Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 22 giugno 2014

Don Ariel S. Levi di Gualdo. Dopo il sinodo il papa tornerà a indossare le scarpette rosse...

Pubblico volentieri il testo di don Ariel S. Levi di Gualdo apparso anche su Riscossa Cristiana. Tuttavia non posso non accompagnarlo con alcune chiose che di certo non meraviglieranno l'Autore, abituato alla mia schiettezza anche nei suoi riguardi. 
  1. Mi sembra che il titolo - e il sottotitolo -, pur partendo da analisi di tutto rispetto, vogliano porsi un obbiettivo che tutti ci auspicheremmo, se la realtà così com'è ce ne consentisse una piena e limpida constatazione senza doverci arrampicare sugli specchi. 
  2. Ritengo non sufficientemente realista una visione del post concilio come tradimento del concilio, perché non tiene conto che la crisi che stiamo vivendo non è altro che l'effetto dell'applicazione, da parte di esecutori consapevoli, di ambiguità e circiterismi disseminati nei documenti conciliari e volutamente inseriti per traghettare oltre il concilio le idee della nouvelle théologie e del progressismo storicista cui esse appartengono. Col risultato ormai evidente di inquinare la Tradizione perenne, sovvertendo lo stesso concetto del termine tradizione. [1] Non mi suona l'attribuzione di gossip&scoop (sia pur vaga e finalizzata alla citazione specifica) a siti cattolici contrapposti a La Civiltà Cattolica. È un'attribuzione che di certo non riguarda il nostro blog, del quale l'Autore apprezza stile e visibilità. E tuttavia mi suona male perché non posso ignorare che detrattori velenosi apostrofano in tal modo proprio questo blog, senza peraltro mai confutarci nel merito e nonostante noi siamo totalmente estranei a operazioni o a strategie di sorta.[2] Non mi suona del tutto anche perché sembra alludere ad una critica pessimista e non realista di esternazioni e gesti papali evocata anche dal sottotitolo. La nostra critica - che è soprattutto denuncia e apologia - come del resto quella di Riscossa cristiana, muove dalla difesa del Papa, del Papato e della Chiesa. Tanto più che qualunque osservazione esternata su queste pagine con dolorosa e argomentata costernazione è riferita al "dottore privato", da don Ariel stesso riconosciuto criticabile, in ordine a questioni di fede e di morale per nulla marginali (profanazioni liturgiche; i poveri carne di Cristo; il Vangelo da leggersi alla luce dell'oggi e non viceversa; il prevalere del sentimentalismo e del sensazionalismo sulla conoscenza; le plurime svalutazioni formali e sostanziali del primato petrino, solo per citarne alcune...). Per quanto riguarda me e i collaboratori di questa nicchia comunicativa, parliamo unicamente in base alla frequenza di parole e fatti che ci interpellano; mentre tacere o glissare su questi ed altri fondamenti della nostra fede significherebbe tradire il Signore che ce li ha consegnati e scritti nel cuore.
  3. Se è vero che nessun elemento dogmatico è stato modificato de iure, non possiamo ignorare le variazioni ormai senza controllo operate de facto da una prassi ateoretica e completamente sganciata dal dogma, non solo apertamente disprezzato, ma infine oltrepassato e sostituito dal nuovo super-dogma del nuovo inizio conciliare, che sfocia nel conciliarismo. 
  4. L'aggancio a punti di riferimento come Giovanni Cavalcoli e Antonio Livi, lo comprendo per la stima e la personale conoscenza che ho dei due validi studiosi; ma, mentre non esito a definirli efficacemente espliciti su alcuni aspetti, li riconosco quanto meno reticenti su altri. (vedi esempi su questo blog, rispettivamente qui e qui, insieme a pagine luminose di Antonio Livi: qui e qui)
  5. Il nodo del Sinodo è realistico e rappresenta una vera incognita. Tuttavia la questione non è l'unica sul tappeto. È semplicemente il bubbone più evidente della crisi con l'episcopato tedesco ed altro. Ma non possiamo certo ignorare che essa nasce da uno scollamento, già perpetrato, dalla dottrina che custodisce la verità. In ogni caso staremo a vedere dove ci porta. (Maria Guarini)
Note 
1. Oggi, messa all'angolo la metafisica, l'orizzontalismo antropocentrico rende possibile una nuova prassi ateoretica senza spiegazioni o con spiegazioni sommarie sganciate dalla tradizione perenne, espressione della 'tradizione vivente' in senso storicista portata avanti dal rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa in divenire (discorso Benedetto XVI 22 dicembre 2005), che ha preso il posto dell'oggetto-Rivelazione, immutabile e da inverare in ogni generazione. Prassi che di fatto incide nella sostanza più di quanto anche questo articolo non evidenzi (vedi punto 3) perché concretizza cambiamenti non più codificati su un impianto teoretico solido, ma direttamente concretizzati col rappresentarli in pubblico o da inedite cattedre mediatiche e, così, acriticamente o arbitrariamente recepiti dall'opinione comune.
2. Finora non ho fatto altro che ignorarli, e così continuerò, ché di solito è la cosa migliore da farsi. Ma stanno diventando la palestra di alcuni "normalisti" che gravitano anche qui, con le conseguenti deformazioni della realtà che registriamo sempre più numerose, insieme ad attacchi ad personam ed acrobazie dialettiche di vario genere con cui tentano di delegittimare i miei e nostri contenuti.

