Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 17 novembre 2017

La rana bollita di Bergoglio - Francesco Lamendola

Se Bergoglio è un innovatore, e lo è certamente, il suo metodo consiste nella strategia dei piccoli passi. Sandro Magister notava con acume che per lui è importante "gettare il seme perché la forza si scateni", "mescolare il lievito perché la forza faccia crescere" (ipse dixit alcuni giorni fa a Santa Marta). Metodo tanto subdolo e mefitico quanto ingannevole per chi sembra non aver occhi per vedere... L'articolo, che riporto di seguito, apparso due giorni fa su La nuova Italia, Accademia Adriatica di filosofia [qui] lo dimostra in termini di una chiarezza cristallina.

La rana comincia a fumare? La strategia dei piccoli passi è quella con cui la neochiesa si sta sostituendo un pezzo alla volta alla vera Chiesa cattolica da quell'11 febbraio del 2013 in cui Benedetto XVI annunciò le dimissioni.
Pascal, il filosofo e uomo di fede che Francesco dice di voler beatificare, scrisse parole di fuoco contro i gesuiti del suo tempo, che gettavano nella mischia le loro tesi più ardite per far sì che nel tempo pian piano maturassero e diventassero pensiero comune.

Potremmo chiamarla, e alcuni l'hanno chiamata, la strategia dei piccoli passi: è quella con cui la neochiesa si sta sostituendo, un poco alla volta, un pezzetto alla volta, una parola o un gesto alla volta, alla vera Chiesa cattolica, quella che va scritta con la maiuscola, perché è la Chiesa dei Santi, fondata da Gesù Cristo e poggiante con la base sulla terra, ma protesa nel mondo ultraterreno, assistita dagli Angeli e dagli Arcangeli e da Maria sempre Vergine, passando per le anime sante del Purgatorio e del Paradiso, fino al trono di Dio.

Piccoli passi, ma quotidiani, metodici, implacabili: e un piccolo passo al giorno, ciò significa un enorme cambiamento nell'arco di quattro anni e mezzo. Quello che il papa Francesco voleva, ciò che aveva annunciato fin dall'inizio: cambiare la Chiesa. Non erano parole al vento: voleva farlo, lo sta facendo, lo ha fatto, insieme al neoclero animato dalle sue stesse intenzioni e finalità: i vari monsignori Paglia, Galantino, Lorefice, Perego, D'Ercole, Cipolla, Castellucci,  e i vari religiosi come Sosa Abascal, o i vari teologi come Andrea Grillo. Così, un piccolo passo al giorno, da quell'11 febbraio del 2013 in cui Benedetto XVI, a sorpresa, annunciò la sua intenzione di rassegnare le "dimissioni", divenute poi effettive il 28 febbraio (ma egli è tutt'ora vivo, vegeto e relativamente in buona salute, per cui vi sono contemporaneamente due papi: situazione a dir poco anomala) fino a oggi, il cambiamento appare enorme, radicale e, forse, irreversibile: questa non è più la Chiesa di appena cinque anni fa. Alcuni la chiamano anche la strategia della "rana bollita": alzando la fiamma a poco a poco,quasi insensibilmente, la rana non si accorge che la stanno bollendo ancor viva, e, quando se ne accorgerà, sarà ormai troppo tardi per salvarsi. Ad altri fa venire in mente la cosiddetta “finestra di Overton” [vedi, nel blog], ovvero l'arte (scientifica) di cambiare radicalmente le opinioni della gente, senza che questa si renda conto in alcun modo di essere stata sapientemente e capillarmente manipolata, fino a sentire e pensare l’esatto contrario di quel che sentiva e pensava solo poco tempo prima.

Il papa, ripetiamo, è stato il maestro e il capofila di questa strategia; e lo ha fatto, e lo sta facendo, con una tale metodicità, con una tale perseveranza, con una tale - si direbbe - acribia, pur dando l'impressione (sbagliata) di una estrema spontaneità, e quasi di una continua improvvisazione, cose che piacciono tanto alla gente, da essere divenuto un oggetto di studio da parte degli studiosi di scienze della comunicazione, e da incarnare un modello che difficilmente verrà superato nel prossimo volger di tempo.

Quando, per esempio, parlando del mistero della santa Eucarestia - perché di un mistero si tratta, anzi, di un Mistero: il Mistero sacro per eccellenza - non adopera la parola transustanziazione, come deve fare un buon cattolico, non diciamo un teologo più o meno raffinato, ma un qualsiasi parroco o cappellano di campagna, ma la parola teofania, dietro l'apparenza di una certa originalità e magari imprecisione del linguaggio, egli sta perseguendo, come sempre, la sua strategia dei piccoli passi: sta alzando di un centesimo di grado la temperatura dell'acqua in cui la rana si trova immersa.

