Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 28 ottobre 2023

"Credo. Compendio della fede cattolica", di monsignor Athanasius Schneider

È uscito “Credo. Compendio della fede cattolica” di monsignor Schneider. Una guida sicura e autorevole in questa temperie oscura. 
Alla fine del suo discorso al lancio del Credo a Roma, il vescovo Schneider ha detto: “Chiediamo umilmente al Signore di concederci per intercessione della Madonna la grazia di poter dire: “Io conosco la mia fede cattolica. Non permetterò che io sia confuso. Per questa Fede sono pronto a morire”. Ho trovato alcuni autorevoli apprezzamenti, che condivido:
Possa quest’opera rivelarsi un ottimo strumento per coloro che cercano di esplorare più profondamente la verità di Gesù Cristo. (+ Vescovo Joseph Strickland)
Credo è uno strumento importante nell'essenziale lavoro missionario di evangelizzazione e apologetica nell'annuncio della verità salvifica di Gesù Cristo nel nostro mondo che ne ha così disperatamente bisogno. (+ Cardinale Robert Sarah)
Mons. Schneider dà voce alla tradizione viva, mostrando che non è semplicemente viva, ma ha il potere di cambiare la nostra vita, di renderci santi. Credo che questo libro farà molto bene. (Dott. Scott Hahn)

Credo. Compendio della fede cattolica” 
di mons. Athanasius Schneider.

Esce in questi giorni in inglese, a cura della casa editrice cattolica Sophia Institute Press di Manchester (New Hampshire, Stati Uniti) il libro Credo. Compendio della fede cattolica, di monsignor Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Santa Maria ad Astana, Kazakistan.

Scritto per i piccoli e i semplici, in un linguaggio accessibile e comprensibile anche a persone non esperte di questioni teologiche, pur essendo accurato e fedele alla dottrina della Chiesa, questo Compendio espone la verità della Fede e della Tradizione cattolica di fronte alla complessità del momento attuale.

La trasmissione completa della fede, della morale e della Sacra Liturgia ricevuta dalla Chiesa è un dovere e una responsabilità di ogni vescovo cattolico, e ciò in virtù della consacrazione episcopale. Né il papa, Vicario di Cristo, né i vescovi sono proprietari del Depositum fidei o della Sacra Liturgia, né possono disporne a loro discrezione. Non hanno nemmeno il potere di proporre nuove forme di espressione della dottrina cattolica, se non nello stesso senso della Tradizione. A questo proposito, il commento di san Vincenzo de Lerins nel Commonitorium 8 è molto significativo:
L’autorità dell’Apostolo si manifestava allora con la sua massima severità: “Se anche noi stessi, o un angelo dal cielo, vi predicasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema” (Gal 1, 8). E perché san Paolo dice “anche se noi stessi” e non “anche se io stesso”? Perché significa che se anche Pietro, o Andrea, o Giovanni, o l’intero collegio degli Apostoli, annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema. Tremendo il rigore con cui, per affermare la fedeltà alla fede primitiva, non esclude né se stesso né gli altri Apostoli.
Mai come oggi il popolo cattolico ha avuto a disposizione una tale quantità di testi del Magistero. Tuttavia, mai come oggi la fede si è persa. Questa è un’apparente contraddizione. La fortissima diminuzione, in Occidente, nel periodo successivo al Concilio Vaticano II, della frequenza alla Santa Messa, dei battesimi, dei matrimoni cattolici, delle prime comunioni, delle cresime, delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, la perdita dei vescovi come autorità morale in ogni Paese, l’enorme abbandono sia del ministero sacerdotale che dei voti religiosi, tutto questo è avvenuto per gravi ragioni. Alcuni attribuiscono una situazione così drammatica al Concilio Vaticano II, altri al cosiddetto “spirito del Concilio”, altri ancora all’attuale situazione mondiale, altri ancora a una combinazione di questi fattori, ma il fatto reale è lì, davanti a noi. Riconoscerlo in tutta la sua ampiezza, profondità e drammaticità, sia all’interno della Chiesa sia nello stato caotico del mondo attuale (elementi concatenati), costituisce il punto di partenza per cercare una via d’uscita soprannaturale e naturale da una crisi, l’attuale, che secondo alcuni è la più grande nella storia della Chiesa.

