Te Deum laudamus, hodie (2025) et semper!
Dove sta andando la Chiesa cattolica? La Chiesa Una Santa è viva e immacolata nel Suo Sposo; ma una parte di quella visibile rischia di subire una 'mutazione genetica' o questa è già avvenuta nostro malgrado e ne stiamo vedendo gli effetti? Ci confrontiamo per "resistere", nella fedeltà.
Peregrinatio Summorum Pontificum 2022
mercoledì 31 dicembre 2025
Te Deum laudamus 2025
Te Deum laudamus, hodie (2025) et semper!
Una poesia natalizia di San Giovanni della Croce
fuori dall'oscurità, luce
- Il titolo completo della poesia di Giovanni è "canto dell'anima che si diletta nel conoscere Dio mediante la fede". Al suo centro, che risuona costantemente di strofa in strofa come una campana di chiesa, c'è una parola, una sillaba, un suono: sé ("Io so"). Non dobbiamo dimenticare quanto sia immenso il privilegio, quanto profondo il piacere, di conoscere Dio. Qui sulla terra non possiamo conoscerLo come lo fanno i santi e gli angeli, ma grazie all'Incarnazione, la nostra conoscenza può comunque raggiungere un notevole grado di perfezione. Possa la grazia di questo periodo natalizio aiutarci a renderci un po' meno indegni di questo magnifico dono.
E disse: «A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio».Cantar dell'alma che se goza de conocer a Dios por fe
(Luca 8:10)
San Juan de la Cruz
La fonte che emana - quanto bene lo soRobert Keim, 30 dicembre
questa sorgente che scorre,
anche nel buio della notte.
Quella fonte eterna è nascosta,
quanto bene so dove comincia,
anche nel buio della notte.
La sua origine non la conosco,
ché origine non ha,
ma quello che so invece è che
ogni origine da questa fonte viene,
anche nel buio della notte.
So che in effetti non può esserci
una cosa così bella come questa;
So anche che ne bevono,
cose della terra e del cielo,
anche nel buio della notte.
Beh, so che non ha fine,
nessuno può trascendere la sua profondità,
anche nel buio della notte.
La sua luminosità risplende oltre ogni ombra,
So che da essa proviene tutta la luce,
anche nel buio della notte.
Conosco i suoi corsi d'acqua e le sue possenti onde
può inondare il cielo, la terra e l'inferno,
anche nel buio della notte.
Il torrente nato in quella grande sorgente,
Conosco la forza che può portare,
anche nel buio della notte.
Quella fonte eterna è nascosta,
nel pane vivo e vivificante,
anche nel buio della notte.
Qui se ne sta, chiamando le creature, che dell’acqua si sazian anche se al buio Al mondo più vasto chiama;
anche quando la luce è svanita,
creature che alla sua acqua si saziano
viene dato tutto a tutti,
perché è il buio della notte.
Amo quella fonte di luce infinita,
il pane della vita che allieta la mia vista,
anche nel buio della notte.
Arte sacra o pittura religiosa? La risposta del Concilio di Trento
Arte sacra o pittura religiosa? La risposta del Concilio di Trento
Approfondire una discussione in corso
Robert Lazu Kmita, 30 dicembre
Jacopo Tintoretto (1519–1594), L'Ultima Cena (fonte)
Tintoretto, come Dante, ci accompagna attraverso il paradiso e l'inferno: vediamo la santità, attiva e contemplativa; vediamo la malizia; e vediamo la tiepida assenza di entrambe. Ma forse il tocco più meraviglioso di tutti in questo dipinto è il fatto che Tintoretto sollevi per noi il velo che separa il regno invisibile da quello visibile, mostrando schiere di angeli che circondano il Figlio di Dio, rendendogli l'omaggio che Gli è dovuto. Spiriti provenienti dai regni della luce, portano con sé la propria luminosità in un'oscurità a cui sono impenetrabili.
Vorrei soffermarmi su un punto più fondamentale, spesso dimenticato dai cristiani occidentali in generale, e in particolare dai cattolici, quando discutono di dipinti di soggetto sacro: che tipo di opera stiamo effettivamente osservando? Vorrei distogliere un po' l'attenzione dalla minuziosa analisi teologica dell'immagine e parlare del significato dello stile e della composizione.Perché, secondo qualsiasi definizione funzionale, questo dipinto non può essere definito arte sacra, indipendentemente da quanto sia famoso, da chi lo abbia dipinto per chi e da dove sia esposto. È certamente un soggetto religioso, ma non è arte sacra liturgica. Nello specifico, si tratta di pittura narrativa. E finché non comprenderemo la distinzione, è impossibile capire come un dipinto come questo possa fallire come arte sacra di per sé.
