Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 18 febbraio 2016

R. De Mattei. Lo “storico” incontro tra Francesco e Kirill

Tra i tanti successi attribuiti dai mass-media a papa Francesco, c’è quello dello “storico incontro”, avvenuto il 12 febbraio a L’Avana, con il patriarca di Mosca Kirill. Un avvenimento, si è scritto, che ha visto cadere il muro che da mille anni divideva la Chiesa di Roma da quella di Oriente.

L’importanza dell’incontro, secondo le parole dello stesso Francesco, non sta nel documento, di carattere meramente “pastorale”, ma nel fatto di una convergenza verso una meta comune, non politica o morale, ma religiosa. Al Magistero tradizionale della Chiesa, espresso da documenti, papa Francesco sembra dunque voler sostituire un neo-magistero, veicolato da eventi simbolici. Il messaggio che il Papa intende dare è quello di una svolta nella storia della Chiesa. Ma è proprio dalla storia della Chiesa che occorre partire per comprendere il significato dell’avvenimento. Le inesattezze storiche sono infatti molte e vanno corrette perché è proprio sui falsi storici che spesso si costruiscono le deviazioni dottrinali.

Innanzitutto non è vero che mille anni di storia dividono la Chiesa di Roma dal Patriarcato di Mosca, visto che questo è nato solo nel 1589. Nei cinque secoli precedenti, e prima ancora, l’interlocutore orientale di Roma era il Patriarcato di Costantinopoli. Nel corso del Concilio Vaticano II, il 6 gennaio 1964, Paolo VI incontrò a Gerusalemme il patriarca Atenagora per avviare un “dialogo ecumenico” tra il mondo cattolico e il mondo ortodosso. Questo dialogo non è riuscito ad andare avanti a causa della millenaria opposizione degli ortodossi al Primato di Roma. Lo stesso Paolo VI lo ammise in un discorso al Segretariato dell’Unità per i cristiani del 28 aprile 1967, affermando: «Il Papa, noi lo sappiamo bene, è senza dubbio l’ostacolo più grande sul cammino dell’ecumenismo» (Paolo VI, Insegnamenti, VI, pp. 192-193).

Il patriarcato di Costantinopoli costituiva una delle cinque sedi principali della cristianità stabilite dal Concilio di Calcedonia del 451. I patriarchi bizantini sostenevano però che dopo la caduta dell’Impero romano, Costantinopoli, sede del rinato Impero romano d’Oriente, sarebbe dovuta divenire la “capitale” religiosa del mondo. Il canone 28 del Concilio di Calcedonia, abrogato da san Leone Magno, contiene in germe tutto lo scisma bizantino, perché attribuisce alla supremazia del Romano Pontefice un fondamento politico e non divino. Per questo nel 515, papa Ormisda (514-523) fece sottoscrivere ai vescovi orientali una Formula di Unione, con cui essi riconoscevano la loro sottomissione alla Cattedra di Pietro (Denz-H, n. 363).

Tra il V e il X secolo, mentre in Occidente si affermava la distinzione tra l’autorità spirituale e il potere temporale, in Oriente nasceva intanto il cosiddetto “cesaropapismo”, in cui la Chiesa viene di fatto subordinata all’Imperatore che se ne ritiene il capo, in quanto delegato di Dio, sia nel campo ecclesiastico che in quello secolare. I patriarchi di Costantinopoli erano di fatto ridotti a funzionari dell’Impero bizantino e continuavano ad alimentare un’avversione radicale per la Chiesa di Roma.

Dopo una prima rottura, provocata dal patriarca Fozio nel IX secolo, lo scisma ufficiale avvenne il 16 luglio 1054, quando il patriarca Michele Cerulario dichiarò Roma caduta nell’eresia per motivo del “Filioque” ed altri pretesti. I legati romani deposero allora contro di lui la sentenza di scomunica sull’altare della chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli. I principi di Kiev e di Mosca, convertiti al Cristianesimo nel 988 da san Vladimiro, seguirono nello scisma i patriarchi di Costantinopoli, di cui riconoscevano la giurisdizione religiosa. Le discordie sembravano insormontabili ma un fatto straordinario avvenne il 6 luglio 1439 nella cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore, quando il Papa Eugenio IV, annunciò solennemente, con la bolla Laetentur Coeli (“che i cieli si rallegrino”), l’avvenuta ricomposizione dello scisma fra le Chiese di Oriente e di Occidente.

