Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 30 settembre 2015

Permanere nella verità di Cristo

Nel pomeriggio parteciperò con molto interesse al Convegno che si terrà all'Angelicum in vista dell'imminente Sinodo: “Permanere nella verità di Cristo” [Presentazione qui].
Mi aspetto prese di posizione chiare e nette sui temi innovativi introdotti i cui effetti pastorali in troppi casi sono stati già recepiti nelle prassi diocesane e parrocchiali nella direzione delle avventurose indiscriminate aperture messe in campo, prim'ancora delle conclusioni delle quali si è in vigile attesa e sulle quali speriamo abbiano il peso dovuto le molte prese di posizione dei pastori più illuminati. Saprò dirvi qual è l'aria che si respira nella forse non più major ma sanior pars ecclesiale. Ma la Verità non sta nella maggioranza e va difesa nonostante diventi sempre più difficile andare contro corrente.

Permanere nella verità di Cristo

Premessa
Noto con preoccupata perplessità che alcune figure di riferimento della gerarchia ecclesiale, che si sono levate focalizzando il discorso sui noti temi caldi del sinodo, giustamente sottolineano che non si può sganciare la morale dalla verità dalla quale la morale scaturisce e affermano che la pastorale non può essere sganciata dalla dottrina; ma ignorano completamente le distorsioni innescate dai punti controversi del Concilio. Non saprei dire se per prudenza – vista l’aria che tira – o per assuefazione da mitridatizzazione. E quindi c’è da chiedersi se e quando potranno venire al pettine i nodi generati proprio da quei semi di trasformazione subdolamente indotta in chiave di una 'continuità' dichiarata ma in termini sofisti, oggi ben individuati (più volte espressi e di seguito ribaditi), sui quali tuttavia è di fatto preclusa ogni discussione e rifiutato il confronto.

A questo proposito penso alla nota affermazione di Mons. Schneider [qui] che il Concilio può esser letto in continuità; ma ad alcune condizioni. In effetti Mons. Athanasius Schneider. autore di un lungo e articolato excursus di taglio teologico pastorale sulle "luci del Concilio" - che si collocano in quel livello, citato da Mons. Gherardini, nel quale il concilio riprende le verità già definite - ha affermato che la 'rottura' si manifesta
  1. nella svolta antropocentrica e nel campo Liturgico, mentre nella Sacrosantum Concilium non ce n'è traccia (a meno che non si ponga attenzione ai tagli e ai famosi ecc: e "ma anche" che sono stati la porta d'accesso di eccezioni divenute regola),
  2. ed è individuabile nel chiasso ermeneutico delle applicazioni contrastanti e nei gruppi eterodossi.
La sua trattazione [qui] è una sintesi mirabile e magistrale della missione e della realtà della Chiesa, operata riprendendo e tracciando il filo conduttore fornito dai testi selezionati del Concilio stesso e dei pronunciamenti dei Papi, seguendone il filo aureo attraverso citazioni puntuali e rivelative; il che non esclude la invocazione conclusiva, evidentemente mossa dagli effetti, ormai sotto gli occhi di tutti, delle applicazioni sconsiderate che hanno vanificato l'autentico spirito della 'continuità' nel rispetto della Tradizione non in senso storicista. Dunque la continuità è effettivamente possibile a due condizioni:
  1. se si 'pescano' gli elementi assertivi in sintonia con la Tradizione che effettivamente non mancano;
  2. e se avviene la correzione autorevole delle applicazioni in patente 'rottura', individuate e motivate ma mai ammesse dall' attuale gerarchia, che anzi continua a procedere in direzione opposta, tuttora permeata di quello che Mons. Gherardini ha chiamato senza mezzi termini il gegen-Geist: il contro-spirito del Concilio.
Situazione e dinamiche: l'opera dei 'normalizzatori'

È questa la ragione per cui, nella temperie attuale, siamo immersi in una grande confusione motivata dal fatto che chi detiene l'autorità nella Chiesa – e dovrebbe chiarire e guidare – spesso agisce in modo enigmatico, quando non evidentemente rivoluzionario.

Ed è per questo che gli interrogativi si sono fatti sempre più numerosi, insistenti e sempre più inquietanti. Non solo – perché i prodromi [qui] vengono da lontano – ma in particolare dalla sera del 13 marzo 2013 [vedi], e fino ad oggi, attraverso i fatti che sono andati dipanandosi e le parole che ci raggiungono attraverso i media, filtrate o meno che ne siano. Ed è proprio a molti di questi fatti e parole che cerchiamo di dare risposte chiare e limpide, basate su un sensus fidei autenticamente cattolico.

Ovviamente non perché mossi da quella “vana curiositas”, così definita da Mons. Antonio Livi(1) nell’invitare reiteratamente i laici a rimanere all’angolo; ma interpellati come fedeli. E neppure mossi dall'ardimento di voler prendere di mira la persona del Papa; ma dalla convinta intenzione di non eludere gli interrogativi su ciò che, oggi in maniera del tutto inedita, la persona del papa sta provocando. E il focus non è sulla persona di questo Papa. Che sia questo o un altro non cambia: non si tratta del fenomeno opposto a quello della tifoseria papista affetta da papolatria che sembra aver preso il sopravvento in tanti ambiti. Il focus è su parole e atti del Papa e sulle loro conseguenze per quanto è dato comprendere alla luce del Magistero perenne.

E proprio a Mons. Livi(2), che cerca di distogliere l’attenzione dei laici dalla figura del Pontefice, non ho potuto fare a meno di obiettare, senza esito finora, che non si può più far finta di nulla e che in altre epoche la figura del Papa non era così popolare e incidente direttamente sui fedeli; per il fatto, lapalissiano, che non c'erano le tecnologie che rendono gli eventi e le relative informazioni accessibili – e dunque incisive – in tempo reale. Le modalità comunicative, tempi e ritmi di vita diversi hanno i loro effetti, che cerchiamo di non subire, ma di gestire con impegno consapevole.

Ho citato Mons. Livi perché lo considero una figura autorevole ma anche emblematica nel panorama ecclesiale odierno, in quanto – senza nulla togliere alla stima che ho per la sua serietà e profondità di studioso che conosco personalmente – rappresenta uno degli elementi ‘normalizzatori’, e in qualche modo anestetizzanti, delle coscienze, non per quello che afferma nei suoi impeccabili scritti, ma per come è renitente a esplicitare i guasti del concilio e per come mette all’angolo l’impegno pubblico dei laici. 

Personalmente ho tentato, senza esito finora, di rompere la coltre di reticenza con la quale anche lui glissa sulla ‘discontinuità’ indotta dal concilio e richiama l’attenzione dei laici sui documenti del Magistero solenne e ordinario [ma il munus docendi dal vivo e relativa maieutica di autentici pastori non può essere sostituito dai documenti] sui quali – a suo dire – i fedeli dovrebbero limitarsi a far affidamento  invece di dare ascolto e reagire alle distorsioni da cui essi (e tutti noi) siamo bombardati [qui - qui - qui]. Ciò in teoria può apparire valido. Ma, in pratica, come conciliare l’odierna quasi totale mancanza di riferimenti al magistero? Quello solenne, attualmente non esiste più. Quanto a quello ‘ordinario’, non tutto può fregiarsi dell’infallibilità, con l’aggravante che viene impropriamente spacciata per magistero – e nella massa incide come tale – qualunque esternazione del papa (ad esempio: la pletora di interviste, esternazioni e conversazioni con interlocutori di ogni risma, sorvolando sui deficit comunicativi insieme a fatti e detti dirompenti del recente viaggio Cuba-USA).

Oggi ci si richiama sempre più spesso all’Evangelii Gaudium che, per esplicita affermazione dello stesso Bergoglio all’inizio del documento, non è magistero, ma offre solo indicazioni programmatiche sulla direzione verso cui egli intende condurre la Chiesa e quindi non insegna una dottrina ufficiale. (Tralascio per ovvi motivi le espressioni rivoluzionarie. Ne cito solo una fra le molte su cui mi sono soffermata: la conversione del papato [qui]. Da brividi, se se ne coglie il senso nemmeno recondito. Il nostro blog si occupato a più riprese di molte altre).

Siamo ormai sommersi (penso soprattutto alle nuove generazioni) dalla pletora di magistero liquido, sul quale le nostre contestazioni non hanno presa perché è impossibile far valere la logica e il diritto laddove si è introdotta la rivoluzione copernicana dei paradigmi ed è prevalsa la fumoseria soggettivista e l’anomia. Oggi è questo magistero liquido e cangiante la prevalente forma di espressione, peraltro da anomale tribune spesso mediatiche, della nuova Chiesa dialogante e nemmeno più docente, offerta appunto dalla Mater non più Magistra, sempre a dire dello stesso Bergoglio (per chi è giustamente attento alle fonti: nel Discorso ai partecipanti al congresso internazionale della pastorale delle grandi città (27 novembre 2014). Un’affermazione del genere non è una constatazione realisticamente riferita alla situazione dell'oggi cui dare risposta; ma ha il sapore di una resa, dato che insieme al munus docendi della Magistra, viene meno anche quello sanctificandi, essendo stato colpito il cuore pulsante del culto autentico a Dio, che è quello del Figlio, da Lui consegnato alla Sua Chiesa e celebrato in Suo Nome dal Sacerdote e, mediante il sacerdote, dal corpo mistico di Cristo, prim’ancora che generico e antico-testamentario ‘popolo di Dio’, come usa dire oggi. Mentre l'unica risposta enfatizzata da questo ed altri discorsi sono i soliti mantra del "dialogo"; della missionarietà socio-umanitaristica; dell'accoglienza indiscriminata; della misericordia senza giustizia, che hanno espulso il soprannaturale e ignorano e dunque vanificano l’azione divino-umana del Signore affidata ai Suoi e attraverso essi prolungata fino alla fine dei tempi.
Quanto accade procede secondo i presupposti razionalisti della mentalità moderna che parte dal fenomeno umano e lì resta ancorata, in una prospettiva tutta orizzontale, nell’alveo della svolta antropocentrica indotta dai punti nevralgici del nuovo impianto conciliare.

