Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 16 febbraio 2016

La Santa Eucarestia, la lotta contro la crisi della Chiesa e la messa pontificale: il Cardinal Burke a Cracovia

Riprendo da Polonia cristiana e ringrazio il nostro traduttore per la pronta versione dall'inglese. Chi scorrerà il testo, troverà anche il video della solenne Messa Pontificale celebrata l'8 febbraio 2016 dal card. R. L. Burke nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo in Cracovia.

Il Cardinal Raymond Leo Burke, in passato arcivescovo di Saint Louis e prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, oggi patronus del Sovrano Ordine Militare di Malta, è giunto a Cracovia l’8 febbraio 2016 nel corso di un ciclo di visite in Polonia per promuovere il suo ultimo libro.
Sua Eminenza Cardinal Stanisław Dziwisz ha accompagnato il suo ospite nella stracolma sala delle riunioni del Monastero dell’Ordine Francescano e gli ha dato un caloroso benvenuto.
L’applauso che ha salutato l’autore del libro L’Amore divino si è fatto carne: la Santa Eucarestia come sacramento di carità sembrava non avere fine.
Sùbito dopo il discorso introduttivo di Sławomir Skiba, redattore capo della rivista Polonia Christiana e vice-presidente della Stowarzyszenie Księdza Piotra Skargi (Associazione sacerdotale Piotr Skarga), che ha parlato all’illustre ospite e al numeroso pubblico a nome degli organizzatori dell’incontro, il Cardinal Burke ha cominciato la sua conferenza, mostrandosi sinceramente commosso dalle dimostrazioni d’affetto.

“Grazie Sua Eminenza per il Suo impegno pastorale infaticabile e coraggiosamente cattolico in difesa della famiglia e del matrimonio nel corso dell’ultimo Sinodo. Come laici cattolici, Gliene siamo particolarmente grati”, ha affermato Skiba. Ed ha sottolineato: “Con la sua vita e con la pubblicazione del libro L’Amore divino si è fatto carne: la Santa Eucarestia come sacramento di carità, Sua Eminenza ci mostra cos’è che dovrebbe essere sempre il centro della vita cattolica”.

il Cardinal Burke ha dichiarato:
“Sin dalla gioventù sono stato testimone della fedeltà e della generosità con cui i cattolici polacchi hanno vissuto la fede che hanno portato con sé dalla loro patria alla mia, gli Stati Uniti d’America. Il cattolicesimo polacco è stato una grande benedizione tanto per la Chiesa nel mio paese come per me personalmente. Per questo motivo, sono particolarmente contento del fatto che il mio libro sulla Santa Eucarestia sia ora a disposizione delle persone di lingua polacca”.
Come è stato osservato dagli illustri ospiti, ha detto il Cardinale:
“i ricordi più belli della mia formazione alla fede cattolica e della sua pratica […] sono tutti legati alla messa domenicale, alla devozione eucaristica e al loro prolungamento nella devozione al Santissimo Cuore di Gesù […]. Sin dai primissimi tempi, mi è sempre stato chiaro che il regalo più grande che Dio ha fatto a me, alla mia famiglia e all’intera Chiesa è il santo Sacrificio della messa insieme ai suoi frutti incomparabili”.
Il Cardinal Burke ha poi affermato, spiegando perché ha scelto il Santo Sacramento come argomento del suo libro
“Un’epoca di particolare sviluppo di quest’intimità con l’Eucarestia cominciò per me quando avevo dieci anni: divenni chierichetto e assistevo il sacerdote durante l’offerta della santa messa e degli altri riti sacri. Essere testimone da vicino della bellezza e della ricchezza del rito della messa e – in particolare – del servizio insostituibile del sacerdote nell’offerta del Sacrificio, è stata una grazia per la quale mi sento oggi pieno di gratitudine”.
Il Cardinale ha anche menzionato le sue esperienze “molto dolorose” – come egli stesso le ha definite – connesse alla riforma liturgica: la disposizione dell’interno delle Chiese è stata stravolta e gli arredi più belli, specialmente gli altari maggiori, sono stati rimossi. Non si è più prestata attenzione devota ai paramenti sacri, ai calici e ai rivestimenti. È diventato sempre più frequente ascoltare “della musica contemporanea non molto bella e spesso banale. Il latino veniva utilizzato raramente, per non dire mai. […] Una situazione che è stata pesantemente aggravata da interminabili esperimenti condotti sul Rito”, ha concluso.

