Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 14 agosto 2023

In treno verso il nulla, stranieri a casa propria / Alcune concause

Nel primo articolo Marcello Veneziani, giornalista, scrittore e filosofo di Bisceglie, racconta la società omologata dei giovani di oggi: il branco che fa sentire più forti, ma tutti apatici e privi di obiettivi. Nel secondo articolo, Roberto Bonaventura, artista napoletano, stila un elenco esaustivo delle responsabilità degli ecclesiastici attuali (certamente non le uniche ma le più incisive sul piano spirituale) circa le cause del degrado generale. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

“In treno verso il nulla, stranieri a casa propria” 
di Marcello Veneziani

L’altra sera ho preso un treno locale tra Foggia e Bari. Ero nella mia terra, dovevo raggiungere il mio paese natale, ho preso l’ultimo regionale della sera. Non ero in prima classe, non leggevo Proust, non ero tra lanzichenecchi, come era capitato ad Alain Elkann ed ero curioso di chi mi stava intorno. Ero l’unico anziano in un treno zeppo di ragazzi, pendolari della movida, che si spostavano per andare a fare nottata in paesi vicini. Ero su una tratta che un tempo mi era famigliare, ma mi sono sentito straniero a casa mia. No, non c’erano stranieri sul treno, come spesso capita nei locali. Ricordo una volta su un locale, ero l’unico italiano tra extracomunitari, in prevalenza neri, con forte disagio perché ero pure l’unico ad avere il biglietto. Stavolta invece ero tra ragazzi dei paesi della mia infanzia e prima giovinezza, eppure mi sentivo più straniero che in altre occasioni.
Li osservavo quei ragazzi e soprattutto quelle ragazze, erano sciami urlanti che agitavano il loro oggetto sacro, la loro lampada d’Aladino e il loro totem, lo smartphone. Si chiamavano in continuazione, la parola chiave per comunicare era “Amò”, ed era un continuo chiedersi dove siete, dove ci vediamo. Era come parlare tra navigatori che si dicevano la posizione.
Le ragazze erano vestite, anzi svestite, scosciatissime, come se fossero cubiste o giù di lì, con corpi inadeguati. Era il loro dì di festa, il loro sabato del villaggio, ma in epoca assai diversa da quella in cui Leopardi raccontava l’animazione paesana che precede la domenica. Dei loro antenati forse avevano solo la stessa pacchianeria prefestiva, ma nel tempo in cui ciascuno si sente un po’ ferragnez e un po’ rockstar. Parlavano tra loro un linguaggio basic, frasi fatte e modi di dire sincopati. Mai una frase compiuta, solo un petulante chiamarsi, interrotto da qualche selfie, si mandavano la posizione e si apprestavano a incontrarsi e poi a stordirsi di musica, frastuono, qualche beverone, fumo, e non so che altro. Li ho visti in faccia quei ragazzi, erano seriali, intercambiabili, dicevano tutti le stesse cose, ciascuno in contatto col branco di riferimento. Cercavo di trovare in ciascuno di loro una differenza, un’origine, un qualcosa di diverso dal branco; ma forse erano i miei occhi estranei, la mia età ormai remota dalla loro, però non ravvisavo nulla che li distinguesse, che li rendesse veri, non dico genuini. Eppure parlavano solo di sé, si specchiavano nei loro video, si selfavano, un continuo viversi addosso senza minimamente preoccuparsi di chi era a fianco, insieme o di fronte. Sconnessi.
