Nessuna eco, dalla Santa Sede, di questa sinodalità siro-cattolica che ha affrontato una questione che è nel cuore di tutti i cristiani?
Noto che Radio Vaticana diffonde notizia di due eventi paralleli: questo [qui] e quello del Summit cristiano-musulmano, che rinnova l'impegno al dialogo [qui]. Dialogo e chiacchiere tanti; ma interventi significativi da parte del Trono più alto (attualmente forse caduto troppo in basso)?
Nell'immagine a lato il piccolo gregge di Maalula e alcune parole tratte dal blog Ora pro Siria [qui]
Nell'immagine a lato il piccolo gregge di Maalula e alcune parole tratte dal blog Ora pro Siria [qui]
... questa la condizione che il Signore ha scelto per la presenza cristiana nei Paesi arabi. Da secoli piccolo gregge. In Siria questa condizione è più chiara che mai, oggi che quel piccolo gregge è attaccato da lupi feroci. Così quella piccola realtà cristiana, così lontana e diversa da quelle che frequentiamo di solito, appare più cara e più prossima di altre. A questa realtà appartiene Maloula, uno sperduto villaggio arroccato su remote pendici nel quale, dolce memoria, si parla ancora l'aramaico, la lingua di Gesù.
Roma (Agenzia Fides 11/12/2014) – I capi delle grandi potenze e i governanti dell'Iraq devono “affrettare la liberazione di Mosul e della Piana di Ninive” dai jihadisti dello Stato Islamico, affinché i profughi che sono fuggiti da quelle terre possano tornare a vivere nelle proprie case in pace e in sicurezza. Si apre con questo appello il documento diffuso dai Vescovi della Chiesa siro-cattolica al termine del loro Sinodo annuale, svoltosi a Roma dall'8 al 10 dicembre, sotto la presidenza di S.B. Ignace Youssif III, Patriarca di Antiochia dei Siri.
Il testo di sintesi del Sinodo, articolato in 9 punti, esprime attese, considerazioni e progetti dei pastori della Chiesa cattolica di rito orientale riguardo al momento convulso vissuto dalle popolazioni del Medio Oriente, con particolare riferimento alle difficoltà e alle sofferenze affrontate dalle comunità cristiane locali.
I Vescovi siro-cattolici esprimono grande soddisfazione per la dichiarazione finale della Conferenza sul terrorismo svoltasi la scorsa settimana presso l'Università sunnita di al Azhar, che ha riaffermato con forza la necessità di salvaguardare la convivenza fraterna tra cristiani e musulmani nei Paesi arabi e di tutelare la loro piena eguaglianza dal punto di vista sociale e civile.
Nel documento, pervenuto all'Agenzia Fides, i Vescovi della Chiesa siro-cattolica chiedono di dare applicazioni pratiche ai principi espressi dalla Dichiarazione di al-Azhar, invitando i governi a riconsiderare in tale prospettiva le politiche riguardanti le diverse componenti religiose ed etniche, e richiamando anche le istituzioni educative a rivedere i curricula scolastici per depurarli da ogni contenuto discriminatorio nei confronti delle comunità non musulmane.
Nel loro pronunciamento, tra le altre cose, i Vescovi siro-cattolici riaffermano anche il diritto dei palestinesi a costituire un proprio stato indipendente, e annunciano la creazione di una commissione ad hoc incaricata di intensificare il dialogo ecumenico con i cristiani siri ortodossi, nella prospettiva della piena comunione. I Vescovi siro-cattolici esprimono anche il loro pieno appoggio alla proposta – recentemente rilanciata anche dal Patriarca copto ortodosso Tawadros II - di individuare una data per la celebrazione della Pasqua che sia condivisa da tutte le Chiese e comunità cristiane. (GV)
20 commenti:
Dall'ultimo editoriale di Socci:
[...]
Fondamentalisti?
Il 30 novembre scorso ha dichiarato: “credo sinceramente che non si possa dire che tutti gli islamici sono terroristi, come non si può dire che tutti i cristiani sono fondamentalisti, perché anche noi abbiamo fondamentalisti, in tutte le religioni ci sono questi gruppetti”.
Anzitutto papa Bergoglio sembra ignorare che – pure nell’Islam – fondamentalismo e terrorismo sono due cose diverse.
Terroristi per esempio sono quelli di Al Qaeda o dell’Is, mentre fondamentalisti (che è una qualifica di tipo teologico) sono gran parte dei regimi che perseguitano abitualmente i cristiani, dal Pakistan, per capirci, fino all’Arabia Saudita (dove neanche si può camminare per strada con un crocifisso al collo, né si può costruire una chiesa).
