Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 9 ottobre 2020

9 ottobre 1958, si spegne a Castel Gandolfo Pio XII, il Pastor Angelicus

9 ottobre 1958, si spegne a Castel Gandolfo Pio XII, il Pastor Angelicus. Lo ricordiamo in uno dei momenti più intimi e solenni. 

Alle sette, Pio XII si dirige verso la cappella; si inginocchia sul grande inginocchiatoio, ove la sua figura appare ancora più slanciata, e si prepara al Sacrificio divino. Si dirige quindi all’altare e indossa i paramenti sacri. Egli pronuncia così chiaramente le preghiere di rito che ogni sillaba è facilmente comprensibile e al tempo stesso non è detta troppo forte da recare disturbo. Iniziano le preghiere dell’Introitus. Inchinato profondamente e mettendo in ogni parola la sua anima, egli recita mentalmente il Confiteor.
Quindi apre le braccia, solleva gli occhi e il volto verso il grande Crocefisso d’avorio particolarmente adatto a Pio XII. In medio Ecclesiae aperuit os eius: et implevit eum. L’Epistola, il Graduale, il Vangelo acquistavano, pronunciati dal Santo Padre, una speciale solennità. Sursum corda! Segue il Prefazio. Può questa essere recitata in maniera più bella e commovente? Quindi, un momento di silenzio. Il Santo Padre ricorda tutti coloro che si sono affidati a lui e contano sulla sua preghiera: prega per tutti i suoi figli sparsi nel vasto mondo. Un giorno gli chiesi perché il suo Memento durasse sempre tanto. Mi rispose: «Mi chiedono continuamente preghiere: il Sacrificio Divino è proprio il momento in cui il Padre Eterno non può rifiutare nulla, ed io lo utilizzo il meglio possibile». La Messa si avvicina poi al punto culminante: pregando con serafico fervore e con grande passione, il Santo Padre pronuncia le parole della Consacrazione tanto piano, ma anche tanto scandite, tanto ardenti di fede e ricche di amore, che tutti i presenti sono come trascinati nel sacro prodigio. Dalla Croce, l’Eterno Sacerdote guarda il suo Vicario e gli accorda ciò che egli gli presenta con fervida preghiera. Di nuovo c’è una lunga pausa. Anche i cari defunti non sono dimenticati. La Santa Comunione è il momento dell’unione più intima con Colui che egli è chiamato a imitare e rappresentare in terra.
Quindi le braccia si aprono ancora una volta in un ampio abbraccio rivolto al Crocifisso e la benedizione del Vicario di Cristo scende non solo sui presenti, ma sul mondo intero».
[Descrizione della Messa quotidiana di Pio XII fatta dalla fedelissima Suor Pascalina Lehnert (1894-1983), accanto al Pontefice dal 1917 alla morte. Pascalina Lehnert, Pio XII. Il privilegio di servirlo. Traduzione dal tedesco di Marola Guarducci, Milano, Rusconi, 1984 (ed. orig. Ich durfte Ihm Dienen: Erinnerungen an Papst Pius XII, Würzburg, Verlag Johann Wilhelm Naumann, 1982)]

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Che dolcezza questo ricordo che fila dritto verso l'alto.
Come sarebbe bello avere di nuovo braccia di padre come queste aperte come un ponte fra noi e il cielo.
S.(per me lo é) Pio XII, ora pro nobis

Anna

mic ha detto...

O comovente funeral do Papa Pio Xll

A 09 de Outubro de 1958 morria o Papa Pio XII, com 82 anos de idade. Roma e o mundo pararam para prestar homenagens ao Papa Pacelli.

"A salvação de muitas depende das orações e dos sacrifícios voluntários, feitos com essa intenção, pelos membros do corpo místico de Cristo, e da colaboração que pastores e fiéis, sobretudo os pais e mães de família, devem prestar ao divino Salvador."

Pio XII in Carta Encíclica 'Mystici Corporis'

Anonimo ha detto...

The last Petrus

Anonimo ha detto...