E quando butta lì, con perfetta nonchalance, un'affermazione gravissima, inaudita, cioè che, sulla questione della predestinazione, Lutero aveva ragione, e lo fa a bordo di un aereo che lo riporta a casa da uno dei suoi viaggi pastorali, cioè in una sede non ufficiale, e quanto mai "familiare" e "rilassata", come quella che si crea in tali circostanze, in assenza di un pubblico e di un contesto istituzionalizzato, egli lo fa con deliberata e calcolata malizia: non può non sapere di aver detto un'eresia, ma lo fa con un tale sorriso, con una tale "spontaneità", con una tale carica di "simpatia umana" (questione di opinioni), che anche l'eresia passa sullo sfondo, anzi, non viene neppure percepita come tale. Nessuno reagisce, nessuno si scandalizza, nessuno lo corregge, o esige un chiarimento: tutto tace,  e chi tace acconsente. Nulla passa sulla stampa o alla televisione; l'unica cosa che "passa" è la carica umana di questo papa così alla mano, così informale, che s'intrattiene con tanta immediatezza coi giornalisti.  E così, la temperatura dell'acqua viene alzata di un  altro centesimo di grado, e anche qualcosa di più: la rana è ormai rosata, comincia a fumare, ma si direbbe che non si renda ancora conto del vero destino che l'attende.

La stessa strategia è quella di Galantino & Soci. Ogni giorno alzano il tiro, ma solo di un poco; ogni tanto la sparano più grossa, poi stanno a vedere cosa succede: è un test. Siccome non succede nulla, si preparano a spararla ancora più grossa, la prossima volta. Galantino, per esempio, dice che la cosiddetta riforma luterana è stata un'opera dello Spirito Santo: fino a sei o sette anni fa, sarebbe scoppiato un pandemonio, e, tanto per cominciare, il papa lo avrebbe corretto. Ora nessuno lo corregge, tutti tacciono, e qui tacet, consentire videtur. Oppure Paglia: dice che noi tutti dovremmo prendere a modello di vita spirituale il suo defunto amico Marco Pannella: nessuno dice niente, nessuno fa notare che prendere a modello costui equivale a buttare nel cesso tutta la fede cattolica, a cominciare dal Vangelo; e allora, avanti così. Sosa Abascal dice che il diavolo non esiste: nessuno interviene, nessuno lo corregge, e allora tutto a posto, si può procedere tranquilli: e alzare la temperatura dell'acqua nella pentola di un altro centesimo di grado. Poi Cipolla dice che lui toglierebbe volentieri i simboli cristiani per non pregiudicare l'amicizia con i musulmani: silenzio di tomba; avanti, marsch. Poi Perego afferma che il futuro degli italiani è il meticciato: nessuno protesta, nessuno lo corregge: dunque, tutto o. k. Poi D'Ercoli scrive che, per poter predicare il Vangelo, bisogna prima creare delle condizioni di giustizia sociale; silenzio assordante: via libera. Poi Castellucci ordina al teologo Antonio Livi di annullare una conferenza, che doveva tenere nella sua diocesi, sul tema del relativismo dilagante: nessuno protesta, nessuno esige spiegazioni; del resto, la spiegazione l'ha già data lui, il vescovo bergogliano di ferro: bisogna evitare ciò che crea "divisioni". Ma divisioni, dove? Dentro la Chiesa, oppure fuori, nei confronti di chi odia la Chiesa e i valori dei quali essa è portatrice? Non si sa; comunque, nessuno parla, dunque è tutto a posto. E avanti così, sempre.

Ogni giorno in questo modo; ogni giorno che Dio manda sulla terra. Gutta cavat lapidem, dicevano i romani: anche una goccia d'acqua riesce a scavare la pietra, se cade incessante. E non solo i sacerdoti, anche  laici si prestano a quest’opera di sistematica distruzione e di sostituzione, pezzo a pezzo, della dottrina cattolica: il professor  Melloni, per esempio, erede della scuola di Bologna e della tradizione dossettiana, il quale si fa autore di una “sua” traduzione del Credo niceno-costantinopolitano, ed al quale nessuno si sogna di domandare con quale autorità abbia fatto una cosa del genere: come se tradurre i testi fondamentali della religione cattolica e metterli in circolazione, da parte i chiunque, fosse, nella Chiesa cattolica, la cosa più naturale di questo mondo, esattamente come lo è nell’ambito protestante. Ma il papa, dice qualche volonteroso pompiere, spesso è mal compreso. Davvero? E allora come mai, quando degli eminenti cardinali, e poi degli illustri teologi, gli chiedono esplicitamente dei chiarimenti su un documento importante per la fede e la morale cattolica, come Amoris laetitia, si rifiuta puramente e semplicemente di rispondere; mentre se il cardinale Sarah prova a interpretare un documento come Magnum principium, per salvare il salvabile della sacra liturgia, il papa si affretta ad intervenire, con voce forte e chiara, per correggerlo e smentirlo, e la fa con una tempestività e una decisione sorprendenti? Evidentemente, il papa tace quando l'ambiguità delle sue parole gli fa comodo, ma interviene, e con estrema fermezza al limite della brutalità, quando vede il rischio che tale ambiguità offra spazi di dissenso rispetto al cambiamento da lui voluto.

