Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 20 giugno 2012

Tornando sulla "concelebrazione"

Della "concelebrazione", abbiamo già parlato qui. Nei giorni scorsi l'argomento è stato riproposto da padre John Zuhlsdorf sul suo blog, ripreso da Riposte Catholique. Ci sembra quindi interessante segnalarlo, rimandando anche al nostro articolo precedente. Un'altra delle innovazioni conciliari da mettere in discussione...

Sembra un'immagine d'altri tempi. Ma è attuale
Il Canone 902 afferma : « A meno che l'utilità dei fedeli non richieda o non consigli diversamente, i sacerdoti possono concelebrare l'Eucaristia, rimanendo tuttavia intatta per i singoli la libertà di celebrarla in modo individuale, non però nello stesso tempo nel quale nella medesima chiesa o oratorio si tiene la concelebrazione ».

Così come può questo applicarsi per le Messe tradizionali celebrate simultaneamente ?

Le Messe simultanee (nella forma extraordinaria o in quella ordinaria) a norma del can. 902, sembrano lecite purché una delle Messe simultanee non venga concelebrata.

Poiché la concelebrazione è piuttosto improbabile nella forma extraordinaria, lasciate che ci siano cento fiori della Messa Latina Tradizionale in simultanea! [...]

A Norcia nel 2011
Io non sono sicuro di come questo "no Messa simultanea dove c'è una concelebrazione" sia in sintonia con la pratica comune, in particolare nella Basilica di San Pietro, a Roma. In San Pietro e in altri luoghi di pellegrinaggio, singoli sacerdoti celebrano contemporaneamente la Messa ad un altare, mentre un'altra Messa viene concelebrata all'altare seguente. Ci può essere una sorta di dispensa o una legge che disciplina in particolare San Pietro, Santa Maria Maggiore, ecc. In caso contrario, i responsabili semplicemente si adeguano a ciò che è ovvio ignorando un canone sciocco.

Io sono fermamente contrario a qualsiasi pressione su i sacerdoti a concelebrare o a prenderli di mira se scelgono di non farlo. Talvolta i sacerdoti dovrebbero saper meglio ciò che è disdicevole su questo punto.

La Concelebrazione dovrebbe essere sicura, legale e rara.

Lasciate che ci siano le messe! Messe, dico, molte e simultanee!
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21 commenti:

Anonimo ha detto...

la seconda foto presenta ogni celebrante con almeno un fedele assistente. Ma la prima foto presenta preti senza assistente!!! Questo non è del tutto corretto: l'ultima normativa preconciliare prevedeva che un prete non potesse celebrare se non vi fosse almeno un fedele (il ministro inserviente). La celebrazione senza neppure l'inserviente era una eccezione alla regola, e una eccezione non può mai diventare norma. Nel caso della prima foto i sacerdoti, se non avevano un ministro a testa, potevan celebrare in orari diversi e uno di essi avrebbe fatto da inserviente all'altro. Io difendo la pluralità di messe celebrate in diversi altari, ma non esageriamo e non riproponiamo situazioni preconciliari che erano solo un abuso vero e propio. Perchè non credo che i preti della prima foto fossero in tempo di guerra e sotto i bombardamenti per derogare e celebrare senza il ministro............dobbiamo vigilare per non riproporre antichi abusi e deformazioni. Altrimenti diamo solo motivi di critica ai progressisti.........Antonello

Papiensis ha detto...

Sarebbe interessante conoscere qual è la normativa attuale relativa alla celebrazione "a solo" della Messa nel NO e nel VO. Ho provato a fare qualche ricerca in rete ma senza trovare nulla di significativo. Mi chiedo anche (per mia personale informazione) se è permessa la celebrazione della Messa (VO) nella propria abitazione quando, ad esempio, non vi è la possibilità di celebrare in una chiesa per, diciamo, "incompatibilità ambientale".

Dante Pastorelli ha detto...

I tre preti che celebran contemporaneamente potrebbero benissimo aver un impegno comune alla stessa ora.
Non son necessarie le bombe per giustificar la celebrazione della Messa senza ministrante: basta che un prete sia malato o sia vecchio.
Da bambino tutte le mattine tra le 6 e le 8 ne ho servite tante di messe "private". Ma c'eran preti che le celebravan da soli per mancanza di ministranti.
Capisco le osservazioni e le preoccupazioni di Antonello (non la sua ostinazione a scrivere proPIo benché altre volte gliel'abbia fatto presente) ma si deve sempre proceder per distinzioni. Le eccezioni posson esser più di quante non sii possa immaginare.

Anonimo ha detto...

è evidente che io non conosco i motivi e gli impegni dei tre preti della prima foto, però francamente non credo che fossero impegni tali da giustificare la celebrazione senza ministro. In una situazione analoga due preti tradizionali, non avendo ministro.............si sono alzati dal letto un'ora prima per servire ognuno la messa dell'altro. Io comunque sono per una interpretazione restrittiva di tale norma. Non credo che oggi ci sian molti motivi per celebrare senza ministro.

