Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 18 giugno 2023

La fuga dalla verità e dalla realtà dell’uomo contemporaneo

Lo ripubblico perché è sparito dai titoli... Mala tempora... Anche ieri era stato censurato e poi ripristinato l'articolo sulla gioventù francese. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Grazie a E.P. per la spiegazione tecnica che riprendo di seguito.
"Da qualche tempo la piattaforma Blogspot ha adottato sistemi di "intelligenza artificiale" ("stupidità reale"), che assegnano punteggi interni ad ogni pagina blog pubblicata, a seconda di quanti link esterni contengono (e se i link o immagini hanno punteggio di "spam" o "sensibile"), di quante keyword proibite o semi-proibite contengono, ecc. (I punteggi sono ovviamente segreti per evitare che gli autori delle pagine possano speculare o aggirare).
Questo significa che ogni tanto sparisce qualche pagina a caso del blog, "beccata" dalla stupidità reale dell'intelligenza artificiale (quest'ultima, ricordiamolo, consiste solo in un vastissimo incrocio di indici di probabilità e correlazioni, per cui se gran parte dei post che menzionano scarpe gialle contengono un termine del lessico politico, anche se usato scherzosamente, l'AI dedurrà che ogni post sulle scarpe gialle è un post politico).
La pagina sparita ("spiacente la pagina che cerchi non esiste") potrebbe venir ripristinata tempo dopo (ore o mesi) dall'AI stessa (i cui calcoli, in quanto probabilistici, non sono deterministici, cioè un indice ricalcolato due volte potrebbe dare due risultati molto diversi), oppure si dovrà aspettare che uno degli amministratori del blog se ne accorga e la modifichi - togliendo ciò che l'AI considera "cattivo" - prima di riportarla on-line.
Nell'orwelliano 1984 le macchine si limitavano a generare narrativa per i prolet, mentre il controllo del linguaggio veniva fatto da uomini."

La fuga dalla verità e dalla realtà dell’uomo contemporaneo

Sull’ultima trasmissione che ho condotto a Radio Maria [qui] è necessaria una sintesi scritta, per via dell’importanza del contenuto dei due libri a base del mio intervento.
I libri sono i seguenti:
  • Dietrich von Hildebrand, La detronizzazione della verità, Cantagalli, Siena 2023, euro 15,00
  • Byung-Chul Han, Le non cose. Come abbiamo smesso di vivere il reale, Einaudi, Cles 2023, euro 10,00
L’homo sapiens – scrive Byung-Chul Han[1] – è sempre più «phono sapiens», cioè colui che vive sempre attaccato al telefono (in versione smartphone), alla ricerca maniacale d’informazioni, alla ricerca del gioco digitale o del divertimento informatico. Il phono sapiens non capisce, però, che l’informazione non lo conduce più alla realtà delle cose[2], ma alle cose trasformate in «infomi», ovvero in «agenti che elaborano informazioni».

Le informazioni, dice sempre Byung-Chul Han, «non sono un costrutto stabile» poiché manca loro «la saldezza dell’essere». L’informazione, di per sé, non sarebbe un male. Dovrebbe accompagnare l’uomo nella comprensione delle cose e del mondo. Però le cose si possono sì raggiungere con la parola (di cui l’informazione fa parte), ma attraverso una narrazione, una spiegazione, una storia che dà significato alle cose – attraverso un logos.

Al contrario, le informazioni che provengono dall’informatica e dalle tecnologie digitali sono «additive, non narrative», per cui «si possono contare, ma non raccontare». Per definizione, l’ordine digitale «è privo di storia e di memoria». In questo senso, l’«essere» digitale è immediatamente disponibile, mentre invece l’«essere» (in Heidegger) è sempre indisponibile: anzi, è fattibile solo quello che, nell’esistenza umana, è indisponibile. Se infatti l’essere fosse disponibile, sarebbe controllabile e manipolabile persino nell’essenza, che però non è soggetta a mutazione.

