Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 6 novembre 2022

Mons. Schneider. Il papa ha "piena autorità" ma non può "indebolire l'integrità della fede cattolica"

Il vescovo Athanasius Schneider ha fornito a LifeSiteNews un'analisi (vedi testo completo nella nostra traduzione) in cui discute la natura e i limiti dell'obbedienza al Papa. Citando san Tommaso d'Aquino e altre fonti, spiega che ogni autorità e ogni obbedienza hanno dei limiti. “L'obbedienza”, dice, “non è cieca o incondizionata, ma ha dei limiti. Dove c'è peccato, mortale o meno, non abbiamo semplicemente il diritto, ma il dovere di disobbedire». Qui l'indice dei precedenti. Sul tema delle "due forme" del rito vedi.

«L'autorità è definita dai suoi limiti, e anche l'obbedienza è definita dai suoi limiti. La consapevolezza di questi limiti porta alla perfezione nell'esercizio dell'autorità e alla perfezione nell'esercizio dell'obbedienza».
Il giusto significato dell'obbedienza al Papa

La santa Chiesa è innanzitutto e più radicalmente un'istituzione divina, ed nel suo significato soprannaturale  è un mistero. In secondo luogo, ha anche la realtà umana e visibile, i membri visibili e la gerarchia (papa, vescovo, sacerdote).

Quando la Madre Chiesa sta attraversando una delle crisi più profonde della sua storia, come è nel nostro tempo, dove la crisi tocca in misura spaventosa tutti i livelli della vita ecclesiale, la Divina Provvidenza ci chiama ad amare la nostra Madre Chiesa, umiliata e derisa non in primo luogo dai suoi nemici, ma dall'interno dai suoi pastori. Siamo chiamati ad aiutare la nostra Madre Chiesa, ciascuno al suo posto, ad aiutarla per un vero rinnovamento attraverso la nostra stessa fedeltà all'immutabile integrità della fede cattolica, attraverso la nostra fedeltà alla costante bellezza e sacralità della sua liturgia, la liturgia di tutti i tempi, attraverso la nostra intensa vita spirituale in unione con Cristo, e attraverso atti di amore e di carità.

Il mistero della Chiesa è più grande del solo Papa o del vescovo. A volte papi e vescovi hanno fatto del male alla Chiesa, ma allo stesso tempo Dio si è servito di altri strumenti, spesso semplici fedeli, semplici sacerdoti, o pochi vescovi, per restaurare la santità della fede e della vita nella Chiesa.

Essere fedeli alla Chiesa non significa obbedire interiormente a tutte le parole e agli atti di un Papa o di un Vescovo, poiché il Papa o il Vescovo non coincidono con tutta la Chiesa. E se un Papa o un Vescovo sostiene una via che lede l'integrità della fede e della liturgia, allora non si è in alcun modo obbligati a seguirlo interiormente, perché bisogna seguire la Fede e le norme della Chiesa di tutti i tempi, degli apostoli e dei santi.

La Chiesa cattolica è l'unica Chiesa fondata da Cristo, ed è volontà espressa di Dio che tutti gli uomini diventino membri della Sua unica Chiesa, membri del Corpo mistico di Cristo. La Chiesa non è proprietà privata di un Papa; anzi, egli è solo il vicario, il servo, di Cristo. Pertanto, non si può far dipendere il divenire pienamente cattolici dal comportamento di un Papa particolare. Bisogna sicuramente obbedire al Papa quando propone infallibilmente la verità di Cristo, quando parla ex cathedra, cosa molto rara. Dobbiamo obbedire al Papa quando ci ordina di obbedire alle leggi e ai comandamenti di Dio, [e] quando prende decisioni amministrative e giurisdizionali (nomine, indulgenze, ecc.). Se però un Papa crea confusione e ambiguità circa l'integrità della fede cattolica e della sacra liturgia, allora non bisogna obbedirgli, e bisogna obbedire alla Chiesa di tutti i tempi e ai Papi che, nel corso di due millenni, hanno insegnato costantemente e chiaramente tutte le verità cattoliche nello stesso senso. Verità cattoliche che troviamo espresse nel Catechismo. Bisogna obbedire al Catechismo e alla liturgia di tutti i tempi, che i santi e i nostri antenati hanno seguito.

Insieme ad altre riflessioni si propone nelle righe seguenti un breve riassunto del magistrale intervento del Prof. Roberto de Mattei, “Obbedienza e Resistenza nella storia della Chiesa”, tenuto a Roma Life Forum, 18 maggio 2018 [qui].

È falsa obbedienza quando una persona divinizza uomini che rappresentano l'autorità nella Chiesa (papa o vescovo), quando questa persona accetta ordini e acconsente alle affermazioni dei suoi superiori, che evidentemente ledono e indeboliscono la chiarezza e l'integrità della fede cattolica.