Nel corso del Concilio di Firenze (1439), al quale avevano partecipato l’imperatore d’Oriente Giovanni VIII Paleologo e il patriarca di Costantinopoli Giuseppe II, si era trovato l’accordo su tutti i problemi, dal Filioque al Primato Romano. La Bolla pontificia si concludeva con questa solenne definizione dogmatica, sottoscritta dai Padri greci: «Definiamo che la santa Sede apostolica e il Romano pontefice hanno il primato su tutto l’universo; che lo stesso Romano pontefice è il successore del beato Pietro principe degli apostoli, è autentico vicario di Cristo, capo di tutta la Chiesa, padre e dottore di tutti i cristiani; che Nostro Signore Gesù Cristo ha trasmesso a lui, nella persona del beato Pietro, il pieno potere di pascere, reggere e governare la Chiesa universale, come è attestato anche negli atti dei concili ecumenici e nei sacri canoni» (Conciliorum Oecumenicorum Decreta, Centro Editoriale Dehoniano, Bologna 2013, pp. 523-528).

Fu questo l’unico vero storico abbraccio tra le due chiese nel corso dell’ultimo millennio. Tra i più attivi partecipanti al Concilio di Firenze, c’era il metropolita di Kiev e di tutta la Russia, Isidoro. Appena tornato a Mosca egli diede pubblico annuncio della avvenuta riconciliazione sotto l’autorità del Romano pontefice, ma il principe di Mosca, Vasilij il Cieco, lo dichiarò eretico e lo sostituì con un vescovo a lui sottomesso. Questo gesto segnò l’inizio dell’autocefalia della chiesa moscovita, indipendente non solo da Roma ma anche da Costantinopoli. Poco dopo, nel 1453, l’Impero bizantino fu conquistato dai Turchi e travolse nel suo crollo il patriarcato di Costantinopoli. Nacque allora l’idea che Mosca dovesse raccogliere l’eredità di Bisanzio e divenire il nuovo centro della Chiesa cristiana ortodossa. Dopo il matrimonio con Zoe Paleologo, nipote dell’ultimo Imperatore d’Oriente, il Principe di Mosca Ivan III si diede il titolo di Zar e introdusse il simbolo dell’aquila bicefala. Nel 1589 fu costituito il Patriarcato di Mosca e di tutta la Russia. I Russi diventavano i nuovi difensori dell’“ortodossia”, annunciando l’avvento di una “Terza Roma”, dopo quella cattolica e quella bizantina.

Di fronte a questi eventi, i vescovi di quella zona che allora si chiamava Rutenia e che oggi corrisponde all’Ucraina, e a una parte della Bielorussia, si riunirono, nell’ottobre 1596, nel Sinodo di Brest e proclamarono l’unione con la sede romana. Essi sono conosciuti come, Uniati, a motivo della loro unione con Roma, o Greco-cattolici, perché, pur sottomettendosi al Primato romano, conservavano la liturgia bizantina.

Gli zar russi intrapresero una persecuzione sistematica della Chiesa uniate che, tra i tanti martiri, annoverò il monaco Giovanni (Giosafat) Kuncevitz (1580-1623), arcivescovo di Polotzk, e il gesuita Andrea Bobola (1592-1657), apostolo della Lituania. Entrambi furono torturati e uccisi in odio alla fede cattolica e oggi sono venerati come santi. La persecuzione si fece ancora più aspra sotto l’impero sovietico. Il cardinale Josyp Slipyj (1892-1984), deportato per 18 anni nei lager comunisti, fu l’ultimo intrepido difensore della Chiesa cattolica ucraina.