Per questo Byung-Chul Han è convinto che l’ordine digitale «defatticizza l’esistenza umana». E quando le cose non si fondano sulla stabilità dell’essere e la «fatticità» heideggeriana è negata, allora il reale è sostituito dal virtuale. Non è dunque in discussione l’utilità dei mezzi informatici, ma la deriva virtuale delle tecnologie digitali.

Non è troppo complicato da capire che la verità delle cose non si raggiunge attraverso un coacervo di dati caotici accostati gli uni agli altri, o attraverso una massa di affermazioni o negazioni tutte sganciate tra loro, come succede quasi sempre nel mondo dei mass media, della pubblicità, del giornalismo e delle telecomunicazioni. La verità «è fatticità e sfoggia una saldezza dell’essere». Se viene meno questa saldezza, si corre «dietro alle informazioni senz’approdare ad alcun sapere».

Per approdare al sapere è necessario invece un logos, un discorso (anche socratico), una storia, un racconto: è successo per la stessa Rivelazione (il cui Dio è il Logos), ma anche per tutte le grandi opere teologiche e filosofiche della storia.

Parente stretto dell’informazione, breve e isolata, è lo «slogan», a tutt’oggi gridato con arroganza e imposto nelle piazze. E proprio dello slogan ci parla Dietrich von Hildebrand[3], nel suo libro postumo, che vede una verità detronizzata e sostituita dalla menzogna. Hildebrand scrive questa sua opera nel 1943, dopo aver conosciuto l’impostura del Nazismo e del Comunismo.

Ebbene, scrive Hildebrand, i regimi totalitari fanno grande uso dello slogan, che si potrebbe chiamare informazione spiccia, informazione umorale, viscerale, non pensata. Lo slogan è «un’arma di propaganda» in cui «il significato delle parole è stato sostituito con l’effetto emotivo che esse creano nella mente del pubblico». Lo slogan è il risultato di una qualche elucubrazione ideologica, imposto dai pochi alle masse, che devono assorbirlo in modo acritico. Lo slogan fa perno sull’emozione, per renderlo di facile diffusione e per allontanare le masse dalla speculazione filosofica.

Il ricorso allo slogan, continua Hildebrand, provoca una «desostanzializzazione della mente umana». La mente umana perde la sua sostanza, che è quella di pensare. Non solo però nelle dittature Hildebrand vede questa perdita di pensare da parte della mente.

Anche la democrazia – attraverso un equivoco sull’uguaglianza tra le persone – produce una fitta rete di slogan, che sono nient’altro che le opinioni delle persone: esse devono essere tutte dello stesso peso e non c’è più un criterio oggettivo della verità.

Pur con argomenti diversi, Hildebrand e Byung-Chul Han trattano delle sorti della verità, sostituita «da un espediente», vuoi che si chiami «informazione digitale», vuoi che si chiami «slogan».

Entrambi prospettano un mondo (quello contemporaneo) che è sotto l’impero di una triade relativistica della conoscenza: l’informazione, lo slogan, l’opinione. Tornando al modo di esprimersi del filosofo sudcoreano, si direbbe che «il mondo fatto di informazioni viene regolato non dal possesso, bensì dall’accesso». Si può possedere qualcosa, ma solo se qualcuno ti autorizza ad usufruirne, mediante username o password.

Non è una cosa strana: venendo meno la realtà delle cose, viene meno anche la di loro proprietà privata. L’umanità potrà avere, tutt’al più, un accesso ad un mondo virtuale, dove non troviamo più le cose, ma quello che l’ideologia pensa siano le cose.

È noto, infatti, che i grandi media sono mossi da grandi capitali e relativi programmi di rivoluzione della realtà. Vengono dunque messe in discussione le stesse fondamenta etiche della vita: per mezzo dello slogan e delle informazioni manipolate ad arte, si cerca di annullare la famiglia, di annullare l’ordine naturale del vivere, di corrompere lo spirito dei bambini e dei giovani, di edificare una società disumana del vizio.