Le domande postegli dopo la conferenza dai fedeli che facevano parte del pubblico hanno provato senz’ombra di dubbio che la gente è preoccupata dello stato attuale della Chiesa, e sono state anche una testimonianza di profondo amore e devozione nei confronti di una fede santa. Le domande vertevano, tra le altre cose, sulla santa messa celebrata secondo la forma straordinaria del rito romano, sulla situazione della Società San Pio X e sui mezzi adeguati per poter superare la crisi della Chiesa. “Se si cercano le cause della crisi della Chiesa bisogna risalire molto indietro nel passato. La crisi sociale che ha implicato il rifiuto del concetto di autorità è coincisa con quella liturgica. I fedeli che si sono trovati dentro questa crisi non hanno ricevuto il sostegno necessario da parte della Chiesa”, ha risposto Burke.

Come Sua Eminenza ha evidenziato, sono due i cammini da percorrere per superare la crisi in cui ci troviamo attualmente. “Il primo è una catechesi profonda e completa che insegni la fede e che venga impartita dall’infanzia fino alla vita adulta. Oggi ci troviamo a volte di fronte a situazioni in cui quanti vogliono difendere la propria fede sono privi di formazione e della conoscenza dei princìpi. Il secondo cammino è il necessario recupero della dimensione sacra della liturgia, che dovrebbe essere fondato sul principio fondamentale secondo cui non siamo noi che creiamo la liturgia, ma che essa è un atto, un’azione e un’attività di Cristo. Questo principio può essere arricchito da tutti i dettagli riguardanti la liturgia, tra cui anche la decorazione della chiesa. Ricordiamo sempre che è Cristo che agisce nella liturgia”, ha predicato il Cardinal Burke.

Folle di fedeli hanno partecipato alla messa pontificale nella chiesa di San Pietro e Paolo a Cracovia, celebrata dal Cardinal Burke nella forma straordinaria del rito romano. I fedeli presenti sono stati testimoni di una messa celebrata secondo questo rito celebrata da un sacerdote che portava la mitra cardinalizia per la prima volta a partire dal giorno in cui sono stati introdotti i cambiamenti nella liturgia da parte del Concilio Vaticano II, ossia per la prima volta in cinquant’anni!

Gli organizzatori dell’evento hanno sottolineato che la celebrazione della messa è stata possibile anche grazie all’aiuto offerto dai sacerdoti della parrocchia di Santa Maria e della Cattedrale del Wawel, che ha prestato gli strumenti canonici necessari per l’occasione.

Durante la sua omelia, il Cardinal Raymond Burke ha ricordato il santo del giorno: San Giovanni de Matha, fondatore del primo Ordine della Santissima Trinità  per la Liberazione degli Schiavi, dedicato alla raccolta di denaro per riscattare i cristiani fatti prigionieri dai musulmani. Il Cardinale ha sottolineato la singolare attualità dell’operato di San Giovanni.

Alla fine, i numerosi fedeli riuniti nella messa hanno cantato la canzone polacca My chcemy Boga! (Noi vogliamo Dio!).
[Traduzione a cura di Chiesa e postconcilio]

9 commenti:

Luisa ha detto...



"Il Cardinale ha anche menzionato le sue esperienze “molto dolorose” – come egli stesso le ha definite – connesse alla riforma liturgica: la disposizione dell’interno delle Chiese è stata stravolta e gli arredi più belli, specialmente gli altari maggiori, sono stati rimossi. Non si è più prestata attenzione devota ai paramenti sacri, ai calici e ai rivestimenti. È diventato sempre più frequente ascoltare “della musica contemporanea non molto bella e spesso banale. Il latino veniva utilizzato raramente, per non dire mai. […] Una situazione che è stata pesantemente aggravata da interminabili esperimenti condotti sul Rito”,

Quell`esperienza l`ho vissuta, la violenza con cui è stata imposta la riforma liturgica dice molto se non tutto sulle motivazioni di chi l`ha pensata e organizzata nel rigetto sprezzante del passato, della Tradizione, quel che era sacro è diventato da un giorno all`altro roba ammuffita da seppellire senza gli onori.