Dopo il Sinodo il papa tornerà a indossare le scarpette rosse
La teologia della speranza: una analisi ottimista
sul corso di certi eventi e parole di questo pontificato.


Noi parliamo una lingua che si fonda sul mistero di Cristo Dio incarnato, morto e risorto, che ci ha donato l’Eucaristia ed i Sacramenti di grazia, che ci ha inviato lo Spirito Santo, che siede oggi alla destra del Padre e che tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti. Oggi però questa lingua pare non essere più comprensibile, perché il mondo parla linguaggi vuoti e vaporosi che negano l’idea stessa di cristocentrismo cosmico in nome di un omocentrismo terreno senza memoria storica, ma soprattutto senza Dio. Dunque il problema non è, quanto o meno sia il caso di rivestirci di “parole nuove” costruite sulla parola eterna e immutabile di Dio, per andare incontro al mondo ed essere infine assorbiti dalla mondanità evanescente, bensì quanto non si possa correre il rischio di rinunciare alla nostra lingua che ha una sua profonda struttura metafisica, per andare incontro al mondo e compiacere il mondo, per compiacersi nel mondo ed essere infine compiaciuti dal mondo, dimentichi del monito: «Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi, perché i padri loro facevano lo stesso con i falsi profeti» [testo consultabile qui].
Rispondendo tempo fa all’intervistatore de La Civiltà Cattolica il Santo Padre rispose: «Chi oggi cerca sempre soluzioni disciplinari, chi tende in maniera esagerata alla “sicurezza” dottrinale, chi cerca ostinatamente di recuperare il passato perduto, ha una visione statica e involutiva. E in questo modo la fede diventa una ideologia tra le tante» [qui].

Letta questa frase che non è un manifesto ma una sintesi di manifesti, rassicurai così me stesso: si tratterà di un’espressione attribuita al Santo Padre da persone che — fin quando a loro va bene — cercano di farti dire ciò che vogliono sentirsi dire; se però cominci a dire ciò che non vogliono sentirsi dire, a quel punto ti massacrano dopo averti fatto terra bruciata attorno alle spalle. Cosa che espressi a un teologo anziano che mi rispose: «Apprezzo il tuo ottimismo, perché pensare sempre bene del Santo Padre, cercare in lui solo il bene, dare interpretazioni sempre positive alle sue parole e imputare la colpa agli altri se afferma cose che potrebbero prestarsi a interpretazioni ambigue, ti fa onore come prete e come teologo, ma … ».

E troncata la frase cambiò discorso.

Rimasi con quel «ma …» sospeso tra cielo e terra che reclamava da parte mia una risposta da trovare in quella mia coscienza soggettiva che nella dimensione metafisica e fisica deve necessariamente sposarsi con la coscienza oggettiva, con la realtà delle cose, nel più profondo ossequio al deposito della fede rivelata del Verbo di Dio fatto uomo.

Trovare una risposta, perlomeno parziale, forse è possibile esaminando questa frase riportata dall’autorevole fonte della Civiltà Cattolica, non certo da un sito “cattolico” di gossip&scoop.

Per quanto riguarda le soluzioni disciplinari val la pena ricordare ch’esse son dettate dal Vangelo che ci spiega persino in che modo e in che misura devono essere applicate, facendo capire senza pena d’equivoco che la disciplina, applicata con virile carità, può essere l’atto più perfetto di misericordia [Mt 18: 15-17, testo consultabile qui]. Una disciplina che il Redentore stesso applicò sulla pelle dei mercanti che aggredì di sua mano a frustate mentre trafficavano dentro il Tempio di Gerusalemme [Mc 11, 15-19. Mt 21, 12-17. Lc 19, 45-48, testo consultabile qui].