D’altra parte, nessuno può negare che, data la grave spaccatura della cristianità dovuta all’opera disgraziata di Martin Lutero nei suoi vari aspetti religiosi, politici, sociali e culturali, il Concilio di Trento e il “movimento della controriforma” hanno avuto il potere, a differenza del Concilio Vaticano II, di affrontare l’eresia e di salvaguardare l’intera fede cattolica all’interno della Chiesa, riconquistando molti Paesi con radici cattoliche.

Il Compendio del vescovo Schneider, esponendo con chiarezza la fede, la morale e la liturgia cattolica, affronta numerose e complesse questioni attuali segnate da grande confusione. Le affronta senza paura di nessuno, se non di Dio – a cui tutti dobbiamo rendere conto – e senza i condizionamenti mentali e comportamentali imposti dal compromesso con il mondo civile ed ecclesiastico, che in molti casi si traduce in un clamoroso silenzio.

Oggi abbiamo la preziosa testimonianza [qui], a favore della verità, del vescovo di Tyler (Texas), monsignor Joseph Strickland, che tutti dobbiamo accompagnare con la preghiera.

Nel Compendio, in oltre 400 pagine e con 607 citazioni di documenti della Chiesa, il vescovo Schneider affronta, tra gli altri, i seguenti temi:

Transumanesimo [qui], Pentecostalismo, Il significato della persecuzione dell’antica Messa tradizionale e il problema dell'”obbedienza” che questa persecuzione genera [qui], Il culto della Madre Terra [qui], Metodi asiatici di meditazione, Il sacerdozio o il diaconato femminile, L’uso dei social network, Scienza ed evoluzione, La guerra giusta, La pena di morte [qui], Ideologia di genere [qui], Modestia, Vaccini e mandati sanitari [qui], Religioni del mondo, La vera preghiera, L’educazione dei figli e la scuola, La complessa questione della libertà religiosa [qui - qui] e della libertà di espressione, Gli scandali nella Chiesa, L’infallibilità, i gradi del Magistero e l’errore, La pornografia e l’educazione sessuale, Il lavoro domenicale e il modo di adorare Dio, Il comunismo e la massoneria, Il globalismo, Il movimento carismatico, Il consumo di marijuana e di droghe, Il senso di un autentico rinnovamento della Chiesa e molto altro ancora.

Era necessario un altro Credo o Compendio della fede cattolica, dato che sono stati pubblicati di recente sia il Catechismo della Chiesa cattolica che il suo corrispondente compendio?
Leggendo il Compendio del vescovo Schneider troviamo, per la prima volta negli ultimi sessant’anni, un’esposizione della fede, della morale e della liturgia cattolica che contiene numerose citazioni del ricchissimo magistero precedente al Vaticano II. Vi si trovano anche buoni passi del Vaticano II, ad esempio da Sacrosanctum Concilium, in collegamento con Mediator Dei di Pio XII, Quanta Cura di Pio IX, Libertas Praestantissimus di Leone XIII, e così via. La Chiesa non è iniziata nel 1962: questo è un dato che va sempre sottolineato.

Il Compendio del vescovo Schneider affronta implicitamente anche la questione delle cause della crisi attuale, rivelando le ambiguità insite nello stesso Vaticano II e nei documenti successivi, compreso il Catechismo della Chiesa cattolica, oltre a citare i contributi del Magistero attuale quando è in continuità con la fede e la Tradizione della Chiesa. Nella lettura frequente di questi documenti, spesso ci sfuggono affermazioni che, se guardate più da vicino e nel loro vero significato, non sono compatibili con la dottrina della Chiesa o la diluiscono in modo quasi impercettibile.