Oggi gli Uniati costituiscono il più numeroso gruppo di cattolici di rito orientale e costituiscono una testimonianza vivente dell’universalità della Chiesa cattolica. È ingeneroso affermare, come fa il documento di Francesco e Kirill, che il «metodo dell’uniatismo», inteso «come unione di una comunità all’altra, staccandola dalla sua Chiesa», «non è un modo che permette di ristabilire l’unità» e che «non si può quindi accettare l’uso di mezzi sleali per incitare i credenti a passare da una Chiesa ad un’altra, negando la loro libertà religiosa o le loro tradizioni».

Il prezzo che papa Francesco ha dovuto pagare per queste parole richieste da Kirill è molto alto: l’accusa di “tradimento” che ora gli viene rivolta dai cattolici uniati, da sempre fedelissimi a Roma. Ma l’incontro di Francesco con il patriarca di Mosca va ben oltre quello di Paolo VI con Atenagora. L’abbraccio a Kirill tende soprattutto ad accogliere il principio ortodosso della sinodalità, necessario per “democratizzare” la Chiesa romana. Per quanto riguarda non la struttura della Chiesa, ma la sostanza della sua fede, l’evento simbolico più importante dell’anno sarà forse la commemorazione da parte di Francesco dei 500 anni della Rivoluzione protestante, prevista per il prossimo ottobre a Lund, in Svezia. (Roberto de Mattei)

36 commenti:

Anonimo ha detto...

AL DI FUORI DELLA CHIESA CATTOLICA ESISTE ASSOLUTAMENTE NESSUNA SALVEZZA

Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, Cantate Domino, 1441, ex-cathedra: "La Santa Romana Chiesa
crede, professa e proclama fermamente che tutti coloro trovantisi al di fuori della Chiesa Cattolica,
non solamente i pagani ma anche gli Ebrei o gli eretici e gli scismatici, non possono condividere la vita
eterna ed andranno nel fuoco eterno preparato per il Diavolo ed i suoi angeli, a meno che essi siano
uniti alla Chiesa prima della fine delle loro vite; che l'unità di tale corpo Ecclesiastico è di tale importanza
che solamente per coloro i quali abitano in esso i Sacramenti della Chiesa contribuiscono alla salvezza ed I
digiuni, l'elemosina ed altre opere di pietà e pratiche della milizia Cristiana producono ricompense eterne;
che nessuno può essere salvato, non importa quanto egli abbia elemosinato, anche se egli avesse
asperso sangue nel nome del Cristo, a meno che abbia perseverato nel petto e nell'unità della Chiesa Cattolica."

Anonimo ha detto...

http://www.maurizioblondet.it/forse-la-mappa-impazzire-erdogan/

irina ha detto...

Riguardo agli eventi simbolici. Deve essere cosa diffusa tra sinistri e massoni. Quando ci furono le "primavere arabe" diverse persone,che conosco, andarono a fare un viaggetto in MO mentre qua e là infuriava la primavera. Deve essere azione che li fa sentire al passo con i tempi e protagonisti dei tempi. Anche loro nel pensier si fingono chissà quali connessioni, globali,universali, occulte e non, se fanno di queste azioni simboliche che non hanno necessità alcuna di essere compiute. Ma tant'è. Quindi il nostro non è il primo, anzi viene dopo una legione di personaggi dell'evento simbolico.Adesso non so quale sia in ambito illuminato la pregnanza di queste corbellerie, è giusto però che non ci si lasci frastornare più di tanto da questi simbolisti. Forse è il momento, se veramente uno li vuol aiutare ad uscire da queste trombe d'aria umana, di impegnarli in qualche lavoro socialmente utile.

Anonimo ha detto...