In nome della vera carità, che come tale deve produrre giustizia nella verità — perché da questo procede la vera misericordia — all’occorrenza il Vangelo leva chiari moniti che presuppongono la coerente applicazione di pene severe: «Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare» [Mc 9, 42, testo consultabile qui].

Portando poi come esempio il corpo, che sottintende chiaramente il Corpo Mistico della Chiesa, nei paragrafi successivi del Vangelo di San Marco il Verbo di Dio fatto uomo prosegue: «Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo. È meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna» [Mc 9, 47].

Per quanto riguarda le esagerate “sicurezze” dottrinali, va detto che il Verbo fatto Carne è chiaro senza pena di equivoco nel porsi come divino ed eterno assoluto: «Io sono la via, la verità e la vita», non si pone certo come un tutto relativo. E senza nulla temere presenta il cristocentrismo cosmico, essendo Egli la ricapitolazione di tutte le cose, nei cieli e sulla terra [Ef, 10, testo consultabile qui]. Chiarisce anche che «Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» [Gv 14,6 testo consultabile qui] e che tutto è messo sotto il suo nome.

Il cristocentrismo cosmico è quindi un assoluto che non dovrebbe irritare certi teologi à la page, come spiega la dichiarazione Dominus Jesus chiarendo l’ovvio e corretto senso teologico di assolutezza della fede rivelata [testo consultabile qui].

In nessuna riga del Vangelo troviamo invece scritto, per esempio, che Christi fideles e pagani adorano lo stesso Dio, né che l’antica religio dei romani, così spicci nel crocifiggere i loro nemici o ad impiegarli come carne da macello nei ludi gladiatorî, malgrado certe sanguinarie apparenze erano comunque ambedue figli di una religione d’amore con la quale dialogare a tutti i costi e costi quel che costi.

Celebrando poi la Festa della Santissima Trinità, la scorsa domenica abbiamo proclamato il Vangelo dando voce a queste parole: «Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio» [Gv 3, 16-18 testo consultabile qui].

Dinanzi alla Parola di Dio che parla sì di misericordia e salvezza, ma al tempo stesso di libero rifiuto della salvezza da parte dell’uomo, annunciando che in tal caso la sua condanna è già comminata, come intendono regolarsi taluni predicatori di quel vaporoso misericordismo odierno che pare avere soppiantato il mistero della divina giustizia sulla quale si regge il mistero di quella divina misericordia sigillata sulle righe del divino Vangelo?

Questo è ciò che afferma il Signore attraverso la sua parola e questo è ciò che noi siamo chiamati ad annunciare, se però qualcuno è più buono e più misericordioso dello stesso Verbo di Dio fatto uomo, che si faccia avanti perché aneliamo conoscerlo, soprattutto per verificare se procede dalla grazia di Dio o dall’abilità del Maligno.

Per quanto riguarda coloro che sono accecati da una visione statica e involutiva che li induce a cercare ostinatamente di recuperare il passato perduto, posso dire che nessuno dei laici cattolici, sacerdoti e teologi che frequento, coi quali vivo in contatto e che sono comprensibilmente preoccupati per la crisi odierna della Chiesa, vive paralizzato nel «passato perduto», perché il nostro è un Popolo che ha cominciato il proprio cammino nel cenacolo nella Pentecoste dello Spirito Santo.

Da questo concetto di cammino, rifacendosi anche all’esperienza dei suoi viaggi apostolici, il Venerabile Pontefice Paolo VI dette vita alla sua enciclica Populorum progressio [qui], chiarendo che non solo, la Chiesa, non teme il progresso, ma intende concorrere a realizzarlo tra i popoli del mondo. Cosa diversamente ribadita dal Santo Pontefice Giovanni Paolo II nella sua Fides et ratio [testo qui] dove parla del rapporto tra fede e ragione rifacendosi ad un altro grande documento promulgato dal Beato Pontefice Pio IX: la costituzione dogmatica Dei Filius del Concilio Vaticano I [Cap. IV su fede e ragione — testo qui].

