Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 19 agosto 2023

Dichiarazione della Rev.da Madre Priora e del Capitolo Santissima Trinità Carmelitane Scalze, Arlington

Precedente quiQui l'indice dei precedenti interventi di mons.Viganò.

Dichiarazione della Rev.da Madre Priora e del Capitolo
Monastero della Santissima Trinità
Carmelitane Scalze, Arlington
5801 MT. Carmel Drive
Arlington, Texas 76017

18 Agosto 2023

Sia lodato Gesù Cristo.
Negli ultimi mesi il nostro Monastero in generale e la nostra Madre Priora in particolare sono stati sottoposti a interferenze, intimidazioni, aggressioni, umiliazioni private e pubbliche e manipolazioni spirituali senza precedenti, risultato diretto degli atteggiamenti e delle ambizioni dell’attuale vescovo di Fort Worth nei riguardi della nostra Reverenda Madre Priora, di noi Monache e della nostra proprietà. Siamo state colte alla sprovvista. Dalla nostra fondazione le nostre relazioni con il nostro Vescovo sono sempre state cordiali e filiali. Ogni Vescovo ha sempre avuto la nostra amorevole fiducia. Non abbiamo mai immaginato che le nostre relazioni con il Vescovo potessero essere diverse.

Con i suoi comportamenti privati e pubblici, mons. Olson ha abusato della nostra filiale obbedienza; un uomo che nella ricerca di non meglio specificati fini personali non ha esitato ad aggredire verbalmente e a umiliare le Religiose che hanno denunciato la violazione del tutto ingiustificata dei loro diritti relativi alla proprietà privata e alla privacy.

Per quanto riguarda le calunnie che sono state diffuse, il Capitolo coglie questa opportunità per esprimere la propria totale fiducia nell’integrità morale della propria Madre Priora e nella correttezza della sua azione di governo.

Siamo Monache Carmelitane: alla base della nostra vita religiosa vi sono la preghiera e la penitenza, non i giochi politici e di potere. Non possiamo permetterci di dedicare le nostre risorse spirituali o materiali in vane controversie con autorità i cui programmi sono assolutamente estranei ai nostri e i cui mezzi per influenzare i risultati dei nostri appelli sono aldilà di tutto ciò che possiamo eguagliare.

Il nostro dovere davanti a Dio è quello di garantire che questo Carmelo sia una tranquilla casa di preghiera in cui ogni monaca e novizia possano vivere la propria vocazione in pace e integrità, per la salvezza della sua anima, per la gloria di Dio Onnipotente e per l’edificazione del Suo popolo.

Pertanto, poiché la salvezza delle nostre anime è il nostro primo dovere davanti a Dio Onnipotente; al fine di proteggere l’integrità della nostra vita e la nostra vocazione monastica dai gravi pericoli rappresentati dai continui abusi a cui siamo sottoposte, con questa dichiarazione affermiamo, in coscienza, di non riconoscere più l’autorità dell’attuale Vescovo di Fort Worth o dei suoi funzionari e vietiamo a lui e ai suoi emissari di accedere alla proprietà del nostro Monastero o di avere qualsivoglia contatto o relazione con il Monastero, con le Religiose e con le Novizie. Nessuno che si comporti in modo prevaricatore come l’attuale Vescovo di Fort Worth può pretendere la nostra cooperazione o obbedienza.

Per la nostra sicurezza spirituale e psicologica, e per dovere di giustizia, dobbiamo renderci indipendenti da questo Vescovo fino a quando non si pentirà dell’abuso a cui ci ha sottoposte, si scuserà di persona con la nostra Comunità per quanto ha fatto e accetterà di compiere la dovuta riparazione pubblica. Se quel giorno non dovesse mai arrivare, speriamo e preghiamo che a tempo debito il suo successore sia uno strumento inviato da Dio per quella riparazione che, in giustizia, ci è ora dovuta.

In queste circostanze dobbiamo affermare chiaramente che rimaniamo assolutamente fedeli alla dottrina della Chiesa cattolica e che il Papa e il vescovo di Fort Worth, chiunque essi siano oggi o possano essere in futuro, saranno sempre oggetto delle nostre preghiere in questo Monastero, soprattutto nel Canone della Messa.

Ci aspettiamo ovviamente prese di posizione verbali nei nostri confronti, e forse anche sanzioni: non è nostra intenzione rompere la Comunione con nessuno. Stiamo semplicemente affermando che l’abuso a cui siamo state sottoposte è così gravemente ingiusto e intollerabilmente distruttivo della vocazione che ci siamo impegnate solennemente di onorare davanti a Dio Onnipotente, che in coscienza non possiamo cooperarvi. Noi non rifiutiamo alcun articolo della Fede o della Morale cattolica. Al contrario, dichiariamo che – in queste circostanze particolari e peculiari – in coscienza davanti a Dio Onnipotente non possiamo permettere a questo Vescovo diocesano di continuare ulteriormente a comportarsi in modo illegittimo nei nostri confronti.