"Il canone 28 del Concilio di Calcedonia". Ecco il testo:
Seguendo in tutto le disposizioni dei santi padri, preso atto del canone [III] or ora letto, dei 150 vescovi cari a Dio, che sotto Teodosio il Grande, di pia memoria, allora imperatore si riunirono nella città imperiale di Costantinopoli, nuova Roma, stabiliamo anche noi e decretiamo le stesse cose riguardo ai privilegi della stessa santissima chiesa di Costantinopoli, nuova Roma. Giustamente i padri concessero privilegi alla sede dell'antica Roma, perché la città era città imperiale. Per lo stesso motivo i 150 vescovi diletti da Dio concessero alla sede della santissima nuova Roma, onorata di avere l'imperatore e il senato, e che gode di privilegi uguali a quelli dell'antica città imperiale di Roma, eguali privilegi anche nel campo ecclesiastico e che fosse seconda dopo di quella. Di conseguenza, i soli metropoliti delle diocesi del Ponto, dell'Asia, della Tracia, ed inoltre i vescovi delle parti di queste diocesi poste in territorio barbaro saranno consacrati dalla sacratissima sede della santissima chiesa di Costantinopoli. E’ chiaro che ciascun metropolita delle diocesi sopraddette potrà, con i vescovi della sua provincia, ordinare i vescovi della sua provincia, come prescrivono i sacri canoni; e che i metropoliti delle diocesi che abbiamo sopra elencato, dovranno essere consacrati dall'arcivescovo di Costantinopoli, a condizione, naturalmente, che siano stati eletti con voti concordi, secondo l'uso, e presentati a lui.

mic ha detto...

Ed appunto:

"Il canone 28 del Concilio di Calcedonia, abrogato da san Leone Magno, contiene in germe tutto lo scisma bizantino, perché attribuisce alla supremazia del Romano Pontefice un fondamento politico e non divino. Per questo nel 515, papa Ormisda (514-523) fece sottoscrivere ai vescovi orientali una Formula di Unione, con cui essi riconoscevano la loro sottomissione alla Cattedra di Pietro (Denz-H, n. 363).

irina ha detto...

N.B. Mia ipotesi: dietro l'uso dell'azione, non per se stessa ma come simbolo che rimanda ad altro che non viene detto nè esplicitato, c'è, a parer mio, una visione magica della vita. Un agire al di sotto della coscienza dei più che accolgono l'azione per quello che è ma, la cui intenzione, reale e nascosta, funge da preparazione per altro che deve avvenire poi.Magica dunque perchè: a)il significato vero dell'azione viene tenuto nascosto;b)si ritiene che quel valore simbolico darà quei frutti voluti;c)si presuppone quindi di poter controllare persone ed eventi presenti e futuri.L'uomo quindi governa e l'altro uomo e gli eventi nel presente e nel futuro. Questo preteso controllo è magia e anche ideologia. La diversità con le ideologie del secolo scorso è proprio in questo uso magico della comunicazione, eventi e parole,che mira ad un condizionamento previo, prepararatorio verso il prossimo passo. La pastorale ad esempio, forse.

mic ha detto...

Spero che da questo link riusciate a leggere la dichiarazione esplicita del patriarca Kirill, su quello che si sono detti e sulle ragioni pressanti dell'incontro.
"Dobbiamo sforzarci di fare tutto il possibile per favorire le relazioni tra Russia e USA ... una guerra su larga scala deve essere evitata a tutti i costi..."

https://www.facebook.com/mguarini3

Pulex ha detto...

https://www.facebook.com/mguarini3

Non e visibile nessuno link a Kirill

Rr ha detto...

Mic,
ut erat demonstrandum...un incomtro politico.
Rr

mic ha detto...

Se il Papa e il Patriarca sono giunti a decidere l'incontro è proprio nella drammatica consapevolezza dei pericoli che incombono.

Per Pulex
In effetti mi accorgo che il link di cui sopra è quello della mia pagina Fb che mi compariva mentre visualizzavo il relativo filmato che ho condiviso da altri. Per vederlo bisogna scorrere un po' la pagina: e una delle prime notizie.

mic ha detto...

Ho trovato il link originale

https://www.facebook.com/nico.alberi.18/videos/1245111515516618/?pnref=story

mic ha detto...

Sono riuscita a incorporarlo e pubblicarlo. Ora il video è visibile dal blog.

Jill ha detto...