Ribadisco quindi che nessuno dei fedeli cattolici, dei confratelli sacerdoti o dei teologi che io conosco, coi quali vivo in contatto e che sono comprensibilmente preoccupati per la crisi odierna della Chiesa, è per niente paralizzato nel «passato perduto». Semmai è chiaro e da noi tutti condiviso in che misura chi non conosce il proprio passato è destinato a non vivere bene, ma soprattutto a non vivere con reale pienezza il proprio presente, perché senza memoria storica si vive un presente alterato e falsato. Perché è sì vero che negli anni Sessanta del Novecento c’è stato un concilio ecumenico, ma prima ce ne sono stati altri venti, senza i quali mai si sarebbe potuto celebrare un Vaticano II.

Per questo San Giovanni Paolo II apre la sua enciclica Fides et Ratio ricordando «Il monito Conosci te stesso che si trovava scolpito sull’architrave del tempio di Delfi, a testimonianza di una verità basilare che deve essere assunta come regola minima da ogni uomo desideroso di distinguersi, in mezzo a tutto il creato, qualificandosi come “uomo” in quanto “conoscitore di se stesso”».

E per conoscere noi stessi è indispensabile conoscere da dove veniamo, chi siamo e verso cosa siamo proiettati in una cristologica prospettiva escatologica attraverso una parola viva ed eterna.

Ciò che invece spaventa alcuni di noi cattolici laici, sacerdoti e teologi, per niente ostinati a «recuperare il passato perduto» poiché affetti da «una visione statica e involutiva», è ben altra cosa: la paura che gli accidenti esterni che concorrono a supportare il mistero della Chiesa e che come tali sono e devono essere mutevoli, finiscano invece per prendere il sopravvento e intaccare la percezione stessa della sostanza eterna e immutabile di Dio; una sostanza che essendo causa di se stessa è di per sé invariabile. O per dirla schiettamente: nella stagione di quel post concilio che attraverso un terribile golpe ha divorato il Concilio Vaticano II, gli accidenti dei peggiori teologi — Karl Rahner in testa — hanno cominciato non solo a mutare, ma peggio: a corrodere la sostanza dando appresso vita a una sostanza alterata e falsata. Sono ormai quattro decenni, infatti, che dentro le disastrate facoltà teologiche si partoriscono e si allevano come polli in batteria nipotini rahneriani nutriti dalla teoria dei “cristiani anonimi” che vanifica in modo velenoso il mistero della salvezza [si rimanda all’intervista di Giovanni Cavalcoli (RC, 2010), qui]. [per approfondire su questo blog leggere qui]

Ciò che il Santo Padre Francesco afferma come dottore privato può e deve essere legittimo oggetto di critica, tanto più se l’oggetto è un pontefice che si premura di rassicurare egli stesso quanto non si debbano cercare sempre «soluzioni disciplinari», perché quelle riguardano solo i Francescani dell’Immacolata, per tutti gli altri è cominciata invece l’èra del bengodi nel Paese dei Balocchi, col meglio del peggio dei modernisti in rosse vesti che perlomeno — sia lodato Gesù Cristo! — hanno smesso di fingere e di celarsi ed oggi sono venuti tutti quanti allo scoperto, aggressivi e coercitivi più che mai, pronti a scagliarsi con ferocia distruttiva contro chiunque osi non pensarla come questi maestri del più dialogo, più collegialità, più democrazia …

Facendo una profonda analisi lucida e rispettosa, emergerà che il dottore privato Francesco ha mostrato in più occasioni di stare solo da una parte e trascurare l’altra, apparendo il tal modo sbilanciato e parziale. Parla del progresso ma non parla della tradizione, se la prende con l’immobilismo ma non con lo storicismo, sottolinea il concreto ma non l’universale, parla della coscienza soggettiva ma non di quella oggettiva, della prassi ma non della dottrina, del Popolo di Dio ma non della sua gerarchia divinamente istituita, della verità ma non dell’eresia, della Parola di Dio ma non del dogma, dell’ecumenismo ma non dei difetti dei fratelli separati, della misericordia ma non della giustizia. Cita il Vaticano II ma non cita il Vaticano I o il Concilio di Trento … e così via dicendo.

Se però, come sembra, l’equivoco continuerà ad aumentare, ed assieme ad esso lo smarrimento tra le membra vive del Popolo di Dio, il Santo Padre dovrà infine chiarire il tutto. A quel punto, i laicisti e gli ultra progressisti cattolici che oggi lo esaltano, gli si scaglieranno contro in modo feroce, perché si sentiranno traditi nelle loro aspettative: i primi, perché credevano di poter distruggere la Chiesa da dentro; i secondi, perché erano convinti di poterla reinventare a proprio uso e consumo attraverso una nuova ecclesiogenesi, per usare una terminologia tanto cara all’eretico Leonard Boff capofila della teologia della liberazione [vedere qui, qui].

