Si riallaccia all'articolo precedente [qui] e ne conferma e completa il contenuto. Testimonianza pubblicata da una giovane cattolica sul prestigioso quotidiano inglese The Catholic Herald (qui). Il suo interesse è che non si tratta proprio di qualcosa di puramente soggettivo, ma traccia oggettivamente i desideri di una nuova generazione che non ha pregiudizi rispetto alle altre generazioni rispetto alla messa tradizionale. Le nuove generazioni che assistono, diventano o semplicemente recuperano la pratica religiosa a contatto con la forma straordinaria non lo fanno per ragioni ideologiche, ma perché trovano lì qualcosa che il mondo moderno non è in grado di dare. Vogliono solo vivere serenamente la loro vita cristiana secondo il rito che ha santificato la Chiesa per secoli e sono estranei alle polemiche intraecclesiali che li accusano di epiteti che non corrispondono in nulla alla realtà. Desiderano la pace liturgica in comunione con il Papa e i suoi vescovi e non essere trattati come sospetti semplicemente perché vogliono santificarsi secondo il rito che li ha restituiti alla Chiesa. Dio voglia che il Santo Padre ascolti le suppliche di questa nuova generazione e ristabilisca la pace liturgica che Benedetto XVI ha avuto la finezza di impiantare concedendo ampie licenze a un rito mai abrogato.
Perché i convertiti della Generazione Z
vanno in massa alla messa antiquior.
Come molti giovani convertiti, la mia prima esperienza con il culto cattolico è avvenuta con la messa tradizionale. È stata grande, enigmatica e a volte sconcertante. Pochi, a parte la signora davanti a me, sembravano particolarmente sicuri di quando alzarsi e quando inginocchiarsi. Eppure, la settimana successiva, e ogni domenica da allora, sono tornata. Non come alcuni suppongono, nella speranza di incontrare il cristianesimo dei paramenti sontuosi tanto amato da alcuni settori cattolici di X, ma da un curioso desiderio di sperimentare quello che il dottor Peter Kwasniewski definisce «un prolungato corteggiamento dell'anima».
È vero che il concetto di "prolungato" è una novità per noi zoomers. Nati tra la fine degli anni '90 e l'inizio del 2010, siamo cresciuti in pieno sviluppo tecnologico, il più rapido della storia dell'umanità. Ricordiamo a malapena un mondo precedente all'immediatezza e la nostra tolleranza al silenzio è praticamente inesistente. Che strano, quindi, che la nostra generazione, così lontana dai tempi lunghi, riempia silenziosamente i banchi di una liturgia di 90 minuti celebrata in una lingua antica.
Eppure le cifre parlano da sole. Un rapporto pubblicato dall'Associazione Biblica all'inizio di quest'anno indicava non solo che il cristianesimo sta risorgendo tra i giovani britannici, ma che coloro che si convertono alla fede cattolica stanno guidando il movimento. Ancora più convincente è la notizia che i nostri cugini americani hanno registrato, tra il 2019 e il 2021, uno straordinario aumento del 71% della partecipazione alla messa tradizionale. Uno studio del 2024 segnala che questa rinascita è stata guidata da persone tra i 22 e i 39 anni.
Forse c'è una buona ragione per questo. La maggior parte dei giovani convertiti di oggi non si avvicinano al cattolicesimo attraverso un amico o un familiare, ma attraverso i mondi delle visualizzazioni su YouTube, TikTok e Pinterest. In un panorama digitale dominato dalla tendenza estetica (e da un mondo moderno che spesso la abbandona in nome dell'utilità), l'ondeggiare dell'incenso, gli altari scintillanti e i canti evocativi della messa tradizionale si impongono, offrendo qualcosa di totalmente senza remore per la sua stessa grandezza. La bellezza — «il trascendentale dimenticato», come lo chiamava il filosofo francese Étienne Gilson — non è un sottoprodotto della messa tradizionale, ma qualcosa di centrale. Il rito riconosce che ciò che prima delizia la vista può, col tempo, risvegliare la vita interiore.
Così come la popolarità della messa antica riflette ciò che i giovani convertiti desiderano, rivela anche ciò di cui sono stanchi. La nostra è una generazione per la quale quasi tutto — dagli hobby e dalle identità alle convinzioni morali — viene impacchettato, commercializzato e venduto. Nemmeno certe forme di spiritualità sono sfuggite a questa logica. Le liturgie moderne possono talvolta sembrare eccessivamente orientate al compromesso e all'accessibilità. Le chiese possono percepire la pressione di offrire ai giovani cercatori un 'entrata soft' alla fede. Ma agli zoomers sono stati offerte situazioni 'morbide' per tutta la vita. Capiscono che ciò che viene semplificato per facilitarne la digestione raramente ha il potere di soddisfare.
È notevole che la maggior parte dei giovani convertiti continui a non essere consapevole della politica che circonda la messa antica. Per molte settimane, ho avuto l'impressione che la Messa tradizionale fosse semplicemente un altro modo di "celebrare" la messa, un'opzione disponibile nella maggior parte delle parrocchie. Solo più tardi ho saputo quanto fossi fortunata a vivere vicino a una delle poco più di cento chiese del Regno Unito che celebrano questo rito. Anche ora, gran parte del dibattito che lo circonda mi sembra ancora lontano. Noi della mia generazione non abbiamo ricordi della Chiesa precedente al Concilio Vaticano II, né rancori ereditati da trascinare sui banchi della chiesa. Non proviamo nostalgia di qualcosa che non abbiamo mai conosciuto. La nostra attrazione per l'antico rito tende ad essere istintiva, in contrapposizione a quella ideologica. Mentre molti cattolici fin dalla culla sono cresciuti ascoltando descrivere la messa tradizionale come qualcosa di un po' antiquato o superato, la maggior parte dei convertiti la scoprono senza queste associazioni ereditate. Pertanto, il rito del tempo dei nostri nonni ci è quasi paradossalmente nuovo.
Soprattutto, la generazione Z desidera radicarsi, qualcosa che il sistema educativo britannico non offre da molto tempo. Con i programmi di studi di storia semplificati, i miti nazionali decostruiti e i riti di passaggio tradizionali rimodellati intorno a campagne morali, pochi giovani escono dall'istruzione con un'idea chiara da dove provengono, figuriamoci della loro attuale appartenenza. Al contrario, la messa antica, con il suo ritmo centenario, le sue preghiere fisse e un canone eucaristico rimasto praticamente invariato per più di 1400 anni, tocca questa ferita. Anche se la Chiesa non è estranea ai dibattiti interni e alle revisioni, il rito in sé trasmette una sensazione di peso contrastato dal tempo. La nave può oscillare di tanto in tanto, ma in generale siamo sicuri che nessuno verrà a rovesciare tutto. Per una generazione così abituata a farsi tirare il tappeto, questo tipo di permanenza è un regalo raro.
Sarebbe facile cancellare gli appassionati Zoomers dalla messa tradizionale come intrusi della varietà «tradizionalista»; giovani delusi che desiderano tornare ai riti e alla gerarchia dopo anni di intimidazione da parte dell'establishment progressista. Senza dubbio, questo tipo di persone esistono. Ma esiterei a dire che sono la maggioranza. Secondo la mia esperienza, la maggior parte dei giovani convertiti attratti dal rito antico non fuggono dalla modernità, ma bramano la sostanza. La generazione Z è stata così a lungo affamata, alimentata con schiuma e ironia, che non possiamo fermarci a sorseggiare il latte. Vogliamo carne rossa. Qualcosa con l'osso. Alla messa latina, l'abbiamo trovato.
Georgina Mumford
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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