Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 4 ottobre 2020

Alcuni cenni alla 'Fratelli tutti' ricordando San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia

Ieri 3 ottobre, sulla tomba di San Francesco,  Bergoglio ha firmato Fratelli tutti1, la nuova enciclica sulla ‘fratellanza’ universale, da tempo sua fissa [vedi], che ha raggiunto il culmine con il Documento sulla fratellanza umana sancito ad Abu Dhabi nel 2019 [vedi] e con l'istituzione dell'Alto Comitato per la Fratellanza Umana alcuni mesi dopo. Ma san Francesco d'Assisi e la sua fratellanza era ben altro da questo sviante foglietto pacifista. Per questo di seguito, dopo alcune osservazioni essenziali sulla riaffermazione dalla verità cristiana ancora una volta oltrepassata con la nuova enciclica, della quale mi riprometto una più precisa e dettagliata analisi con un articolo ad hoc, riporto luminose parole di Benedetto XVI e Pio XII sul Santo protettore della nostra Patria.

Siamo davvero “Tutti fratelli”?
Quella promossa da Bergoglio è una fratellanza dalle connotazioni pratiche che, oltre a non scaturire dai principi spirituali prim'ancora che morali della visione cristiana, di fatto non differisce dalla fratellanza di cui alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo o a cui fanno spesso riferimento iniziative umanitarie di diverso genere, che vorrebbe accomunare tutti, credenti e non, cristiani e appartenenti ad altre religioni ed è completamente estranea da quella cristiana, perché manca della figliolanza, manca di un Padre comune. Con l'aggravante dell'afflato islamista di Abu Dhabi che porterebbe erroneamente a credere che adoriamo tutti lo stesso dio [vedi] e addirittura che la “diversità delle religioni” è “voluta da Dio” [vedi].

Ricordiamoci che Cristo non «si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della fratellanza», ma per redimerli, da una Croce, dalla schiavitù del peccato originale, ri-generandoli nella Risurrezione, unica ragione che rende possibile ogni autentica fratellanza, che non è quella di conio umanitaristico che emerge da questi discorsi! E non può essere « evitare ogni forma di aggressione o contesa (Fratelli tutti, 3)» la via della salvezza e di una autentica pacificazione perché, se prima non ci radichiamo in Lui e non veniamo da Lui liberati, guariti e trasformati, non possiamo essere capaci di quell'agape (il vero amore di ciascuno di noi verso tutti gli altri) che ci rende fratelli in Cristo. 

Non corriamo il rischio di pensare che Cristo si è incarnato nell'umanità: il documento conciliare (Gaudium et Spes, 22) dichiara che Gesù con l'incarnazione si è «in qualche modo» unito a tutti gli uomini. Ma non lasciamoci trarre in inganno perché, se è vero che il Verbo ha assunto la natura dell'uomo Gesù, che è comune alla natura umana, essa non è quella di tutti gli uomini, ma quella dell'uomo Gesù di Nazareth. Ed è nella sua Persona divina e aderendo ad Essa che noi riceviamo la salvezza e l'adozione a figli. Infatti l'Incarnazione riguarda l'Uomo-Gesù e coinvolge gli uomini a condizione che essi Lo accolgano e credano nel suo Nome perché sono «coloro che lo accolgono e credono nel suo Nome [che] diventano figli di Dio", come ricordato sopra (Prologo di Giovanni, 12-13).

Infatti non siamo tutti figli di Dio: siamo tutti Sue creature. Il Figlio è Uno solo e non è stato creato ma generato prima di tutti i secoli e si è fatto uomo, nel seno della Vergine Maria, come Gesù di Nazareth e non in tutta l'umanità, anche se ha assunto la natura umana per redimerci, il che rende possibile la fratellanza (e molto altro), ma non per «vivere un’umile e fraterna “sottomissione”, pure nei confronti di coloro che non condividevano la loro fede» (Fratelli tutti, 3)... Cristo Signore non ci dà un sentimento (fratellanza o addirittura sottomissione, che per di più evoca la dhimmitudine!), cambia la nostra natura, la trasforma con la sua grazia che riceviamo nei sacramenti; il che ci rende capaci di provare quel sentimento e comportarci di conseguenza.

