Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 6 giugno 2023

Card. Burke: prefazione al "Breve esame critico del Novus Ordo Missae" di Ottaviani e Bacci

La lettera del Card. Burke, ripresa di seguito da MiL, funge da prefazione alla riedizione del tanto importante e tempestivo quanto ignorato da Paolo VI e tuttora attuale "Breve esame critico del Novus Ordo Missae" (qui il testo completo) scritto da un gruppo di teologi e liturgisti e presentato dai Cardinali Ottaviani e Bacci. Qui l'indice degli articoli sulla Traditionis custodes e successivi.

Card. Burke: prefazione al
"Breve esame critico del Novus Ordo Missae" di Ottaviani e Bacci


Roma, Lunedì di Pasqua 2023
A vent'anni dall'ultima edizione da voi pubblicata, avete voluto sottopormi il vostro progetto di ripubblicare il Breve esame critico del Nuovo Ordo Missae pubblicato nel 1969 dai cardinali Alfredo Ottaviani e Antonio Bacci, e ve ne ringrazio.
Nella sua lettera di incoraggiamento del 27 novembre 2004, il cardinale Alfonso Maria Stickler scriveva che "l'analisi di questi due cardinali non ha perso nulla del suo valore e, purtroppo, della sua attualità". A distanza di due decenni, questa osservazione rimane vera. Ad esempio, le recenti dichiarazioni pubbliche del Prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti confermano la persistenza di un'ideologia che, attraverso la riforma della Sacra Liturgia dopo il Concilio Vaticano II, ha cercato di manipolare e tradire l'insegnamento costante e irriformabile della Chiesa sui sacramenti dell'Eucaristia e dell'Ordine Sacro.
Il valore dell'analisi contenuta nel Breve Esame Critico risiedeva, secondo le parole degli autori, nella breve sintesi delle "deviazioni più gravi sulla teologia della Messa" (capitolo VI) che potevano essere la conseguenza di un approccio antropocentrico alla Sacra Liturgia, che per sua natura è Cristocentrica. Questo intervento filiale presso il Sommo Pontefice Paolo VI, che ebbe un grande impatto all'epoca, sarebbe potuto rimanere lettera morta o essere rapidamente dimenticato se gli errori teologici che cercava di scoraggiare non fossero tristemente apparsi e addirittura tenuti in vita fino ad oggi, più di cinquant'anni dopo. Al contrario, essi vengono talvolta assunti apertamente, rivendicando il cambiamento teologico in concomitanza con il cambiamento liturgico.

Va detto e siamo consapevoli che siamo molto lontani dall'intenzione generale espressa nel Concilio Vaticano II nella Sacrosanctum Concilium al numero 1: “di meglio adattare alle esigenze del nostro tempo quelle istituzioni che sono soggette a mutamenti; di favorire ciò che può contribuire all'unione di tutti i credenti in Cristo; di rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa.”

È chiaro che ancora oggi molte persone trovano nell'Usus Antiquior una fonte viva attraverso la quale unirsi a Cristo, fortificare la propria Fede e la propria appartenenza alla Chiesa. Non c'è quindi motivo di scoraggiarle.

D'altra parte, nella pratica c'è molta presunzione in relazione alla Sacra Liturgia, al punto da toccare in modo preciso quelle istituzioni che non sono soggette a cambiamenti ma appartengono al diritto divino.

Nel primo capitolo de Lo spirito della liturgia, il futuro Benedetto XVI scriveva:
"In effetti, l'uomo non può semplicemente "fabbricare" un culto. Ricordiamo ciò che Mosè disse al Faraone: non sapremo quale culto rendergli (cfr. Es 10,26), che esprime la legge fondamentale di ogni liturgia. Se Dio non si rivela, l'uomo non abbraccia altro che uno spazio vuoto (...) La vera liturgia esige che Dio risponda e mostri come possiamo adorarlo; (...) in una parola, la liturgia implica una forma di istituzione".
Ricevete quindi i miei incoraggiamenti per questa pubblicazione. Il mio più caro augurio è che possa contribuire, in una società che sta perdendo ad uno ad uno tutti i suoi punti di riferimento stabili, a ricordare, spiegare e far conoscere la ricchezza teologica, dogmatica e morale di cui l' Usus Antiquior del Rito Romano è la piena espressione.

Che il Signore Risorto benedica il vostro lavoro! Ricevete la mia paterna benedizione e siate certi della mia devozione nel Sacro Cuore di Gesù, nel Cuore Immacolato di Maria e nel Cuore Purissimo di San Giuseppe.
Raymond Leo Cardinale BURKE

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Sempre più colleghi prof di lettere alle superiori fanno poco o per niente Manzoni e Dante!!!
E sempre più prof di filosofia saltano tutta la filosofia patristica e medievale,compresi S.Agostino e S.Tommaso!!!!
La scristianizzazione e la decadenza estetica e morale dell'Italia è avvenuta negli ultimi sessant'anni anche grazie a questi comportamenti di prof nelle scuole

Anonimo ha detto...

