Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 23 novembre 2025

Il cardinale Zen mette in guardia dal rischio di "suicidio" della Chiesa cattolica a causa della deriva sinodale

Nella nostra traduzione da Infocatolica In un articolo molto critico, il cardinale Zen chiede di fermare la deriva sinodale e di tornare alla dottrina apostolica. La Chiesa sta diventando qualcosa di simile alla Chiesa anglicana. Peccato che sottolinei la collegialità senza coglierne le pecche [qui - qui] (un problema del conservatorismo). Dobbiamo offrire le nostre preghiere e sacrifici”- Qui l'indice dei precedenti.

Il cardinale Zen mette in guardia dal rischio di "suicidio"
della Chiesa cattolica a causa della deriva sinodale


Il cardinale Joseph Zen, 93 anni, vescovo emerito di Hong Kong, ha pubblicato una lunga riflessione in cui critica fortemente l'attuale direzione del Sinodo sulla sinodalità e mette in guardia dal rischio reale di una distorsione dell'identità cattolica. Il cardinale si erge come una delle voci più chiare contro la confusione dottrinale che, a suo dire, la Chiesa sta vivendo.

Una lezione di fedeltà dalla liturgia
Zen fa parte della liturgia di questi giorni, dove si legge il martirio di Eleazar, l'anziano maestro della Legge che preferì la morte piuttosto che provocare scandalo tra i giovani fingendo di mangiare carne proibita. Il cardinale confessa di sentirsi legato a questa figura: "Io, uomo di novantatré anni, ammiro in modo particolare Eleazar. Chi ha dedicato la sua vita all'insegnamento ai giovani, alla fine della sua vita, può dare loro un cattivo esempio?"

Il cardinale sottolinea che, in quest'epoca di confusione, la verità è un "tesoro nascosto" che deve essere condiviso: "Non siamo 'monopolizzatori della verità', ma 'servitori della verità'. Non esiste una 'tua verità' e una 'mia verità'; la verità è sapere che siamo figli di Dio, che Gesù è morto volontariamente sulla croce per noi".

La struttura apostolica della Chiesa
In occasione della dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo, Zen ricorda la struttura apostolica della Chiesa e il primato di Pietro. Deplora che "all'interno della Chiesa ci siano ancora persone che non sanno cosa sia la Chiesa" e sottolinea che si tratta di un corpo visibile e mistico fondato sugli Apostoli, con Pietro a capo del collegio apostolico.

Il cardinale spiega che il Concilio Vaticano II ha completato l'ecclesiologia iniziata dal Vaticano I, sottolineando la collegialità apostolica [vedi richiamo e link nell'incipit -ndT]. Paolo VI , con il motu proprio Apostolica Sollicitudo, ha istituito il Sinodo dei Vescovi come rappresentanza mondiale dell'episcopato per consigliare il Papa su questioni dottrinali e pastorali.

Una critica diretta all'attuale processo sinodale
La parte centrale del suo articolo è dedicata a una critica approfondita del processo sinodale sotto Papa Francesco. Il cardinale Zen accusa l'attuale struttura di aver trasformato il Synodus Episcoporum in un "ibrido" in cui la responsabilità episcopale risulta diluita.

«Il recente Sinodo sulla sinodalità [qui] non è più un sinodo, ma usa il nome di sinodo per sviluppare una "assemblea consultiva mista dei battezzati"», denuncia il cardinale, che elenca diversi problemi: metodologie che evitano un vero dibattito, mancanza di trasparenza nello svolgimento delle sessioni, controllo della dinamica sinodale da parte di facilitatori ed esperti, e il ritiro di questioni delicate a gruppi di studio senza una chiara supervisione.

L'impatto di Fiducia Supplicans
Zen è particolarmente critico nei confronti della pubblicazione della Fiducia supplicans [qui; da lui già  contestata qui ndT] tra le due sessioni sinodali, un documento che consente la benedizione delle coppie dello stesso sesso in determinati contesti. Secondo il cardinale, ciò "ha causato grande confusione nella Chiesa e una grave divisione", contraddicendo la disciplina tradizionale.

E anche il modo in cui un'altra serie di questioni è stata eliminata dal dibattito, descrivendo chiaramente come ci si comporta quando si invoca la sinodalità:
"Prima dell'inizio della seconda metà della conferenza, Papa Francesco ha ritirato tutte le discussioni sui singoli obiettivi (declericalizzazione della struttura della Chiesa, leadership femminile, modernizzazione dell'etica sessuale, localizzazione dell'autorità dottrinale, ecc.) [presumibilmente perché prevedeva che non sarebbero stati approvati con successo dal sinodo] e li ha affidati ad alcuni 'gruppi di studio'."
"Verso l'autodistruzione?"
Il cardinale mette in guardia dal rischio di condurre la Chiesa verso una situazione simile a quella della Comunione anglicana : "La nostra Chiesa non è forse già diventata qualcosa di simile alla Chiesa anglicana? Non è forse un suicidio per la Chiesa cattolica volersi assimilare al mondo?"

Zen esprime la sua preoccupazione per il documento finale del Sinodo, che considera "redatto in fretta e poco trasparente", e che Papa Francesco ha adottato come "magistero papale" da "testare" entro il 2028. "Mio Dio! Un documento che ognuno può comprendere in modo diverso, da "testare" secondo la propria comprensione e si chiede: "dopo tre anni di verifica nel 2028, sarà possibile invertire la rotta?" [Evidenti effetti dello storicismo e conseguente ermeneutica della rottura smentendo la conclamata continuità di Ratzinger, che trasferisce il cardine su cui si fonda la fede e la sua manifestazione, dall'oggetto-Rivelazione al soggetto-Chiesa (e dunque l'ermeneutica diventa mutevole a seconda delle mode dei tempi) -ndT].

L'appello del Papa alla preghiera
Lungi da ogni atteggiamento ribelle, Zen insiste sulla sua obbedienza filiale: "Sono salesiano; apparteniamo al partito monarchico. Critico certe azioni del Papa proprio perché amo il Papa". Cita la preghiera tradizionale per il Pontefice: "Signore, non consegnarlo nelle mani dei suoi nemici".

Il cardinale conclude chiedendo preghiere affinché il Papa «unisca la Chiesa sulla base della verità e, uniti, ci dedichiamo all'evangelizzazione»:
"Papa Francesco ha commesso molti errori pericolosi, lasciando dietro di sé caos e divisione. Ora, la speranza più grande risiede nella capacità di Papa Leone di unire la Chiesa sulla base della verità e di dedicarsi all'evangelizzazione. Dobbiamo offrire le nostre preghiere e i nostri sacrifici per Papa Leone."
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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