Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 24 ottobre 2018

Conosciamo il Santo del giorno. San Raffaele Arcangelo

Rāfāʾēl, letteralmente in ebraico: "È Dio colui che guarisce", "Dio guarisce", "Signore, guarisci (noi)", "Medicina di Dio". Raffaele è l'arcangelo dell'amore sponsale e della salute. È, nella chiesa cattolica, come in quella ortodossa, il patrono di giovani, fidanzati, sposi, farmacisti, educatori, viandanti e profughi. Nell'iconografia cristiana i suoi simboli sono il pesce e il vaso dei medicamenti.

Per gli adolescenti ed i giovani che vanno fuori di casa per la prima volta c’è un patrono d’eccezione, l’arcangelo San Raffaele.

II motivo di tale patronato è presto detto. Egli è quello spirito creato da Dio che compare nel libro di Tobia, il libro della Bibbia che, per la verità, inizia con I’attribuzione a Tobith, suo padre. Trattasi di un racconto edificante, variamente datato fra il periodo persiano e l’epoca delle rivolte maccabaiche. Le vicende del padre, improvvisamente cieco, e del figlio, esiliati dal regno di Israele a Ninive nel VIII secolo a.C., al tempo cioè della deportazione assira, sono intrecciate intorno al “puro” e all’“impuro” e più in generale intorno all’obbedienza alla Legge.

Nucleo centrale del libro è il viaggio intrapreso da Tobia per recuperare, in terra lontana, un credito del padre divenuto indigente,con il “sicuro” accompagnamento di un personaggio che si rivelerà essere alla fine l’arcangelo Raffaele. Una volta giunti sulle rive del Tigri, Tobia veniva invitato a pescare nel fiume con le mani un pericoloso pesce in parte per alimentarsi ma, soprattutto, per conservarne il cuore, il fegato ed il fiele. Nel complicato e avventuroso viaggio essi diventeranno elementi di clamorose guarigioni.
Con i profumi dei due organi posti sopra un braciere, Sara, posseduta dal demonio che le aveva fatto morire i primi sette mariti, ne verrà liberata e diventerà,senza più pericolo, moglie di Tobia. Più avanti, con il fiele applicato sugli occhi del padre, il giovane riuscirà a guarirlo dalla cecità.

Col credito recuperato si trattava, a conclusione del racconto, di ricompensare il generoso accompagnatore. Raffaele però, svelatosi come colui che “presenta il ricordo delle preghiere davanti alla Gloria del Signore” (12,12), rifiutava ogni offerta e, invitando a ringraziare Iddio, saliva in alto.  Nel Medioevo gli adolescenti ed i giovani che lasciavano la casa per la prima volta si ponevano sotto la protezione di San Raffaele e portavano con loro una tavoletta che li raffigurava nei panni di Tobia accompagnato dall’arcangelo. Dal racconto biblico si comprende anche come Raffaele sia invocato contro molte malattie dell’anima e del corpo. Negli ultimi tempi la sua festività liturgica è stata portata dal 24 ottobre al 29 settembre, insieme a quella di Michele e di Gabriele. Ancora oggi i farmacisti lo ricordano ogni anno come loro principale patrono.
Mario Proietti

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando orábas cum lácrimis ... ego óbtuli oratiónem tuam Dómino. Et quia accéptus eras Deo, necésse fuit ut tentátio probáret te.
"Quando tu pregavi con lacrime ... io presentai al Signore la tua orazione. E siccome tu eri accetto a Dio, fu necessario metterti in tentazione."

(Parole dette dall'Arcangelo Raffaele a Tobia.... giusto per ricordare il "non indurci in tentazione").

Catholicus ha detto...

Onore e gloria a San Raffaele Arcangelo, premuroso nel curare le ferite del corpo e dell'anima, celeste protettore di chi è afflitto da patologie fisiche. Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, vigilate sulla Chiesa di NSGC, occupata da collaborazionisti del Principe delle tenebre, fate sì che l'Onnipotente vi invii a rimettere le cose a posto. Amen

mic ha detto...

Io sono solita ripetere, nel corso della giornata:
San Michele difendici; San Raffaele guariscici di nostri mali fisici e spirituali; san Gabriele fortificaci.

Anonimo ha detto...

Io e mia moglie abbiamo sperimentato la vicinanza e la speciale assistenza di S. Raffaele in molte occasioni e qualche volta anche in modo soprannaturale. La sua opera è concreta e puntuale. Da parte nostra bisogna esercitarsi nella fede ad una fiducia e confidenza nei suoi confronti, come in quella di altri mediatori celesti. Questo non sempre è facile essendo sempre presente il rischio,insito nella eccessiva accoglienza spirituale, di cadere vittima di interferenze di segno avverso o di una autoreferenzialità di preghiera rinchiusa nell'immanenza. Molte a proposito sono le derive esoteriche e new age riguardanti persone che fanno o facevano parte della Chiesa. In ogni caso, in molti ambienti si corre credo anche il rischio opposto, quello di una fede intellettuale, anche colta e ricca di conoscenze,senza che sia però fondata sulla potenza di Dio, per dirla alla San Paolo di Tarso. Massimo

Catholicus ha detto...

San Giovanni Battista, San Francesco d’Assisi, San Tommaso Moro (e l’elenco potrebbe proseguire all’infinito) non sono più santi della nuova “Chiesa” bergogliana, o meglio di quella fedele allo spirito del CV II, che papa Francesco vuole attuare integralmente, riformando la Chiesa in modo tale che non si possa più tornare indietro (sue testuali parole). Questo perché tali santi erano troppo integralisti e divisivi, troppo legati a precetti, divieti, comandamenti, che scagliavano come pietre contro poveri fratelli indifesi (Erode Antipa, il sultano Malik al Kamil, Enrico VIII); avrebbero dovuto invece “curare le ferite, le fragilità del loro prossimo, accompagnando i fratelli feriti negli ospedali da campo, saper discernere i motivi che spingevano Erode, Malik ed Enrico ad agire così come agivano, senza pretendere di convertirlo (l proselitismo? Ha, che brutta parola!)
Per fortuna che adesso sulla neochiesa aleggia lo spirito di Marco Pannella (parole testuali di Mons. Paglia), di Emma Bonino, di Eugenio Scalfari, e i risultati si vedono nel nuovo cast bergogliano: mons. Ricca,padre James Martin,mons. Capozzi, mons. Charasma, cardinali Coccopalmerio e Mc Carrick, mons. Peana Parra (il nuovo Sostituto alla Segreteria di Stato).

Japhet ha detto...

Speculátor astat désuper,
Qui nos diébus ómnibus,
Actúsque nostros próspicit
A luce prima in vésperum...."

Un osservatore vigila dall'alto,
che osserva tutti i giorni
noi e le nostre azioni
dall'aurora al tramonto del dì.

irina ha detto...

Affidiamo a Lui i nostri figli e nipoti.