Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 2 marzo 2017

Messa ecumenica: lavorio 'carsico' in corso. Quali 'scappatoie'?

Marco Tosatti su Stilum Curiae. Ne parliamo al condizionale e restiamo in guardia. Il lavorio non è più carsico se abbiamo lanciato l'allarme. Da parte mia ne ho parlato [qui - qui - qui] e spero che i nostri Pastori di riferimento non tardino a dire la loro, perché c'è il rischio di trovarci di fronte al fatto compiuto; dopodiché sarebbe più difficile correre ai ripari!

Sono solo voci, e quindi bisogna tenerne conto con un grano e anche due o tre di sale. Ma già il fatto che circolino è un segnale; e le antenne di coloro che me ne hanno parlato sono in genere buone.

Allora, scriviamo tutto al condizionale. Una commissione mista di cattolici, luterani e anglicani legata al segreto sarebbe al lavoro, per mettere a punto una forma di messa a cui possano partecipare i fedeli di tutte e tre le confessioni cristiane. Non si parla di ortodossi. Non sembra che ci sia un qualche documento scritto; saremmo a livello di appunti verbali.

L’ipotesi prevede una prima parte di liturgia della parola, che non presenta problemi; dopo il riconoscimento dei peccati, e la richiesta di perdono a Dio, e la recita del Gloria, ci sarebbero le letture, e il Vangelo.

Sarebbe allo studio il problema del Credo. Le Chiese protestanti, pur riconoscendo il Simbolo Niceno-Costantinopolitano, recitano di preferenza il Credo apostolico. La Chiesa cattolica li alterna. In fondo neanche questo punto dovrebbe costituire un problema maggiore.

Così come la presentazione delle offerte, anche se da studiare con attenzione, non sembra offrire ostacoli maggiori al progetto.

Il nodo centrale è quello dell’eucarestia. La visione cattolica dell’eucarestia differisce profondamente da quella luterana e di altre confessioni protestanti. E naturalmente la liturgia in questo momento così fondamentale, in cui per i cattolici avviene la transustanziazione (non così per i riformati) non può non essere diversa per i diversi celebranti.

Ma come celebrare una liturgia comune dividendosi chiaramente, nell’enunciazione, proprio al culmine dell’evento?

Una delle possibili soluzioni prospettate sarebbe il silenzio. Vale a dire che dopo il Sanctus, nel momento in cui normalmente durante la Messa vengono pronunciate le parole: “Padre veramente Santo…” i celebranti potrebbero tacere, ciascuno ripetendo mentalmente la ”sua” formula.

La parola torna a regnare nella congregazione con la recita del Padre Nostro. Non è chiaro poi come si dovrebbero formare le file per ricevere l’eucarestia.

Ecco, questo è quanto abbiamo sentito, e riferiamo. Una parziale conferma che ci sono, da qualche parte, dei lavori in corso, l’abbiamo avuta da questo articolo di Luisella Scrosati, su la Bussola Quotidiana, in cui si parla di un escamotage “trovato” nel Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, allora presieduto dal Cardinale Kasper, con il quale si riconosceva la validità dell’Anafora di Addai e Mari (preghiera eucaristica della Chiesa assira d’Oriente, più conosciuta come Chiesa nestoriana). Una preghiera che non conteneva le parole della consacrazione, “se non, come afferma il documento del 2001, ‘in modo eucologico e disseminato’, cioè non in modo esplicito (“Questo è il mio corpo… Questo è il calice del mio sangue”), bensì ‘sparse’ nelle preghiere che compongono l’anafora. Sarebbe perciò utilissima come principio giustificativo di una nuova preghiera eucaristica senza parole consacratorie, che potrebbero urtare i fratelli protestanti”. Quella liturgia era dedicata solo alla Chiesa caldea e alla Chiesa assira, nel caso che ci fossero problemi pastorali. Ma figuriamoci se un dettaglio così minuscolo può avere peso nella febbre ecumenica attuale. De minimis non curat praetor…

16 commenti:

Luisa ha detto...

" perché c'è il rischio di trovarci di fronte al fatto compiuto; dopodiché sarebbe più difficile correre ai ripari!"

