Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 4 novembre 2017

Autoritaria è sempre la rivoluzione mai la tradizione

Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 11 - Novembre 2017
Osservazione: di fatto l'autorità è sacrosanta e imprescindibile, ma la rivoluzione genera autoritarismo.

Solitamente, nell'immaginario collettivo anche cattolico, la Tradizione viene affiancata a una visione autoritaria della Chiesa, verticistica e accentrata, mentre la modernità con tutto il suo carico rivoluzionario, viene affiancata ad una chiesa semplice e libera, popolare e democratica: niente di più falso! È proprio vero il contrario!

La Tradizione, quella vera, che non è conservatorismo, proprio perché pone l'accento sull'autorità dell'insegnamento perenne di duemila anni di cristianesimo; proprio perché parla di un contenuto di verità, di un deposito della fede da custodire vivere e tramandare intatto; proprio perché a questo contenuto intangibile ricevuto da Dio, tutti devono obbedire e sottostare, dal Papa al più piccolo bimbo del catechismo: proprio per questo la Tradizione non è fatta di un autoritarismo tutto umano, dove il “capo” impone in nome di se stesso la linea da seguire.
È la Rivoluzione che invece è autoritaria: in ogni rivoluzione, per imporre il “mondo nuovo” che a turno dovrebbe migliorare l'esistenza umana, è necessario che chi è a capo imponga con violenza, fisica o morale, la svolta da compiere.

Il problema è che questa visione autoritaria distrugge la vera autorità che è quella della verità.

La Tradizione della Chiesa è fatta per custodire e trasmettere la verità; e difendendola, contro tutti i falsi cristiani che vogliono modificarla e cambiarla, rende possibile la libertà dei giusti: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,32).

L'autoritarismo moderno è pestifero, entra dappertutto, e se entra nella Chiesa di Dio la corrompe.
Per questo dobbiamo vigilare e coltivare un amore sconfinato alla Tradizione e guardarci bene dall'autoritarismo. Dobbiamo coltivare un amore sconfinato alla Tradizione perché è la forma con cui Cristo ci raggiunge. Dobbiamo guardarci dall'autoritarismo perché è la violenza dell'uomo che vuole sostituirsi alla verità di Dio.

Solo che per guardarsi da questa moderna malattia occorre vivere di autorità e non di autoritarismo.
Cioè, non bisogna aspettare dall'alto, dai “capi”, le indicazioni per vivere pienamente il cristianesimo come Dio comanda. Non bisogna aspettare, ma prendere in mano la propria obbedienza a Dio per compiere  l'opera che chiede.

Nella Chiesa è sempre avvenuto così.

Ve lo immaginate un San Francesco che si lamenta del Papa perché non riforma la Chiesa? No, San Francesco non ha atteso dal Papa, è andato dopo dal Papa per sapere se si ingannava; ma prima di andare dal Papa ha fatto ciò che Dio gli indicava.

Ve lo immaginate san Paolo che aspetta da Pietro l'indicazione su cosa deve fare? Assurdo sarebbe: certo che Paolo andò da Pietro, ma carico già del compito affidatogli da Cristo del predicare alle genti, compito accettato e abbracciato.

Tutto nella Chiesa, tutte le vere riforme, tutte le vere opere, sono nate dall' “alto” della grazia di Dio, ma questa grazia è germogliata nel “basso” della vita di anime cristiane che non hanno atteso una “patente” dall'autorità. L'autorità, il Papa e i Vescovi, sono intervenuti dopo, spesso molto dopo, per giudicare la bontà dell'opera. Ma per essere giudicata dall'autorità, l'opera deve esserci già, questo è ovvio!

Ma non lo è ovvio per tutti i malati di autoritarismo, che hanno trasformato la Chiesa in una società di impiegati che fanno corte all'autorità.

Sono malati della stessa malattia tutti quei cristiani che dicono di amare la Tradizione, ma non si muovono nel costruire alcunché.
Attendono Papa dopo Papa, Vescovo dopo Vescovo, parroco dopo parroco, pretendendo da essi  un certificato di fiducia in anticipo, prima di aver costruito qualcosa.

Il concilio di Trento, così amato dai tradizionali, è stato preparato e reso possibile da tutti i Santi della riforma cattolica, che è nata ben prima del concilio!

Il concilio di Nicea che salvò la fede in Cristo fu possibile per tutti i santi che, nella solitudine dell'incomprensione, rimasero attaccati alla Tradizione e fecero l'opera di Dio.
 Nessuno di essi ebbe un certificato anticipato di fiducia dall'autorità.

Il pericolo dell'autoritarismo è serio: è lo strumento che ogni dittatura culturale ha per fermare la vita, che non corrisponde mai allo schema che l'uomo ha in testa.

Se il mondo tradizionale cadrà nell'inganno dell'autoritarismo, la vera riforma della Chiesa, ahimè, sarà da rimandare... chissà per quanto tempo.
Se il mondo tradizionale cadrà nell'inganno dell'autoritarismo non costruirà l'opera che Dio gli ha dato da compiere e molte anime non avranno il riparo sicuro nella tempesta.

Se cadremo nell'inganno dell'autoritarismo, quello di chi aspetta dal “capo” la riforma della propria vita, non potremo poi lamentarci se a sera saremo a mani vuote, l'abbiamo voluto noi.

7 commenti:

Andrea Carradori ha detto...

Bellissima riflessione! Grazie per averla postata!

Anonimo ha detto...

