Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 28 novembre 2022

Un sinodo senza scelta

Indice degli articoli sul Sinodo sulla sinodalità.
Un sinodo senza scelta

Problematiche imposte, incompetenza da parte dei delegati nominati con criteri discutibili, voti di parte... Una recente testimonianza offusca l'immagine di un sinodo tedesco fatto di progresso, libertà e trasparenza, e che dovrebbe rappresentare il volto della Cattolicesimo d'oltrereno.

Il presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk) probabilmente avrebbe fatto a meno di queste nuove grane. Mons. Georg Bätzing, in visita ad limina a Roma, ha voluto spiegare al Sommo Pontefice le sue preoccupazioni per una presunta "incomprensione" del processo sinodale da parte del Vaticano: compito reso più difficile dall'intervento - probabilmente calcolato – da un gruppo di intellettuali tedeschi.

Un'élite contraria al Cammino sinodale
Neuer Anfang, o Rinascimento, riunisce eminenti laici che, lungi dall'essere tradizionalisti, sono tuttavia spaventati dagli abusi di una Chiesa in Germania che cammina a passo spedito e calpestando spudoratamente l'insegnamento infallibile della Chiesa e la sua divina Costituzione.

Una dei membri di questo gruppo, Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz, direttrice dell'Istituto europeo di filosofia e religione dell'Università filosofica e teologica di Heiligenkreuz (Austria), vincitrice del Premio Ratzinger nel 2021, spiega come il treno del sinodo abbia deragliato: una testimonianza di prima mano, visto che la stessa filosofa ha preso parte alle riunioni sinodali.

"Sono stata designata dopo le nomine 'normali', quando è diventato chiaro che si desideravano solo opinioni specifiche. Alcuni vescovi hanno insistito per nominare fino a 20 persone al di fuori del mainstream ufficiale", dice Gerl-Falkovitz.

Dove si capisce, tra le righe, che i dadi erano truccati fin dall'inizio, e che gli organizzatori del sinodo hanno voluto imporre i temi più trasgressivi. Ma per la nostra filosofa le sorprese non erano finite: "I problemi sono emersi chiaramente durante la prima sessione nella primavera del 2021. I primi auspici riguardavano già l'omosessualità, di farla accettare, e l'accesso illimitato per le donne al sacramento dell'Ordine".

Delegati politici, incompetenti in materia religiosa
C'erano dei progetti progressisti che restavano da far passare solo facendo affidamento sulle carenze dei delegati sinodali. Riguardo allo ZdK, il Comitato centrale dei cattolici tedeschi, partner della Conferenza episcopale per il sinodo, la dott.ssa Gerl-Falkovitz ne riconosce l'utilità nella rappresentanza politica dei cattolici tedeschi, ma non per una riforma della Chiesa.

Così, i membri dello ZdK "sono lungi dall'avere tutte le competenze richieste in teologia, molti provengono dal mondo degli affari, o da organizzazioni cattoliche specializzate in questioni sociali: nessuno infatti rappresenta i cattolici tedeschi, poiché non sono stati scelti da questa parte della popolazione", precisa l'accademica tedesca.

Ma, prosegue la filosofa, "dopo la crisi degli abusi del 2018, ho l'impressione che i vescovi si siano sentiti impotenti e abbiano cercato disperatamente aiuto dai laici. Il problema è la regola [delle votazioni]: un uomo, una voce, indipendentemente dalla capacità teologica, pratica e devozionale, e indipendentemente dall'ordinazione o dai voti".

Deviazioni inammissibili
L'accademica indica anzitutto la struttura permanente, composta da chierici e laici, prevista per vigilare sulle diocesi. "Questo “Consiglio” permanente pone un grande problema: è assolutamente impossibile vedere come i laici siano teologicamente legittimati a guidare le diocesi con i vescovi. La legge ecclesiastica e la tradizione cattolica sono rigorosamente contrarie a questo concetto".