Riguardo all'osservazione fattami, non riesco a capirla. Nel mio pc non mi compare la larola "proPlo". temo che possa essere un problema del blog, ma non son sicuro perchè non mi intendo di queste cose. Antonello

Dante Pastorelli ha detto...

Dev'esser problema del tuo PC, ANTONELLO, perché ricordo che anche tanto tempo fa su MiL appariva sempre "propio" senza la r e te lo feci osservare un paio di volte. E' chiaro che qualche volta è una svista, poi, siccome sei persona che scrive assai bene ( e senza i refusi che ci metto io), ci dev'esser un altro problema. In quasi tutti i commenti quando usi quel termine la seconda r sparisce.

Conosco sacerdoti che celebrano o han celebrato la Messa da soli, VO o NO.
Il vecchio cappuccino che per 20 ha officiato a S. Francesco Poverino, in convento celebrava da solo il NO in una cappellina. Mentre un giovane celebra da solo il VO, perché nella chiesa dove presta la sua opera si celebra solo il NO.

Anonimo ha detto...

Riporto queste parole di Padre Zoffoli in "Chiesa e uomini di Chiesa"

Preti e monaci - ribelli alla Chiesa - arrivano a deplorare come abuso le Messe individuali, specialmente se celebrate senza l'assistenza dei fedeli...

Credo che Antonello si riferisca al ministrante. Ma i sacerdoti che per necessità celebrano la messa quotidiana da soli, non ho mai pensato commettessero un abuso. Anche perché è il sacerdote stesso a rappresentare oltre a Cristo, tutta la Chiesa

Anonimo ha detto...

credo di non essermi espresso bene. Ho detto che l'interpretazione estensiva dello stato di necessità porta ad abusare di un qualcosa. Che la messa sia un atto in cui ci deve essere un prete ed almeno un fedele, non è invenzione dei progressisti. E propio per questo la normativa preconciliare imponeva l'obbligo che alla messa ci fisse almeno un fedele (cioè generalmente il ministro, ma non necessariamente lui, potendosi dare il caso di una messa senza ministro ma con un altro fedele che quindi non serve materialmente messa, per incapacità o per altro). Pastorelli fa l'esempio di un frate che in convento celebra da solo; molto probabilmente perchè nessun altro frate vuole parteciparvi. In quel caso è evidente lo stato di necessità: non si può certo legare qualcuno per esser presente alla messa. Ma negli altri casi???? Ad una riunione del clero di un istituto tradizionalista, ci si organizzò in maniera tale che nessun prete celebrasse da solo, ma avesse la presenza di un altro prete che gli faceva da ministro. Antonello

Anonimo ha detto...

Il Codice di Diritto Canonico del 1917 non ha bisogno di interpretazione:

Can. 813. § 1. Sacerdos Missam ne celebret sine ministro qui eidem inserviat et respondeat.

Per celebrare senza ministro è necessario un indulto scritto, oppure uno stato di necessità vero, reale ed effettivo. Se i tre preti della foto avevano un impegno alla medesima ora potevano alzarsi prima dal letto.

http://www.internetsv.info/Text/CIC1917.pdf

Antonello

Dante Pastorelli ha detto...

No, Antonello, ti sei espresso bene ed ora ribadisci chiaramente il concetto. Sono d'accordo con te.
Ci sono situazioni che determinano uno stato di necessità. Gli abusi son da evitare.

/ed anche qui, all'inizio del terzo rigo c'è "propio" al posto di "proprio": quindi è il tuo PC che fa le bizze.

Dante Pastorelli ha detto...

Antonello, senza conoscer la realtà della situazione i giudizi son campati in aria. Di congetture se ne posson far tante. Io ne ho fatta una. E poi, a che ora stanno celebrando? Dove? Sono in viaggio e celebrano la Messa insieme perché devon suibito ripartire?
Gli abusi va bene, ma van ripresi, ma quando siano effettivamente tali ed in situazione in cui potevano eser evitati.

Anonimo ha detto...

Si certo, sono congetture e mi guardo bene dal giudicare le intenzioni, ma considerati alcuni elementi(i tre altari preparati di tutto punto etc.) non credo di andar lontano se penso che non si son saputi organizzare. senza considerare che molto probabilmente ignoravano la proibizione di celebrare da soli.

i Francescani dell'Immacolata ho potuto invece notare che celebrano sempre ciascuno con almeno il ministro. Segno evidente che conoscono le norme.....e le rispettano. Antonello

p.Luigi Raffaelol Bertocci ha detto...

I frati cappuccini hanno il privilegio di celebrare la Santa Messa senza inserviente. Tale privilegio, che deriva loro dagli eremiti camaldolesi, presso i quali si erano rifugiati agli inizi della loro riforma francescana, non è mai stato revocato. Personalmente le pochissime volte che ho avuto la grazia di celebrare la Santa Messa V.O..l'ho dovuto fare da solo. E' una straordinaria esperienza (come si dice oggi) di preghiera. P. Luigi Raffaello Bertocci o.f.m.cap.

Quidam de populo ha detto...