L'APPARIZIONE DELLA MADONNA A BRA
E IL MIRACOLO DELLA FIORITURA DEL PRUNETO
http://www.padreinnocenzoricci.it/Madonna%20dei%20Fiori.pdf

Ho ascoltata poco fa dalla viva voce di Julio Loredo su TRBC la storia di questa apparizione della Madre di Dio , non la conoscevo , e voi? Santa continuazione del 1° Sabato del Mese con Maria .

tralcio ha detto...

Quel che piace in articoli come questo è la semplicità che viene dalla logica cristallina con la quale la realtà è vista senza i paraocchi di ideologie e precomprensioni.

Proprio l'ideologia, colta in fallo, rovescia menzogne contro questa evidenza, affermando che le precomprensioni sono farina del sacco dell'altrui parte. E' il classico schema del peccato originale: alla semplicità di Dio, satana risponde con allusioni e menzogne e Adamo alla fine crede maggiormente al secondo: eritis sicut Deus...

La Tradizione (la custodia del depositum) non è conservatorismo proprio perché pone l'accento sull'autorità dell'insegnamento, un contenuto di verità intangibile ricevuto da Dio: la volontà da farsi è la Sua, non quella di un "essere umano incaricato"...
A quest'ordine logico, che racchiude il bene perché ogni cosa che Dio fa è buona e che costituisce il contenuto della fede (la luce che aggiunge alla nostra ragione e la ragione umana si completa in pienezza solo in quella luce), subentra il disordine gnostico (così un bel post di pochi giorni fa) che lo sovverte rimodellando la realtà con le sue idee.

La Rivoluzione è autoritaria dovendo imporre il “mondo nuovo” che dovrebbe migliorare l'esistenza umana, truccando le carte quel che serve per raggiungere lo scopo (vedi anche le mafie ecclesiali all'opera da mezzo secolo). L'ideologia è irrazionalità e non può nutrirsi di verità. L'irrazionalità religiosa (ecclesiale) presenta una fede che si separa dal contenuto (il deposito della Rivelazione, opera di Dio) per diventare soggettività in divenire (nel trascendentale esistenziale dei suoi interpreti) si perde la religio vera e la ragione umana, persa la retta fede, può credere a tutto, incapace di difendersi dagli inganni ideologici. Diventa "giustificato" il male, tesi e antitesi concorrono alla sintesi, il peccato scompare per permettere un maggior benessere sociale. La prima vittima, il primo dono di Dio che svanisce, è la libertà: ogni ideologia è una dittatura (del relativismo!). E' solo la verità a rendere liberi, l'ha detto Gesù.

segue

tralcio ha detto...

...

Sono i novatores, basta vedere lo stato della Chiesa oggi, a smentire clamorosamente la loro millantata misericordia, con purghe dittatoriali degne dei peggiori regimi. Sono loro a vantare una fraternité incapace di accettare chi li disturba (al modo di Robespierre) e un'egalité inesistente, stante che chi ha la grazia non è come chi non ce l'ha e se non dipende da Dio (che ama tutti), dipende dalla volontà di fare la Sua volontà oppure no.

Le opere contano, eccome! L'uomo di fede, mentre sa umilmente di non poter aggiungere nulla alla perfezione di Dio, cerca solo di parteciparvi e lasciarsi trasformare (e tanti saluti a cinque secoli delle scemenze luterane). Il timor di Dio garantisce la povertà di spirito e non il pauperismo ideologico che dice a Dio quel che deve fare! La grazia di Dio piove sui nostri recipienti trovando una pentola o uno scolapasta e (poichè il diavolo produttore di pentolame non fa coperchi), dall'alto si vede benissimo se il recipiente trattiene o meno le grazie.

Certo che "fa tutto" Dio! Ma noi, sapendolo, possiamo fare la Sua volontà o un'altra. E non è lo stesso. Non è così ovvio per tutti i malati di autoritarismo, che hanno trasformato la Chiesa in una società di impiegati che fanno corte all'autorità umana che riscrive (al modo luterano) la realtà. Sbagliava anche chi guardava al papa come a una pop-star quando il personaggio era più "digeribile". Non è questione di un uomo, ma del deposito della fede che egli sa custodire e trasmettere intatto.

Abbiamo commemorato i morti e festeggiato i santi. Noi tutti saremo morti (e se in peccato mortale siamo già morti -alla grazia- pur camminando ancora. Non tutti siamo o saremo santi. Tra l'altro i santi sono tutti morti...
Guardare ai santi è constatare che non ebbero una vita facile, anche nella Chiesa, spesso così abbarbicata a uno schema da ragionare secondo il mondo senza vedere Dio (il che richiede purezza del cuore).

Torna sempre fuori la verità, quella che fa liberi e l'autorità che non è autoritarismo, la realtà vera che non è ideologia a buon mercato di un cristianesimo in sconto o in saldo...

irina ha detto...

Avvenire.it: La testimone. «Vi racconto come morì papa Luciani»
Stefania Falasca sabato 4 novembre 2017

Tranquilli.

Anonimo ha detto...

Eh certo, questa giornalista, amica di vecchia data di Bergoglio, come lei stessa specifica, deve fornirci una verità turiferaria, supportata naturalmente dai soliti Repubblica ed Avvenire. Anzi, specifica con durezza che "d'ora in poi non è più formulabile alcuna altra ipotesi!!!" (sic!) Mi spiace per la cara signora ed i suoi supporters, ma questo inutile libro non mi tocca in nulla e per fortuna, almeno fino ad oggi, ognuno può ipotizzare e credere a quello che ritiene più veritiero....fino a quando Oltretevere si deciderà che e' vietato anche pensare!

Anonimo ha detto...

Ringraziando Dio anche i tridentinisti con questo papa si sono svegliati sul vero ruolo che ha il pontefice

DAVIDE TROIANO