È di nuovo Avvento [qui].

Intróitus
Is. 30, 30 - Pópulus Sion, ecce Dóminus véniet ad salvándas géntes: et audítam fáciet Dóminus glóriam vocis suæ in lætítia cordis vestri. Ps. 79, 2 - Qui regis Israël, inténde:qui dedúcis, velut ovem, Ioseph. Glória Patri…Is. 30, 30 - Pópulus Sion, ecce Dóminus… Popolo di Sion, ecco il Signore verrà a salvare tutte le genti: il Signore farà udire la gloria della sua voce inondando di letizia i vostri cuori. Ascolta, tu che reggi Israele, tu che guidi Giuseppe come un gregge. Gloria al Padre… Popolo di Sion, ecco il Signore…

L'Ufficio di questa Domenica è tutto pieno dei sentimenti di speranza e di gaudio che dà all'anima fedele il lieto annunzio del prossimo arrivo di colui che è il Salvatore e lo Sposo. La Venuta interiore, quella che si opera nelle anime, è l'oggetto quasi esclusivo delle preghiere della Chiesa in questo giorno: apriamo dunque i nostri cuori, prepariamo le nostre lampade, aspettiamo nella letizia quel grido che si farà sentire nel mezzo della notte: Gloria a Dio! Pace agli uomini!

La Chiesa Romana fa in questo giorno Stazione alla Basilica di S. Croce in Gerusalemme. In questa venerabile Chiesa, Costantino depose una parte considerevole della vera Croce, e il titolo che vi fu affisso per ordine di Pilato, e che proclamava la regalità del Salvatore degli uomini. Vi si conservano ancora quelle preziose reliquie; e, arricchita di sì glorioso deposito, la Basilica di S. Croce in Gerusalemme è considerata dalla Liturgia Romana, come Gerusalemme stessa, come si può vedere dalle allusioni che presentano le diverse Messe delle Stazioni che vi si celebrano. Nel linguaggio delle sacre Scritture e della Chiesa, Gerusalemme è il tipo dell'anima fedele; questo è anche il pensiero fondamentale che ha presieduto alla composizione dell'Ufficio e della Messa di questa Domenica. Ci dispiace di non poter svolgere qui tutto il magnifico argomento, e ci affrettiamo ad aprire il Profeta Isaia,e a leggervi, con la Chiesa, il passo da cui essa attinge oggi il motivo delle proprie speranze nel regno dolce e pacifico del Messia.

sabato 6 dicembre 2025

La FSSPX di Charlotte progetta una nuova cappella per accogliere la crescita dopo la soppressione della messa tradizionale

Nella nostra traduzione da Lifesitenews, la SSPX a Charlotte si ESPANDE mentre la diocesi reprime la messa tradizionale. Precedenti a partire da qui.

La FSSPX di Charlotte progetta una nuova cappella per accogliere
la crescita dopo la soppressione della messa tradizionale


Una chiesa della FSSPX alla periferia di Charlotte, nella Carolina del Nord, sta progettando di costruire una nuova cappella a causa del crescente numero di partecipanti dopo gli ordini di Traditionis Custodes che sopprimono la messa in latino.

La chiesa di Sant'Antonio a Mount Holly, entro i confini geografici della diocesi di Charlotte, ha annunciato la scorsa settimana che la dirigenza della Fraternità San Pio X (FSSPX) ha dato il via libera a un'iniziativa per la ricerca di un terreno su cui costruire una nuova cappella.

Il vescovo Athanasius Schneider risponde alla nuova nota dottrinale del Vaticano sui titoli mariani di “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”

Nella nostra traduzione da Substack.com, Diane Montagna riporta le osservazioni del vescovo Schneider sulla Mater populi fidelis : “I Santi, i Dottori e il Magistero ordinario della Chiesa non potevano sbagliarsi.”

Il vescovo Athanasius Schneider risponde alla nuova nota dottrinale del Vaticano sui titoli mariani di “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”

Il vescovo Athanasius Schneider si esprime in merito alla nuova nota dottrinale del Vaticano sui titoli mariani, affermando che non è possibile che i santi, i dottori e i papi della Chiesa abbiano per secoli “sviato i fedeli attraverso un uso costantemente inappropriato” dei titoli “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”.

La nota dottrinale, pubblicata il 4 novembre dal Dicastero per la Dottrina della Fede e intitolata Mater Populi Fidelis, afferma riguardo all’uso del titolo mariano “Corredentrice”:

venerdì 5 dicembre 2025

Il ruolo della donna nella Chiesa non è nato ieri, e non è qualcosa da inventare oggi

Precedente interessante qui. Nella realtà il giudizio è definitivo. Lo si evince dal risultato cui è pervenuta la seconda Commissione presieduta dal cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo emerito dell'Aquila: «Lo status quaestionis intorno alla ricerca storica e all'indagine teologica, considerati nelle loro mutue implicazioni, esclude la possibilità di procedere nella direzione dell'ammissione delle donne al diaconato inteso come grado del sacramento dell'ordine. Alla luce della Sacra Scrittura, della Tradizione e del Magistero ecclesiastico, questa valutazione è forte, sebbene essa non permetta ad oggi di formulare un giudizio definitivo, come nel caso dell'ordinazione sacerdotale». Ma è quel "ad oggi", il 'baco' che inficia i documenti conciliari e post e giustifica i titoli diffusi della chiesa modernista. Per quanto potrebbe riferirsi ad un "diaconato" non sacramentale non inseribile tra gli ordini minori (peraltro aboliti da Paolo VI che li ha trasformati in ministeri qui).

Il ruolo della donna nella Chiesa non è nato ieri,
e non è qualcosa da inventare oggi


Quando ho letto la notizia sul diaconato femminile, sono andata a vedere i commenti. Tantissime donne scrivevano di essere profondamente deluse, affermando che Gesù trattava uomini e donne allo stesso modo e che la Chiesa avrebbe dovuto fare lo stesso. Ma la frase che mi ha trafitta più profondamente è stata quella di una donna che ha scritto: “La Chiesa sta difendendo la supremazia maschile. Se continua così, molte di noi se ne andranno.”

Quelle parole non erano solo una critica, ma un dolore.
E allora parlo come donna della Chiesa. Non da osservatrice esterna, ma da figlia che abita questa casa e la ama. Vengo da una cultura dove la donna viene spesso zittita, controllata, considerata meno. E proprio perché conosco da vicino quel tipo di oppressione, posso dire con sincerità che nella Chiesa non l’ho mai incontrata. La Chiesa è stato il primo luogo in cui non mi è mai stato chiesto di essere invisibile.

ESCLUSIVO Vescovo Strickland: su Papa Leone XIV, la Messa in latino e l'Arcivescovo Lefebvre

Nella nostra traduzione da The Catholic Herald,  un'intervista di Mons. Strickland. Qui l'indice dei precedenti.

Vescovo Strickland: su Papa Leone XIV, la Messa antica e l'Arcivescovo Lefebvre
 
Il vescovo Joseph Strickland è un prelato molto noto e amato da molti cattolici conservatori. Ordinato per la diocesi di Dallas nel 1985 e nominato vescovo di Tyler, in Texas, da papa Benedetto XVI nel 2012, negli ultimi anni è diventato un acceso critico di alcune politiche vaticane che, a suo avviso, vanno contro "la verità del Vangelo". È stato rimosso dall'incarico di vescovo di Tyler nel 2023, dopo che un'indagine vaticana ha concluso che "la continuazione dell'incarico del vescovo Strickland non era fattibile".

La 'Storia' e la 'Mistica' dell'Avvento / Le Antifone maggiori

Ripropongo per i nuovi lettori, ma anche per il nostro approfondimento, testi che appartengono alla vena aurea dei tesori che La Catholica ci ha tramandato e che noi disseppelliamo per rimeditarli e perché non siano consegnati all'oblìo e continuino a nutrire anche questa generazione e quelle che verranno. Di seguito trovate anche, per completezza: La Mistica dell'Avvento, sempre da L'Anno Liturgico di dom Prosper Guéranger, e le Antifone maggiori dell'Avvento

Storia dell'Avvento

Il nome dell'Avvento
Si dà, nella Chiesa latina, il nome di Avvento [1] al tempo destinato dalla Chiesa a preparare i fedeli alla celebrazione della festa di Natale, anniversario della Nascita di Gesù Cristo. Il mistero di questo grande giorno meritava senza dubbio l'onore d'un preludio di preghiera e di penitenza: cosicché sarebbe impossibile stabilire in maniera certa la prima istituzione di questo tempo di preparazione, che ha ricevuto solo più tardi il nome di Avvento [2].

L'Avvento deve essere considerato sotto due diversi punti di vista: come un tempo di preparazione propriamente detta alla Nascita del Salvatore, mediante gli esercizi della penitenza, o come un corpo d'Uffici ecclesiastici organizzato con lo stesso fine. Fin dal secolo V troviamo l'uso di fare delle esortazioni al popolo per disporlo alla festa di Natale; ci sono rimasti a questo proposito due sermoni di san Massimo di Torino, senza parlare di parecchi altri attribuiti una volta a sant'Ambrogio e a sant'Agostino, e che sembrano essere invece di san Cesario d'Arles. Se tali documenti non ci indicano ancora la durata e gli esercizi di questo tempo sacro, vi riscontriamo almeno l'antichità dell'uso che distingue mediante particolari predicazioni il tempo dell'Avvento. Sant'Ivo di Chartres, san Bernardo, e parecchi altri dottori dell'XI e del XII secolo hanno lasciato speciali sermoni de adventu Domini, completamente distinti dalle Omelie domenicali sui Vangeli di questo tempo. Nei Capitolari di Carlo il Calvo dell'anno 864, i vescovi fanno presente a quel principe che egli non deve richiamarli dalle loro chiese durante la Quaresima né durante l'Avvento sotto il pretesto degli affari di Stato o di qualche spedizione militare, perché essi hanno in quel periodo dei doveri particolari da compiere, principalmente quello della predicazione.

giovedì 4 dicembre 2025

Il cardinale Fernández chiarisce: la parola “corredentrice” è off-limits nei documenti ufficiali del Vaticano, ma è consentita nella devozione privata

Nei commenti a “Mater Populi Fidelis”, il Prefetto della DDF spiega cosa intende la Nota dottrinale quando afferma che il titolo mariano è “sempre inappropriato”.
Il cardinale Fernández chiarisce: la parola “corredentrice” è off-limits nei documenti ufficiali del Vaticano, ma è consentita nella devozione privata

ROMA, 26 novembre 2025 — Tre settimane dopo che Mater Populi Fidelis ha scatenato il dibattito sulla sua affermazione secondo cui il titolo mariano Corredentrice è "sempre inappropriato" [vedi], il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede ha chiarito che l'espressione non costituisce un rifiuto radicale del titolo in sé. Il Cardinale ha affermato che la parola "sempre" si applica solo all'uso ufficiale della Chiesa da questo momento in poi, non a ogni contesto in cui il titolo potrebbe essere utilizzato.

Nei commenti rilasciati martedì dopo la conferenza stampa in Vaticano su Una Caro, la nuova Nota dottrinale della DDF sulla monogamia, il cardinale Victor Manuel Fernández ha affermato che l'affermazione contenuta nel MPF n. 22 – secondo cui "è sempre inappropriato" usare il titolo Corredentrice per definire la cooperazione di Maria – "non intende giudicare" le affermazioni passate di santi, dottori e papi, ma che "d'ora in poi" non sarà usata "né nella liturgia, cioè nei testi liturgici, né nei documenti ufficiali della Santa Sede".

Dicembre 2025/gennaio 2026 Sante Messe antiquior a Pavia

Cari Amici, care Amiche,
«l’Avvento è il tempo della presenza e dell’attesa dell’eterno. Proprio per questa ragione è, in modo particolare, il tempo della gioia, di una gioia interiorizzata, che nessuna sofferenza può cancellare. La gioia per il fatto che Dio si è fatto bambino. Questa gioia, invisibilmente presente in noi, ci incoraggia a camminare fiduciosi. Modello e sostegno di tale intimo gaudio è la Vergine Maria, per mezzo della quale ci è stato donato il Bambino Gesù. Ci ottenga Lei, fedele discepola del suo Figlio, la grazia di vivere questo tempo liturgico vigilanti e operosi nell’attesa» (Benedetto XVI, 29 novembre 2009).
Accompagnati da queste parole, vi presentiamo il percorso liturgico di questo mese di dicembre che si apre dinnanzi a noi.
Un cordiale saluto nel Signore,
don Fabio e don Marino

Ordinario della Santa Messa
  • Venerdì 5, 1° del mese, ore 18,15: Santa Messa
  • Domenica 7, II di Avvento, ore 10,00: Santa Messa
  • Lunedì 8, Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, ore 10,00: Santa Messa
  • Sabato 13, ore 7,00: Santa Messa "Rorate" (nella festa di Santa Lucia v. e m.) - benedizione degli occhi
  • Domenica 14, III di Avvento "Gaudete", ore 10,00: Santa Messa e benedizione delle statue di Gesù Bambino.
  • Sabato 20, ore 7,00: Santa Messa "Rorate"
  • Domenica 21, IV di Avvento, ore 10,00 Santa Messa
  • Mercoledì 24, Vigilia di Natale, ore 22,00: Santa Messa "nella notte"
  • Giovedì 25, Natale di Nostro Signore Gesù Cristo, ore 10,00: Santa Messa
  • Venerdì 26, Santo Stefano protomartire, ore 10,00: Santa Messa
  • Domenica 28, I dopo Natale, ore 10,00: Santa Messa
Gennaio
  • Giovedì 1, Ottava di Natale, ore 10,00: Santa Messa
  • Venerdì 2, 1° del mese: ore 18,15: Santa Messa
  • Domenica 4, II dopo Natale, ore 10,00: Santa Messa
  • Martedì 6, Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo, ore 10,00: Santa Messa

Alma Redemptoris Mater, Antifona mariana per Avvento e Natale

Alma Redemptoris Mater, Antifona mariana per Avvento e Natale

Raccomandabile pregare o cantare dai Vespri della Prima Domenica di Avvento fino alla Festa della Purificazione della Beata Vergine Maria (2 febbraio).
Le Antifone Mariane sono tutte belle (potete trovarle qui). Questa l'attendo ogni anno con gioia al termine della nostra Messa in Via Merulana in questo tempo di Avvento.

L' Alma Redemptoris Mater
La raffigurazione di Maria come virgo lactans è una rappresentazione artistica di Maria come Alma Redemptoris Mater che ha dato a Cristo (secondo le parole di Hopkins) "nascita, latte e tutto il resto". Vorrei condividere due bellissime traduzioni di questa antifona: (testi inglesi non accessibili ai nostri lettori; ma chi volesse li può consultare dal link posto nell'incipit). 