Prof e genitori sono andati a braccetto con lo spirito del tempo, moltissimo ha operato la cultura di importazione, perché noi eravamo indietro, perché il nostro ambiente era cattolico e non conosceva i tormenti nordici e la goduria nordica che era avanti. Anche l erba era un avanzamento. Purtroppo è andata così... Che fare? Non lo so. Speriamo che qualche insegnante qualcosa di buono abbia insegnato e che qualche famiglia non si sia sfasciata, con secondi padri e madri, fratellastri e sorellastre o con una giostra di fidanzate del padre e fidanzati della madre.. Speriamo. Speriamo che gli Angeli salvino tutto quello che può essere salvato di queste generazioni.

Anonimo ha detto...

Purtroppo, anche per l'insegnamento delle materie umanistiche non c'è niente da fare, come per mille altre cose. Anche Gabriele D'Annunzio non è più insegnato. E si potrebbe continuare all'infinito. È del tutto inutile sperare in una sia pur modesta inversione di rotta, proprio adesso che i mondialisti cantano vittoria ovunque e su tutti i fronti. La speranza deve essere ragionevole, altrimenti è un pernicioso inganno. In Francia la situazione è identica alla nostrana. Lo spirito massonico impregna tutte le istituzioni - scuola compresa - da secoli; noi Italiani, almeno, fino a qualche decennio fa, abbiamo potuto approfittare della riforma Gentile e godere di una scuola ancora buona e di riguardo (per esempio, l'Istituto Magistrale Matilde di Canossa di Reggio Emilia, da me frequentato, fino al 2000 era ottimo).

Ricevo e trasmetto : ha detto...

Ipse Dixit:
Martedì 6: S.Messe alle7h, alle12h ed alle 18h

Mercoledì 7: S.Messa alle 18h (Requiem con assoluzione al tappeto)

Giovedì8: Corpus Domini S.Messa alle 12h seguita da una breve Adorazione e Benedizione Eucaristica

Venerdì 9: S. Messa alle 12h e alle 18h (la Messa della sera e' seguita dalle Litanie del S.Cuore e la Benedizione con la Sacra Pisside)

Sabato 10: S.Messa alle 12 eh e alle 18h

Domenica 11: S.Messa alle 12h

Sia lodato Gesu' Cristo!

IBP Casa San Clemente
Via delle Fornaci,203
2° piano

Anonimo ha detto...

Corpus Domini 2023 SS.Trinita' dei pellegrini
https://roma.fssp.it/2393-2/

Anonimo ha detto...


# La Prefazione del card. Burke, un documento deludente.

In realtà non dice nulla. Condanna ovviamente le interpretazioni sbagliate della nuova liturgia, la cattiva teologia che si vuol giustificare con la riforma liturgica, ribadisce il valore del rito
antico. Ma le stesse cose diceva Benedetto XVI ossia il cardinale dice le stesse cose dello scomparso Pontefice.
Nel merito vero della questione non entra, come se la Chiesa cattolica potesse ammettere un biritualismo istituzionale e per di più del tipo di quello costruito a partire dal Vaticano II.
Il Breve esame critico di Bacci e Ottaviani entrava nel merito della riforma montiniana e faceva vedere come la teologia espressa dalla Nuova Messa mostrasse un impressionante allontanamento dalla liturgia secondo il dogma tridentino. Ciò avveniva anche attraverso una serie di omissioni, secondo una tecnica ben nota.
La questione che si pone al fedele è dunque la seguente: gli errori e le deviazioni imputati dai due porporati al NO esistevano? se esistevano, sono stati corretti? Se non lo sono stati, cosa pensare allora della Messa del NO?
Mi ricordo che BAcci e Ottaviani stigmatizzavano apertamente l'aver tolto il "misterium fidei" dalla formula di consacrazione del vino per metterlo subito dopo come invocazione dei fedeli (mescolandovi parole tratte da san Paolo) in modo da accentuare il momento della Resurrezione e della Parusia del Signore, quando invece l'essenza della S. Messa consiste nel suo carattere propiziatorio ed espiatorio, perché i meriti del Sacrificio ci ottengono da Dio misericordia per i nostri (confessati) peccati.
Ora, il misterium fidei nel NO è rimasto dov'era. Quindi?
Il carattere opaco ed inane di questa "Presentazione" di sua Eminenza, che naturalmente difende sempre per principio il Concilio, la dice lunga sull'attuale condizione intellettuale della Chiesa visibile.

Ci sono solo due vescovi che sostengono in modo diverso la necessità di una revisione del Concilio: mons. Schneider e mons. Viganò. Il secondo, tuttavia, è troppo politicizzato e in un senso per certi aspetti alquanto unilaterale. La posizione critica più equilibrata sembra essere quella di mons. Schneider.
UNO SOLO, dunque. Siamo stati dunque del tutto abbandonati dal Signore? NO. Mons. Schneider si chiama Atanasio, come l'eroico vescovo che guidò la resistenza contro l'eresia ariana, pentrata anche in alto loco, e ad un certo momento era praticamente il solo a battersi.
Nomen omen, nel nome un presagio, un vaticinio.
Pertanto: spes contra spem, speriamo anche contro l'evidenza, contro ogni ragionevole speranza...
La battaglia aperta contro l'errore e il tradimento della fede deve continuare, nonostante le censure che "il sistema" sta cercando di imporci.
T


La domanda pertanto è questa: