Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 9 dicembre 2014

Cristiada e “il bisogno che qualcosa accada”

Una notizia da diffondere, che apprendo e riprendo corredata di articolo, dal blog di Costanza Miriano [qui]
Il film Cristiada, di Dean Wright, viene distribuito in questi mesi in Italia, e a Roma a partire dal 12 dicembre. L’elenco delle sale in cui attualmente il film è in programma si trova su www.cristiada.it, mentre le prenotazioni per le sale di Roma possono essere fatte online qui.

In Messico tra il 1926 e il 1929 sono stati uccisi 85.000 cattolici e voi non lo sapete. Nessuno lo sa. Un presidente anticlericale e massone mise fuorilegge la Chiesa, ne confiscò i beni, fece uccidere preti, donne e bambini cristiani. I cristiani combatterono in nome di Cristo Re e vinsero. La libertà di culto venne ristabilita. Questa storia è diventata un film di Hollywood ma la massoneria internazionale non l’ha fatto distribuire in Europa. Questo film è Cristiada.


Di questo film finalmente doppiato in italiano e visibile in qualche sala oggi vi parlerò. Ma facciamo un passo indietro.
Intorno al 1910, mentre l’Europa si godeva gli ultimi raggi della belle époque – finché i fragili equilibri nazionali non fossero collassati nella Grande Guerra – il Messico cominciava a insorgere, con Francisco Madero, contro il regime instaurato per più di un trentennio da Porfirio Diaz: “giovane liberale invecchiato”, Diaz si era lentamente avvicinato alle gerarchie ecclesiastiche e agli Stati europei. Nel 1917 fu promulgata la Costituzione messicana, che trasformava i latifondi in comuni, prestava grande attenzione alla condizione operaia e recideva molti dei legami dello Stato col clero. I rovesciamenti continuarono, e fu di Plutarco Calles il merito di aver riunificato l’esercito e il governo. A questo punto, tra i vari provvedimenti, furono varate leggi fortemente restrittive nei confronti del clero e di tutta la Chiesa (dal solito tentativo di costituire una Chiesa nazionale fino alla pura e semplice proibizione del culto pubblico). Il popolo insorse. Gli insorti vennero detti “cristeros”.

L’anticlericalismo non era certo appannaggio di Calles: veniva allevato con cura nei circoli giacobini diffusi da più di un ventennio. Calles però portò a casa un risultato che altri neanche si sognavano, e il 28 maggio 1926, un mese prima della firma della legge, se ne vide ricompensato con una medaglia al merito dal Maestro della Massoneria di Rito scozzese. Parlare di massoneria è sempre antipatico: non ne abbiamo i titoli e per di più le fonti (poche o tante che siano) sono spesso confuse, quasi mai verificabili. Questa volta è forse necessario farvi qualche cenno, speriamo solo per lo stretto indispensabile e rifuggendo ogni facile complottismo. Come si potrebbe dimostrare, ad esempio, che “Cristiada”, la pellicola di Dean Wright dedicata alla memoria dell’insorgenza cristera, non abbia facilmente trovato produttori/distributori oltreoceano per le pressioni della massoneria? Sa di ridicolo; e certo che è strano… O come immaginare una produzione che spende dodici milioni di dollari per un film, coinvolgendo mostri sacri dell’olimpo hollywoodiano (Andy Garcia, Peter O’Toole, Eva Longoria…), e si rassegna a vederne rientrare nove ai botteghini? Morto Calles, gli unici poteri superstiti dagli anni dei fatti sono la Chiesa e la Massoneria. Sarà una coincidenza; e certo che è strano… E come mai un cast stellare diretto da chi ha curato gli effetti speciali de Il Signore degli Anelli e Titanic, circondato da una colonna sonora dell’autore di quella di Braveheart, è riuscito a produrre un film tanto mediocre (una stellina sola, su cinque!, dai critici de L’Espresso)? Sembra pazzesco; e certo…

Ma non si può vedere, questo film? Si può, sì: una nascente Produttrice cinematografica ha rotto gli indugi, ha fatto doppiare il film e da ottobre lo sta distribuendo nelle sale italiane. Dal 12 dicembre anche a Roma e Milano. Dappertutto sale piene, programmazioni protratte, gente commossa fino alle lacrime: le viscere, il cuore e la mente si dilatano nella sublime percezione di come un massacro possa essere tanto meraviglioso. Le persone si salutano, fuori dal cinema, al suono di “¡ Viva Cristo Rey !”. Perché? Cosa succede in quell’ora e venti di pellicola?

