Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 7 marzo 2020

La quarantena è un test sociale. Quanta libertà sacrificheremo?

Da quando è scoppiato in Italia il contagio del virus capita di imbattersi in visuali opposte e voci contraddittorie. Se è da sciocchi definire questo virus come una semplice influenza, è ormai chiaro che, oltre al fatto che ancora non lo si conosce, il rischio più evidente, a causa della contagiosità, è che il sistema sanitario nazionale arrivi al collasso e non riesca a curare adeguatamente tutti, con conseguenze non solo socio-sanitarie ma anche sull'intero sistema (mi astengo dal configurarne i possibili scenari). Il mese scorso, pur nell'incertezza delle notizie iniziali, mettevamo in guardia dai rischi del buonismo globalizzato [qui].
Sconcerta chi dice che non bisogna criticare le misure di prevenzione e contenimento del virus messe in atto dalle autorità civili e/o ecclesiastiche, perché "in questo momento dobbiamo restare uniti". Ma se queste misure fossero eccessive o al contrario insufficienti, ne andrebbe della vita, fisica e spirituale, di ognuno di noi. E dovremmo pure subire e stare zitti? Mentre della chiusura delle chiese abbiamo già parlato in più occasioni, per il resto finora non abbiamo visto altro che una pletora di strumentali sceneggiate (contraddittorie e per questo destabilizzanti), ad uso dei media e del consolidamento del potere che, resta il dubbio e anche il rischio, sul da chi come e con quali obiettivi sarà gestito. Per questo cogliamo qualche riflessione in più dall'interessante articolo e da un'intervista di Paolo Becchi ripresi di seguito. (M.G.)

La politica ha oggi anche a che fare con la vita degli individui, la “nuda vita” in senso biologico. È un fatto risaputo, almeno da quando essa si è fatta “biopolitica”, ossia – secondo il significato che tale espressione ha ricevuto dalle analisi di Michel Foucault – potere che pone quale oggetto della sua regolamentazione, delle sue discipline, la vita delle persone. Non sempre è stato così. Soltanto, infatti, a partire dalla metà del XVIII secolo il potere politico ha cominciato ad occuparsi, ritenendolo un proprio problema, di questioni legate ai processi biologici che riguardano gli individui: la nascita, la durata della vita, la mortalità, lo stato di salute del “corpo” sociale, e così via. In questo senso il potere politico si è definito attraverso tutta una nuova serie di interventi e di controlli regolatori sulla popolazione, in relazione a questioni, come quelle ricordate, che, nei secoli precedenti, erano state, in fondo, estranee al campo di azione del “politico”.

Nell’arco di due secoli, sappiamo dove siamo ormai giunti: lo sviluppo tecnico-scientifico e le scoperte della medicina rendono ormai possibile manipolare la vita con un campo di possibilità fino a pochi anni fa impensabili. Ed il potere, il bio-potere, viene perciò chiamato a controllare, regolamentare, decidere dell’inizio e della fine della vita in modi inediti – si pensi all’ingegneria genetica, alla fecondazione assistita o alle tecniche di differimento della morte [o dell'accelerazione con l'eutanasia o la negazione con l'aborto -ndr]. Pochi mesi fa, un virus si è diffuso rapidamente in Cina – per la verità, non si sa bene se per cause del tutto naturali o per possibili intrecci con l’attività di qualche laboratorio biochimico. Non faremo i complottisti. Non ci interessa. Epidemie sono sempre possibili e grazie alla globalizzazione pure le pandemie: la Cina è lontana ma il virus non conosce frontiere è diventa in poco tempo “globale”. La Cina è vicina, dunque, ma non nel senso in cui i vecchi maoisti italiani intendevano.

“Che fare?”, si sarebbe chiesto Lenin. Il paradosso è che, proprio nel momento in cui la politica, nel farsi bio-politica, deve affidarsi alle conoscenze scientifiche, a “saperi” che le sono esterni (medicina, biologia, chimica, etc.), ecco che questi “saperi” si rivelano, inaspettatamente, incapaci di fornire risposte e soluzioni ai problemi. Giornali e televisioni ospitano ogni giorno interventi di scienziati ed esperti che non sono d’accordo su nulla, o quasi, divisi tra chi grida al disastro incombente e chi sostiene che si tratti di una banale influenza. Come ha ricordato pochi giorni fa un comico, l’unica cosa su cui sembrano tutti d’accordo è che bisogna lavarsi le mani frequentemente.[....].

La politica, però, deve agire comunque. E così dopo aver fatto finta che il problema in Italia non esistesse, si è attivata, con dispositivi di “emergenza”: isolamento, chiusura del territorio, quarantena. Dalla sottovalutazione siamo passati all’alimentazione continua del panico. Il passo è stato breve e gli italiani si sono trovati, in ventiquattro ore, ridotti a topi di laboratorio, mentre lo Stato sperimentava su di loro le stesse politiche dello “stato d’eccezione”, applicate in Cina.

Se c’è qualcosa che questa epidemia ci ha già insegnato, non riguarda la medicina, ma la bio-politica: nello “stato d’emergenza”, gli italiani sembrano disposti a concedere tutto quanto richiesto dal potere, rinunciando senza fiatare alle loro libertà. I porti, certo, è meglio continuare a lasciarli aperti, ma lo Stato si sente libero di costringere migliaia di persone a non uscire di casa, di riprendersi i “pieni poteri” sulle Regioni, di incolpare il virus se il paese entra in recessione.

E poi ci sono i paradossi della globalizzazione: migliaia di immigrati clandestini possono liberamente circolare per il Paese, ma gli abitanti di Codogno devono rimanere chiusi, segregati nelle loro abitazioni. Anche questo in fondo fa parte di questa logica dell’emergenza, del panico provocato dal governo e alimentato dai media: il “nemico” è il tuo vicino di casa che potrebbe infettarti. Sembra che gli italiani siano disposti a rinunciare a tutti i diritti “fondamentali” di cui tanto ci vantiamo tanto – pilastro delle società democratiche occidentali – non appena il governo paventi la “diffusione” del contagio.

Tutto è concesso, pur di non ammalarsi. Persino il diritto alle cure si è trasformato nel dovere di non ammalarsi, perché potresti contagiare gli altri. Certo, non voglio negare questo pericolo, ma c’è proporzione tra quello che stiamo facendo e l’epidemia in corso? I poteri che deleghiamo allo Stato per assicurare la nostra salute si sono progressivamente ampliati secondo una logica “securitaria” che, in casi come questo, mostra in fondo di non avere limiti. Vuoi la sicurezza, e allora isoliamo intere comunità, chiudiamo gli asili, le scuole e le università, i luoghi di lavoro e di svago, le biblioteche, i teatri, gli stadi e persino le Chiese. Il consiglio attuale dei difensori della “società aperta” è: chiudetevi in casa e non uscite sino al prossimo decreto del governo. È pazzesco, a farci cambiare stile di vita non c’è riuscito il terrorismo jihadista ma il virus cinese.

Fin dove il potere politico può spingersi, per assicurare che io non mi ammali? A questa domanda non c’è, ad oggi, una risposta, anche perché nessuno se l’è posta. Al contrario, tutto sembra indurre a pensare che siamo ormai pronti ad accettare che lo Stato si spinga fin dove voglia. Siamo diventati in Europa un laboratorio dove sperimentare, per la prima volta in sistemi democratici, le tecniche biopolitiche dell’emergenza e vedere come il popolo reagisce. E in segno di gratitudine l’UE è anche disposta a farci fare un po’ di deficit.