Partecipazione: intenti e modalità

Tornando all’invito di mons. Livi, più che far riferimento ai documenti dovremmo avere delle guide autorevoli in carne ed ossa: i nostri Pastori, Sacerdoti e Vescovi, senza i quali non andiamo da nessuna parte, ma troppi di loro sono indaffarati, distratti, lontani o conniventi, quando non in incognito per non mettere a rischio il loro contesto.

A pensarci bene, piuttosto che limitarci a fare i "topi di Magistero" – e per di più bombardati da fonti inquinate da un lato, silenziati da altre renitenti o malevole dall'altro – dobbiamo continuare ad usar bene la nostra libertà di espressione consentita proprio dalla Rete sulla quale riaffermiamo la nostra Fede anche dibattendo e confrontandoci. Il che, insieme all'impegno quotidiano sul fronte personale e comunitario di ognuno, può contribuire a far da barriera alla rivoluzione, dapprima soft, oggi esplosa nelle sue estreme conseguenze, ad opera della corrente egemone che ha preso il sopravvento.

Di quanto ho appena detto offre una valutazione positiva un recente articolo da noi tradotto dal blog Rorate caeli, da cui riprendo una citazione, che peraltro riguarda una realtà ed un impegno apertamente riconosciuti e incoraggiati da esplicite recenti esortazioni sia di Mons. Schneider che del card. Burke. Cito, nell’ordine, Mons. Schneider e l’autorevole prelato romano autore dell’articolo di Rorate, le cui affermazioni ci dimostrano quanto, qui e adesso, siamo in linea con le esigenze che ho richiamato, da noi così sentite e che orientano il nostro impegno.
Mons. Schneider: 
…Come mezzo per questo obiettivo [che è quello di diffondere con coraggio la verità cattolica tutta intera, in particolare sugli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sulla natura, e i comandamenti di Dio], dobbiamo fare uso di tutte le risorse che il mondo moderno ci offre. Non ci asteniamo dal diffondere attraverso i media questi messaggi.
Non dobbiamo aspettare che ogni singolo parroco li predichi dal pulpito. Dobbiamo abbracciare le nuove forme mediatiche che ci permettono di diffondere il Vangelo e gli insegnamenti della nostra Santa Madre, la Chiesa. Dobbiamo introdurre il nostro messaggio su Internet, pubblicarlo su siti web, blog e reti sociali.  Ma non dobbiamo dimenticare di impegnarci con i nostri fratelli cattolici nelle forme più tradizionali. Dovremmo organizzare conferenze e simposi a livello accademico. Dovremmo usare queste per creare pubblicazioni, documenti e libri che possono essere utilizzati come riferimento e ampliare la nostra discussione.  (testo integrale qui)
E ora cito da Rorate caeli:
...i conservatori (termine oggi di per sé ambiguo ma qui è riferito a chi ama la tradizione; ma oggi può tranquillamente essere riferito ai conservatori dello status quo). Dunque i conservatori (nel senso di chi ama ed è fedele alla Tradizione) hanno mostrato una capacità assolutamente straordinaria e inaspettata di adattamento ai nuovi media. La loro capacità di essere presenti, il loro desiderio di reagire, di commentare tempestivamente, per fornire analisi non appena gli eventi accadono, è moltiplicata attraverso i blog, i siti web e tutto il mondo dei social media... C'è da dire che il cattolicesimo tradizionale oggi, in tutte le sue forme e tendenze, è in parte il risultato della modernità e... del Vaticano II. Questo Concilio ha voluto dare voce ai laici. E, per lo stupore dei custodi dello «spirito del Concilio», i laici hanno preso la parola! Non i laici clericalizzati dell'establishment liberale, ma i nuovi cattolici ortodossi. Dalla promozione dell'individualismo scaturita dai cambiamenti attuati nella Chiesa, sono stati in grado di trarre profitto in una maniera che gli artigiani e i partigiani di questi stessi cambiamenti non avrebbero mai potuto prevedere. Al tempo del Vaticano II, la rabbia dei liberali si è scatenata contro il cardinale Ottaviani, che sono riusciti a far fuori. Oggi, i liberali si trovano di fronte eserciti di piccoli Ottaviani in tutti i forum e media cattolici. E molti di loro sono abbastanza abili! (testo integrale qui)
Ebbene, questo è un dato che oggi può fare la differenza rispetto agli anni ’60, anche se per contro è completamente sfaldato il tessuto connettivo, sia sociale che ecclesiale, che allora avrebbe ancor meglio supportato e tenuto la “resistenza” agli errori veicolati attraverso le applicazioni ‘pastorali’ peraltro ancora non così conclamati e dunque non evidenti ai più.

Status quaestionis

Al punto in cui siamo, il variegato panorama che ci appare (tralasciando i due estremi del sedevacantismo e del modernismo) mostra ben 8 tendenze e comportamenti corrispondenti, spesso anche sommati negli stessi soggetti e contesti. Specchio di una apparentemente insormontabile frammentazione che non consente di convogliare le migliori energie sugli obbiettivi da condividere.
Li ho analizzati uno per uno più di una volta, e li ribadisco tutti insieme perché chiamano in causa i principali oppositori ad ogni azione di critica costruttiva e relative ragioni. 
  1. Sono molti coloro che, spinti da una fedeltà cieca alla persona del Papa, hanno tentato e tentano i salti mortali per difendere e giustificare quel che appare indifendibile. Come se fosse minor fedeltà esprimere argomentate perplessità sul magistero non infallibile – e tale è quello ordinario, pastorale, quando non ripropone verità dogmatiche – al quale la Lumen Gentium attribuisce «non proprio un assenso di fede, ma un religioso ossequio dell’intelletto e della volontà». Questo evidentemente significa che si può e si deve accoglierlo e vagliarlo attraverso la ragione illuminata dalla fede, perché l'assenso non può essere puramente esteriore e disciplinare, ma deve collocarsi nella logica e sotto la spinta dell’obbedienza della fede attinta dal Depositum fidei di cui la Chiesa è custode.  Ed è questo che caratterizza la nostra riflessione e azione.
    A me non convince l’infallibilità (che diventa infallibilismo) attribuita al magistero ordinario universale anche in conseguenza di un concilio dichiaratamente non dogmatico sia dal sedevacantismo che dal modernismo. A pagina 96 della rivista Divinitas n.1/2103 [precisazioni sul Magistero], Mons. Gherardini spiega che il Magistero del Concilio Ecumenico è Magistero autentico, ma non ipso facto infallibile se non vuole definire ed obbligare a credere. Ora durante e subito dopo il Concilio Vaticano II Paolo VI ha dichiarato la volontà di non definire, quindi il Vaticano II non ha voluto essere infallibilmente assistito. Il cardinal Pietro Palazzini scrive: “Una definizione dogmatica per vincolare come tale la Fede deve constare in modo certo e manifesto; di conseguenza una definizione dubbia è praticamente una definizione nulla” (F. Roberti – P. Palazzini, Dizionario di teologia morale, Roma, Studium, voce “Magistero ecclesiastico”, IV ed. 1968, II vol., p. 937). Perciò è lecito asserire che la dottrina del Vaticano II su La Libertà religiosa (Dignitatis humanae), su L’ecumenismo (Unitatis redintegratio e Nostra aetate), su La Collegialità (Lumen gentium) diverge dalla Tradizione apostolica (p. 99) e chiedere all’Autorità ecclesiastica di togliere questo equivoco mediante un pronunciamento dogmatico.
    Utile a questo proposito riprendere ciò che dice padre Serafino M. Lanzetta nel suo ultimo libro Il Vaticano II. Un concilio pastorale. Ermeneutica delle dottrine conciliari, Cantagalli, Siena 2014: «La qualificazione teologica più adeguata per le dottrine da noi esaminate, salvo meliore iudicio, sembra essere quella di sententiae teologicae ad fidem pertinentes: questioni su cui il magistero non si è ancora pronunciato definitivamente, la cui negazione potrebbe condurre a mettere in pericolo altre verità di fede e la cui verità è garantita dal loro intimo collegamento con la Rivelazione» (pp. 430-431). La discussione di queste tesi teologiche è ancora libera e aperta. [in un contesto sano dovrebbe esserlo, ma in questo contesto ideologico di fatto non lo è -ndr] Il dato dottrinale del Vaticano II, scrive ancora padre Lanzetta, va letto alla luce della perenne Tradizione della Chiesa e il Concilio non può che iscriversi in questa ininterrotta Tradizione (p. 37). «Ciò che solo può far da guida nella comprensione del Vaticano II è l’intera Tradizione della Chiesa: il Vaticano II non è l’unico né l’ultimo concilio della Chiesa, ma un momento della sua storia» (pp. 74-75). «La perenne Traditio Ecclesiae è, quindi, il primo criterio ermeneutico del Vaticano II» (p. 75). Questo è ciò che dovrebbe essere. Ma chi lo applica?
  2. Altri hanno preferito sospendere ogni giudizio, forse perché ancora impastoiati in quella stessa obbedienza cieca che credo sia stata la causa che ha bloccato soprattutto il clero – tranne alcune luminose ma presto vanificate eccezioni – dal reagire ad alcune deviazioni del post-concilio. Deviazioni che non nascono solo da una “cattiva interpretazione delle proposizioni conciliari”, (altro mantra ricorrente) ma hanno le loro radici – ben individuate, argomentandone da par loro, da molti valenti studiosi: Amerio, Gherardini et alii – in quei precisi punti controversi  già ricordati, presenti nei documenti della 21ma Assise, sulle cui ambiguità e numerosi “ma anche…” (cioè l’affermazione di una verità perenne, subito dopo intaccata da eccezioni divenute regole), si fondano le applicazioni delle quali stiamo subendo le conseguenze.
    E quanto non è stato cambiato in termini “definitori”, che sono stati aboliti, l'attuale Gerarchia continua a cambiarlo con la ‘pastorale’: il magistero non è più il luogo della definizione né del dogma, ma della prassi magmatica che una dottrina, sia pure implicita, la sottende sempre. Ciò che non è magistero infallibile non può intaccare le essenze, ma molte anime le intacca e sta deformando quel che resta della Chiesa visibile. Non dimentichiamo che qualunque adeguamento ai tempi operato attraverso 'forme' su essi modulate, porta lontano il pontefice e la sua rivoluzione permanente dalla fontale primazialità voluta dal Signore. Ogni 'forma' veicola e manifesta una sostanza corrispondente pur se implicita. Difendere la manifestazione della sostanza significa difendere la sostanza stessa, nella consapevolezza che la negazione di una dimensione accidentale rischia di essere un ferimento che la sostanza può sopportare solo fino ad un certo punto. Anche questo non possiamo più ignorarlo, altrimenti lo iato che si è già creato diventerà sempre più difficilmente colmabile e la tradizione storicista continuerà ad evolversi portando in sé le tracce del tempo e non più il respiro dell'Eterno, che appartiene alla Tradizione perenne consegnataci dalle generazioni che ci hanno preceduto e destinata anche a quelle che seguiranno.
  3. Altri ancora si sono auto-silenziati nella convinzione che non ci sia più nulla né da dire né da fare, vista l’ineluttabilità della china. Per non parlare di chi è stato neutralizzato dai superiori.
  4. Ci sono poi quelli che si astengono dall'approfondire ogni notizia riguardante il Papa perché ne ricevono un turbamento superiore alla loro soglia di adattamento o di coinvolgimento. E questi non fanno storia, che in genere appartiene alle minoranze determinate…
  5. C'è poi chi attribuisce la responsabilità della confusione alla stampa, ai media: sarebbero essi che stravolgono in chiave liberal o secondo le proprie ideologie ciò che il papa non direbbe oppure cambierebbero il significato di ciò che dice. Il che di fatto accade; ma si tratta solo di una faccia della complessa situazione. Tra l’altro, se può accadere è perché ci sono molte comunicazioni non chiare, quando non distorte e comunque, se ‘passano’ e si diffondono messaggi in modo distorto, essi non sono fatti oggetto di alcuna smentita da parte di chi ne avrebbe il compito. Tanto per fare un esempio, ci sono sacerdoti che già danno l'assoluzione a divorziati risposati in situazioni lontane dal ravvedimento.
  6. Strettamente collegato al fenomeno-Bergoglio, si è manifestato anche un nuovo atteggiamento da parte di studiosi autorevoli e capaci di analisi e sintesi di valore. Essi, pur di non vedersi coinvolti in una critica nei confronti della persona del papa anche su questioni controverse che non investono l'infallibilità, hanno scelto di rimanere sul generale, divulgando con parresìa le verità cattoliche, ma senza l'aggancio diretto agli errori che le stanno minacciando seriamente. C'è addirittura chi usa la formula delle domande e delle risposte, sempre rimanendo sul generico.
    Questo, se da un lato è e resta valido e utile sul piano generale e fornisce l'orientamento giusto a chi è in ascolto o si pone interrogativi, da un altro lato glissa sui punti specifici che destano allarme e spesso son proprio quelli che traggono in inganno i più sprovveduti, perché monchi, privi di approfondimenti necessari o addirittura obliteranti aspetti ineludibili, che devono essere ripresi e ripareggiati nel contesto specifico in cui divergono o sono omessi, altrimenti viene meno l'efficacia della sana reazione puntuale.
    E in questi casi la critica non può esser altro che costruttiva e utile a tutti se fondata sulla verità nella carità. Certo non si può star lì a rincorrere ogni esternazione né ci può interessare la cronaca spicciola; ma sono diverse le questioni, niente affatto banali, che ci vengono incontro e ci interpellano anche perché ne siamo bombardati dai media. (Potete trovare molti esempi nei testi raccolti nei 'Memoranda', il cui indice è richiamato nella colonna destra del blog)
  7. Inoltre c’è la nutrita serie di coloro che “tengono famiglia” o hanno un ‘orticello’ più o meno importante da salvaguardare.
  8. Infine ci sono i nuovi laudatores del bergoglismo, che dimenticano che il papa è Servus Servorum Dei e non il capo di un regime  e per giunta tirannico. La confusione di ambiti, linguaggi, identità e ruoli ha ormai superato il livello di guardia. Non dimentichiamo che c'è un limite al potere papale e una linea che il Papa non può oltrepassare senza tradire la Chiesa e il suo divino Fondatore, mettendo in pericolo le anime dei fedeli. Ricordo le parole del Card. Burke a France2: «In questo bisogna essere attenti e guardare al potere del papa. La frase classica è che il papa ha la pienezza del potere, questo è vero, ma non è un potere assoluto. È al servizio della dottrina della fede. Non ha il potere di cambiare l’insegnamento, la dottrina... Nella nostra fede è la verità della dottrina che ci guida» [vedi]. C’è dunque una responsabilità – del papa e della Gerarchia ecclesiale in primis, senza escludere quella di ogni battezzato – innanzitutto di fronte a Dio e poi anche di fronte agli uomini di questa generazione e di quelle che verranno.
Osservazioni generali

