Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 12 marzo 2012

Un gesto forte: in Corsica mons Bonfils celebra la Confermazione per la FSSPX

Apprendiamo oggi da Riposte catholique.

Un gesto che rompe ogni linea consueta e suscita ammirazione.

Ieri mattina, domenica 11 marzo, Mons. Bonfils, amministratore della diocesi di Ajaccio fino alla presa di possesso di Mons. de Germay, si è recato nella Chiesa di Aiaccio servita dalla FSSPX. Non era una semplice visita di cortesia o di mera diplomazia : non potendo Mons. Fellay recarsi ad Ajaccio per lungo tempo, il suo confratello, Mons. Bonfils, di sua iniziativa ha proposto di procedere alla confermazione dei 19 candidati a questo sacramento. Il rappresentante della FSSPX non poteva rifiutare il sacramento proposto dal vescovo in carica nella diocesi, tanto più che, s'intende, egli lo ha conferito secondo il rito tradizionale. Successivamente, Mons. Bonfils ha celebrato la Messa di San Pio V.

Questo gesto compiuto da un vescovo francese, nell'attuale contesto di proposta di uno statuto canonico di Prelatura personale universale fatta dal Papa a Mons. Fellay, non manca di spicco. Anche il fatto che esso sia stato accolto con normalità e semplicità dai fedeli della FSSPX fa molto gioire.


Devo registrare il pronto Addendum di Rorate Caeli

Purtroppo, le cose non sembrano così rosee come riportato sopra. Ascoltiamo anche quanto segue da fonti attendibili: (1) il sacerdote della locale Fraternità San Pio X, p. Hervé Mercury, si trova coinvolto in un processo di esclusione dalla Fraternità San Pio X, a causa di divergenze personali con i suoi superiori; (2) ciò nonostante, la celebrazione non è stata condotta al di fuori da ogni sorta di accordo con il Superiore della FSSPX, (3) lo stesso p. Mercury è già in fase di incardinazione nella diocesi locale, in accordo con lo stesso vescovo Bonfils. Queste cose non sono particolarmente negative in se stesse, ma cambiano completamente il tono di ciò che è avvenuto: non è una visita pastorale, disinteressata, ma una complessa disputa tra un prete che vuole lasciare una società, i suoi superiori, e un Vescovo diocesano locale.

Rorate mette in risalto ancora una volta il fatto che Summorum Pontificum observatus non è corretto nell'attribuire alla Fraternità San Pio X-Santa Sede una questione che al momento è altrove che nelle mani della Santa Sede.


Certo che il gesto del vescovo acquista un significato diverso. Tuttavia, è già positivo che in una diocesi si sia amministrato il sacramento e celebrato il rito secondo l'usus antiquior. Ce ne vorrebbero!

46 commenti:

Icabod ha detto...

Se è il popolo di Dio a creare osmosi, ogni argine dovrà rompersi...

Dante Pastorelli ha detto...

Speriamo che i pasdaran ora non dicano che il sacramento non è valido perché conferito da un vescovo che normalmente celebra secondo il NO.

Caterina63 ha detto...

Perdonate l'OT ma anche questa è TRADIZIONE che va avanti.....
" non possiamo ignorare il grave problema pastorale rappresentato dalla diffusa pratica della convivenza, spesso da parte di coppie che sembrano essere inconsapevoli che è un grave peccato " lo ha ribadito Benedetto XVI ai Vescovi dell'america, per una riscoperta della dottrina sul Matrimonio, troverete il testo nella sezione dedicata all'etica ed alla morale ultimo messaggio CLICCANDO QUI.....
http://difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9228340&a=2#last

il Papa riconosce IL FALLIMENTO DELLE PASTORALI SUL MATRIMONIO DEGLI ULTIMI ANNI.... e chiede ai Vescovi di ritornare a dare ai fedeli LA DOTTRINA INTEGRALE......

Anonimo ha detto...

Secondo l'Addendum di Rorate Caeli il gesto del vescovo acquista un significato diverso.
Tuttavia, è già positivo che in una diocesi si sia amministrato il sacramento e celebrato il rito secondo l'usus antiquior. Ce ne vorrebbero!

Serafino ha detto...

Speriamo che i pasdaran ora non dicano che il sacramento non è valido perché conferito da un vescovo che normalmente celebra secondo il NO.
Il problema non è che il vescovo in questione celebra abitualmente secondo il N.O.
Il problema è che il rituale per la consacrazione dei vescovi, che è stato riformato addirittura un anno prima della Messa,(cioè nel 1968, anche se l'Ordo precedente è stato ancora usato, saltuariamente, persino da Montini stesso, fino la 1972)è una versione, esteticamente più brutta del rituale anglicano, dichiarato nullo, per difetto d'intenzione da Leone XIII. Pertanto, i vescovi consacrati fino al 1972, sono vescovi certi. Quelli consacrati dopo, sono vescovi dubbi, a meno che, si siano rivolti a vescovi anziani e/o orientali, per farsi riconsacare sub-conditione. Sappiamo che mons. Pintonello ed altri, ne hanno fatte alcune, di queste "ri-consacrazioni" in segreto.