E quando, per esempio, il suo grande amico Eugenio Scalfari dice, anzi scrive, e divulga sulla stampa, di essersi formato l'opinione, attraverso le sue svariate conversazioni col pontefice, che questi non crede né al Giudizio, né all'inferno, contrariamente a ciò che insegna il Magistero con tutta la dottrina cattolica, è certo che, se il papa avesse ritenuto di dover intervenire per rettificare una tale impressione, e per professare la sua adesione al vero insegnamento della Chiesa, lo avrebbe fatto, eccome: non ci avrebbe pensato su neanche per un istante. Ora, se non lo ha fatto, la ragione non può essere che una: che non c'è niente da rettificare. Del resto, a suo modo, il papa lo ha detto lui stesso, che non ci saranno né il Giudizio divino, né l'eterna dannazione per i peccatori impenitenti: lo ha fatto capire nell'udienza generale del 23 agosto 2017, dicendo che Dio chiamerà tutti gli uomini ad abitare con Lui, sotto una immensa tenda: il che significa che nessuno verrà giudicato e tanto meno punito. Ma questa non è la dottrina cattolica; è un'altra cosa, completamene diversa. In fondo, nessuna meraviglia: se, per lui, Dio non è cattolico, come ha detto nella maniera più esplicita, allora non bisogna certo aspettarsi che Dio si comporti così come dice la dottrina cattolica. Ecco perché la dottrina gli dà tanto fastidio: non perché sia qualcosa di rigido e quindi una "ideologia" divisiva (omelia di Santa Marta del 19 maggio 2017), ma perché è quel che deve essere: la dottrina cattolica. A lui non piacciono le dottrine e non piace il cattolicesimo; quanto meno, non gli piace il cattolicesimo così come oggi è presentato e interpretato dalla Chiesa. Vuole cambiarlo, e lo sta facendo con tutti gli strumenti che ha a disposizione: e che sono veramente tanti, primo fra tutti la sua immensa (e facile, troppo facile, per non dire demagogica) popolarità. Egli è diventato una star mediatica, sono tutti pazzi di lui: ma proprio tutti. Si stampano perfino riviste interamente dedicate a lui, alla sua persona, che lo idolatrano quasi come se, nella stima e nell’affetti dei fedeli,  venisse prima lui, poi il Signore Iddio.

Strano, però: a suo tempo, nella Palestina di duemila anni fa, non erano tutti pazzi di Gesù Cristo. Alcuni lo amavano, lo ammiravano e lo ascoltavano; molti, però, lo detestavano, lo odiavano e volevano vederlo morto. Alla fine, prevalsero i secondi. Non risulta che le folle, indistintamente, fossero sedotte dal suo fascino; molti se ne andavano delusi, dicendo: Questo linguaggio è duro! Chi può intenderlo? (Giovanni, 6, 60). Il motivo? Perché Gesù non diceva alla gente solo quel che è gradito ai suoi orecchi; diceva anche delle verità scomode e dolorose; e metteva bene in chiaro che non si possono servire due padroni, Dio e il mondo. E, in quel caso specifico, aveva detto: Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma io vi conosco e so che non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste. E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri,  e non cercate la gloria che viene da Dio solo? (Giovanni, 5, 41-44); e poi aveva preannunciato il suo imminente Sacrificio e parlato del mistero della santa Eucarestia: mangiare il suo Corpo e bere il suo Sangue. Da allora, annota l’evangelista, molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui (Giovanni, 6, 66). Ma il papa Francesco, e i suoi cardinali e vescovi cosiddetti di strada, quando mai parlano un linguaggio “duro”, cioè franco e salutarmente severo? Quando mai mettono in guardia contro le conseguenze funeste del peccato? Quando mai parlano della Croce, e dicono che il cristianesimo senza la Croce non è nulla, è una dottrina fra le tante, un insieme di precetti morali, e non già la sola e vera fonte di Vita eterna, che zampilla cristallina e inesauribile dalla roccia della divina Rivelazione?

C'è solo un dettaglio da precisare, che sembra, peraltro, non interessare minimamente al papa: se vuole cambiare la Chiesa, ebbene, non ne ha il diritto. Non rientra nelle sue funzioni. Non è per questo che un papa viene eletto al soglio di san Pietro: ma per custodire il Deposito della fede e per vigilare sulla perfetta ortodossia della dottrina e della liturgia. È per questo, e  non per altro, che serve un vicario di Cristo sulla terra: un vicario è uno che rappresenta qualcun altro, e questo qualcun altro è Gesù Cristo, unico e indiscusso capo della Chiesa cattolica. Il papa non ha alcun potere di cambiare o di modificare, anche solo marginalmente, la dottrina; non ha il benché minimo diritto di atteggiarsi come se la Chiesa fosse una sua proprietà sia pure fiduciaria, e come se le sue competenze includessero la facoltà di cambiarla secondo ciò che lui desidera, vale a dire – perché il ritornello è sempre quello, ormai lo conosciamo a memoria – secondo ciò che lui, o altri, ritiene essere il “vero” spirito del Concilio Vaticano II. Troppo comodo, poi, parlare sempre dello “spirito” del Vaticano II: ognuno può mettere in questa espressione vaga ed ambigua tutto ciò che gli pare. Il fatto è che ai modernisti e ai progressisti serve un pretesto, serve un paravento formale, una qualsiasi pezza d’appoggio, per attuare il loro disegno di radicale trasformazione della Chiesa e della dottrina, secondo le loro particolari finalità; e anche il Concilio, in quest’ottica, non è altro che uno strumento da utilizzare, se e fino a che punto si rivela utilizzabile: tanto, riferendosi non ai precisi documenti del Concilio, ma ad un non meglio specificato “spirito di rinnovamento”, si può intendere tutto e il contrario di tutto. Ma per il cristiano, un solo testo fa fede: il Vangelo di Gesù…