In questa situazione paradossale è rimarchevole il fatto che una volta chi dissentiva dal papa contestava la dottrina della Chiesa, mentre oggi avviene esattamente il contrario: chi formula alcune critiche al papa, lo fa per difendere quella stessa dottrina. Naturalmente quando parliamo di dottrina cattolica, ci riferiamo all’insegnamento che Cristo ha trasmesso ai suoi apostoli e consegnato alla sua Chiesa nei Vangeli, creduto dai Santi Padri e trasmesso sino a noi dalla Tradizione bimillenaria: insegnamento che dobbiamo seguire fedelmente se vogliamo conoscere la verità e se vogliamo essere liberi e salvi. Del resto una pastorale che non sia ancorata saldamente alla verità rivelata non conduce alla libertà e non porta alla salvezza. Qualunque “piano pastorale”, se non ha a monte le idee e i principi che non sono quelli della dottrina cattolica divinamente rivelata, sarà inevitabilmente “altro”. E magari sempre più vicino a una Nuova Religione Mondiale, propria di una falsa chiesa universale, che non viene da Cristo Signore.

Ne vediamo le avvisaglie nei reiterati refrain che inducono falsamente a credere che ogni religione, se ritenuta vera, produce intolleranza, fanatismo e conflitti. E quindi  si insiste nel costringere le confessioni religiose negli angusti e innaturali spazi di un “minimo comun denominatore”, che non è altro che quello invocato dalla Massoneria a garanzia di un ordine politico nel quale la religione non deve avere alcuna influenza pratica. E con questo si vorrebbero vincere le schiavitù e la povertà. Ma chi ricorda più al mondo che la vera schiavitù è quella del peccato e che solo Cristo Signore è colui che salva ed è solo da questo e non dalle volontà umane che tutte le schiavitù possono essere eliminate? E che solo a partire da questa salvezza possono essere rimosse le cause di ogni ingiustizia e di ogni povertà non soltanto materiale?

Poste queste premesse, come la mettiamo con lo sconcerto e il disorientamento di tanti fedeli comuni, col modernismo incuneato nelle parrocchie, nei seminari, nelle università pontificie, nei media cattolici più influenti, che provoca lo sfaldamento della realtà ecclesiale divenuta temerariamente inclusivista e in rivoluzione permanente?
  • inclusivista (falso ecumenismo: la Chiesa è naturaliter ecumenica ma il vero ecumenismo si realizza attraverso il reditus dei separati nella Catholica, custode e portatrice della Verità v maiuscola e non nella convergenza verso un non meglio identificato punto omega comune al di fuori di essa alla ricerca di una verità, che non è non già data (Rivelazione Apostolica), e che nessuno possiede integralmente per effetto della desistenza de La Catholica e della pari dignità arbitrariamente assegnata a chi professa l’errore non più riconosciuto come tale. L'autentica unità, cioè la comunione, può realizzarsi solo nel Signore, non può coincidere con l'unità fittizia messa in campo dal volontarismo umano, “guardando a ciò che unisce” mentre ciò che divide continua a generare fratture non risolte e umanamente non risolvibili. Papa Pio XI nella Mortalium animos: "La Chiesa cattolica possiede la pienezza del Cristo e, questa pienezza, non deve perfezionarla ad opera delle altre confessioni."
  • in rivoluzione permanente, per effetto del nuovo linguaggio introdotto dal concilio espressione della volontà esplicitamente de-dogmatizzante, che ha cambiato l'approccio alla realtà.
Prendiamo come punto chiave i principi non negoziabili, che rimandano all’ordine della Creazione in rapporto organico con l’ordine della redenzione e ad essa già orientato. È rompendo questo legame che viene meno l’essenza della cattolicità: il connubio tra ragione e fede, tra naturale e sovrannaturale, tra la natura e la grazia. La grazia è scomparsa dall’orizzonte ecclesiale. E, in effetti, eliminato l’ordine della creazione, la Creazione nuova ri-generata nella risurrezione del Signore non è più riconosciuta indispensabile per la salvezza, che la comunità umana si auto-costruisce.
Ed ecco le eresie che rompono questa relazione e che alla fine sono sempre riconducibili o allo gnosticismo o al pelagianesimo. Se non si riconosce l’ordine naturale, non c’è neppure la natura decaduta a causa del peccato originale e dunque non c’è bisogno dell’opera divino-umana del Signore dalla sua venuta fino alla fine dei tempi.
Ed ecco lo scadimento della fede a sentimento, esperienza e non conoscenza, opinione e non verità.

Difficile dunque dire che la cristianità, da mezzo secolo, non sia stata segnata dalle suggestioni storiciste e personaliste che nascono dai 'lumi' e che l’hanno indotta al dialogo col mondo con le conseguenze ormai macroscopiche.

Dico cose a tutti voi note, ma è la sintesi puntuale della situazione e giova martellare e ripetere per non distogliere l'attenzione e per chi ci leggesse solo ora. Inoltre è comunque da qui che bisognerebbe ripartire.

