Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 22 ottobre 2019

Nuovo patto delle Catacombe: compimento del Vaticano II?

Dell'evento abbiamo parlato qui.

(Roberto De Mattei) Il testamento segreto del Concilio Vaticano II è divenuto pubblico e ufficiale. Il 20 ottobre 2019 nelle Catacombe di Domitilla è stato solennemente rinnovato il “Patto per una Chiesa serva e povera” stipulato il 16 novembre 1965, in quello stesso luogo, da quarantadue padri conciliari, qualche settimana prima della conclusione dell’assise.
Mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, l’unico firmatario vivente del Patto delle Catacombe, ha rivelato che il testo del 1965 fu scritto da mons. Hélder Câmara (1909-1999), arcivescovo di Olinda e Recife, che però quel 16 novembre non lo sottoscrisse, perché impegnato in una riunione per la redazione finale della Gaudium et Spes, il documento forse più significativo del Concilio Vaticano II.
Al dito del vescovo che firma è visibile l' "anello di Tucum"
Fin dall’inizio del Concilio mons. Câmara aveva stabilito una ferrea alleanza con il card. Suenens, che nella sua corrispondenza chiama con il nome cifrato di “Padre Miguel”. Da allora, il tandem Câmara-Suenens costituì uno dei motori “occulti” dell’assise conciliare. Helder Câmara, all’inizio della seconda sessione, definisce Suenens «l’uomo chiave del Concilio, certo della fiducia diretta e personale del Santo Padre» e, sottolineando il cammino fatto dalla prima sessione, scrive che non a torto il cardinale belga viene designato come «capo mondiale del progressismo». «Al Concilio, lui è il mio leader», scriveva il vescovo brasiliano in una circolare ai suoi fedeli.

I due si incontravano ogni giorno, spartendosi le parti, Suenens nell’aula conciliare, Câmara nei corridoi extra-conciliari. «Durante le quattro sessioni del Concilio – ricordano i suoi biografi –, dom Hélder non farà alcun intervento nelle assemblee plenarie, ma svolgerà un vero lavoro da “eminenza grigia” nell’architettare quello che egli stesso chiamava “sacro complotto” per introdurre nell’agenda dei lavori conciliari il problema della miseria nel mondo e quello dei paesi sottosviluppati, e per incentivare un processo di riforma interna della Chiesa cattolica».

Paolo VI protesse mons. Câmara nominandolo arcivescovo di Olinda e Recife e, dopo la sua nomina, lo rassicurò con queste parole: «Stia tranquillo. È evidente che sul suo capo c’è la mano di Dio. La Provvidenza si è resa tangibile». «Non spetta al Concilio dire tutto – affermava da parte sua mons. Câmara nei giorni conclusivi del Vaticano II –. Ci sono delle affermazioni implicite che tocca a noi esplicitare» (tutte le citazioni sono tratte, con il riferimento alle fonti, dal mio libro Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, Lindau, Torino 2011 [qui]).

Dopo la conclusione del Concilio, un industriale belga amico di Suenens, Jacques Lannoye (1915-1999), a nome di un gruppo di amici, offrì al card. Suenens e a mons. Helder Câmara il sostegno finanziario per alimentare la “sacra fiamma” del Concilio dopo la sua conclusione. Sono queste le origini della Teologia della liberazione in America Latina.