Ma la cosa più sorprendente è l’equiparazione pratica di presunti “fondamentalisti cristiani” ai terroristi islamici. Chi sono tali “fondamentalisti cristiani”? Non risulta che vi siano persone che in nome di Cristo si comportano come Al Qaeda o come l’Is. Ma nemmeno come il regime pakistano o saudita.
Allora chi sono tali “fondamentalisti cristiani”? Forse quei quattro ragazzi che si sono fatti massacrare per non rinnegare Gesù Cristo? O persone come Asia Bibi e gli altri perseguitati che per la fede subiscono di tutto?
Non credo proprio che Bergoglio si riferisse a loro. Allora chi saranno? Coloro che – all’ultimo Sinodo – non hanno approvato le assurde idee del cardinal Kasper?
Non si possono certo equiparare ai terroristi o ai “fondamentalisti islamici” coloro che dissentono da quelle trovate.
E’ vero che quasi ogni giorno costoro vengono bersagliati da Bergoglio con epiteti come “farisei” e “dottrinali”. Ma di sicuro il papa non intende criminalizzare i dissidenti come faceva il regime argentino dei colonnelli con gli oppositori.
I fondamentalisti cristiani sono allora quelli che prendono il Vangelo “alla lettera” e che Bergoglio ha attaccato nel discorso conclusivo del Sinodo? In questo caso il campione dei “letteralisti” è san Francesco d’Assisi che predicava proprio il Vangelo “sine glossa”.
In pratica non si sa a chi Bergoglio si sia voluto riferire con quell’infelice paragone. Anche offensivo. Ma in Italia nessuno avanza critiche o pone domande.
Il re è nudo
Tuttavia i dubbi crescono, anche fra la gente, e le piazze si svuotano a Roma (lo si vede il mercoledì). Del resto erano deserte pure a Strasburgo.
[...]
qui il saluto di routine del Papa
http://ilsismografo.blogspot.it/2014/12/vaticano-incontro-con-sua-beatitudine.html
Un contributo storico su "Il Cristianesimo nell'Ancien Régime".
http://traditioliturgica.blogspot.it/2014/12/il-cristianesimo-nellancien-regime.html
Grazie per la lettura.
“Io mai do per persa una cosa: mai. Forse non si può avere un dialogo, ma mai chiudere una porta” (Bergoglio).
Et les Franciscains de l'Immaculée, ô suprême hypocrite ?
Et le père Manelli, tu lui as ouvert ta porte, menteur éhonté ?
Et il vous susurre ça de sa petite voix mielleuse, dégoulinante de miséricorde, qui n'attrape que les mouches…
Vraiment, il y a des paires de claques et des coups de pied au cul qui se perdent !
Qui va nettoyer les écuries de Santa Marta de ce zèbre ?
Guardate come siamo ridotti! I poveri pastori medioorientali non possono contare nella ricerca di una soluzione alla loro situazione sulla Santa Sede.
Ovvia, non dico che la Santa Sede non disapprovi quanto succede e che non rivolga parole di conforto a questi nostri confratelli, ma non sa e probabilmente non può fare molto di più.
Però c'è un aspetto che mi infastidisce. Nei decenni scorsi la Santa Sede è intervenuta in vari stati perché la confessione cattolica non fosse più sancita e riconosciuta nelle loro leggi e costituzioni.
Ora ha ancora un briciolo di autorità per andare a chiedere agli Stati di difendere le minoranze cattoliche perseguitate in Medio Oriente?
Ha ancora i mezzi per conoscere la reale situazione nel mondo oppure è così indaffarata a promuovere dialoghi e conferenze sull'ecumenismo da non conoscere il reale stato della cattolicità nel mondo? Ricordo che un tempo si diceva che la Santa Sede coi suoi vescovi, sacerdoti e legati pontifici disseminati su tutta la terra era tra coloro che meglio potevano tastare il polso delle nazioni.
Ha ancora la concreta volontà di fare tutto il possibile andando non solo a bussare ma anche ad alzare il dito nelle ambasciate o nei consolati presenti in Vaticano?
Certo che se però l'importante è non interrompere con nessuno il dialogo, gli unici che rimarranno senza interlocutore saranno i perseguitati!
I poveri pastori medioorientali, fra poco, forse, paradossalmente, saranno accontentati.
Forse davvero il califfo è morto o è fuori combattimento.
I suoi successori hanno deciso di battere moneta a garanzia aurea.
Ciò non sarà loro consentito.
Fra poco avverranno eventi, temo, eventi bellici non indifferenti, da quelle parti. Fin quando tagliano teste e gole, si indigna, ma si bada bene a starsene a casa. Adesso che, per accidens, forse stanno per prendere una iniziativa buona, vedrete che scoppierà di tutto e di più.
