Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 31 ottobre 2012

"Tutto è diventato così avvizzito". Il filosofo Spaemann a cinquant'anni dal Concilio Vaticano II

In una recente intervista rilasciata da Robert Spaemann al giornale Die Welt (26 ottobre 2012), il filosofo tedesco spiega perché a suo giudizio non c'è motivo, a cinquant'anni dal Concilio Vaticano II, per una celebrazione giubilare: "tutto infatti è divenuto così avvizzito... È subentrata nella Chiesa un'epoca del tramonto. Persone che negano la risurrezione di Cristo rimangono professori di teologia e predicano come sacerdoti. Persone che non vogliono pagare la tassa per il culto vengono cacciate fuori dalla Chiesa. Qui c'è qualcosa che non va". Vediamo in dettaglio l'intervista in una nostra traduzione [Approfondimenti di "Fides Catholica"]

Die Welt: Lei era a Roma per la celebrazione del giubileo del Concilio Vaticano II. Per lei personalmente un motivo per festeggiare?

Robert Spaemann: In verità no. Si deve dire apertamente in primo luogo che si è introdotta un'epoca del tramonto. Una celebrazione giubilare non può far assolutamente niente di fronte al fatto che migliaia di sacerdoti già durante il Concilio hanno lasciato il loro ministero.

Die Welt: Quale la responsabilità del Concilio a tal proposito?

Robert Spaemann: Fu parte di un movimento, che ha avvolto l'intero mondo occidentale, parte della cultura della rivoluzione. Papa Giovanni XXIII disse allora che fine del Concilio era l'aggiornamento della Chiesa. Questo fu tradotto da molti con adattamento, adattamento al mondo. Ma questo fu un malinteso. Aggiornamento significa: opposizione della Chiesa al mondo, che sempre ha avuto e sempre deve avere, attualizzandola per il nostro tempo. Questo è il contrario di adattamento.

Die Welt: Giovanni XXIII certamente nel suo stesso discorso di apertura del Concilio ha risvegliato le attese che si trattasse di adattamento.

Robert Spaemann: Questo è vero. Giovanni XXIII era un uomo profondamente devoto. Ma era impresso di un ottimismo che presto già lo si poteva definire scellerato. Questo ottimismo non era giustificato. Nelle cose ultime la prospettiva storica cristiana suona conforme al Nuovo Testamento: alla fine ci sarà un grande apostasia, e la storia si scontrerà con l'Anticristo. Ma di questo il Concilio non fa parola. Si è eliminato tutto ciò che alludeva a lite e conflitto. Si è voluto benedire lo spirito del mondo emancipatore e culturalmente rivoluzionario.

Die Welt: Se in Germania come all'inizio dell'anno un tribunale giudica che la Chiesa cattolica può essere chiamata impunita setta di pedofili nessuno protesta. Questo ha qualcosa a che fare con lo spirito del Concilio Vaticano II?

Robert Spaemann: Sì. Il Concilio ha indebolito i cattolici. La Chiesa si è sempre trovata in un combattimento, un combattimento spirituale, non militare, ma una lotta. L'Apostolo Paolo parla delle armi della luce, l'elmo della fede ecc. Oggi la parola "nemico" è diventata indecente, il comandamento "Amate i vostri nemici" non può essere più impiegato perché non siamo più autorizzati ad avere nemici. Per i cosiddetti cattolici progressisti c'è in realtà ancora solo un nemico: i tradizionalisti. Questo è sì un'eredità del Concilio. Certamente noi cristiani per le offese della fede e della Chiesa non dovremmo usare nessuna violenza. Ma protestare dovrebbe essere possibile. 

Die Welt: I testi che il Concilio dopo lunghe discussioni ha approvato sono vaghi compromessi. Chi ha vinto, riformatori o tradizionalisti?