Luisa ha detto...


Il post sulla dichiarazione comune dell`Avana essendo oramai sommerso dall`attualità mi permetto di riportare qui l`articolo di Rusconi su Rossa Porpora, un`analisi che conferma quel che anche noi, nel nostro piccolo, avevamo da subito osservato.
Che Bergoglio avesse prontamente relativizzato quella dichiarazione comune non mi era sfuggito ma, siccome non leggo quasi più la stampa di regime come vat.ins., non avevo letto gli articoli dei " Turiferari Maggiori di Santa Marta" e del "Maggiore" fra di loro:

"DICHIARAZIONE KIRILL-FRANCESCO: QUANTO VALE LA FIRMA DEL PAPA?"

-UNA ‘DICHIARAZIONE’ DAI TONI BATTAGLIERI CHE NON PIACE AGLI INCIUCIANTI E AI CATTOLICI ‘A’ LA CARTE’
Insomma: la ‘Dichiarazione comune’ dell’Avana (così impegnativa) disturba coloro che, quando si deve scendere dall’astrattezza dei principi alla concretezza delle situazioni storiche, preferiscono l’inciucio con il mondo. Ciò per scelta strategica, per timore di vendette di natura economica o perché ormai sono de facto “cattolici à la carte”. Comprensibile allora che si pensi a riporla il più in fretta possibile in un cassetto, dove avrà tempo e modo di coprirsi di polvere.
C’è però un ma e non da poco: il Papa l’ha firmata. Pure solennemente. E allora la domanda viene spontanea: quanto vale in questo caso la firma di Francesco?


http://www.rossoporpora.org/rubriche/papa-francesco/566-dichiarazione-kirill-francesco-quanto-vale-la-firma-del-papa.html


mic ha detto...

L'articolo di Rossoporpora è importante. Ne avevo già programmato la pubblicazione.

Anonimo ha detto...

http://www.lafedequotidiana.it/il-cardinale-onaiyekan-no-alla-comunione-per-tutti/

P. ha detto...

INTENZIONI DI PREGHIERA.
Per favore: non sottovalutatele. Si tratta di fatti importanti.
1) Un vecchio prete, che fin dagli anni '60 è stato un testimone solitario ed una colonna della Tradizione, da alcuni mesi si sta confrontando con gravi problemi di salute. Non che prima stesse bene, ma è da Natale (più o meno) che si sono motivi per reputare che i suoi giorni stanno per finire. Mi è giunta voce (spero di aver capito male) che, come se non bastasse, qualcuno, approfittando del peggioramento delle sue situazioni di salute, gli avrebbe fatto un brutto "scherzo";
2) Una persona che, forse, dopo una vita che non riusciva a rompere dei legami con il peccato, forse, per immeritata grazia, sembra che ci stia riuscendo finalmente. Affinché perseveri.
3)Per me, che il Signore (anche per intercessione di San Giuseppe) mi stia accanto e conceda lumi.

Luís Luiz ha detto...

"E allora la domanda viene spontanea: quanto vale in questo caso la firma di Francesco? "
Niente. E non solo la firma, le stesse parole non valgono niente. Il bergoglismo è la negazione del Logos, e in questo incontro per lui vale solo la foto del abraccio per la creazione della religione mondiale unica.

Uno tra tanti ... ha detto...

Tra me e me mi stavo dicendo: "La Chiesa va rotoli allora il Cardinale scrive libri"

Eh mi sa che è veramente poco. E' bene pregare, celebrare Sante Messe che fa solo parte del suo ministero sacerdotale ma ... NON E' CHE SERVIREBBE ANCHE ALTRE COSE come dinunciare con nomi i maestri di confusioni all'interno dalla Chiesa stessa ?

Rr ha detto...

Uno tra tanti:
Burke ci ha rimesso il posto per aver denunciato molte cose. Col suo nome, non con uno pseudonimo.
Vogliamo che lo decardinalizzino o lo spediscano in qualche gulag ecclesiale? Tipo Padre Mannelli? Magari accusandolo di aver coperto qualche pretonzolo americano pederasta ( figuriamoci se non ne trovano uno, data la prevalenza di pederasti tra i preti post CVIi in USA), come stanno facendo con Pell?
Rr

Josh ha detto...

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ora-comunione-pure-take-away-1225762.html