Cara Signora,
La scongiuro, la prego. Chiuda questo blog. Ha causato troppo dolore, forse addirittura uno scisma nella Chiesa di papa Bergoglio, un vescovo umile, buono con tutti, gentile, mite.
La prego: chiuda questo blog. Lo faccia per tutti, prima di tutto per se stessa. Non dica che il novus ordo è difettoso, esso perfeziona il vetus con una maggiore attenzione all'aspetto assembleare del sommo rito.
La scongiuro: chiuda questo blog e cancelli tutte le sue pagine. Poi vada alla polizia e denunci il fatto. I modernisti non vinceranno: ma neanche i tradizionalisti. Si tratta di una falsa pista. La vera ce la indica il papa Bergoglio, uomo santo.
Grazie.

Rr ha detto...

Sig.ra Jil,
se le fa male leggere il blog, non lo legga. Fino a quando non lo cancelleranno, c'è un articolo della Costituzione italiana che garantisce la libertà d'espressione. Anche ai cattolici " tradizionali".
Io ringrazio Mic e tutti gli altri che qui scrivono per le cose che ho imparato sulla nostra Fede. che MAI nessuno, ed in primis MAI nessun sacerdote, mi avevano insegnato.
Anche tante altre cose ho imparato, extra religione.
Quindi, ripeto, se non le piace, non lo legga.
Rr

Anonimo ha detto...


@ l'avvertimento di Jill

SEcondo me e' un buontempone. Uno che "sfotte", come dicono a Napoli. A. R.

Anonimo ha detto...

@ Sul fondamento politico e quindi errato delle pretese bizantine

L'impero romano fini' in Occidente ma non in Oriente. L'Oriente riusci' a resistere all'assalto dei barbari. La data tradizionale e' per gli storici il 476 AD perche' in quell'anno Odoacre, re degli Eruli, una milizia germanica come tante altre, piu' o meno al servizio dello Stato romano, rinvio' le insegne imperiali a Costantinopoli, facendosi poi re d'Italia. L'imperatore romano legittimo era dunque solo quello di Costantinopoli. L'Occidente veniva a suddividersi in vari regni, detti poi dagli storici "romano-barbarici". E Roma? Decaduta sin da quando Costantino, nel 330, aveva messo la capitale a Costantinopoli e (se non erro) non ritornata piu' capitale dal momento che le sedi imperiali in Occidente erano tutte a Nord, per ragioni militari (Ravenna, Milano), vedeva affermarsi l'autorita' del Papa anche dal punto di vista politico-amministrativo. Era una citta' praticamente indifesa. Fu ampiamente saccheggiata due volte (nel 410 dai Goti di Alarico e nel 455 dai Vandali di Genserico). Con Genserico negozio' inutilmente S. Leone Magno, che invece aveva avuto un certo successo con Attila. Ora, dobbiamo notare questo contrasto che dimostra il torto marcio dei bizantini:
Dal punto di vista del prestigio e della forza politici Roma era diventata l'ombra di se stessa, era gia' un'idea piu' che una realta' effettivamente operante. Ma cio' influi' forse sul prestigio e l'ascendente spirituale del Papato? Niente affatto. Il famoso "Tomus Leonis" contro le ben note eresie cristologiche che S. Leone Magno invio' al Concilio di Calcedonia nel 451 e che fu approvato all'unanimita' dal Concilio come volonta' del Concilio perche', si disse, "Pietro ha parlato, questa e' la fede della Chiesa", e' un documento che precede di soli quattro anni il saccheggio dei Vandali. L'Occidente e Roma in particolare erano in profonda crisi politico-militare ed anche economica. Ma il Papato splendeva di una luce che veniva dalla fede, cioe' dalla purezza dottrinale oltre che dall'esempio di santi pontefici, la quale purezza si imponeva da se stessa, anche agli Orientali. Non solo non dipendeva dalla politica ma tanto piu' si affermava quanto piu' indipendente si dimostrava dalla situazione politica, totalmente negativa. Era invece il Cristianesimo Orientale a cercare un indebito primato sfruttando il fattore politico, il trovarsi nella sede imperiale di Costantinopoli, per gli accidenti della storia. HISTORICUS

Anonimo ha detto...