Robert Spaemann: Nessuno dei due. Entrambi gli schieramenti hanno agito al Concilio come politici. Questo vale soprattutto per il partito dei progressisti. Quando per una decisione potevano prevedere di non ottenere la maggioranza, hanno introdotto nella decisione di compromesso alcune clausole generali, da cui sapevano, che dopo il Concilio poteva essere ammollita. Hanno spesso lavorato in modo cospirativo. E hanno fino a oggi la prerogativa dell'interpretazione sul Vaticano. Gradualmente tuttavia si instaura una nuova coscienza. Lentamente si cessa di mentire nelle proprie tasche. Tutto è diventato così avvizzito: uomini che negano la risurrezione di Cristo possono rimanere professori di teologia cattolici e predicare come sacerdoti durante le Messe. Persone che non vogliono pagare la tassa per il culto vengono cacciate fuori dalla Chiesa. Qui certo qualcosa non funziona.

Die Welt: Cosa intende quando dice che i novatori avrebbero una prerogativa di interpretazione sul Vaticano? 

Robert Spaemann: Le porto tre esempi. Oggi viene detto spesso che il Concilio avrebbe eliminato il celibato. Si dovrebbe solo condurre fino in fondo gli accenni di allora. A tal proposito mai prima alcun concilio ha difeso il celibato con così tanto rilievo. Secondo esempio. I vescovi tedeschi hanno annunciato nella cosiddetta dichiarazione di Königstein che l'insegnamento della Chiesa in materia di "pillola" non è vincolante. Il Concilio aveva detto proprio il contrario, ovvero che l'insegnamento della Chiesa in questa domanda obbliga in coscienza i cattolici. O, terzo esempio: ognuno sa che il Concilio ha autorizzato la lingua del popolo nella liturgia. Solo alcuni sanno: il Concilio ha soprattuto asserito che la lingua propria della liturgia della Chiesa occidentale è e riamane il latino. E Papa Giovanni XXIII ha appositamente scritto un'enciclica  sul significato del latino per la Chiesa occidentale.

Die Welt: Cosa le disturba soprattutto?

Robert Spaemann: Non penso a singole scelte. Maggiormente a ciò che veramente è stato fatto dal Concilio. Forse si deve ricominciare a leggere i testi originali. Già alla fine del Concilio si è sollevato, come scrive Joseph Ratzinger, come un certo spettro, che si chiama "spirito del Concilio" che, molto condizionato, aveva a che fare solo con decisioni fattuali. Spirito del Concilio significa: la volontà del nuovo. Fino ad oggi i cosiddetti riformatori si richiamano attraverso tutte le possibili idee di riforma allo spirito del Concilio e intendono con ciò adattamento. Oggi però abbiamo bisogno del contrario del "mondanizzarsi della Chiesa", che già Lutero deplorava. Abbiamo bisogno di ciò che il Papa chiama "fine della mondanizzazione" (Entweltlichung).

Die Welt: Lei ha scritto: "L'autentico progresso rende talvolta necessarie le correzioni di corso e in talune circostanze anche passi indietro" Come può la Chiesa invertire rotta?

Robert Spaemann: Fondamentalmente deve fare quello che sempre ha fatto: deve sempre tornare indietro. Vive dei Santi, che sono modello del tornare indietro. Non è in ordine se la Chiesa in Germania, a cui appartiene la Casa Editrice "Weltbildverlag", si sostiene per anni mediante la vendita del porno. Per dieci lunghi anni i cattolici hanno informato di questo i vescovi e non è successo niente. Ora che il tutto viene fuori il segretario della Conferenza Episcopale Tedesca ha fatto di questi fedeli con disprezzo dei fondamentalisti. Che ora viene introdotta questa prassi di vendita ha a che fare poco evidentemente con il tornare indietro.
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Fonte: Die Welt by Approfondimenti di "fides Catholica"
Vedi anche la notizia su: www.kath.net

16 commenti:

don Camillo ha detto...

"Non è in ordine se la Chiesa in Germania, a cui appartiene la Casa Editrice "Weltbildverlag", si sostiene per anni mediante la vendita del porno."

Zollitsch è il Presidente della Conferenza episcopale il quale non troppo tempo fa ha negato la valenza espiatoria e satisfatoria del Sacrificio di Nostro Signore.

Luisa ha detto...