Ciò che accade è il frutto maturo del concilio, considerato come evento che fa da spartiacque tra due ecclesiologie per effetto del prevalere della “scuola renana”, portatrice della nouvelle théologie, su quella “romana”, custode della tradizione viva perché portatrice dell’Eterno nel tempo, non certo 'fissista' come pretendono e non vivente in senso storicista. (La cosiddetta “tradizione vivente” è oggi intesa tale in senso storicista e quindi mutevole a seconda dei tempi e non “vivente”, nel senso di portatrice della fecondità di Colui che la anima e che la Chiesa è chiamata a inverare e trasmettere nel tempo, nell’oggi di ogni generazione. Il cambiamento paradigmatico trasferisce al soggetto Chiesa e al suo divenire nella storia la continuità che appartiene all’oggetto Rivelazione contenuto e trasmesso dal dogma. In tal modo viene conferita al magistero una prerogativa che non gli è propria: quella di essere sempre riferito al “presente”, con tutta la mutevolezza e la precarietà proprie del divenire, mentre la sua peculiarità è quella di essere, nel contempo, passato e presente, portando il germe del futuro escatologico). Ed è ciò che ha aperto le porte agli ideologi attuali e a tutti i novatori che stanno rispolverando la TdL ed altro, con annessi e connessi, che portano alle estreme conseguenze la pastorale ateoretica scissa dalla dottrina.

Vorrei in ogni caso ricordare che pastorale significa “tradurre” la dottrina in prassi non apportare modifiche alla dottrina e neppure servirsi della prassi per scavalcarla.

Sono in diversi, ad affermare che ciò non è possibile (i cardinali Burke e Sarah, per citare i più illustri); ma di fatto continua ad accadere senza che nessuno opponga ai fatti altri fatti e non solo parole.

Conclusione

Come accennato, e altrove sviluppato, nei documenti conciliari sono presenti punti precisi che ci danno le ragioni del come e del perché tutto questo sta accadendo. Non volerlo riconoscere significa essere ciechi guidati da altri ciechi.

Purtroppo l'inganno è stato nutrito dal clima anticonformista e libertario del '68, dall’ottimismo ingenuo di Giovanni XXIII e dal culto dell’uomo e del dialogo di Paolo VI e le spinte antropocentriche di fatto applicate dai successori, senza trovare la saldezza degli antidoti presenti nella philosophia perennis e nella metafisica, oggi messe all’angolo, che invece nutrono la Tradizione perenne non storicista.

Ora siamo arrivati ad un punto in cui molti nodi stanno venendo al pettine sia nel mondo ecclesiale che nelle variazioni antropologiche che insidiano il futuro dell'intera umanità.
Non rendersi conto di questo e perdersi in inutili e sterili contrapposizioni, come purtroppo accade anche nel nostro mondo tradizionale invece di creare sinergie, denota un altro tipo di cecità, che non permette di opporsi efficacemente al male così come si sta manifestando nel nostro tempo.

E come si fa a tacere se i teologi più vicini al papa possono dichiarare che l'ortodossia è “una violenza metafisica”? E se dichiarazioni similari si vanno moltiplicando?
La rivista internazionale di teologia Concilium ha dedicato il suo ultimo numero al tema: Dall’“anathema sit” al “Chi sono io per giudicare?”», a partire dalla famosa frase di Papa Francesco sull’omosessualità: «chi sono io per giudicare», pronunciata di ritorno dal Brasile, nel luglio 2013. Gli autori «ritengono che le formule e i dogmi non possono comprendere l’evoluzione storica, ma ogni problema vada collocato nel suo contesto storico e sociopolitico. Il concetto di ortodossia va superato, o quanto meno ridimensionato, perché, viene utilizzato come “punto di riferimento per soffocare la libertà di pensiero e come arma per sorvegliare e punire”... Essi definiscono l’ortodossia come “una violenza metafisica”. Al primato della dottrina va sostituito quello della prassi pastorale…» (Concilium, 2/2014, p. 11).

E come si fa a tacere se la Chiesa si inoltra sempre più in una prassi ateoretica in cui l'agire precede il conoscere, la sensazione precede e sostituisce il ragionamento e l'assimilazione che orientano la volontà, con conseguenze di destabilizzazione facilmente intuibili?

Molto dipende dallo scambio - così ben individuato da Romano Amerio che lo definisce Dislocazione della Divina Monotriade - tra Seconda e Terza Persona Trinitaria. Si 'ama' non si sa bene cosa, si 'fa esperienza' di non si sa bene cosa, talvolta. Una delle differenze di fede per es. nel Cattolicesimo e nel Luteranesimo, è proprio quel Logos che si lascia conoscere anche razionalmente in parte; ha necessità anche di definizioni comprensibili; è quello Spirito Santo che non è solo Spirito d'Amore, rapimento, ma anche Spirito di Verità. La fede cattolica è assenso anche dell’intelletto alle verità rivelate; quindi la ragione è chiamata in causa per valutare la ragionevolezza delle verità rivelate, anche dove non ci sia completa dimostrabilità. Al posto di una rinascita e una rigenerazione (in Cristo) che è una mutazione ontologica, oggi si parla di esperienze umane, di cose da fare, in cui l'elemento anche sentimentale e individuale del momento, ha la prevalenza sia sul dato rivelato, sia sul razionale. Oltre a non mettere più le cose al proprio posto, con questo atteggiamento non è più la Verità divina, intesa come assoluta, sacra, che giudica l’esperienza, ma l’esperienza del momento, la soggettività transeunte che elevandosi a misura del sacro pretende di giudicare la Verità. Così non si andrà molto lontano....

Ed è così che prevalgono gli insegnamenti “in pillole”, lanciati come frecce acuminate, che colpiscono il sentimento ma non nutrono la ragione[3] e le comunicazioni-slogan che, mancando dei necessari approfondimenti, risultano monche e quindi passibili di interpretazioni plurime e perciò foriere di confusione e strumentalizzazione. Normalmente nella Chiesa, parole e azioni del Papa sono quelle che «spiegano», non quelle che «hanno bisogno di spiegazioni».

Non possono dunque mancare le carrellate impietose sulle varie componenti di un piano ormai in larga parte svelato. E nel nostro lavoro a mani giunte versus i pollici in alto, non possiamo non chieder conto anche dei comportamenti nei confronti di persone che con le loro idee, i loro atti, i loro atteggiamenti, perseguono il male. E chiederci se si può essere servili nei confronti del male o affrontarlo con viltà, con stupidità o con calcolo strumentale. Ma in questo caso se ne diventa schiavi. E, se possono permetterselo – e neppure fino in fondo – politici o intellettuali, ciò non può e non deve appartenere a chi siede sul Soglio di Pietro per confermare i fedeli nella retta fede e per insegnar loro a distinguere il bene dal male.

Concludo, con una citazione di Dietrich von Hildebrand che sembra scritta oggi:
La vittoria di Cristo in ogni dominio della vita è il fine reale della Religione. Tuttavia la seppelliamo insieme con una vita cristiana, quando tentiamo di superare la sterilità della religione legalistica voltandoci dallo spirito di Cristo verso il “saeculum”, sostituendo il sacro fuoco di Cristo con un entusiasmo secolare, dimenticando la vitalità soprannaturale dei Santi, ed abbracciando le preoccupazioni nervose, frenetiche, profane del mondo moderno.
Maria Guarini
______________________________
1. Ho notato con soddisfazione la sua recente pubblica presa di posizione , insieme a Claude Barthe e Alfredo Morselli: Osservazioni sull'"Instrumentum laboris". Offerte all'attenzione dei Padri Sinodali. Roma, 29 settembre 2015 [qui]. Anche in questa occasione, sono le emergenze del Sinodo che spingono ad intervenire. Il problema è che non se ne prendono in considerazione le cause e le 'radici' , [espresse qui - qui - qui]
2. Si tratta di osservazioni di mons. Livi nei confronti dei laici che esprimono interrogativi e riflessioni anche sulla rete, di cui sono disseminati alcuni suoi articoli [qui - qui] nonché le sue prudentissime prefazioni ai testi di Radaelli, che alla fine si dissociano da qualunque affermazione sugli specifici temi scottanti, da lui considerata 'soggettiva', pur se basata sul magistero perenne. Ed è così facendo che si sottrae al confronto dialettico proprio sulle distorsioni provocate dal concilio.
3. Tipo l’“uscire da sé” senza sapere né chi si è né dove si sta andando, basta che sia una “periferia” o “l'abbattere i muri” senza tener conto che esistono anche i muri portanti, abbattendo i quali crolla tutto l'edificio. E non sono anche i limiti  - i muri, appunto - che definiscono la realtà? 

50 commenti:

roberto ha detto...

la chiesa crolla e questi fanno i convegni! la sanior pars sara' seppellita da chiacchiere e carte mentre bergoglio la devasta. un mondo, una chiesa di pazzi

mic ha detto...

Roberto, dove crede si possa andare senza spazi tempi e luoghi per il confronto, che certamente, voglio sperare, non lasciano il tempo che trovano?

Anonimo ha detto...

“Inaccettabile”. Il documento base del sinodo “compromette la verità”

i tre sacerdoti teologi firmatari del testo-denuncia sono:

– Claude Barthe, 68 anni, Parigi, cofondatore della rivista “Catholica”, esperto di diritto e di liturgia, promotore dei pellegrinaggi a sostegno della “Summorum Pontificum”, ....
– Antonio Livi, 77 anni, Roma, decano emerito della facoltà di filosofia della Pontificia Università Lateranense,...
– Alfredo Morselli, 57 anni, Bologna, parroco, confessore e predicatore di esercizi spirituali secondo il metodo di sant’Ignazio. ...

http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/inaccettabile-il-documento-base-del-sinodo-compromette-la-verita/

Grazia ha detto...

Grazie infinite, carissima Maria, per questa panoramica puntuale e dettagliata, utilissima per definire il preoccupante stato delle cose. Il buon Dio ci assista nella buona comune battaglia per l'affermazione della verità, contro le forze del male scatenate a perdizione delle anime. A noi la battaglia, a Lui la vittoria!

HR ha detto...

http://www.vanthuanobservatory.org/notizie-dsc/notizia-dsc.php?lang=it&id=2217
Il Documento finale CCEE di Gerusalemme: una prova di coraggio e realismo cristiano passata sotto silenzio

Anonimo ha detto...