Anonimo ha detto...

il Papa riconosce IL FALLIMENTO DELLE PASTORALI SUL MATRIMONIO DEGLI ULTIMI ANNI.... e chiede ai Vescovi di ritornare a dare ai fedeli LA DOTTRINA INTEGRALE......

E' cosa buona e giusta che il Papa si preoccupi della dottrina prima che della morale. Dovrebbe farlo a 360°, anche quando manda a evangelizzare chi ha cancellato la Tradizione cattolica da Costantino al Vaticano II!

Anonimo ha detto...

è una versione, esteticamente più brutta del rituale anglicano, dichiarato nullo, per difetto d'intenzione da Leone XIII

In presenza di questo, dell'abolizione degli Ordini Minori, dello smantellamento degli Altari e dello spazio sacro e di molte altre cose, c'è di che rimanere disorientati e sconcertati.

don Camillo ha detto...

1. Ammesso e non concesso che diamo per buona la notizia riportata sul sito della Fraternità di Italia [le beghe e i gossip mi interessano poco] mi domando solo perchè i Vescovi e i Cardinali quando diventano "emeriti" diventano leoni, ma quando sono Ordinari sono ... utilizzando un linguaggio più decente di quel che mi passa per la testa ... completamente soggiogati al potere conciliare...

Comunque la notizia è fuori di dubbio interessante, perchè sì, ci saranno pure inciuci tra questo prete e il Vescovo, ma questo denota comunque buona volontà e reciproco ascolto... e poi la cresima è stata comunque impartita a dei lefebvriani...

2. Serafino per cortesia, non entriamo nei temi tanto cari ai sedevacantisti... è valido o non valido il Rito per la Consacrazione dei Vescovi? Ci si poneva la questione 20 anni fa... e 20 anni fa si poteva discutere perchè avevano ancora un Papa Ordinato vescovo con il vecchio Rito, ora abbiamo un Papa Ordinato Vescovo con il nuovo rito... eh!

3. Caterina... che ti posso dire che non ti ho già detto? aggiungo solo: Belle alcune foto nel video ;)

Serafino ha detto...

. Serafino per cortesia, non entriamo nei temi tanto cari ai sedevacantisti... è valido o non valido il Rito per la Consacrazione dei Vescovi? Ci si poneva la questione 20 anni fa... e 20 anni fa si poteva discutere perchè avevano ancora un Papa Ordinato vescovo con il vecchio Rito, ora abbiamo un Papa Ordinato Vescovo con il nuovo rito... eh!
infatti, la leggenda urbana, lo vuole ri-consacrato in segreto da orientali. Comunque, caro don Camillo, perchè, se un argomento è diffuso in ambito sedevacantista(o Cassiciacum), deve essere necessariamente e completamente sbagliato? Quello che dico ai modernisti, ovvero che forse il futuro e(e sarei tentato di dire senz'altro)l'altra vita riserverànno loro più sorprese di quelle che ne riserverànno a noi,forse forse si applicherà anche a noi.

Milanes ha detto...

Brutto, brutto davvero. Speriamo che non si crei un precedente.
Se un sacerdote ha dei problemi coi superiori, non dovrebbe certo coinvolgere i fedeli.
Un brutto precedente, che rischia di far passare come "normale" che un vescovo normalmente aderente ai dettami della neochiesa sia ben accetto dai sacerdoti e dai fedeli della Fraternità.
Auspico un presto intervento chiarificatore della Casa Generalizia.

Milanes ha detto...

Poi scusate...ma cos'è questa proposta di prelatura fatta dal Papa a Mons. Fellay? Mi sono perso qualcosa?

Anonimo ha detto...

cos'è questa proposta di prelatura fatta dal Papa a Mons. Fellay? Mi sono perso qualcosa?

A quanto ricordo era venuto fuori da una domanda di Die Welt a Mons. Schmidberger che stava intervistando.

Riporto sia la domanda che la risposta.

Die Welt : A Roma ci sono sempre più segni che una completa riconciliazione con la Fraternità San Pio X può finalmente aver luogo, e che essa dovrebbe presto avere la sua prelatura personale, status non diverso da quello dell'Opus Dei. Si è anche detto, però, che i negoziati tra il Vaticano e la Fraternità hanno fallito. Può chiarire?

Padre Franz Schmidberger: Il 14 settembre 2011, il cardinale Levada ha presentato il Vescovo Fellay, il nostro Superiore Generale, un "preambolo dottrinale", la cui accettazione è la condizione per un riconoscimento canonico della Fraternità San Pio X. Ci siamo ampiamente consultati sul testo e si è giunti alla conclusione che non era accettabile. Infine, io stesso, il 1° dicembre, ho portato la risposta del Superiore Generale a Roma, e, su richiesta romana, ho consegnato un chiarimento di tale risposta. Ora aspettiamo con grande ansia la risposta della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Tutta l'intervista è leggibile qui

don Camillo ha detto...

Che B16 Conciliarista com'è si sia fatto ri-consacrare, ebbene manco se lo vedo in fotografia ci credo!