Ringraziamo monsignor Schneider per l’egregio lavoro svolto e incoraggiamo i lettori ad acquistare il Compendio ora disponibile presso la casa editrice Sophia Institute Press o su Amazon, in lingua inglese. Speriamo di poterlo avere presto anche in altre lingue. Preghiamo affinché la purezza della sua dottrina, della sua morale e della sua liturgia torni presto a risplendere nella Chiesa, in modo da poter distinguere senza dubbio il grano dalla zizzania, per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime [qui].

Terminiamo queste righe citando la fine del prologo dell’autore del Compendio:
“I santi Apostoli, Padri e Dottori della Chiesa intercedano per tutti coloro che useranno questo Compendio, affinché ne ricevano molti benefici spirituali. La Beata Vergine Maria, Madre di Dio e nostra tenera Madre, degnamente invocata nella Chiesa come Distruttrice di tutte le eresie e Sede della Sapienza, ci protegga con il suo manto materno e preghi per noi affinché possiamo essere resi degni delle promesse del suo Figlio divino, il Verbo fatto carne, che è pieno di verità e, stando nel Padre, ci ha rivelato tutta la verità (cfr. Gv 1, 14.18)”.
Fonte: infocatolica.com

22 commenti:

Anonimo ha detto...

Ora speriamo che venga tradotto presto in italiano il libro di monsignor Schneider.

Qui Roma : ha detto...

Domenica 29 ottobre, festa di Cristo Re
Basilica dei SS Celso e Giuliano
Ore 8:30 Santa Messa solenne
Ore 10:00 Santa Messa prelatizia celebrata da S.E.R. Mons. Schneider
Ore 12:30: Santa Messa
Ore 17:00 Vespro solenne
Ore 18:00 Santa Messa

Catholicus ha detto...

Abbiamo il benemerito Catechismo di San Pio X, nelle due versioni ( per bambini e catechismo maggiore), con il quale io sono stato catechizzato, nei lomtani anni '50, r mi sembra più che suficiente per imparare la " dotttina"; inoltte non farebbe male recuperare la Bibbia dell' abate Ricciotti, recentemente ristampata da Effedieffe...

Anonimo ha detto...

Anche io ho subito pensato al Catechismo di San Pio X che ancora abbiamo.

mic ha detto...

OK. Ma il libro è diretto all'attuale generazione che ha perso ogni riferimento al Catechismo di San Pio X, purtroppo ben presente solo a chi custodisce la Tradizione...

Anonimo ha detto...

A dire il vero temo che all interno ci siano incisi commestibili del CVII.

mic ha detto...

Ma gli incisi commestibili del CVII non sono da temere. Vedi i quattro livelli di mons. Brunero Gherardini e l'intervento di mons. Schneider, rispettivamente qui
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2011/01/convegno-di-roma-sul-vaticano-ii.html
e qui
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2011/01/convegno-sul-vaticano-ii-proposte-per.html

mic ha detto...

Quanto sopra non è mero conservatorismo, ma competente ragionevolezza

mic ha detto...

Quanto sopra non è mero conservatorismo, ma competente ragionevolezza.
Non è realistico ignorare o bypassare un evento la cui applicazione a prassi ha influito su due generazioni. Ma è necessario denunciare e chiamare col loro nome gli errori già individuati e "ripareggiare" la verità accettando il positivo secondo le indicazioni di Gerardini e Schneider.

Anonimo ha detto...

Accettando gli incisi commestibili del CVII si lascia intendere che la dottrina può essere accolta o rifiutata ad libitum. La distinzione in livelli non risolve il problema, perché tale distinzione non è parte degli intendimenti originali conciliari, i quali costituiscono un tutt'uno ben coeso sia nell'ambiguità della lettera che nel cosiddetto spirito del concilio, poi confermato dai pontificati conciliari e da tutta la relativa prassi pastorale sino ad oggi.