L'obbedienza ha un fondamento, uno scopo, condizioni e limiti. Solo Dio non ha limiti: è immenso, infinito, eterno. Ogni creatura è limitata e quel limite definisce la sua essenza. Pertanto, sulla terra non esiste né autorità illimitata, né obbedienza illimitata. L'autorità è definita dai suoi limiti, e anche l'obbedienza è definita dai suoi limiti. La consapevolezza di questi limiti porta alla perfezione nell'esercizio dell'autorità e alla perfezione nell'esercizio dell'obbedienza. Il limite insuperabile dell'autorità è il rispetto della legge divina dell'integrità e della chiarezza della fede cattolica, e il rispetto di questa legge divina dell'integrità e della chiarezza della fede cattolica è anche il limite insuperabile dell'obbedienza.

San Tommaso pone la domanda: "I sudditi sono tenuti a obbedire in tutto ai loro superiori?" ( Summa teologiae, II-IIae, q. 104, a. 5); la sua risposta è negativa. Come spiega, le ragioni per cui un soggetto non può essere obbligato a obbedire in ogni cosa al suo superiore sono duplici. Primo: per ordine di un'autorità superiore, dato che la gerarchia delle autorità deve essere rispettata. Secondo: se un superiore comanda a un suddito di fare cose illecite, ad esempio quando i figli non sono tenuti a obbedire ai genitori in materia di contrarre matrimonio, preservare la verginità o simili. Conclude san Tommaso: «L'uomo è soggetto a Dio in modo assoluto, e in tutte le cose, interne ed esterne: è quindi tenuto a obbedire a Dio in tutte le cose. Tuttavia, i sudditi non sono tenuti a obbedire ai loro superiori in tutte le cose, ma solo in alcune cose. (…) Si possono quindi distinguere tre tipi di obbedienza: il primo, sufficiente alla salvezza, obbedisce solo nelle questioni obbligatorie; il secondo, essendo perfetto, obbedisce in tutte le cose lecite; il terzo, essendo disordinato, obbedisce anche nelle cose illecite» (Summa theologiae , II-IIae, q. 104, a. 3).

L'obbedienza non è cieca o incondizionata, ma ha dei limiti. Dove c'è peccato, mortale o meno, non abbiamo semplicemente il diritto, ma il dovere di disobbedire. Ciò vale anche nelle circostanze in cui è comandato di fare qualcosa di dannoso per l'integrità della fede cattolica o la sacralità della liturgia. La storia ha dimostrato che un vescovo, una conferenza episcopale, un Concilio, [e] anche un Papa hanno pronunciato errori nel loro magistero non infallibile. Cosa dovrebbero fare, in tali circostanze, i fedeli? Nelle sue diverse opere, san Tommaso d'Aquino insegna che, dove la fede è a rischio, è lecito, anzi proprio, resistere pubblicamente a una decisione papale, come fece san Paolo a san Pietro, primo papa. Infatti «san Paolo, che era soggetto a san Pietro, lo rimproverò pubblicamente per un imminente rischio di scandalo in materia di fede. Summa theologiae, II-II, q. 33, a. 4, annuncio 2).

La resistenza di san Paolo si manifestò come una correzione pubblica di san Pietro, il primo papa. San Tommaso dedica un'intera domanda alla correzione fraterna nella Summa. La correzione fraterna può essere diretta anche dai sudditi ai superiori, e dai laici contro i prelati. “Poiché però un atto virtuoso ha bisogno di essere moderato dalle debite circostanze, ne consegue che quando un suddito corregge il suo superiore, lo debba fare in modo conveniente, non con impudenza e durezza, ma con mansuetudine e rispetto” ( Summa theologiae , II-II, q. 33, a. 4, ad 3). Se c'è un pericolo per la fede, i sudditi sono tenuti a rimproverare i loro prelati, compreso il Papa, anche pubblicamente: «Perciò, a causa del rischio di scandalo nella fede, Paolo, che era infatti soggetto a Pietro, lo rimproverò pubblicamente ” (ibidem ).

La persona e l'ufficio del Papa ha il suo significato nell'essere solo il Vicario di Cristo, uno strumento e non un fine, e come tale questo significato va usato, se non si vuole capovolgere il rapporto tra i mezzi e il fine. È importante sottolinearlo in un momento in cui, soprattutto tra i cattolici più devoti, c'è molta confusione al riguardo. E anche l'obbedienza al Papa o al Vescovo è uno strumento, non un fine.