Sì alcuni studi e articoli sedevacantisti, specie sulla LITURGIA sono molto validi (studi approfonditi ricchi di bibliografia certa e non manipolata) al di là delle convinzioni ecclesiologiche dei redattori, siamo adulti e cresimati e ignorarli così perchè
S E D E V A C A N T I S T I non lo trovo metodologicamente corretto.

Ma per fugare ogni questione legata alle Ordinazioni Episcopali valide o invalide, proporrei a MIC di pubblicare quel capolavoro di lavoro che ha fatto l'ottimo don Curzio.

http://www.doncurzionitoglia.com/SedevacantismoMitigato.htm

don Camillo ha detto...

Milanes, sei il milanese di MiL che ebbi a conoscere lo scorso anno a Parigi?

Anonimo ha detto...

E seconoo te, c'è la possibilità che si raggiunga un qualche non di dico accordo, ma comunque un risultato concreto, presto o tardi, con la FSSPX??

Milanes ha detto...

@ mic: la notizia di una prelatura era una supposizione del giornalista del Welt. Non c'è stato niente di ufficiale, né nell'intervista don Schmidberger conferma la cosa.

@ don Camillo: ;-) Certo!

Dante Pastorelli ha detto...

Il grande ordinario militare Pintonello avrebbe ri-consacrato in segreto? E chi mai, di grazia?
Sempre segreti, segreti... Via, lasciamo perder le fantasie, i retroscena. Quanti cardinali consacrati "validamente" hann'eletto Benedetto? E'papa o no?

Dante Pastorelli ha detto...

Dimenticavo di dire che domenica 4u.s. è venuta a S. Francesco Poverino, alla nostra Messa, e così ci siamo conosciuti di persona, MISERERE.
Peccato che ho potuto dedicarle pocchissimo tempo, perché da vari giorni mi trascinavo un febbrone da cavallo. Sarà per un'altra volta.

don Camillo ha detto...

Un brutto precedente, che rischia di far passare come "normale" che un vescovo normalmente aderente ai dettami della neochiesa sia ben accetto dai sacerdoti e dai fedeli della Fraternità.
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Milanes, Corsica e Sardegna sono delle vere e proprie isole felici, dove il tradizionalismo è molto radicato... il clero è ancora molto sano! In Sardegna so di tanti sacerdoti tradizionalisti e di tante parrocchie dove il Vaticano II non sanno manco cosa sia!

Spiace solo che per dissapori interni si creino delle fratture, spero che si ricompongano...

don Camillo ha detto...

Milanes, piacere di rileggerti! se tante volte passi dalle mie parti per LAVORO ricordati di dirmelo! :)

Luisa ha detto...

Non è una pagina così luminosa, è la storia di un sacerdote della FSSPX che lascia la Fraternità, sembra che sia già incardinato nella diocesi da settimane ma in segreto, che sa che Mons. Fellay verrà in Corsica in maggio per le cresime ma decide di contattare Mons. Bonfils.
Se sa che mons. Fellay deve venire due mesi dopo perchè contatta Mons. Bonfils?
Sembra comunque che i giovani della FSSPX erano partiti.
Se dunque è lodevole che mons, Bonfils celebri con il sacro Rito Antico, sono forse meno lodevoli le motivazioni e intenzioni sue e di padre Mercury.

http://tradinews.blogspot.com/

Luisa ha detto...

Ho consultato diversi siti "tradizionalisti" francesi, di padre Mercury si dice che è in rottura con la Fraternità e che da settimane ha chiesto l`incardinazione nella diocesi, Mons. Bonfils non è di certo un vescovo conosciuto per le sue simpatie verso i tradizionalisti.
Se tutto fosse stato concordato con trasparenza fra Mons. Fellay e Mons. Bonfils, avvertendo i cresimandi della FSSPX, non potremmo che essere, mi sembra, contenti e potremmo vederci un segnale positivo per il futuro, purtroppo sembra che si tratti piuttosto di una poco chiara manovra contro la FSSPX.
Penso che leggeremo fra poco un comunicato della FSSPX, dal momento che anche il giornale "La Croix", organo semi-ufficiale dei vescovi ne ha parlato.

Milanes ha detto...

Dopo aver letto gli interventi di Luisa e consultato il sito da lei segnalato "tradinews", non posso che notare come questo episodio abbia del torbido e don Mercury abbia giocato abbastanza sporco. Leggo che comunque i cresimandi NON erano fedeli della Fraternità.
A questo punto mi domando...non sarà tutto un tentativo di occupare manu militari una cappella della Fraternità da parte della diocesi? Di solito le cappelle della Fraternità sono aperte e frequentate con grandi sacrifici da parte dei fedeli.
Comunque episodio triste che richiede un chiarimento da Menzingen.

@ don Camillo: ovvio che se passo dalle sue parti la avverto, ma per lavoro è quasi impossibile :)

Milanes ha detto...