Dunque noi siamo figli solo nel Figlio e solo se accogliamo Lui. Quindi gli uomini, creature pur sempre a immagine e somiglianza di Dio, diventano figli - e ricevono la figliolanza divina per adozione cioè vedono incorporata e trasformata ma non sostituita la loro natura umana -, solo se accolgono Cristo Signore. Ce lo insegna il Prologo di Giovanni 12-13: «A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati». Dunque non creati, ma inseriti nella generazione eterna del Figlio, il diletto, colui nel quale il Padre si compiace perché vi riconosce la sua Vera immagine perché a Lui 'configurati'. Infatti Cristo è il Verbo, la Seconda Persona della SS. Trinità, generato non creato, della stessa sostanza (consustanziale) del Padre, che si è fatto uomo in Gesù, non in tutti gli uomini (v. supra).

I «Suoi», cioè noi cristiani diventiamo figli per adozione - e non per natura - e riceviamo il dono di diventare sempre più a Lui configurati (la nostra natura è trasformata ma non sostituita), nel senso paolino (2 Cor 3,18). È ciò che i Padri chiamano Theosis, per effetto della grazia che la vita di fede e dunque la fedeltà ci dona attraverso la preghiera e il munus sanctificandi della Chiesa. È proprio questa distinzione tra adozione-partecipazione in Cristo e natura che fa la differenza. E mi pare che si crei confusione tra naturale e Soprannaturale non considerandola.

Dunque tutti gli uomini condividono la creaturalità e l'immagine del Creatore, ma la connaturalità, che è configurazione al Figlio Unigenito Gesù Cristo la si riceve nella e dalla Chiesa.
Il che non significa dire che Cristo non si incarnato per tutti e non ha salvato TUTTI; ma i MOLTI che lo accolgono perché la salvezza non è un fatto automatico: va accolta. Ed è la funzione della Chiesa affidatale dal Suo Signore quella di annunciarla e dispensarla, altrimenti che senso avrebbe la Chiesa? 
Maria Guarini
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1. Inopinatamente tratto da: San Francesco, Ammonizioni, 6, 1: FF 155.

