Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 22 novembre 2022

Vescovo ortodosso processato per violazione norme anticovid da lui disapplicate per la celebrazione dei Divini Misteri

Qui l'indice degli articoli precedenti sull'argomento.
Il prossimo 22 novembre Serafino di Citera, vescovo, sarà giudicato dal Tribunale uninominale del Pireo per aver celebrato la Divina Liturgia della Santa Pasqua contro il divieto imposto tramite le restrizioni «anticovid» emanate dal governo greco e per aver somministrato normalmente l'Eucaristia con il cucchiaio condiviso tra i fedeli. 
Il mistero dell'Eucaristia è il corpo del Signore risorto e glorificato. Nel santo calice vi è la sede della vita, la presenza deificante di Dio. Qui non v'è spazio per la sofferenza, la morte e il decadimento che derivano dal peccato. La chiesa dove si celebrano i Divini Misteri è «porzione del Cielo», «presidio divino», varco d'accesso delle Divine Energie Increate. Riconoscere e testimoniare queste realtà è assolutamente necessario per ogni cristiano, fino all'effusione del sangue. 
ἄξιος!

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Vero martire. Peccato che non sia il mio vescovo. Pregherò per lui e per i suoi (fortunati ad averlo) fedeli.
Quello delle 7:20

Lode a Te o Cristo, Re di eterna gloria. ha detto...

Fino all'effusione del sangue!
Se ci credi. Se Lo credi. Se credi a Lui, Eterno Presente, che al confronto di cio' che ha fatto per te (per me)l'effusione del sangue e' un restituire a Lui cio' che e' Suo. Personalmente ogni volta che penso al sangue penso allo Spirito Santo, a Colui che da' la vita . Al momento della morte fisica "restituiremo" la vita e l'anima tornera'per essere esaminata : Mi hai amato? Quanto Mi hai amato? Mi hai dato gloria?Sei stato un Mio Apostolo per i tuoi fratelli, quelli che ti ho fatto incontrare ogni giorno? Sei diventato una "vivente gloria di Dio" come scrive S.Elisabetta della Trinita'?

Anonimo ha detto...

Ottimo.

Anonimo ha detto...

Grande esempio di fede per tutto il clero secolarizzato e intento solo a compiacere il mondo.

Anonimo ha detto...

Questo processo farà un gran bene alla Chiesa ortodossa.La Chiesa Cattolica invece chiede perdono per tutto,ubidisce a tutti e perseguita solo chi è credente.

Anonimo ha detto...

Onore a Serafino di Citera vescovo ! immenso! grande!
..e i vescovi italiani ricordano forse
che a metà Ottocento in Italia i vescovi davano lo stesso tipo di risposta (data oggi da Serafino di Citera) ai padri di coloro che oggi perseguitano il mondo intero?
che nella penisola italiana le diocesi senza vescovo, perchè incarcerati, esiliati o perseguitati a morte, erano più di cento??
che i vescovi di Pio IX a costo di restar fedeli al loro mandato sbattevano in faccia a chi li perseguitava un sonoro, maestoso, quanto incrollabile "no" ???

Anonimo ha detto...


Ma quanti furono i "vescovi perseguitati a morte" a "metà Ottocento in Italia?"

Ci furono vescovi processati ed incarcerati e anche sacerdoti finiti sotto processo per scritti ed attività che incitavano alla rivolta contro lo Stato italiano da poco costituitosi.
Ma i dati precisi, quali sono?
Non ho notizia di esecuzioni di vescovi da parte dello Stato italiano.
Se invece ci furono, si dica quali furono.

Anonimo ha detto...

Martirologio dell'episcopato italiano. pagina 171 dal libro "Risorgimento anticattolico": 130 diocesi senza vescovo tra gli anni '50 e '60 dell'Ottocento. Vescovo di Mondovì, di Faenza, di Parma, di Carpi, di Pesaro processati e condannati dal governo. Vescovi di Asti, di Bologna, di Loreto, di Macerata, morti di crepacuore per le angherie subite. Vescovo di Cagli addirittura malmenato e perquisito. Vescovi di Matera, di Bari, di Gaeta, di Reggio, di Andria, di Aquino, esiliati. Vescovi di Sorrento, di Rossano, di Imola, di Pisa, di Jesi, di Ancora incarcerati. E questi solo per dirne alcuni. Vada a leggersi il libro qui è difficile scriver tutto. E il più famoso caso fu quello del vescovo di Torino mons. Frazoni processato condannato morì in esilio in Francia a Lione nel 1862! Se li conta sono 130 diocesi vacanti a causa del governo ..ehm!... "italiano"..

Anonimo ha detto...

Tra gli anni ‘50 e ‘60 del XIX secolo, lo stato italiano non esisteva ancora…

Anonimo ha detto...

tra gli anni '50 e '60 esistevano già coloro che hanno infiammato poi col lor vento infernale la penisola, trasformando la vera Italia in un paese di immigrati e colpendo al cuore la Chiesa Cattolica.
ma inutile parlare di ciò che non è mai esistito agli occhi di Dio, quelli che contano, ed ha subito l'anatema dell'immortale papa Pio IX al suo nascere, non solo esso ma soprattutto tutti i suoi mandanti (vedi libro), oggi "padri" di questa generazione.. che si sfracellerà contro la Roccia Eterna!