Tra coloro che appoggiarono il Patto delle Catacombe, fu il card. Giacomo Lercaro (1891-1976), arcivescovo di Bologna. Il suo nome non risulta tra i firmatari, ma egli si fece rappresentare da mons. Bettazzi, suo vescovo ausiliare. Il consigliere teologico del card. Lercaro era don Giuseppe Dossetti (1913-1996). I rapporti tra Dossetti e Lercaro sono analoghi a quelli che legarono Câmara a Suenens. Entrambi erano dei progressisti militanti. Dossetti, abile organizzatore intellettuale, fu il padre della “Scuola di Bologna”, il laboratorio intellettuale dell’ultraprogressismo europeo. Câmara, che era un attivista politico, è il padre della Teologia della liberazione, da cui discendono i promotori del nuovo patto delle Catacombe del 20 ottobre: il cardinale Cláudio Hummes, mons. Erwin Kräutler e padre Oscar Beozzo, storico e biografo dello stesso Câmara. La cerimonia del 1965 fu presieduta da mons. Charles-Marie Himmer (1902-1994), vescovo di Tournai (Belgio); quella del 2019 dal cardinale Hummes, nominato da papa Francesco relatore generale al Sinodo per l’Amazzonia. Celebrando nelle Catacombe di Domitilla l’“Eucaristia del Patto”, definita dai partecipanti come «un atto di amore cosmico», il card. Hummes ha mostrato la stola di mons. Câmara di cui è devotissimo.
Il documento sottoscritto nel cimitero sotterraneo di via Ardeatina da vescovi e laici, tra cui gli organizzatori della mostra blasfema “Amazzonia, Casa Comune” nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, è un testo in quindici punti intitolato: Patto delle catacombe per la casa comune. Per una Chiesa dal volto amazzonico, povera e serva, profetica e samaritana. Il patto socio-politico degli anni Sessanta è divenuto il patto socio-cosmico dell’era di Greta Thunberg.
I firmatari proclamano l’impegno a battersi «per un’ecologia integrale, in cui tutto è interconnesso, il genere umano e tutta la creazione perché tutti gli esseri sono figlie e figli della terra e su di loro aleggia lo Spirito di Dio (Gen 1, 2)» (n. 2), a «rinnovare nelle nostre chiese l’opzione preferenziale per i poveri, in particolare per i popoli originari, e insieme a loro garantire il diritto ad essere protagonisti nella società e nella Chiesa» (n. 4) e ad «abbandonare, di conseguenza, nelle nostre parrocchie, diocesi e gruppi ogni tipo di mentalità e posizione colonialista, accogliendo e valorizzando la diversità culturale, etnica e linguistica in un dialogo rispettoso con tutte le tradizioni spirituali » (n. 5).

Non si tratta di un evento puramente commemorativo, ma dell’ultimo atto di un processo che inizia con il Concilio Vaticano II e culmina con l’ascesa al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio. Il 21 marzo 2013, una settimana dopo la sua elezione, papa Francesco ricevette una copia del Patto delle Catacombe dalle mani dell’attivista argentino Adolfo Pérez Esquivel, sostenitore dei dittatori marxisti Fidel Castro, Nicolas Maduro e Hugo Chaves. L’8 luglio del 2014 Leonardo Boff pubblicò un articolo con il titolo El pacto de las catacumbas vivido por el Papa Francisco, in cui, dopo avere trascritto il Patto delle Catacombe del 1965 concludeva con queste parole: «Non sono proprio questi gli ideali presentati da papa Francesco?»

Il 14 novembre 2015 il Patto delle catacombe è stato ricordato presso l’aula magna della Pontificia Università Urbaniana in un seminario a cui hanno partecipato il card. João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e lo storico Alberto Melloni, leader della “Scuola di Bologna”, ma anche il teologo della liberazione Jon Sobrino, condannato nel 2007 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e ricevuto da Papa Francesco il 13 novembre 2015).

Il Sinodo sull’Amazzonia è dunque il simbolico compimento del Concilio Vaticano II, la realizzazione di quella “opzione preferenziale per i poveri” per cui si batterono mons. Helder Câmara e don Giuseppe Dossetti, il cardinale Suenenes e il cardinale Lercaro. Il partito amazzonico, che rappresenta l’ala giacobina della Rivoluzione conciliare schiera le sue truppe nelle Catacombe di Domitilla, mandando alla Chiesa questo messaggio: “Indietro non si torna”. «E solo l’inizio, per altri 50 anni», come ha affermato Maurício López, segretario esecutivo della REPAM, durante la sottoscrizione del nuovo Patto delle Catacombe.

La Rivoluzione avanza, ma come ogni Rivoluzione è destinata a divorare i suoi figli. Per ora le vittime sono i girondini, che si illudevano di distinguere tra il Vaticano II e i suoi cattivi interpreti. A chi toccherà domani? L’ermeneutica della continuità fu già tentata dai liberali durante la Rivoluzione francese per combattere il 1793 in nome del 1789, ma il risultato fu il Terrore. E di fronte al Terrore che avanza, solo la Contro-Rivoluzione è possibile. «Ma la Contro-Rivoluzione – diceva il conte Joseph de Maistre – non è una Rivoluzione di senso contrario, è il contrario della Rivoluzione» (Considérations sur la France, in Oeuvres Complètes, Vitte, Lione-Parigi 1924, t. I, pag. 157). 