Non dica che il novus ordo è difettoso, esso perfeziona il vetus con una maggiore attenzione all'aspetto assembleare del sommo rito.
IL SACRIFICIO DI CRISTO, ripresentato al Padre in ogni Messa NON HA e non può avere aspetti "assembleari", se non per accidens.
La Messa privata è meno Messa, secondo la signora Jill?

mic ha detto...

La signora Jill è un troll

Anonimo ha detto...

Da notare che S.Leone Magno non presenziò al Concilio di Calcedonia, mica lo aveva indetto lui.

Anonimo ha detto...

Non vi viene il dubbio che con Trump alla Casa bianca si vada dritti verso lo scontro frontale con la Russia?

Anonimo ha detto...

http://www.radiospada.org/2016/02/differenze-tra-la-chiesa-cattolica-e-le-chiese-ortodosse/

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
Non vi viene il dubbio che con Trump alla Casa bianca si vada dritti verso lo scontro frontale con la Russia?
Tutto è possibile. Però, almeno a parole Trump, per quel che ne so, è per una nuova stagione di fiducia reciproca con la Russia.

Anonimo ha detto...


@ S. Leone Magno non partecipo' al Conc. di Calcedonia, mica lo aveva indetto lui

La connessone tra la non partecipazone di Leone al Concilio e il fatto che l'avesse indetto l'imperatore e' del tutto falsa. Doppiamente falsa se vuole insinuare una superiorita' di chi aveva indetto il Concilio sul Papa e quindi della sede imperiale orientale su Roma.

Ecco come andarono le cose, cito da Jedin, "Breve storia dei concili", tr. it., 1960, Herder, Roma, p. 38 : "[Ad Efeso, l'imperatore Teodosio II, sollecitato da Dioscuro Patriarca di Alessandria, aveva convocato un Concilio] "dove sotto la forte presenza delle milizie imperiali e dei monaci cola' accorsi Eutiche venne riabilitato [cioe' l'eresia monofisita]. Papa Leone I, ai cui legati era stata negata la presidenza e il cui scritto chiarificatore al Patriarca Flaviano non pote' esser letto [lo fu poi a Calcedonia, 451, qualche anno dopo] conio' per questo sinodo la designazione di "latrocinium", "brigantaggio" ["Il brigantaggio di Efeso"]. Da tutte le parti si verificarono proteste contro le sue decisioni . Gia' il 13 ottobre 449 Leone I, anche a nome dei vescovi occidentali, pregava l'imperatore di convocare un nuovo concilio in Italia. Due volte rinnovo' la sua domanda, ma senza successo. Solo il successore di Teodosio II, Marciano, vi accondiscese e il 17 maggio 451 convoco' un nuovo Concilio, non pero' in Italia, bensi' a Nicea, ma ancora prima dell'apertura lo trasferi' a Calcedonia sul Bosforo, che fu preferita per la sua vicinanza alla capitale. Il quarto Concilio ecumenico di Calcedonia, benche' anch'esso convocato dall'imperatore, fu opera di Leone I, cui la storia ha dato il soprannome di Magno".
Fu l'azione vigorosa e illuminata del Papa, a nome di tutti i vescovi dell'Occidente, a salvare la Chiesa dall'eresia, che era quella cristologica monofisita (la natura divina assorbe l'umana in Cristo, non ci sono due nature). L'imperatore agi' su impulso del Papa. HISTORICUS

irina ha detto...

Mi spiace che nessuno abbia raccolto l'"evento simbolico" accennato dal Professor De Mattei, che a mio parere era la genialità dell'articolo. Ho scritto qualcosa "a naso" sperando di approfondire con altri ma,di queste cose capisco non se ne vuol parlare per prudenza, perchè non importa, chi sa sa,chi non sa saprà al suo momento. Pace.

Silinte ha detto...

Ad anonimo delle 8:57. Trump, a differenza di altri candidati presunti "conservatori" (come Cruz e Rubio), si è dichiarato non ostile a Putin. Come non lo è la "pancia" militante del Partito Repubblicano.

mic ha detto...