Il Romano Pontefice ha piena e immediata autorità su tutti i fedeli, e non c'è autorità sulla terra a lui superiore, ma non può, né con affermazioni errate e/o ambigue, modificare e indebolire l'integrità della fede cattolica, la costituzione divina della la Chiesa, o la tradizione costante della sacralità e del carattere sacrificale della liturgia della Santa Messa. Se ciò accade, vi è la legittima possibilità e dovere dei vescovi e anche dei fedeli laici non solo di presentare appelli privati ​​e pubblici e proposte di correzioni dottrinali, ma anche di agire nella “disobbedienza” di un ordinamento pontificio che cambia o indebolisce l'integrità della fede, della costituzione divina della Chiesa e della liturgia. Questa è una circostanza molto rara, ma possibile, che non viola, ma conferma, la regola della devozione e dell'obbedienza al Papa che è chiamato a confermare la fede dei suoi fratelli. Tali preghiere, appelli, proposte di correzioni dottrinali e una cosiddetta "disobbedienza" sono, al contrario, un'espressione di amore per il Sommo Pontefice per aiutarlo a convertirsi dal suo comportamento pericoloso nel trascurare il suo dovere primario di confermare tutta la Chiesa nella fede in modo inequivocabile e vigoroso.

Bisogna anche ricordare quanto insegna il Concilio Vaticano I: «Lo Spirito Santo è stato promesso ai successori di Pietro non perché, mediante la sua rivelazione, facessero conoscere qualche nuova dottrina, ma perché, mediante il suo aiuto, custodissero religiosamente e esponessero fedelmente la rivelazione o deposito della fede trasmessa dagli apostoli» (Concilio Vaticano I, Costituzione dogmatica Pastor aeternus, cap. 4).

Da qualche secolo nella vita della Chiesa prevale un positivismo giuridico, unito a una specie di papolatria. Tale atteggiamento tende a ridurre gli ordini esteriori del superiore e la legge a mero strumento nelle mani di coloro che detengono il potere, dimenticando il fondamento metafisico e morale della legge stessa. Da questo punto di vista legalistico, che ormai permea la Chiesa, ciò che l'autorità promulga è sempre giusto.

I trattati spirituali tradizionali ci insegnano come obbedire alla Chiesa e al Papa, o al vescovo. Tuttavia, si riferiscono ai tempi di normalità, quando il Papa e i vescovi hanno difeso e protetto valorosamente e senza ambiguità l'integrità della fede e della liturgia. Viviamo ora, ovviamente, nel tempo eccezionale di una crisi globale della fede a tutti i livelli della Chiesa. Un fedele cattolico deve riconoscere l'autorità suprema del Papa e il suo governo universale. Sappiamo però che, nell'esercizio della sua autorità, il Papa può commettere abusi di autorità a danno evidente della fede cattolica e della sacralità della liturgia della Santa Messa, come purtroppo è avvenuto nella storia. Vogliamo obbedire al Papa: tutti i Papi, compreso l'attuale Papa; ma se, nell'insegnamento di qualche Papa, troviamo una contraddizione evidente, la nostra regola di giudizio segue la tradizione bimillenaria della Chiesa, cioè il costante insegnamento dei Papi nel corso dei secoli e dei millenni.

Secondo padre Enrico Zoffoli [qui], i mali peggiori della Chiesa non derivano dalla malizia del mondo, dall'ingerenza o dalla persecuzione dei laici da parte delle altre religioni, ma soprattutto dagli elementi umani che compongono il Corpo Mistico: i laici e il clero. «È la disarmonia prodotta dall'insubordinazione dei laici all'opera del clero e del clero alla volontà di Cristo» ( Potere e obbedienza nella Chiesa, Milano 1996, p. 67):
All'autorità di un Papa o di un Vescovo che eccede i limiti della legge divina dell'integrità e della chiarezza della fede cattolica, si deve opporre una ferma resistenza, che può diventare pubblica. Questo è l'eroismo del nostro tempo, la via più grave della santità oggi. Diventare santi significa fare la volontà di Dio; fare la volontà di Dio significa obbedire sempre alla sua legge, in particolare quando ciò è difficile o quando ciò ci pone in conflitto con uomini che, pur in quanto legittimi rappresentanti della sua autorità sulla terra (papa, vescovo), purtroppo diffondono errori o indeboliscono l'integrità e la chiarezza della fede cattolica.
Tali momenti sono molto rari nella storia della Chiesa, eppure sono avvenuti, come è evidente agli occhi di tutti, accade anche nel nostro tempo.

Molti, nel corso della storia, hanno manifestato comportamenti eroici, resistendo alle leggi ingiuste dell'autorità politica. Ancora maggiore è l'eroismo di coloro che hanno resistito all'imposizione da parte dell'autorità ecclesiastica di dottrine che divergono dalla costante Tradizione della Fede e dalla Liturgia della Chiesa. La resistenza filiale, devota, rispettosa non porta all'allontanamento dalla Chiesa, ma moltiplica l'amore per la Chiesa, per Dio, per la sua Verità, perché Dio è fondamento di ogni autorità e di ogni atto di obbedienza.