21 commenti:

Anonimo ha detto...

SULLA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE

"Ciò che è inaccettabile teologicamente e pericoloso socialmente, è questo miscuglio tra Bibbia, cristologia, politica, sociologia, economia. Non si può abusare della Scrittura e della teologia per assolutizzare, sacralizzare una teoria sull'ordinamento sociopolitico. Questo, per sua natura, è sempre relativo. Se invece si sacralizza la rivoluzione mescolando Dio, Cristo, ideologie si crea un fanatismo entusiastico che può portare alle ingiustizie e alle oppressioni peggiori, rovesciando nei fatti ciò che in teoria ci si proponeva. Colpisce dolorosamente poi - in sacerdoti, in teologi! - questa illusione così poco cristiana di potere creare un uomo e un mondo nuovi, non col chiamare ciascuno a conversione, ma agendo solo sulle strutture sociali ed economiche. È il peccato personale che è in realtà alla base anche delle strutture sociali ingiuste. E sulla radice, non sul tronco e i rami dell'albero dell'ingiustizia che bisognerebbe lavorare se si vuole davvero una società più umana. Sono verità cristiane fondamentali, eppure respinte con disprezzo come " alienanti spiritualiste ".

Joseph Ratzinger, rapporto sulla Fede, 1985

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=SckA-YRNoMM

Sinodo per l'Amazzonia: le minacce alla fede cattolica - Matteo D'Amico

Ottima conferenza che inquadra il Sinodo nell'attuale contesto socio-politico mondiale oltre a fornire un'attenta analisi del documento preparatorio. Contributo veramente notevole.

Silvio Brachetta ha detto...

E qual era fin dall’inizio l’obiettivo vero di tutta questa operazione? Quello di innovare sui primi due “temi nodali” che il cardinale gesuita Carlo Maria Martini aveva proposto di affrontare in una serie di sinodi concatenati, nel memorabile suo intervento nel sinodo del 1999: “La carenza di ministri ordinati, il ruolo della donna nella società e nella Chiesa…”.

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/10/21/in-sinodo-parla-un-esperto-di-clima-previsioni-certe-preti-sposati-e-donne-ministro/

Anonimo ha detto...

Questi vescovi con l'anello nero andrebbero immediatamente deposti. Non sono cattolici, punto e basta.

Anonimo ha detto...

Un confronto all'impronta con la missione della Chiesa nel tempo. Quando gli apostoli sono partiti ognuno per la sua strada avevano l'unico scopo di predicare il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo ma, chi non crederà sarà condannato, scrive l'evangelista Marco. Questo è il compito primo, principale in assoluto, e tant'è che il dotto Paolo non voleva saper altro, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso, come scrive nella I Corinzi capitolo 2.

Il mandato di Gesù Cristo fu questo. Da questa predicazione incentrata sulla Buona Novella nacquero opere di carità fisica e spirituale gloriose, indimenticabili, che hanno segnato, formato la cultura europea, occidentale in senso lato e gran parte della cultura mondiale.

Possiamo così scrivere con certezza che, nella missione, prima viene la Fede poi le opere, anche nel caso della concomitanza apparente la Fede è sempre un passo avanti, ed è la stessa regola monastica per eccellenza che comanda, Ora et Labora, cioè prima Dio, il resto segue.

Se ora abbiamo anche i congiurati di Santa Domitilla è perchè il Nemico ha posto nelle menti di molti consacrati le opere prima della fede, cioè labora et ora se hai tempo e non sei stanco. Questa è un'illusione che richiama una delle tentazioni principali a cui fu sottoposto Gesù Cristo stesso, quella tentazione delle famose pietre da trasformare in pane, che Gesù Cristo decisamente rigettò perché non si vive di solo pane ma, della Parola di Dio.

Questa, che appare, una leggera manomissione della fede dietro le opere, in realtà porta con se conseguenze disastrose le opere diventano sempre più numerose ed imprescindibili e finiscono con l'occupare la mente,il cuore, la volontà di tutta la persona per tutte le ore del giorno ed del suo stremato riposo della notte. Non solo, mentre le opere ingigantiscono, dietro di esse, la fede si rimpiccolisce fino a scomparire del tutto.