Alma Redemptoris Mater, quæ pèrvia cœli porta manes et stella maris, succùrre cadènti sùrgere qui curat, pòpulo: tu quæ genuìsti, natura mirante, tuum sanctum Genitorem, 
Virgo prìus ac postérius,
Gabrielis ab ore
sumens illud Ave, peccatòrum miserére.
O santa Madre del Redentore, che rimani accessibile porta del cielo e stella del mare, soccorri il popolo cadente, che vuole rialzarsi. Tu che hai generato, nello stupore della natura, il tuo santo Genitore, vergine prima e dopo, accogliendo quell'Ave dalla bocca di Gabriele, abbi pietà dei peccatori.



La parola alma è una parola molto ricca. Deriva dal proto-indoeuropeo per "crescere, nutrire", risultando avere come significati primari "nutritivo, gentile, propizio". Lewis e Short hanno:
nutriente, che fornisce nutrimento, che custodisce (epiteto poetico di Cerere, Venere e altre divinità protettrici della terra, della luce, del giorno, del vino, ecc... Quindi, geniale, ristorativa, rivitalizzante, gentile, propizia, indulgente, generosa, ecc. 
E forniscono esempi del suo utilizzo per descrivere tutto, da Venere e Madre Terra ai campi agricoli e ai seni femminili. Questo mi fa pensare alla tradizione artistica di raffigurare Maria come la virgo lactans o "vergine che allatta". L'Alma Redemptoris Mater, la madre nutrice e amorevole del Redentore, dà "nascita, latte e tutto il resto", come ha detto Hopkins.

Vescovo Strickland. Colei che sta ai piedi della Croce

Le osservazioni del Vescovo Strickland sulla Mater Populi Fidelis. Qui l'indice di tutti i suoi interventi.
Colei che sta ai piedi della Croce
Lettera pastorale sulla Beata Vergine Maria,
Corredentrice e Mediatrice di tutte le Grazie


Cari fratelli e sorelle in Cristo,
Il 4 novembre 2025 la Santa Sede ha pubblicato una Nota Dottrinale a cura del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) intitolata Mater Populi Fidelis, firmata dal Prefetto, il Cardinale Víctor Manuel Fernández. Nel documento, il Cardinale Fernández dichiara che “non sarebbe opportuno utilizzare il titolo ‘Corredentrice’ per definire la cooperazione di Maria”. Il motivo dichiarato è che tale titolo “rischia di offuscare l’unica mediazione salvifica di Cristo e può quindi creare confusione e squilibrio nell’armonia delle verità della fede cristiana…” (paragrafo 22).

Poiché molti fedeli sono turbati da queste parole e poiché l’amore per la Beata Vergine è il cuore pulsante della fede cattolica autentica, mi sento in dovere, come successore degli Apostoli, di riaffermare l’insegnamento perenne della Chiesa riguardo all’unica e singolare cooperazione della Madonna nella Redenzione.

mercoledì 3 dicembre 2025

Il “Sillabo” del vescovo Schneider nel suo ultimo libro

Del Sillabo, il Vescovo Schneider aveva già parlato a conclusione del suo intervento: Il primato del culto di Dio come fondamento di ogni vera teologia pastorale. Conferenza tenuta a Roma il 17 dicembre 2010 [qui].  Al testo, per i vostri approfondimenti, ho aggiunto i link a tutti i numerosi articoli riguardanti le questioni chiamate in causa.

Il “Sillabo” del vescovo Schneider nel suo ultimo libro

Dopo la pubblicazione del libro “Credo” [qui], il vescovo Athanasius Schneider si occupa del versante opposto, ossia delle eresie, nel nuovo libro “Fuggite le eresie. Una guida cattolica agli errori antichi e moderni” (Fede & Cultura, Verona 2025).

Il libro propone una specie di dizionario delle eresie antiche e moderne. In una prima parte elenca e spiega gli errori dottrinali in senso cronologico, dall’era cristiana all’epoca attuale. In una seconda parte presenta eresie ed errori per ambiti tematici: su Dio e la Trinità, sulla creazione, sull’incarnazione, sulla Chiesa e così via. Una parte ulteriore del libro è costituta dalla devozione a “Maria distruttrice di tutte le eresie”. Poi ci sono delle appendici: il testo del Sillabo di Pio IX (1864), il decreto Lamentabili (1907) che si può chiamare il Sillabo di Pio X, il testo del Giuramento antimodernista e la “Dichiarazione sulle verità riguardanti alcuni degli errori più comuni nella vita della Chiesa dei nostri giorni” del 31 maggio 2019, firmata dallo stesso Schneider, dai cardinali Burke e Pujats, nonché dagli arcivescovi Peta e Lenga [qui]. Si può dire che questo documento sia un piccolo Sillabo per i nostri giorni.

Cibo, festa, compagnia e filiazione divina

Nella nostra traduzione da Substack.com
Cibo, festa, compagnia e filiazione divina

Non so cosa abbia novembre, ma mi fa sempre pensare di più al cibo. Potrebbe essere che il clima si stia notevolmente raffreddando (almeno nell'emisfero settentrionale) e che si abbia bisogno di più sostentamento, per non parlare delle bevande calde. Potrebbe essere il giorno di San Martino, che mi ricorda l'oca arrosto che la mia famiglia mangiava l'11 novembre in Austria durante gli anni che abbiamo trascorso lì. Potrebbe essere, naturalmente, l'aroma atteso del pranzo del Ringraziamento. Qualunque sia la causa, ho cercato di trarre vantaggio dai brontolii interiori chiedendomi cosa Dio intendesse insegnarci quando ci ha creati come esseri dotati di bocca e stomaco, che hanno bisogno di continuare ad assorbire sostanza dall'esterno per vivere, e che in questo modo sono sia dipendenti dal cosmo che superiori ad esso, perché possiamo trasformarne una piccola parte in noi stessi.

'In Illo Tempore': I Domenica di Avvento

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la consueta meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, sempre collegata alle vicende del presente. Essa, nell'ottava, ci aiuta ad approfondire i doni spirituali della Messa della Domenica precedente qui.

In Illo Tempore: I Domenica di Avvento

L’essenza di un luogo comune è la sua mancanza di originalità e la sua ripetizione continua; e tuttavia repetita iuvant, perché la ripetizione ci forma e ci riforma. La Santa Madre Chiesa, con sollecitudine materna, ci dona di nuovo la I Domenica di Avvento, e di nuovo diciamo che in questo giorno comincia un nuovo anno liturgico. Forse non è affatto un cliché, perché i fedeli hanno bisogno di ricordare che la Chiesa dispiega la storia della salvezza attraverso un ciclo che affonda nei secoli e nei millenni, presentando sempre di nuovo i misteri della vita del Salvatore. Repetitio est mater studiorum, dunque ci stringiamo attorno ai santi misteri e ricapitoliamo le verità che contengono. La liturgia è dottrina. Noi siamo i nostri riti. Per prendere in prestito un principio di san Tommaso d’Aquino: quidquid recipitur ad modum recipientis recipitur. La trasformazione che la grazia e la dottrina operano in noi dipende dalla nostra ricettività. I misteri non cambiano, siamo noi a cambiare. Il bicchiere di carta deve diventare più simile a una piscina, se vuole ricevere ciò che viene versato con generosità divina.

martedì 2 dicembre 2025

Il presepe fantasma, monumento all’Europa che si vergogna di avere un volto

Per colpa degli ignavi, la sottomissione completa è prossima. In Belgistan e nell'ex Danimarca è quasi completata.
Il presepe fantasma, monumento all’Europa
che si vergogna di avere un volto


Che metafora perfetta: il vuoto è il nuovo pieno. E il mondo inclusivo lavora al Gesù profugo climatico siriano con tre mogli e trasformerà la capanna in una kaaba. Hanno vinto senza sparare un colpo

Che capolavoro!