Il problema non è che la sua teologia sia errata, ma che il dipinto stesso non la supporta; la sacralità non è qualcosa che imponiamo a un'immagine attraverso l'interpretazione. All'epoca di Tintoretto, l'antica teologia dell'immagine era scomparsa dall'immaginario occidentale, cancellata e dimenticata, come se non fosse mai esistita.Non sono d'accordo con il mio amico perché credo che stia cercando di trarre insegnamenti morali ed eucaristici dall'idioma naturalistico e manierista di Tintoretto, come se il dipinto stesso partecipasse all'ontologia sacra, cosa che evidentemente non fa. Credo che stia adottando un approccio a questo dipinto ispirato alle idee gesuite: l'approccio "Dove ti trovi in questa scena?" è un tratto distintivo della spiritualità ignaziana, il che è appropriato per un'opera della Controriforma tridentina, suppongo.Ma questo ignora la natura dell'opera stessa. L'Ultima Cena di Tintoretto non manifesta fisicamente la realtà divina; mette in scena un evento del passato come un dramma morale. Lo spettatore deve fornire la teologia dall'esterno.
Il Concilio di Trento, la pittura sacra liturgica e la pittura illustrativa narrativa
Inoltre, che le immagini di Cristo, della Vergine Madre di Dio e degli altri santi devono essere tenute e conservate in particolare nei templi, e che deve essere loro reso il dovuto onore e venerazione; non perché si creda che in esse vi sia qualche divinità o virtù, per cui debbano essere adorate; o che si debba chiedere loro qualcosa; o che si debba riporre fiducia nelle immagini, come anticamente facevano i Gentili che riponevano la loro speranza negli idoli; ma perché l'onore che viene loro reso è riferito ai prototipi che quelle immagini rappresentano; in tal modo che per mezzo delle immagini che baciamo, e davanti alle quali scopriamo il capo e ci prostriamo, adoriamo Cristo; e veneriamo i santi, di cui portano l'immagine: come, con i decreti dei Concili, e specialmente del secondo Sinodo di Nicea, è stato definito contro gli oppositori delle immagini. (4)
Una cosa è adorare un'immagine, un'altra è imparare attraverso la storia di un'immagine ciò che deve essere adorato. Infatti, ciò che la scrittura offre a chi la legge, un'immagine lo offre agli ignoranti che la guardano, poiché in essa gli ignoranti vedono ciò che dovrebbero seguire, in essa leggono coloro che non conoscono le lettere.(5)
E i vescovi insegneranno con cura questo: che per mezzo delle storie dei misteri della nostra Redenzione, raffigurate da dipinti o altre rappresentazioni, il popolo viene istruito e confermato nel ricordare e nel ripensare continuamente agli articoli di fede; e che da tutte le immagini sacre si trae grande profitto, non solo perché il popolo viene così ammonito dei benefici e dei doni elargitigli da Cristo, ma anche perché i miracoli che Dio ha compiuto per mezzo dei santi e i loro salutari esempi vengono posti davanti agli occhi dei fedeli: affinché rendano grazie a Dio per queste cose; orientino la propria vita e i propri costumi a imitazione dei santi; e siano stimolati ad adorare e amare Dio e a coltivare la pietà. Ma se qualcuno insegnerà o nutrirà sentimenti contrari a questi decreti, sia anatema.(6)
5. Traduzione di Celia Chazelle nel contesto del suo articolo, “Immagini, libri e analfabeti: le lettere di Papa Gregorio a Sereno di Marsiglia”, in Word & Image, n. 6, 1990, p. 139.
6. Op. cit. , p. 235.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
martedì 30 dicembre 2025
In Illo Tempore: Domenica nell’Ottava di Natale
In Illo Tempore: Domenica nell’Ottava di Natale
Intervista: il cardinale Burke sulla liturgia, il Natale e il conclave
Intervista: il cardinale Burke sulla liturgia, il Natale e il conclave
Già Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e figura centrale in alcuni dei dibattiti più controversi della recente vita cattolica, il Cardinale Burke è diventato, per molti cattolici, un simbolo, a volte controverso e spesso frainteso, di continuità, chiarezza e resistenza alle derive teologiche. Mentre la Chiesa entra in un nuovo pontificato sotto Papa Leone XIV, e mentre le questioni relative a liturgia, autorità, giovani e tradizione si fanno sempre più pressanti, le parole di Burke assumono un peso particolare.
lunedì 29 dicembre 2025
29 dicembre. S. Tommaso Becket vescovo e martire della libertà della Chiesa
S. Tommaso Becket vescovo di Canterbury
e martire della libertà della Chiesa
Il Martire della libertà della Chiesa.