Hildebrand è molto diretto: «la detronizzazione della verità comporta la decomposizione della vita stessa dell’uomo»; «la mancanza di rispetto per la verità […] distrugge palesemente ogni morale, anche ogni ragionevolezza e ogni vita comunitaria»; «tutte le norme oggettive sono dissolte […]»; «viene ignorata ed eliminata la funzione essenziale di qualsiasi proposizione e opinione che pretenda di essere conforme all’essere».

Eppure la parte emotiva della mens, se non soggetta a sloga ideologici e non perduta nel caos delle informazioni sganciate tra loro, non solo non danneggia, ma rende possibile il pensiero umano.

Qua Byung-Chul Han considera tutta una tradizione metafisica che, da sant’Agostino, passa per san Bonaventura e approda a Brentano (ma anche a Husserl e Heidegger). La nostra anima, cioè, è un «medium affettivo», diffusivo, intenzionale – che spira (in quanto spirito), ovvero che esce da sé medesimo e si avventa sull’ente che si è manifestato.

L’anima si avventa con una particolare predisposizione, che non è la «predisposizione al dubbio» di tipo cartesiano, ma è lo «stato d’animo fondamentale» di Heidegger, il quale è «l’inizio di un filosofare effettivo e vitale». In questo stato d’animo vi è inclusa la «totalità», che connota la capacità metafisica di un soggetto e che è una «cornice che mette ordine».

L’intelligenza artificiale – e per questo virtuale – non pensa proprio perché non va «fuori di sé» come la mens umana, ma rimane confinata nella correlazione tra due cose. Non va a sintesi, non crea una terza cosa inaudita, non è il risultato di un sillogismo, non esprime un concetto. Non va nell’ananke sténai di Aristotele, non conclude.

Scrive Byung-Chul Han: l’intelligenza artificiale e virtuale «non si spinge oltre il precostituito per arrivare, così, all’ignoto», mentre per la mente umana la «totalità è una forma di conclusione».
Silvio Brachetta - Fonte
________________________________________-
[1] È un filosofo e docente sudcoreano che vive in Germania. Classe 1959, Byung-Chul Han è uno studioso eclettico e di profonda introspezione su diverse discipline: teoria della cultura, antropologia, comunicazione di massa, etica e filosofia sociale. I corsivi nelle citazioni sono suoi. Di questo autore si è già occupato Stefano Fontana nel nostro sito: vedi QUI su questo stesso libro, e QUI sulla società palliativa.
[2] La «cosa» è semplicemente la «res» latina, che però non di esaurisce nel senso di «oggetto materiale». Il significato della «res» è ben più ampio: cosa, fatto, circostanza, realtà, causa, ragione, bene, patrimonio, attività, stato, ecc… La cosa, che qui è nominata, è tutto ciò che è l’oggetto della conoscenza umana, ovvero tutto ciò che «si pone» (Agazzi) e che il senso avverte. [3] Firenze 1889 – New York 1977. Filosofo e teologo tedesco, di fede cattolica. Allievo di Husserl, fu uno studioso tra i più acuti, utilizzando in modo sorprendente il metodo della fenomenologia, in etica e in filosofia. Lodato a ragione da Papa Pio XII è stato poi ghettizzato in epoca post-conciliare.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Roberto Mazzoni - Un popolo semi-lobotomizzato e quasi ritardato – parte 2 – il Pentagono
https://gloria.tv/post/zjh36zGVuJfr33K6HDTh6DF6L

Anonimo ha detto...