Ecco il monumento più sincero che l’Europa abbia mai eretto a se stessa. Un monumento alla nostra viltà.

A Bruxelles è arrivato il presepe nella Grand Place e le tradizionali figure della Natività sono sostituite da manichini realizzati con stracci riciclati. I volti di Maria, Giuseppe, Gesù bambino e i Re Magi sono cancellati a favore di tessuto beige e marrone. Un mix inclusivo di “tutti i colori della pelle” è stato scelto “affinché tutti possano vedersi rappresentati”.

L'Avvento: Un Tempo di Attesa e Preparazione

Precedenti: Tempore Adventus e la seconda venuta: il bagaglio della Rivelazione presente nel Gregoriano qui

L'Avvento: Un Tempo di Attesa e Preparazione

L'Avvento, che deriva dal latino "adventus" (venuta), non è solo un conto alla rovescia per il Natale. È un periodo liturgico di profonda attesa, un'esperienza spirituale che ci prepara a cogliere il vero significato della venuta di Cristo. Non si tratta di un'attesa passiva, ma di un'attesa vigilante e attiva, ricca di speranza e desiderio.

Le due attese: storico-escatologica e mistica
I Padri della Chiesa e i teologi medievali hanno sottolineato come l'Avvento ci inviti a vivere una duplice attesa.
  • L'attesa storico-escatologica: Si riferisce alla preparazione per la venuta di Cristo in tre momenti.
    1. La venuta storica a Betlemme, di cui facciamo memoria.
    2. La venuta mistica o spirituale, che avviene ogni giorno nel cuore dei credenti attraverso la grazia e i sacramenti.
    3. La venuta escatologica alla fine dei tempi, quando Cristo tornerà in gloria per giudicare i vivi e i morti.
  • L'attesa mistica: L'Avvento è un invito a coltivare un'attesa interiore, un desiderio di accogliere Cristo nella nostra vita quotidiana. È il tempo per purificare il cuore, per convertirci e per fare spazio a Dio.

lunedì 1 dicembre 2025

Il mistero non si abbassa per noi: ci invita a salire. E Maria Corredentrice, Mediatrice, Ausiliatrice continua a indicare la strada.

Quel che si diffonde nella massa a causa di una Chiesa non più Mater et Magistra e quanto, ciò nonostante, l'autentico 'sensus fidei fidelium' custodisce e diffonde a chi ha orecchi per intendere.

Il mistero non si abbassa per noi: ci invita a salire. E Maria
Corredentrice, Mediatrice, Ausiliatrice continua a indicare la strada

Ieri, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, ho vissuto un momento che mi ha ferita più di quanto avrei immaginato. Una persona ha chiesto alla commessa se esistesse qualcosa sul titolo di Maria “Corredentrice”. La risposta è stata fredda, quasi difensiva: «No, la Chiesa non riconosce quel titolo». Non era tanto il contenuto a colpire, ma la leggerezza con cui un mistero custodito per secoli veniva liquidato in pochi secondi. In quel momento ho capito che il problema non è il titolo: è il cuore che non vede più.

Siamo arrivati a un punto in cui tutto ciò che non è immediato, semplice, già impacchettato, viene considerato superfluo o addirittura problematico. Se un titolo richiede fede, profondità, formazione o contemplazione, lo scartiamo. Non perché sia sbagliato, ma perché noi non siamo più pronti a portarne il peso. E questo accade paradossalmente dentro una Basilica che proclama Maria come Ausiliatrice, un titolo che da solo mostra la potenza della sua intercessione. Accettiamo questo titolo senza difficoltà, ma quando si parla di “Mediatrice” o “Corredentrice”, improvvisamente si accende la paura.

Deposti i segni, che n'è della 'potestas' che rappresentano 'coram populo' e 'coram mundo'?

Deposti i segni, che n'è della potestas
che rappresentano coram populo e coram mundo?


Colpisce vedere un patriarca ortodosso indossare un mitra in stile diadema papale, quando i Papi di Roma hanno rinunciato da tempo a questo simbolo di autorità. Idem per i paramenti adeguati alla carica e alla circostanza, a fronte della sguarnita semplicità di Leone XIV. 
Storia e ironia si combinano per inviare un messaggio potente al Sommo Pontefice e alla Chiesa postconciliare. Che danno immenso ha fatto Paolo VI con l'eliminazione della Tiara Pontificia [vedi Che n'è del Primato di Pietro? qui - qui], e col Nuovo Rito della Messa modernista e filoprotestante!

Stralcio di seguito alcuni dati significativi dall'articolo di cui al primo link:
La Tiara o Triregno, indossata dai Papi al momento dell'incoronazione fin quando non fu deposta da Paolo VI, reca tre corone a significare le tre potestà: coelestium, terrestrium, et infernorum. Veniva imposta dal proto-diacono, proferendo a voce alta e vibrata le famose parole: Accipe Tiaram tribus coronis ornatam, et scias Te esse Patrem Principum et Regum, Rectorem Orbis, in terra Vicarium Salvatoris N. J. C. cui est honor et gloria in saecula saeculorum (Ricevi la Tiara ornata di tre corone, e sappi che Tu sei Padre dei Principi e dei Re, Reggitore del mondo, Vicario in terra del Salvator Nostro Gesù Cristo, cui è onore e gloria nei secoli dei secoli). Detta alle origini semplicemente Regno, risulta consegnata da Costantino a Papa Silvestro, a significare la signoria della Chiesa alla fine delle persecuzioni cui erano stati fino allora sottoposti i cristiani. La seconda corona fu aggiunta da Bonifacio VIII e la terza da Benedetto XII.

Imparare il latino liturgico, lezione 20

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis, approfittiamo del lavoro di uno dei tanti appassionati studiosi d'oltreoceano Per chi è completamente digiuno di latino e ha interesse a colmare questa lacuna, così diffusa nelle ultime generazioni — e purtroppo anche tra i sacerdoti —, può trovare i rudimenti indispensabili per comprendere il latino ecclesiastico e porre le basi di un maggiore approfondimento in genere favorito dalla frequentazione delle liturgia dei secoli. Un piccolo inconveniente è dato dalla taratura per lettori anglofoni; ma penso agevolmente colmabile dall'efficacia del metodo. Qui l'indice degli articoli dedicati alla Latina Lingua, per le lezioni precedenti.

Imparare il latino liturgico, lezione 20
Rorate caeli...

Clicca qui per un elenco di tutte le lezioni precedenti.

La lezione di questa settimana sarà breve; immagino che molti lettori saranno impegnati a festeggiare il Ringraziamento negli Stati Uniti e potrebbero non avere il tempo o la voglia di dedicarsi a una buona dose di latino.