Perlopiù, la prima scoperta che lo spettatore fa è quella della realtà storica: lo stesso Andy Garcia ha dichiarato di aver conosciuto a scuola la rivoluzione messicana, ma l’insorgenza cristera solo preparandosi alle riprese di “Cristiada”. Effettivamente i comuni manuali di storia trascurano l’insorgenza (e non offrono molto spazio neanche alla rivoluzione), chiunque può sincerarsene. Curioso, perché in questa rivoluzione, e nel successivo governo di Calles, tra circoli giacobini e ambasciate internazionali sovietiche, c’è molto del Vecchio Mondo.

Ma questo lo lasciamo ai politologi, perché veniamo presi da una seconda scoperta: storie che credevamo confinate a un vago e indistinto “medioevo” – a una mitologica “era delle crociate” – si sono ripetute neanche cento anni fa, quando i nostri nonni erano in buona parte già nati. È stato detto e ripetuto che il XX secolo ha una pagina di martirologio più estesa di quelle di tutti i secoli precedenti… ma son cose che, appunto, “si dicono”: le immagini di una pellicola ambientata nel Novecento ti prendono a schiaffi. Pare un western, sembra una crociata, ma se guardi bene non è l’uno né l’altra, e ci dànno voce le parole che Paolo VI, da poco regnante, pronunciò per la canonizzazione di Carlo Lwanga e compagni, nel 1964: «Questi martiri […] aggiungono all’albo dei vittoriosi, qual è il Martirologio, una pagina tragica e magnifica, veramente degna di aggiungersi a quelle meravigliose dell’Africa antica, che noi moderni, uomini di poca fede, pensavamo non potessero avere degno seguito mai più».

A ben vedere, è da quando l’Impero romano ha smesso di perseguitare i cristiani che questi sono diventati “moderni”, e ce lo dice Agostino, un testimone eccezionale di quel fatale passaggio storico:
Nessuno dunque dica: “Non posso essere martire, perché non c’è [più] persecuzione per i cristiani”! […] Se Cristo è la verità, soffre per Cristo chiunque venga condannato per la verità […]. Nessuno accampi scuse: tutti i tempi sono aperti ai martiri (Aug., s. 94/A, 2).
E prosegue, Agostino, ricordando con le parole di Paolo che «tutti quelli che vogliono vivere religiosamente in Cristo Gesù soffriranno persecuzione» (2 Tim 3, 12).
Da questo complesso nodo di amore e odio, morte e vita, prende forma la posizione paradossale del cristianesimo di fronte al martirio: sotto le persecuzioni, Tertulliano scriveva con una mano l’Ad martyres, per esaltare la vittoria di Cristo nei martiri, e con l’altra l’Apologeticum, per difendere i cristiani dalla persecuzione imperiale. In questa stessa opera, da una parte si accusava l’Impero di sopruso e di sterminio arbitrario, dall’altra lo si avvisava che la repressione avrebbe fatto crescere (e non decrescere) la Chiesa, perché “il sangue dei martiri è seme di cristiani”. Così diceva pure Paolo VI, che rendeva grazie per “il dono del martirio” e dichiarava apertamente la speranza di non riceverlo più (!): «Oh, Dio voglia che siano gli ultimi, tanto il loro olocausto è grande e prezioso».