San Francesco oltre i luoghi comuni: vedi anche qui - qui - qui
In quest'epoca così densa di retorica ambientalista e di accostamenti tra l'ecologia cristiana e quello che inizia ad essere chiamato "gretathunberghismo", nonché ad un Fratelli tutti ricordato sopra, riprendo alcuni riferimenti a San Francesco nelle limpide parole di papi precedenti e, in conclusione, nel pensiero di un lettore.
Abbiamo visto come San Francesco e il francescanesimo vengano spesso strumentalizzati per far sì che gli ecologismi possano passare in quanto assoluto ideologico. Bene, Benedetto XVI stronca di netto quei tentativi, sentenziando: "Il suo cantico di frate sole, la lode del Creatore nello specchio della creazione risuona attraverso i secoli". Poi la specificazione, che è forse quella di maggior interesse per le odierne fasi dialettiche: "L'uomo che lo cantò non era un trovatore sognante o un ecologista, come a volte ci viene presentato, ma uno che venne sottoposto a patimenti, che li volle sostenere per amore di Cristo per accostarsi come lui alla profondità dell'essere umano e al cuore di Dio". (Dalla Raccolta di omelie, pronunciate da Benedetto XVI. Cantagalli, 1919)
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"La sollecita cura della Chiesa universale che Ci è stata commessa dal divino Redentore ci spinge sempre a procurare quanto più ci è possibile il bene di tutti i fedeli sparsi per tutta la terra; ma poiché la Divina Provvidenza ha voluto che la cattedra romana di San Pietro fosse stabilita in Italia, la Nostra volontà non può non rivolgersi in modo particolare a promuovere i vantaggi spirituali degli italiani e perciò appena ce ne è data l’occasione, ci disponiamo ad eseguire con solerte cura tutte quelle cose che ci sembrano le più opportune al fine predetto. Sicché nelle difficoltà dei tempi, che da ogni parte premono anche le genti d’Italia, nessun’altra cosa è più conforme al Nostro ufficio pastorale, nonché all’effetto che nutriamo verso i Nostri connazionali, quanto l’assegnare loro presso il Signore, particolari patroni celesti, i quali ne siano come i custodi e i difensori. Chi di noi invero potrebbe mai dubitare di non essere aiutato giorno per giorno dal patrocinio dei Santi presso Dio, specialmente quando, trovandosi in angustie si appoggia alla intercessione dei Santi, invoca il Signore e sente subito che il Signore lo esaudisce? E questo tanto più giustamente può dirsi di quel patrocinio, col quale i santi proteggono le genti e le nazioni, specie quelle alle quali si sforzarono in tanti modi e in tante particolari circostanze, di portare aiuto, mentre essi ancora erano in terra, spinti dall’amor di patria. Senza alcun dubbio ciò si deve affermare di San Francesco d’Assisi e di Santa Caterina da Siena che, italiani ambedue, in tempi straordinariamente difficili, illustrarono, mentre vivevano, con nitido fulgore di opere e di virtù e beneficarono abbondantemente questa loro e nostra Patria, in ogni tempo madre di santi. Difatti San Francesco poverello e umile vera immagine di Gesù Cristo, diede insuperabili esempi di vita evangelica ai cittadini di quella sua tanto turbolenta età, e ad essi anzi, con la costituzione del suo triplice ordine aprì nuove vie e diede maggiori agevolezze, per la correzione dei pubblici e privati costumi e per un più retto senso dei principi della vita cattolica. Né altrimenti si adoperò Santa Caterina, la fortissima e piissima vergine, che valse efficacemente a ridurre e a stabilire la concordia degli animi delle città e contrade della sua Patria e che mossa da continuo amore, con suggerimenti e preghiere, fece tornare alla sede di Pietro in Roma i romani pontefici, che quasi in esilio vivevano in Francia, tanto da essere considerata a buon diritto il decoro e la difesa della Patria e della Religione". (Dal motu proprio di Pio XII, Proclamazione di San Francesco e Santa Caterina patroni primari d'Italia, giugno 1939)
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"Degno è che s’invochi il nome del santo eroe di Assisi: Francesco, cavaliere amante della povertà di Cristo, ambiziosa del cielo ch’è suo, padre delle sacre legioni degli amici del popolo, suscitatore della carità diffusiva di pace e di bene fra gli uomini e nelle famiglie. E veramente egli, in tempi non meno tristi, precorse Caterina, e, al pari di lei, fu all’Italia un’aurora di rinnovamento spirituale e pacifico. Ignudo atleta fra i famelici dell’oro, con un cuore più largo che la miseria umana, sprezzatore di ogni dispregio, era pure stato il fiore dei giovani, prodigo e amante del lusso, il sonatore e il cantore delle allegre comitive, il guerriero prigioniero di Perugia, prostrato da Dio nel cammino verso le Puglie, per risorgere vaso di elezione a portare il nome di Cristo in mezzo al popolo e alle genti". (Pio XII, Discorso sui Patroni d'Italia a Santa Maria sopra Minerva, 5 maggio 1940
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San Francesco ci ha insegnato che il creato va gustato, non adorato. Ci ha insegnato che siamo noi a dover essere poveri, e in spirito prima di tutto, e non Dio. Ci ha rammentato lo zelo che dobbiamo avere per la conversione delle genti islamiche, ancora lontane da Dio. Ci ha insegnato che se vogliamo piacere a Dio dobbiamo abbandonare il peccato. E ci ha mostrato come agiscano veramente i santi riformatori, riformando prima sé stessi. Talmente innamorato e pervaso di Dio da aver su di sé impresse le Piaghe che diedero la Redenzione. Possa lui, nemico dell'eresia e della lussuria, pregare per noi immersi in questi tempi dove entrambi i peccati dilagano. Preghiamolo affinché se commettiamo questi peccati ce ne possiamo emendare, se invece non li commettiamo possiamo sempre fuggirli senza superbia. Alter Christus, ora pro nobis

16 commenti:

Tralcio ha detto...

Fratelli tutti... Comincia così l'elogio alla "fraternità universale".

La realtà delle cose e il significato delle parole dice che il fratello ha in comune i genitori (o almeno uno, anche se si diceva "fratellastro", come peggiorativo del normale).

Per essere figli della "madre terra" basta essere presenti: ciò ci configura come fratelli.
Tuttavia San Francesco non fa affermazioni così banali, perché il "cantico delle creature" rimanda a un Creatore. E dentro l'amore del Creatore per le creature c'è il mistero dell'Incarnazione, così magistralmente rappresentata nella devozione del presepio. L'Incarnazione rimanda alla Redenzione, così crudamente incarnata da San Francesco nelle sue stigmate che l'hanno visto misteriosamente unito a Cristo nel sacrificio d'amore.

Essere cristiani, di Cristo, dice di una realtà ulteriore rispetto alla mera fraternità universale in forza della comune "madre terra". E dice di una misteriosa "adozione a figli" permessa dal battesimo, ovvero da un sacramento con il quale la Chiesa, Sposa di Cristo, genera figli a questa misteriosa fraternità che ci rende "figli di Dio nel Figlio Gesù".

Il "Fratelli tutti" di San Francesco citato dalle ammonizioni è questo:
"Guardiamo, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore lo seguirono nella tribolazione e nella persecuzione e nell’ignominia, nella fame e nella sete, nell’infermità e nella tentazione e in altre simili cose e ne ricevettero dal Signore la vita eterna. Perciò è grande vergogna per noi servi del Signore il fatto che i santi operarono con i fatti e noi raccontando le cose che essi fecero ne vogliamo ricevere onore e gloria".