Rileva inoltre che il testo del riconoscimento dell'omosessualità come "dono di Dio", sebbene rifiutato dal voto dei vescovi, sarà ripreso da alcuni di loro nelle loro diocesi, con conseguente benedizione delle coppie omosessuali, e la loro partecipazione al servizio della Chiesa.

Il Papa deve parlare
Per la filosofa è tempo che Roma "ricordi la linea rossa da non oltrepassare", perché "le idee del cammino sinodale tedesco potrebbero agire come un virus che si diffonde in tutta la Chiesa". "Ho scritto personalmente al Papa", aggiunge. "Dovrebbe parlare chiaramente; tante persone in Germania non capiscono il suo giudizio e sono diventate incerte. Anelano alla chiarezza. Dovrebbe parlare chiaramente; la sua opinione è sfuggita a molte persone in Germania, che sono perplesse, poiché desiderano chiarezza".

Ma in Argentina, quanto altrove, si sa che è una perdita di tempo chiedere a un arbitro di annunciare la fine della partita finché non ha ritrovato il suo fischietto apparentemente fuori posto...
(Fonte: National Catholic Register – FSSPX.Actualités)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Hanna_Barbara Gerl è l autrice del libro, Romano Guardini1885/1968 Leben und Werk, 1985, Mattias_Grunewald_Verlag_Mainz ; tradotto in italiano da Benno Scharf per Editrice Morcelliana nel 1988.


Anonimo ha detto...

L'unica scelta possibile in caso il papa regnante tenesse veramente alla fede cattolica e ne facesse un baluardo, sarebbe ricorrere ad una bella latae sententiae per tutti i prelati tedeschi che ormai di cattolico hanno più niente, sono come i confratelli protestanti, l'unica cosa cui tengono è la Kirchenstauer, ma attenzione, ogni anno si cancellano dalla DKK 140.000 fedeli, come anche accade nella chiesa luterana, alla fine, oltre a dannarsi e condannarsi da soli cosa resta? Dio non salva tutti o chi vuole Lui, come piamente sperava il monaco ribelle, avrebbe forse dovuto prestare più attenzione agli ammonimenti di Melantone, il denaro è sterco di satana o hanno dimenticato anche questo?

Murmex ha detto...

Stiamo attenti ai filosofi che ci appaiono più "conservatori"...Romano Guardini, di cui ho letto un libro , "Etica", quando dopo la laurea in giurisprudenza mi sono iscritta a psicologia( senza terminarla, avevo troppo da fare con famiglia di otto persone) , che a quel tempo mi era piaciuto molto, non è lettura " raccomandabile"

Anonimo ha detto...

29 novembre del 1905.
Nasce Monsignor Marcel Lefebvre

:« E quando ci dicono: "voi giudicate, voi giudicate il Papa, voi giudicate i vescovi" noi rispondiamo che non siamo noi che giudichiamo i vescovi, è la nostra fede, è la Tradizione. È il nostro piccolo catechismo di sempre.

Se un vescovo va a dire ad un bambino:" Quello che vi dicono sulla Santa Trinità, che ci sono tre Persone nella Santa Trinità, non è vero". Il bambino prende il suo catechismo e dice:" Il mio catechismo m'insegna che ci sono tre Persone nella Santa Trinità. È lei ad avere torto. Sono io che ho ragione".
Questo bambino ha ragione. Ha ragione perché ha tutta la Tradizione con lui, perché ha tutta la fede con lui. Ebbene, è quello che facciamo noi. Noi non siamo diversi. Noi diciamo: la Tradizione vi condanna. La Tradizione condanna ciò che fate attualmente.

Allora, noi siamo con duemila anni di Chiesa e non con dodici anni di una nuova Chiesa, una Chiesa conciliare, come ci è stato detto, quando Monsignor Benelli ci ha chiesto di sottometterci alla "Chiesa conciliare". Io non conosco questa Chiesa conciliare, io non conosco che la Chiesa cattolica.»
(Mons. Marcel Lefebvre)

Mons. Marcel Lefebvre prega per noi.