Contraddizione? Paradosso, piuttosto, in cui sta il seme della sensazione del sublime che ti prende guardando “Cristiada”. E anzi, lì c’è ancora di più, perché ci si trova davanti a un affresco in cui alcuni cadono stringendo il crocifisso, altri il fucile, tutti dedicando l’ultima voce a “Cristo Rey” e alla “Virgen de Guadalupe”. Ma, viene da chiedersi, non c’è differenza tra chi muore sparando e chi “come agnello condotto al macello”? È la stessa cosa, in fondo, imbracciare un fucile o un crocifisso?

Bisognerebbe chiederlo al cardinale Saraiva Martins, che il 20 novembre 2005 beatificò insieme “tredici martiri messicani”, tra cui alcuni attivisti nonviolenti, come Anacleto González Flores, e alcuni cristeros, come José Sánchez del Río. Il particolare non dovette essergli sfuggito, dato che il cardinal Martins era prefetto, all’epoca, della Congregazione per le cause dei Santi: Anacleto e José, per di più, sono nominati nell’omelia uno di seguito all’altro. Certo, dell’uno si esalta la linea nonviolenta e dell’altro si tace l’impegno militare, e tuttavia il giorno dopo il Cardinale si è recato nella città di nascita di José per celebrare una messa di ringraziamento particolare per il giovane cristero. Quel giorno il Cardinale fece appena un cenno alle “difíciles circunstancias históricas” in cui è sbocciato il fiore eroico del martirio di José… Difficili davvero, difficili da vivere poco più che da spiegare: è un attimo e, se non si sta attenti, ci si trova a inneggiare al “Jihad cristiano” (magari estrapolando dalla Bibbia qualche versetto e torcendolo a mo’ di puntello); tuttavia non si può negare, né il Cardinale l’ha fatto, che «la Chiesa di oggi in Messico è frutto della testimonianza di molti martiri, confessori, sacerdoti, religiose e cristiani sincerissimi che hanno difeso e diffuso la propria fede con valore».

Nella storia la guerra può talvolta sembrare (e forse essere) la via obbligata per la pace, ma la Chiesa non l’ha mai benedetta in assoluto e senza riserve, e così è stato anche per l’insorgenza cristera, di modo che nei nonviolenti e nei cristeros essa riconosce e celebra non l’azione o la sopportazione, ma “la difesa e la diffusione” della fede. La testimonianza, cioè il martirio, che si dà in tanti modi quanti sono i colori della luce. Di questa potente complessità il film di Dean Wright riesce a rendere la difficile “policromia”: sacerdoti disarmati e sacerdoti armati, laici armati e laici disarmati; cristiani di fede matura e solida, cristiani tiepidi o quasi inconsapevoli, briganti e avventurieri; azioni militari eroiche e delitti infami. Le qualità e i demeriti di Calles e del suo governo passano sullo sfondo, come in ogni pagina del martirologio la crudeltà del boia non è che una cornice di un evento più grande e più profondo. Qui si parla di cristiani.

Come nel Martirio di s. Matteo di Caravaggio, la grande arte ha la forza e il dovere di svelare questo evento più grande che passa tra le righe della storia: lo schemino “buoni/cattivi”, su cui tanto cinema gira, non funziona con Cristiada, perché la prima persona per cui un martire muore è il proprio carnefice (il centurione si converte alla morte di Cristo). Ai torturatori del giovane José non bastò la sua militanza nell’esercito cristero per restare indifferenti alla speranza immortale con cui moriva. Ed era stato un nemico in armi! Se fosse stata un’altra storia, José avrebbe giurato di vendicare Anacleto e si sarebbe arruolato per questo: nella storia che è stata (storia solo in parte romanzata nella sceneggiatura), José prega sulla tomba di Anacleto di ricevere anche lui la grazia del martirio, e non vive come una contraddizione con lui la scelta di militare nell’esercito cristero. Poche altre pellicole hanno esaltato “il trionfo della croce” fino a questi spunti sublimi – guardi Cristiada e ti torna nel cuore l’ultimo sguardo che in The Mission (1986) p. Gabriel e p. Rodrigo si scambiano, morenti entrambi, dopo aver guidato l’uno un’insorgenza, l’altro una processione eucaristica.