A causa dell'amore per il ministero pontificio, dell'onore della Sede Apostolica e della persona del Romano Pontefice alcuni santi, ad esempio santa Brigida di Svezia e santa Caterina da Siena, non hanno esitato a ammonire i Papi, a volte anche in termini un po' forti, come possiamo vedere santa Brigida riportando le seguenti parole del Signore, rivolte a papa Gregorio XI: «Incominciate a riformare la Chiesa che ho acquistato con il mio stesso sangue, affinché sia ​​riformata e ricondotta spiritualmente al suo stato originario di santità. Se non obbedisci a questa mia volontà, allora puoi essere certo che sarai da me condannato davanti a tutta la mia corte celeste con lo stesso tipo di sentenza e di giustizia spirituale con cui si condanna e punisce un prelato mondano che deve essere spogliato del suo rango. Viene pubblicamente spogliato del suo sacro abito pontificio, sconfitto, e maledetto. Questo è quello che ti farò. Ti manderò lontano dalla gloria del cielo. Tuttavia, Gregorio, figlio mio, ti esorto ancora a convertirti a me con umiltà. Ascolta il mio consiglio” (Libro dell'Apocalisse, 4, 142).

Santa Caterina da Siena, Dottore della Chiesa, rivolse al papa Gregorio XI il seguente brusco monito, chiedendogli di riformare vigorosamente la Chiesa o, se non lo avesse fatto, di rinunciare al pontificato: «Santissimo e dolcissimo padre, la tua povera indegna figlia Caterina in Cristo dolce Gesù, si raccomanda a te nel suo Preziosissimo Sangue. La verità divina esige che tu esegua giustizia sull'abbondanza di molte iniquità commesse da coloro che sono nutriti e pascolati nel giardino della Santa Chiesa. Poiché Egli ti ha dato autorità e tu l'hai assunta, dovresti usare la tua virtù e potenza; e se non sei disposto ad usarle, sarebbe meglio tu rinunciassi a ciò che hai assunto; sarebbe più onore a Dio e salute alla tua anima”.

Quando coloro che hanno autorità nella Chiesa (Papa, Vescovi), com'è il caso nel nostro tempo, non adempiono fedelmente il loro dovere di custodire e difendere l'integrità e la chiarezza della fede cattolica e della liturgia, Dio chiama i subordinati, sovente i piccoli e semplici della Chiesa, per sopperire ai difetti dei superiori, mediante appelli, proposte di correzione e, con grande forza, mediante sacrifici vicari e preghiere.

Durante la profonda crisi della Chiesa del Quattrocento, dove l'alto clero spesso dava cattivo esempio e veniva gravemente meno ai propri doveri pastorali, Nicola cardinale di Cusa (1401-1464) fu profondamente commosso da un sogno che gli mostrava la realtà spirituale del potere dell'offerta di sé, della preghiera e del sacrificio vicario. Vide in sogno la seguente scena: Più di mille suore stavano pregando nella chiesetta. Non erano in ginocchio ma in piedi. Stavano a braccia aperte, i palmi rivolti verso l'alto in un gesto di offerta. Nelle mani di una suora magra, giovane, dall'aspetto infantile, Nicola vide il papa. Si poteva vedere quanto fosse pesante questo carico per lei, ma il suo viso irradiava un bagliore gioioso. Questo atteggiamento dovremmo emulare.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

29 commenti:

Anonimo ha detto...

"Indebolire" o piuttosto distruggere?

Anonimo ha detto...


FT, collegabile alla politia papale che preme sull'Italia

A Catania, una nave ONG ha avuto il permesso di sbarcare "solo donne e bambini", cioè quasi tutti i passeggeri. Restano a bordo solo circa 35 uomini. In questi "profughi" ci sono sempre tanti minori e donne, quindi?
Ci rendiamo conto che la pressione anche internazionale sul governo Meloni è molto forte, ma si ha comunque la sensazione che anche il CD alla fine finisca col fare la politica di accoglienza indiscriminata del CS.
A che servono le dichiarazioni di intenti, le note diplomatiche se poi il risultato è sempre lo stesso?
L'invasione afromaomettana continua, evidentemente anche il CD non ha gli attributi necessari per fermarla.
Se hanno dato il permesso alla nave di entrare in porto, non possono poi sequestrarla per aver violato il divieto di entrata.
Questo il primo passofalso del CD sul tema immigrazione. Vedremo il seguito. INtanto la sinistra si è mobilitata tutta, ma questo non era scontato?
Sul Papa e la sua suprema potestas: non ha il diritto di fare quello che vuole e distruggere la liturgia e la morale cristiane, tanto per fare un esempio. Il Vangelo di oggi OV ricorda il "date a Cesare quello che è di Cesare": il Papa non ha neanche il diritto morale di dettare e imporre allo Stato italiano una politica dell'accoglienza indisriminata del tutto suicida, che tra l'altro riempie l'Italia di mussulmani, nemici giurati della religione cristiana.
Z.

Murmex ha detto...