Reality check: per chi capisce il francese, invito a visionare questo video che contiene la predica tenuta dal superiore del distretto FSSPX di Francia, don Régis de Cacqueray, durante un pellegrinaggio nel quale fu impedito l'ingresso alla chiesa da parte dell'ordinario del luogo. In questa predica, don Régis spiega perfettamente perché non sarebbe permesso ad un vescovo della neochiesa di celebrare in una cappella della Fraternità.

http://www.laportelatine.org/communication/videotheque/marceille110319/sermonCacqueray110319.php

Anonimo ha detto...

Milanes,
le chiedo troppo se la prego, se può, di condensarci in poche parole quel PERCHE'?

Anonimo ha detto...

Inserisco qui nella discussione la reazione e le considerazioni di Summorum Pontificum (che non accenna minimamente alla posizione di don Mercury), perché ritengo che non sia il caso di dare maggiore risalto a questa questione in un momento così delicato, ma soprattutto in attesa di un comunicato ufficiale della Fraternità, se ci sarà:
E' Christophe Saint-Placide che scrive:
[...]
"Cosa di più normale, nella Chiesa cattolica, che un vescovo conferisca la cresima a persone appartenenti al suo territorio? L'amministratore della diocesi di Ajaccio non ha fatto altro che applicare il Motu Proprio Summorum Pontificum (art. 9 § 2 – istruzione Universae Ecclesiae, art. 29) rispondendo alla richiesta che gli era stata fatta (anticipandola addirittura senza che ci possa esser nulla in contrario). Salvo che, nella stessa occasione, egli riconoscesse puramente e semplicemente , senza esigere da parte loro dichiarazioni di sorta, che i genitori richiedenti erano cattolici. Ci si dice che la FSSPX, alla quale la Congregazione per la Dottrina della Fede ha proposto un Preambolo dottrinale per ricevere un riconoscimento canonico « attende una risposta da Roma ». Una risposta alla richiesta della FSSPX,ci si precisa, che vuole essere riconosciuta come cattolica. Ebbene, ecco in questo caso la risposta di un vescovo francese, che prepara terribilmente le strade : « Per me, voi siete cattolici».

Io dunque ribadisco : questo atto episcopale non manca di spicco e suscita ammirazione. E ribadisco; la sua immediata ricezione, in Corsica e altrove, per i fedeli della FSSPX è stata molto gioiosa."

Attenzione a questa notizia:
"Aggiungo che Mons. Bonfils è andato avanti nella direzione già intrapresa da alcuni suoi confratelli. Un mese fa, l'11 febbraio, nella diocesi di Saint-Claude, Mons. Jordy, nuovo vescovo di Saint-Claude, in visita pastorale, nel settore in cui la FSSPX serve la cappella N-D de Lourdes, l'ha in tegrata nel suo percorso : l'ha visitata ricevuto dal sacerdote responsabile (del priorato di Ginevra) che vi si è recato per l'occasione. Ha pregato e conversato nel modo più naturale con i rappresentanti della comunità tradizionalista. Mons. Jordy ripeteva con questo il gesto di Mons. Sankalé, vescovo di Nizza, che, in una visita pastorale nella vecchia Nizza nel gennaio scorso, era stato accolto da don Charles Moulin, priore della FSSPX, nella bella cappella Sainte-Claire. Meglio : a Bordeaux, gastronomia obbliga, il cardinal Ricard è stato invitato a pranzo dai sacerdoti del priorato della FSSPX. E tutti.. hanno mangiato di buon appetito.

Viene riportato anche un episodio nel quale Mons. Lefebvre avrebbe accettato il conferimento delle cresime da parte del vescovo del luogo, se questi fosse stato disponibile...

Certo se non conoscessimo i retroscena della situazione di don Mercury -ai quali SP non fa alcun accenno- potremmo essere anche noi dello stesso avviso...
E, comunque, speriamo in bene.

Dante Pastorelli ha detto...

Non capisco cosa ci sia di torbido e di sporco. Un prete lascia la Fraternità e ottiene l'incardinazione in una diocesi. I motivi saranno suoi e della Fraternità. In mezzo secolo quanti ordinati hanno abbandonato Lefebvre e i suoi successori? Qualche centinaio.
I giovani cresimandi inoltre non erano della Fraternità. E allora?
Quelli fedeli alla Fratenità attenderanno, se ci sono, Fellay.
Tempeste in un bicchier d'acqua.
Recentemente altri due preti han lasciato Econe. Ognuno segue la propria coscienza.
Se poi un ordinario si recasse ad amministrare i sacramenti in rito antico in una chiesa della Fraternità che male ci sarebbe?
Anzi sarebbe un tacito consenso.

bernardino ha detto...

Sulla questione di Mons. Bonfils - Siamo sicuri che il vescovo in questione avrebbe amministrato le cresime secondo il rito antico e celebrato la messa gregoriana, se il sac. p. Herve' non si fosse trovato con la FSSPX nella condizione in cui si trova e non fosse stato in fase di incardinazione nella diocesi locale? Se la situazione fosse stata diversa, siamo sicuri che il vescovo avrebbe fatto la stessa cosa? Perche' nessun altro vescovo si comporta allo stesso modo? Per me ogni mezzo e' lecito per raggiungere il fine.