Magari è una fase della loro vita, poi cambieranno; magari in mucchio danno il peggio di sé, da soli sono migliori. Però non c’era nulla che facesse vagamente pensare al loro futuro e al loro piccolo passato, alle loro famiglie, ai loro paesi, al mondo circostante; tantomeno alla storia, figuriamoci ai pensieri, alla vita interiore, alle convinzioni. Traspariva la loro ignoranza abissale, cosmica; di tutto, salvo che dell’uso dello smartphone. Anche i loro antenati, mi sono detto, erano ignoranti; ma quella era ignoranza contadina, arcaica e proletaria, carica di umiltà e di fatica, di miseria e di stupore; la loro no, è un’ignoranza supponente e accessoriata, non dovuta a necessità, con una smodata voglia di piacere e vivere al massimo il piacere, totalmente immersi nel momento. Salvo poi cadere negli abissi della depressione, perché sono fragilissimi.
Mi sono detto che i vecchi si lamentano sempre e da sempre dei più giovani, li vedono sempre peggiori di loro e dei loro nonni. Però, credetemi, la sensazione più forte rispetto a loro, era un’estraneità assoluta, marziana: nulla in comune se non il generico essere mortali, bipedi, parlanti. In comune non avevamo più nulla, eccetto i telefonini. Per confortarmi mi sono ricordato di quei rari ragazzi che mi è capitato di conoscere e che smentiscono il cliché: sono riflessivi, pensanti, leggono, studiano con serietà, sanno distinguere il tempo del divertimento dal tempo della conoscenza, hanno curiosità di vita, capiscono l’esistenza di altri mondi e altre generazioni, capaci di intavolare perfino una discussione con chi non appartiene alla loro anagrafe. Però ho il forte timore che siano davvero eccezioni. E mille prove personali e altrui confermano questa impressione. Raccontava un amico che fa incontri nelle scuole che davanti a una platea di trecento ragazzi, chiese loro se leggessero giornali, o addirittura libri, se vedessero qualche telegiornale, se sapessero di alcuni personaggi, non dico storici o i grandi del passato, ma almeno importanti nella nostra epoca. Uno su cento, e poi il silenzio. Hanno perso la loro ultima piazza, il video, ognuno si vede il suo film e la sua serie su netflix o piattaforme equivalenti, segue il suo idolo, ha vita solo social.
Qualunque cosa in chiave politica e sociale, storica o culturale, non li sfiora, non li tocca, non desta il loro minimo interesse. Certo, sono sempre le minoranze a seguire attivamente la realtà o a coltivare una visione del mondo e condividerla con un popolo, un movimento, una comunità. In ogni caso non è “colpa loro”, se sono così. E’ anche colpa nostra; anzi non è questione di colpe. E l’impossibilità di comunicare con loro dipende pure da noi. Però, mi chiedo: cosa sarà tra pochi decenni di tutto il mondo che si è pazientemente e faticosamente costruito lungo i secoli, attraverso scontri, guerre, sacrifici, fede, conoscenza, lavoro, lavoro, lavoro? Nulla, il Nulla. Sono questi i cittadini, gli italiani, di domani? Sono forse diversi, e più nostrani, rispetto agli stranieri extracomunitari che sbarcano da noi a fiumi? Tabula rasa, zero assoluto, il postumano si realizza anche senza manipolazioni genetiche, robot sostitutivi, intelligenze artificiali e mostri prodotti in laboratorio. Quel treno della notte non portava da un paese a un altro, portava solo nella notte.
La Verità – 12 agosto 2023
* * *
Scuse pontifice
di Roberto Bonaventura