Strategia del fatto compiuto, delle manovre in sottobosco che muovono le pedine "giuste" e posizionate al posto "giusto", che sopprimono quelle che sono d`inciampo, della polvere acceccante gettata con abiltà e ipocrisia agli occhi della gente che ha già comunque la vista annebbiata da tempo, si azzera una Congregazione, una Pontificia Accademia, si allontana gli importuni senza accettare obiezioni ( il card. Burke, i tre ufficiali della CdF ecc. ), si afffida il mandato di preparazione e attuazione agli amici e compagni di battaglia, basti pensare ai due Sinodi, a chi ha fatto la prolusione e a chi ha diretto i dibattiti, a mons. Roche che, come lo sottolineò Magister, si sta occupando con la commissione voluta da Bergoglio della "demolizione di uno dei muri di resistenza agli eccessi dei liturgisti postconciliari, l'istruzione "Liturgiam authenticam" emessa nel 2001 che fissa i criteri per la traduzione dei testi liturgici dal latino alle lingue moderne", e lo si fa neutralizzando il card. Sarah suo superiore "ormai condannato a presiedere degli uffici e degli uomini che gli remano contro"( Magister) .

Tattica del passo compiuto, passo dopo passo la chiesa sarà trasformata fino a quel punto di non ritorno auspicato e previsto dagli amici di Bergoglio, a meno che...questa chiesa tutta umana e orizzontale che sta evacuando il sacro trovi sui suoi passi La Verità, un`altra Volontà e Giustizia, ma già dovrebbero muoversi coloro che a quella Verità e Giustizia sono fedeli e obbedienti.

Anonimo ha detto...

".....ma già dovrebbero muoversi coloro che a quella Verità e Giustizia sono fedeli e obbedienti". Qui si torna al problema dei problemi: il silenzio di chi dovrebbe parlare e avrebbe la possibilità di incidere e farsi sentire.

Mi chiedo se i semplici parroci, i sacerdoti santi(ancora ce ne sono) osino interpellare i loro vescovi, chiedere, parlare con coraggio con i superiori o se anche a questo livello tutto sia silenzio per obbedire al papa.

irina ha detto...

Letto A.M.Valli. Da non perdere. Grazie, mic.

"Ognuno per sé, Dio per tutti."

Anonimo ha detto...

Io penso che abbiamo bisogno, come dice mic, di un documento chiaro ed autorevole, a firma di pastori di spicco, come i cardinali. Dovrebbe essere simile alla "dichiarazione di fedeltà": l'invito sintetico ai preti di non adeguarsi a questi obbrobri, seguito poi dall'argomentazione teologica. A questo punto, come laico, posso stamparmelo e andare a parlare de visu con i preti che conosco. Ad esempio con certi che invitano i fedeli confusi a "non leggere i giornali" e fanno finta che non stia succedendo niente. Questo un po' per richiamarli alle loro responsabilità, un po' per capire da che parte staranno; così eviterò di frequentare certe chiese.

Gruppi organizzati di fedeli dovrebbero poi fare la stessa cosa con i vescovi, chiedendo udienza.

--
Fabrizio Giudici

Luisa ha detto...

Irina parli di questo articolo di Valli?

http://www.aldomariavalli.it/2017/02/27/la-vera-posta-in-gioco/

Articolo effettivamente da non perdere.

irina ha detto...

@ Sì, Luisa.

@ Fabrizio Giudici,
ho sentito sacerdoti, riferendosi all'attuale pontificato, citare internet come luogo da non frequentare.

Anonimo ha detto...


http://m.ncregister.com/daily-news/cardinal-coccopalmerio-explains-his-positions-on-catholics-in-irregular-uni#.WLfnAxnclAh

Luisa ha detto...

Ieri sera sulla televisione svizzera romanda( = di lingua francese)c` è stata un`emissione tutta dedicata a Jorge Bergoglio dal titolo : un papa populista?
Non ho seguito, per non innervosirmi:) , il dibattito seguito al documentario ancor più quando ho visto il povero Laurent Dandrieu ( autore del libro: "Eglise et immigration : le grand malaise") da chi era circondato...
Comunque se il documentario ha dato la parola anche al prof. de Mattei e a Magister, ho potuto verificare come l`AL è interpretata dai vescovi svizzeri all`eccezione di mons. Huonder e in particolare dal mio vescovo mons. Morerod che canddamente dice che "più ci si avvicina ai casi particolari e meno i principi generali si applicano", la Parola del Signore è così ridotta a un"principio generale", per non parlare del vescovo vallesano per cui è chiaro che la questione della Comunione ai divorziati risposati è risolta.