Tutto ciò che voglio fare oggi è dedicare un po' di tempo all'inno d'Avvento Rorate Caeli. Questo canto è uno dei più poetici e toccanti dell'intero anno liturgico, e ascoltarlo o cantarlo comprendendone le parole è così piacevole e stimolante che, di per sé, fornisce una motivazione piuttosto forte per studiare il latino liturgico. In questa lezione analizzeremo attentamente la prima strofa e vi fornirò anche un documento PDF che include una traduzione letterale riga per riga, parallela al testo latino, dell'intero inno.

domenica 30 novembre 2025

Mons. Viganò QUI LEGIT INTELLIGAT /Omelia nella Prima Domenica di Avvento

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Carlo Maria Viganò
Qui legit intelligat
Omelia nella Prima Domenica di Avvento

Terra vestra deserta; civitates vestræ succensæ igni:
regionem vestram coram vobis alieni devorant,
et desolabitur sicut in vastitate hostili.

Il vostro paese è desolato, le vostre città consumate dal fuoco,
i vostri campi li divorano gli stranieri, sotto i vostri occhi;
tutto è devastato, come per un sovvertimento di barbari.
Is 1, 7 
Intervenendo all’Assemblea Generale della CEI ad Assisi [1], il card. Matteo Zuppi ha detto che “la Cristianità è finita”, e che questo fatto dev’essere considerato positivamente, come un’occasione, un καιρός. Non vi sfuggirà l’uso del lessico globalista, secondo il quale ogni crisi indotta dal Sistema è anche un’opportunità: la cosiddetta pandemia Covid, la guerra in Ucraina, la transizione ecologica, l’islamizzazione delle nazioni occidentali. Zuppi – uno dei principali esponenti della chiesa sinodale – si guarda bene però dal riconoscere che la distruzione dell’edificio cattolico e la cancellazione della presenza cattolica nella società siano l’effetto logico e necessario dell’azione eversiva del Concilio Vaticano II e dei suoi sviluppi remoti e recenti, ostinatamente imposta dalla Gerarchia stessa. D’altra parte, nel momento in cui viene spodestato Cristo Re e Pontefice sostituendolo con la volontà della base – prima la collegialità, oggi la sinodalità – non poteva che accadere nella Chiesa Cattolica ciò che duecento anni prima era accaduto nella cosa pubblica.

La dichiarazione di Leone XIV e Bartolomeo: la fede di Nicea

Ho appena finito di leggere la Dichiarazione congiunta [ qui] firmata ad Istanbul tra Leone XIV e il Patriarca Bartolomeo, tra il successore di Pietro e il successore di Andrea, quel fratello che condusse Pietro al Signore.
La prima sorpresa – e sconcerto, direi – mi viene dallo scoprire che la "lingua originale" è l'inglese. 
Che fine ha fatto il latino? Ecco il temuto senso del primo paragrafo dell'Art.50 della recente riforma della Curia (che notavo qui). 
E, poi, l'inesorabile riferimento al dialogo e al cercare insieme l'unità con richiamo alla Nostra Aetate [vedi]: il reditus è semplicemente conciliaristicamente scomparso; il che significherebbe che la Catholica non è più la custode della verità. L'enfasi è sull'unità di Nicea, come se nulla fosse poi accaduto e definito a Calcedonia e Costantinopoli... Vi pare strano vederci una sorta di wokismo, di cancellazione della storia (ma soprattutto della Tradizione perenne) per piegare la realtà alla visuale del momento?
Lo dimostrano gli obiettivi prefissati.

Dominica prima Adventus

Ripercorriamo, come ogni Domenica, l'anno Liturgico per trarne, dalla ripetizione i tesori di grazia sempre nuovi. Qui trovate l'Ordinario delle Messe tradizionali e qui il proprio della Santa Messa di oggi. 
Richiamo alcuni precedenti: Tempore Adventus [qui]; L'Avvento è tempo di silenzio... Il Cielo presente sulla terra [qui]; Nell’Avvento viviamo l’innocenza e l’eterna infanzia di Dio [qui]; È di nuovo Avvento [qui].

Dominica prima Adventus
Intróitus
Ps. 24, 1-3 - Ad te levávi ánimam meam: Deus meus, in te confído, non erubéscam: neque irrídeant me inimíci mei: étenim univérsi, qui te exspéctant, non confundéntur. Ps. 24, 4 - Vias tuas, Dómine, demónstra mihi: et sémitas tuas édoce me. Glória Patri… Ps. 24, 1-3 - Ad te levávi ánimam meam:
Introito
Sal. 24, 1-3 - A Te ho innalzato l’ànima mia: Dio mio, in Te confido, che io non abbia ad arrossire, né abbiano a deridermi i miei nemici: poiché quelli che confidano in Te non saranno confusi. Sal. 24, 4 - Mostrami le tue vie, o Signore, e insegnami i tuoi sentieri. Gloria al Padre… Sal. 24, 1-3 - A Te ho innalzato l’ànima mia:…

Questa Domenica, la prima dell’Anno Ecclesiastico, è chiamata, nelle cronache e negli scritti del medioevo, la Domenica Ad te levavi, dalle prime parole dell’Introito, oppure anche la Domenica Aspiciens a longe, dalle prime parole d’uno dei Responsori del Mattutino.

EPISTOLA (Rm 13,11-14). – Fratelli, riflettiamo che è già l’ora di svegliarsi dal sonno; perché la nostra salvezza è più vicina ora di quanto credemmo. La notte è inoltrata e il giorno si avvicina: gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Viviamo onestamente, come di giorno; non nelle crapule e nelle ubriachezze; non nelle mollezze e nell’impudicizia; non nella discordia e nella gelosia; ma rivestiti del Signore Gesù Cristo.

Il Salvatore che aspettiamo è dunque la veste che coprirà la nostra nudità. Ammiriamo in questo la bontà del nostro Dio il quale, ricordandosi che l’uomo si era nascosto dopo il peccato, perché si sentiva nudo, vuole egli stesso servirgli di velo, e coprire tanta miseria con il manto della sua divinità. Siamo dunque preparati al giorno e all’ora in cui egli verrà, e guardiamoci dal lasciarci cogliere dal sonno dell’abitudine e della mollezza. La luce risplenderà presto; facciamo sì che i suoi primi raggi rischiarino la nostra giustizia, o almeno il nostro pentimento. Se il Salvatore viene a coprire i nostri peccati affinché non appaiano più, noi almeno distruggiamo nei nostri cuori ogni affetto a quegli stessi peccati; e non sia mai detto che abbiamo rifiutato la salvezza. Le ultime parole di quest’Epistola caddero sotto gli occhi di sant’Agostino quando egli, spinto da lungo tempo dalla grazia divina a consacrarsi a Dio, volle obbedire alla voce che gli diceva: Tolle, lege; prendi e leggi. Esse decisero la sua conversione; egli risolse d’un tratto di romperla con la vita dei sensi e di rivestirsi di Gesù Cristo. Imitiamo il suo esempio in questo giorno: sospiriamo ardentemente la cara e gloriosa divisa che presto sarà messa sulle nostre spalle dalla misericordia del nostro Padre celeste, e ripetiamo con la Chiesa le commoventi suppliche con le quali non dobbiamo temere di affaticare l’orecchio del nostro Dio.

sabato 29 novembre 2025

Il 29 novembre 1905 nasceva in Francia Monsignor Marcel Lefebvre

Lo ricordiamo con le sue sapienti parole.
Il 29 novembre 1905 nasceva in Francia Monsignor Marcel Lefebvre

"Certo la questione della liturgia e dei sacramenti è molto importante, ma non è la più importante. La più importante è la questione della fede. Per noi è risolta. Noi abbiamo la fede di sempre, quella del Concilio di Trento, del catechismo di San Pio X, di tutti i Concilii e di tutti i Papi di prima del Vaticano II.
Per anni, a Roma, si sono sforzati di dimostrare che tutto quello che c’era nel Concilio era perfettamente conforme alla Tradizione. Oggi si rivelano. Il cardinale Ratzinger non s’era mai espresso con tanta chiarezza. Non c’è Tradizione. Non c’è più deposito da trasmettere. La Tradizione nella Chiesa è ciò che dice oggi il Papa. Dovete sottomettervi a ciò che il Papa e i vescovi dicono oggi. Ecco cos’è per loro la Tradizione, la famosa tradizione vivente, solo motivo della nostra condanna.

Il papa, in visita alla moschea di Istanbul, non prega

Leone XIV non ha pregato nella moschea

Ogni tanto un apostrofo rosa tra rigurgiti conciliari.
Papa Leone XIV oggi ha visitato la Moschea Blu a Istanbul. L'imam lo ha invitato a pregare lì, come previsto: ma Leone ha gentilmente rifiutato, rispondendo semplicemente "Va bene così". La stampa dice: "ha optato per un approccio di osservazione e rispetto"
E con ciò ha interrotto una tradizione ultradecennale dei suoi predecessori, che ogni volta ci aveva scandalizzati perché non è vero che "preghiamo lo stesso dio dei musulmani"! [vedi qui - qui -qui]
Possiamo pensare a qualche altra traccia di restauro (non solo di facciata o di parole alate smentite da espressioni diverse) o resterà un hapax?
Molti si chiedono il significato della mancata inclusione, nel programma dello storico viaggio, di una visita ufficiale ad Hagia Sophia.

“In unitate fidei”, ovvero l’unità al prezzo della verità

Riprendiamo da Duc in altum. Chiara limpida e ineludibile critica al documento [qui], In unitate fidei — emanato da Leone XIV alla vigilia del viaggio in Turchia — ed ai comportamenti conseguenti. Non dimentichiamo che il Credo di Nicea dice il vero; ma è parziale (e infatti c'è da aggiungere Costantinopoli). Tuttavia Leone fa lo gnorri perpetuando il falso ecumenismo [vedi].

“In unitate fidei”, ovvero l’unità al prezzo della verità
Chris Jackson


Millesettecento anni dopo che il Concilio di Nicea adottò la linea dura (anatemi ed esilio) contro l’eresia, Leone XIV ha deciso di celebrare l’anniversario con una lettera apostolica, “In unitate fidei”. La data è voluta: 23 novembre, Cristo Re. Alla vigilia di un trionfale pellegrinaggio ecumenico che porterà il papa in Turchia, nel luogo in cui i 318 Padri si incontrarono sotto Costantino e adottarono il termine homoousios (ὁμοούσιος), “della stessa sostanza”, concetto chiave nella teologia cristiana per descrivere la relazione tra Dio Padre e Figlio, in contrasto con l’eresia ariana, secondo cui il Figlio è di una sostanza inferiore e solo simile al Padre.

In apparenza, la lettera sembra il genere di documento che un cattolico tradizionale potrebbe applaudire. Leone elogia il Credo, ne cita le frasi, rievoca la crisi ariana e riabilita il termine “consustanziale” invece di nascondersi dietro una cristologia vaga e modernista. Leone inoltre cita Atanasio, parla di divinizzazione, ci ricorda che solo un Cristo veramente divino può sconfiggere la morte e salvarci.

Se leggessimo solo i paragrafi dal due all’otto, potremmo quasi dimenticare in quale secolo ci troviamo. Ma non siamo nel 325, e Leone non è Atanasio. Se nella prima metà ha un tono cattolico, nella seconda la lettera si esprime come la Commissione teologica internazionale: Nicea come fondamento di un nuovo processo ecumenico aperto, in cui “ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci divide” e in cui le vecchie lotte dottrinali perdono silenziosamente la loro “ragione d’essere”.

Novena all'Immacolata Concezione. Dal 29 novembre al 7 dicembre

Approfitto per ricordarvi le preghiere del mattino di ogni giorno qui.
NOVENA ALL’IMMACOLATA CONCEZIONE

Eterno Divin Padre, io ti adoro profondamente e con tutto il mio cuore ti ringrazio per quella somma potenza con cui hai preservato Maria Vergine, tua dilettissima figlia, dal peccato originale
1 Pater e 4 Ave intercalate da: 
Sia Benedetta la Santa e Immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria Madre di Dio
Oppure:
O Maria concepita senza peccato prega per noi che a te ricorriamo (e per quanti a te non ricorrono, specialmente per i poveri peccatori)
3 Gloria 

Eterno Divin Figlio, io ti adoro profondamente e con tutto il mio cuore ti ringrazio per quell’infinita Sapienza con cui hai preservato Maria Vergine, tua e nostra vera e dolcissima Madre, dalla colpa originale
1 Pater e 4 Ave intercalate da:
Sia Benedetta la Santa e Immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria Madre di Dio
Oppure:
O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te...
3 Gloria

Eterno Divino Spirito, io ti adoro profondamente, e con tutto il mio cuore ti ringrazio per quell'immenso amore, con cui hai preservato Maria Vergine, tua purissima sposa, dalla colpa originale.
Santissima Trinità, io ti adoro profondamente, e con tutto il mio cuore ti ringrazio per quel singolarissimo privilegio concesso alla benedetta e gloriosa madre di Maria Vergine, sant'Anna, l'unica fra tutte le madri, umanamente feconda, che abbia concepita e data alla luce una prole del tutto esente dalla colpa d'origine.
solo 3 Gloria 

PREGHIERA COMPOSTA DA SAN PIO X
Vergine santissima che piaceste al Signore e diveniste sua Madre, immacolata nel corpo e nello spirito, nella fede e nell'amore, concepita senza peccato, guardate benigna ai miseri che implorano il vostro potente patrocinio!
Il maligno serpente contro cui fu scagliata la prima maledizione continua, purtroppo, a combattere e ad insidiare i miseri figli di Eva. Voi, o benedetta Madre nostra, nostra Regina e Avvocata, che fin dal primo istante del vostro concepimento schiacciaste il capo del nemico, accogliete le preghiere -- che uniti con Voi in un cuor solo -- Vi scongiuriamo di presentare al trono di Dio, perché non cediamo giammai alle insidie che ci vengono tese, così che tutti arriviamo al porto della salute, e fra tanti pericoli, la Chiesa e la società cristiana cantino ancora una volta l'inno della liberazione, della vittoria e della pace. Così sia
"O Maria, concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a Voi" ( per tre volte)

Durante la Novena si consiglia di:
1) Pregare ogni giorno una decina del Rosario, o meglio una parte intera,  
2) Fare dei canti in onore della B.V. Maria, 
3) Fare dei fioretti per la gloria di Maria 
4) Vivere la Novena come momento di conversione personale o di gruppo, 
5) Curare il silenzio per la riflessione personale.

Betlemme, la (ex) roccaforte cristiana della Palestina

Riprendiamo dal Centro studi Giuseppe Federici un interessante excursus storico che precede la configurazione attuale e in prospettiva della presenza di cristiani a Betlemme nel terribile conflitto dai risvolti tutt'altro che tranquillizzanti.