Se "indebolisce" o "distrugge" la Fede, e lo fa abitualmente e con zelo, come tutti possiamo constatare, vuol dire che non era sua intenzione accettare il Papato nella sua essenza, che è esattamente l'opposto. È tanto difficile da capire? Lo capisce il bembino e il vecchio contadino. Noi "intelligenti" , no.

Anonimo ha detto...


# Murmex

Delle intenzioni giudica solo Iddio. Quali fossero i pensieri nella sua testa non possiamo sapere e nemmeno conta, a ben vedere.
Non facciamo il processo alle intenzioni, che non serve a niente.
Chi è competente a deporre un papa che diffonde errori dottrinali gravi?
Certo non lei né io.
Se si risolve il problema della competenza allora si può procedere.

Anonimo ha detto...


FT sulla nave ONG a Catania

Il governo ha ordinato alla nave con circa 40 clandestini a bordo, tutti maschi, di lasciare il porto. La nave tedesca si rifiuta.
A questo punto il governo dovrebbe applicare le norme da esso stesso stabilite e usare la forza, ossia sequestrare la nave o quello che comunque si deve fare in questo caso.
Si avvicina dunque il momento della verità?
I tedeschi non si smentiscono mai, restano sempre nostri "nemici ereditari", in particolare questi della sinistra woke, che comanda anche in Germania.
Speriamo che il governo tenga duro e proceda con l'uso più che legittimo della forza, per difendere il buon diritto dell'Italia.

Intanto, tutte le intenzioni di preghiera dovrebbero essere rivolte alla vittoria dei Repubblicani nelle elezioni americane di midterm, Martedì prossimo, 8 novembre. L'evento è cruciale per la sopravvivenza di quello che resta della civiltà, nell'intero "Occidente".
I democratici sono in mano alla sinistra woke e ai suoi manutengoli internazionali, incarnazione del Male Assoluto.
Z.

Anonimo ha detto...

sul sito del Viminale che è possibile consultare e di cui vi allego il link si può facilmente calcolare che dal giorno dell'entrata in carica del Governo Meloni sono sbarcati in Italia 9635 migranti. Quindi di cosa stiamo parlando?
Sempre dai dati del Viminale si può vedere che i migranti sbarcati in Italia dalle navi ONG costituiscono solo il 16% del totale dei migranti.
Bisogna rendersi conto allora che sto can can sulle navi insegnato ora, come nel 2018/19 da Salvini serve solo a gettarci fumo negli occhi.

http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/it/documentazione/statistica/cruscotto-statistico-giornaliero

Murizio

Murmex ha detto...

L 'intenzione è essenziale. Per capirlo , prendiamo il matrimonio. Sappiamo che esso può essere nullo se manca l'intenzione di contrarlo così come esso è ( per esempio, mi reco in Chiesa, dico sì, ma escludo l'indissolubilità). Anche negli altri Sacramenti. Sono nozioni di base del Catechismo.Analogamente, perché il prescelto dai cardinali riceva l'investitura divina, occorre che accetti il Papato così come è stato istituito( pascere il gregge, salvare le anime), non il suo opposto. Come si capisce che manca l'intenzione?Non certo investigando i pensieri, cosa impossibile se non esplicitati, ma, oggettivamente, osservando il comportamento abituale
.

Murmex ha detto...

Certo nessuno ha la competenza per deporre un vero Papa. E, anche convinti che non sia tale, non abbiamo nessuno strumento giuridico per farlo. Ma è utile che capiamo che chi diffonde abitualmente gravi errori, chi trascina anime alla perdizione non può essere Vicario .Perché così non ci formiamo un concetto gravemente errato del Papa e della Chiesa. La Chiesa ( quindi il Papa)non può portare nessuno alla perdizione, è assolutamente escluso se crediamo alle divine promesse

Anonimo ha detto...

Immaginavo che sarebbe andata così e l'ho scritto più di una volta che tutto continuerà come prima, nonostante le vaghe promesse e la spessa coltre di fumo negli occhi. Temo fortemente che, anche con la miglior buona volontà, certe cose non possano più prendere una direzione diversa, un po' come le lancette dell'orologio, le quali mentre scrivo segnano le 8,30 e fra mezz'ora segneranno le 9,00.

Anonimo ha detto...

Parole Cristiane-
Cristo:...
– Guai a chi rinuncia alla sua coscienza personale per partecipare a una coscienza e a una responsabilità collettiva.
Don Camillo:...
– Gesù, l'opinione pubblica ha un valore...
– Lo so: fu l'opinione pubblica a inchiodarmi sulla croce.

Giovannino Guareschi

Anonimo ha detto...