Anonimo ha detto...

Non capisco cosa ci sia di torbido e di sporco. Un prete lascia la Fraternità e ottiene l'incardinazione in una diocesi. I motivi saranno suoi e della Fraternità.

Anch'io non ci vedo niente di torbido. Ma sarebbe stato ben più positivo un vescovo che va a celebrare, per naturale osmosi, anche se il sacerdote non avesse chiesto di essere incardinato nella diocesi.

Resta il positivo del rispetto dell'usus antiquior.
Ce ne fossero!

Luisa ha detto...

Se dico che le cose non sono chiare è perchè questo è quel che ci arriva.
Padre Mercury sapeva che Mons. Fellay veniva in maggio per le cresime, ma ecco che mons. Bonfils gli dice: ma perchè aspettare, lo faccio io, e così è stato.
Gesto lodevole che dovrebbe rallegrarci, se non si verifica che dietro quella decisione ci sono effettivamente quegli elementi già descritti.
Padre Mercury è ancora nella FSSPX o, come è detto ha già da settimane, fatto la domanda di incardinazione nella Diocesi?
Ha domandato il permesso a Mons. Fellay?
Se sì, ha ricevuto una risposta positiva?
Ha avvertito i futuri cresimandi della FSSPX, che aspettavano Mons. fellay, se sì con quali parole lo ha fatto?
Dunque un gesto positivo, se tutto si è svolto nella trasparenza.

Luisa ha detto...

Ecco le parole rivolte da padre Mercury a mons. Bonfils:


"Monseigneur,

Au nom des fidèles présents, je vous souhaite la bienvenue dans notre chapelle Saint-Antoine de la Parata.

Le but essentiel de l'Eglise catholique est de sauver les âmes. Cette fin correspond à la volonté même de Dieu qui est de sauver tous les hommes.

Pour cela, Jésus a donné à ses Apôtres et aux évêques, leurs successeurs, la mission d'annoncer son Nom dans le monde entier. Cette Église, fondée sur le droit divin, s'est enracinée, dès les premières heures, dans des lieux. C'est l'Église locale, l'Église diocésaine.


Certes, il peut arriver qu'exceptionnellement, la grâce soit distribuée en dehors des structures juridiques habituelles de l'Église. Mais cet état de fait est toujours éphémère et reste une exception.

Monseigneur, vous êtes le Souverain de l'Église de Jésus-Christ en Corse. Nous le savons. Nous le croyons. Quand je vous ai informé du projet de Mgr Fellay en mai prochain de venir pour les confirmations, vous m'avez dit que cela était inutile, que vous les feriez vous-même. Vous attendiez ma réaction et j'ai su, à ce moment, que je ne pouvais pas me dérober à cette profession concrète de foi catholique. C'est parce que je crois à l'efficacité de votre pouvoir épiscopal que je ne peux pas vous refuser l'entrée dans cette communauté de fidèles dont je m'occupe depuis 14 ans.

En retour, votre démarche a été empreinte d'un véritable esprit de miséricorde. Vous voulez assurer, selon votre mission de pasteur, le bien des âmes. Afin d'accomplir ce devoir, vous avez accepté d'affronter, à 82 ans, les critiques et les oppositions de vos diocésains.

Les remous que cette cérémonie provoque, de part et d'autre, ne nous empêcheront pas de professer sereinement notre Foi dans son intégralité. Nous croyons en l'Église divinement fondée par notre Sauveur et nous vous sommes profondément reconnaissants de nous donner aujourd'hui l'occasion de le manifester publiquement en vous recevant pour une célébration dans le rite traditionnel. Merci, Monseigneur !"

Luisa ha detto...

 


"Monsignore,

A nome dei fedeli presenti, le do il benvenuto nella nostra cappella Saint-Antoine de la Parata.

Lo scopo essenziale della Chiesa cattolica è di salvare le anime. Questo fine corrisponde alla volontà stessa di Dio che è quella di salvare tutti gli uomini.

Per fare questo, Gesù ha dato ai suoi apostoli e vescovi, loro successori, la missione di annunciare il Suo Nome in tutto il mondo. Questa Chiesa, basata sul diritto divino, ha messo radici, alle prime ore in alcuni luoghi. Essa è la Chiesa locale, la Chiesa diocesana.


Certo, può accadere che, in via eccezionale, che la grazia sia distribuita al di fuori delle strutture giuridiche abituali della Chiesa. Ma questa situazione è sempre effimera e redsta un'eccezione.

Monsignore, lei è il sovrano della Chiesa di Gesù Cristo in Corsica. Lo sappiamo. Lo crediamo. Quando l`ho informata del progetto di Mons. Fellay di venire in maggio per le cresime lei mi hai detto che era inutile,che lo farebbe lei. Aspettava la mia reazione e ho saputo in quel momento che non potevo mancare questa professione concreta di fede cattolica. È perché credo nell'efficacia del vostro potere episcopale che io non posso rifiutarle l'ingresso in questa comunità di fedeli di cui mi occupo da 14 anni.