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/09/migranti-e-sinodo-quando-i-vescovi.html

hr ha detto...

http://www.vanthuanobservatory.org/scaffale/libro-settimana.php?lang=it

Opzione preferenziale per la famiglia. Cento domande e cento risposte intorno al Sinodo.
A.Di Cillo Pagotto, R. F. Vasa, A. Schneider
[Edizioni Supplica Filiale]

Nella recensione S. Cecotti scrive:

L’agile libretto è molto ben strutturato, felice l’idea di domanda e risposta, molto chiare e precise le risposte che i tre Vescovi forniscono alle cento domande. Particolarmente apprezzabile è la rigorosa fedeltà al Magistero, alla Dottrina della Chiesa, non vi sono opzioni riconducibili a questa o quella corrente teologica, non vi sono avanguardismi o pretese di originalità, non si trovano opinioni personali, tutto è prudentemente e sapientemente ricondotto alla Tradizione della Chiesa nella fedeltà più puntuale.
In un tempo di grande disorientamento e confusione, come l’attuale, dove tutto sembra potersi mettere in discussione e, in fatti, viene messo quotidianamente in forse da un dibattito teologico, ecclesiale, culturale che pare non avere più nella Dottrina definita il punto archimedeo, nel mare procelloso delle opinioni fluenti da ogni parte sulla morale familiare da rinnovare, da ripensare, da rivedere, etc. un volumetto come questo ha lo stigma della provvidenzialità. Riesce a portare chiarezza attraverso una forma catechistica e un contenuto rigorosamente conforme all’insegnamento perenne della Chiesa.
Attitudine alla chiarezza e alla fedeltà dottrinale che è già della Prefazione dove, ad esempio, il cardinale Medina Estévez, citando l’insegnamento infallibile del Concilio di Trento sulla riprovazione del peccato e sul proposito di non più peccare quali condizioni necessarie al pentimento e al perdono, pone la premessa per l’unica risposta cattolica a certi vagheggiati “cammini penitenziali” che consentirebbero di “convertirsi” pur continuando a vivere nel peccato (in relazioni adulterine).

mic ha detto...

Il documento Barthe Livi Morselli può essere visto e scaricato dal link messo nella nota 1 dell'articolo.

mic ha detto...

È arrivato il card. Burke. Tra poco si comincia.

mic ha detto...

La sala si va riempiendo da ogni dove.

hr ha detto...

http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=2023202&codiciTestate=1&sez=notfoundG&testo=papa&titolo=Il%20Papa%20punta%20solo%20sul%20marketing

Alessandro Gnocchi critica i temi e lo stile di Francesco I nel suo viaggio in America
Il Papa punta solo sul marketing
L'importante per lui è essere nei titoli di testa di tutti i tg di Goffredo Pistelli

Luís Luiz ha detto...

Bello lavoro, mic.

La campagna del conservatore Bergoglio prima del sinedrio va bene, grazie:

http://www.theguardian.com/us-news/2015/sep/30/kentucky-clerk-kim-davis-in-secret-meeting-with-pope-francis-report-says

Questo Bergoglio è una volpe nel gioco di tris, con le sue combinazioni geniali!

Paolo Pasqualucci ha detto...


Concordo pienamento con l'analisi della situazione fatta da Maria Guarini. Non c'e' niente da aggiungere. Solo due postille:

1. L'atteggiamento di mons. Livi e' per me un enigma. Non capisco come uno studioso del suo valore si blocchi integralmente di fronte al Concilio, rifugiandosi nel piu' piatto ossequio e conformismo, al punto da arrivare a dire ai fedeli che vogliono difendere pubblicamente il deposito della fede messo in pericolo, di farsi i fatti propri.

2. La presa di posizione di Barthe, Livi, Morselli, per quanto opportuna, e' gia' superata dal motu proprio del Papa, che ha relegato l'intero Sinodo ad una posizine di contorno. Una mossa astuta quella di Bergoglio, condotta secondo tecniche di potere consolidate: ha aggirato i canonisti degli organi competenti facendosi "consigliare" da una sorta di "consiglio del Principe" riunito in incognito. Ma da come e' stato organizzato l'intero Sinodo (tutto frammentato e nascosto, senza dichiarazioni pubbliche finali) si vede che il Papa teme le reazioni pubbliche (vedi Sinodo dell'anno scorso). Per questo mi permetto di insistere, dicendo che bisogna attaccarlo pubblicamente, il motu proprio, subito,adesso, ancor prima del Sinodo. E questo, ovviamente, a prescindere da considerazioni di tattica e strategia: e' un documento infame (questa e' la parola giusta) che di fatto distrugge il matrimonio cattolico. Avra' conseguenze pessime e condurra' molti all'apostasia. Continuare a far finta di niente, come se il motu proprio non esistesse, per prendersela con quelli che a questo punto sono solo comprimari (Kasper, Marx, etc.) significa solo tradire la natura di milites Christi che ognuno di noi ha ricevuto, con battesimo e cresima.

hr ha detto...

Il timore sulle nuove procedure del Sinodo, il probabile ricorso all'uso distorto del metodo "Delghi", il ruolo dei facilitatori/manipolatori e il rischio di pervenire "conclusioni già pre-determinate"

Synod rule changes to be announced on Friday. Hold on to your socks.
Posted on 29 September 2015 by Fr. John Zuhlsdorf

This year, however, the rules are going to be significantly changed. That’s probably what the briefing on Friday will announce.

What will the changes be? We don’t have the exact text yet, but this is what we are hearing.

Rather than follow the Ordo Synodi as it has been for years now, there will be no midterm report (which sparked such resistance last year from those who would uphold the Church’s teaching). The small groups will not communicate with each other. Instead their results will go to the central organizing office of the Synod. There will not be a final report. There will not be, if leaks are accurate, a post-Synodal Exhortation from the Pope, though he obviously can do whatever he wants to.

The effect of this will be, from what it looks like now, to leave the “process” open-ended, inconclusive.

On the one hand, that’s fine, since the Synod has zero authority to change anything, laws, doctrine or pizza orders.

On the other hand, the vague results will provide grist and energy for the Kasperites and others who would see the Church’s praxis (and therefore eventually doctrine) conformed to changing secular mores while maintaining a veneer of orthodoxy. It will give the impression that, even though many in the Synod defended doctrine, the process will go on until the changes get through.

Perhaps I am mistaken, and those of you more knowledgeable can contribute, but the method to be employed at this upcoming Synod smacks of what has been called the “Delphi Technique“. I’ve been in clerical gatherings wherein this method was used to drive the majority toward pre-determined outcomes. The method works by isolating resistors to consensus and sequestering negative feedback.

Baronio ha detto...

Guardate questo video: https://www.facebook.com/aurelio.gentile/videos/10204189573207586/

Sono senza parole: non solo per la scandalosa profanazione della Casa del Signore, ma anche per la vergognosa performance di quell'immondo figuro in casula durante un matrimonio religioso: questi personaggi indegni tanto della talare che (non) indossano quanto della prebenda che indegnamente percepiscono meriterebbero di essere ridotti allo stato laicale ipso facto.

E questi sarebbero i preti da cui bisogna aspettarsi una difesa della santità del Matrimonio? Profanano tre Sacramenti in una volta sola: la Ss.ma Eucaristia, il Sacerdozio e il Matrimonio. Roba indecente...

Sarebbe da scoprire chi è quell'idiota, di che chiesa è parroco e chi è il suo Vescovo.
Sicuramente il suo Superiore sarà tra i tanti che detestano la liturgia tridentina.

bernardino ha detto...

@ Roberto delle 14,17:

oggi a Roma si sono svolti in piazza Montecitorio i funerali civili del comunista Pietro Ingrao, - sapete chi li ha svolti sul palco? uno che si fà chiamare prete - uno dei capi di libera - (don) Ciotti, che è salito sullo scranno ed ha celebrato i funerali eretici di un ateo, con il vecchio discorso che si faceva sulle piazze negli anni 50 ai comunisti (solo che allora li facevano i segretari locali di sezioni comuniste, oggi li fanno questi pezzi di m. che si dichiarano preti cattolici, senza vergogna, e la gente non lo capisce). Putroppo non abbiamo solo Bergoglio, questi sono i suoi accoliti che fanno grandi i funerali di atei e cercano di distruggere chi si dichiara davvero Cattolico (tanto sanno che loro in grande massa si dichiarano quello che non sono e che vogliono distruggere la Dottrina Cattolica). Ecco perchè la Chiesa crolla e Bergoglio la devasta coi sinodi, ecco perchè possiamo dire chiesa di pazzi. La Chiesa quella vera è quella di Cristo e non di questa gente.
Tutti i nodi verranno al pettine; la misericordina attuale è cosa momentanea, poi arriverà la giustizia di Dio. non dimentichiamo mai le profezie della B. Emmerich, o di Fatima. Dio è misericordioso ma anche giusto all'infinito.
Chiunque pecca e non si pente alla fine paga il conto, dal più piccolo degli uomini al più importante e responsabile.
Stiamo a vedere come finirà anche questo sinodo, dove non c'è lo Spirito Santo li c'è satana.

bernardino ha detto...

Scusa Mic. se per un breve periodo non mi hai più visto nei commenti, ma ho avuto alcuni problemi e non ho potuto seguire niente.
Ricomincio da oggi, nella speranza che tutto prosegua come prima per seguire il nostro cattolicesimo di sempre e di continuare le nostre buone battaglie la noi e per la Santa Chiesa di Cristo.

Anonimo ha detto...

https://www.lifesitenews.com/opinion/swiss-bishops-confirm-existence-of-cardinal-danneels-mafia-against-benedict

Anonimo ha detto...

Ma lasciate perdere questa sedicente "mafia", perché i veri burattinai sono di altro tipo. E stanno a Roma, zona Esquilino ...

Luisa ha detto...

E aumenta il mio disgusto per le pressioni esercitate dalla lobby lgbt, intra e extra muros, sul Sinodo.
Sono arrivati a fare entrare nel Sinodo un dossier che non dovrebbe nemmeno essere sfiorato, che cosa c`entrano le "famiglie" omosessuali in un Sinodo sulla famiglia?