"Quando per una decisione potevano prevedere di non ottenere la maggioranza, hanno introdotto nella decisione di compromesso alcune clausole generali, da cui sapevano, che dopo il Concilio poteva essere ammollita. Hanno spesso lavorato in modo cospirativo"


Quante volte lo abbiamo detto, quante volte lo hanno detto teologi e studiosi, con che risultato? Sarcasmo, rimproveri, giudizi taglienti.
Clausole generale, frasi e termini ambigui, altrettanti spiragli fatti diventare breccie dai vari novatores.
I risultati li abbiamo sotto gli occhi.
Ma del resto che cosa si poteva aspettare d`altro da un Concilio le cui redini sono state subito afferrate dai progressisti, vescovi tedeschi, olandesi e francesi, Alleanza del Reno, Lercaro con Dossetti...
Sacerdoti che gettano la loro talare alle ortiche subito dopo il Concilio, delusi che il celibato non fosse stato soppresso, la liturgia da subito diventata un laboratorio in cui si fanno ogni sorta di sperimento, movimenti che sorgono come funghi e tutti vengono detti "doni dello Spirito Santo", l`ecumenismo altro terreno di innovazioni e abusi, eppure tutto si svolge sotto lo sguardo benevolo dei Custodi della Fede e della Liturgia, non solo non correggono ma incoraggiano e legittimano, anche con la loro presenza.

E oggi per non sconfessare quel Concilio e i suoi frutti si è costretti a spendere fiumi di parole, di incontri, di documenti, si continua a incensarlo, a farne una bussola, un nuovo inizio, soli contano i suoi documenti, come se la Chiesa fosse cominciata allora, il Papa ci parla di riforma nella continuità ma io vedo discontinuità, anche reclamata come tale.
Che confusione!
Spero tanto che in questo Anno della Fede, finalmente il Papa ci parli di quella continuità, che ce la mostri, che ci dica dove si manifesta la discontinuità, la Chiesa ha sempre più bisogno non solo di una parola chiara ma anche di interventi che domandano coraggio, coraggio di non fuggire davanti a minaccie e ricatti....se farà questo ci sarà uno scisma.
Non se ne può più della dicotomia fra discorsi altisonanti e realtà, dell`incoerenza fra parole e fatti, e non sto parlando del Papa che, se difende il Vaticano II, non teme di menzionare la crisi della Fede, della Chiesa.

Dante Pastorelli ha detto...

Di nuovo, rispetto a quel che noi abbiam sempre sostenuto, noi piccoli fedeli intendo, ed han sostenuto eccellenti teologi, storici e santi uomini di Chiesa, non mi sembra ci sia molto, ove si escluda l'autorevolezza del filosofo. Pertanto l'analisi è condivisibile.
Ho letto ch'è amico del Papa: vedremo quanto positivamente la sua saggia amicizia potrà operare per una rinascita della Chiesa che deve iniziare necessariamente dall'alto.
Non mi convince la tesi del filosofo secondo cui entrambi gli schieramenti in concilio hann'agito come partiti politici: il Coetus internationalis Patrum, fra l'altro costituito quando ggià era ben visibile la da lunga pezza preparata fazione progressista, ha semplicemente difeso la fede cattolica, senza preconcetti ma senza debolezze, com'era stata esposta nei documenti preparatori.

Peter M ha detto...

I documenti preparatori, cioè gli schemi rigettati, sono reperibili? In rete?

Simone da Varagine ha detto...

Sul lavorare in modo cospirativo dei progressisti (fazione renana con infiltrazioni centro-americane) consiglio vivamente la visione del seguente video:

http://www.youtube.com/watch?v=ikLwptYGI_Y

Almeno settimanalmente me lo risento.

Luciana Cuppo ha detto...

Per Peter M., 31 ottobre alle 13:08:

Monsignor Brunero Gherardini, a pagina 141-142 nota 34 di 'Il Vaticano II. Alle radici d'un equivoco, prima edizione, afferma quanto segue (il riferimento e' agli schemi preparati dalle commissioni coordinate dal cardinal Ottaviani, poi rifiutati dal Concilio):

"Auspico che qualcuno di buona volonta' si prenda la cura di riproporre, non solo nell'originale latino di cui gia' si dispone, ma in un testo con traduzione italiana a fronte - e fosse cosi' anche per le altre lingue - tutti gli schemi allora preparati, dotandoli dell'opportuna fondazione critica. Sarebbe un grande servizio alla verita', nonche' alla storia della Chiesa."