L’emergenza giustifica misure eccezionali. Ma non sono le misure eccezionali, in fondo, che danno la prova che siamo ancora in una situazione di emergenza, che essa non è mai ancora terminata? Quanto può andare avanti questo circolo? All’infinito, finché governo, giornali e media riusciranno a tenere in allarme la cittadinanza. E ci stanno riuscendo, oggi con messaggi rassicuranti, domani all’opposto con l’elenco crescente dei contagiati e dei morti e così via di seguito, senza fine.

In una città qualsiasi, d’improvviso, si diffonde un’epidemia, tutti col passare del tempo diventano ciechi in un modo peculiare, vedono bianco. È la storia di Cecità, il romanzo di José Saramago. Solo la moglie di un medico risulta immune. Il governo decide di rinchiudere gli infetti in un manicomio allo scopo di evitare il contagio. Ma a poco serve. Perché appunto alla fine tutti, tranne la moglie del dottore, diventano ciechi. Alla fine i ciechi guariscono senza alcuna ragione. L’epidemia se ne va così com’era sopraggiunta. Il medico dialogando con la moglie alla fine si chiede “perché siamo diventati ciechi, Non lo so, forse un giorno si arriverà conoscerne la ragione. Vuoi che ti dica cosa penso, Parla, Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono”.
Paolo Becchi su Libero, 04/03/2020

* * *

Paolo Becchi aveva già posto al domanda principale (di seguito lo stralcio da una recente intervista). Ma a questo punto sorgono le mie, le nostre domande: possibile che non ci sia alcun modo per reagire? Come? Con chi? Non è già tardi?

Spiati e in trappola come in 1984

La giusta domanda da porsi è proprio questa: sino a che punto uno Stato può arrivare per limitare, anche in caso di emergenza, le libertà degli individui? Ecco, io credo che dipenda dallo Stato, ovviamente. In Cina questo problema non se lo sono posti: ecco a me pare che invece nelle democrazie cosiddette liberali il problema si sarebbe dovuto porre e invece no… neanche da noi si è posto il problema e io che mi sono permesso di farlo ieri su “Libero” sono passato come un matto da non prendere più sul serio da tanto tempo. 
Eppure il problema che io ponevo era molto più rilevante di quello che può apparire a prima vista, perché non ci stiamo accorgendo forse che dalla politica stiamo passando alla biopolitica? Da una politica che incideva sulle attività degli uomini, siamo passati ad una politica che incide sulla vita di uomini e donne, sulla nuda vita… 
Sul fatto di come loro si devono comportare, sul fatto che non si possono più spostare di casa, sul fatto che non possono più avere contatti: un metro e 82 di distanza, baci con la mascherina… É un grande esperimento sociale quello a cui stiamo assistendo, un grande laboratorio politico dove il neoliberalismo vince alla grande. Il neoliberalismo è la negazione del liberalismo: il neoliberalismo è una forma di autoritarismo; alla fine decidono tutto loro, decide tutto un governo senza passare neanche più dal parlamento. 
Il parlamento che cosa deve fare? Semplicemente approvare con maggioranza bulgara decreti fatti dal governo in stato di emergenza. Questa è la situazione di un paese allo sbando: chi pagherà di tutta questa situazione? Come al solito pagherà il popolo italiano, oggi l’Italia si ferma, vince il virus e nei prossimi mesi perderà l’Italia intera.

47 commenti:

Viator ha detto...

Alessandro Meluzzi:
"Essendo io medico dal 1980 posso dire che nei primi anni ’80 i posti di rianimazione in rapporto alla popolazione generale erano 4 volte quelli di oggi. Si è deciso di tagliare molto sulla Sanità per privilegiare altri tipi di spese. Non sto a sindacare quali, ma faccio una considerazione: 10 miliardi di euro spesi solo negli ultimi due anni in cooperative sociali di barconi, 35 euro al giorno che ci hanno lasciato senza rianimazioni. È un paese pazzo! Si è scelto di piegarsi all’idea di una globalizzazione migratoria che è costata un’enormità. I pochi soldini dello Stato forse andavano spesi perché non crollassero i viadotti, perché non saltassero per aria le alte velocità, perché si facesse la medicina d’urgenza."

Il problema è che correremo verso il baratro finché resterà questo governo e finché la sinistra, con l'ostinato appoggio del Colle a sua volta prono ai poteri forti, occuperà ogni ambito culturale politico mediatico e amministrativo.

Viator ha detto...

Si poteva intuire che con l'aria che tira l'andazzo sarebbe stato questo. E non mi pare che la notizia venga da una organo di stampa complottista:

Coronavirus, la direttiva negli ospedali italiani: "In terapia intensiva solo i curabili". Gli altri? Morte certa
https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/20809869/coronavirus_direttiva_ospedali_italiani_terapia_intensiva_solo_curabili.html

Sul Titanic fu: «Prima le donne e i bambini». Negli ospedali italiani potrebbe essere presto: «Prima i giovani e le persone che non hanno malattie gravi». Ovviamente, non lo sentirete dire per le corsie delle strutture ospedaliere, ma sappiate che in futuro i medici saranno chiamati a fare questa valutazione quando si troveranno davanti a casi che necessitano di ricovero nell' unità di terapia intensiva. Soprattutto se, come ormai si teme, l' epidemia di coronavirus che stiamo vivendo dovesse portare al collasso il nostro sistema sanitario.
Sottoporre a terapia intensiva «chi ha più probabilità di sopravvivenza e chi può avere più anni di vita salvata», così da sfruttare al meglio le risorse a disposizione, che rischiano di essere insufficienti nel caso la situazione si aggravi ulteriormente: questa è l'indicazione fornita al personale medico da Siaarti (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva), in Italia la più importante società scientifica del settore. Lo scenario attuale, infatti, viene descritto come potenzialmente drammatico, «assimilabile all'ambito della medicina delle catastrofi» e quindi tranquillamente paragonabile a scenari di guerra, carestia, o terremoto.

Anonimo ha detto...

La bio/politica a mio parere nasce quando la vita è diventata completamente sindacalizzata; é stato il sindacato che, da una parte, ha insegnato al lavoratore il diritto alla vita assicurata dalla culla alla tomba e, dall'altra parte, ha imposto alla Legge di assumersi il dovere di assicurare la via liscia a tutti. Nella famosa influenza asiatica, da quello che ho rivisto su youtube, si informò la popolazione che, causa la presenza di questa influenza asiatica più severa della solita influenza, bisognava essere prudenti e stare riguardati. Ma lo stile di vita di allora aveva in sè ancora gli echi non solo del '68 indotto ma, in particolare l'eco delle persone uscite vive dalla guerra non era un eco lontano ma, presente in ogni casa con parenti, affini ed amici, cioè erano tutti, senza saperlo, più tonici e più responsabili, anche se nessuno si era mai dilungato o aveva mai accennato alla tonicità ed alla responsabilità del vivere.
Anche con la legge, con i diritti ed i doveri, bisogna mantenere l'equilibrio, così si è passati dalla guerra, quando buona grazia se avevi salvato la pelle, al dopoguerra quando buona grazia se eri riuscito ad avere ancora un tetto sulla testa, poi piano piano si infilarono le comodità e l'american way of life, intanto i sindacati con il boom economico cominciarono a dividersi i lavoratori e a garantir loro, piano piano, tutto il garantibile. Quando il vento poi cambiò, gli Italiani furono abbandonati a loro stessi ed i sindacati rivolsero le loro cure ai nuovi arrivati o ai diritti fuffa degli stravaganti della decadenza.
Certamente la legge, i diritti ed i doveri debbono ancorarsi al giusto, mantenendo la popolazione nel suo insieme in equilibrio, tonica e responsabile. Come ogni equilibrio, anche questo va ricercato da parte del legislatore ogni giorno, distinguendo tra il necessario ed il superfluo, tra il vero ed il falso, tra l'onesto ed il disonesto, tra un pensiero sano ed un pensiero ideologico, tra il sano ed il malato.

tralcio ha detto...