Checché ne dicano pur eminenti teologi il cui intento è la quadratura del cerchio, il concilio rimane un pastrocchio che solo nella storia ecclesiale futura potrà essere districato.

Per ora darlo in pasto ai fedeli cattolici significa nutrirli con cibo scaduto, anzi avariato fin dall'inizio e quindi inaffidabile: meglio affidarsi alla tradizione, perché... il CVII non ha aggiunto nulla di nuovo da credere, e se qualcosa di nuovo c'è è soltanto da rigettare.

Catholicus ha detto...

Finalmente un vescovo “in servizio” che parla fuori dai denti, dicendo pane al pane e vino al vino, senza giri di parole per non esporsi a possibili ritorsioni; riferendosi al Sinodo delle sinodalità, a cui si è rifiutato di partecipare, monsignor Mutsaerts afferma, tra l’altro “Certamente nella Chiesa sono tutti benvenuti, ma a una condizione: che si pentano e facciano appello alla misericordia di Dio. Questo è il punto centrale della nostra religione: riconoscere che c’è una verità che ci è stata rivelata…. occorre finirla di parlare di inclusività e diversità… non dobbiamo lasciarci ingannare dai trucchi ideologici… oggi (quando) la Chiesa proclama l’accoglienza senza più ricordare il bisogno della conversione e dell’adesione alla verità…. Se ci sono persone che si sentono escluse, così sia. Gesù stesso ha escluso molte persone chiarendo che c’è chi non eredita il regno di Dio (Ndr: il famoso “pro multis” della consacrazione, nella Messa Novus Ordo, che il clero ribelle e rivoluzionario vaticansecondista ha cambiato in “pro omnibus”, cioè per tutti)… dobbiamo (anche) poter chiamare certe azioni per quello che sono: peccati... Il primo comando della Chiesa da parte di Gesù non è mai stato l’ascolto, ma la missione: andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”
Parole sante, chiare e cristalline, in perfetta sintonia con il Catechismo di San Pio X, odiato visceralmente dal clero progressista, forse perché rivela il suo tradimento di Cristo…
https://www.aldomariavalli.it/2023/10/29/questo-e-il-sinodo-delloscurita-che-cosa-vuole-veramente-il-papa-parla-il-vescovo-mutsaerts/
…e a proposito del mantra bergogliano “inclusione e valorizzazione delle diversità”, cioè del peccato, al fine di confermare i peccatori nei loro comportamento peccaminoso e condurli fino all’impenitenza finale (accompagnamento delle fragilità, altro tormentone bergogliano falso e bugiardo), cioè fino a Portae Inferi, segnaliamo qui un approfondimento a tema (scusandoci per l’autocitazione) :
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV4601_Catholicus_Inclusione_e_valorizzazione.html


Anonimo ha detto...

"Quanto sopra non è mero conservatorismo, ma competente ragionevolezza."

Ma chi sopra ha insinuato di "mero conservatorismo"?
Nessuno, mi sembra:
excusatio non petita, accusatio manifesta

mic ha detto...

Anonimo 20:18
Sull'excusatio non petita...
Si vede che non legge i commenti frequenti nelle altre pagine. La risposta riguardava il rigetto totale del CVII che personalmente non trovo realistico. Posso sbagliare ma cosi mi sembra. Quello da rigettare è il gegen-geist ben inquadrato nel "discorso da fare" divenuto , "discorso mancato" per mons. Gherardini mentre oggi esiste un dibattito aperto che andrebbe alimentato e maggiormente diffuso.

Anonimo ha detto...

