Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 7 giugno 2014

Cornelio Fabro. L'avventura della teologia progressista

Importante volume per capire a fondo le idee della teologia post-conciliare. Questo saggio, pubblicato nel 1974 assieme a La svolta antropologica di Karl Rahner, mostra chiaramente l’inevitabile «svolta antropologica» che segue all’assunzione del trascendentale moderno. Chiarissima la denuncia della cosiddetta «svolta antropologica». Chiarissime anche le nefaste conseguenze di questa dissoluzione nell’ambito teologico e morale. Nella seconda parte del volume sono rimarcati per contrapposizione: il valore permanente della morale contro la dissoluzione della morale nella teologia progressista; l’eccellenza del celibato sacerdotale contro la crisi del sacerdozio che ha seguito l’applicazione dei principi della teologia progressista.


L’autore conclude l’opera con un breve epilogo ricordando la natura metafisica della crisi in teologia.

Avvertenze riguardanti il volume

«La difficoltà e la prova della fede è quella di essere nuovi nell’antico e originali nel permanente, poiché appartiene all’uomo di essere produttivo con la libertà nell’ambito della verità esistenziale a ogni livello, anche a quello della fede e della salvezza. Lo spirito non è un canestro che riceve passivamente, ma un principio che attua se stesso “dirimendo” con la scelta l’alternativa della propria salvezza. È questo il progresso nella continuità e fedeltà alla tradizione secondo la regola aurea di Vincenzo di Lérins, entrata nei testi autentici del magistero: “Insegna le stesse cose che hai imparato, così che dicendo in modo nuovo non dica cose nuove. Ma non ci sarà allora”, si domanda egli subito, “nella Chiesa di Cristo nessun progresso? E come!”, risponde, “e grandissimo. E chi è mai l’uomo tanto invidioso agli uomini, tanto odioso a Dio che cercherebbe di impedire questo? Beninteso, dev’essere un progresso, non un cambiamento: un autentico aumento per ciascuno e per tutti, per ogni uomo e per tutta la Chiesa, ma nel medesimo dogma, nello stesso senso e nella stessa formula”. Tradizione nella modernità nel senso di una ripresa sempre rinnovata della verità antica per la salvezza degli uomini nuovi.

Chi pretende avanzare tagliando i ponti con il passato non avanza ma precipita nel vuoto […]. La teologia contemporanea sembra in crisi proprio su questo punto, cioè quello della fede come tensione aperta fra i tempi della salvezza che è illuminata dalla presenza dello spirito di Cristo con la guida del magistero della Chiesa una santa cattolica apostolica. […] che cosa sta accadendo ora in teologia? […] in questo campo che dovrebbe rappresentare l’orientamento di fondo della coscienza religiosa e il punto di riferimento di quanti aspirano a una verità e a un conforto oltre il tempo? Termini come “secolarizzazione” e “demitizzazione” nel campo biblico-dogmatico (e nel campo morale quelli di “psicanalisi” ed “etica della situazione”) sono passati sulla Chiesa post-conciliare come un turbine di fuoco facendo il deserto dello spirito. […]. Quale artefice principale dello sconquasso è indicato il gesuita settantenne Karl Rahner, che ha proclamato la cosiddetta “svolta antropologica”» (Introduzione pp. 9-14.).

Stampata per la prima volta nel gennaio del 1974 assieme a La svolta antropologica di Karl Rahner, la presente opera ne costituisce un prolungamento della tematica in sede teologica. È lo stesso Fabro che, in una Nota Bibliografica, ne rivela la genesi e la composizione (p. 227 del presente volume).

L’opera è costituita essenzialmente da alcuni scritti già pubblicati e da altri inediti o completamente rifatti per l’occasione. Dopo l’introduzione, il testo si divide in due parti volte a mostrare i presupposti che porteranno alla dissoluzione del dogma e della morale. La prima, dal titolo La svolta antropologica in teologia, denuncia la causa della cosiddetta «svolta antropologica» nell’assunzione del principio del trascendentale moderno; la seconda, dal titolo Teologia e morale, tocca il tema del valore permanente della morale, dell’eccellenza del celibato e della crisi del sacerdozio nell’attuale crisi della chiesa; si conclude con un breve epilogo nel quale l’Autore ricorda la natura metafisica dell’attuale crisi della teologia.

La presente edizione delle Opere Complete si rifà all’unica pubblicata nel 1974 dalla Rusconi editore di Milano. Per quanto riguarda il confronto delle citazioni abbiamo usato le stesse edizioni con cui ha lavorato Fabro e, nella maggior parte dei casi, i suoi stessi libri personali. Allo scopo di facilitare il lavoro dello studioso la presente edizione è stata arricchita con un indice dei nomi.

8 commenti:

Rafminimi ha detto...