Betlemme, la (ex) roccaforte cristiana della Palestina

“Mentre il mondo intero può capire la nostalgia d’Israele per il muro del pianto, è invece alquanto incuriosito circa il desiderio d’introdurre Betlemme, dove è nato Gesù, entro i confini di Gerusalemme [leggi: dello stato israeliano]” (Re Hussein di Giordania, 1967).
Nella città vecchia di Betlemme vi è una sola moschea, circondata da decine di edifici cristiani, tra chiese, conventi, scuole, ospedali e altri istituti di vario genere. Del resto, tra gli otto quartieri storici della città, solamente uno è musulmano: ecco perché alla vigilia del 1948, l’85% della popolazione palestinese di Betlemme era cristiana, una schiacciante maggioranza che si consolidò nel corso dei secoli. Il censimento del 1933, sotto il mandato britannico, su un totale di 6.200 abitanti, indicava 5.778 cristiani, 420 musulmani e 2 ebrei.
Parlare della città davidica di Betlemme significa ovviamente parlare della nascita di Gesù Cristo, con tutto ciò che è legato agli avvenimenti narrati dai Vangeli, all’interrotta memoria della Natività, alla costruzione della basilica di Costantino e di sant’Elena, ai pellegrinaggi nel corso dei secoli.

venerdì 28 novembre 2025

Esiste un antico paradosso: la 'sobria ebrietas', la sobria ebbrezza del culto sacro.

Nella nostra traduzione da P. John Zuhlsdorf
Esiste un antico paradosso: la sobria ebrietas,
la sobria ebbrezza del culto sacro.

Nel post Lettera aperta di Mons. Bux contro il Card. Cupich [vedi in calce nostra traduzione da un art di Pentin qui -ndT], un commentatore ha sollevato la questione della "sobrietà liturgica". Il Card. Cupich, nel suo intervento, ha fatto riferimento alla "sobrietà" due volte.

Il rinnovamento del nostro culto è stato perseguito in linea con il desiderio dei Padri conciliari di presentare al mondo una Chiesa definita non dalle apparenze del potere mondiale, ma caratterizzata da sobrietà e semplicità, che le consentano di parlare alle persone di questa epoca in un modo che assomiglia più da vicino al Signore e le consentano di assumere in modo nuovo la missione di proclamare la buona novella ai poveri.
[…]
Con il recupero dell'antica sobrietà del Rito romano, l'Eucaristia torna ad essere il luogo di autentica pace e solidarietà con i poveri in un mondo frammentato.

San Giovanni Crisostomo, l'arte della meditazione cristiana e la guarigione dell'anima

Nella nostra traduzione da Substack.com la sottolineatura sulla necessità di una predicazione senza mezzi termini per garantire un'autentica vita spirituale e dunque per la salvezza delle anime. 

San Giovanni Crisostomo, l'arte della meditazione cristiana
e la guarigione dell'anima

Il potere liberatorio delle parole sante

L'immagine: Carl Christian Peters (1822-1899), San Giovanni Crisostomo (1885), Chiesa di Marmo, Copenaghen, Regno di Danimarca

In un prezioso libro dedicato all'arte della meditazione, Meditazioni ad uso del clero secolare,(1) Padre Pierre Chaignon SJ (1791–1883) sottolinea uno degli aspetti essenziali di come un cristiano possa cambiare efficacemente la propria vita avvicinandosi alle esigenze della santità. Certamente non attraverso buoni propositi generici, vaghi e non impegnativi. L'efficacia di una buona meditazione dipende da decisioni specifiche applicate con saggezza alla nostra vita personale. Pertanto, Padre Chaignon propone un esempio eloquente:
Supponiamo che tu abbia deciso: "Sarò paziente nelle avversità". È un proposito troppo vago e quindi sterile. (…) Cerca, quindi, di modificare e restringere questa decisione generica. Hai a disposizione due mezzi per farlo. Potresti dire: "Sarò paziente in questa o quella situazione"; oppure: "Se mi verrà data una sofferenza da sopportare, penserò che sia troppo piccola rispetto all'inferno che meritavo". (…) In un modo o nell'altro, la tua decisione sarà limitata e quindi molto buona.

giovedì 27 novembre 2025

Dicembre 2025. Avvisi da sant'Anna al Laterano

Carissimi,
Mentre la Liturgia di questo tempo ci invita a considerare che “il tempo ha avuto una svolta … e che passa la figura [scena] di questo mondo” (I Cor 7, 29.31), ci disponiamo a imitare di nuovo la pazienza e la perseveranza dei primi cristiani nell’attendere trepidanti il ritorno del Signore: nel Natale, al momento della nostra morte, alla fine del mondo.
Il tempo dell’Avvento con il suo carattere di attesa austera e trepidante allena all’esercizio di una Fede vigilante nella preghiera e nella vita sacramentale, di una Carità operosa come indicato nell’omelia di Domenica scorsa, di una Speranza che non si arrende al “mugghiare oscuro” di questo mondo che passa.

Alcuni avvisi.
La Chiesa di S. Anna al Laterano apre tutte le Domeniche e Feste di precetto alle ore 15,00 per le Confessioni e la recita del S. Rosario (ore 15.30). Ore 16,00 S. Messa.

27 Novembre - Supplica alla Madonna del miracolo

 27 Novembre - Festa della Madonna del miracolo

O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;
Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso!
Amen

Supplica alla Madonna del Miracolo 
Da recitarsi alle 17 del 27 novembre, festa della Medaglia Miracolosa, in ogni 27 del mese e in ogni urgente necessità.
Roma, S.Andrea delle Fratte,  
luogo della conversione di Ratisbonne
e delle Medaglie miracolose
O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia.

Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest'ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione. Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all'unisono col tuo. Lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà per portar ogni giorno la propria croce dietro a Lui.
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo e per quanti a te non ricorrono, in particolare per i peccatori e per coloro che ti sono raccomandati.

mercoledì 26 novembre 2025

Perché i convertiti della Generazione Z vanno in massa alla messa antiquior

Si riallaccia all'articolo precedente [qui] e ne conferma e completa il contenuto. Testimonianza pubblicata da una giovane cattolica sul prestigioso quotidiano inglese The Catholic Herald (qui). Il suo interesse è che non si tratta proprio di qualcosa di puramente soggettivo, ma traccia oggettivamente i desideri di una nuova generazione che non ha pregiudizi rispetto alle altre generazioni rispetto alla messa tradizionale. Le nuove generazioni che assistono, diventano o semplicemente recuperano la pratica religiosa a contatto con la forma straordinaria non lo fanno per ragioni ideologiche, ma perché trovano lì qualcosa che il mondo moderno non è in grado di dare. Vogliono solo vivere serenamente la loro vita cristiana secondo il rito che ha santificato la Chiesa per secoli e sono estranei alle polemiche intraecclesiali che li accusano di epiteti che non corrispondono in nulla alla realtà. Desiderano la pace liturgica in comunione con il Papa e i suoi vescovi e non essere trattati come sospetti semplicemente perché vogliono santificarsi secondo il rito che li ha restituiti alla Chiesa. Dio voglia che il Santo Padre ascolti le suppliche di questa nuova generazione e ristabilisca la pace liturgica che Benedetto XVI ha avuto la finezza di impiantare concedendo ampie licenze a un rito mai abrogato.

Perché i convertiti della Generazione Z
vanno in massa alla messa antiquior.