Inoltre, il Capitolo ha deciso che d’ora in poi, per meglio rendere a Dio Onnipotente la gloria che Gli è dovuta, e per entrare più profondamente nella contemplazione dei Suoi Sacri Misteri, la Sacra Liturgia – il Santo Sacrificio della Messa, il Divino Ufficio, i Sacramenti, i Sacramentali e altri riti – sarà celebrata nella forma antica del Rito Romano e secondo l’uso tradizionale delle Carmelitane Scalze.

Vogliamo precisare che questa decisione non è una reazione all’abuso nei nostri confronti, anche se ci aspettiamo che provocherà ancora più ritorsioni dalle stesse persone. Piuttosto, essa costituisce una positiva consapevolezza che si è sviluppata nella nostra Comunità nel tempo: «Ciò che le generazioni precedenti consideravano sacro, rimane sacro e grande anche per noi, e non può essere improvvisamente completamente proibito o addirittura considerato dannoso. È opportuno a tutti noi preservare le ricchezze che si sono sviluppate nella fede e nella preghiera della Chiesa e dare loro il loro giusto posto». (Benedetto XVI, 7 luglio 2007)

Crediamo che questo sia particolarmente vero per coloro la cui vocazione è la Vita contemplativa, comprese noi stesse, e che questo sia qualcosa di buono che possiamo e dobbiamo fare per la Chiesa in questi nostri tempi.

La chiesa del nostro Monastero è e rimarrà aperta a tutti coloro che, in buona fede, desiderano pregarvi o partecipare ai riti liturgici che celebriamo, indipendentemente da eventuali rimostranze di coloro che hanno abusato del proprio potere contro di noi.

Ci affidiamo completamente alla Provvidenza di Dio Onnipotente, che è il nostro unico Giudice e la nostra Consolazione in questo momento di prova, perché Egli ci invii buoni sacerdoti che assicurino la nostra vita liturgica e sacramentale e, attraverso la generosità del Suo popolo fedele, ci assicuri il sostegno materiale di cui abbiamo bisogno per continuare fedelmente la nostra vocazione in queste circostanze veramente straordinarie e per formare quelle giovani donne che si uniscono a noi nella nostra bella e tradizionale vita di preghiera e sacrificio davanti al Signore.

Ci scusiamo con tutti i nostri familiari e amici per le preoccupazioni che gli eventi recenti o questa dichiarazione possono aver procurato loro. Non abbiamo alcun desiderio di causare angoscia o scandalo; ma se dobbiamo essere fedeli alla nostra vocazione, se vogliamo sopravvivere, non abbiamo altra scelta. Chiediamo la vostra comprensione e le vostre preghiere, e assicuriamo tutti, anche coloro che non sono d’accordo, delle nostre.

Che i Santi e i Martiri Carmelitani intercedano per tutti noi!
Sia lodato Gesù Cristo: ora e sempre!

4 commenti:

OT su la Bussola e la FFSPX ha detto...

QUANDO I MACCABEI SI ALLEARONO COI PAGANI. E FECERO BENE.

L'articolo della Bussola non lo leggo perché il punto è un altro. E cioè: polemizzare da cattolici coi rappresentanti della tradizione cattolica quando ti trovi di fronte un Moloch laicista aggressivo che sta sdoganando di tutto è puro autolesionismo. Tutto questo ha per me degli aspetti agghiaccianti.
Se una squadra sta retrocedendo in serie B devi contestare i dirigenti non altri gruppi di tifosi. Quindi in questo caso sto coi lefebvriani.
E cmq anche questo regolamento di conti interni è un segno della crisi. Quando le cose vanno male prima si accusano cause esterne, poi endogene. Segue poi una fase di riflusso che corrisponde alla restaurazione di una primitiva "età dell' oro" da cui ricominciare. E infine talvolta lo jungeriano, " passaggio al bosco" cioè le catacombe.
Queste polemiche interne sono come battaglie di retroguardia quando il fronte della guerra si è spostato molto più avanti, e in quanto tali secondarie. Fosse per me istituirei una specie di Union sacrée che includa tutti i nemici del Moloch siano essi cattolici, ortodossi, comunisti. nazionalisti, liberali, atei. Unico requisito per aderirvi la voglia di uscire dall' ovatta del devozionismo e dolorismo quando maschere della inerzia un po' furbetta di chi vorrebbe uscirne senza un graffio.
Quando i Maccabei vollero riconquistare l'indipendenza politica e religiosa dai seleucidi discendenti di Antioco IV Epifane prefigurazione dell'anticristo non esitarono ad allearsi coi pagani per riuscirci. E ci riuscirono.
Fra i possibili aderenti alla Union sacrée a bella posta non nomino i protestanti perché ormai irrecuperabili.

Catholicus ha detto...