Lungi da me giustificare l'ideologia e il delirio portato avanti da certe politiche e purtroppo patrimonio di molti cattolici finiti a fare da stampella proprio di quei partiti.

Tuttavia, per quanto chi vuole farsi male da sè è più colpevole di chi subisce malanni dalla volontà altrui, non deve sfuggire che l'Italia è uno dei pochi Paesi al mondo con un avanzo primario di bilancio (tutti gli anni dal 2000, eccezion fatta per 2009 e 2010).
In pratica l'Italia spende meno delle tasse che chiede ai propri cittadini e questo per soddisfare l'avidità dei mercati che penalizzano il nostro debito, grazie alla faciloneria (o alla malafede) con la quale abbiamo accettato certi cambi e certe regole per stare nell'Euro perdendo la nostra sovranità monetaria. Da quando poi il pareggio di bilancio (pagati gli interessi) è finito addirittura in Costituzione (per cui l'Italia è sì fondata sul lavoro, ma per pagare debiti ad usura), lo Stato è costretto a spremere ricchezza dai cittadini, per cui a tutti fa comodo invecchiare l'Italia privandola di eredi... Stanno già pregustando lo scippo, e il MES incombe come il virus. E nessuno dei critici di questo sistema ha mai denunciato il sistema, preferendo prendersela con la controparte elettorale.
Mentre i capponi di Renzo si beccano tra loro, l'Azzeccagarbugli pregusta lo spiedo per tutti. Tutti a scappellarsi con i burattinai per dimostrarsi affidabili, prodi e supini.

Infatti gli usurai che sono nostri partner hanno in mente che l'Italia è non solo il pollo da spennare, ma la gallina dalle uova d'oro, per cui l'Europa resta a galla. Complici coloro che sono solidali con i potentati egemoni, che hanno concepito e gestiscono la tragedia, mettono il nostro Paese in condizione di chiedere soldi 1) a prestito dai mercati sotto il ricatto dello spread 2) tassando e strozzando chi lavora 3) riducendo i servizi, come la crisi di questi giorni ha reso evidente a proposito del numero di posti letto in terapia intensiva (e ci è "andata bene", con gran rispetto parlando, che la crisi sia toccata per ora principalmente alla Lombardia) 4) svendendo all'estero interi pezzi della nostra economia, diritti e vincoli inclusi, per incentivare l'interesse di operatori che altrimenti sarebbero andati altrove.

Ebbene, questo quartetto di misure hanno visto ugualmente ricattati governi di destra e di sinistra, salvo un timido tentativo di alzare la testa finito (2011) come sappiamo con generoso concorso dell'intellighentsia e non pochi poteri forti.

Non sarà facile riemergere da questo deserto nelle culle e nella cultura. Un popolo simile per storia e sapienza, quello greco, è stato abbandonato nelle grinfie degli strozzini.
Oggi il primo problema non è temere quanta libertà sacrificheremo, ma dove ritroveremo quella già sacrificata. Dato che solo la Verità rende liberi la risposta sarebbe fin troppo facile... Ma in questi anni persino la chiesa è passata dalla denuncia del relativismo (non a caso una dittatura) a pensarsi come tendopoli dove ognuno campeggia come gli pare, dato che tutto cambia e non ha senso "irrigidirsi". Meglio volatilizzarsi? Gli farebbe comodo!

Anonimo ha detto...

"Porre un limite d’età per l’accesso alla terapia intensiva, basato sulle maggiori possibilità di sopravvivenza. È quello che ipotizza la Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva in un documento tecnico legato all’emergenza coronavirus."

Temo che l'idea di eliminare anziani, disabili e malati trovi più di qualcuno favorevole.

Anonimo ha detto...

Terapie intensive, il documento choc: "Liste di meritevoli per essere curati"

Se passa questo concetto, più la situazione si aggrava e più la soglia dell'età salvabile si abbassa... e se si ammalano anche medici e infermieri, credo non si salverà nessuno... siamo tutti sulla stessa barca... e la cosa certa è che per questa barca non ci sono porti sicuri...

Anonimo ha detto...

Si fa già la cernita quando si decide sui trapianti, si fa già la cernita quando si decide sulle cure oncologiche, si fa già la cernita quando si decide sulle operazioni costose o pericolose.... si fa la cernita in guerra ed in tutte le situazioni di emergenza assoluta...

mic ha detto...

Mi ha salvato la vita, in occasione di un intervento urgente, il fatto di aver avuto accesso al day hospital il giorno successivo solo perché non avevo compiuto 75 anni...

Anonimo ha detto...

Ognuno ha la sua storia. Anonimo, 7 marzo 2020 18:14, ha ragione al 100%. La cernita si fa anche con i giovani, chi è meno malato ha più possibilità di essere ben curato di chi è molto malato; chi è in coma, forse momentaneo, ed ha un fisico integro è a rischio espianto, su due piedi fanno decidere i genitori che, sconvolti ed in lacrime, danno l'assenso. Questa cernita degli anziani, quasi certamente, sarà la loro salvezza, si facciano indicare una giusta dieta dal medico,e le medicine giuste di sostegno nei casi influenzali. Stiano a letto e al caldo. Gli anziani di oggi furono bambini durante l'ultima guerra o nel primo dopoguerra, quindi hanno una tempra che oggi è molto difficile trovare.

Anonimo ha detto...

Diciamo che il coronavirus è una scusa per introdurre l'idea eugenetica: le risorse son limitate e quindi bisogna darle a chi è più forte, non a chi è più debole ed indifeso.

Urgentissimo! ha detto...

Quest'epidemia è stata comodissima: firma del MES, decreto omo/trans-fobia, obbligo perentorio e definitivo della comunione sulle mani...

Anonimo ha detto...

Mia sorella è "abbastanza giovane", poco sopra ai 50 anni.
Ha superato il momento critico dell'esordio della malattia, finora solo con una grossa infiammazione bronchiale, ma non sta bene. Non parliamo dello stress familiare della convivenza stravolta con marito e figli…
Due sue colleghe più o meno coetanee sono ricoverate con polmonite. Anch'io fino a quando non ho visto l'esperienza "reale" pensavo fosse poco più di una influenza.
Adesso, non più.
Per questo accetterei delle misure draconiane LIMITATE NEL TEMPO. Per il bene di tutti.
A.

Anonimo ha detto...

https://it.sputniknews.com/mondo/202003078827137-soldato-americano-positivo-al-coronavirus-il-contagio-e-avvenuto-in-italia/

Soldato americano positivo al coronavirus: il contagio è avvenuto in Italia

Il comando europeo delle forze armate statunitensi ha riportato il primo caso di infezione da coronavirus tra i militari americani a Napoli.