Non è infatti neppure pensabile — checché ne dicano sedevacantisti e pessimisti apocalittici di varia fatta — che il Sommo Pontefice tradisca la dottrina di Cristo. Potrebbe essere persino un opportunista, un furbo, un autocrate celato dietro aloni di liberal-collegialismo, un imprudente … ma non potrà mai tradire  la sposa di Cristo, perché è scritto nel deposito della nostra fede: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli » [Mt 16, 18-19, testo consultabile qui].

Merita pertanto ribadire a pessimisti cosmici, sedevacantisti e cacciatori di “eresie pontificie” che di sito in sito si moltiplicano giorno dietro giorno nella foresta della rete telematica, un dato di fatto incontrovertibile: sino ad oggi, dal Santo Padre Francesco e dai suoi più stretti collaboratori, sul piano della dottrina ufficiale non è mai venuto nulla che fosse obbligante o vincolante per tutti i cattolici, che si ponesse in qualche modo in contrasto con la tradizione cattolica. Restano pertanto vigenti e del tutto inalterati i dogmi di fede, il Catechismo della Chiesa Cattolica ed il Codice di Diritto Canonico che regola la vita interna della Chiesa.

Possiamo lamentare — ed è un libero diritto di coscienza farlo — che la prassi lascia di giorno in giorno sconcertati, basti pensare alla teologa Suor Fernanda Barbiero alla quale il Cardinale João Braz de Aviz ha affidato il commissariamento delle Francescane dell’Immacolata [vedere Corrispondenza Romana, qui]; ma il deposito della fede — al di là di certe prassi molto discutibili — rimane inalterato e nessuno, a partire dal Sommo Pontefice, lo ha mai intaccato.

Pertanto, anziché andare a caccia di improbabili e impossibili “eresie pontificie”, sarebbe opportuno fare come suggerisce Dante Alighieri: «Non ti curar di lor ma guarda e passa». Incentrandosi quanto più possibile sulla solida certezza di fede dogmatica del «Tu sei Pietro».

Dicendo «tu sei Pietro» ho espresso la “mia” teologia della speranza, che nel corso dell’ultimo anno ho sviluppato dopo averla acquisita in modo stimolante da due miei confratelli anziani e membri illustri della nostra “Riserva Indiana”, il teologo Antonio Livi [vedere qui] ed il teologo domenicano Giovanni Cavalcoli [vedere qui], coi quali spesso interloquisco e dai quali apprendo, vivo e condivido situazioni intra ed extra ecclesiali [vedere qui]. E siccome, le nostre speculazioni teologiche si basano sulla fede e sui misteri della fede del Verbo di Dio, senza mai rimanere fossilizzate su mere speculazioni intellettuali ma calandosi invece nel concreto quotidiano, essere pessimisti è per noi impossibile, sia come sacerdoti sia come teologi: realisti sì, sempre, ma pessimisti no, mai.

Il pessimismo, anche quello che potrebbe apparire umanamente giustificato, al di là di tutte le migliori intenzioni rischia di produrre un effetto deprimente-distruggente, sino ad annichilire — in modo semmai inconsapevole, ma non per questo meno devastante — quella virtù teologale che si trova nel mezzo tra la fede e la carità: la speranza.

Quanto più grave e pericoloso è il momento storico tanto più alta deve essere la speranza, che non vuol dire illudersi, illudere ed evadere dal reale, tutt’altro. Vuol dire vivere un corretto e realistico rapporto cristologico con quella fede e con quella carità che tengono entrambe stretta per mano la speranza.

Il Santo Padre Francesco può dunque piacere o non piacere, cosa del tutto legittima, ma per divina volontà e per divina istituzione rimane il clavigero, oggetto e soggetto come tale della nostra fede e della nostra speranza: «Tu sei Pietro», quindi della nostra autentica e inesauribile devozione per il mistero che egli incarna.

Credo che l’intero palio si giocherà tutto al prossimo sinodo sulla famiglia, considerando quanto sconcertanti siano state molte risposte ai questionari giunte sino ad oggi dal Nord dell’Europa e da varie altre parti del mondo. Pare infatti che interi episcopati nazionali siano in mano alle peggiori derive dottrinali e che intere fette di Chiesa Cattolica siano ormai non più cattoliche.