23 commenti:

Anonimo ha detto...

ECCO. DOBBIAMO FARCELO DIRE DA UN LAICO, DI SINISTRA E PURE GAY! «VOI CATTOLICI AVETE RESISTITO IMPAVIDI QUASI DUE SECOLI all’assedio della modernità. Avete ceduto proprio poco prima che il mondo vi desse ragione.
Se tenevate duro ancora per un po’, si sarebbe scoperto che gli “aggiornati”, i profeti del futuro postmoderno eravate proprio voi, i conservatori.
Peccato. Un consiglio da laico: se proprio volete cambiare ancora, restaurate, non riformate.
È tornando indietro, verso una tradizione che tutti vi invidiano e che avete gettato via, che sarete più in sintonia con il mondo d’oggi, che uscirete dall’insignificanza in cui siete finiti “aggiornandovi” in ritardo. Con quali risultati, poi?
Chi avete convertito da quando avete cercato di rincorrerci sulla strada sbagliata?».
Gianni Vattimo

irina ha detto...

"... Si stampano perfino riviste interamente dedicate a lui, alla sua persona, che lo idolatrano quasi come se, nella stima e nell’affetto dei fedeli, venisse prima lui, poi il Signore Iddio...."

Questo cominciò, se non ricordo male, poco prima della sua comparsa col 'buonasera'. Il titolo di una rivista, il mio papa. Bisogna informarsi della data di inizio e, prima ancora, della pianificazione di questa rivista, compreso nome e cognome dell'editore. Questo particolare dice che dietro c'è una organizzazione di peso, capillare; dice anche che lui ha accettato di essere quello che si espone, gli altri sono dietro ben nascosti. Anche i vari Galantino e compagni sono spalle, tutti naturalmente mediocri ma, è evidente che non sono loro le menti, verrebbe da dire che sono i pappagalli,passiamo oltre. Quindi questo ha tutta l'aria di essere un colpo internazionale alla Sede Santa del Vicario di Gesù Cristo, senza darlo a vedere. Bisognerebbe partire da qui per essere pertinenti al dramma della sovversione in atto. Ogni cattolico deve sentirsi chiamato a tenere occhi ed orecchi spalancati. Non è necessario fare altro, importante non farsi prendere per i fondelli consensualmente.

mic ha detto...

Dello stesso autore:
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/3450-comprendere-per-reagire

"La domanda che ci tormenta incessantemente, e che tormenta tutti i cattolici rimasti fedeli al cattolicesimo, e non confusi o traviati dal modernismo strisciante che si è insediato nel cuore della Chiesa, sovvertendo dall'interno dottrina, pastorale e liturgia, è sempre la stessa: come è potuto accadere? ...."

In effetti è ineludibile che per reagire e per 'resistere' bisogna comprendere. E le ragioni della situazione attuale - e dunque molte risposte - costellano le pagine di questo blog.

Luisa S. ha detto...

“Il portiere della storia non guarda le loro ragioni, ma guarda i loro visi. Per cancellare di colpo tante immagini deprimenti bastano dieci visi di monaci perduti in fondo ad un monastero o quella contadina spagnola che intravidi un giorno nel più fitto segreto di una chiesetta di Toledo con le braccia allargate in un gesto sovrano, eretta come una regina, mentre pregava in ginocchio. Ma bisogna dunque frugare nei monasteri e nelle cappelle castigliane per raccogliere i riflessi morenti di un fuoco che deve incendiare il mondo?”. Léon Bloy

Questa frase volevo postarla per dare un po' di speranza, poi subito dopo ho pensato: esistono ancora monasteri dove Dio basta? o seminari dove vengono formati sacerdoti per la salvezza della anime? si, ma vengono chiusi o perseguitati.
Esistono ancora donne anziane che pregano come se Dio tutto volesse e tutto potesse, l'Onnipotente, il Terribile e Giusto? Forse ma se ne stanno chiuse nelle loro case per non ascoltare le eresie che dilagano. Le altre gioiscono dei tempi nuovi dove solo l'amore conta.

Anonimo ha detto...

La preghiera forza motrice della storia : infatti il maligno se la prende con gli eserciti spirituali dei contemplativi .

Catholicus ha detto...