Il martirio è la gloria del cristianesimo, non «il suo mestiere, la sua vanità» (come cantava De Andre’ della madre del suo “impiegato”): per questo i cristiani non lo cercano e non lo rifiutano, non se ne vendicano e non lo rinfacciano. L’irruzione di questa enorme novità spezza le faide e dissolve i rancori: così l’Impero persecutore poté diventare cristiano in una sola generazione; così Paolo VI, sempre in Uganda nel ’64, disse che «questi martiri […] aprono una nuova epoca; non […] di persecuzioni e di contrasti religiosi, ma di rigenerazione cristiana e civile».

In realtà, di fronte all’evento del martirio ogni pretesa “rivoluzione” non sembra altro che un pallido tentativo di restaurazione, e i cristiani faranno bene a non lasciarsi confondere. Per questo Cristiada è nata come una pellicola intramontabile e pone, come ogni pagina del martirologio, una duplice sfida: ai cristiani perché riscoprano “il bisogno che qualcosa cominci” (Chesterton), al mondo perché smetta di opporsi a quell’inizio sempre nuovo – e vi partecipi, invece, come può e come vuole.
Giovanni Marcotullio (per La Croce – Quotidiano)

15 commenti:

Latinista ha detto...

Ho visto la pellicola tempo fa e l'ho apprezzata. Però segnalo questo articolo di Baronio che, se coglie nel segno, è molto interessante ed anche sorprendente.

http://opportuneimportune.blogspot.de/2013/01/cristiada.html

Anonimo ha detto...

Anche a Salerno al cinema
San Demetrio dal 11\12 al 14\12 .

mic ha detto...

"...Al di là dell'analisi storica e della ricerca di una concordantia tra la realtà e i suoi riferimenti nel film, vi è un elemento che stona grossolanamente con la semplice ma solida fede dei protagonisti della vicenda: la reiterata chiamata in causa della libertà religiosa come primo motore della rivolta dei Cristeros"

Se così è fa il paio con l'affermazione di Ratzinger:
“Il Concilio Vaticano II, riconoscendo e facendo suo con il decreto sulla libertà religiosa un principio essenziale dello stato moderno, ha ripreso nuovamente il patrimonio più profondo della Chiesa”. Questo principio essenziale dello stato moderno e nello stesso tempo la riscoperta di questo patrimonio profondo della Chiesa costituiscono, secondo Benedetto XVI, il chiaro rigetto di una religione di stato: “I martiri della Chiesa primitiva sono morti per la loro fede in quel Dio che si era rivelato in Gesù Cristo, e proprio così sono morti anche per la libertà di coscienza e per la libertà di professione della propria fede”».

Osservavo che si tratta di un'affermazione sorprendente perché la testimonianza dei martiri non è altro che la confessione della loro Fede in Cristo Signore per la quale hanno dato la vita. Essi seguivano e non rinnegavano una Persona, non un ideale libertario di cui si può rischiare di fare un assoluto. Di assoluto c’è solo Dio. Ed è Cristo-Dio che i martiri cristiani hanno testimoniato con la vita, non la loro libertà di religione... Inoltre sembra estremamente pericoloso questo rovesciamento di fronte che induce ad interpretare gli eventi del passato con le categorie odierne.
...

Anonimo ha detto...

Sono argomenti attualissimi. Mi complimento. "¡Viva Cristo Rey!"

P.M.

mic ha detto...

Io non ho visto il film, ma se quei martiri morivano gridando Viva Cristo Re, se hanno combattuto per la loro sacrosanta libertà di religione, combattevano per il Signore.

Anonimo ha detto...

Qui in ER non è nelle sale almeno fino a fine dicembre e dubito ci arrivi....intelligenti pauca.

Anonimo ha detto...

combattevano per il Signore.

