Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 27 dicembre 2014

Due filmati: la SS. Missa in Dominica Resurrectionis celebrata da Pio XII, oggi diventato noto per 'l'abolizione' del digiuno eucaristico

Un documento storico da non perdere. Due filmati: la SS. Missa in Dominica Resurrectionis Celebrata est da SS. Pio XII P.M. (ca. 1950). Contengono alcuni fotogrammi e il sonoro di momenti salienti della celebrazione, concludendosi col canto del Regina Caeli e la benedizione Urbi et Orbi. Ci mostra cos'è il Papato, insieme alla sacralità del Rito.
Da accogliere con venerazione, soprattutto dopo lo strumentale e improprio riferimento del papa attuale alla sua riforma del digiuno eucaristico [qui].


12 commenti:

Alessandro Mirabelli ha detto...

A proposito delle parole del vdr riguardo il digiuno eucaristico che, di fatto, nella Chiesa Cattolica non esiste più. Egli forse non si rende conto che le sue affermazioni gravi riguardo il digiuno eucaristico suonano come bestemmie alle orecchie degli ortodossi verso i quali, segnatamente verso il Patriarca Bartolomeo I, ha mostrato più volte la sua attenzione. Poi credo che sarebbe ora di finirla che il Pontificio Comsiglio per il dialogo inter religioso mandi ogni anno alla fine del ramadan un messaggio. Il digiuno dei musulmani e' un digiuno che non è un digiuno perché digiunano di giorno e mangiano allegramente di notte. A differenza degli ortodossi per i quali sussiste il digiuno solo per carne, pesce, olio. Possono invece sempre mangiare verdure. Essi si astengono dall'assumere cibo finché' non e' terminata la Divina Liturgia. Il digiuno eucaristico era un punto in comune fra noi è loro poi, grazie a certe riforme distruttrici, la nostra Eucaristia hanno voluto trasformare in cena protestante. Ed allora il digiuno eucaristico si è' disintegrato.

Anonimo ha detto...

Venerabile Papa Pacelli ,immenso.Ti voglio bene.Ora pronobis

Anonimo ha detto...

è più giusto, dire che ha abolito l'obbligo canonico, non la pratica...

perchè ha raccomandato la pratica continua specialmente tra i ferventi e i religiosi...

seguiamo un pò il narrativo modernistico se diciamo che ha abolito il digiuno eucaristico sempliciter...

una cosa per cui nessun Papa ha l'autorità..


Romano

Anonimo ha detto...

Queste immagini (in realtà prese da diverse circostanze) mostrano la Santa Messa tradizionale celebrata dal Papa (o in presenza del Papa) ai tempi di Pio XII. Tuttavia non serve sottolineare chi fosse il Pontefice, come se esistesse una Messa papale di Pio XII, una di Benedetto e una di Francesco. Quella delle immagini è una liturgia che Papi di diverse personalità ed epoche hanno celebrato nello stesso identico modo, l'altra è l'espressione di sensibilità e arbitrio personali.

mic ha detto...

Serve nella misura in cui la sensibilità ed arbitrio personali non rendono neppure la più pallida idea di quel che era la messa di un Pontefice come Pio XII.

Alessandro Mirabelli ha detto...

L'arbitrio non deve avere spazio nella liturgia. Nel sacro e davanti al sacro l'arbitrio umano ha un solo nome: superbia. Frutto del demonio.

Anonimo ha detto...

salve Romano,

io mi chiedo se abolire il dovere non ha quasi sempre come conseguenza l'abbandono della pratica. e la mancanza di obbligo non determina una diminuzione di responsabilita verso Dio, che si traduce in una diminuzione del sentire, nella coscienza del fedele, l'importanza e la gravità dell'accostarsi a Dio e dell'Eucaristia?
c'è una regola, va rispettata , poi ognuno se la vede in coscienza con Dio nel confessionale e confessare se la mancanza fu per colpa o necessità.
le regole sono come i recinti, proteggono e salvano le pecore, non le espongono al rischio. e una strada ben recintata e dei buoni pastori rendono difficile lo smarrirsi delle pecore.
in questo senso forse Gesu disse " fate come dicono ma non fate come fanno" . è la disposizione del cuore che rende o meno una azione ipocrita. le regole non possono riguardare solo il lato spirituale, ma necessariamente devono aiutare ad educare anche la carne, altrimenti Dio non avrebbe avuto motivo di farsi uomo in Cristo. e piu il tema è centrale ( liturgia ed Eucaristia in questo caso) piu le regole devono essere rigide. il lassismo nelle cose sacre implicherà sempre un lassismo cento volte maggiore nelle azioni e nelle coscienze dei fedeli.