Il giorno in cui un Papa, umilmente, chiederà scusa ai veri cattolici per i peccati degli uomini di Chiesa, sarà un grande giorno!
Offro suggerimenti in ordine sparso:
-Per averci privati, di fatto, della meravigliosa S.Messa in Rito Romano Antico. 
-Per averci imposto, da un giorno all'altro, la "nuova" celebrazione avversando quella antica. 
-Per aver distrutto o fatto distruggere gli antichi altari maestosi e le balaustre in marmo. 
-Per officiare la new Messa su penosi tavoli da pranzo o sgorbi blasfemi, dando le spalle al Santissimo..
-Per averci privati del sacro a cui i nostri cuori anelano e al quale non pochi di loro sono palesemente avversi. 
-per il moltiplicarsi di movimenti ecclesiali che sono perniciosamente protestantizzati.
 -Per il proliferare di quelle canzonette tragiche che "animano" una liturgia tutta da "rianimare". 
-Per aver occultato i tabernacoli in luoghi reconditi delle chiese e aver sostituito le loro rosse lampade ad olio con tristissimi lumini elettrici. 
-Per aver permesso la costruzione di abominevoli edifici di una bruttezza inenarrabile: dette chiese. 
 -Per le omelie insulse e soporifere quando non eretiche. -Per non parlare più del peccato, del diavolo e dell'Inferno.
 -Per aver commissariato ordini e congregazioni religiosi, fiorenti e sane, con sfacciata “misericordia”. 
-Per vestire come dei "senza tetto", abusando di orrendi maglioncini. 
-Per aver abbandonato la talare e l'abito religioso, propinando con incredibile e ridicola convinzione l'oltraggiosa filastrocca: l'abito non fa il monaco. 
-Per aver smesso di recitare e raccomandare il santo Rosario. 
-Per non predicare più a favore della castità. 
-Per permettere a donne e uomini di entrare in chiesa e perfino servire all'Altare, abbigliati in maniera indecente e indegna. 
-Per aver trasformato moltissimi seminari in luoghi di sradicamento sistematico della fede cattolica. 
-Per il culto idolatrico e pretestuoso del Concilio Vat. II.
-Per guardare con sospetto i precedenti 20 concili dogmatici! 
-Per aver scomunicato senza scrupoli chi andava ascoltato e sostenuto e aver promosso e premiato chi andava scomunicato. 
-Per parlare di poveri materiali a ogni pié sospinto... come se la missione della chiesa non fosse la salvezza delle anime. 
-Per aver permesso la mostruosa sacrilega pratica della S.Comunione nelle mani. 
 -Per aver accettato, plaudito e asservito la dittatura sanitaria in tema di Covid. 
-Per aver abbandonato il meraviglioso catechismo di San Pio X. -Per non difendere la vita e combattere l'aborto con ogni mezzo. 
-Per avere disprezzo delle sante devozioni tradizionali cattoliche e cordiale indulgenza per i culti pagani. 
-Per aver propagandato farmaci sperimentali definendo un “atto d’amore” queste inoculazioni.
-Per aver abbandonato, in massa, le pie regole del buon confessore di S.Alfonso M. De Liguori che imponevano anche di fare domande al penitente per aiutarlo a ben confessarsi e a non commettere sacrilegi. 
-Per aver abbracciato il mondo invece di convertirlo. 
-Per odiare l’autentica Tradizione cattolica. 
-Per quella impareggiabile superbia per colpa della quale nessuno può osare correggervi e ammonirvi, con amore e spirito di verità, quando dite palesi inesattezze. 
-Per gli incalcolabili abusi liturgici non sanzionati e di fatto tollerati, se non promossi. 
-Per concedere illecite assoluzioni a buon mercato a chi non le può oggettivamente ricevere facendo proliferare i sacrilegi. 
-Per aver permesso che le nostre chiese, Case del Dio vivente, siano (ab)usate per comizi, banchetti, concertini e altre finalità profane. 
-Per guardare a Lutero con favore e oscena simpatia, e con disgusto al Beato Pio IX. 
-Per esaltare, pieni di zelo, ipotetici legami di fede con musulmani, ebrei e protestanti, ingenerando confusione ed errori.
-Per la cronica mancanza di coraggio che fa di molti preti e prelati degli omissori di soccorso spirituale.
-Per aver permesso agli infedeli musulmani di invaderci con la scusa dell'accoglienza. 
-Per aver chiesto scusa a tutto il mondo dei peccati dei cattolici e mai ai cattolici dei peccati vostri. 
Per tanti altri motivi.... che fanno sanguinare i nostri cuori e riempire l'Inferno. Chiedete - umilmente - scusa; e ravvedetevi.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