Il testo corrispondente alla nota 34 recita, sempre in riferimento agli schemi preparati: "Si trattava d'un la voro immane - al quale, oggi, nel clima di superficiale acquiescenza alle scelte d'allora, nessuno piu' s'interessa."

Luciana Cuppo

Marco Marchesini ha detto...

Dei documenti preparatori l'unico che ho trovato è questo:

http://disputationes-theologicae.blogspot.it/2010/03/un-limite-teologico-dellabbe-claude.html

Anonimo ha detto...

OT: SEMBREREBBE INTERESSANTE: http://lesalonbeige.blogs.com/my_weblog/2012/02/un-ouragan-de-b%C3%AAtise-et-dabjection-souffle-autour-du-monde-catholique-.html

Luciana Cuppo ha detto...

BTT (Back to Topic):

Ma come sono bravi questi anonimi (nella fattispecie, quello del 31 ottobre ore 19:44), sempre pronti a svicolare OT (off-topic) quando il discorso prende una china non di loro pieno gradimento.

Per tornare a bomba, cioe' alpost di Marco Marchesini del 31 ottobre ore 18:50: grazie perla segnalazione, Marco, ma quello che lei ha trovato su Disputationes Theologicae del 13 marzo 2010 non e' un documento preparatorio, bensi' la traduzione (si presume) italiana del testo francese firmato dall'Abbe' Claude Barthe, testo che mantiene le note in francese ed e', scrive Claude Barthe, "un estratto" dell'originale latino della Constitutio de Ecclesia, c. 9, che e' il documento preparatorio vero e proprio, reperibile negli archiv pubblici del Vaticano II.

Dico questo non per pignoleria, ma perche' le discussioni sui testi conciliari spesso vertono sulle vere o presunte incongruenze fra l'originale latino e le varie traduzioni. Per questo e' importante distinguere fra l'uno e le altre e sarebbe necessaria almeno un'edizione dell'originale latino con traduzione in una lingua moderna a fronte.

Luciana Cuppo

hpoirot ha detto...

"Il giorno in cui la Chiesa dovesse abbandonare il Latino, saremmo alla vigilia del suo ritorno alle catacombe"

parole di Papa Pio XII, pochi giorni prima della sua morte.


https://sites.google.com/site/prayinglatin/why-pray-in-latin/papal-teachings

Anonimo ha detto...

"CHE COS'E' UN CONCILIO PASTORALE?"