Ma cosa volete che importi al Regnante Pontefice dei martiri del Medio Oriente, dell'Africa e dell'Asia? Non è una sua priorità. Anzi, la loro difesa non è neppure nella sua agenda. Se quattro cristiani di Mosul, dopo centinaia di altri, come riferisce Socci e altri, vengono martirizzati perché non si convertono all'Islam, insomma, è colpa loro, erano "integralisti". Come lui, avrebbero dovuto pregare in direzione della Mecca. Si sarebbero salvati.
Le priorità sono la comunione ai divorziati, il matrimonio degli omosessuali, la distruzione dei "dottrinari" e degli "integralisti", come li chiama lui.
Credo che mai, nella storia, il Papato abbia raggiunto un punto di basso di questo. Non al tempo dell'eresia ariana, non in quello dello scisma d'occidente, non in quello di alcuni Papi quali Papa Borgia (che, comunque, fu dottrinalmente impeccabile).
Se il Papato, dopo l'Impero, era l'ultimo katéchon, prendiamo atto che è venuto meno. Almeno temporaneamente.
Non spetta a noi giudicare o valutare le conseguenze metastoriche "di lungo periodo" di questa scellerata situazione. Tanto meno le sue implicazioni metafisiche. E' una prospettiva - appunto - metastorica che sfugge alla nostra visione umana. Ma che non deve farci rinunciare al nostro dovere di testimonianza, azione, denuncia, come avviene in questo sito. Così come deve avvenire nelle comunità che frequentiamo. Qui e adesso.
Il cattolico J.R.Tolkien fa dire a Gandalf in quella grande opera cattolica che è "Il Signore degli Anelli": "Non tocca a noi padroneggiare le maree di questo mondo, ma fare tutto quello che ci è possibile per la salvezza dell'epoca in cui viviamo".
https://www.youtube.com/watch?v=RN3-O1UFdbU&list=UUTkC3Jt91QkqNAE4FGWkEIQ
"The Prince of Wales addressed members of the Iraqi Chaldean Christian Community during a visit to the Holy Family Catholic Church yesterday, speaking about his distress for those who have been forced to flee Iraq as a result of the persecution of Christians.
The Prince met people who had experienced first-hand the persecution of Christians in the Middle East before making a speech."
E Papa Francesco continua a taccere...
Angel
Raoul de Gerrx,
lei in poche parole da scolpire sul marmo ha saputo veramente dire tutto e con una chiarezza e un coraggio che manca all'italica schiatta, dominata sempre dall'idea di stare "nella via di mezzo" che in questo caso è la via dei supremi mediocri.
Vraiment pour parler comme ça il faut être catholique et catholique français!
Gentile Silente,
come una zolletta di zucchero, posta sulla superfice del caffé inizia ad assorbire la bevanda per poi divenire tutta caffé fino in cima, così da tempo ho visto l'eresia (perché così si chiama) salire attraverso le gerarchie. Che ora imbeva un papa non mi meraviglia, poiché la cosa oramai procedeva quasi indisturbata da troppo tempo e affascinava troppo clero. Coloro che lo vedono e ne sono esenti sono molto pericolosi per i chierici "imbevuti" perché sono gli unici in grado di delegittimarli con fondate ragioni. Per questo faranno di tutto per metterli in sordina quand'anche non per tacitarli.
Pietro C.
trovo il contenuto del suo commento del tutto ingeneroso.
Se uno strumento di divulgazione, difesa della fede e civile confronto come questo contenesse tutte staffilate come quella di Raoul, si ridurrebbe ad un'arringa e perderebbe la sua funzione di sorgente di informazioni corrette e palestra di scambio e condivisione.
Mi pare che l'equilibrio - che non lesina osservazioni anche crude rapportate alla gravità della situazione - non appartenga tanto alla "via di mezzo" che sa di "tepidezza", quanto alla necessità di riaffermare le verità cattoliche con la dovuta ragionevolezza oltre che chiarezza. E questo non ha nazionalità...
Chère Mic, l'éloge, immérité, que m'adresse Pietro C. ne comporte rien d'injuste pour vous, dont chacun connaît — et reconnaît — le courage, et dont vous venez, du reste, de donner une nouvelle preuve en permettant à mon indignation de s'exprimer — une indignation que, je l’avoue, il m’est de plus en plus difficile de contenir…
Encore une fois, merci.
Raoul,
ero già convinta che Pietro C. non pensasse direttamente a me.