Anonimo ha detto...


Le incarcerazioni di vescovi e preti negli anni Sessanta dell'Ottocento

In genere avvenivano contro vescovi e preti che attaccavano duramente il governo per la sua politica ecclesiastica e/o incitavano alla rivolta o si impegnavano in attività comunque ostili.
Per le diocesi meridionali si trattava in genere di prelati che appoggiavano la guerriglia borbonica prima, il brigantaggio poi (quando la guerriglia degenerò in brigantaggio, come già nel Cinque-Seicento quando il Regno fu conquistato dagli Spagnoli e durante l'occupazione francese).
Non ci furono tuttavia "persecuzioni a morte".
La politica giurisdizionalista, con discriminazione o persecuzione dei preti, aveva comunque in Italia una tradizione secolare, non l'hanno inventata i "Piemontesi". Basti pensare alla (ingiusta) soppressione dei Gesuiti nel Settecento, imposta al Papa dalle varie case borboniche regnanti, in Italia, Spagna, Francia. Molti gesuiti morirono, fu una persecuzione molto più dura di quella subita da elementi del clero in Italia negli anni Sessanta del XIX secolo.

(Si continua a tirar fuori la storia del "Risorgimento anticattolico", come se questo fosse stato tutto il Risorgimento, dimenticando che l'istanza di un Risorgimento nazionale, spirituale e politico, nacque con Gioberti nell'ambito di una tradizione di pensiero cattolica e come se quel negativo aspetto del Risorgimento (l'anticlericalismo) non fosse stato poi felicemente superato, anche sul piano istituzionale, con la Conciliazione del 1929).

Anonimo ha detto...


"l'anatema dell'immortale Pio IX sul nascente Stato unitario.."

Pio XI dichiarò scomunicati ipso iure o latae sententiae tutti quelli che avevano agito (direttamente ed indirettamente) per abbattere i suoi Stati e anche tutti quelli che avevano votato per la loro estinzione quando ci furono i plebisciti popolari per l'annessione al Regno d'Italia. Dichiarò scomunicate, credo, alcune centinaia di migliaia di persone. Per questioni meramente politiche. La scomunica era inevitabile, dato il carattere che si voleva "sacro" del dominio temporale del Papa, sin dai tempi di Gregorio VII?
La scomunica latae sententiae inerisce per così dire all'atto stesso che la provoca, tuttavia qualcuno deve pur dichiararla, nella fattispecie il Pontefice, cui solo spetta eventualmente toglierla.
La scomunica resta comunque un "atto amministrativo", se così possiamo dire, che si dà e si toglie, a seconda dei casi.

Quando le truppe (spagnole e luterane) dell'imperatore Carlo V, nel 1527, occuparono Roma, sottoponendola per un mese al famoso e terribile sacco, non avrebbero dovuto esser tutte scomunicate, a cominciare dal loro capo, l'imperatore e "re cattolico", come veniva chiamato il monarca iberico? Ma il papa del tempo, Clemente VII, se ne guardò bene, l'imperatore era di fatto l'unico baluardo che aveva contro la divampante rivolta luterana, ben presente in tutti gli Stati europei mentre i turchi, che godevano le simpatie di una parte dei protestanti, erano sempre fortemente all'offensiva. Appena due anni prima avevano assediato invano Vienna.
Considerazioni di politica, considerazioni gravi imposte dalla necessità impellente, si intersecano con lo spirito di certe sanzioni che dovrebbe essere puramente religioso.

Rievocare oggi le scomuniche di Pio IX non ha senso, visto che nell'art. 26 del Trattato del Laterano, la S. Sede, ottenuto dallo Stato italiano il riconoscimento di soggetto di diritto internazionale con un suo, pur minuscolo, territorio, sottoscrisse la seguente dichiarazione: " La S. Sede [...] dichiara definitivamente ed irrevocabilmente composta e quindi eliminata la "questione romana" e riconosce il Regno d'Italia sotto la dinastia di Casa Savoia con Roma capitale dello Stato italiano. Alla sua volta l'Italia riconosce lo Stato della Città del Vaticano sotto la sovranità del Sommo Pontefice".
La S. Sede si era evidentemente convinta che la perdita del temporale nella forma che aveva storicamente assunto sino a metà dell'Ottocento, presentava per essa indubbi vantaggi, superato il primo momento di smarrimento per le angherie e discriminazioni liberal-massoniche.

Implicitamente, le scomuniche di Pio IX devono considerarsi rimesse con i Patti Lateranensi. Rievocarle oggi, come se fossero attuali e avessero il significato di una maledizione inflitta allo Stato italiano unitario, non ha senso. Ce l'ha, solo per la minoranza di neolegittimisti antiitaliani per vocazione, che vorrebbero veder distrutta l'Italia attuale, ad ogni costo, invece di battersi per il suo ritorno ai valori dell'autentico cattolicesimo.
Politicus