Scomparendo del tutto la fede, le opere da buone diventano buoniste, cioè mantengono solo l'apparenza presentabile, mentre il valore spirituale della Fede è sostituito dal valore del denaro, dei trenta denari. Attenzione a chi dona denari, attenzione al donatore unico e munifico.

Da quello che ho letto anche i congiurati di Santa Domitilla ebbero un mecenate principale, non so non conosco mecenati di tal portata, non posso valutare ma, ritengo opportuno di invitare alla prudenza. Prudenza che i congiurati infine dismettono, perché la Verità, tacitamente preme.

Questo scambio gerarchico tra fede ed opere in labora et ora, credo sia uno di quegli errori del comunismo russo che ha travalicato tutte le frontiere e che sacerdoti malformati hanno fatto proprio senza esitazione alcuna, senza neanche porsi il problema da chi e da dove venisse questo ribaltamento opere e fede, labora et ora.

Oggi il valore del denaro, che sostiene le opere, è diventato tale da sostituirsi ad ogni altro valore spirituale, mentre la morte di dio ha visto la nascita del dio-denaro, universalmente riconosciuto e adorato, ora con la tecnica si può fare a meno anche degli esserei umani che sono invitati ad andare alla malora e tornare allo stadio di animali da lavoro, poco e selezionato, niente più ora, niente più labora, solo vite da sfoltire ed intontire, ecco il futuro delle nuove generazioni quando tutti i vizi saranno tutelati dalla legge di stato, infera.

Ma "ora et labora" non è morto, né sono riusciti a seppellirlo vivo, infatti vive nel cuore di ognuno di noi e di moltissimi altri disseminati ovunque, da queste radici ripartirà la civiltà...andate e predicate il vangelo ad ogni creatura, oggi più che mai possibile anche nella stretta stabilitas loci.

Wisteria ha detto...

Segnalo, o. t. ma non troppo, che su change.org è possibile firmare una petizione contro la Gruber. Mancano solo 8 firme per raggiungere quota 5000.
Facciamo questo gesto dimostrativo!

Anonimo ha detto...

Un'altra vicenda imbarazzante emerge dal Sinodo: i generosi fondi che arrivano all'organismo dei vescovi brasiliani che si occupa di Amazzonia dalla Fondazione Ford, nota per il suo impegno per la promozione di aborto e contraccezione, nonché dell'agenda Lgbt. Soldi che, almeno in parte, sarebbero andati per l'organizzazione del Sinodo. Ma c'è di più e di peggio: da oltre 30 anni la Fondazione Ford finanzia progetti per sovvertire la dottrina della Chiesa su aborto e contraccezione, nonché per espellere la Santa Sede dall'Onu. Un processo di protestantizzazione che, guarda caso, è quello che viene spinto a questo Sinodo.
(Riccardo Cascioli)

viandante ha detto...

Ecco che il cerchio si chiude. Capito quale era l'origine dello spirito del concilio? Non certo da confondere con il soffio dello Spirio Santo!

Anonimo ha detto...


Ma c'era bisogno di arrivare al Sinodo sull'Amazzonia per capire
quale era il vero "spirito" del Concilio?

ri-pinco ha detto...

Caro Anonimo 9.56 , Lei dice:

"" Da quello che ho letto anche i congiurati di S:Domitilla ebbero un mecenate principale, non so non conosco mecenati di tal portata, non posso valutare ma, ritengo opportuno invitare alla prudenza. Prudenza che i congiurati infine dismettono, perché la Verità, tacitamente preme........

Ma "ora et labora" non è morto......""

....perché la Verità, tacitamente preme....Dio lo voglia! Anzi, sia fatta la volontà di Dio!

Ma "ora et labora" non è la materia del contendere ma, per noi Cristiani cattolici è la SS:Trinità. Ma, per fortuna non siamo i soli a questo mondo.

Anonimo ha detto...

Giustizia o misericordia:
l’eresia si condanna o si corregge?

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3224_Falcometa_Giustizia_o_misericordia.html

Anonimo ha detto...

