Riprendiamo un'intervista rilasciata a
La Fede quotidiana da Enrico Maria Radaelli [
qui], autore dei saggi
La Chiesa ribaltata e
Street Theology (acquistabili, oltre che nelle librerie, con dedica, per e-mail: info@enricomariaradaelli.it). Vi troviamo risposte approfondite, con un linguaggio forbito, a domande su alcuni temi scottanti relativi alla Chiesa Cattolica.
- Qual è il suo commento sulle ultime affermazioni del Papa su gay, trans ecc.?

La ringrazio di darmi l’opportunità, con questa intervista, di esporre alcuni pensieri – proposti anche in miei recenti lavori – il cui fine è contribuire a ridare unità alla Chiesa, in tutta purezza e pace, in intima comunione di spirito con le più sante intenzioni del Papa, «
dolce Cristo in terra » (
copywriter santa Caterina da Siena), secondo il monito di Pio XII, «
Si trovano in pericoloso errore coloro che ritengono di poter aderire a Cristo, Capo della Chiesa, pur non aderendo devotamente al suo Vicario in terra » (
Mystici Corporis, I). E tuttavia…
…Tuttavia questi son tempi calamitosi, e, scorrendo la storia della Chiesa, in cui a fulgidi Papi se ne intermisero non raramente di pessimi, possiamo ben esclamare: beati i tempi in cui Ludwig von Pastor poteva enumerare, tra gli indegni, uomini macchiati “solo” di peccati di simonia e ladrocinio, o che, ancora rigettando la speciale e continua assistenza assicurata dallo Spirito Santo al loro altissimo Soglio, si pervertirono in epicurei, in libidinosi, in impuri, in iracondi, persino in omicidi, sempre circoscrivendo però le proprie rivoltanti aberrazioni nell’area dei delitti contro la Caritas, e giammai adversus Veritas: persino il Borgia si studiava di non dar scandalo con insegnamenti che infirmassero in qualche modo la dottrina. Ora invece, da quando Papa san Giovanni XXIII ha messo da parte « le armi del rigore », come volle chiamare la giustizia nel suo Discorso di apertura del concilio Vaticano II, le perplessità delle greggi intorno ad alcune parole papali si fanno – a torto o a ragione – di giorno in giorno sempre più numerose e forti, anche perché molte di quelle parole non hanno l’aria di essere magistero ufficiale, non sono riportate negli Acta Apostolicæ Sedis. Però sono pur sempre proferite da un Papa. E allora, cosa pensare?