(aggiornato 18:10 07.03.2020)

Anonimo ha detto...


Epidemia e libertà -

Ma siamo obbligati a stare in casa? No. Solo nelle "zone rosse", cosiddette.
Si raccomanda di non fare assembramenti, di tenersi a distanza di almeno un metro, di non stringere la mano, etc.
Non sono ordini, sono inviti o consigli, non c'è sanzione in caso di mancata osservanza.
E come potrebbe esserci, sul metro di distanza.
Oggi, all' allenamento dell' Inter, ad Appiano Gentile, c' erano 300 tifosi entusiasti, tutti ben accorpati. A proposito di assembramenti da evitare. Domani sera grande match a porte chiuse contro la rivale di sempre, l' odiata Juventus. Secondo buon senso, il campionato di calcio avrebbe dovuto esser sospeso, senza assegnazione dello scudetto, o interrotto per il tempo necessario a smaltire l' epidemia. Tutti a casa. Ma non era possibile, si sarebbe scatenato il furore dei "tifosi". Ci sarebbe stato poi il danno economico, enorme, dicono, alle società. Il rischio però che tra i giocatori, anche giocando a porte chiuse, si diffonda l' epidemia (sudore, sputi per terra, contatti ruvidi e continui) secondo qualcuno c'è. In vari paesi d' Europa si continua a giocare a porte aperte.
In Irlanda il 17 marzo è la festa di S. Patrizio. Negli ultimi anni ha perso del tutto ogni significato religioso, le sue parate sono diventate una fotocopia del Carnevale di Rio, forse in peggio. Un gigantesco evento commerciale, dozzinale, secolarista, al quale vengono bande e persone da tutto il mondo; decine di migliaia di persone. Le manifestazioni durano ben 5 giorni, con epicentro a Dublino. L' ordine dei medici e degli infermieri irlandesi vorrebbe a gran maggioranza che il governo quest'anno vietasse le parate, proprio a causa dell' epidemia, anche se i casi sono finora solo 20 (ma manca ancora uno screening di massa). Ma il governo, premuto dal business, fa orecchie da mercante e al momento fa capire che tutto si svolgerà come da copione.
Il coronavirus non è un'influenza un po' più forte che qualche potere occulto cerca di trasformare in epidemia universale. E' un brutto virus, che ti porta una polmonite micidiale, mortale. Colpisce la straordinaria velocità con la quale si sta diffondendo.
Come rileva il prof. Becchi, bisogna stare attenti che, con la scusa dell' epidemia, non ci vengano tolte certe nostre libertà. Ma il suo articolo vuol forse provare troppo.
Questo è indubbiamente il momento della disciplina (in gran parte autodisciplina) e dell'
unità. Zingaretti risulta esser positivo, portatore sano credo. Mi dispiace sinceramente per lui. Pur considerandolo una disgrazia per l' Italia, non gli auguro il male. Se Salvini gli facesse gli auguri, in modo semplice, forse farebbe una cosa ben fatta. Dimostrerebbe di essere un signore, ben superiore a tutta la marmaglia sinistroide e non che lo insulta di continuo.
Z.

fabrizio giudici ha detto...

Devo premettere che io non ho una grande considerazione di Becchi: ha sostenuto per lungo tempo, e in modo intenso, i Cinque Stelle quando ogni persona dotata di buon senso aveva già capito cosa fossero. Bene che abbia cambiato idea ad ammesso l'errore, però questo mi pone grandi dubbi sulla sua capacità di analizzare in modo equilibrato le situazioni.

Detto questo, una cosa è la premessa di Maria - si deve poter contestare, visto che oltretutto stanno cercando di far passare di tutto con la scusa dell'emergenza - ma nel pezzo di Becchi manca la cosa fondamentale, ovvero il dato quantitativo - che il nostro SSN rischia di saltare, per arrivare poi a mostruosità come i criteri preferenziali su chi curare - che giustifica eccome le misure di emergenza. Faccio presente che non è il governo centrale che spinge per averle, quanto il governo locale della Lombardia, incluse le misure restrittive per una buona fetta del Nord Italia prese poco fa. Sono arrivate ora dopo che Fontana le stava chiedendo da qualche giorno.

È giustissima la critica al neo-liberismo e l'eterogenesi dei fini che comporta sulla libertà di ciascuno; in questo frangente lo è se si vede il nesso causale tra l'aver voluto tenere i confini aperti e il contagio massivo che abbiamo importato; non la vedo pertinente invece per le misure eccezionali da prendere una volta che il contagio è arrivato. Da quando esistono le civiltà, in ogni epoca storica, l'unica soluzione per arginare un'epidemia sono misure restrittive della libertà delle persone. Semplicemente non c'è altro da fare.

Anonimo ha detto...

https://rorate-caeli.blogspot.com/2020/03/italy-urgent-plea-for-prayers.html

mic ha detto...

SUA MAESTA’ LA COMMISSIONE RISPONDE: ed è una clamorosa delusione
...
Inoltre leggetevi l’ultima frase, il classico “In cauda venenum“. Tradotto in Italiano vuol dire “Si potete fare un po’ più di flessibilità, ma poi ricordatevi che arriva il MES che, se giudica che il vostro debito non è più sostenibile, vi commissaria e vi manda in fallimento”
Un si che è, in realtà, un bel no, perchè, durante questa buriana avremo bisogno di investire in  modo permanente per mantenere la domanda interna ad un livello decente. Però non potremo farlo, o se lo faremo arriverà il simpatico direttore del MES-ESM , quello felice di affamare i pensionati greci (non vediamo l’ora di sentire le registrazioni di Varoufakis) a commissariarci ed a mandare in default il debito, per poi svendere tutto nell’interesse dei creditori. Ci resta solo da spendere UNA PARTE di questi 7,5 miliairdi…. IL NULLA
Una risposta in puro stile della Commissione, con un tocco finale che spiega molto. La lettera doveva provenire dal Commissario all’Economia, Gentiloni. Però…

https://scenarieconomici.it/sua-maesta-la-commissione-risponde-ed-e-una-clamorosa-delusione/

RR ha detto...

Vi scandalizzerò, ma la pratica di scegliere chi curare e chi no, è vecchia come il mondo. Quando hai poche risorse,,umane o economiche, quando hai pochi farmaci salva vita, quando sei sul campo di battaglia o combatti contro un’epidemia o un disastro naturale, o un altro giovane madre rischia la vita, ma anche il bimbo che ha in grembo, scegli, in base alle tue conoscenze mediche ed alla tua coscienza.
Se sei un credente, preghi il Signore che ti illumini nella scelta, ma comunque scegli.
Inoltre è noto che certe terapie, certi interventi, chirurgici e non, hanno effetti collaterali molto più pesanti in un anziano che in un giovane. Quindi, poiché “primum non nocere”, ti astieni dal farli ad un paziente oltre una certa età.
In altri casi l’efficacia di una cura è stata dimostrata in soggetti relativamente giovani, ma non, per es., in ultra ottantenni. Ed appunto, siccome “primum non nocere”, non procedi oltre.
Quando mi sono laureata, non si facevano bypass aortocoronarivi a chi aveva più di75 anni, perché erano rischiosi e la vita media era più breve, allora, adesso li fanno anche ai 90 enni, se in buone condizioni generali.
Il documento,di oggi dei Rianimatori serve solo a dare una protezione legale nel caso si applichi un po' piu' su vasta scala quello che già si fa normalmente nelle terapie intensive, le cui risorse, anche in tempi normali, sono molto limitate.
Ma queste cose si preferisce far finta di non saperle...