Dom Tissier

"Schemi dottrinali preparatori eliminati a favore di schemi pastorali

12. Questo audace progetto era realmente conforme ai bisogni contemporanei degli uni e degli altri? Era realizzabile? Era idoneo a raggiungere il suo scopo? Vi era bisogno di un concilio per realizzarlo? Era realmente più efficace dei nostri semplici catechismi? Non presentava degli inconvenienti? Quale sarebbe stata la sua autorità magisteriale?
Noi rispondiamo che questa esposizione generale della dottrina era adatta ad un immaginario tempo di pace della Chiesa, nel quale i fedeli conoscano perfettamente le verità necessarie alla salvezza, cioè il loro catechismo, e nel quale la gerarchia non debba combattere alcun errore e deviazione, e nel quale i teologi abbiano solo da contemplare placidamente «la verità certa e immutabile ben conosciuta da tutti», come diceva Giovanni XXIII nel suo ottimismo irenico.
Ora, la realtà degli anni cinquanta era ben altra. Il primo bisogno dell’epoca era in tutta evidenza quello di colmare l’ignoranza crescente dei fedeli circa le verità necessarie alla salvezza; e come restaurare la fede, se non con un catechismo dei fanciulli e degli adulti (27) preoccupato dell’ortodossia e della precisione, se non con la redazione di un catechismo che fosse un modello universale, secondo l’esempio del catechismo di San Pio X (28)? E vi era anche bisogno, come abbiamo già detto, di una nuova e solenne riprovazione (29) degli errori correnti che tendevano a concepire sia una nuova Chiesa più ampia, come se la Chiesa cattolica non fosse più la sola arca di salvezza, sia una nuova religione senza ordine soprannaturale gratuito, senza offesa di Dio per i peccati, senza soddisfazione offerta da Gesù Cristo (30). D’altronde, era proprio un concilio per la condanna di questi errori che concepivano il cardinale Alfredo Ottaviani, segretario del Sant’Uffizio, e i suoi collaboratori; e così l’avevano inteso la maggior parte delle commissioni che, sui temi messi in dubbio, avevano elaborato degli schemi preparatori forse troppo numerosi, ma notevoli per la loro concisione e i riferimenti al magistero precedente. Ora, a causa del fatto che tutti questi schemi erano stati redatti in «stile scolastico» e non corrispondevano alla «più ampia» presentazione dottrinale auspicata da Giovanni XXIII, essi furono scartati (salvo quello del padre Annibale Bugnini sulla liturgia) già all’inizio della prima sessione del Concilio, il 20 e il 21 novembre 1962 (31).
Al posto di questi schemi, considerati «troppo dogmatici e scolastici», Mons. Lefebvre propose (32) che il Concilio elaborasse due tipi di testo per ogni argomento: un testo «pastorale», come auspicavano i progressisti, e un testo dogmatico dal linguaggio ben preciso e con la condanna degli errori per mezzo di «canoni»; ma la cosa venne trascurata. Si sarebbe anche potuto concepire, come abbiamo già detto, la redazione di un catechismo mondiale, che avrebbe incluso la risposta agli errori moderni, richiesta dagli uni, e delle introduzioni di sintesi che avrebbero soddisfatto le richieste degli altri. Ma soprattutto, per far questo non era necessaria un’assemblea deliberante di duemila vescovi, era preferibile una commissione episcopale e delle sotto-commissioni di teologi e pastori d’anime.

rIPETO la domanda. ha detto...

Vi risulta che MEsssa in latino ha disattivato i commenti?
Grazia!

Luisa ha detto...


A questo link, per chi legge il francese, un testo del card. Canizares del 2009, scritto in prologo ala edizione spagnola di un livro di don Bux.
E leggendo mi dicevo: parole condivisibili( anche se con dei bemol), riconosce la rottura nell`applicazione della riforma liturgica,dice :

"La réforme a été appliquée et principalement vécue comme un changement radical, comme s’il fallait créer un abîme entre l’avant et l’après Concile, dans un contexte où le terme « préconciliaire » était utilisé comme une insulte","

"la riforma è stata applicata e principalmente vissuta come un cambiamento radicale, come se si dovesse creare un abisso fra il prima e il dopo Concilio, in un contestoin cui il termine"preconciliare" era utilizzato come un insulto",

Ma poi so che nello stesso 2009 ha celebrato la Messa per i neocatecumenali nel loro centro di Porto San Giorgio, senza nulla modificare di quella prassi emblematica della rottura e del rifiuto della liturgia cattolica, ha lasciato ad esempio il candelabro ebreo sulla megamensa e la Comunione si è svolta come lo vuole , non la Chiesa, ma Kiko Arguello.
Della serie ci sono le parole e ci sono i fatti.

http://www.riposte-catholique.fr/summorum-pontificum-blog/documents-summorum/pourquoi-le-cardinal-canizares-celebre-la-messe-extraordinaire-a-st-pierre-du-3-novembre?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+summorum-pontificum+%28Summorum+Pontificum+-+Le+blog+de+Christophe+Saint-Placide%29#.UJJwC4UWe9Z

Peter M ha detto...

@ Luciana

Grazie per l'informazione, ho appena incomincato a leggere il citato libro di Gherardini!

Ma ... dove si potrebbero trovare gli schemi preparatori?

Marco Marchesini ha detto...

Grazie mille Luciana per la precisazione.
Mi dia pure del tu.

Luciana Cuppo ha detto...

Peter M.:

Tutta la documentazione relativa al Vaticano II, compresi i documenti preparatori, e' conservata presso l'Archivio Segreto Vaticano, http://www.archiviosegretovaticano.va (uno splendido sito, da' tutte le informazioni necessarie alla consultazione).

Marco: grazie e d'accordo, sia pure "tu"!

Luciana Cuppo