Oso dire che non poteva esserci citazione più decontestualizzata e fuorviante di questo inciso per collocarlo in un testo adatto al "nuovo ordine mondiale" che non fa onore al Santo di Assisi e a chi si è appropriato per la prima volta nella storia, di quel nome.

Fratelli tutti sono quelli che vivono nella fede di Cristo, non quelli che il Cristo lo schifano e i fratelli li perseguitano!

E come la Laudato sì ha mistificato, qui, purtroppo, si persevera, marchio di fabbetica di ispirazioni dalle quali sarebbe bene guardarsi con grande cura, discernendo gli spiriti!
Se c'è una cultura mercantile e propensa allo scarto di ciò che non si confà al mainstream essa è proprio quella a cui la chiesa post conciliare e santamartesca si è allineata acriticamente e profondendo ogni energia nell'azzerbinamento ricercandone il plauso

Anonimo ha detto...

Avendo letto ampi stralci del testo ( che in realtà consta essenzialmente di compiaciute e ridicole autocitazioni nonché di citazioni strumentalizzate) ritengo che l’autore possa essere individuato tra i seguaci della scuola di Cetto Laqualunque senza escludere lo stesso fondatore.

Spero che nessuno oserà prendere sul serio una tale raccolta di fesserie.

“….in fine velecior”

Paolo Montagnese

Anonimo ha detto...

Giuseppe Conte: "Il messaggio di san Francesco è ancora moderno".

Qui casca l'asino di gran fatta. Asino universitario.
Il messaggio di San Francesco è quanto di più ANTIMODERNO si possa immaginare. E' l'essenza stessa del Medioevo, quello vero.
Semmai l'ignorantone confonde San Francesco Bernardone con suo padre Pietro, il mercante. Lui sì pienamente moderno.
Giuseppe Conte: ovvero come studiare fino a cinquant'anni per non capire una mazza.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

https://voxnews.info/2020/10/04/bergoglio-migranti-hanno-diritto-a-soddisfare-i-propri-bisogni-dove-vogliono/

#FratelliTutti ha detto...

Quindi - com’è come non è - Papa Francesco riesce a mettere la pandemia sul conto del “mercato”. Non è colpa della Cina, di un regime, di un sistema chiuso e oppressivo, di una dittatura. No: è “il mercato che non risolve tutto”. LeU non avrebbe saputo dir meglio.

Anonimo ha detto...

La nostra disgrazia insieme a Conte e ai grillini.

Anonimo ha detto...

La svolta a sinistra di Bergoglio: "La proprietà non è intoccabile"

Nell'ultima enciclica, Francesco parla di migranti, islam e populismo. Ma il Papa rivisita pure il concetto di "proprietà"

https://m.ilgiornale.it/news/cronache/papa-smonta-propriet-privata-ha-funzione-sociale-1894352.html

tralcio ha detto...

Ma:

-se di tutto è lecito dubitare (anche del vangelo, mancando allora i registratori);
-se i dogmi cattolici sono ritenuti "imposizioni" (vedi punto 4, in apertura dell'ultima "fatica enciclante", scrivendo -punto 4- di San Francesco che "Egli non faceva la guerra dialettica imponendo dottrine");
-se i sacramenti amministrati esprimono delle semplici forme simboliche, senza alcun effetto reale e sostanziale, quindi dubitando della fede cattolica per assumere quella luterana;
-se l'inferno non c'è o -se esistesse- è vuoto e Dio perdona sempre e comunque qualsiasi cosa, al punto che la legge è un'inutile orpello, come i sacri paramenti e i sacri riti;
-se il peccato originale è una storiella e così ogni altro peccato è un distinguo esistenziale per fissati della forma;
-se la Pontificia Accademia per la vita è guidata da un presule con simpatie pannelliane;
Insomma
-se tutto quello che la Chiesa ha creduto e trasmesso annunciandolo è dubbio...

Da dove vengono -alla Chiesa che sforna encicliche- tutte queste certezze che:

-la faccenda del COVID sia esattamente come ce la raccontano i mezzi di informazione;
-la faccenda del clima sia esattamente come ce la raccontano i mezzi di informazione;
-l'attuale gestione economica sia esattamente come la raccontano i mezzi di informazione;
-i buoni e i cattivi -politicamente- siano come ce li raccontano i mezzi di informazione;
-questa vita sarà migliore secondo il nuovo ordine auspicato dai mezzi di informazione;
-la vita eterna sarà davvero beata secondo il "vangelo" di questi mezzi di informazione;
-Dio non castiga, essendo indifferente alle schifezze che facciamo contro la Sua volontà;
-Dio è una "media" di varie credenze, poiché ogni credenza è ugualmente lontane dal vero;
-siccome di Dio non sappiamo niente, l'unico ad averlo capito è chi sta a santamarta...