spero di essermi spiegato,

un saluto

Anonimo ha detto...

se io non ricordassi a mia figlia di lavarsi i denti lei non lo farebbe o comunque non lo reputerebbe importante per la salute dei denti. e se non si abitua ora a lavarsi sempre i denti quando sarà grande non avrà quella buona abitudine ( o l'abito che si richiede per le nozze...).
così in questo si rimane bambini, come vuole Gesù, fino all'ultimo giorno della nostra vita, cioè lasciandosi educare dal Padre fino alla fine. e le regole sono uno degli strumenti importanti attraverso cui si attua l'educazione e quindi l'abitudine alle cose sante, abito con cui vestirsi per andare alle nozze, senza il quale non si entra.

rocco

Anonimo ha detto...

gentile mic le volevo domandare ma nelle chiese negli anni 50 esistevano messalini per i fedeli?cè sempre stata la critica per la messa antica che il sacerdote dava le spalle ,e le donne recitavano il rosario?e il latino non lo capiva nessuno eccetto i preti?perchè benedetto xvi non ha mai celebrato la messa antica pubblicamente forse aveva paura di esser un lefebvriano?

mic ha detto...

Anonimo,
1. Nelle chiese anni 50 non c'era bisogno di distribuire messalini (come si fa per i foglietti della messa di oggi) perché ogni fedele aveva il suo. Forse lei non sa che in ogni messalino c'è l'intero anno liturgico, insieme al proprio della Messa che è sempre lo stesso. Basta ad ogni celebrazione seguire le parti relative (i segnalibri ci sono per questo).
2. La critica basata su una baggianata come "il sacerdote dà le spalle ai fedeli" è un'invenzione dei falsi profeti perché in realtà il sacerdote (Christus caput), alla testa dei fedeli, è insieme a loro rivolto verso il Signore...
3. Non ricordo vecchiette o altri che recitassero il rosario durante la messa. Ma, se in alcuni casi qualcuno lo avesse fatto, di certo sapeva bene cosa si celebrasse e dunque ciò che accadeva e cosa comportasse la sua presenza e partecipazione al Santo Sacrificio.
4. Fino a qualche decennio fa il latino era conosciuto da quasi tutti e chi non lo capiva acquistava la dimestichezza delle preghiere più note e delle formule della Messa. Ma al di là del "capire" c'è un mistero che si compie anche se non lo capiscono tutti e comunque nessuno, anche chi è più maturo nella fede può pretendere di capire tutto il mistero che si svela progressivamente nella fedeltà.
In ogni caso il latino continua ad essere la lingua universale dei documenti di rilievo nella Chiesa.
5. Benedetto XVI ha celebrato molte volte la messa antica anche negli anni novanta. Non so perché da Papa non lo abbia fatto pubblicamente. Ma di certo questo non assume significati particolari.
6. Inoltre non vedo cosa c'entri il riferimento ai lefebvriani. Intanto lefebvriano = cattolico e in ogni caso la Messa antica non è prerogativa dei lefebvriani ma appartiene alla Chiesa universale dalla quale essi non si sono mai scissi anche se al momento difettano di regolarizzazione canonica.

Rr ha detto...

Mic,
Dall' 11 gennaio la Messa VO in rito ambrosiano e' spostata da S.Rocco al Gentilino ( non proprio una sede agevole da raggiungere) a S. Maria del Castello, piazza Cairoli, pieno centro di Milano, raggiungibile con la metro, a fianco delle cosiddette Porte dell' Expo.
Non e' una messa in piu', ma, dovendo restaurare S. Rrocco,1) non e' stat soppressa, 2) può essere più frequentata. Intanto il Giornale ne ha parlato, e penso non sarà il solo.
A Palmaro avebbe fatto sicuramente piacere.
Rr

Anonimo ha detto...

x anonimo

chi conduce da sempre dà le spalle a chi segue.
pensi poi che i musulmani pregano im arabo antico che in pochissimi conoscono e nessuno si lamenta.
come poi spiega bene mic la messa è un mistero. una lingua , un popolo. mille lingue , babele. tradurre è tradire. mentre capire avviene per Grazia , non solo per volontà. se non ci si sforza , non si conquista.