E’ morto Totò Riina : il signore lo accoglierà nella Sua tenda? Stando alle recenti affermazioni di papa Francesco non ci dovrebbero essere dubbi in proposito, sarà senz’altro accolto. Infatti il papa, in una udienza pubblica in Piazza San Pietro, ha detto che alla fine dei tempi Dio accoglierà “tutti gli uomini sotto la sua tenda”, dove "tutti" vuol dire evidentemente “tutti”: battezzati e non battezzati, credenti e increduli, buoni e cattivi. Non si parla più, infatti, di giudizio, inferno e paradiso: solamente di paradiso per tutti, indipendentemente dalla vita buna o cattiva. Questo, almeno, è quanto si evince da quel “tutti” (senza contare i silenzi deliberati di Bergoglio sulla dottrina teologica dei Novissimi); ma forse qualcuno ne resterà escluso: Mons. Léfèbvre, don Alessandro Minutella, i rigidi e intransigenti cattolici tradizionalisti, ecc.

Alfonso ha detto...

"La domanda che ci tormenta incessantemente" è "come è potuto accadere?"
Ad majorem Dei gloriam? No, assolutamente! La Compagnia di Gesù ha fin dall'inizio esplicitato l'essenziale scopo della propria esistenza: corrispondere "a una necessità dell'anima umana: il conseguimento della felicità per se stessi e per i propri simili."
Il giovane De Balzac, innamorato esistenzialmente della Compagnia di Gesù, nel 1824 ne scrisse una apologia, da cui traggo queste frasi che meritano una sintetica riflessione alla luce degli avvenimenti dei nostri tempi.
"Hanno accusato i Gesuiti di volere la morte di tutti i sovrani." "A qual fine l'impresa stessa sarebbe stata condotta? Non ne scorgiamo altri che l'attribuirsi il governo dispotico di tutta la terra (!!!). Quale progetto più chimerico?" "Ci può essere un uomo calmo e riflessivo che si rifiuti di riconoscere l'assurdità e l'impossibilità di un tale proposito?" Per "arrivare al governo del mondo" si dovrebbero assassinare i sovrani contrari ai propri disegni", si dovrebbero "ucciderli uno dopo l'altro".
Progetto chimerico? Certamente sì, se i Gesuiti avessero pensato sul serio di eliminare fisicamente, uno dopo l'altro, tutti i reggitori del potere legittimo dei vari Stati, monarchie o repubbliche che fossero! Ma, i Gesuiti sono troppo intelligenti per percorrere una strada così insensatamente criminale! Essi hanno escogitato altri metodi per infettare e distruggere le sovranità nazionali. Quello che oggi si dispiega quasi vittoriosa è la potenza plutocratica che ci sta rendendo individui privi di identità, ipoteticamente "felici", tutti ovviamente inquadrati servilmente nel nuovo ordine mondiale sincretistico, illusoriamente irenistico.
Cosa fare? Opporsi, non piegarsi, disubbidire e contrastare con ogni mezzo l'apostasia gesuitica! Non tenere in nessun conto chi con melliflue parole e suoni soavi si propone di legare i cristiani a questa vita mondana, che mai potrà essere per sempre e per tutti una "vita bella", rendendoli complici nella perversione dell'evangelo di Cristo. L'Antigone di Sofocle si avviava al supplizio con queste parole: "proprio per essere stata pia mi sono acquistata empietà", quelli che mi mandano al supplizio "possano soffrire mali non maggiori di quelli che a me fanno contro giustizia"!

Anonimo ha detto...

Dubito che Bergoglio e il suo gruppo di potere trovino significativi ostacoli a questo punto per fare quello che da anni è stato progettato. Non so cosa possa fare Burke quasi da solo. I sacerdoti che tentano di resistere sono perseguitati. L'oscena farsa di santificazione di Lutero non ha trovato opposizione significativa nella Gerarchia e mi pare nemmeno tra i preti comuni. La mia impressione è che molti preti un Papa come questo lo aspettassero da tempo. credo che alla fine dal punto di vista pratico sia necessario appoggiare sempre di più la Fraternità che ha la forza materiale e sopratutto spirituale di resistere. prima ne prendiamo atto e meglio sarà per tutti. Un appello ai sacerdoti della Fraternità : so che fate già tantissimo, ma cercate di raggiungere ancora più città con le vostre Messe ! comunque grazie per esserci !

Pietro C. ha detto...

"La domanda che ci tormenta incessantemente, e che tormenta tutti i cattolici rimasti fedeli al cattolicesimo, e non confusi o traviati dal modernismo strisciante che si è insediato nel cuore della Chiesa, sovvertendo dall'interno dottrina, pastorale e liturgia, è sempre la stessa: come è potuto accadere? ...."

È una domanda interessantissima e terribile.
La stessa che mi posi vedendo il mio anziano ex parroco di adolescenza il quale un bel giorno mi disse: "Negli anni '60 indossavo la talare e ci avevano insegnato a riporla poco prima di andare a letto baciandola e, il mattino dopo, rivestirci di essa dopo averla ribaciata. Poi un giorno l'ho lasciata per sempre in armadio. Oggi se mi obbligassero a metterla non lo farei assolutamente più!".