RR

.

Anonimo ha detto...

Se i posti di rianimazione si saturano è una scelta di buon senso dare priorità a chi ha più possibilità di superare la fase critica.

Anonimo ha detto...

Hanno annunciato la firma "imminente" del decreto col quale avrebbero sigillato i confini della Lombardia e di altre 11 province del Nord. Il decreto "imminente" non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, e quindi non è operativo. Pare per difetti nella sua stesura, fatta notare da alcuni governatori delle regioni interessate. L'effetto che si è ottenuto potrebbe però essere ancora più devastante, perché parecchi meridionali - studenti soprattutto, immagino - temendo l'effetto trappola stanno prendendo d'assalto i treni che fanno la rotta adriatica o quella tirrenica verso il Sud del Paese.

https://www.fanpage.it/attualita/coronavirus-fuga-da-milano-la-stazione-ferroviaria-presa-dassalto-da-centinaia-di-persone/

Stanotte, mentre scrivo, per ore viaggeranno accalcati, senza nessun controllo sanitario, e verranno smistati nelle diverse stazioni delle due linee costiere. Cosa succederà nei prossimi giorni nelle regioni meridionali, dove a quanto pare questi arrivi tumultuosi ed estemporanei non potranno essere né fermati né tantomeno gestiti!? Faccio notare che in diverse regioni del Meridione la situazione della sanità pubblica è già critica da anni, in seguito a tagli indiscriminati della spesa, e in pochissimo tempo potrebbe collassare. Altro che Lombardia!

In questo "avviso-ritardo" della firma del decreto potrebbe esserci incompetenza e pressappochismo, ma forse qualcuno ci potrebbe vedere del metodo ...

In ogni caso si sta correndo un rischio gravissimo, perché la tenuta del Paese è in pericolo. Se non si riuscirà a governare questo stato di cose, la possibilità che esplodano rivolte è concreta.

Qualcuno ha lamentato la durezza di questi provvedimenti emergenziali decretati nei giorni scorsi da questo governo subalterno e incapace, e comunque ancora legittimato da un voto di fiducia parlamentare; si trattava di regole di buon senso, peraltro nemmeno imposte, ma caldamente consigliate. Eppure c'è chi le contesta: libero di farlo.

Tuttavia, se la situazione peggiorerà ancora - e l'aritmetica pare confermarlo - tra poche settimane potremmo vedere l'esercito schierato per le strade, e forse qualcosa di molto peggio ...

Anche in questo l'Italia si presta ad essere un ottimo laboratorio.

mic ha detto...

Tuttavia, se la situazione peggiorerà ancora - e l'aritmetica pare confermarlo - tra poche settimane potremmo vedere l'esercito schierato per le strade, e forse qualcosa di molto peggio ...

A questo - ed altro - mi riferivo quando mi sono astenuta dal prefigurare scenari...

Anonimo ha detto...

La notte dell'autogolpe.
Il video della stazione Garibaldi sembra quello di un film.

La situazione attuale del corona virus potrebbe riassumersi in una citazione: "Lo shock serve a rendere politicamente inevitabile ciò che sarebbe socialmente inaccettabile...”. Intanto sottotraccia, nel silenzio generale, mentre tutti sono distratti dal virus, il MES passa. Il governo consegna i nostri risparmi agli eurocrati. Siamo in mano a gente incompetente e collusa.

E se è palese l'incapacità dell'esecutivo che lancia l'allarme senza aver prima fatto i blocchi, sta venendo fuori anche la mancanza totale di coscienza civica di alcuni italiani.
Ormai i buoidono scappati (chiamiamoli buoi...)

Anonimo ha detto...

‪Daniele Capezzone:
Irresponsabili, incapaci, pericolosi. Bozze che circolano allegramente. Panico e assalto ai treni. Realisticamente, mega spostamento del virus verso l’altra mezza Italia. Ennesimo sputtanamento globale. Serve altro per capire che Palazzo Chigi NON È la stanza del Grande Fratello?‬

Anonimo ha detto...

Giorgia Meloni:
«Mentre il coronavirus sta paralizzando l’intero Continente gli euroburocrati continuano a premere per l’approvazione del MES, il fondo “salva banche tedesche”. Mi auguro che il Governo italiano abbia la decenza di imporre uno stop alla sottoscrizione di questo folle trattato: per affrontare l’emergenza che stiamo vivendo non dobbiamo nemmeno sentir più parlare di vincoli o trattati economicidi. Abbiamo un’epidemia da fronteggiare e un’economia nazionale da difendere, di fronte ad una solidarietà europea inesistente dove nazioni come Francia e Germania fermano esportazioni di macchinari per la terapia intensiva e requisiscono mascherine e materiali medici, il Governo italiano ha il sacrosanto dovere di pensare solo al bene della Nazione. Si vergognino gli euroburocrati di pretendere in questa fase l’approvazione del MES invece di parlare delle misure comuni per proteggere tutta l’Europa dal virus e dai danni che crea».

mic ha detto...

https://nostreradici.blogspot.com/2020/02/conte-e-la-spia-che-la-politica-non-ce.html

tralcio ha detto...

Provo a tenere separate tre questioni, tutte vere e serissime.
Sono: l'emergenza virus, il contesto socio-economico, la salvezza dell'anima.

Per spiegarmi suggerisco questo esempio: di notte, mentre ho un fortissimo mal di denti, vengo chiamato perché il mio vicino è caduto e non riescono ad alzarlo; intanto è venuta a mancare la luce in tutto il quartiere. Questa situazione, costruita fin che si vuole, è un contesto nel quale i problemi restano veri singolarmente e devono essere affrontati quasi contemporaneamente, a beneficio di tutti. Lascio al lettore di immaginare, nel caso descritto, con quali priorità si sarebbe adoperato.

Il virus va affrontato come tale: l'igiene e il limitare i contatti sono fondamentali.

Il contesto dice che gli avvoltoi guardano all'emergenza con gran favore: per loro è festa.
L'anima ha una grande occasione, per uscire da troppe pretese nelle quali si era cullata.

Mi soffermo sulla terza parte, senza negare la necessità di tornare (in futuro) sia sugli eroismi e i tragici errori che hanno accompagnato la genesi e la gestione dell'epidemia, sia sul ruolo e la faccia degli avvoltoi volteggianti sul nostro cielo.

La grande occasione per la nostra anima è di misurarsi con la precarietà del vivere, il dono ricevuto ogni giorno, la prospettiva dell'eterno, la dignità dell'essere umano sbranata dalla mercificazione/imbestialimento/funzionalizzazione/economicizzazione alla quale non solo veniamo consegnati, ma purtroppo amiamo consegnarci (si pensi ad esempio all'ormai tranquilla trasgressione al terzo comandamento anche da parte di chi si scandalizza se nel mirino finiscono il quinto e il sesto).

Siamo esuli figli di Eva attesi in una patria del Cielo, se saremo in grado di essere concittadini dei santi, degli angeli e delle anime purificate, per fare corona alla Vergine, davanti al trono di Dio.
I regni della terra sono clamorosamente, direi smaccatamente, al servizio del principe di questo mondo, che è lo sconfitto della storia, anche quando pare affermarsi, come Pirro.