"[...] Perché Bisanzio, la superpotenza del medioevo mediterraneo, fu un tentativo di Stato laico, se pure dominato da un'ideologia ultraterrena, amministrato secondo il diritto classico da un'élite ramificata, educata, cosmopolita e parzialmente plurilingue, attinta da quell'immenso serbatoio di talenti che era la sterminata provincia grande-bizantina.
La classe dirigente di Costantinopoli operava in un palazzo che ebbe al suo interno archivi immensi, una biblioteca di vertiginosa ampiezza, una sorta di università giuridico-filosofica che esprimeva i vertici dello Stato.
Dove gli imperatori potevano essere grandi letterati, i consiglieri di governo avevano talvolta, come Michele Psello, la carica di "console dei filosofi", le donne di potere conoscevano a memoria i versi di Omero e anche l'ultimo segretario del più sperduto dei sekreta sapeva citare alla lettera Platone e Aristotele.
I documenti dell'esperienza statale di Bisanzio sono innanzitutto un inestimabile repertorio di prassi e cultura politica. E in questo senso sarebbe davvero magnifico, se la nostra politica fosse ancora davvero "bizantina" [...]."
(da "Lo Stato bizantino", Enaudi, Torino, 2002, pag. XII, di Silvia Ronchey)

tralcio ha detto...

Due immersioni nella realtà in cui ho ritrovato me stesso… soprattutto nel sentirmi estraneo rispetto agli adolescenti italiani, privi di sufficienti argomenti per poterli considerare connazionali… non sarebbe poi un dramma, il non aver nazione… il dramma è di non essere più popolo, diventando un non-popolo. Drammatico il non essere in grado di percepire la realtà di un disegno nel volerci così… se i monaci preservarono la cultura restando indivisi nella frammentazione, oggi lo dovranno fare tenendo conto del nuovo inganno ordito dal Male: la massa atomizzata, tante mono-individualità Che sanno relazionarsi a monosillabi o poco più…

La Chiesa fu la mamma dei monaci, oggi è per molto matrigna, anche lei incapace di rivolgersi alla radice e alla tradizione. Senza radice i rami sono destinati a rinsecchire. I tanti rami che la chiesa senza radici esibisce, sono destinati a non produrre frutto, ne’ buono, ne’ cattivo… albero secco.
Eppure il Signore ha in pugno la storia, il mare che appare agitato, buio, profondo, infestato di bestie, privo di fari…

Basta l’Agnello, per tutti gli sbandati, che non sanno nemmeno di essere appesi a un tronco che galleggia… la croce

Anonimo ha detto...

Antonio Rossix
Oggi parlavo con un amico sacerdote e mi ha detto che nella sua parrocchia l’anno scorso i funerali sono stati il doppio dei battesimi. Matrimoni col contagocce. Nel suo ordine religioso solo due giovani in tutta Italia stanno per entrare in noviziato.
Non sarebbe il caso di digiunare seriamente e fare adorazione per tutto ciò?

22 agosto Festa = del Sacro Cuore di Maria ha detto...

I giovani odierni sono una creazione della 'buona scuola' liberista. L'educazione liberista parte dalla scuola materna e arriva fino all'università. I laureati sono la quintessenza dell'educazione liberista, i pilastri dei regimi liberisti. Possono cambiare i governi anche tutti i mesi, ma finché non si cambia la scuola, i giovani saranno sempre come quelli descritti sul treno, e gli adulti anche. Sono lontani i tempi in cui, alle scuole elementari e non solo, si incominciavano le lezioni con le preghiere mattutine e il canto, che ancora mi commuove, di "O Sole vivo". Se ben ricordo, l'anno scolastico in cui, in seconda media, scomparve lo studio del Latino, scomparve anche la recitazione delle preghiere a scuola. Eravamo negli anni settanta. Soltanto un vero e proprio miracolo potrà cambiare le cose. Che il Cuore Purissimo di Maria venga in nostro soccorso!