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/09/30/omosessuali-sulla-soglia-del-sinodo-due-appuntamenti-romani/

Rr ha detto...

Luisa,
ricordi il documento pubblicato a meta' dello scorso Sinodo ? Ed allora...non si fermano davanti a nulla, sono i nuovi bolschevichi ( non per nulla hanno alle spalle 150 anni di tecniche di sovversione€.
Ed ogni giorno c'e' una nuova scioccante notizia ( v. Il Giornale di oggi).
Rr

pensiero cattolico ha detto...

Rubrica: letture consigliate.
Sul matrimonio cristiano e sulla sua indissolubilità.
Il Pensiero di San Francesco di Sales, dottore della Chiesa, corredato dai “consigli agli sposi”.
Dalla “Filotea”, Parte 3, cap. 38. (Trad. ed. francese: Nelson, Parigi, 1933)

http://radio-vobiscum.tumblr.com/post/130189869141/podcast

mic ha detto...

Carissimi,
Relazioni magistrali e di grande profondità spirituale del card. Caffarra e del card. Burke, la prima sul mistero del matrimonio, le sfide della postmodernità alla Chiesa e come esse attentano per distruggere, concludendo con le sfide della Chiesa alla post modernità. Il Sinodo potrebbe essere il 'luogo' per reagire e passare al contrattacco. Ma detto questo impoverisco la bellezza e la profondità dell'insegnamento e cercherò di fare una sintesi dettagliata per quanto posso delle due relazioni in attesa dei testi.
Quella del card. Burke ha sviluppato osservazioni canoniche e non solo sulla nuova disciplina della nullità, tra l'altro anche grazie alla sua esperienza nella Segnatura, prima come difensore del vincolo e poi come prefetto. Charo limpido e profondo anche lui.
Anticiperò le due sintesi in attesa di poter avere i testi integrali: tutti da gustare centellinando.
Il card. Caffarra sarà presente al Sinodo e non mancherà di esporre energicamente i suoi contenuti sapienziali. Altrettanto potrà e dovrà accadere per le osservazioni ed obiezioni del card. Burke che si aggiungono a molte altre che non potranno non essere riprese nelle discussioni. Tra l'altro il card. Burke ha ricordato le prerogative e le finalità di un Sinodo, che non può deliberare nulla e comunque non è fatto per il prevalere delle maggioranze...

Luisa ha detto...

Aspettando le tue sintesi, e a costo di sembrare troppo pessimista, ho sempre più l`impressione che, a meno di una fronda (sono ridotta a parlare così di coloro che difendono la volontà di Dio), questo Sinodo si fa a giochi fatti.
Sarà Bergoglio, solo al potere, non solo a influenzare e a far pressione (pur dicendo abilmente che dà la parola a tutti) ma a decidere e quel che Bergoglio vuole ce lo ha detto e mostrato in mille modi, astuto come è farà in modo che, sempre a parole, la dottrina SEMBRERÀ non modificata ma mei FATTI, sul terreno, la sconvolgerà.
Bergoglio pretende che fa quel che i cardinali hanno espresso durante le riunioni pre conclave ma in realtà sta facendo quel che certi cardinali, quelli che hanno lavorato alla sua elezione, vogliono, che è poi quel che LUI vuole.
Il potere terreno è tutto nele sue mani e lo usa come ha fatto con il suo recente Motu Proprio.
Spero di sbagliarmi.

Paolo Pasqualucci ha detto...


@ Ringraziamo in particolare il card. Burke per il suo intervento contro i concetti espressi nel motu proprio Mitis Iudex

A quanto si sa, ancora frammentariamente, da persone presenti al Convegno di ieri all'Angelicum, il card. Burke, pur dichiarando ovviamente di non voler parlare del recente motu proprio pontificio Mitis Iudex, ne ha praticamente demolito vari aspetti, sottoponendo diversi principi in esso contenuti ad una serrata quanto efficace critica dal punto di vista canonistico e teologico. In particolare, ha dimostrato quanto sia sbagliata l'abolizione della doppia sentenza conforme nei processi di nullita' e dimostrato quanto sia erronea l'idea della "mancanza di fede all'atto del matrimoniio" quale possibile causa di nullita' del matrimonio stesso. Dopo mons. Fellay, il cardinale Burke e' il secondo alto prelato cattolico che interviene nel merito del motu proprio, contro gli inaccettabili nuovi principi in esso proposti, pur senza nominare espressamente il Papa.

C'e' in questi giorni tutto un fervore di iniziative (convegni, incontri) alla vigilia di questo Sinodo da parte di coloro che vogliono difendere la retta dottrina e pastorale della Chiesa. Speriamo che le prese di posizione di autorevoli prelati, come il card. Burke, mons. Fellay e alcuni altri, faccia coraggio agli altri, che gli interventi critici si susseguano numerosi e determinati, si' da indurre alla fine il Papa a riflettere sull'opportunita' di mantenere questo motu proprio. L'Avversario non demorde: sul Corriere della Sera di questa mattina, ed. on line, c'e' foto e dichiarazione di Kasper che grida ai quattro venti: "Gay si nasce! La Chiesa deve prenderne atto...". Non c'e' nessuna dimostrazione scientifica che "gay" si nasca, lo sappiamo bene. E' una falsita' che i media continuano a riproporre. Le continue uscite di personaggi come Kasper e Schoenborn su questo tema, dimsotrano che al Sinodo si tentera' di imporre "l'apertura" all'omosessualita' che non e' passato nel Sinodo dell'anno scorso. La battaglia sara' molto dura.

RR ha detto...

Anonimo, e che c'è all'Esquilino ?
Rr

mic ha detto...

Cara Rosa,
non so a cos'altro possa riferirsi l'Anonimo. All'Esquilino c'è Santa Maria Maggiore.

mic ha detto...

Grazie Paolo per il tuo commento.
Non avevo voluto sottolineare l'affermazione di Burke di non voler commentare i motu proprio dell'8 settembre, ma di voler esprimere considerazioni canoniche in ordine alle questioni sul tappeto. Anche se poi, di fatto, la sua relazione ne smantella proprio i due punti critici da te ricordati.

hr ha detto...

in attesa di quanto ci dirà Mic, ecco quanto scrive Cascioli:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-dal-sinodo-esca-un-catechismo-per-lanciarela-proposta-cristiana-su-matrimonio-e-famiglia-13972.htm

"Nei prossimi giorni pubblicheremo gli interventi dei singoli relatori.

In occasione del convegno, che vedeva tra il folto pubblico (circa 200 persone) anche i cardinali Sarah e Brandmuller, monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, e mons. Livio Melina, preside dell'Istituto Giovanni Paolo II, è stato anche presentato un Appello ai Padri Sinodali, in cui si chiede la riproposizione integrale della tradizione cattolica sui problemi della vita, della famiglia e dell'educazione. Ecco il testo di seguito con le firme di chi vi ha aderito (omissis)

hr ha detto...

segnalo l'editoriale a firma di Scandroglio

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-la-solita-caccia-ai-cattolici-omofobiimmaginari-13971.htm

In sintesi, ennesima applicazione del metodo Delphi, come i media "manipolano" l'informazione.

hr ha detto...


Qui il commento di Rusconi:

http://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/522-convegno-all-angelicum-fedeli-alla-dottrina-sociale.html

Mercoledì 30 settembre all’ Angelicum, in vista del prossimo Sinodo, il Convegno “Permanere nella verità di Cristo”. Davanti a duecento convenuti e a numerosi giornalisti, hanno parlato - molto applauditi - i cardinali Caffarra e Burke, l’arcivescovo Vasil’ e il professor Kampowski. Un applauso significativo a scena aperta al card. Burke. Un appello al Sinodo, sottoscritto anche dai cardinali Sarah e Brandmüller, ambedue in aula.

hr ha detto...

Riguardo all'attivismo di Kasper
Rusconi dice:
Non si è trattato di un Convegno di “resistenti al Papa” come da qualche parte si era osservato (perfino nella presentazione meridiana del libro “Testimone della misericordia” del cardinale Walter Kasper in conversazione con Raffaele Luise, coordinatore del noto “Cenacolo degli amici di Francesco”).

Famiglia cristiana
http://www.famigliacristiana.it/articolo/kasper-nel-sinodo-discussione-su-tutto-a-cuore-aperto.aspx
30/09/2015 KASPER: "NESSUNA CONTRADDIZIONE TRA VERITÀ E MISERICORDIA"
Il Segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani ha presentato il suo libro intervista “Testimone della misericordia” (Garzanti): "Linguaggio e atteggiamento inclusivi saranno la cifra del confronto tra i padri sinodali. Il magistero della Chiesa è fatto di ascolto. Poi sarà il Papa a decidere"


L'eminenza grigia così viene presentato:
Testimone della misericordia Il mio viaggio con Francesco
«Papa Francesco vuole rimuovere la cenere accumulata da secoli per far brillare di nuovo il fuoco del Vangelo.»

Con la straordinaria figura di papa Francesco, la Chiesa ha intrapreso un'epoca di riforme e di cambiamenti di ampio respiro. Per far luce su questo cammino complesso, non c'è testimone migliore del cardinale Walter Kasper, teologo eminente, fedele collaboratore del pontefice e ispiratore del tema della misericordia, vero fulcro dell'intero magistero di Bergoglio. Il cardinale Kasper ci guida nella comprensione profonda della figura di papa Francesco, ci illustra dall'interno tutti gli aspetti del suo pontificato e ci accompagna nel percorso verso il Sinodo ordinario sulla famiglia e il successivo Anno Santo della misericordia. In queste conversazioni con il vaticanista Raffaele Luise, si delinea così il ritratto prezioso del cardinale tedesco, uomo di punta della Chiesa di Roma nel dialogo con le confessioni cristiane, con le grandi religioni e le culture del mondo; un uomo di grande finezza intellettuale e spirituale, modello di una fede non clericale e carica di speranza.

da Zenit:La misericordia "non è un'ideologia astratta"
Raffaele Luise ha presentato a Roma il libro "Testimone della Misericordia – il mio viaggio con Francesco", in cui riporta i contenuti di conversazioni con il card. Kasper.
I rapporti tra giustizia e misericordia e tra diritto e teologia. E quelli tra ragione, cuore e misericordia. Il modo in cui, quest’ultima, si coniuga con la modernità e con i valori laici di libertà, uguaglianza e fratellanza.
Oltre al porporato tedesco, presenti come interlocutori il prof. Stefano Rodotà e Raniero La Valle."
Mi sovvien il popolare adagio: Dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei.

hr ha detto...