La storia si ripete in modi diversi.Di norma la prima volta è un dramma con tante vittime ,la volta dopo è un film comico.

Anonimo ha detto...

Riguardo al CV2 io son sicuro che molti dei protagonisti ,specialmente i più estremisti erano stati ,pochi anni prima, simpatizzanti delle potenze dell'Asse.Camara sicuramente e Dossetti e la sua famiglia pure. Gli altri belgi,francesi ,tedeschi ed olandesi sarebbe bello sapere qualche decennio prima se erano così rivoluzionari.Credo che ne scopriremmo delle belle.

Anonimo ha detto...

Intanto in Turchia...

https://www.nicolaporro.it/tutti-muti-sulla-turchia-antisemita-e-anticristiana/

Anonimo ha detto...

Il Concilio Vaticano II è stato il più grande errore della storia della Chiesa cattolica.
Albert

Anonimo ha detto...

Poveri vecchi ancora coi bollori rivoluzionari .

Anonimo ha detto...

Ecco spiegate tante cose...la pervicacia che un ultraottuagenario e la sua ghenga mettono nel distruggere la Chiesa, come se non ci fosse un domani...soldi, dane', sghei, palanche, mammona. Per non perdere la loro sontuosa vita da nullafacenti, i signori di cui sopra debbono obbedire a D'Oria, fondazione Ford, Gere&Clonney, Bill Gates e via gaglioffando. Questo è il motivo. Altro che cherchez La Femme...cherchez La banque-rupte!!!

Anonimo ha detto...

è importante che si pubblica la lista dei vescovi affinchè i fedeli possano riconoscere gli eretici

Anonimo ha detto...

LA "RIVOLUZIONE PERMANENTE" DEI "PROGRESSISTI".
Dagli scritti del cardinale Giuseppe Siri (1907-1989)
(Cordialiter2)

In un primo momento si è gettata una confusione nel campo delle idee. [...] In un secondo momento, dopo aver gettato la confusione nella Fede, fondamento di tutto, si è aggredita la morale, per rendere nulla la norma e lasciare libertà di espressione ad ogni atto umano. A questo punto si sono attaccati gli elementi esterni che «tenevano insieme la compagine ecclesiastica del Clero»: abito, seminari, studi, con una confusione estrosissima di iniziative culturali innumerevoli. Poi si è immessa la idea sociologistica del paradiso in terra al posto del Cielo, della rivoluzione permanente invece della pace e si è dato un valore simbolico agli atti di culto verso un Signore ormai confinato nelle nebbie. Si è discusso del celibato sacerdotale, anche da maestri, ignorando che la Chiesa non era stata più in grado — almeno questo! — di migliorare e fare avanzare i popoli dove il celibato era abolito. Ultimo e permanente ritrovato: discutere su cose certe, come se non lo fossero, e non lo fossero da Gesù Cristo. Non tutti sono arrivati in fondo, molti sono arroccati senza aver una idea delle conseguenze sugli stati intermedi, altri hanno di pari passo saltato tutto e tutti. Al di sotto resta ancora il popolo, che è buono e al quale pensa Dio evidentemente. Si moltiplicano gli slogans, non si insegna il catechismo; si parla di pastorale e si disertano gradatamente tutti i ministeri; si parla della Parola di Dio e si insegna tranquillamente che è quasi tutta una fiaba, si disserta della vicinanza con Dio e si irride o la si tratta come se fosse risibile, la Santissima Eucarestia. Almeno in pratica.

[Brano tratto dalla "Rivista Diocesana Genovese" del gennaio 1975].

Felice ha detto...

I giochi, che avevano preso inizio prima del CVII ma in quella assise avevano subito una forte accelerazione, sono sempre più chiari. È una rivoluzione. È una nuova chiesa quella che ha preso forma da allora. L'ermeneutica della continuità esiste solo nella potente fantasia di Joseph Ratzinger.

Marisa ha detto...

Delle cinque piaghe della Santa Chiesa (in uscita):

https://isoladipatmos.com/delle-cinque-piaghe-della-chiesa-dai-testi-profetici-di-antonio-rosmini-sino-alla-chiesa-in-uscita-spopolata-sempre-di-piu-da-una-emorragia-di-fedeli-in-uscita-dalla-chie/