Parole attualissime, soprattutto da far leggere a tanti tradizionalisti che si sono massificati sempre più in posizioni fotocopia grazie a guide cieche, complottisti ed eco-chambers. Ormai, parlare con uno o l’altro è assolutamente identico e l’ho provato sulla mia pelle cercando di parlare seriamente con persone che conoscevo da anni: partivano tutti come un disco parlando di poteri forti, dittatura sanitaria, vaccini mortiferi, burocrati europei, Soros, deep state americano.
Tutti macchinette, ogni individualità azzerata. Ho tagliato i ponti e lo ho lasciati a berciare da soli.

mic ha detto...

Non sono d'accordo. Serve audacia e determinazione...

Anonimo ha detto...

# Tutto continuerebbe come prima con gli sbarchi dei c.d. migranti?

Intanto durante la permanenza di Salvini al Viminale gli sbarchi sono diminuiti in modo notevole. Ci son dati riportati più volte in passato sui giornali.
Il governo attuale è solo all'inizio della battaglia.
Deve procedere per gradi, trovandosi assediato da più parti.
C'è il rischio che ancora riescano gli invasori a sbarcare tutti.
Il fatto di costringere a bordo i maschi sani è un fatto nuovo, che crea il precedente per l'uso legittimo della forza di fronte al rifiuto del comandante tedesco di riportarseli in mare.
Il piano del governo è quello di riuscire a bloccare le navi, con le leggi vigenti o facendo nuovi decreti (vedi il Giornale di stamattina).
Bloccare le navi per violazione delle leggi italiane, sequestrandole.
È l'unico modo, che non si può tuttavia attuare in tempi veloci.
Intervenire in Africa non è possibile. L'unico modo è quello di eliminare le navi per via amministrativa. E non sarà facile, sono protette da potenti organizzazioni internazionali ormai più forti degli Stati nazionali.
La missione umanitaria di cui blaterano è solo fuffa. Come dice Salvini, le navi ONG organizzano viaggi prepagati i cui ricavati vanno alla malavita internazionale che li organizza, alimentando il traffico internazionale di armi e droga.

Anonimo ha detto...

Far sbarcare dalla nave tedesca donne e bambini era inevitabile,ma adesso la partita è tutta da giocare ed il risultato non sarà scontato.Non capisco perchè sia il Tar del Lazio a dover decidere sullo sbarco di quelli che restano ancora sulla nave. Comunque è evidente che con le ong sarà guerra senza esclusione di colpi.Sbarcano solo il 16% dei migranti,forse, ma sono pericolosissime perchè veicolano il messaggio che tutti hanno il diritto di venire in Italia o in Grecia.Con gli altri stati sono molto più cauti.Spero che il governo intervenga a Pantelleria per monitorare l'operato degli aerei che partono dall'isola per controllare le rotte dei barconi.Fare peggio della Lamorgese sarà impossibile .

Anonimo ha detto...


Come si dimostra che l'attuale Papa quando ha accettato l'elezione aveva l'intenzione di propalare errori dottrinali?
Potrebbe "dimostrarlo", ossia dichiararlo, l'organo incaricato di deporlo, formato p.e. da cardinali, se esistesse quest'organo o ne fosse dichiarata dai teologi possibile l'esistenza.
Ma non credo che potrebbero arrivare a tanto. De internis non curat Ecclesia. Impossibile quindi dichiarare nulla la sua elezione per questo motivo.

Murmex ha detto...

"Dimostrare " non è equivalente di "dichiarare". Al netto di antiche dispute sul "Papa eretico"(cosa peraltro impossibile , almeno se l'eresia è pubblica. In questo caso , vorrebbe dire che egli ha già perso il Papato, escludendosi da solo da esso, cosa che è possibile come è possibile l'abdicazione), forse non mi sono spiegata bene. La dimostrazione che non vi è stata valida accettazione è questa: fin dal primo momento del famoso "buonasera" egli ha dimostrato con fatti oggettivi riscontrabili da tutti di non voler adempiere al suo ruolo, Ma di lavorare solertemente in senso opposto. Le nostre intenzioni si desumono dai nostri comportamenti. Cosa diversa è la " dichiarazione" di una qualche autorità, che potrebbe in teoria NON ergersi al di sopra del Papa( impossibile, ogni autorità nella Chiesa deriva da lui), ma semplicemente dichiarare ufficialmente la di lui auto-esclusione dal Papato. Chiaramente di questa possibilità non si vede traccia all'orizzonte. Però è utile per noi la certezza morale che ci permette di ignorarlo e anche combatterlo , cosa che , nei confronti di un vero Papa, sarebbe indice per lo meno di tendenza gallicana se non addirittura scismatica.

Murmex ha detto...

Aggiungo che non parlo solamente di Bergoglio, non sono sostenitrice dell'emerito che anche lui ha fatto tanto male alla Chiesa. E idem dei precedenti "santi".Umanamente fanno pena, gli ultimi due sono vicini al redde rationem e non vi è segno di resipiscenza. Preghiamo per loro. Anche se nostri nemici.

Anonimo ha detto...