Certamente, combattevano per il Signore. Tuttavia, in questo stato di "emergenza", non starei a criticare Benedetto più di tanto, ed anzi punterei altrove ... Ci sono potentati "occulti" che vorrebbero farci rivivere quei tragici momenti che interessarono il Messico agli inizi del Novecento. Alla gerarchia cattolica "deviata", prostratasi a questi poteri, rammento che "non praevalebunt". Prego Iddio che questo blog prepari i suoi lettori a questo scenario devastato e li tenga informati. Auguro a lei e al suo gruppo di collaboratori di portare avanti proficuamente questa preziosa missione. Prepariamoci, perché la burrasca e alle porte.
P.M.

Piave ha detto...

OT ma non più di tanto; qui c'è di mezzo un parroco della fazione ultra-bergogliana a quanto sembra:

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/piemonte-altro-preside-vieta-presepe-scuola-i-genitori-si-1074194.html

Come è ridotta male la Chiesa.

Rr ha detto...

Piave: interessanti i commenti. Non uno a favore del VdR. Mesi fa, invece, era tutto un osanna.
Mi sa che il suo atteggiamento di appeasement nei confronti dei mussulmani stia aprendo gli occhi alla gente.
Rr

ilfocohadaardere ha detto...

Io ho visto il film Cristiada, grazie ad un circuito parallelo vicino a "Basta bugie" (non so se conosci il sito): ho avuto il dvd con i sottotitoli in italiano a casa! E' stato per me commovente, e non nascondo che, nel periodo della scioccante "rinuncia" di Benedetto XVI, la visione del film è stata un elemento per me di forte SCOSSA personale, importante per il mio percorso di conversione (che credo sia quotidiano, e non finisca mai).Ho pianto lacrime di FEDE, guardando il film... Disquisire sul concetto di "libertà religiosa" in senso teologico, sulla base del film, mi pare esercizio poco interessante (volevo dire poco intelligente, ma era troppo: dirò "molto forzato", e tendente a trovare sempre il male in ogni cosa...). Appare infatti addirittura OVVIO che i Cristeros combattevano per la PROPRIA libertà religiosa, perché appunto un regime politico di stampo massonico e "liberale" (al soldo degli USA, che fornì ad esso aiuti ed armi) aveva soppresso ogni libertà di professione religiosa ai cattolici. Libertà religiosa, quindi, nei confronti dello Stato, e non in altri sensi più "tecnici". DA VEDERE, e da rivedere. Commovente, e grande interpretazione degli attori, specie un Garcia particolarmente "ispirato" (essendo cattolico, ha "sentito" come proprio il film, e d ha rilasciato una bella intervista in proposito! qui: http://www.tempi.it/cristiada-intervista-esclusiva-al-protagonista-andy-garcia-io-un-cattolico-a-hollywood#.VIh-fDZ0zcs

Anonimo ha detto...

Cristiada è un film bellissimo, ho avuto occasione di vederlo a fine ottobre. Avrà qualche difetto, per carità, ma nel complesso è davvero splendido. Trasmette la forza di una fede incrollabile fino al martirio. La "semplice" lotta per la llibertà è il movente iniziale di profonde conversioni: quindi va benissimo anche quell'aspetto, per conto mio, fa parte della vita vera e vissuta di chi c'era.
Si esce commossi, ispirati, ammirati; e con santa invidia per alcuni dei protagonisti.
Andatelo a vedere, se potete!
humilitas

valisik ha detto...

Mi fa specie che nell'articolo non trovi posto la citazione del bellissimo libro storico di Mario Arturo Iannaccone, Cristiada, edito da Lindau. La prima ricostruzione storica completa di un autore italiano e kattolico vero.
La presentazione ha accompagnato diverse proiezioni e la consiglio a tutti,

Claudio

ilfocohadaardere ha detto...

