Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 24 novembre 2017

Venerdì 24 novembre - La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla nostra Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che trovate qui

Rimaniamo fedeli al nostro impegno nella preghiera di riparazione e continuiamo a pregare anche perché sia sventata la tremenda introduzione della cosiddetta Messa ecumenica, che vanifica totalmente il Santo Sacrificio, con annesse catechesi dei protestanti nelle nostre Chiese. 
Preghiamo anche perché il Signore voglia presto darci Santi Pastori che possano guidare i fedeli in questa epoca di smarrimento, di confusione e di empietà e sostenga quelli che si espongono con parresìa. 

Per la nostra formazione, leggiamo una Lettera di San Girolamo. Il testo potrà essere scaricato in formato pdf cliccando qui; in tal modo potrete costituire e conservare la vostra biblioteca di letture di formazione.

7 commenti:

Pietro C. ha detto...

Al Signore piace lo stesso se ci addormentiamo mentre preghiamo. Così sembra pensare Bergoglio. Ma siamo certi che nell'ascetica tradizionale si pensava altrettanto?
Vediamo un po' qui:
http://traditioliturgica.blogspot.it/2017/11/preghiera-digiuno-sonno.html

Grazie per l'attenzione.

Luisa ha detto...

Come facilmente prevedibile mons. Longhi fa marcia indietro sulla "visione" di Giovanni Paolo II , altrettanto scontato il riferimento a Jorge Bergoglio:

«Vedo la Chiesa afflitta da una piaga mortale. Più profonda, più dolorosa rispetto a quelle di questo millennio, quella del comunismo e del nazismo. Si chiama islamismo. Invaderanno l’Europa. Ho visto le orde provenire dall’Occidente e dall’Oriente».

http://www.lanuovabq.it/it/europa-e-islam-chi-ha-paura-di-giovanni-paolo-ii

Qui la riflessione di Aldo Maria Valli:

http://www.aldomariavalli.it/2017/11/22/giovanni-paolo-ii-e-lislam/

Anonimo ha detto...

http://blog.messainlatino.it/2017/11/pontificale-genova-il-primo-da-dopo-la.html#comment-form

Un buon padre si riconosce dall'esempio che da ai suoi figli
https://www.youtube.com/watch?time_continue=7&v=PTQoh-L9HiE

CI SALVERÀ L'AFRICA. I VESCOVI DELLA TANZANIA CHIEDONO PIÙ ADORAZIONE EUCARISTICA PERPETUA NELLE DIOCESI
http://www.iltimone.org/36635,News.html

Perché una lampada continui a bruciare bisogna metterci dell'olio.(Madre Teresa )

Anonimo ha detto...

L'AZIONE DI DIO

L’azione di Dio è un’azione creatrice che offre possibilità, che alimenta il processo, ma che non si sostituisce mai alle creature, proprio perché fa esistere ed operare le creature. […]
Dio è provvidente non nel senso che risolve tutti i problemi, ma nel senso che, ovunque l’uomo si venga a trovare, il suo amore è tale che può condurlo al suo compimento. Dio non può risolvere
alcun problema storico se non ci sono creature che aprendosi
alla sua azione indicano e realizzano la soluzione. Il «dio tappabuchi» non può essere il Dio della fede... Dio è eterno, è pienezza di vita, è perfezione compiuta, ma la creatura è tempo e non può accogliere l’offerta divina tutta in un solo istante. Non ci può essere una creatura perfetta all’inizio. Nella prospettiva evolutiva si capisce bene che Dio alimenta il processo continuamente, cioè la creazione continua tuttora. Il compimento è il traguardo del cammino, la perfezione piena è solo alla fine... Dio parla nel silenzio perché non pronuncia parole umane, bensì divine, per noi silenziose. La sua Parola però alimenta la nostra vita come forza creatrice. Il contatto con Lui ci rigenera. Ma questo contatto non diventa parola, non diventa idea, non diventa immagine, bensì diventa esperienza vitale, evento di storia. Quando diciamo che la Scrittura è “parola di Dio” dobbiamo intendere la formula in senso analogico cioè di relazione. La Parola è quella forza di vita che ha suscitato gli eventi di salvezza, narrati dagli uomini secondo i modelli con cui li hanno vissuti e interpretati, e trascritta secondo i modelli culturali del tempo. Il processo che ci consente di cogliere il senso della Parola è rivivere le esperienze di fede che hanno caratterizzato l’evento narrato, coglierne la trama divina, e percepire nel silenzio la presenza che le ha rese possibili.

Carlo Molari

Anonimo ha detto...

Nel frattempo, a Lund, gli amici di Papa Francesco, quelli che "sono più le cose che ci uniscono"...

http://www.corriere.it/esteri/17_novembre_24/chiesa-svezia-smettera-riferirsi-dio-maschile-non-ha-genere-5a613d32-d11a-11e7-a924-c9d9ad888b7b.shtml

La Chiesa di Svezia, la principale religione del Paese, ha invitato i suoi fedeli a usare un linguaggio neutro quando ci si riferisce a Dio. E quindi: basta usare termini come «Signore» o «lui». Quando se ne parla, è meglio usare termini meno specifici, «gender-free». Una decisione controversa.

Sacerdos quidam ha detto...

Scommetto che l'espressione scelta dagli eretici svedesi sarà quella di "Ente Supremo". Abbastanza neutro per tutti. Solo che sarebbe un déjà vu...

Anonimo ha detto...

O forse useranno semplicemente il pronome relativo che in Svezia hanno recentemente coniato appositamente per motivi di "gender politically correctness".