Un'autorità che lo dichiarasse auto-escluso dal Papato?
Un'ipotesi chimerica.
Non vale neanche la pena di discuterci sopra.

Murmex ha detto...

Infatti, è quello che ho detto. In teoria potrebbe essere, secondo antichi teologi. In pratica, no . Ma , nell'impossibilità di un giudizio giuridico ,rimane a noi la possibilità di formulare un giudizio morale basato sulla Rivelazione e il Magistero millenario: la Sede romana è rimasta immacolata( dal punto di vista dottrinale, non personale ) nei secoli, e lo è tuttora.

Anonimo ha detto...

Onorio quindi si sarebbe autoescluso dal papato?

Voi confondete il piano sacramentale dove l'intenzionalitá è fondamentale rispetto al piano giurisdizionale laddove l'incarico e l'ufficio ottenuto, derivando dall'esterno, non hanno alcuna attinenza con l'effettivitá giurisdizionale

Anonimo ha detto...

Dice il papa è sempre il papa, qualsiasi cosa dica o faccia, bisogna obbedirgli. Ma chi lo ha detto? Prendi Benedetto IX, ufficialmente eletto papa ben 3 volte, andava e veniva. San Pierre Damiani, dottore della chiesa, lo ha descritto come un diavolo. Non si sa se sia mai stato validamente papa, se sia decaduto ipso facto per le sue nefandezze, se San Pierre Damiani gli ubbidisse...e Benedetto IX sul piano dottrinario ha fatto meno danni di un certo argentino...

Anonimo ha detto...


# La confusione dei due piani, sacramentale e giurisdizionale

In effetti, c'è chi crede che il papato sia un Sacramento quando
invece è un munus, un incarico, un ufficio, quello di governare tutta la Chiesa. Si considera dato per diritto divino per analogia con l'investitura di Pietro fatta davanti agli Apostoli dal Cristo risorto dai morti. "Pasci le mie pecore", disse. Solo a lui, non a tutto il "collegio" apostolico. Come potestà d'ordine gli Apostoli e Pietro erano uguali, ma la potestà di giurisdizione su tutta la Chiesa e quindi anche sugli Apostoli, fu data al solo Pietro. La Scrittura è chiarissima in proposito.
Pietro ricevette un potere sovrano di tipo monarchico, dipoi rinnovato in forma elettiva. Ma l'elezione lo sceglieva come persona adatta alla carica non gli conferiva il potere, che, non appena accettata la nomina, gli derivava sempre dall'investitura divina iniziale, cioè da Cristo.

Murmex ha detto...

Non si capisce come qualcuno possa credere che il Papato sia un Sacramento, dato che i bambini piccoli sanno che i Sacramenti sono solo sette.certo che è un munus, conferito non dagli elettori che solo designano la persona ma da Gesù Cristo stesso, una volta che la persona designata abbia accettato. Infatti potrebbe non accettare, così come può abdicare una volta Papa. E qui si vede come Dio non voglia coartare la volontà umana, che deve esserci sia per il conferimento che per le " dimissioni". Ma è nell'essenza delle cose che se io accetto qualcosa deve proprio essere quella cosa lì, non un'altra.per questo ho fatto l'analogia col matrimonio : non basta recarsi inchiesa, dire sì, fare una bella festa e anche andare a vivere insieme. Se nego un elemento essenziale, vuol dire che non ho avuto intenzione di contrarre matrimonio, ma un'altra cosa. Ripeto, è solo un'analogia.Così se nego l 'essenza del Papato, è evidente che non accetto il Papato, ma un'altra cosa.e questo da cosa si capisce? Dagli atti che compio, che contraddicono l'essenza del Papato. Non valgono gli esempi di Papi cattivi o cattivissimi, Gesù non ha garantito l'impeccabilita. Non si sa, anonimo delle 16:10 , se S Pier Damiani ubbidisse a un Papa cattivo. E allora?se è Santo, probabilmente sì, se no è un fatto suo personale che sarà stato oggetto di giudizio. Non bisogna confondere il piano personale dei Papi con quello dottrinale. È su questo piano che Pietro e i suoi successori hanno ricevuto la garanzia divina.È questo che conta, per cui possiamo dire che la Sede petrina è rimasta immacolata. Ed è ovvio, perché Gesù come potrebbe conferire la potestà di suo Vicario sulla terra a chi lavora per distruggere la sua opera e la sua amatissima sposa , la Chiesa?quanto a Onorio, non si macchio' di eresia, ma di debolezza nel combatterla, che è cosa diversa.

Anonimo ha detto...

" Verranno giorni, diceva Solov'év, e anzi sono già venuti, diciamo noi, che il cristianesimo sarà ridotto a pura azione umanitaria, nei vari campi dell'assistenza, della solidarietà, del filantropismo, della cultura.

Il messaggio evangelico identificato nell'impegno al dialogo tra i popoli e le religioni, nella ricerca del benessere e del progresso, nell'esortazione a rispettare la natura.