Dio non è affatto estraneo a quanto accade, ma non tutti i re della terra reagiscono come Ninive al richiamo di Giona (e paradossalmente Giona fa la figura di quello che non capisce Dio). Digiunare dai nostri comodi e diritti fa parte del rinnegamento di sè che è il modo di portare la croce, per un tempo, seguendo il Redentore. Perchè, è chiaro, già da ieri e non da domani, siamo tutti schiavi, innanzitutto del peccato. Se il virus ci sforza ad essere più santi, non lo considereremo una maledizione, ma una bella lezione.

Preghiamo Dio che vi siano pastori di anime in grado di farci sentire amati mentre viviamo la croce, piuttosto che dei cittadini della repubblica in dovere di obbedire al prefetto.


Anonimo ha detto...

I rischi si moltiplicano. Il governo, da solo, sta accanendosi con la zappa non solo sui suoi piedi ma, su tutti i piedi degli europoidi 'lochiedeleuropa' nazionali e internazionali. La zappa italiana è carica, come è carica quella greca, come è carica quella francese, come è carica quella germanofona.
Auxilium Christianorum, ora pro nobis!

Anonimo ha detto...

il Catechismo della Chiesa Cattolica (ai nn. 675-677), in cui ci avvisa che ai nostri giorni tutti i fedeli saranno chiamati a confrontarsi con una “prova finale”, in grado di scuotere la fede di molti credenti, poiché qui si svelerà il “mistero d’iniquità”, capace di fornire una soluzione apparente agli uomini contemporanei, sotto la forma però di una impostura religiosa, ed è proprio allora che dovremmo schierarci da quale parte stare: se con l’anticristo (l’antichiesa e l’antivangelo, come ebbe a dire Giovanni Paolo II), questo però al prezzo dell’apostasia dalla Verità, aderendo in tal modo alla “nuova chiesa”, grande… ben voluta ed osannata dal mondo, ecologista ed ecumenica, che si occupa prevalentemente dei poveri… oppure se vogliamo rimanere con la Chiesa di sempre, pur se oggi è mal vista dal mondo, che la reputa integralista e fondamentalista, restare col santo Magistero, ritenuto oggigiorno antiquato, e fedeli al Vangelo di Cristo, unico e vero Dio, Salvatore e Redentore nostro: “ciò che abbiamo di più caro”!

Anonimo ha detto...

Senza nessuna animosità, è un fatto che il Covid-19 vuoi che sia scoppiato per caso, vuoi che sia scoppiato pianificato, ha colpito il 'motore d'Italia'.
Come la giri la giri, questo è il fatto. Il resto, chiacchiere.

Anonimo ha detto...

In Italia, lentamente ma, inesorabilmente, messa fuori gioco la Fede, colpito il suo cuore politico ed economico, far scempio di tutto il resto sarà una gradevole passeggiata per lo straniero e per i suoi alleati italiani, traditori della Fede e della Patria.

Da Fb ha detto...

Zona rossa: trovo sia una denominazione fasulla, un concetto vuoto. Non c'è bisogno di definire un'emergenza che si esprime da sola, con numeri e fatti. Purtroppo, si deve ricorrere a queste soluzioni linguistiche perché la gente ha perso del tutto il senso civico, l'uso della ragione, la responsabilità individuale. La percezione del valore della vita è più forte presso i cinesi perché , credo, l'oriente non risente della fretta e dell'inquietudine occidentale. I cinesi son abituati a piegarsi, ad obbedire e a pazientare. E questo porta risultati anche in situazioni di grave emergenza come quella che stiamo attraversando. Il timore di aver paura , cosi come viene rifiutato, costringe alla perdita del senso del pericolo. Quasi che questo sia tale solo se in grado di essere percepito , invece di essere palesemente riportato dai fatti.

Anonimo ha detto...

Non è il momento per polemizzare, ma quando è troppo è troppo! Passi che hanno perso un mese ad abbracciare cinesi invece di controllare le frontiere, passi che hanno bloccato i voli DIRETTI dalla Cina senza controllo alcuno su quelli indiretti, passi che hanno regalato alla Cina tonnellate di mascherine di cui, ora, siamo sprovvisti noi, passi tutto questo, ma rendere pubblico un decreto legge prima della sua stessa applicazione, rendendolo quindi non solo inutile, ma addirittura dannoso, perché ha provocato una fuga di massa dal nord al sud, il colpo di grazia per la diffusione del virus a tutta l'italia! Che altro deve succedere, che altro deve farci questa banda di cialtroni abusivi che stanno al governo? Dio mio, abbi pietà di noi, ci sei rimasto solo tu!
Domenico Napolitano

Anonimo ha detto...

Biagio Buonomo:
MAI COME NELLE EMERGENZE UN PAESE HA BISOGNO DI UN’OPPOSIZIONE VERA

- Il caso del decreto sulle nuove zone rosse –

Mi spiace ma non mi piace affatto l’atmosfera da union sacrée che il governo sta proponendo e quasi imponendo all’opposizione.

L’opposizione è l’essenza della democrazia. Un’opposizione che abbia i modi e le opportunità per controllare e criticare il governo. Liberamente e aspramente. Non un’opposizione addomesticata e tenuta al guinzaglio con il ricatto dell’emergenza.

Vedete: ciò che distingue una democrazia da una sua contraffazione non è un governo eletto. Anche nelle dittature si organizzano elezioni farsesche o truccate; e non è neppure la presenza di una QUALUNQUE opposizione ma di una forza o di più forze politiche capaci di denunciare pubblicamente gli errori del governo, di stimolarne l’azione, di prepararsi a sostituirlo disponendo di mezzi e spazi istituzionali e mediatici adeguati.

Le dittature più raffinate – penso alla Polonia comunista- consentivano l’elezione di parlamentari appartenenti a un partito non di governo. In Polonia si chiamava Partito dei Contadini. Erano più o meno comunisti travestiti. E dunque erano i rappresentanti di una falsa opposizione, che votava quasi sempre con il governo e per il governo in nome del “supremo interesse nazionale. “

No: di questa opposizione non ha bisogno nessuno. Specie oggi e specie in Italia. Dove – tanto per dire - un governo lascia trapelare i contenuti del nuovo decreto sulle zone rosse prima che entri in vigore. Che è come spedire un pompiere davanti a un palazzo perché gridi ai condomini affacciati ai balconi:
“Signori, tra un giorno alzeremo un muro davanti al vostro portone e voi resterete bloccati a casa.”
“E intanto che facciamo? Possiamo uscire?” domanda una voce.
“E intanto fate voi” risponde il pompiere. E se ne va.

Anonimo ha detto...