Stimo molto Mons. Brunetto Gherardini ma, lui come molti della sua generazione del resto, penso ad un Siri, ad esempio, in nome di un obbedienza talvolta cieca, ha faticato a riconoscere ciò che stava accadendo. Oggi, io penso, ma potrei sbagliare naturalmente, credo che andrebbe oltre e sarebbe più incisivo.
Penso all' evoluzione di Mons. Viganò o dello stesso Mons. Schneider.
Tutti quelli che cercano di difendere la Tradizione citano, con convinzione,un passo della storia del Concilio di De Mattei dove si afferma, dimostrandolo, la rottura della legalità conciliare. Se ne parla spesso ma si valutano, fino in fondo,le conseguenze di tale affermazione?
Mi chiedo e lo chiedo a Mic e a chiunque ne abbia competenza: se il Concilio nasce da un atto illegale può essere legale ciò che è avvenuto in esso? Se una riunione di condominio comincia, ad esempio, senza il numero legale, è valido ciò che viene deliberato?
Non verranno forse impugnate le decisioni prese? Io penso proprio di sì. Attendo risposte.
Antonio

Un bonbon empoisonné ha detto...

Abbiamo il Catechismo della Dottrina Cristiana e il Catechismo Maggiore di San Pio X, e un autentico capolavoro: il Catechismo Tridentino (io lo conosco sia nell'edizione in lingua latina, sia nell'edizione Cantagalli). Nel sito Bibliothèque Saint Libère, si trovano, in formato pdf, tre stupendi catechismi: quello di F. Spirago, quello di Mons. Jean-Joseph Gaume e quello di San Pietro Canisio. Se avete un po' di tempo, vi consiglio di studiarli e di farne tesoro. Un catechismo conservatore, infarcito di paesaggi conciliari, non è altro che una caramella avvelenata.

Murmex ha detto...

Ma qui siamo in un campo ben diverso da una riunione di condominio ! Il Papa, se tale è, ha tutta l'autorità per sanare, con la sua approvazione, ogni " rottura di legalità " . Non è amministratore di condominio, è Vicario di Gesù Cristo, che gli ha conferito un potere assoluto sulla terra, visto che Lui è in Cielo quindi il problema ( o la soluzione per poter rifiutare il Vat. II) non è la rottura della legalità, è il fatto che un presunto Papa abbia approvato gli errori conciliari.

Anonimo ha detto...


Perché discutere sul Catechismo di mons. Schneider senza averlo letto?
Non ne vale la pena, di discutere su una cosa che non si conosce.
In linea di principio non si possono rifiutare le parti del Vaticano II che ripropongono correttamente la dottrina tradizionale.
Queste parti non sanano il Concilio, non sono tali da neutralizzare i suoi veleni. Ma non si possono comunque ignorare e condannare il Concilio in blocco.
TUTTAVIA :
Il Concilio è irreformabile, questa è l'amara verità. Riformarlo in bene vorrebbe dire sopprimerne blocchi interi. Resterebbero dei monconi senza senso.
Il Concilio è un tutto inestricabile. Ma non occorre romperlo o sopprimerlo formalmente. Esempio:
Da quello che si è visto in 60 anni, le conferenze episcopali nazionali si sono rivelate un istituto deleterio, come tutta la riforma della figura del vescovo inaugurata dal Conciliio. Andrebbero abolite. Ma c'è l'inciampo del Concilio. Ma per chi? Un concilio pastorale, senza dogmi, non sarebbe certamente d'inciampo per un papa che abolisse per decreto, forte della sua autorità apostolica, queste conferenze e riassegnasse ai singoli vescovi la effettiva direzione delle loro diocesi. IL papa può abolirle senza nemmeno nominare il Conciio, con una costituzione che "riformi" di nuovo la posizione del vescovo.
Lo stesso per l'ecumenismo, le religioni non cristiane etc : un Papa che riaffermasse come obbligatoria la dottrina di sempre, che solo nella Chiesa cattolica si realizza la salvezza, condannerebbe ipso facto all'oblio il Concilio, anche senza nominarlo, e farebbe cessare di colpo tutto il circo osceno degli incontri ecumenici, delle Messe interreligiose, insomma tutto l'obbrorio che conosciamo.