Ieri ho ascoltato su Visione TV il discorso di V. Putin al congresso dell economia a San Pietroburgo. L ultima parte è stata dedicata alla IA. Avrei voluto che questo argomento fosse stato trattato con un impianto un po' diverso che avesse messo sul tappeto anche i rischi della IA. Questo mi è dispiaciuto. Forse non era quello il momento di fare una disamina approfondita. Forse. Ma non vorrei mai che la Federazione Russa si tra trasformasse in una americanata!

tralcio ha detto...

Provo a "farla facile" con tre esempi.

Il primo riguarda il salto chiesto da Gesù al dottore della legge, un fariseo, che lo interroga sui comandamenti. Gesù ha appena smentito i sadducei sulla vita dopo la morte e ora puntualizza con i farisei un aspetto importante in questa vita. In Matteo 22,39 Gesù si riallaccia a Levitico 19. L'aveva già fatto in Matteo 19 rivolgendosi al giovane ricco.
Però Gesù aveva già detto che non basta: "se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli" (Mt 5,20). In pratica l'amore per il prossimo che discende da Dio non è solo di "reciprocità", o di "diritto", o "legale".
No: Gesù spiega che il Padre ama andando oltre e dona la vita per coloro che ama.
Gesù lo mette in pratica. E tutto l'amore cristiano è volto a questa assenza di misura.
Perchè siamo buoni noi? Perchè ce la mettiamo tutta? No: è una Grazia di Dio.
Infatti "senza di me non potete fare nulla". Il cristianesimo non ci dice di amarci tra di noi, ma ci spiega come ci ama Dio e perciò che possiamo, anzi dobbiamo, amare il prossimo.
Nessuna "intelligenza artificiale" avrebbe mai tratto la croce dal sapere dei farisei!

Il secondo riguarda la Chiesa conciliare, con i suoi grilli per la testa, molto ideologici. In questo caso un'intelligenza artificiale avrebbe potuto immaginare certe derive post-conciliari date le premesse, ma è anche vere che le premesse, apparentemente cristiane, hanno pin piano spinto la deriva ad allontanarsi dal cristianesimo, che è rendimento di grazie a Dio, culto a Dio e non certo culto all'uomo!

Il terzo è attualità: solo un sistema indotto artificialmente avrebbe potuto convincere scienziati e professionisti del settore a non accorgersi che l'imposizione vaccinale è una truffa colossale, priva di scienza e pericolosa, senza trascurarne la disumanità di fondo (i feti abortiti appositamente) e di scopo (la tracciatura degli umani tramite pass). Eppure chi è privo di una propensione alla penitenza, alla purificazione, non riesce ad ammettere l'errore, rilanciando la saccenteria o sorvolando sui disastri sanitari in atto.
Anche qui l'artificialità di un "sistema" ha prevalso sulla pratica medico-sanitaria in scienza e coscienza.

Tre modi per diventare transumani amando, celebrando e lavorando...
Però dalla Verità non si scappa ed è la sola (cioè Cristo) a rendere libero l'uomo.
... se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.

Solo Gesù Cristo (non altri, con buona pace di chi fraternizza a vanvera).
Ma noi dobbiamo amare anche chi è nemico: che salti che chiede Gesù!
Ma per Lui, solo per Lui, si può fare, ci può riuscire anche un pover'uomo.

Anonimo ha detto...

Fabrizio Fabbri
Finché non si accetta profondamente, veramente l'idea del peccato originale, cioè che nasciamo tutti peccatori e inclini a far cattiverie, più o meno grandi, e che solo la Grazia soprannaturale di Cristo ci cambia veramente in buoni, ma senza toglierci l'inclinazione al male che è sempre da combattere e si può vincere solo uniti alla Grazia, si rimarrà sempre ingenui, esposti a illusioni e delusioni e fuori dal mondo.
Finché ci si ostina a pensare che l'uomo è buono da sé, si vivra' sempre nell'autoinganno e nella sofferenza che poi inevitabilmente i creduti buoni ci infliggeranno, spesso quando meno ce l'aspettiamo.
Solo una visione realistica dell'essere umano come incline alla malvagità, visione frutto di fede cattolica ed amara esperienza, fa progredire interiormente!!!
Viviamo in pieno irrealistico pelagianesino progressista new-age.
Bisogna riscoprire e accettare veramente, profondamente in sé che l'uomo è radicalmente incline al peccato e Satana è il principe di questo mondo.
La società odierna ti fa pensare che l'uomo sia invece fondamentalmente buono, capace di perfezione morale da solo, senza bisogno di Dio,di Cristo.
È il più grande errore, che tra l'altro non ti fa crescere ne' psicologicamente, né intellettualmente, né moralmente disponendoti all'umilta'.
Solo Dio, solo Cristo è buono.