In cambio, il suo approccio è stato segnato da un vero spirito di misericordia. Lei vuole assicurare, secondo la sua missione di pastore, il bene delle anime. Per eseguire questo compito, ha deciso di affrontare, a 82 anni, le critiche e le opposizioni del suoi diocesani.

I tumulti che provoca questa cerimonia, da ambo le parti, non impediranno di professare con calma la nostra fede nella sua interezza. Noi crediamo nella Chiesa divinamente fondata dal nostro Salvatore e le siamo profondamente grati di darci oggi l`occasione di manifestarlo pubblicamente ricevendola per una celebrazione con il rito tradizionale. Grazie, Monseigneur!"

Dante Pastorelli ha detto...

Ma i cresimandi da una parte si legge che sono fedeli della fraternità, dall'altra che questi erano andati via.
Lasciamo da parte il prete e la sua posizione nei confronti della Fraternità: un vescovo ha visitato una cappella tradizionalista, ha amministrato un sacramento col rito tradizionale: ringraziamo Dio.
Se le relazioni tra il prete ed Econe sono in collisione di rottura, mi sembra che la soluzione per le cresime sia stata positiva.
Ed ha ragione il sacerdote: solo in casi eccezionali la grazia può essere distribuita fuori delle strutture giuridiche abituali della Chiesa. Uno stato di necessità non può prolungarsi all'infinito.
Sew questa è la sua convinzione, credo sia legittimo che s'incardini nella diocesi.

Anonimo ha detto...

Ringrazio Luisa per il documento, che leggerò con maggiore attenzione. E anche per la traduzione :)

Nel frattempo, mi sento di condividere quanto dice Dante.

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

Sono d'accordo con le opinioni di Luisa: mons. Fellay era (o è) il superiore del Padre Mercury, per una semplice questione di rispetto e di diplomazia, si dovrebbe riferire a lui, ma ha agito come se non fosse um cane o come se mai esistito. Se il vescovo Don Lefebvre aveva fatto questo, quando ha effettuato le consacrazioni dei vescovi a Ecône, infatti, aveva fatto uno scisma. Ma grazie a Dio, non ha agito come Padre Mercury

Un vescovo modernista ha visitato una cappella tradizionalista, ha amministrato un sacramento col rito tradizionale e ha anche preso il prete ei fedeli. D'ora in poi, la cappella sarà semi-tradizionalista, non ci sarà più tradizionalista. Dobbiamo ringraziare Dio per un Padre e i fedeli che ora camminano verso al modernismo conciliare? Questa è la salvezza delle anime? Parlo perché so molto bene cosa è successo a Campos, che avevano la visione precisa che lo stato di necessità, non era dottrinale, ma solo liturgico e il risultato è che oggi possiamo già vedere il vescovo Rifan, Kiko e Roberto Letieri(fondatore di, un movimento carismatico alienato) fianco a fianco. Parlando di Padre Mercury, in ogni linea di suo texto, è evidente che lo stato di necessità per lui, era solo liturgico: non vi è nessuno problema dottrinale, per lui, le conversazioni dottrinali tra FSSPX e Roma, sono inutili...

Ricordo le parole di S. Paolo ai Galati, quando messo in guardia coloro che hanno stato sedotto di adorare un altro Cristo. Il semplice fatto di Mons. Bonfils celebrare una Messa Tridentina, non ha il potere di cancellare la dottrina modernista che lui segue (come se fosse una sorta di battesimo). Sembrano dimenticare che tutti i neo-teologi modernisti, hanno anche celebrato la Messa tradizionale. Chi di voi vorrebbe partecipare a una messa celebrata da Henri de Lubac, Danielou e Congar (solo per citarne alcuni)?

S. Agostino diceva nel "De vera religione": "E più importante che gli uomini siano uniti dai dogmi, che per il culto." Anche Don Curzio há messo in guardia i fedeli tradizionale, com il testo:
TRADI-ECUMENISMO O TRADI-MENTO? http://www.doncurzionitoglia.com/tradimento_ecumenico.htm

Vale la pena leggere!

Um Saluto dal Brasile

Dante Pastorelli ha detto...

Non so cosa faccia Rifan. Ci sono altri istituti tradizionali che, pur non essendo "lefebvriani", non si mescolano con neocatecumenali o con carismatici.
Comunque vorrei vedere Rifan che concelebra coi neocat e carismatici vari.

Milanes ha detto...

@ mic: Don Régis non fa altro che ribadire che anche se un vescovo celebrasse il rito di sempre, ma continuasse ad insegnare la nuova religione conciliare non potrebbe essere bene accolto nelle cappelle della Fraternità.
La S. Messa è evidentemente importante e centrale, ma non è un episodio sporadico, ma parte integrante della vita di un cristiano. La Messa da sola non basta, ma deve essere il riflesso di una dottrina ed una fede...se questi requisiti mancano, manca una rotaia per far viaggiare il treno.