????


Anonimo ha detto...

"Fratelli tutti" o "Compagni tutti"? Nella sua ultima enciclica, Bergoglio certo è approdato all'ortodossia, ma a quella marxista.

Un papa marxista ha detto...

A titolo di esempio:
" §120. Di nuovo faccio mie e propongo a tutti alcune parole di San Giovanni Paolo II, la cui forza non è stata forse compresa: «Dio ha dato la terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno».[94] In questa linea ricordo che «la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata» [95]
(e, nel relativo rimando a piè di pagina, è obbligato a citare la "Laudato si' ", ovvero se stesso, dal momento che il principio evocato è assolutamente contrario alla "Dottrina sociale della Chiesa" e neppure può ascriversi, al contrario di quanto si afferma, alla tradizione) ... Il diritto alla proprietà privata si può considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato dal principio della destinazione universale dei beni creati, e ciò ha conseguenze molto concrete, che devono riflettersi sul funzionamento della società. Accade però frequentemente che i diritti secondari si pongono al di sopra di quelli prioritari e originari, privandoli di rilevanza pratica."
(Persin superfluo il rilievo, circa il fatto che anche quest'ultime proposizioni rappresentino delle affermazioni assolutamente esorbitanti, rispetto alla "Dottrina sociale della Chiesa", tant'è che non si tentano nemmeno citazioni - quantunque di senso distorto - ad apparente conforto dei relativi assunti) ...

mic ha detto...

Dal proprio della Messa VO di Oggi (La vera Figliolanza che viene da Dio)
Deus, qui Ecclésiam tuam, beáti Francisci méritis fœtu novæ prolis amplíficas: tríbue
nobis; ex ejus imitatióne,terréna despícere et cœléstium donórum semper participatióne gaudére. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula saeculórum.

O Dio, che mercé il beato Francesco arricchisci la tua Chiesa di nuova figliolanza
religiosa, concedici di sprezzare, a sua imitazione, i beni terreni, e godere per sempre della partecipazione dei doni celesti. Per il nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.

Anonimo ha detto...

C'è una bella differenza tra essere fratelli nella figliolanza di Dio e fratelli nella figliolanza dell'umanità

E per comprendere la fratellanza, il fratellitutti, il "volemose bene", l 'accoglienza e i ponti di Bergoglio, prendetevi un minuto e pensate al Cardinale Zen che per quattro giorni a quasi novant'anni, per amore della Chiesa è venuto a Roma per parlargli ed è stato totalmente ignorato....
Ave Maria

Anonimo ha detto...

Nei Vangeli risulta che Gesù è andato più di una volta a parlare con i Samaritani ma non risulta che abbia detto di condividere la religione con loro. Anzi Gesù, ricordiamo, invita la samaritana ad adorare Dio nel Tempio in Gerusalemme e a "bere l'acqua che io vi darò" (lo Spirito Santo) per non avere pù sete...

Anonimo ha detto...

Devastato il convento delle suore nel centro storico di Mazara del Vallo al grido di "Allah Akbar"

http://blog.messainlatino.it/2020/10/devastato-il-convento-delle-suore-nel.html

Anonimo ha detto...

《Un pensiero su San Francesco che ieri non ho avuto tempo: è considerato dai modernisti ecumenico, per una Chiesa povera, ecologista. In realtà il suo ecumenismo si sede col sultano quando lo invita a convertirsi dell'Islam al cattolicesimo perché la Verità va difesa e l'opera dei crociati era giusta. La sua povertà era per se stesso non voleva la Chiesa povera anzi scrive si suoi sagrestani che la povertà si ferma ai piedi dell' altare. Per il culto voleva quanto di più bello e prezioso. Amava la natura ma mai avrebbe considerato l'uomo al pari degli animali ma ne riconosceva il ruolo di capo del creato. Né mai avrebbe parlato di una fratellanza universale in quanto fratelli in Cristo lo si è col battesimo, senza si è creatura di Dio certo amate dal Creatore ma non suoi figli né tanto meno in Grazia di Dio. Meditiamo.》

da La pecora smarrita . ha detto...

C'era una volta... la Verità.
https://www.facebook.com/104593911401089/videos/339485173983456/