....con gioiosa attesa e ravvivata speranza guardiamo al prossimo ritorno del mese di ottobre, durante il quale i fedeli sogliono accorrere con maggiore frequenza alle chiese, per innalzare le loro suppliche a Maria per mezzo del Santo Rosario. Questa preghiera, Venerabili Fratelli, desideriamo sia fatta quest’anno con maggiore fervore di animo come è richiesto dall’aggravarsi delle necessità. Ci è ben nota, infatti, la sua potente efficacia per ottenere l’aiuto materno della Vergine. Benché non vi sia certamente un unico modo di pregare per poter conseguire questo aiuto, tuttavia Noi stimiamo che il Rosario mariano sia il mezzo più conveniente ed efficace, come del resto viene chiaramente suggerito dall’origine stessa, più divina che umana, di questa pratica e dalla sua intima natura.
Che cosa infatti di più adatto e più bello dell’orazione domenicale e del saluto angelico, che formano come i fiori di cui s’intreccia questa mistica corona? Aggiungendosi, inoltre, alle ripetute preghiere vocali la meditazione dei sacri misteri, ne deriva l’altro grandissimo vantaggio, che tutti, anche i più semplici e i meno istruiti, hanno in ciò una maniera facile e pronta per alimentare e custodire la propria fede. E invero, dalla meditazione frequente dei misteri, l’animo attinge e insensibilmente assorbe la virtù che essi racchiudono, si accende straordinariamente alla speranza dei beni immortali, e viene fortemente e soavemente spronato a seguire il sentiero battuto da Cristo medesimo e dalla sua Madre. La recita stessa di formule identiche tante volte ripetute, nonché rendere questa preghiera sterile e noiosa, quale mirabile virtù, invece, possiede, come si può sperimentare, per infondere fiducia in chi prega e fare dolce violenza al cuore materno di Maria!
Adoperatevi, dunque, Venerabili Fratelli, con particolare sollecitudine, perché i fedeli, in occasione del prossimo mese di ottobre, possano compiere questo fruttuoso ufficio con la maggior diligenza possibile, e il santo rosario sia da essi sempre più convenientemente stimato e diffusamente praticato. Per opera vostra principalmente il popolo cristiano possa comprenderne l’eccellenza, il valore e la salutare efficacia.
(...) Non esitiamo quindi ad affermare di nuovo pubblicamente che grande è la speranza da Noi riposta nel Santo Rosario, per risanare i mali che affliggono i nostri tempi. Non con la forza, non con le armi, non con la umana potenza, ma con l’aiuto divino ottenuto per mezzo di questa preghiera, forte come Davide con la sua fionda, la Chiesa potrà affrontare impavida il nemico infernale, ripetendo contro di lui le parole del pastore adolescente: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con lo scudo: ma io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti … e tutta questa moltitudine conoscerà che il Signore non salva con la spada, né con la lancia» (1 Re 17, 44.49)....

Dalla enciclica "Ingruentium malorum" sulla recita del Rosario)

mic ha detto...

La citazione 23:26 è da 'Una Voce Cordoba'

Anonimo ha detto...


Nella Mystici Corporis si diceva anche che la salvezza ottenuta da molti, senza saperlo, grazie alle parole e alle mortificazioni di tanti fedeli, tante madri e padri di famiglia, costituiva un grande mistero, uno dei più grandi della nostra fede.
Mi sono sempre chiesto: come può uno esser salvato dalle preghiere di uno che non conosce?
E non si deve pagare il fio delle proprie azioni, quando sono cattive?
Ma proprio questo faceva il Signore: con le preghiere e i digiuni intercedeva per noi peccatori presso il Padre. E lo stesso fanno i fedeli, che lo imitano per quanto possono: pregano e si mortificano per la salvezza dei peccatori.

Anonimo ha detto...

S. Pio xii, sei sempre nei nostri cuori, intercedi per la Chiesa e per noi.

Quanto attuale! ha detto...

9 ottobre, anniversario della morte di Pio XII, che qui si rivolge in discorso ai marchigiani residenti a Roma...

“S’incontrano oggi talora cittadini presi quasi dal timore di mostrarsi particolarmente devoti alla patria. Come se l'amore verso la propria terra potesse significare necessariamente disprezzo verso le terre altrui; come se il desiderio naturale di vedere la propria patria bella, prospera all'interno, stimata e rispettata all'esterno, dovesse essere inevitabilmente causa di avversione contro altri popoli. Né manca chi evita persino di pronunciare la parola «patria» e tenta di sostituirvi altri nomi più adatti, si crede, ai nostri tempi. Bisogna dire che non ultimo tra i segni di un disorientamento degli animi è questo diminuito amore alla patria, a questa più grande famiglia donatavi da Dio. Quando poi la patria si chiama Italia, non è chi non veda quali speciali motivi vi siano per sentirsi ad essa legati coi vincoli di un'affettuosa devozione. (...) L'Italia, ideata e voluta da Dio come terra in cui ha sede il centro della sua Chiesa, fu oggetto, come di un suo speciale amore, così di una sua specialissima azione. Perché nessun popolo ha, come il popolo italiano, i suoi destini congiunti con l'opera di Cristo”
(Pio XII, discorso ai marchigiani residenti a Roma, 23 marzo 1958)

Anonimo ha detto...

Testamento spirituale del Santo Padre Pio XII

Miserere mei, Deus, secundum (magnam) misericordiam tuam.

Queste parole, che, conscio di esserne immeritevole ed impari, pronunciai nel momento, in cui diedi tremando la mia accettazione alla elezione a Sommo Pontefice, con tanto maggior fondamento le ripeto ora in cui la consapevolezza delle deficienze, delle manchevolezze, delle colpe commesse durante un così lungo Pontificato e in un'epoca così grave ha reso più chiare alla mia mente la mia insufficienza e indegnità. Chiedo umilmente perdono a quanti ho potuto offendere, danneggiare, scandalizzare con le parole e con le opere. Prego coloro, cui spetta, di non occuparsi né preoccuparsi per erigere qualsiasi monumento alla mia memoria; basta che i miei poveri resti mortali siano deposti semplicemente in luogo sacro, tanto più gradito quanto più oscuro. Non mi occorre di raccomandare i suffragi per l'anima mia; so quanto numerosi sono quelli che le norme consuete della Sede Apostolica e la pietà dei fedeli offrono per ogni Papa defunto. Non ho nemmeno bisogno di lasciare un « testamento spirituale », come sogliono lodevolmente fare tanti zelanti Prelati; poiché i non pochi Atti e discorsi, da me per necessità di officio emanati o pronunziati, bastano a far conoscere, a chi per avventura lo desiderasse, il mio pensiero intorno alle varie questioni religiose e morali.

Ciò premesso, nomino mia erede universale la Santa Sede Apostolica, da cui tanto ho avuto, come da Madre amantissima.

15 Maggio 1956.

Ave Maria ! ha detto...

CHIUSA AL PUBBLICO la tomba del Ven. Pio XII
https://gloria.tv/post/Yp3G3Q9u9smv2nEjhChibDhMM

Carissima Sig.ra Dorotea , la visita alla tomba del S.Padre Pio XII e' per sicurezza preclusa al pubblico da molto tempo . Lo so con certezza perche'anche a me dettero la stessa motivazione , molto probabilmente nel 2016 , dopo la Consacrazione al Cuore Immacolato . Dispiaciuta , non so come ne' perche' mi venne l'ispirazione di visitare la Necropoli vaticana , feci il biglietto via internet e...quale non fu lo stupore la piacevole sorpresa e la gioia al termine della visita alla necropoli di ritrovarci davanti alla tomba del Santo Padre Pio XII ! Infatti lì termina la visita alla necropoli vaticana e poi si viene immessi all'interno delle Grotte vaticane ( nel corridoio ). Ci permisero una breve sosta e una preghiera .
Questa e' stata la mia esperienza , volete cortesemente farla arrivare alla cara Sig.ra Dorotea ?

Quindi sì e' per una questione di sicurezza.. ha detto...

P.S.
Aggiungo : Al termine della visita non e' possibile tornare indietro ,a ritroso , ed uscire da dove si e' entrati ( il colonnato di sinistra)perche' entrano di volta in volta nuovi gruppi di visitatori raggruppati secondo la lingua . Per cui si entra dal colonnato di sinistra e si esce attraverso le Grotte vaticane dove sono le tombe dei Papi.Buona visita !
http://www.vatican.va/various/basiliche/san_pietro/it/necropoli/informazioni.htm

Anonimo ha detto...

Pio XII non si è reso conto in che covo di vipere era caduto? Bea suo confessore personale è straziante solo ricordarlo. Com'è stato possibile che l'ultimo Papa sia stato accompagnato dal sibilo del serpente in vita ed in morte? Le trame evidentemente venivano,lui vivente, già tessute alacremente alle sue spalle. Ormai è chiaro. Lui Venerabile e gli altri santi. Altra prova lampante della congiura. Orrore.

Giuliano Marcantonio ha detto...

Pio XII è stato il Papa della mia giovinezza allietata dall'ingresso, nel 1951, nel corpo della Guardia Palatina d'onore di Sua Santità.
In questo contesto, quando ero di servizio, ho avuto la possibilità di osservare con quanta affabilità ascoltasse e conversasse con i partecipanti alle udienze.
Ma il rituale che mi emozionava di più era quando, dopo aver celebrato il pontificale nella Basilica di San Pietro, avviandosi verso l'uscita sulla sedia gestatoria, questa veniva girata versio i presenti e lui si alzava in piedi e, allargando le braccia quasi volesse stringere tutti in un paterno abbraccio, impartiva solennemente la sua benedizione.
A molti anni di distanza dalla sua morte la sua figura ieratica è nitidamente presente nel mio ricordo.
Grande è il mio rammarico per l'ancora dilazionata beatificazione.

Anonimo ha detto...

Le ragioni dell'apostasia moderna sono l'ateismo scientifico, il materialismo dialettico, il razionalismo, il laicismo e la massoneria, che è la madre comune di tutto ciò.
Pio XII