Irina,
ti riferivi a questo?
Al Magistero tradizionale della Chiesa, espresso da documenti, papa Francesco sembra dunque voler sostituire un neo-magistero, veicolato da eventi simbolici.

E' vero. Ma lo abbiamo rilevato da tempo. E' per questo che abbiamo parlato di "magistero liquido", consapevoli e allarmati per la deformazione operata da questo agire anomalo, con totale anomia che diventa arbitrio...

Anonimo ha detto...

@Silente

Formulo un'ipotesi, e mi interesserebbe la sua opinione.
Ho come la sensazione che la politica occidentale sia piena di leader fintamente "antisistema". come Trump, ho da noi Salvini, che si ritagliano uno spicchio di consenso politico nelle pieghe della politica ufficiale dell'establishment, Quest'ultimo, normalmente, è favorevole a queste manovre. Tali leader poi, al momento opportuno, obbediscono prontamente. Sono poi molto credibili quando si tratta di fare lavori sporchi, come guerre umanitarie e guerre al terrorismo. In Italia si mise al governo l'ex comunista D'Alema per poter bombardare Belgrado con l'appoggio dell'opinione pubblica. Allo stesso modo, solo degli amici di Mosca potrebbero credibilmente fare le scelte più drastiche.
E' lo stesso paradosso per cui normalmente le cose di destra le fanno i politici di sinistra e quelle di sinistra i politici di destra.

RR ha detto...

Trump può essere un "falso avversario del sistema", ma non lo sapremo mai, se non diventa Presidente. Attualmente TUTTO l'establishment americano, e ripeto TUTTO, è contro di lui. Se stanno tutti recitando, sono molto bravi. Di sicuro gli altri, ed in particolare Hillary Rodham Clinton, SONO il Sistema. Trump, tra l'altro, è molto ricco di suo, quindi non ha bisogno della politica per campare.
Su Salvini ho anch'io ho le mie riserve, ma non perchè penso sia "opposizione controllata", bensì perchè mi sembra ammalato di protagonismo, ed abbia però anche paura di prendere in mano le cose.
Ma Salvini lo seguo da anni, vivendo a Milano. Trump no, quindi: wait and see, ma se votassi in USA, voterei lui. Anche per simpatia "a pelle".
RR
PS: su Salvini: personalmente credo che tra lui ed i "Cattolici adulti", la Moratti ha perso il posto (comunque io preferivo Albertini prima maniera, prima che si legasse a Monti).

irina ha detto...

mic grazie.

io ho continuato a parlar da sola su altri commenti,li leggerai.Però sto ancora ruminando.

Silente ha detto...

Caro Anonimo,
le ha già risposto Rosa. Se non li mettiamo alla prova, non lo sapremo mai. Quello che è certo è che Trump è ferocemente avversato da tutte le lobby, da tutti i poteri forti, da Wall Street, dalla grande finanza, dalla stampa "che conta", dai maggiori canali televisivi (compreso il "conservatore" Fox), da Hollywood (dove sappiamo bene chi comanda), dall'establishment repubblicano. Ora persino dal Papa che, nella sua sinistrissima isteria filo-immigrazionista, ha perso l'ennesima buona occasione per stare zitto (e il bello è che il presunto "cattolico conservatore" Marco Respinti, su il Giornale di oggi, difende a spada tratta il Papa - si vede che Alleanza Cattolica, in cui milita, è a favore dell'invasione - e ingiuria Trump.)
Donald Trump ha invece dalla sua parte una vastissima componente dell'opinione pubblica, perché pensa quello che l'americano medio pensa e dice quello che questi dice, spesso basandosi sul senso comune e sulla difesa di valori sentiti.
E' insomma un perfetto candidato "populista". Uso questo termine nel suo significato scientifico e politologico, senza alcuna, peraltro ingiusta e fuorviante, "epitetizzazione" dalla parola, il cui significato descrittivo e tassonomico è stato ben illustrato in Italia dal politologo Marco Tarchi in diverse sue opere.

Anonimo ha detto...

@ RR

Secondo lei uno degli uomini più ricchi del mondo non apparterrebbe al sistema?