@ "L'articolo sulla Bussola non lo leggo, perché il punto è un altro" :
Anch’io non leggo più la NBQ, ormai da tanto tempo, come dicevo in un mio commento di pochi giorni fa, cestinatomi forse a motivo del mio giudizio su Roberto de Mattei; ma ditemi voi, cari amici (..e amiche, ovviamene) del blog, come si fa a tacere di fronte alle enormità propalate dal De Mattei sui vaccini e sulla guerra in Ucraina e di fotte al portale che le ospita, facendole proprie?
Tornando a boma, per così dire, questo vile attacco verso i confratelli nella fede, che dovrebbero invece essere elogiati e incoraggiati nella resistenza alla dittatura vaticana, non può che suscitare sdegno e repulsione; sembra un classico depistaggio da quinta colonna; ovvio poi che il giornale che lo ospita si squalifichi da solo con una simile linea editoriale, divenendo illeggibile per chi ancora conservi la vera fede cattolica bimillenaria, l’amore per la Verità tutta intera, il sano discernimento degli spiriti, dono dello Spirito Santo.

Anonimo ha detto...


# L'articolo della Bussola che sputa veleno sulla FSSPX non lo leggo.."

A quest'articolo ne è già seguito un altro. Non leggere, credo sia sbagliato. Bisogna documentarsi sulle arti del Nemico per potersi difendere e poter eventualmente replicare. Lo scopo di questi articoli sembra essere quello di mettere in crisi i fedeli che assistono alle Messe celebrate dai preti della FSSPX o comunque frequentano la suddetta Fraternità: un'impresa a dir poco subdola.
In questi due articoli si notano a occhio nudo alcune lacune sul piano informativo e concettuale. L'articolista sostiene che la remissione della scomunica non fa venir meno il carattere (supposto) scismatico della FSSPX. Dimentica che a suo tempo il cardinale Hojos affermò non potersi tale Frat. considerare scismatica in senso proprio, non avendo mons. Lefebvrre mai dimostrato l'animus del vero scismatico, che è di chi vuol creare una Chiesa parallela. Ha dato ai 4 vescovi solo la potestà d'ordine giustificandosi con lo stato di necessità, proprio per non creare uno scisma. Difficile credere, come afferma l'articolista, che Ben. XVI abbia rimesso le scomuniche per buon cuore pur considerando ancora "scismatici" i "lefebvriani". La remissione dimostra che non credeva nel loro "scisma". Risulta anche che all'epoca i 4 vescovi della Frat. rinnovarono tutti assieme in udienza la loro fedeltà al Papa regnante e alla Cattedra - il Papa regnante viene sempre invocato nelle preghiere in ogni Messa della Frat.
Dimentica l'articolista anche l'esistenza di una tesina di laurea tenutasi in un'Università pontificia da parte di un sacerdote nordamericano, il quale sosteneva che, grazie al CIC del 1984, la scomunica non poteva esser in quel caso applicata, in quanto risultante l'ordinazione senza mandato da un errore di valutazione sullo stato di necessità fatto in buona fede dal colpevole. Si doveva applicare altra sanzione. La tesina fu approvata dalla Commissione di Laurea.
Non sappiamo quale rito segua l'articolista. Se assiste all'Ordo Vetus, dovrebbe sapere che tale rito sarebbe da tempo scomparso senza la felix culpa della "disobbedienza" di mons. Lefebvre e mons. Castro Mayer, brasiliano.

Anonimo ha detto...


# Quando i Maccabei si allearono con i pagani fecero bene

I pagani in questione, se non erro, erano i Romani, che stavano entrando in conflitto con i regni ellenistici, dei successori di Alessandro Magno (i c.d. Diadochi). Se ben ricordo, uno dei Libri dei Maccabei deve averci conservato in sintesi il testo del trattato tra Maccabei e Romani (la Repubblica Romana).
Fu anche quest'alleanza che permise ai Maccabei di spuntarla sui dominatori greci, che combattevano anche la religione ebraica.

Un'unione sacra in Italia sembra impossibile, oggi. La frammentazione spirituale e politica è impressionante. Ma soprattutto manca l'elemento decisivo, che dovrebbe costituire il cemento dell'unione: la fede nell'Italia, come nazione unitaria nonostante tutto, un vero patriottismo.
Tra i cattolici, in questo senso, è peggio che andar di notte.
Quelli "conciliari", la maggioranza, sono per l'accoglienza indiscriminata di tutti e di tutto, ligi al falso insegnamento della Chiesa postconciliare: vogliono l'unità del genere umano, dicono che dobbiamo ancora espiare tutte le colpe del fascismo (?).
Quelli "tradizionalisti" odiano l'Italia unita ma anche come idea e ideale perché sarebbe stata solo il risultato di un complotto massonico internazionale, perché a suo tempo liberale e anticlericale etc. Si sentono regionalisti o imperial-regi ovvero neolegittimisti papalini o borbonici e filoaustriaci (dell'Austria che fu). Non hanno il concetto di una nazione italiana, non la vedono proprio e non la vogliono.
Caschi il mondo. Quale "Unione Sacra" dunque, con chi?
Si può comunque proporla ma bisognerebbe prima fare un discorso molto chiaro, individuando tutte le tare ideologiche e culturali che ci afffliggono, in particolare noi cattolici.
Politicus