Qui dietro c'è qualcosa di molto psicologico, come può accadere davanti ad una delusione d'amore: si ama molto una persona, poi quando ci si accorge che ne siamo stati traditi la disprezziamo. Fuor di metafora: fino all'altro ieri si ha insistito molto su pena di peccato mortale per applicare una disciplina ecclesiastica poi d'un tratto si è scoperto che chi sovvertiva ed era inadempiente non veniva più condannato ed era pure premiato.

Come può accadere? Accade!
Ed è così che molto clero zelante si è trovato da un giorno all'altro nella barricata opposta, tra i piromani.
Poi con il tempo la cosa si è radicalizzata anche irrazionalmente fino ad oggi dove ci sembra sempre più di essere davanti ad una nuova Chiesa.

Luisa ha detto...

Desidero solo signalare a chi non lo conoscesse il blog di Béatrice che fa un lavoro di informazione encomiabile in Francia, spesso scopro siti anche italiani, come quello che è oggetto del post odierno e che avevo segnalato ieri:

http://benoit-et-moi.fr/2017/

Catholicus ha detto...

@ Pietro C : come è potuto accadere? lo spiega magistralmente il professor Francesco Lamendola (presidente dell'Accademia Adriatica di Filosofia Nuova Italia ed esponente di quella che potremmo definire "resistenza cattolica antimodernista") nel seguente articolo, apparso sul portale cattolico Una Vox : 2252 – Come è potuto accadere ? :
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2215_Lamendola_Come_e_potuto_accadere.html
Non mi sembra ci sia da aggiungere altro alle parole del professor Lamendola. Per chi fosse interessato alla raccolta dei suoi articoli "a tema" antimodernista (accuratamente selezionati e predisposti per una lettura veloce, epperò esaustiva) può farmene richiesta all'indirizzo fideliseternis@virgilio.it ed io provvederò ad inviare i relativi files (al momento sette cartelle, per un totale di 100 pagine circa ognuna).

Aloisius ha detto...

Brava Maria, hai fatto bene a pubblicare il bellissimo articolo di Lamendola, sono un suo ammiratore, sul suo sito ci sono altri interessantissimi articoli, uno meglio dell'altro.
Grande lucidità, profondita', chiarezza di pensiero e forma scritta e un vero cattolico.
Descrizione perfetta, come anche altri articoli che mi sono scaricato.

Grazie anche ad anonimo h. 9.03 per la riflessione di Gianni Vattimo, perfetta anch'essa.
Sa meglio lui cosa è il cattolicesimo dei modernisti al potere e denota onestà intellettuale.
La domanda finale sarebbe da scrivere su uno striscione in piazza San Pietro:
"Chi avete convertito da quando avete cercato di rincorrerci sulla strada sbagliata?».

Stupenda domanda, drammatica risposta:"nessuno...però ci applaudono tutti!"

Aloisius ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

"La percezione, sì, ce l'hanno; anzi, sono addirittura fieri di essere al centro di questa stagione, che, secondo loro, è di rinnovamento, di rinascita, quasi una seconda giovinezza per la Chiesa ed il cattolicesimo".

Che cecità! Qui si confonde vitalismo con vita! Il vitalismo è uno scoppio di energie che contraddistingue ogni rivoluzione. Si pensi ad esempio al cosiddetto rinascimento: comportava uno scoppio dopo l'altro, come i fuochi di artificio, che ha determinato un vitalismo tale da influenzare ogni manifestazione culturale. Qualche profondo intellettuale scrisse: "Il rinascimento non ha fatto altro che liberare quelle energie che, nel Medioevo, si trattenevano dentro l'uomo attraverso la pratica religiosa".
Così è di ogni rivoluzione: quando il mondo immediatamente precedente viene ammazzato, un mondo in qualche modo razionalmente ordinato, si libera come un scoppio nucleare.
Ma il punto interessante non è qui ma quanto poi succede dopo lo scoppio nucleare, dopo tanta energia e vitalismo. Rimane il vuoto e la vacuità interiore!

Per questo tale gente che si rallegra del vitalismo ecclesiale con papa Francesco non capisce che si è innescata un'esplosione alla fine della quale non rimangono che macerie. Essi che parlano tanto di "accompagnamento" e di "discernimento" hanno lo sguardo che non riesce ad andare neppure al domani ma è fisso al presente per idolatrare il "loro" papa.

Pietro C. ha detto...

Ringrazio Catholicus ma penso che Francesco Lamendola sia solo una delle tante voci che cercano di spiegare un fenomeno terribile ed oltremodo complesso, che non cessa di interrogare gli storici seri (non quelli a servizio del regime ecclesiastico attuale).

Per parte mia prendo in considerazione qualsiasi voce mi possa aiutare a dipanare tale fenomeno di secolarizzazione del Cattolicesimo.
E ho infatti pure due voci di monaci. Poco importa che siano ortodossi. Quello che importa è la veridicità di quanto qui mi riportano.
Uno: Gabriel Bunge, ora eremita nelle alpi svizzere, confessa che nei monasteri benedettini dove era passato poco prima del Concilio c'era il totale disinteresse verso le antiche fonti ascetiche dei Padri. Le si riteneva radici morte incapaci di dare vita al presente. Si viveva nella formalità. Poi subito dopo il Concilio gli stessi monaci accettavano di buon grado l'insegnamento Zen di un gesuita rivolgendosi, così, a tradizioni extra cristiane.

Un'altra: il padre Macaire, ora monaco a Simonopetra e rinomato liturgista bizantino. Costui mi disse apertamente che poco dopo il Concilio in certi monasteri maschili in cui si faceva austera vita i monaci iniziarono a parlarsi tra loro e uscirono idee terribili, anticristiane. "Ciò significa - disse Macaire - che anche prima quando c'era la disciplina e non si parlavano, costoro riflettevano nella loro testa pensieri terribili che poi dopo il Concilio iniziavano a confessare apertamente".

Il grande terribile mistero della secolarizzazione del Cattolicesimo riceve anche da queste voci fuori dal coro una risposta: da tempo l'agnosticismo covava nei cuori delle persone in teoria più spirituali della Chiesa. Figuriamoci in quelli del clero secolare e dei laici!

mic ha detto...

da tempo l'agnosticismo covava nei cuori delle persone in teoria più spirituali della Chiesa.

Non solo l'agnosticismo e non solo dentro la Chiesa e non solo ieri o oggi ma fino alla fine dei tempi.... E c'è un solo e Unico rimedio. Chi davvero Lo conosce non Lo abbandona e porta altri a conoscerLo.
Il resto è mistero.

Catholicus ha detto...

Grazie Pietro, grazie Maria di queste notizie, anche se fanno stringere il cuore, specialmente perché annebbiano l'immagine felice della Chiesa preconciliare "casta e pura", ma pazienza, sappiamo in Chi dobbiamo confidare, non nell'uomo (maledetto l'uomo che confida nell'uomo, si legge nell'Imitazione di Cristo). Gesù, Maria (nostra madre Celeste), S. Michele Arcangelo, intervenite presto, vi prego. Amen.

tralcio ha detto...

L'umanità è malata di peccato, infettata dallo spirito ribelle a Dio che gode del nostro male.
Dio non aveva affatto creato il morbo, ma l'amore è libertà e la libertà prevede il rifiuto.
La storia spazio-temporale delle creature è popolata di rifiuti della volontà del Creatore
Gesù è il Verbo di Dio, seconda persona del Dio Uno e Trino, che prende carne nella storia.
Il Logos eterno, l'Essere e il Bene, viene a salvare da dentro, dall'umano, l'umanità malata.
La Chiesa è fondata e inviata da Lui ad annunciarne la via, verità e vita, nel segno di croce.
La Chiesa amministra i suoi sacramenti, a beneficio della salvezza eterna delle anime.

Nelle sette frasi precedenti sta tutta la realtà, c'è la salvezza e c'è la missione.
Taciuto il peccato (originale e attuale), ridotto Gesù a un saggio tra gli altri dell'umanità mortale e la Chiesa ad ente assistenziale, i sacramenti sono solo espressioni di aggregazione in cui l'uomo celebra se stesso, un culto con l'uomo al centro.

Chi ha la pazienza di leggere ciò che Mic mi permette di esprimere in questo blog sa che insisto spesso su Cielo (il regno di Dio) e terra/mondo (soggetto al principe ribelle).

Gesù ha un regno che non è di questo mondo, il regno dei Cieli.
Nel Padre Nostro preghiamo con Gesù che la Sua volontà sia fatta come in Cielo così in terra e venga anche qui il Suo regno. Teniamo presente che il Padre Nostro è una preghiera eccezionalmente densa, posto che la preghiera, tempo per Dio, fa verità in noi, malati di peccato e ingannati dal falsario. La preghiera fa eternità per noi che siamo mortali e soggetti all'omicida. Sant'Agostino correlò mirabilmente le frasi del Padre Nostro alle beatitudini, nelle quali compaiono tanto il Cielo quanto la terra.
Il Regno dei Cieli è per i poveri in spirito: gli umili dello spirito, non della carne!
Sono coloro che temono Dio, cioè coloro che ne santificano il nome, rivolti al Cielo.
Ad "ereditare la terra" saranno i miti, coloro che attendono il regno di Dio, e non attendono ai regni del mondo, destinati alla geenna con il loro padrone.
Il mite non combatte per i regni di questo mondo, proprio come Gesù disse a Pilato.
I perseguitati per la giustizia di Dio entreranno nel Regno dei Cieli, con Gesù.