Condivido le perplessità di Luisa; il problema non è che un sacerdote esca dalla Fraternità (anche se me ne dispiace), quelli sono casi della sua coscienza; il problema è che questo sacerdote si è messo a trescare alle spalle del suo superiore diretto (don Régis) e del superiore generale (Mons. Fellay) mettendo in mezzo un vescovo che, a quanto ho capito, si trova nella condizione di fare da amministratore temporaneo tra due ordinari.
Non mi sembra affatto un comportamento corretto. Cosa ne pensa Mons. Bonfils della Fraternità? E della dottrina tradizionale? Appoggia la linea di Mons. Lefèbvre nel combattere gli errori scaturiti dall'ultimo concilio?

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

Caro Dante,

A proposito di Pe Robert Lettieri, lui è il fondatore della "Toca de Assisi", che è una forma radicale del rinnovamento carismatico. Recentemente il cardinale Giovanni Braz de Avis, ha paragonato lui con il fondatore dei Legionari "di" Cristo (http://ncronline.org/blogs/ncr-today/vatican%E2%80%99s-point-man-religious-life-%E2%80%98weve-started-listen-again). Di seguito sono riportati alcuni video di Don Rifan e Padre Robert Lettieri e Toca di Assisi:

Messa di Padre Robert Lettieri assistito dal vescovo Rifan
http://www.youtube.com/watch?v=kk_KhRG8J4c

La stessa Messa che comincia con D. Roberto e è finita per il Padre Roberto Lettieri
http://www.youtube.com/watch?v=X7i9c-oRQRg
04:51 Don Rífan appare

Rap di Toca di Assisi
http://www.youtube.com/watch?v=Su_tqvVRl9M

Il resto dello spirito
http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=ankNiBHHvT4&NR=1

Per fine è stata una polemica con la FSSPX qui in Brasile, su il Motu Proprio Summorum Pontificum, dove i Padri del priorato hanno scritto una bella risposta.L'argomento centrale di questa risposta è stata che la FSSPX non accetta la tradizione come un'opzione tra le altre, perché è una fonte di rivelazione (non um catoltolicesimo greco-romana, che credono i modernisti) e non può essere un opzione come è il Cammino Neocatecumenale e carismatici.
In realtà, altri tradizionalisti, non se mescolano con questi "movimenti", ma sono ordinati direttamente alla autorità modernista. Dove se conclude che il tradizionalismo di loro, sono mitigato: è un semi-tradizionalismo . Un’altra ragione è, come opzione, la tradizione appare esattamente come il cattolicesimo greco-romano, non come la fonte di Rivelazione.

Un Saluto dal Brasile

Anonimo ha detto...

Appoggia la linea di Mons. Lefèbvre nel combattere gli errori scaturiti dall'ultimo concilio?

Forse sono più i laici e gli studiosi che i vescovi non tanto ad appoggiare la linea di Mons. Lefebvre quanto a riconoscere le ambiguità del V2

don Camillo ha detto...

Dante, Gederson, ha colpito nel segno!... ribadisco che la Corsica è diversa rispetto alla Francia circa la Cattolicità, ma la FSSPX, ha una sua missione ora nella Chiesa e per la Chiesa! capisco che essere fuori "logora" ma assicuro che essere "dentro" con gli stessi intendimenti logora di più! E poi... questi "giochetti"... che dire... non sono proprio onesti!

Dante Pastorelli ha detto...

Don Camillo, se stare "dentro" logora, allora si esca. E la si faccia finita.
Parlare di disonestà è temerario.
Non vedo dove sia il problema se un vescovo diocesano, come spesso auspicava il buon mpns. Lefebvre, amministra i sacramenti col rito tradizionale.
A furia di star fuori si vedono trabocchetti ovunque. Diventa, questo atteggiamento, monomaniacale.
E se poi si rispetta chi entra nella Fraternità lasciando la diocesi, non vedo perché, ove dovesse accadere, non si debba rispettare la scelta di chi lascia la fraternità per svolgere la sua missione in una diocesi. Tanti, da anni, hanno scelto questa strada.

Dante Pastorelli ha detto...

Non avevo visto il commento di Gederson, e lo ringrazio per i suoi links.
Non ho mai avuto alcuna di stima di Rifan, e spesso l'ho scritto, sin da quando, poco dopo esser stato consacrato vescovo, in Francia ebbe a dire che lui e gli altri avevano seguito mons. de Castro Mayer fin quando era rimasto fedele a Roma e non quando si era irrigidito.
Avrei potuto capire la scelta della conciliazione con Roma, ma non il falso: sia lui che Licinio Rangel avevan seguito de Castro sino alla morte e solo dopo, molto dopo, più o meno intorno al 2000 se non erro - io vo sempre sul filo della memoria - avevan cominciato a distanziarsi da mons. Lefebvre, e credo che dom Licinio lo abbia fatto, già in punto di morte, su pressionie dell'ambizioso Rifan.
Ciò detto, non condivido l'affermazione che l'ordinazione da parte dei vescovi modernisti (Oddi, Stickler, Palazzini ecc. un tempo ed ora Shneider, Burke ecc. son modernisti?) causano un semitradizionalismo. Certo, se il tradizionalismo è la S. Pio X va bene, ma la S. Pio X non esaurisce la fedeltà alla tradizione.
Insomma è per me assai pericoloso vedere Roma, la vera Roma, nella S. Pio X, di cui pure conosco diversi bravi sacerdoti.