Come molti giovani convertiti, la mia prima esperienza con il culto cattolico è avvenuta con la messa tradizionale. È stata grande, enigmatica e a volte sconcertante. Pochi, a parte la signora davanti a me, sembravano particolarmente sicuri di quando alzarsi e quando inginocchiarsi. Eppure, la settimana successiva, e ogni domenica da allora, sono tornata. Non come alcuni suppongono, nella speranza di incontrare il cristianesimo dei paramenti sontuosi tanto amato da alcuni settori cattolici di X, ma da un curioso desiderio di sperimentare quello che il dottor Peter Kwasniewski definisce «un prolungato corteggiamento dell'anima». È vero che il concetto di "prolungato" è una novità per noi zoomers. Nati tra la fine degli anni '90 e l'inizio del 2010, siamo cresciuti in pieno sviluppo tecnologico, il più rapido della storia dell'umanità. Ricordiamo a malapena un mondo precedente all'immediatezza e la nostra tolleranza al silenzio è praticamente inesistente. Che strano, quindi, che la nostra generazione, così lontana dai tempi lunghi, riempia silenziosamente i banchi di una liturgia di 90 minuti celebrata in una lingua antica.

Il latino è stato, ed è necessario che rimanga, la lingua del cattolicesimo

Nella nostra traduzione da Pelicanplus.com un altro articolo di Robert Keim da non perdere (precedente qui; oltre alle Lezioni sul latino liturgico qui). Il legame tra lingua cultura e religione è profondo e lo sarà sempre. 
Intanto leggo proprio adesso [vedi] : "Il latino è la lingua ufficiale della Chiesa e chi non la conoscesse, anche tra i cardinali, da oggi in poi deve studiarlo perché Leone XIV lo ha sancito nel nuovo «Regolamento Generale della Curia Romana» emanato il 24 novembre".
Aggiornamento: Art. 50 Riforma Curia
§1 Le istituzioni curiali redigeranno di regola i loro atti nella lingua latina o in altra lingua [Ecco il 'baco' in puro stile conciliare]
§2. È costituito presso la Segreteria di Stato un ufficio per la lingua latina, a servizio della Curia Romana. [Ci voleva; ma bisognerà vedere con quali potenzialità]
§3. Si avrà cura che i principali documenti destinati alla pubblicazione siano tradotti nelle lingue oggi più diffuse. [Questo è importante; ma sarebbe meglio se fosse salvaguardato davvero il latino in prima stesura]

Il latino è stato, ed è necessario che rimanga,
la lingua del cattolicesimo

di Robert Keim

Ferdinand de Saussure, studioso svizzero riconosciuto come il fondatore della linguistica moderna, disse che “nella vita degli individui e delle società, la lingua è un fattore di importanza maggiore di qualsiasi altro… Nella pratica, lo studio della lingua riguarda, in un modo o nell’altro, ciascuno”. [1] Una società soprannaturale, non meno di una società politica o etnica, ha bisogno di una lingua che le sia propria.

Benché Saussure sia stato il fondatore della linguistica moderna, la modernità non ha certo inventato l’idea che il linguaggio costituisca un elemento cruciale e assolutamente significativo della vita sociale. Questa è, piuttosto, un’idea pienamente e profondamente cristiana, che la Chiesa occidentale ha ereditato direttamente dalla cultura intellettuale dell’Antichità. Era già presente nella letteratura e nella liturgia degli antichi Ebrei. Scrive il grande studioso biblico Robert Alter: “I salmisti ci dicono ripetutamente che la vocazione ultima dell’uomo è usare le risorse del linguaggio umano per celebrare la grandezza di Dio ed esprimere gratitudine per i Suoi atti benefici”. [2] E sebbene l’antica Roma sia famosa per la sua abilità in attività pratiche come la costruzione di strutture monumentali, la conduzione di guerre e il governo di territori immensi, il sistema educativo romano era finalizzato alla formazione di oratori. Sia nei suoi aspetti pratici sia in quelli teorici, esso rifletteva un mondo in cui la parola e la sua presentazione erano centrali alla vita civica. [3]

martedì 25 novembre 2025

Oltre destra e sinistra: i partiti moderni e l'arte perduta della regalità

Una riflessione in un ambito complesso, nel tentativo di capirci di più, col vostro aiuto. Da quel che vedo, la presunta omologazione è solo parziale: basti pensare, ad esempio, all'immigrazionismo e alle ostinate affermazioni del gender e dei diritti lgbt.

Oltre destra e sinistra:
i partiti moderni e l'arte perduta della regalità

Le recenti elezioni regionali in Veneto, Puglia e Campania ripropongono, con evidenza quasi didascalica, una verità che la teoria politica più avvertita conosce da tempo: i partiti “tradizionali” di destra e di sinistra non sono alternative reali di paradigma, ma variazioni interne a un medesimo orizzonte moderno. In Veneto il centrodestra consolida un dominio politico ormai stratificato; in Puglia e Campania il centrosinistra si accredita come polo dell’“alternanza”. E tuttavia, sui dossier realmente decisivi – dalla guerra in Ucraina ai vincoli europei, dalle scelte di bilancio alla struttura complessiva dei rapporti economico-sociali – la convergenza è sostanziale. Cambia il linguaggio, mutano gli accenti, si diversificano le retoriche; ciò che non cambia è il quadro di riferimento, dentro il quale l’elettore è autorizzato a scegliere solo tra opzioni rigidamente precostituite, tutte interne alla medesima architettura politico-giuridica.
Questa omologazione non è un incidente, ma il frutto coerente del pensiero politico moderno. I partiti odierni nascono e si sviluppano all’interno di una costellazione teorica che, dalla dottrina della sovranità assoluta come potere indivisibile e originario (Bodin), passa per la separazione sistematica tra politica ed etica, in cui la “virtù” del governante coincide con l’efficacia e non con la bontà morale, come appare esemplarmente nei capitoli XV–XVIII del Principe dove è lodato chi “sa non essere buono” quando lo richieda la conservazione dello Stato (Machiavelli), assume la paura e la sicurezza quale fondamento del patto che istituisce il Leviatano, riducendo la comunità politica a meccanismo di auto-conservazione (Hobbes), eleva proprietà e interesse individuale a cardini della legittimazione del potere, facendo dello Stato il garante di un ordine giuridico plasmato sui diritti soggettivi proprietari (Locke), fino a dissolvere ogni mediazione sociale nella volontà generale, che è sempre nel giusto in quanto espressione di sé stessa, e trasforma il corpo politico in prodotto di un atto contrattuale fondato sulla volontà (Rousseau).

La "silenziosa rinascita cattolica" della Gran Bretagna è guidata dai laici

Nella nostra traduzione da Infocatolica. Un'ondata silenziosa di conversione e rinnovamento sta prendendo piede tra i giovani del Regno Unito. Sempre più spesso, i membri della Generazione Z si rivolgono alla Chiesa in cerca di chiarezza, stabilità e significato.

La "silenziosa rinascita cattolica"
della Gran Bretagna è guidata dai laici

Nel Regno Unito, diversi rapporti recenti parlano di una "silenziosa rinascita" all'interno della Chiesa cattolica, in particolare tra i giovani. Con l'avvicinarsi delle celebrazioni pasquali, le parrocchie di tutto il Paese hanno registrato un notevole aumento della partecipazione e dell'interesse per la fede.

Giornali come il Daily Telegraph, il Times e l'Anglican Ink hanno pubblicato titoli sulla rinascita cattolica in Inghilterra. "Ci sono splendidi segnali di crescita e rinnovamento nella vita della Chiesa, soprattutto tra i ventenni e i trentenni", ha dichiarato l'arcivescovo John Wilson di Southwark.