(di H. Sergio Mora – Zenit.org, 24 marzo 2012):
Tre giorni prima della partenza del Papa per il suo viaggio apostolico a Cuba e in Messico,martedì 20 marzo, è stato presentato il film messicano Cristiada, che racconta i terribili fatti della guerra civile messicana (1926–1929), conosciuta come cristera, della quale diversi dei suoi protagonisti sono stati beatificati da Benedetto XVI e altri canonizzati da Giovanni Paolo II.
Il produttore del film ha indicato ai presenti: “Questa domenica il Santo Padre celebrerà la messa nel monte Cubilete, dove c’è la statua di Cristo Re, centro geografico e spirituale del Messico”. Questo significa, ha detto, “un riconoscimento ai nostri martiri che hanno lottato per la fede e libertà di religione”.Il produttore ha ricordato che uno dei principali personaggi del film è un ragazzo, “il beato Josè Sànchez del Rio, che è stato martirizzato ad appena 14 anni e beatificato da Benedetto XVI, assieme con Anacleto Gonzàlez Flores, Miguel Gòmez Loza e i fratelli Vargas”.
“Voi li vedrete in questo film – ha detto – e conoscerete la loro storia, come quella di Cristòbal Magallanes, interpretato da Peter O’ Toole, e quella del padre Jose Maria Robles, canonizzato da Giovanni Paolo II.
Nel centro di Cubillete, dove 90 anni fa il delegato apostolico Ernesto Filippo era andato a consacrare la prima pietra del monumento a Cristo Re, fatto che gli costò la deportazione, “il papa celebrerà la Santa Messa con più di 400 mila persone”.
“Con Cristiada vogliamo che il mondo sappia e non dimentichi questi martiri che sono morti per Gesù, la sua fede e per difendere la sua libertà di religione. Sempre con le parole: Viva Cristo Rey y la Virgen de Guadalupe!”. E ha concluso chiedendo “l’appoggio di tutti voi e di tutti coloro che credono nella libertà per poter rimanere nei cinema”.
È la produzione messicana più recente girata da tecnici e talenti del Paese azteco, in grado di competere con le migliori del mercato mondiale, interpretata da attori di fama mondiale come Andy Garcia, Peter O’Toole e Eduardo Verastegui.
Il regista è Dean Wright, i cui effetti speciali sono famosi nei film come Titanic, Il Signore degli Anelli e Le cronache di Narnia. È stato scritto da Michael Love, basandosi su fatti storici, ed è stato girata in inglese.
“È stata più che una coincidenza, direi una Dioincidenza – ha detto Barroso a Zenit -. Questo film lo abbiamo pianificato tre anni fa. Chi ne avrebbe pensato che il Papa sarebbe andato in Messico e, per di più, a Cubilete, dove celebrerà una messa. Tutto questo ci arriva dall’Alto”.
“Noi della Dos Corazones Film abbiamo realizzato altri tre film e ci accorgiamo che alla gente interessano le storie con valori positivi.
Prima ne abbiamo fatto uno sulla storia della Madonna di Guadalupe, poi un altro sulla grande leggenda del Sole e,infine, uno chiamato El Gran Milagro, primo nella classifica del Messico per cinque settimane.
In realtà non volevo fare più film, ma quando Dio vuole qualcosa, questa avviene, ed è il più insistente di tutti. Lui ci ha ispirato e condotto, abbiamo trovato attori molto bravi, che hanno funzionato e il risultato lo possiamo vedere: ha superato le mie aspettative”.
“I cristeros sono importanti per il Messico e per tutto il nostro continente. Sono persone che si sono offerte per quello che credevano e grazie a loro, oggi, c’è libertà di religione in Messico, con un imminente viaggio del Papa“.

Ricordiamoci che si parla di santi e Beati cattolici elevati da GPII e Benedetto XVI!
BEATO JOSE' SANCHEZ DEL RIO (14 anni,martire) prega per noi!
BEATO ANACLETO GONZALEZ FLORES,martire, prega per noi!
BEATI FRATELLI VARGAS,martiri,pregate per noi!
SAN JOSE MARIA ROBLES (sacerdote,religioso),martire, prega per noi!

ilfocohadaardere ha detto...

Consiglio di vedere il trailer originale che è molto più bello e significativo!

https://www.youtube.com/watch?v=GS6zxHusgz0

Piave ha detto...

@Rr
Ho notato anche io che nel corso del tempo gli osanna al vdr sono calati. Anche parlando normalmente con la gente l'ho constatato. Le persone cominciano a farsi domande ed emergono diverse perplessità.