A volte ho il dubbio che l'opposizione dorma. Non dico che debba sempre chiacchierare, anzi meno chiacchiera meglio è ma, dovrebbe tenere i suoi sempre informati a puntino e sempre allertati: dividere tra senatori e deputati non solo i ministeri del governo ma, anche i governi delle regioni ed approfondire da parte di altri la conoscenza delle industrie vitali del paese, per poter, qualora si presentasse l'occasione, dare un'opinione, un consiglio circostanziato, oppure se l'industria è stata delocalizzata o se svenduta per gran parte allo straniero, farla tornare in Italia o ricomprarla. L'opposizione deve essere in grado, per una ragione qualsiasi, di saper dare consigli sensati e circostanziati al governo del paese, oppure in caso di caduta del governo deve essere in grado di sostituirlo da mane a sera,senza gli sbandamenti dei novizi ai quali non bastano due o tre anni per orientarsi senza prima essere andati a ramengo, portandosi dietro il paese. Un pulito discorso di questo tipo, se conoscessi solo anche il meccanico di un'auto di servizio dell'opposizione lo farei comunque e se il meccanico rispondesse che questo e ben altro sta facendo l'opposizione, chiederei al meccanico di fare a mio nome i complimenti all'intera opposizione per la sua lungimiranza.

Anonimo ha detto...

Per ragionare con i numeri

data n° pos. totale guariti morti increm. ricoveri incremento
attuali positivi die n°pos. giorno su die preced.
da ieri
8 marzo
7 marzo 5061 5883 589 233 1247 2651 257
6 marzo 3916 4636 523 197 778 2394 604
5 marzo 3296 3858 414 148 769 1790 444
4 marzo 2706 3089 276 107 587 1346 312
3 marzo 2263 2502 160 79 466 1034 292
2 marzo 1835 2036 149 52 342 742 103
1 marzo 1577 1694 83 34 566 639 238
29 febbr 1049 1128 50 29 240 401 56
28 febbr 821 888 46 21 176 345 97
27 febbr 650 712 45 17 297 248 120
26 febbr 400 415 3 12 93 128 14
25 febbr 311 322 1 10 122 114 nd


Tabulando i dati ufficiali del contagio si possono evidenziare alcune cose:

1) negli ultimi giorni il numero di positivi cresce a botte di 1000 persone al giorno. Interessante sarà il dato di questa sera.

2) l'incremento di ricoverati (tolti guariti e deceduti) pare in calo (può voler dire che si è scelto di ricoverare meno o che il virus dà sintomatologie meno gravi: al momento il 21% dei ricoverati è in terapia intensiva e l'aumento di circa 110 posti necessari ogni giorno ha saturato le disponibilità, per cui o ci sarà trasferimento o la mortalità, attualmente del 4%, potrà crescere)

3) il contagio è ancora localizzato in alcune aree ristrette (focolai), ma i comportamenti finora attuati non escludono una diffusione maggiore

4) se fino al 1 marzo il numero di chi è entrato a contatto con il virus raddoppiava ogni due giorni, adesso raddoppia ogni tre: può essere che il contagio stia rallentando (anche se i numeri impressionano) oppure che il numero di tamponi non fotografa la reale propagazione dell'epidemia.

5)utilizzando un criterio a ritroso, ipotizzando un raddoppio dei casi ogni 4 giorni prima dell'allarme dato a Codogno, il vero caso zero daterebbe alla fine di gennaio, ben mascherato tra le altre influenze, numerosissime all'epoca. Lo staff medico di Codogno ha avuto il merito di riconoscere il caso dopo che ce n'erano stati almeno un centinaio.

6)i casi che stanno emergendo in questi giorni hanno ricevuto il contagio due settimane fa, quindi fino al 22 di febbraio, quando ancora non c'erano misure di contenimento

7) se(ripeto SE) non si avranno altri focolai qua e là (ma un'intera area è a rischio), c'è da aspettarsi una lenta regressione del contagio alla fine della prossima settimana. Viceversa avremo numeri davvero terrificanti da qui a fine marzo.

8) i dati francesi mostrano al momento una progressione simile alla nostra, partita una settimana dopo. Rischiano di avere gli stessi numeri nel giro di pochi giorni e non hanno attuato zone rosse.

Le misure adottate, pur tardive, sono necessarie. (rs)

Anonimo ha detto...

Francesco Agnoli:

QUANDO l'ITALIA ERA AL TOP

Per chi non riuscisse a comprendere la gravità della situazione attuale, rimando ai post di Renzo Puccetti, medico di grandissimo valore, che sa anche usare i numeri. Sin dall'inizio mi ha sempre spiegato il rischio principale: se il numero dei contagiati si allarga, i posti in terapia intensiva mancano, il sistema sanitario va in tilt.
Detto questo proporrò ogni tanto alcune considerazioni storiche.
L'incapacità del governo di gestire la situazione è evidente (vedi ad es. https://loccidentale.it/coronavirus-situazione-grave-ma-il-governo-conte-ha-contribuito-a-creare-caos/), ma non è stato sempre così.
Infatti "i metodi per prevenire, contenere e curare la peste furono sviluppati in Italia nel XV secolo. Per circa 3 secoli tali ordinanze e regolamenti furono i punti di riferimento, in tema di gestione delle pestilenze, per tutta l'Europa occidentale".
Cosa facevano gli Stati italiani? Tentavano di controllare la diffusione del morbo tramite quarantene,certificati sanitari, miglioramento delle condizioni igieniche. "Alla fine del periodo in esame (circa il 1700) si era soliti affermare, in Europa, che l'Italia era il luogo PIù RIGOROSO del mondo in quanto a salute pubblica, mentre l'Inghilterra considerato uno degli Stati arretrati in materia" (William Naphy, Andrew Spicer, La peste in Europa, Il Mulino, Bologna, 2006).
ps quello che sta succedendo, in verità, in altri paesi, non lo sappiamo: sembra che alcuni abbiano fatto come la Cina, cercato di nascondere tutto... vedremo.

Anonimo ha detto...

I dati dell'otto marzo non sono buoni.

Ci sono 1492 positivi in più di ieri e un'impennata dei decessi, ben 133 in un giorno, per i quasi due terzi nella fascia di età dagli ottant'anni in su.

Evidentemente per accogliere i nuovi ricoverati in terapia intensiva, che oggi sono stati altri 83 (NB si inizia a parlare anche di sub-intensiva, il che vuol dire un po' meno intensiva), si comincia a decidere quando la lotta con la malattia è impari...

La propagazione del contagio è ancora forte, con un tasso di raddoppio ogni tre giorni circa, il che significa altri 600 posti in terapia intensiva da dedicare nei prossimi quattro giorni e un serio rischio di vedere in crisi il sistema già dalla prossima settimana.

Spiace vedere che c'è chi sa solo scappare, rendendosi pericoloso per il resto d'Italia.
Indirettamente è il prezzo da pagare a chi non sa rinunciare a se stesso, ma fondamentalmente pensa solo a se stesso... In fondo da anni parlare di conversione e ascesi è diventato tabù, che volevamo attenderci da quelli che con la misericordia hanno già deciso che qualunque cosa facciano, va sempre bene?

Anonimo ha detto...

"...Le misure adottate, pur tardive, sono necessarie..."

Da quello che ho capito di recente la funzione della politica è quella di equilibrare un provvedimento con il restante panorama di cui la politica appunto si occupa e dove quel provvedimento va ad inserirsi. Le misure tardive forse hanno fatto prendere al governo l'accetta in corsa per correre ai ripari.

Anonimo ha detto...


Diario dell' 8 marzo - Preghiamo per l' Irlanda

8 marzo, festa della donna: quale donna? Che modello di donna si festeggia?
Onore comunque e graditudine somma alle dottoresse e infermiere che in questi giorni, con i loro colleghi maschi, si stanno letteralmente massacrando di lavoro negli ospedali del NOrd Italia per far fronte alla grave emergenza sanitaria. Rischiando anche la salute e speriamo non la vita.
Questo è un modello di donna da imitare e festeggiare.