Troppo bello per essere vero? / Un racconto di due Natali
Troppo bello per essere vero?
Un racconto di due Natali
Ne parlerò comunque.
San Cirillo di Gerusalemme e la Comunione sulla mano
ARCHEOLOGITE LITURGICA - SACRILEGIO DILAGANTE
La ghianda è una quercia in potenza; la quercia è una ghianda divenuta perfetta. Il ritornare ghianda per una quercia, posto che lo potesse senza morire, sarebbe un regredire. Per questo nella Mediator Dei (n. 51) Pio XII condannava l'archeologismo liturgico come antiliturgico con queste parole:
«… non sarebbe animato da zelo retto e intelligente colui il quale volesse tornare agli antichi riti ed usi, ripudiando le nuove norme introdotte per disposizione della Divina Provvidenza e per mutate circostanze. Questo modo di pensare e di agire, difatti, fa rivivere l'eccessivo ed insano archeologismo suscitato dall'illegittimo concilio di Pistoia, e si sforza di ripristinare i molteplici errori che furono le premesse di quel conciliabolo e ne seguirono, con grande danno delle anime, e che la Chiesa, vigilante custode del Depositum Fidei affidatole dal suo divin Fondatore, a buon diritto condannò».
Di una tale ossessione morbosa - di archeologite - sono preda quei pseudoliturgisti che stanno desolando la Chiesa in nome del Concilio Vaticano II; pseudoliturgisti che talora giungono al punto di spingere con l'esortazione e con l'esempio i loro sudditi a violare quelle poche leggi sane che ancora sopravvivono, e da loro stessi formalmente promulgate o confermate.
domenica 28 dicembre 2025
L'ombra della mangiatoia è una croce
L'ombra della mangiatoia è una croce
Domenica nell'Ottava di Natale
Domenica nell'Ottava di Natale
(Se ne celebra l'Ufficio solo se cade il 29, 30 o il 31 dicembre)
| Intróitus Sap. 18, 14-15 - Dum médium siléntium tenérent ómnia et nox in suo cursu médium iter habéret, omnípotens sermo tuus, Dómine, de coelis a regálibus sédibus venit. Ps. 92, 1 - Dóminus regnávit, decórem indútus est: indútus est Dóminus fortitúdinem, et praecínxit se. Glória Patri… Sap. 18, 14-15 - Dum médium siléntium... |
Introito Sap. 18, 14-15 - Mentre tutto era immerso in profondo silenzio, e la notte era a metà del suo corso, l’onnipotente tuo Verbo, o Signore, discese dal celeste trono regale. Sal. 92, 1 - Il Signore regna, rivestito di maestà: Egli si ammanta e si cinge di potenza. Gloria al Padre… Sap. 18, 14-15 - Mentre tutto era immerso in profondo silenzio… |
Messa
sabato 27 dicembre 2025
Mons. Viganò. Gloria in excelsis Deo / Omelia nella Natività del Signore
Mons. Carlo Maria Viganò
Gloria in excelsis Deo
Omelia nella Natività del Signore
27 Dicembre: San Giovanni, Apostolo ed Evangelista
27 Dicembre San Giovanni, Apostolo ed Evangelista
L'Apostolo-Vergine.
Un canto misterioso: 'Adeste Fideles'
Un canto misterioso: Adeste Fideles
Assist del quotidiano dei vescovi agli islamici nigeriani
agli islamici nigeriani
venerdì 26 dicembre 2025
26 dicembre Santo Stefano protomartire
26 dicembre Santo Stefano protomartire
Gesù e santo Stefano.