Anonimo ha detto...


# Solo Dio è buono, dice il Signore, rispondendo alla donna che lo lodava di tra la folla.

Solo il Signore è buono, in quanto Dio, consustanziale al Padre.
Si parla continuamente della bontà di Dio, che è Amore infinito, deducendone che la bontà di Dio è la sua stessa misericordia.
Però si aggiunge: "Siamo tutti figli di Dio e Dio ci vuole così come siamo e con la forza con cui ognuno di noi lotta per la propria dignità"(dichiarazione di Bergoglio riportata dalla AP il 25 gennaio 2023).
Dichiarazione in risposta ad un domanda posta dal famoso gesuita Martin, l'araldo dell'omosessualità dentro la Chiesa.

Nota bene: la dichiarazione di Bergoglio, ripetuta da lui tante volte, è falsa. Essa falsifica la dottrina cattolica. Infatti, nel Vangelo di Giovanni si testimonia che Gesù ha detto a Nicodemo che se ognuno di noi non diventa un "uomo nuovo" non entrerà nel Regno di Dio (Gv 3). E diventare un uomo nuovo nel senso del Signore significa convertirsi a Lui, in parole ed opere, pensieri, insomma vivere da buon cristiano con gli annessi e connessi. Perciò, metanoia, conversione.
Perché diventare un uomo nuovo? Perché dobbiamo vincere, con l'aiuto imprescindibile della Grazia, l'uomo del peccato che è in noi anche se non è tutto noi stessi (dottrina del peccato originale).
La bontà di Dio non significa pertanto accettazione di noi come siamo visto che siamo in sostanza peccatori.
E se non diventiamo come vuole Iddio, andiamo all'Inferno.
Lo stesso Dio, che è buono, sarà alla fine della nostra vita il Giudice implacabile della nostra vita, appena morti. Questo è dogma di fede, accuratamente tenuto nascosto dal Vaticano II in poi.
Chissà perché...

Sembra difficile alla mente umana metter d'accordo il Dio della Misericordia con il Dio giusto Giudice che può infliggerci l'eterna dannazione. Ma se il peccatore impenitente, nemico di Dio, non venisse condannato per sempre, Dio non sarebbe ingiusto? Chi ha rifiutato la Grazia, ha vissuto da peccatore, è morto da peccatore, non è giusto che sia trattato da peccatore per l'eternità dalla divina Giustizia?

Rifiutando il dogma del giusto Giudizio che ci attende, per superbia della mente umana che trova orribile (certamente) l'Inferno, si è falsificata la dottrina della Chiesa, facendo sparire il dogma del peccato originale e presentando ai fedeli un'idea dell'uomo "come Dio ci vuole" che non è cattolica ed anzi nega in radice l'antropologia cattolica.
T.

E.P. ha detto...

Aggiungo pure che Google sta svecchiando (cioè sopprimendo) alcune vecchie piattaforme, tra cui quella "Archivio Album", che però da anni non coincide più col MediaManager di Blogger (visibile solo agli amministratori/autori del blog e contenente le immagini caricate sul blog). Il rischio di questo ennesimo svecchiamento è che su qualche vecchia pagina spariscano le immagini che vi erano state caricate. Il motto di Google, "don't be evil" (non essere malvagio), viene puntualmente disatteso.