I sacramenti sono i farmaci dell'umanità malata. Il pharmakos era il rituale del capro espiatorio, dell'ostracismo, di quello che paga per tutti nell'ignoranza di chi non rinuncia al proprio peccato, ma sacrifica un altro al posto suo. Il farmaco è caratterizzato da indicazioni e proprietà d'uso, per garantirne qualità, sicurezza ed efficacia. Oggi i sacramenti di una Chiesa aggregatrice e mondana sono desacralizzati, il rito è ridotto al fai da te, vi si accede come a ognuno pare e piace, nella Chiesa fattasi agenzia umana, di un Gesù ridotto a molto meno del Verbo fatto carne, uomo proprio come noi. L'ospedale da campo non ha farmaci, ma solo bende e acqua bollita, se va bene degli zuccherini e tante belle parole per tirarti su... Il pharmakon può essere veleno e il pharmakeus più o meno uno stregone, che ti propina droghe per non sentire dolore.

irina ha detto...

"...da tempo l'agnosticismo covava nei cuori delle persone in teoria più spirituali della Chiesa. Figuriamoci in quelli del clero secolare e dei laici!"

Queste considerazioni su l'agnosticismo fanno il paio con quelle sul formalismo liturgico già evidenziato in commenti su argomenti affini. Mi sono data un paio di risposte:

1)Ad un certo punto la dottrina, la liturgia, la storia dei Santi e della Chiesa sono state trasmesse senza spiegare, nel dettaglio, i perchè, i motivi, i travagli che hanno portato a consegnare la Verità proprio in quella formula, proprio in quei gesti; come se si fosse consegnato un abitino splendido senza il bambino che avrebbe dovuto indossarlo. Senza vita.

2)Nel mentre gran parte del patrimonio orientale religioso, culturale era diventato accessibile ad un numero sempre più vasto di laici che avevano viaggiato e/o soggiornato in Oriente vuoi per situazioni biografiche legate al colonialismo, vuoi del tutto personali.

I pensieri, le parole, le opere, le omissioni di ognuno di noi si ripercuotono nel grande lago della vita, come quando ne increspiamo le acque con il tiro del nostro sasso. E' avvenuto, credo, che la Chiesa non abbia più tirato il suo sasso facendolo correre sullo specchio dell'acqua ma gettandolo senza slancio, Il nuovo, che era avanzato dall' Oriente e dall'Occidente faceva meraviglie con i suoi sassi, veloci sulla cresta dell'onda, si alzavano, abbassavano, si rialzavano come farfalle prima di inabissarsi, lontano, a perdita d'occhio.
Così è stato che pian piano la Chiesa, sempre più dimentica di sè, ha insegnato solo formule e gesti, mentre gli europei orientalizzati raccontavano meraviglie e gli europei filosofi rimasti, fatto proprio il tesoro della Chiesa, depurato della Santa Trinità, di Maria Santissima, di San Giuseppe e di tutti i Santi, lo spacciavano, ateizzato, come farina del loro sacco.
Qualcuno poi torna a casa, dopo aver guardato qua e là, sgolandosi nel dire: guardate che la Verità è veramente racchiusa solo nelle nostre pietre, nelle nostre formule, nei nostri gesti, abbiate Fede, la pietra che avete tra le mani non è solo quella filosofale è la roccia sulla quale le onde si infrangono e che consente all'uomo-pietra di camminar sulle acque, senza inabissarsi, solo se il suo sguardo è fisso sul volto amato di Gesù Cristo, nostro Salvatore.

RR ha detto...

Com' è potuto succedere ?
Com'è successo che Adamo ed Eva che vivevano nel Paradiso terrestre (e non nell' inferno che è ora la Terra), e che vedevano e parlavano tutte le sere con Nostro Signore, si lasciassero tentare da Satana ?
Solo Uno non si è lasciato tentare, tutti gli altri han ceduto alle sue lusinghe: di potere, di denaro, di lascivia, di orgoglio...

Anonimo ha detto...

Costruttori di pace !?!
Mettiamoli qui tra le rane bollite .
https://www.maurizioblondet.it/lue-prevede-miliardi-spesa-la-mobilita-militare-europa/

Anonimo ha detto...

Interessanti le considerazioni di anonimo delle 22.41.
Un'esteriorizzazione, un moto centrifugo: perdita del Centro?

Anonimo ha detto...

Tra le rane bollite c'e' l'Italia :
Report puntata del 20.XI.2017 ne scoprirete delle belle sugli scodellamenti degli africani in Italia .
In replica Sabato prossimo .. L'Italia ringrazia ..

Nel frattempo :
1)Piove nelle case di emergenza consegnate ad Arquata del Tronto , la colpa e' della pioggia .
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/arquata-tronto-nelle-casette-dei-terremotati-piove-soffitto-1465118.html

2)Non ho mai visto la Germania ne' la Spagna ( non me ne importa un fico secco ) , ma la nostra spazzatura sì . Va regolarmente ogni weekend , dato che da noi sembra non ci siano termovalorizzatori ..Per evitare l'inquinamento stradale e le spese relative a questi su e giu' ne hanno pensata una formidabile : doteranno ogni contribuente di sacchetto spazzatura con microchip e se non si fara' una perfetta raccolta differenziata gli inadempienti si beccheranno una bella multa .

3) Ultima notizia di oggi ( per dormire senza incubi )
https://it.zenit.org/articles/la-quercia-millenaria-accoglienza-contro-la-cultura-dello-scarto/