Altrettanto candidamente Kasper dice che Bergoglio vuole per i posti importanti persone che gli assomigliano nello stile e nel pensiero e che così cambia molte cose nella Chiesa!!

Cilegina sulla torta: le parole del papa argentino che ( riporta Politi) spera che il cambiamento al quale mi dedico abbia una continuità e non sia come una luce che si spegne da un momento all`altro."

Una luce? Che umiltà.

Anonimo ha detto...

Ma non erano i luterani e gli anglicani a dover tornare in seno alla Chiesa, unica Chiesa, quella cattolica?

Anonimo ha detto...

La consacrazione l'hanno già cambiata. Il novus ordo è perfettamente compatibile con le esigenze dei protestanti, visto che hanno oltretutto loro stessi contribuito a concepire un simile scempio. Di che stiamo dunque a parlare? Il racconto(VERBA INSTITUTIONIS), come scritto sul messale "riformato" da Montinsky alias paolo 6, ha già rimpiazzato la Consecratio(VERBA CONSECRATIONIS). Il Sacrificio Perpetuo è già stato di fatto "canonicamente" abolito e sopravvive solo in piccole realtà, quasi catacombali.

Anonimo ha detto...

"il cambiamento al quale mi dedico abbia una continuità e non sia come una luce che si spegne da un momento all`altro."

Decisamente papa Bergoglio ha un`altissima opinione di sé stesso e del suo impegno in favore del cambiamento della Chiesa.
Sta facendo il massimo affnchè quella sua luce non si spenga.

sunt lacrimae rerum ha detto...

Sta facendo il massimo affnchè quella sua luce non si spenga...

ah certo questa ci mancava! invece.... quella luce che non si deve spegnere, piuttosto mi evoca il triste presagio del card. Pacelli rivolto al conte Galeazzi:

"Questo insistere da parte di Maria sui pericoli che minacciano la Chiesa, è un avvertimento divino contro il suicidio di alterare la Fede, nella sua liturgia, la sua teologia e la sua anima…
Sento tutto intorno a me questi “novatores” che desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti e farla sentire in colpa per il suo passato storico…
Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato negherà il proprio Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Sarà allora tentata in credere che l’uomo è diventato Dio…
Nelle nostre chiese, i cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li aspetta. Come Maria Maddalena, in lacrime dinanzi alla tomba vuota, si chiederanno: “Dove Lo hanno portato?”»
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e così le lampade dei tabernacoli verranno spente... o le terranno accese per la solita sceneggiata del "tuttovabene, dormite pure pecorelle" ?

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=KnxAB8Y6pSQ
Che ne pensate ?

Anonimo ha detto...

"Comunque se il documentario ha dato la parola anche al prof. de Mattei e a Magister ..."

Be', è comunque notevole. Quando mai in Italia possiamo vedere gente come Magister o De Mattei in televisione?

--
Fabrizio Giudici

Anonimo ha detto...

Segnalo:

http://lectiobrevis.blogspot.it/2017/02/sui-dubia-dei-quattro-cardinali.html#more

Anonimo ha detto...

“ ... mons. Morerod che candidamente dice che ‘più ci si avvicina ai casi particolari e meno i principi generali si applicano’ ”.

Questa poi è bellina. Ma i princìpi generali, se non si applicano nei casi particolari (che sono gli unici che esistono nella realtà concreta), che princìpi generali sono? Che ci stanno a fare i princìpi generali, se non regolano i casi particolari? Non sarebbe questo il loro ufficio?

Già. Ma loro han trovato questo bel pensiero in san Tommaso.

Mi fan venire in mente quel figlio di san Domenico, presidente della commissione leonina (se non ricordo male), che lègge nella “Somma teologica” l’approvazione della sodomia.

Di fronte a questa sottigliezza, a quest’abissale profondità esegetica, che fa dire anche al dottore angelico il contrario di quel che ci leggiamo noi, poveri non iniziati, io passo di maraviglia in maraviglia. Che sublime sprezzo dell’evidenza!

Maso