Circa le illegalità iniziali, non possono invalidare giuridicamente il Concilio ma possono deleggitimarlo sul piano morale, facendo vedere come sin dall'inizio l'errore si fosse introdotto.

Anonimo ha detto...

Lasci stare il diritto, che anche per il diritto canonico la salvezza delle anime è la legge suprema. Il Concilio, come disse il card. Suenens, è stato il 1789 della Chiesa e conduce le Anime direttamente all'inferno. Chi ama davvero la Chiesa e Cristo Re (Chiesa militante), chi vuole assicurare a tutte le Anime il Paradiso (Chiesa trionfante e Chiesa sofferente) non si para dietro considerazioni giuridiche. Il Concilio è un male e i semplici fedeli che hanno ricevuta la grazia di conoscere la Tradizione Cattolica - e non sono pochi - non si lasciano incantare da nessuna considerazione intellettualistica di monsignori teologi, che, di concreto, non hanno mai fatto nulla per le Anime e, ben rintanati nelle loro sedi, hanno generato unicamente confusione. Non è con i gargarismi pseudoteologici e pseudogiuriduci che si salvano le Anime, ma con l'amore per Cristo e per la Sua Chiesa. Gli esempi dei Santi, dei quali celebriamo la Festa domani, dovrebbero pure insegnarci qualcosa. Noi vogliamo imitare il "si si no no" dei Santi e non ci accontentiamo delle mezze misure... e delle caramelle avvelenate.

Murmex ha detto...

Insomma, non si va mai al nocciolo ( comprese le eccellenze o eminenze che senza rendersene conto , spero,tirano l'acqua al mulino modernista, non le loro petizioni, dubbi, catechismi ecc). Il nocciolo è una semplicissima domandina, proprio da Catechismo, quello vero: può la Chiesa errare nell'insegnarci le verita rivelate necessarie per la nostra salvezza? No, non può, mai e per nessuna ragione, neppure per fini pastorali( anche questa, della pastorale, una astuta novità). Andare a consultare, prego, il Catechismo di S Pio X, accessibile anche ai bambini. E allora, facciamo un ragionamento logico, che se fatto correttamente, partendo da una premessa certa, di Fede, ci conduce inesorabilmente alla verità. E cosi , come bambini saggi( come di solito sono i bambini prima di essere rovinati dagli adulti)sorvoliamo tutte le astruserie erisolviamo il problema. In noi, ovviamente, certo non possiamo noi stessi insediarci ai vertici e cambiare tutto. Ma così finiamo di tormentare noi stessi e di danneggiare gli altri, diffondendo posizioni conservatrici conciliari ancora più pericolose( subdole) di quelle bergogliane ( aperte)
,

Anonimo ha detto...


# "il papa ha un potere assoluto su tutta la terra.."

Dice Murmex. Non è esatto. Ha un potere assoluto, in quanto insindacabile (a meno non dica eresie) ma nell'ambito della Chiesa, dell'ordinamento canonico. Non su tutta la terra, che non coincide con la Chiesa e con l'ordinamento canonico.
Sul papa che pronunci eventualmente eresie non c'è una dottrina della Chiesa. Il cardinale Mueller ha di recente richiamato la tesi di San Bellarmino, per il quale un papa che pronunci eresie decade automaticamente dal trono. Ma è pur sempre la tesi di san Bellarmino, non la dottrina della Chiesa. Che sul punto non ha una dottrina ufficiale. Quello che ha è che il papa non può esser giudicato da alcuno. L'inciso "nisi a fide devius" è stato lasciato cadere. Tuttavia bisogna ammetterlo come principio implicito dell'ordinamento canonico (opinione personale, si capisce).

Anonimo ha detto...

Il Papà è la massima autorità sulla terra, data la superiorità dello spirituale sul materiale, infatti nessuno può deporlo, almeno non in maniera legittima

Anonimo ha detto...

«Tanti oggi sono affamati del pane della retta dottrina», ha detto il Cardinale Sarah, presentando il nuovo libro del vescovo Athanasius Schneider