Catholicus.2 ha detto...

"Soltanto quando tutti gli scismatici e i protestanti professeranno il Credo cattolico con convinzione e quando tutti gli ebrei chiederanno volontariamente il Santo Battesimo, solamente allora l’Immacolata avrà raggiunto i suoi obiettivi.
In altre parole non c'è peggior nemico dell'Immacolata e della sua Milizia che l'ecumenismo attuale, contro il quale ogni Cavaliere non solo deve combattere, ma anche fare opera di neutralizzazione attraverso un'azione diametralmente opposta che in ultima battuta lo annienti."

Padre Massimiliano Maria Kolbe, martire, morto il 14 agosto del 1941.

Anonimo ha detto...

In classe nella scuola pubblica non si era tutti dello stesso ceto, le diseguaglianze era tante e palesi, ma se capitavi con l insegnante giusta quelle diversità piano piano andavano scomparendo Il segreto qual era? L educazione, il buon comportamento era richiesto a tutti e le conoscenze anche, ma erano conoscenze essenziali, tant è che gli stessi libri venivano passati di fratello in fratello, di sorella in sorella, se non di padre in figlio. La geografia veniva insegnata e richiesta a memoria sulla cartina, mari, fiumi, isole, penisole, continenti, catene montuose e pianure, cioè l ossatura era richiesta a tutti e le poesie imparate e recitate insieme ingentilivano il linguaggio di ognuno. E man mano che si saliva nel grado di istruzione si aggiungeva quel poco che poteva essere assimilato ed imparato bene. Ricordavamo con una amica che al liceo si andava a scuola con pochi libri tenuti insieme da una cinghia di gomma, su quei pochi libri bisognava studiare ed esercitarsi. Mio nipote è andato sempre a scuola col carrello pieno di libri poi con lo zaino sempre pieno, fino alla maturità i suoi libri sono cambiati ogni anno, pieni del superfluo e dell ammiccante. Per Grazia di Dio non se ne è accorto. Allora in estrema sintesi prima si studiava sul serio l essenziale e la storia patria si stagliava fuori da quella universale, dalla voce stessa dell insegnante, che non era ancora preteso cittadino del mondo. Ora con l insegnamento enciclopedico, fai come vuoi nell ambito della egemonia culturale del pensiero ormai unico, la maggior parte, giustamente, non sa neanche quello che vuole e segue le mode come fan tutti. Così dando tutto a piacere, niente viene dato e l analfabetismo cognitivo e comportamentale ritorna di gran carriera. Ed in gran parte delle aule della scuola pubblica non compare più la croce appesa al muro,intorno alla quale possano intrecciarsi i pensieri di quei ragazzine e ragazzine per lo più senza famiglia.

Anonimo ha detto...

Purtroppo bisogna avere il coraggio di dire che l'avvento dei cellulari e dei social media è stato più deleterio e devastante della tv entrata nelle case degli Italiani già dagli anni '60, adesso sono tutti devotamente proni al sacro totem smartphone, si fanno furti, ci si uccide anche per il telefonino ultima generazione e il fenomeno riguarda ormai tutti, da 0 a 90 anni, dal medico di base eravamo in 7 compresi bimbi in passeggino, ero l'unico a non smanettare.......

Catholicus ha detto...

@ Roberto Bonaventura : bellissimo elenco delle colpe del clero modernista, dal vertice alla base, ma sopratutto della gerarchi finto cattolica, in realtà eretica, traditrice e apostata. Non posso far a meno, scusandomene, di autocitarmi : http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV4808_Catholicus_Autodemolizione_della_Chiesa.html

Anonimo ha detto...

Che il parroco si domandi perché nella Fsspx è il contrario.

Anonimo ha detto...