Anonimo ha detto...

... in una americanata!

I suoi timori sono più che fondati. Purtroppo, i liberisti esistono anche in Russia e il governo della Russia è liberista-moderato. Putin stesso è un liberista moderato, come Trump, e non fa' altro che parlare di economia, mentre i Russi muoiono, non si sa bene per che cosa.

Anonimo ha detto...

Si sa benissimo per cosa muoiono, per difendere tutta la zona sud dell'Ucraina, Odessa, Mar Nero e tutto quello che c'è intorno a cui la Russia mai e poi mai vorrà rinunciare, riporto il racconto di Guzzanti che parlò con Berlusconi poco prima che morisse e parlando del più e del meno, SB, a proposito della guerra, disse "Conosco bene VP, piuttosto che perdere quello che ritiene suo, schiaccerà i 2 bottoni rossi e sarà la fine" prendetela per come è, ma.......

Catholicus ha detto...

@ Anonimo 0.22 "Lo stesso Dio, che è buono, sarà alla fine della nostra vita il Giudice implacabile della nostra vita, appena morti. Questo è dogma di fede, accuratamente tenuto nascosto dal Vaticano II in poi. Chissà perché..." : nella sua domanda finale, caro amico, è già contenuta la risposta : perché i prelati massoni che si impossessarono della guida della Chiesa istituzione e poi del successivo nefasto Concilio Vativano II non erano serevi di NSGC, ma del Suo, e nostroi, eterno nemico, il diavolo. Se ne renderebbe conto anche un bambino del primo anno di catechismo, ovviamenet quello di San Pio X. Da oltre 60 anni siamo nelle mani di prelati traditori, o al massimo conniventi, collaborazionisti, complici degli originari traditori impadronitisi della Choesa di Cristo per farla naufragare. Molti avranno già ricevuto la loro "ricomèpensa", ma molti altrio ancora in questa valle di lacrime, la riceveranno a suo tempo. Il loro doio verso la vera Chiesa Cattolica, quella preconciliare, lo si evince da ciò che essi nascondono e non predicano più, da Roncalli in poi, basti pensare ai Novissimi. Mi scuso per l'autocitazione : "http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV5015_Catholicus_Novissimi.html"

Anonimo ha detto...

Sit tibi terra levis

La locuzione epigrafica del poeta latino Marco Valerio Marziale, grande epigrafista, significa “la terra ti sia lieve”.
Sì, ma che c’entra questa frase con la morte? Il riferimento alla terra sul corpo del defunto auspica che essa non l’opprima, lo schiacci e lo tormenti con il suo angosciante peso. L’auspicio alquanto iperbolico ci mostra quanto siano insulse e prive di logica le “benedizioni” pagane. Tuttavia, la tal locuzione, non di rado, la si ritrova nell’armamentario degli stilemi inopportunissimi di chi si definisce cristiano.
All’anima del trapassato - sperando abbia scampato l’inferno - bisogna augurare che il purgatorio sia lieve e non basta limitarsi all’augurio, occorre adoperarsi con preghiere e azioni pratiche ad alleviarglielo.
Augusta e meritoria opera di Misericordia spirituale! Ma forse è chiedere troppo a chi ha perduto la fede e il senno.
Da sale della Terra alla terra ti sia lieve è stato... un trauma.
RB

Anonimo ha detto...