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_ottobre_01/teologo-riformista-kasper-gay-si-nasce-no-fondamentalisti-nome-vangelo-28db8158-6800-11e5-8caa-10c7357f56e4.shtml

«Al Sinodo non bisogna avere paura della disputa: senza, non si può chiarire nulla»
di Gian Guido Vecchi

Alcune risposte di Kasper:

" c’è un certo fondamentalismo: si prende una parola del Vangelo e di questa si fa una ideologia per sostenere la propria tesi"

Dottrina da una parte, misericordia dall’altra. Possibile siano in contrasto?
«Ma la misericordia è al fondamento del Vangelo, è la dottrina di Gesù! Metterle in contrasto è insensato. La misericordia è la dottrina fondamentale, la sorgente delle altre. Perché Dio è divenuto uomo? Perché è andato fino alla Croce?».
Il Papa a Filadelfia ha detto: la tavola del Signore è apparecchiata per tutti.
«Il peccatore deve convertirsi, è chiaro. Non è una giustificazione del peccato, ma dei peccatori. Questa è la differenza: Gesù non giustifica il peccato, ma i peccatori. Se chiedono perdono: non è un automatismo».
C’è un’esegesi fondamentalista del Vangelo?
«Sì. Dio ha creato il mondo in sei giorni: ma nessuno oggi pensa sia più così, alla lettera. Certo la parola che il matrimonio non si può sciogliere è chiara, ma già nel Nuovo Testamento questo comandamento di Gesù è adattato a certe situazioni. In Matteo c’è la clausola di “porneia”, di unione illegittima, adulterio, che può essere causa di divorzio. (Sic!!!)C’è un’eccezione anche nella prima lettera ai Corinzi, e Paolo parla con potestà apostolica. Nelle prime comunità ci sono diverse prassi e una certa flessibilità».

hr ha detto...

http://www.repubblica.it/vaticano/2015/10/01/news/ruini_il_matrimonio_e_indissolubile_no_all_eucarestia_per_i_risposati_-124038412/
di PAOLO RODARI
A margine della presentazione a Roma del libro di Marcello Pera "Diritti umani e cristianesimo", Ruini dipinge l'immagine di un'assise sinodale distante dalle note caricature mediatiche.

"È profondamente sbagliato presentare come in contrapposizione le sensibilità diverse presenti al Sinodo sulla famiglia. Le diversità esistono ma sono arricchenti, e sono convinto che i padri sinodali troveranno soluzioni comuni ai problemi più delicati riguardanti la famiglia e le sue ferite. In questo senso non vi sono due Chiese, ma una sola Chiesa che vive di voci eterogenee".
Che vi siano sensibilità diverse all'interno della Chiesa è secondo lei un fattore fisiologico?
"Direi che la presenza di voci diverse è naturale. Del resto, queste voci ci sono state al Concilio Vaticano II, tutti le ricordiamo. E ci sono state anche quando non c'erano né Sinodo né Concilio".

Sensibilità diverse non è sinonimo di contrapposizione?
"Assolutamente no. Non è in atto alcuna contrapposizione per la quale non si possa trovare una linea alla fine comune. E poi c'è sempre il ruolo del Santo Padre che è il punto di riferimento per tutti indipendentemente dalle opinioni personali che possiamo avere ".

A lui tutti i vescovi guardano?
"Certo. Tutti guardiamo a lui e lo seguiamo nel cammino che ci indica".

mic ha detto...

«Ma la misericordia è al fondamento del Vangelo, è la dottrina di Gesù! Metterle in contrasto è insensato. La misericordia è la dottrina fondamentale, la sorgente delle altre. Perché Dio è divenuto uomo? Perché è andato fino alla Croce?».

E' un sofisma. Questo l'ha chiarito bene il card. Caffarra. Datemi tempo e svilupperò il discorso.

RR ha detto...

Kasper e Schoenborn...
ma non fanno prima a fare "outing" ,a spretarsi e vivere la propria vita felice col compagnuccio che si sono scelti ? (oddio, Kaspser è un po' vecchioto, ma, si sa, l "ammoooree" non ha età).
Mi sembra, infatti, di rivivere la stagione dei "preti operai", poco preti, molto operai, am soprattutto molto "femminagghi" (termine in dialetto gallurese). Tutti lasciarono la Chiesa, pochi restarono in fabbrica, quasi tutti si sposarono.
Così tutto 'sto baillame per screditare il matrimonio uomo-donna, è per sdoganare l'omosessualità. Così, quando si spreteranno, pardon, chiederanno la sospensione "a divinis" per "convolare a giuste nozze", non creeranno più scandalo (pensano loro).
"Gay " si nasce. Peccato che molti "gays" sono in reltà bisessuali, e tutti sono figli di non gays. Ora, se è genetico, glielo hanno traresso i genitori "no gays", se è acquisito, non è congenito. Tertium non datum. Ma chi se ne fraga di Aristotele !
Sparano tante cazz...te "scientifiche", e poi parlano del Medioevo "oscuro"
e "superstizioso".
Rr

hr ha detto...

http://www.vita.it/it/article/2015/09/30/milano-boom-di-richieste-allufficio-per-laccoglienza-dei-separati/136752/
È il primo ufficio al mondo dedicato ai fedeli separati. Aperto a Milano l'8 settembre, per avere un appuntamento bisogna aspettare cinque settimane tante sono le richieste. Il direttore, don Diego Pirovano, ne presenta lo stile e alla vigilia del Sinodo sulla Famiglia spiega perché i divorziati sono una urgenza pastorale per la Chiesa

A dirigere l’Ufficio è don Diego Pirovano, classe 1973, prete dal 2004, giudice del Tribunale Ecclesiastico regionale lomabardo, laureato in giurisprudenza, ha perfezionato gli studi in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense e la Pontificia Università Gregoriana.
Quali sono le finalità?

Lo scopo è aiutare i fedeli a una migliore comprensione della loro situazione sotto il profilo morale e canonico. La fatica di tanti fedeli separati rispetto alla Chiesa è quella di avere informazioni sbagliate e imprecise, una percezione non corretta della propria condizione, maturata partendo da una cosa saputa per sentito dire, un titolo di un giornale, messo insieme a un’impressione o un atteggiamento vissuti all’interno della propria comunità… tutto questo, unito alla reale sofferenza della separazione, a volte genera un equivoco. Intanto diamo un’informazione corretta, che giungendo da un Ufficio di Curia ha una forza di verità più convincente. Poi aiutiamo le persone a comprendere la loro posizione all’interno della Chiesa, spiegando le varie situazioni, che vanno sempre valutate caso per caso.
La finalità di questo Ufficio è più ampia, più originaria: non è solo aiutare le persone a capire se avviare o non avviare la strada della nullità. Sarebbe troppo poco. Accoglienza è vicinanza al fedele nelle tappe di un percorso, significa anche aiutare a capire come mai hai avuto una sentenza negativa dal Tribunale, che può essere una cosa che alimenta sfiducia e allora serve un accompagnamento per spiegarti come mai il tuo matrimonio è valido, per dirti che sei parte della Chiesa e per fartelo capire e sentire. La consulenza canonica verso la causa di nullità matrimoniale è la quarta attività prevista dall’Ufficio, bisogna fare lo sforzo di parlare anche degli altri tre passaggi.
Il Sinodo è un momento da accompagnare con la preghiera. Ciò che è desiderato deve essere filtrato dal desiderio di ispirazione. Se no stiamo a dividerci in partiti o a fare calcoli di posizionamento. La preghiera deve aprirci a questa logica ispirata, così che finché il Sinodo non accade nessuno può dire cosa produrrà.

Anonimo ha detto...

non so a cos'altro possa riferirsi l'Anonimo. All'Esquilino c'è Santa Maria Maggiore.

Che un cardinale rilasci, alla vigilia del Sinodo, un'intervista in cui definisce il gruppo di cui fa parte un "Mafiaclub" mi sa tanto di specchietto per le allodole. Che questo gruppo segreto - ma mica tanto - abbia manovrato contro papa Benedetto può essere, ma chi veramente "manovra", nel senso più letterale del termine, è quel coacervo di forze occulte, che luciferinamente decidono la tattica, che obbedisce alla più determinata e lucida delle strategie. Questo grave attacco alla CC, che ha come obiettivo la Messa, è partito in "zona Esquilino" - Francescani dell'Immacolata e proibizione di celebrare secondo il VO - e si decide in "zona Esquilino". La Salus Populi Romani interessa poco o niente a questa gente. Anzi ...

Anonimo ha detto...

E intanto su Rorate leggo questo, tanto per farmi andare di traverso il frugale pasto:
http://rorate-caeli.blogspot.com/2015/10/bombshell-secret-parallel-synod-papal.html
che deriva da qui:
http://www.lastampa.it/2015/10/01/blogs/san-pietro-e-dintorni/sinodo-lavori-discreti-in-corso-qOzhNOJ6AkwCrMJiWfGHNO/pagina.html
E io che ammiravo i Gesuiti (quelli di una volta). Oh sant'Ignazio. Mi procuro una novena per chiedere la sua intercessione, questi gesuiti del menga vanno fermati. Se non dal basso, all'alto.
humilitas

Anonimo ha detto...

Non male qui:
http://wdtprs.com/blog/2015/09/bp-olmsted-d-phoenix-issues-to-men-a-tremendous-call-to-battle/
Spero che qualcuno tra i padri sinodali sia abbastanza uomo da ricordare agli uomini, tutti, laici e presbiteri e religiosi, che tali sono e come tali devono agire.
Di lavender cardinals, veri o presunti, ne abbiamo pieni i sinodi.
humilitas

Anonimo ha detto...