Cosa ricordare l' 8 marzo?
Storicamente, l' inizio dei disordini della rivoluzione russa, con gli scioperi nelle grandi citta' e gli ammutinamenti nelle caserme per chiedere la fine della guerra ormai persa, con le massaie mandate in prima fila dai sindacati e partiti rivoluzionari, che portarono all' abdicazione dello zar e all' inizio di un' anarchia sanguinosa che poi sarebbe sfociata in una ferocissima guerra civile. La spinta veniva dalla situazione economica gravissima, dalla paralisi dei rifornimenti, dal freddo eccezionale anche per la Russia quell' anno.

8 marzo di quest'anno, la gran parte di medici, infermiere, levatrici irlandesi chiedono responsabilmente al governo di abolire i festeggiamenti colossali previsti, come da alcuni anni, per il giorno di S. Patrizio, 17 marzo, imminente festa nazionale. Ci sarebbe un forte danno commerciale, la festivita' e' ormai diventata una specie di Carnevale di Rio in peggio persino, della durata di alcuni giorni: decine di migliaia di turisti, grande parata a Dublino e non solo, con marjorettes seminude stile americano, mangiate e soprattutto bevute a non finire, con tutto il gia' ben noto contorno di volgarita', droga, confusione, pigia pigia spaventoso di folla, vandalismi. La soppressione delle feste porterebbe indubbi danni all' industria turistica locale. Ma la salute? Finora l' Irlanda ha avuto solo una ventina di casi dell' attuale pestilenza, all'inizio di gente che era andata in Italia a sciare ma poi sono cominciati i casi autoctoni. E' anche vero che le autorita' locali si sono ben guardate dal fare interventi di controllo a tappeto, come le nostre. Il governo nicchia, fa sapere che non intende per ora annullare le feste previste.
La struttura ospedaliera irlandese non e' nemmeno lontanamente paragonabile alla nostra, crollerebbe immediatamente sotto il peso di un'epidemia diffusa. Il clero locale finora non ha aperto bocca sulla questione, non apre bocca su nulla, viene vilipeso in tutti i modi, traumatizzato a dovere dopo anni di processi per gli scandali (omo)sessuali di una sua minoranza, veri purtroppo ma anche presunti.
Preghiamo per la Repubblica d' Irlanda, che il Signore non la abbandoni, in nome dei buoni che per grazia di Dio ancora esistono e resistono in quell' infelice paese.

Anonimo ha detto...

Fontana inchioda Conte ai suoi errori: "Pronto esposto in Procura"
Il governatore della Lombardia precisa: "Abbiamo solo confermato, ma si è cercato di strumentalizzare la situazione come sempre"
https://www.ilgiornale.it/news/politica/bozza-dpcm-fontana-sbotta-presento-esposto-procura-1837811.html

Riflessione : ha detto...

CORONAVIRUS IN CINA: Quello che non dicono i telegiornali - Matteo D'Amico - 4 feb 2020
https://www.youtube.com/watch?time_continue=5&v=gtfRjgLSwZw&feature=emb_logo

CORONAVIRUS: i dati dell'ISS di cui nessuno parla e lo spaventoso scenario mondialista che si prospetta (Matteo D'Amico)
https://gloria.tv/post/DWUaSbGtLKiF4Vx8QhnZZuPYW

Da Fb ha detto...

Non sono avvezzo a partecipare a catene perché preferisco esprimermi autonomamente, ma su questa non potevo esimermi

COPIO E INCOLLO, FATEVI TUTTI UN ESAME DI COSCIENZA. LOMBARDI E NON

E’ nel momento del bisogno che si vedono gli amici.

Li avete visti i medici di tutta Italia accorrere in aiuto agli ospedali lombardi?

Le avete viste le raccolte fondi, gli sms, i telethon per aiutare le aziende lombarde ?

E il blocco immediato di tasse e accise, lo avete visto quello?

No eh?

Pero’ abbiamo visto orde di nuovi milanesi saltare sui treni per scappare da Milano.

Abbiamo visto il governatore della Puglia invitare i suoi conterranei a non portare l’epidemia lombarda da loro.

Abbiamo visto un governo (formato da persone che anche nella peggiore delle nostre aziende non guiderebbero nemmeno il carrello a mano) murarci vivi in Lombardia con un decreto emesso di notte.

Il tutto mentre nei nostri ospedali ci sono medici costretti a scegliere chi far vivere e chi invece far morire perché non ci sono abbastanza respiratori per tutti.

Non ci sono abbastanza respiratori, in Lombardia, nel 2020.

La Lombardia, quella che regala ogni anno 54 miliardi di euro al resto d’Italia. Ogni anno, tutti gli anni.

54 Miliardi. Quanti respiratori avremmo potuto comprare con quella somma?

Dove sono i nostri miliardi, adesso che ci servono per tenere letteralmente in vita i nostri malati?

QUESTA È VIGLIACCHERIA CARISSIMI

Anonimo ha detto...


Questo pezzo ripreso da Fb sulla Lombardia mi sembra abbastanza retorico.

Anonimo ha detto...

Per anonimo 18:55

Forse il pezzo può suonare retorico, specie da fuori della Lombardia.
Se invece mi metto nei panni di un lombardo (rassista, fassista, xenofobo, egoista etc) posso invece immaginare che i coxxxxni girino ad elica.

Anonimo ha detto...


Il governo "romano" che "mura vivi" i lombardi!
Quant'è cattivo questo governo.
Adesso ha "murato vivi" tutti gli italiani, vedi un po'.
Un provvedimento che Salvini e Meloni auspicavano da tempo,
a quanto pare. "Romani" e "cattivi" anche loro?
Quali che siano gli errori e le inefficienze, che
vanno segnalati, criticati costruttivamente e possibilmente
eliminati, questo non è il momento della polemica regionalista
ma dell' unità di tutti gli italiani, di fronte alla
difficilissima prova.

Anonimo ha detto...

Per anonimo delle 19.37

Il lombardo veneto non sta chiedendo conto al governo di essere cattivo perché li chiude.
Chiede perché non li vuole chiudere quanto vorrebbero essere chiusi per fermare il contagio.
Non è regionalismo, ma sono oltre cento morti al giorno che potrebbero diventare la regola per settimane. La prova ce l'ha chi ha già i morti, ma pare che non possa nemmeno lamentarsi o chiedere di essere ascoltato. Deve solo pagar tasse e accogliere malati dal resto d'Italia?

M. ha detto...

Ieri ho fatto la fila per entrare in farmacia , ho fatto la fila per entrare al supermercato , ringrazio Dio perche' mi ha dato la possibilita' di farlo . Mentre aspettavo il mio turno ho tirato fuori dalla tasca la Corona del Rosario e insieme alle Ave Maria il pensiero e' volato al mio povero papa' , internato in Germania in uno stammlager liberato poi dagli americani , che ogni volta che si affettava il pane raccoglieva tutte le briciole e le metteva nel piatto . Una abitudine che ho assorbito anche io , io che non ho patito la fame . Grazie Signore per questo tempo che ancora mi dai , per la opportunita' di abbassare la mia cresta , per la opportunita' di piangere tutte le mie iniquita' causa prima delle Tue lacrime silenziose . Volto Santo del mio Gesu' , perdonami ! Guardami con misericordia . Amen