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

Dante, la situazione di Campos, curiosamente propone un' analogia perffeta con la situazione della Chiesa. Dopo gli accordi, è stato come se nulla fosse esistito prima: si vede chiaramente nell'opera di Don Rifan, una ermeneutica della rottura con quello che ha fatto e insegnato Don Mayer (quello che lui ha detto e insegnato appare poche volte nei scritti di Don Rifan). Nel sito di amministrazione, non hanno nemmeno una biografia di Don Mayer: un peccato!

Mi scusa se non sono stato chiaro, su la questione di autorità e tradizionalista. Ma il riferimento all’ordinamento, non significa esattamente um riferimento alla consacrazione episcopale, ma alla sottomissione all'autorità, che purtroppo è modernista. La dottrina tradizionale afferma che l'errore non ce nessuno diritto, accettare il concilio con suo errori, è esattamente riconoscere diritto all’errore, per questo la Fraternità San Pio X, non accetta il concilio. Accettare in questo modo, è quello di accettare qualcosa del modernismo nella tradizione, questo è il pericolo, perché San Pio X dice che se accettiamo un punto del modernismo, si finisce per accettare tutto il modernismo.

Vedo nella Fraternità San Pio X la vera dottrina cattolica, questo non significa vedere in lei, la vera Roma. Per analogia, e per quanto ricordo, Papa Liberio è stato costretto a fare una confessione ariana e ha scomunicato S. Atanasio, che ha mantenuto la dottrina cattolica. Tuttavia, il fatto di lui mantenere la vera dottrina cattolica non ci permette di vedere lui come il vero Papa, ma solo un vero vescovo e papa Liberio in un momento di debolezza. Tanto grave come vedere la vera Roma nella Fraternità San Pio X, è vedere nella Roma modernista, la vera Roma e questo fa la maggior parte dei tradizionalisti. Come se fosse possibile conciliare la tradizione e la dottrina modernista del Vaticano II. Questo parlare di Roma eterna e Roma modernista, vera Roma e falsa Roma, è qualcosa di apocalittico, in cui si legge nel capitolo 12, che la Chiesa sarebbe passare attraverso due deserti. Per capire ciò che deve essere questi deserti, solo leggendo i commentatori della Rivelazione (San Gregorio Cornelio Tombstone, Beato Holzhauser, ecc), qui in Brasile non abbiamo accesso alle traduzioni di autori del genere. Se voi o qualche lettore ogni commento degli autori e mi può inviare, sarò grato.

Rimani con Dio.

Dante Pastorelli ha detto...

Il caso Liberio come il caso Onorio sono assai controversi. Le formule di Sirmio possono esser ambigue in qualche punto non chiaramente eretiche. Le lettere a s. Ilario oggi per lo più, per la mancanza del cursus velox non sono giudicate autentiche.
Non sarebbe male leggere sull'argomento almeno l'Enciclopedia cattolica e La vera Chiesa di Cristo del p.Zoffoli.

Serafino ha detto...

l caso Liberio come il caso Onorio sono assai controversi. Le formule di Sirmio possono esser ambigue in qualche punto non chiaramente eretiche. Le lettere a s. Ilario oggi per lo più, per la mancanza del cursus velox non sono giudicate autentiche.
Non sarebbe male leggere sull'argomento almeno l'Enciclopedia cattolica e La vera Chiesa di Cristo del p.Zoffoli
Carissimo Dante,
questo suo insistere sui, pur importanti, elementi STORICI, del testo del Brasile, la porta a non tener di cosa voleva dire l'Autore Falcon, ovvero che forse non la sottomissione, concettualmente intesa, ma l'acquiscenza pratica e concreta a gesti ed ordini di Autorità moderniste, genera un "tradizonalismo" solo liturgico. O, al massimo, che riconosce alla tradizione, il puro e semplice carattere di "vocazione particolare," tra le altre. Attenzione: uso "MODERNISTA", quale sinonimo di: coloro che, de facto, quanto meno implicitamente e con il silenzio, accettano (o omettono di denuninciare) errori diffusi dopo il VatII. eESEMPIO: Le parti per il tutto, quali la libertà di proselitismo religioso pubblico, da parte dei non cattolici, non come tolleranza, ma come diritto e la collegialità episcopale.

Dante Pastorelli ha detto...

Non mi risulta che sia approvato e facilitato il proselitismo delle false religioni. La libertà religiosa, anche come da Vaticano II è alquanto diversa, un concetto più raffinato. E che io sia contrario a questo concetto di libertà non credo di doverlo ripetere. E così per la collegialità. Con me su questi argomenti sfondi un uscio aperto: è dalla fine del concilio che la mia posizione non è cambiata né la mia battaglia. Non son nato ieri e non ho scoperto la dottrina sul nuovo SiSiNoNo, che fra l'altro ho letto anche ai bei tempi di don Putti per non parlar di mons. Spadafora.