Ma ho pensato anche al mio sforzo di equilibrio, che ritengo necessario e che per molti è eccessivo, mentre paradossalmente per altri non è nemmeno equilibrio ma 'attacchi' (!?) al papa: errore lessicale e concettuale che confonde la critica e la denuncia, per amore del papato e della verità, con l'ostilità...
Mi ha 'toccata', però, l'accenno all'italica schiatta che, se messa in condizioni di tirar fuori le sue risorse e uscire dal nodo scorsoio in cui molti fattori hanno contribuito ad infilarla, può vincere la frammentazione e la dis-educazione che, anche qui (tanto nella vita ecclesiale quanto in quella civile e politica), fa il gioco dei burattinai.
I vari cattolici francesi, che sono anche veri francesi- perché senza la Cattolicita', che sarebbe mai stata la Francia ? - sono rimasti tali apprezzo del loro sangue versato prima dai protestanti, poi dai rivoluzionari, infine da chi li condusse a due guerre mondiali.
Quindi ci tengono molto di più, e s'inc....no molto di più di noi, che non abbiamo conosciuto le guerre di religione e la Rivoluzione solo in parte.
Essendo stata recentemente in Francia, sono rimasta colpita al vedere quante bellissime chiese, anche cattedrali, sono spoglie perché i loro arredi sacri furono pressoché distrutti dai rivoluzionari, senza che poi, nel corso dei decenni successivi, si facesse molto per recuperarli o ricostruirli.
Al confronto le chiese tedesche, tutte pesantissimamente bombardate, stanno molto meglio.
Rr
Anche a me qualche volta è "scappata" l'indignazione!
Ricordi, tempo fa, lo scalpore di un "vergogna!" o qualcosa del genere che mi era venuto dall'anima in quel momento?
"mic", in relazione alla questione cristiani-fondamentalisti ecc. di cui al primo commento a questo post, potete prendere visione di quanto ho già scritto nell'ultimo commento al post "Dichiarazione comune delle religioni firmata in Vaticano", su questo stesso blog alla data del 02/12.
Tommaso Pellegrino - Torino
www.tommasopellegrino.blogspot.com
"Non risulta che vi siano persone che in nome di Cristo si comportano come Al Qaeda o come l’Is. Ma nemmeno come il regime pakistano o saudita."
Come il regime pakistano o saudita, se ha comportato il Papa e la chiesa laica nel modo di trattare i FFI e gli conservatore. Inoltre a questo tutti i progressisti sono fondamentalisti, principalmente quando fanno la comunione eclesiale più importante che la verità di fede.
Tutti se fa in prol della comunione ecclesiale, la fraternità della rivoluzione francesa, anche dare la comunione ai divorziati. Secondo me questo desidero di dare la comunione ai divorziati, é una sorta di fondamentalismo.
Inoltre a questo i cattolici tradizionale sono in grado di capire i gradi del magistero, ma i fondamentalisti diventano tutti le parole del Papa che sono d'accordo con le loro credenze personale...
Mic,
Curiosamente i FFI in 8 agosto 2012, scriveva il testo:
"Per un discernimento degli spiriti: "Spirito Francescano", “Spirito del Concilio” e “Spirito di Assisi”" - http://catholicafides.blogspot.com.br/2012/08/per-un-discernimento-degli-spiriti.html
Dove diceva:
"«Esiste però anche un integralismo “alla rovescia” (ossia progressista) che pretende di fissare infallibilmente, definitivamente e irreformabilmente Teologia-Liturgia-Pastorale-Vita Religiosa alla situazione post-conciliare degli anni ’60-’70! Insomma, un vero e proprio “fissismo” alla rovescia che non intende arretrare, né farsi un bell’esame di coscienza sui vari “frutti” prodotti ampiamente in questi anni a livello di Teologia, Morale, Pastorale, Liturgia... [...] Purtroppo tali “frutti” amari e velenosi non sono limitati a “frange” marginali del mondo cattolico, bensì molto estesi a varie fasce della nostra cristianità, specialmente europea»".
Questo "integralismo alla rovescia" che fa quello che fa ai FFI e del quale Francesco è il rappresentante. Questo integralismo alla rovescia è il fondamentalismo progressista.
Se non me ricordo male, poco tempo fa, Francesco ha parlato dei buoni frutti del Concilio. Sembra essere un razionalista che ha perso la capacità di capire la realtà.
@Gederson
"...Sembra essere un razionalista che ha perso la capacità di capire la realtà. "
si sarà...."de-centrato" (...)
Eccome che esiste l'"integralismo alla rovescia" progressista.
Per averne un illuminante esempio si dia un'occhiata al delirante sito www.dongiorgio.it.
Tommaso Pellegrino - Torino
www.tommasopellegrino.blogspot.com
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