Ma se il cristiano, per amore di apertura al mondo e di buon vicinato con tutti, quasi senza avvedersene, stempera sostanzialmente il Fatto salvifico nella esaltazione e nel conseguimento di questi traguardi secondari, allora egli si preclude la connessione personale con il Figlio di Dio, crocifisso e risorto, consuma a poco a poco il peccato di apostasia e si ritrova, alla fine, dalla parte dell'Anticristo. "

CARD. G. BIFFI

Murmex ha detto...

Non ho capito cosa sia "l'effettività giurisdizionale". Se si tratta del possesso di un potere di giurisdizione , è chiaro che l'attinenza con l'incarico o l'ufficio c'è. Come potrebbe conferire un incarico o un ufficio chi non ne ha il potere?Comunque questo esula dal discorso. Che è semplicemente questo:ogni incarico o ufficio va accettato, anche il Papato va accettato.su questo non ci piove. Nessuno lo può negare. Quello che evidentemente non riesco a far capire è che va accettata la cosa in se stessa, così com'è nella sua sostanza. Quindi accettando il Papato bisogna accettare di pascere il gregge di Gesù Cristo, di portarlo alla salvezza non di fare altra cosa o addirittura il contrario. Se e così , l'accettazione è invalida, nulla. Quindi non si è Papi. Anche se giuridicamente a tutt'oggi non c'è possibilità di risolvere la situazione, moralmente possiamo pensare così e comportarci di conseguenza.

Anonimo ha detto...

"Gregorio XVI di santa memoria, al quale seppure con minori meriti siamo succeduti, emulando gli esempi dei suoi Predecessori, con sua lettera apostolica riprovò tali società , e Noi parimenti le vogliamo condannate. Altrettanto diciamo di quel sistema che ripugna allo stesso lume della ragione naturale, che è l’indifferenza della Religione, con il quale costoro, tolta ogni distinzione fra virtù e vizio, fra verità ed errore, fra onestà e turpitudine, insegnano che qualsivoglia religione sia ugualmente buona per conseguire la salute eterna, come se fra la giustizia e le passioni, fra la luce e le tenebre, fra Cristo e Belial potesse mai essere accordo o comunanza."

(Qui Pluribus, Pio IX - 9 novembre 1846)

Anonimo ha detto...

Guardi che tutto continuerà come prima perché Salvini al limite può opporsi alle navi Ong , ma queste portano solo il 16% dei migranti, tutti gli altri ( 84%)arrivano su barche , pescherecci, ecc italiani, addirittura su motovedetta della GdF italiana e questi attraccano regolarmente e fanno scendere tutti . Ne sono arrivate anche nei giorni in cui alla tele si vedevano le ong con la gente a bordo e da queste tutti scendevano regolarmente

Ultimo viaggio apostolico di Francesco Bergoglio: come barare in Bahrein ha detto...

Vediamo nel dettaglio: in questa frase esordisce con un “noi tutti”, riferendosi oltre ai cattolici anche ai restanti presenti quindi protestanti e ortodossi che come insegna il Magistero della Chiesa Cattolica non fanno e non possono far parte della stessa Chiesa, ma citando un autore africano che scrivendo nel VI secolo parla ovviamente da cattolico ai cattolici, ne strumentalizza il significato allargando quel “noi” (cattolici) anche a chi cattolico non è, ma piuttosto scismatico ed eretico. Non basta, lega la seconda affermazione tratta dalla lettera di San Paolo ai Corinti “siamo battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo” utilizzando la proposizione causale “perché”, indicando quindi il sacramento del battesimo come sola condizione per appartenere all’unica Chiesa di Cristo: ma è proprio così?

Ovviamente no, e non serve aver una laurea in teologia o ecclesiologia, bisognerebbe poi considerare come queste siano state conseguite e da chi rilasciate, basta invece leggere l’immutabile insegnamento della Chiesa Cattolica attingendo ad esempio al Catechismo Maggiore di San Pio X, e alla Lettera Enciclica Mortalium Animos di Sua Santità Pio XI sulla difesa della Verità rivelata da Gesù, leggiamo insieme i punti più significativi ricordando che sull’argomento si potrebbero citare centinaia di documenti:

Dal Catechismo Maggiore di San Pio X......
https://www.confederazionetriarii.it/chiesa-e-dintorni/355/ultimo-viaggio-apostolico-di-francesco-bergoglio-come-barare-in-bahrein

Anonimo ha detto...

@DonNicolaBux1
Dedicazione della basilica lateranense.Dedicare una Chiesa, vuol dire donare a Dio uno spazio che prima era nostro.Non possiamo quindi più farvi balletti e pranzi. Cosí facendo,Dio non ascolta più le preghiere,non tollera i nostri riti.Molti preti e vescovi l'hanno dimenticato.