Concordo e attendo quel "gran giorno" nel quale un Papa inizi a mettere riparo a questo elenco.

Anonimo ha detto...

“Come sono sciocchi tutti coloro che dichiarano la vita un mistero, infelici che vogliono con la ragione spiegarsi quello che con la ragione non si spiega!
Porsi davanti la vita come un oggetto da studiare, è assurdo, perché la vita, posta davanti così, perde per forza ogni consistenza reale e diventa un'astrazione vuota di senso e di valore. E com'è più possibile spiegarsela? L'avete uccisa. Potete, tutt'al più, farne l'anatomia.
La vita non si spiega; si vive.
La ragione è nella vita; non può esserne fuori. E la vita non bisogna porsela davanti, ma sentirsela dentro, e viverla.”

Luigi Pirandello (1867-1936),
Quaderni di Serafino Gubbio operatore, 1925

Anonimo ha detto...


Nell'immagine scelta da Mic per questo articolo, si vedono due giovani in attesa del treno in una stazione. Sembrano in mutandine e reggipetto, dal modo nel quale sono vestite, ma si dovrebbe dire svestite.
Inizialmente ho pensato si trattasse di due "donne di vita" in attesa di clienti. Invece credo si tratti proprio del modo nel quale le ragazze e donne di oggi si vestono quando arriva l'estate. Dall'Italia al Nord Europa si (s)vestono tutte così o comunque in gran numero.
Che cosa possiamo sperare da una generazione che ha completamente perso il senso del pudore, della modestia, per tacere del cattivo e pessimo gusto nel quale annega (ma questo sarebbe il male minore)?
Niente, possiamo. Anche perché, a cominciare dal clero, nessuno dice loro mai niente, a questa generazione sciagurata.
La desistenza vile degli adulti è all'origine del male, peggiore di tutto la desistenza del clero.

Anonimo ha detto...


Una domanda forse scabrosa: quante tra le ragazzette seminude che affollavano il treno nel quale si trovava Veneziani saranno state vergini?
Forse nessuna. La riflessione può sembrare antipatica ma il concetto è questo: se le donne riverissero ancora il valore della verginità, che si connette a quello della castità, sicuramente le cose andrebbero meglio, per tutti, dal punto di vista morale e per conseguenza sociale.

Anonimo ha detto...

È uno degli aspetti visibili del materialismo la messa in mostra della carne e tatuata. Un regresso nel selvaggio. Una incalzante bestialità che ha messo da parte le domande che la vita poneva e pone, alle quali era squisitamente umano cercare di dare risposte coerenti, alte, nobili, sempre più vicine alla Creatura ed al suo Creatore. La musica afro/americana è un altro di questi aspetti di regresso fin nei sensi umani che hanno perso completamente la loro finezza ed ottusi si abbandonano con voce e strumenti a suoni sincopati, raschianti, striduli, metallici, disarticolati, cupi. Infernali, si direbbero. Tutti aspetti di una società diventata infera, bestiale, incapace ormai di umanità.

Hic manebimus optime. ha detto...

Migranti, a Porto Empedocle trasferite 1200 persone in altri centri
Agrigento, 16 ago. (askanews) - La prefettura di Agrigento ha noleggiato 23 autobus per trasferire i 1.200 migranti che si trovano nella zona di filtraggio del porto di Porto Empedocle, arrivati nei giorni scorsi dall'hot spot di Lampedusa. I migranti verranno portati nelle strutture di seconda accoglienza della Sicilia e del resto d'Italia. Intanto continuano senza sosta gli sbarchi a Lampedusa. Tre imbarcazioni con a bordo 79 migranti sono invece sbarcate a Pantelleria fra il 14 e il 15 agosto. Si tratta di cittadini tunisini partiti dalla costa nord del Paese nordafricano.
https://gloria.tv/post/6t9pYMeFBB6z322MgSjauFKEf

Anonimo ha detto...

È la foto dell'articolo originale di Veneziani