La diocesi di Charlotte richiederà ai seminaristi di dedicare un "anno pastorale" extra all'insegnamento, vivendo come laici
La diocesi di Charlotte richiederà ai seminaristi di dedicare un "anno pastorale" extra all'insegnamento, vivendo come laici
La Chiesa ci ha tolto il silenzio durante la Messa
La Chiesa ci ha tolto il silenzio durante la Messa
Ci si alza e ci si siede a comando, si ripetono ad alta voce le preghiere, non so con quale partecipazione, poi si ascolta la predica, infine ci sono i canti; e questo è il momento peggiore. Non si possono onestamente chiamarli canti.
giovedì 25 dicembre 2025
Santo Natale 2025
expectatio gentium, et Salvator earum:
veni ad salvandum nos, Domine, Deus noster.
«La Chiesa da venti secoli predica la nascita di Gesù Bambino, ch’è il mistero più dolce, l’immagine più pura, il conforto più grande che l’umanità mai abbia avuto: Dio-uomo. Se è già una cosa grandiosa, incomparabile, insondabile, impenetrabile e inesauribile il mistero di Dio e il mistero dell’uomo, cos’è il mistero dell’Uomo-Dio? È certamente ancora più inesauribile e insondabile, ma è insieme la risoluzione della tensione fra Dio e l’uomo, fra l’Infinito e il finito, fra la Purezza e la nostra miseria del peccato, è “Dio con noi”, è la soluzione di questo mistero, è il conforto ineffabile. Ecco la gioia di noi cristiani oggi». P. Cornelio Fabro
mercoledì 24 dicembre 2025
L'evento storico più significativo di sempre: la Natività di Nostro Signore Gesù Cristo
L'evento storico più significativo di sempre:
la Natività di Nostro Signore Gesù Cristo
Alcune note sul collegamento tra la caverna di Platone e l'iconografia cristiana
Duccio di Buoninsegna (1299–1319), La Natività, 1308 ( fonte )
Buon Natale a tutti voi!
La grotta di Maestro Duccio e la saggezza di Platone
Immaginate degli uomini che vivono in una specie di caverna sotterranea con un lungo ingresso aperto alla luce per tutta la sua larghezza. Immaginateli con le gambe e il collo incatenati fin dall'infanzia, in modo che rimangano fermi nello stesso posto, capaci solo di guardare avanti e impediti dalle catene di girare la testa. Immaginate inoltre la luce di un fuoco che arde più in alto e a una certa distanza dietro di loro, e tra il fuoco e i prigionieri e sopra di loro una strada lungo la quale è stato costruito un basso muro, come gli espositori di spettacoli di marionette hanno dei tramezzi davanti agli uomini stessi, sopra i quali mostrano le marionette."Tutto quello che vedo", disse.“Guarda anche, dunque, uomini che portano oltre il muro utensili di ogni genere che si elevano al di sopra del muro, e anche immagini umane e forme di animali, lavorate in pietra, legno e ogni materiale, alcuni di questi portatori presumibilmente parlano e altri sono silenziosi.”
«Strana immagine quella di cui parli», disse, «e strani prigionieri»."Come noi", dissi; "perché, per cominciare, dimmi, pensi che questi uomini avrebbero visto qualcosa di loro stessi o degli altri, se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna di fronte a loro?""Come potrebbero", disse, "se fossero costretti a tenere la testa ferma per tutta la vita?"
"E ancora, non varrebbe lo stesso per gli oggetti trasportati da loro?"
"Certamente."«Se dunque fossero in grado di parlare tra loro, non credi che supporrebbero che, nominando le cose che vedono, stanno nominando gli oggetti che passano?»
"Necessariamente.""E se la loro prigione avesse avuto un'eco dal muro di fronte, quando uno dei passanti avesse emesso un suono, pensi che avrebbero supposto che a parlare fosse stato qualcun altro oltre all'ombra che passava?"
«Per Zeus, non lo so», disse.“Allora, in ogni caso, tali prigionieri riterrebbero che la realtà non sia altro che l'ombra degli oggetti artificiali.”
"Inevitabilmente", ha detto.(1)
Prigionieri del nulla
Lo stupefacente piano divino nascosto
Andrej Rublev (?–1430), Natività del Signore
Fede cristiana eterna e infallibile
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1. Cito la traduzione di Paul Shorey: Platone in dodici volumi, volumi 5 e 6, Cambridge, MA, Harvard University Press; Londra, William Heinemann Ltd., 1969.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Nota di Chiesa e post-concilio
Imparare il latino liturgico, lezione 23
Imparare il latino liturgico, lezione 23
Le antifone O
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17 dicembre






