Abominio:
LA PENTECOSTE DELLA NUOVA CHIESA DI BERGOGLIO - Padre Lombardi spiega le modalità di preghiera ebraica, cristiana e islamica che avverrà in un prato TRIANGOLARE dei giardini Vaticani questa Domenica, solennità cristiana di Pentecoste, per rispettare il Venerdì degli islamici e il Sabato degli ebrei.
http://www.news.va/it/news/briefing-sullincontro-di-preghiera-in-vaticano
La partecipazione del Patriarca Bartolomeo è, da un lato, la risposta a quanti si illudono circa gli Ortodossi e, dall'altro, la conferma di quanto gli Ortodossi della Resistenza affermano, ovvero che la penetrazione massonica nelle gerarchie ortodosse ufficiali, se ha rispettato le forme liturgiche (e, comunque, non è poco)nella sostanza non è stata meno intensa che tra le gerarchie cattoliche ufficiali. Non dimentichiamo che il Patriarca Atenagora ebbe anche il funerale massonico.

Anonimo ha detto...

Il detto di Bergoglio che la Chiesa è libera, mostra la sua mentalità in cui la Chiesa non è costretta dalla Volontà Divina, dalla Immutabilità dell'Essere Divino...

per lui, tale immutabilità sarebbe rigidezza...

ma per i modernisti che hanno buttato tali concetti nel bidone, abbiamo un apparente che muove secondo la variabilità dell'essere umano caduto che si alterna ogni giorno...

Romano

Enrico ha detto...

Grande teologo e grande filosofo Fabro.
Seppe opporre alla deriva antropocentrica una teologia non irrigidita dalla doverosa reazione.
Si collocò vitalmente nella modernità per essere stato capace di affrontarla dal suo interno, restando nondimeno ancorato al semper eadem. E' il difficile equilibrio che idealmente mantenne tra i poli dell'essenzialismo e dell'esistenzialismo, ricordando per certi versi Giovanni di san Tommaso.
Peccato, dico davvero, la sua difesa del CV II. Ma in fondo fu solo un pensatore, un autentico pensatore, e come tale non seppe spiccare del tutto il volo prima del far della sera.

hpoirot ha detto...

L'antropocentrismo fa dell'uomo un dio, ma passa anche dall'eliminare gli angeli (buoni e cattivi) che stanno in mezzo.

Infatti il CV2 ha soppresso tutte le feste degli angeli dal calendario, salvo una. Ecco come:

1) Due grandi feste indipendenti (festa di Gabriele del 24 marzo e festa di Raffaele del 24 ottobre) sono state riunite al 29 settembre, già giorno della solennità di Michele.

2) La grande festa degli Angeli custodi del 2 ottobre, è stato puramente e semplicemente ritirata del calendario affinché le persone dimentichino l'idea stessa che hanno un angelo custode. Festa vaporizzata dall'operazione del cattivo spirito del Concilio.

3) la preghiera quotidiana a san Michele da dire dopo la messa per volere di papa Leone XIII é stata anch'essa soppressa dal Vaticano II. Leone XIII aveva avuto una visione in cui il demonio otteneva da Dio il permesso di attaccare la chiesa per 100 anni...

http://chiesaepostconcilio.blogspot.fr/2012/09/la-visione-di-leone-xiii-e-la-preghiera.html


Partendo dal principio che ci sono circa 100 000 chiese nel mondo, a ragione di 2 messe a giornata, nell'intervallo di tempo 1965 e 2014, ciò rappresenta circa 38 milioni di messe dedicate agli Angeli soppresse !!

Ecco uno esempio esplicito di differenza abissale tra i due calendari, che dovrebbe spingere ogni cattolico a abbandonare al più presto tutto cio' che viene dopo il 1962 (e non solo i misteri luminosi...)

hpoirot ha detto...

Notate che che nella visione di Leone XIII é grazie San Michele che il diavolo perde:

" Allora apparve S. Michele e ricacciò gli spiriti malvagi nell'abisso. Poi ho visto S. Michele Arcangelo intervenire non in quel momento, ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l'Arcangelo...

Siccome il demonio lo presagiva e siccome aveva molta influenza al Concilio, ha pensato bene di mettere fuori gioco San Michele....

Ma c'é sempre la : la linea immaginaria che collega in modo straordinariamente preciso i santuari angelici (dedicati alle apparizioni di san Michele) più frequentati e famosi della cristianità. Va dall'Irlanda a Gerusalemme.

https://scontent-b-fra.xx.fbcdn.net/hphotos-xfa1/t1.0-9/1620470_1456849441210659_1108254934_n.jpg

Alla fine San MICHELE avrà ragione dei conciliari ...e del Concilio.

hpoirot ha detto...

questa linea si chiama LANCIA DI SAN MICHELE e tocca 7 punti:

Skellig Michael (Irlanda),
Loos yn Koos (Cornovaglia),
Mont St. Michel (Francia),
Sacra di San Michele (Avigliana (TO),
Monte Sant'Angelo (Puglia),
Monastero san Michele (Turchia), Monte Carmelo (Gerusalemme).

Gederson Falcometa ha detto...

Questo libro può essere scaricato in Totus Tuus:

http://www.totustuustools.net/librigratis.htm

Un saluto dal Brasile


Anonimo ha detto...

Per H. Poirot.

Veramente, la memoria liturgica degli angeli custodi c'è ancóra, il 2 ottobre.

Maso