All'Esquilino non c'è solo SMM, ma tanti appartamenti lussuosi con terrazzi a vista mozzafiato e solaria........non so se mi spiego, come disse il tovagliolo mettendosi a tavola.....per la 'misericordia' segnalo un bell'articolo su The wanderer caminante 'Efectos secondarios de la bergoglina' per chi sa lo spagnolo bene. A me pare si stia insistendo troppo sfacciatamente sui poveri gay discriminati, stanno raccontando balle spaziali sulla loro 'triste' condizione, ma quando mai, occupano tutti gli spazi vitali e non se no può proprio più, altro che minoranza da preservare.....a RR dico che guardi attentamente al programma scolastico della figlia, anche se penso sia abbastanza grande da saper distinguere, ho dato una scorsa, la nuova scuola si presenta subdolamente affascinante, liquida ed insinuante, si capisce e non, ma l'insegnamento gender c'è eccome, bisogna scovarlo fra le varie definizioni delle attività propedeutiche alternative , occhi aperti a chi ha figli in età scolare, l'omomatrimonio passerà in primavera sotto bizantineggianti diciture, ma alla fine passerà, e la misericordiosa chiesupola del vdr sorriderà indulgente. Al signor hr che passa solertemente tanti articoli, la pregherei di passare solo quelli fondanti, dei discorsi del vdr ne faremmo volentieri a meno, ne va della nostra salute e del nostro apparato gastrointestinale. Il 13 marzo 2013, già, una serata strana.........un incubo sempre più incombente, altro che buona sera......non ho seguito le ignobili piazzate rosse per i morti comunisti, ciottolino non solo è rosso come il compagno genovese,è pure un mamma santissima e non dico altro, già sto fuori tema. Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...

Lupus, mamma santissima cosa vuol dire? sul dizionario dice capomafia, intendevi questo?
scusate ma dalle mie parti è una parola mai sentita...
humilitas

Anonimo ha detto...

Humilitas, non so e non voglio sapere da dove lei proviene, io so quel che dico, io di preti antimafia considero solo don Puglisi.Quod dixi dixi. Lupus et Agnus.

Rr ha detto...

Si, humilitas (scusa, ma quanti anni hai ?mai visto il "Padrino" o i "Sopranos" o tutte le serie televisive sulla mafia, dalla "Piovra"in poi?), "mamma santissima" è l'equivalente di boss, capo-cupola, più in generale persona intoccabile, molto potente, che comanda uomini ed amministra patrimoni a suo piacimento. Uno che se ti si scatena contro, sei finito, kaputt, morto ammazzato.
Ciotti, vero professionista dell'antimafia (citazione dia Sciascia) ha fondato un'associazione che è diventata nel tempo molto ricca e potente, legandosi a filo doppio e triplo con il potere politico, di sinistra, of course. Può fare ciò che vuole, e nessuno lo trascinerà mai in giudizio. Nè laico, nè ecclesiastico. Inizialmente sembrava che il VdR lo schifasse un po', ma poi si è ricreduto (o l'hanno fatto ricredere ). NON è MAI vestito da prete (clergyman).

Lupus,
quindi fan di tutto per mantenere proprietà ed uso (i più svariati) degli apprtamenti all' Esquilino, "Chiesa povera per i poveri"?

Non preoccuparti per mia figlia, che ha un grosso senso critico (che a volte mi sorprende). Inoltre, grazie a Dio, la riforma parte l'anno prossimo, e lei sarà, Deo volente, all'Università.
Rr

Anonimo ha detto...

Sorry, Rr, sono adulta, ma non ho mai visto né il Padrino né alcuna serie tv sulla mafia... Mai fregato niente di quelle robe lì....
humilitas

viandante ha detto...

Grazie Mic di queste tue informazioni e riflessioni.
La sola utilità di questi convegni, e con questo non voglio per nulla relativizzare queste assisi, è infatti quella di mettere in chiaro le idee a quei fedeli che sono sinceramente confusi e scandalizzati da certa gerarchia e che potrebbero cedere di fronte al clamore e alla dignità della funzione che tanti ecclesiastici rivestono.

Però in questo periodo storico ho come l'impressione che le discussioni e le argomentazioni non servano e non riescano più a convincere coloro che si sono già aperti al mondo.

È come se nella società e nel mondo intero vi fossero delle forze invisibili e soprannaturali che stanno dividendo le persone in due gruppi: coloro che sono disposti a dare tutto per Cristo e coloro che sono irrimediabilmente affascinati ed attratti da satana. Che si stiano per separare gli eletti dagli altri?

Anonimo ha detto...

Sulla Bussola di stamane un'interpretazione molto chiara del card. Meisner:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-non-si-puo-fare-mercato-del-matrimonio-cristiano-il-cardinale-meisner-lancia-la-sua-sfida-al-sinodo-13984.htm

"La possibilità di permettere l'accesso alla comunione per i cosiddetti divorziati risposati nella prassi pastorale richiede che si ponga prima di tutto la domanda circa la santità dell'Eucarestia. In teoria per affrontare questo problema, occorrerebbe procedere con un'approfondita istruzione sull'essenza dell'Eucarestia. In Germania abbiamo un “consumo eucaristico” senza precedenti e tuttavia non riusciamo quasi a vedere nella vita dei fedeli i frutti. L'Eucarestia è decaduta diventando un semplice rito di appartenenza. Non è più compresa come l'incontro con il Figlio del Dio vivente, che ha lasciato se stesso a noi nella Santa Eucarestia. Perciò in Germania il sacramento della Penitenza è quasi completamente sparito, e questa è la conseguenza della perdita della comprensione di che cosa sia l'Eucarestia. Chi è ripieno del mistero dell'Eucarestia sa da sé che la Comunione eucaristica presuppone l'unione indissolubile del matrimonio. L'apostolo Paolo afferma in riferimento al matrimonio: “Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa” (Ef.5,32)».

Mi pare che in Italia la situazione non sia tanto diversa. Ho sentito preti NO dire eh ma qui tutti fan la Comunione e nessuno si confessa... ma va'??? di chi sarà mai la responsabilità?
Torniamo sempre lì, all'Eucaristia fonte e culmine della vita cristiana: finché non ricominceranni a gridarlo con forza e convinzione dai pulpiti (e a educare i bambini a trattare il Signore sacramentato come si deve), mi sembra evidente che la china si farà sempre più scivolosamente luterana.
humilitas

Anonimo ha detto...

RR non solo Esquilino, ma le zone più esclusive, vuoi mettere, sono pur sempre principi della chiesa, Noi siamo noi, i poveri nun so' un c......sempre valida come massima. Le descrizioni di Woelki e di Meisner, sono lo specchio di tutta la cc odierna, un gran consumo di ostie e fede dissolta, niente masse in entrata dopo il 13 marzo ferale, torneranno solo per farsi annullare il matrimonio religioso, leggo che a Milano c'è la fila, chissà cosa farà il vostro piccolo genio della lampada, ragazzi, 68ardi o no, qui la barca è piena di falle ed imbarca acqua da ogni parte, ma el capitan ride, che c'avrà mai da ride', a BA pareva un commesso di pompe funebri.........la vedo brutta assai, poi per gli ansiosi che vogliono risposte nette, si-si, no-no, per quanto mi riguarda non dico sede vacante, ma illecitamente ed illegalmente okkupata da un vescovo di bianco vestito, stop. 2017, tenetevi pronti, lì si saprà, nel contempo preghiamo, che abbiano tutti bisogno di aiuti dall'alto, che quelli dal basso ci hanno già rovinato abbastanza. Lupus et Agnus.

rr ha detto...

non dico sede vacante, ma illecitamente ed illegalmente okkupata da un vescovo di bianco vestito

è esattamente quel che dicevo io. La sede non è vacante perchè c'è BXVI.
Rr

Anonimo ha detto...

@ Humilitas
Il cardinale Meisner ha centrato l’obiettivo.
In questa frase infatti è racchiusa l’attuale realtà: «In Germania abbiamo un “consumo eucaristico” senza precedenti e tuttavia non riusciamo quasi a vedere nella vita dei fedeli i frutti. L'Eucarestia è decaduta diventando un semplice rito di appartenenza. Non è più compresa come l'incontro con il Figlio del Dio vivente, che ha lasciato se stesso a noi nella Santa Eucarestia».
Naturalmente il fenomeno non coinvolge la sola Germania, ma un pò tutti i paesi, chi più e chi meno. Il motivo è proprio quello individuato da Meisner e cioè l’individuo non comprende e non coglie più il senso del sacro e quindi l’Eucarestia è decaduta a semplice rito di appartenenza.
Non lo comprende più perché si è dissolto quell’humus religioso che albergava nella vita familiare fino a qualche anno fa. Oggi l’individuo si trova in uno stato di analfabetismo religioso, conseguenza del vivere in una società in cui è stata quasi del tutto espunta la parola “Dio” e tutto ciò che vi attiene dalla quotidianità. In una parola Dio non fa più mondo, non appartiene più al nostro quotidiano, governato ormai da dinamiche diverse.
I rimedi? Non a caso il cardinale dice: "In teoria per affrontare questo problema, occorrerebbe procedere con un'approfondita istruzione sull'essenza dell'Eucarestia".
Ecco, in teoria forse, ma nella pratica non produrrebbe nessun riscontro. Comprendo il grido di dolore di Humilitas, ma reputo inefficace la cura esposta: «… Finché non ricominceranno a gridarlo con forza e convinzione dai pulpiti e a educare i bambini a trattare il Signore sacramentato come si deve, mi sembra evidente che la china si farà sempre più scivolosamente luterana».
Il grido dai pulpiti, non va soltanto ascoltato, è necessario elaborarlo e interiorizzarlo per coglierne qualche frutto. Per educare i bambini e anche gli adulti a trattare come si deve il Signore sacramentato, è necessario sia presente qualche presupposto, che a quanto pare comincia a scarseggiare.