Anonimo ha detto...

Cari Silente e RR,
vi ringrazio per le risposte.
Il problema, a mio giudizio, è che la politica non è una scienza sperimentale. L'unica parvenza di scientificità è data dalla ricerca di eventuali "regolarità" storiche, secondo l'insegnamento metodologico di Gianfranco Miglio.
Ahinoi, queste ultime (se è lecito scomodare certe categorie per la politica odierna, ma se non servono a capire la prassi, le teorie di una scienza pratica non servono più a nulla), almeno a partire dal secondo dopoguerra e dall'americanizzazione della politica europea, mostrano moltissimi casi di candidati esca per l'elettorato "contro".
L'ultimo e più clamoroso caso in Italia, simile a Trump, è stato forse Berlusconi. Anche lui era "fuori" dall'establishment, dalle banche, dai salotti buoni, etc. E poi? Poi ha obbedito a tutte le peggiori iniziative etero-imposte. O sbaglio?
Chi voterei io in USA? Non saprei, e preferisco non fare esercizi di questo genere, non essendovi obbligato. Mi accontenterei di poter votare in Italia ;-)
Novak

Anonimo ha detto...

Bisogna anche ricordare che il muro che vuole Trump è quello sul confine messicano. Coloro che tentano di varcarlo, e talvolta vengono semplicemente accoppati, non sono milioni di islamici, ma saudamericani, mediamente più cattolici di chi sta al di qua del confine.
Novak

irina ha detto...

Ancora su l'evento simbolico:la sua pericolisità giace nella sua intenzione, nel motivo che vi sta dietro,come già detto questo non è esplicitato e può essere anche in contraddizione con regole, leggi, costumi che pur l'evento in se stesso apparentemente non contraddice;facilitato in questo da una sua informalità, semplicità apparente. Solo in un primo momento una bugia ripetuta, strombazzata può essere presa per verità. Il tempo è galantuomo. Su questi eventi, gesti simbolici però si fa affidamento. Perchè? Perchè si fa affidamento sul fatto che verranno accolti nel loro insieme, nella loro totalità (insiemistica? Solo pochi giorni or sono mi stavo domandando per quale motivo si insegnasse la geometria piana che risale forse all'Antico Egitto attraverso l'insiemistica recente e discussa)e che lasciano quindi una suggestione (Siri)e non una conoscenza dietro di sè. Ora facciamo qualche esempio: l'ultimo articolo di questo blog su la scuola di Trieste: tutto narrato con dovizia di belle immagini, di interventi professionali e bla bla ma nessuno spiega cosa nei fatti sarà fatto. Questa è l'intenzione vera, il motivo vero taciuto. Il resto è fumo. Il resto è il polverone sotto il quale si fa passare tacitamente la corruzione indotta degli studenti o perlomeno la loro preparazione a venir corrotti senza troppe storie. Questo fumo, questo polverone ora sono diventati simboli, gesti ed eventi che non tolgono la visuale d'insieme, essa è alla luce del mondo, suggestionano, senza dare l'essenziale che narrano,per poter arrivare ad un altro loro essenziale taciuto. I vecchi mistificatori. Queste tecniche sono però in uso, in modo scaltro e direi proprio diabolico. Con risultati strabilianti. Ora son fermamente convinta che non ci è concesso di aver fiducia a priori di nessun essere umano, tutti possiamo cadere e trascinare altri con noi, siamo tutti sull'acqua sulla quale possiamo però camminare se non distogliamo lo sguardo da NSGC.

mic ha detto...

Grazie Irina,
sono perfettamente in sintonia. Sono discorsi da approfondire e sviluppare.
Purtroppo questo mezzo risulta frammentario e inghiotte tutto. Sto cercando di sistematizzzare alcuni contenuti, ma non ho molto tempo.
Se avessi i mezzi potrei dar lavoro a due giovani solo per organizzare i contenuti...

irina ha detto...

Il Buon Dio mi tiene all'osso stretto. Se qualcosa, per grazia divina, cambierà non sono una che si tira indietro. Buon lavoro.