La verità dell'umanità sta nella Bibbia, dalla creazione divina del mondo e dell'uomo alla redenzione e resurrezione di Cristo, nei tragici greci, in Omero, Socrate, Platone, Aristotele, S.Agostino, s.Francesco d'Assisi, S.Tommaso, Dante, Giotto, S.Caterina da Siena, Michelangelo, Caravaggio, Bernini, Shakespeare, Dostoevskij!!!!
Non nell'intelligenza artificiale!!!
È una follia totalmente irrealistica e disumana che i media facciano apparire sempre più l'intelligenza artificiale e queste invenzioni meccaniche orrende, come la nuova tappa dell'umanità.
Invito tutti a leggere o rileggere una delle operette morali del nostro Leopardi, intitolata "Proposta di premi fatta dall'Accademia dei sillografi", in cui il grande poeta con straordinaria ironia e profeticita' demolisce come assurde, illusorie e disumane le ambizioni gia' enormi dello scientismo progressista tecnologico del primo ottocento.
Il mondo ha bisogno di verità , amore e bellezza, di piena umanità, non di macchine!!!
Non c'è nulla di bello e di umano nella intelligenza artificiale
Questa ossessione per la tecnologia che corregge e spesso deforma o sostituisce del tutto ciò che è naturale è satanica.

Anonimo ha detto...

Prima degli anni 60 l'educazione correva il rischio dell'autoritarismo, dagli anni 60 l'educazione cade sempre nell'amicalismo o buonismo permissivo, con totale scomparsa dell'autorità.
L'autorità e' rifiutata e combattuta da figli e alunni che cercano in tutti i modi, sia violenza che sorrisi, di rendersela amica, e genitori e insegnanti hanno abbandonato, per paura e fatica, l'autorità della verità, che implica anche, sempre per il bene di figli e alunni, il dir loro dei no, il resistere alle loro pretese sbagliate (di ozio o piaceri sbagliati), arrivando al diseducativo buonismo permissivo dominante!!!!

Anonimo ha detto...


# Sit tibi terra levis

Perché prendersela con questa poetica immagine del morto nella tomba?
C'era forse la credenza che l'anima del defunto fosse anche dentro
la tomba?

Anonimo ha detto...

Fabrizio Fabbri
A mio giudizio oggigiorno sempre più persone, adulti e adolescenti, non provano sentimenti, hanno l'affettivita' azzerata, sono gelidi, senza cuore. parlano, lavorano, studiano, chattano, ma non provano passioni umane
Quindi è sempre più difficile instaurare veri rapporti umani
Quando incontriamo persone che si commuovono veramente, che provano veramente passioni, specie passioni buone, cioè per es. l'amore per cose buone, come l'affetto per Dio, per il prossimo, per la vita, l'arte, il lavoro, la natura, è un grande evento.
Bisogna tenere care queste persone
Oggigiorno la gente mente o è fredda, non gliene frega più nulla degli altri, non si abbandona più, specie a provare passioni buone: la sfera emotiva è bloccata
Ma senza passioni in genere non c'è più l'essere umano.
Esse sono una dimensione essenziale dell'essere umano
Un grande amore o anche un grande odio sono sempre più rari: la gente uccide freddamente, senza provar nulla. Come automi!!!
Io ho notato questo, specialmente negli ultimi 10 anni, specialmente tra gli adolescenti, ipertecnologici senza passioni
Una volta ci si commuoveva molto più facilmente, ci si entusiasmava, ci si indignava, la vita emotiva era molto più intensa.
Ora ci son tanti disincantati, anaffettivi, assenti...

Anonimo ha detto...


# Non ci sono più passioni...

Non ci sono perché è scomparsa la distinzione tra il bene e il male.
Tutto diventa indifferente. Di riflesso, anche nell'estetica: non si vuole e non si sa più distinguere tra il bello e il brutto.
Vale ciò che si sente individualmente, che piace o non piace. Ma senza una norma che detti la regola dall'esterno.
Domina il libitum indidividuale.
Di un io piccolo, piccolo, beatamente semicolto o sfrontatamente ignorante, che al fondo non crede in nulla.
Un io la cui indipendenza di giudizio è nello stesso tempo falsa poiché riflette l'opinione dominante, il politicamente corretto ovvero quello che "il sistema" gli getta in pasto come "pensiero", "gusto",
"giudizio".