Il CJC del 1983 afferma: «Can. 904 — Sacerdotes, memoria semper tenentes in mysterio Sacrificii eucharistici opus redemptionis continuo exerceri, frequenter celebrent; immo enixe commendatur celebratio cotidiana, quae quidem, etiam si praesentia fidelium haberi non possit, actus est Christi et Ecclesiae, in quo peragendo munus suum praecipuum sacerdotes adimplent.
Considerando:
1) che il CJC del 1917 non è più in vigore;
2) che l'istruzione "Universae Ecclesiae" del 2011 specifica al n. 27 che «per quanto riguarda le norme disciplinari connesse alla celebrazione, si applica la disciplina ecclesiastica, contenuta nel vigente Codice di Diritto Canonico»,
mi pare si possa affermare che la celebrazione "a solo" è permessa: si veda anche http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=516 che mi pare molto chiaro.

Anonimo ha detto...

anche in questo aspetto, il nuovo codice si allontana enormemente dalla Tradizione che invece il codice del 1917 conservava e preservava: la messa è nata come celebrazione di sacerdote e fedeli, uniti insieme pur nella distinzione dei ruoli e dei poteri. il codice del 1917, obbligando che alla messa ci fosse almeno un fedele (il ministro) non fa altro che conservare tale prassi apostolica (per la quale tuttavia eran previste eccezioni come quelle dei frati cappuccini e altre ancora, ma che, essendo eccezioni, confermavano la regola generale) . il nuovo codice, permettendo indistintamente la celebrazione senza neppure un fedele, si distacca e si allontana da tale tradizione apostolica. Antonello

Anonimo ha detto...

il canone 906 dell'attuale codice dice certamente che "Il sacerdote non celebri il Sacrificio eucaristico senza la partecipazione di almeno qualche fedele, se non per giusta e ragionevole causa", ma questo pare in qualche modo contraddire il precedente canonne 904 che invece raccomanda "caldamente" di celebrare anche senza fedeli....... insomma, la normativa postconciliare è in qualche misura anfibologica. Come molti passaggi dei documenti conciliari a cui si informa. Antonello

Quidam de populo ha detto...

Caro Antonello, vorrei chiederLe (senza alcun intento polemico, sia chiaro: ma solo per approfondire la mia conoscenza su questo tema) in base a quali riferimenti afferma che la proibizione della Messa "a solo" è di tradizione apostolica. A mio avviso non si può risalire più in là del periodo storico in cui è nato l'uso della celebrazione "a solo" della Messa: il Medioevo, suppongo, e quel periodo in particolare in cui i monaci sempre più frequentemente ricevevano gli Ordini Sacri. Grazie.

Dante Pastorelli ha detto...

E' permessa forse perché il ministrante vien compreso nel novero dei fedeli presenti.
Comunque a mio avviso dev'esserci un effettivo stato di necessità.
Ricordo che a Grcigliano, alla fine della lezione a qualche sacerdote, poiché i seminaristi erano nelle aule, la Messa diverse volte l'ho servita io.

Anonimo ha detto...

Vede caro Quidam, porre la questione così come la mette lei è fuorviante; indubbiamente non abbiamo tracce risalenti ad epoca apostolica di "proibizione" della messa "a solo". Non c'era nessuna proibizione in tal senso............ma all'epoca non c'era neppure nessuna messa "a solo". La messa è nata come celebrazione comune di sacerdote e fedeli, entrambi materialmente presenti al rito. In seguito, dopo che la Chiesa ha approfondito la dottrina sul sacro mistero eucaristico che è azione di tutta la Chiesa e non certo solo dei presenti, s'è permessa, in epoca medievale, la celebrazione della messa "a solo", ma non certo come norma, bensì come eccezione motivata da un effettivo e anche grave stato di necessità (per esempio il monaco eremita). La norma derivata dalla tradizione apostolica è la messa celebrata da prete e fedeli. E il codice del 1917, proibendo la messa "a solo", non fa altro che conservare e difendere tale tradizione apostolica. Mentre il nuovo codice tale tradizione annacqua per i motivi già esposti. Antonello

Anonimo ha detto...

E quanto contorta e anche errata sia l'impostazione di molti elementi della riforma liturgica lo dimostra un piccolo fatto: nel messale del 1970 era prevista una aberrante "messa senza il popolo" che si trova ancora nell'edizione italiana in uso del messale (anche se sparirà, perchè dopo 40 anni i novatori si sono accorti di tale sconcezza inaudita e nell'ultima edizione tipica in latino non c'è già più una schifezza del genere). Antonello

Anonimo ha detto...

Addirittura fino al 1922 (motu propio Cum proxime del 1 marzo) i cardinali riuniti in conclave avevano la proibizione di celebrare singolarmente la messa. In conclave infatti la messa celebrata era una sola da un solo cardinale e tutti gli altri cardinali vi partecipavano comunicandosi in essa. Antonello

Quidam de populo ha detto...

Caro Antonello, grazie per la chiarissima risposta. In effetti non avevo preso in considerazione la prospettiva da cui Lei muoveva il suo ragionamento, che è decisamente più corretta della mia.