Eppure certi risultati sfavillano alla pubblica luce del sole, basterebbe solo domandarsi: che fine hanno fatto molti gruppi protestanti e anglicani, dopo essersi aperti a tutto ciò verso il quale una congregazione cristiana veramente moderna doveva aprirsi a loro dire nel mondo moderno?

Luterani per un verso e anglicani per altro verso sono arrivati a tali aberrazioni da far prendere le distanze persino agli abitanti di Sodoma e Gomorra. Donne prete e poi donne vescovo sono solo ricordi lontani, perché ben oltre si sono spinti. Oggi i luterani e gli anglicani hanno tra le proprie fila donne-vescovo lesbiche, fiere e aggressive attiviste omosessualiste, che “ordinano” sacerdoti gay che a loro volta “benedicono” i matrimoni farsa delle coppie omosessuali.

Il tutto con quali risultati? Questi: il Sommo Pontefice Benedetto XVI dovette intervenire con l’apposita costituzione apostolica Anglicanorum coetibus [testo della costituzione consultabile qui] per regolare l’accoglimento di anglicani che chiedevano sempre più numerosi di entrare nella Chiesa Cattolica e per concedere la valida ordinazione agli ex sacerdoti anglicani, che sacerdoti non erano, essendo stati ordinati da vescovi invalidi perché non legati alla successione apostolica. Il tutto ci è noto sin dai tempi del Sommo Pontefice Leone XIII che questa spinosa questione la chiarì con la bolla Apostolicae curae del 18 settembre 1896, dove dichiarò che le ordinazioni anglicane sono assolutamente invalide. Oggi, a leggere certi questionari che stanno giungendo in risposta alla preparazione del sinodo sulla famiglia, capiamo però in che misura certi cattolici resi sordi e ciechi dalle proprie ideologie superiori allo stesso Verbo che era in principio e che era presso Dio e che era Dio [Gv 1], vogliano ostinarsi a mettere in discussione anche delle tematiche che altrove applicate hanno prodotto il disastro, il fallimento totale, la fuga dei fedeli e dei loro stessi ministri di culto.

Le aspettative della stampa laicista che a detta di certi ecclesiastici sarebbe colpevole di interpretare male le parole, ma soprattutto quelle dei cattolici che hanno risposto ai questionari, sono tante e tali che il Santo Padre pare che si sia messo in un vicolo cieco dal quale potrà uscire solo dicendo in modo chiaro e deciso “si” o “no”. Quando infatti saranno tirate le somme di quel sinodo, non sarà più possibile lasciare intendere che potrebbe essere si ma anche no, o forse un po’ si e un po’ no, perché molti dei quesiti posti hanno a che fare col mistero di quella sostanza eterna e immutabile che nessun accidente esterno potrà variare, perché è l’uomo che deve piegarsi liberamente e coscientemente alla volontà di Dio, non è certo Dio eterno e immutabile che può essere piegato alla volontà dell’uomo, tanto meno in nome della “prassi” portata avanti dai capofila di certe correnti teologiche teutoniche.

Quando il Santo Padre non potrà più muoversi in modo vago, quando non sarà più possibile avere la botte di vino piena e la moglie ubriaca, si ritroverà dinanzi a un bivio che comporterà l’obbligo di dire in modo chiaro e inequivocabile cosa è giusto e cosa è sbagliato, mentre su di lui incomberà grave e solenne il divino monito: «Il vostro parlare sia si quando è si e no quando è no, perché il di più proviene dal maligno» [Mt 5: 33-37].

A quel punto, coloro che ancora piagnucolano per certi abiti dismessi, potranno tornare gioire, perché dal vecchio guardaroba pontificio saranno tirate fuori di nuovo le scarpe rosse e saranno usate per ciò che realmente simboleggiano: il martirio di Pietro che coi piedi sanguinanti salì sul colle Vaticano per essere crocifisso.

Dinanzi a ciò che l’uomo non può mutare, perché scritto nelle leggi eterne e immutabili di Dio, Pietro dovrà dire di no — e lo dirà — perché lui è la pietra edificante e perché le porte degli inferi non prevarranno mai sulla Chiesa di Cristo.

Il momento è drammatico perché potremmo andare incontro ad una vera e propria spaccatura. Già alcuni anni fa, in un mio libro, facendo una analisi sulla situazione della Chiesa Cattolica tedesca e di quella olandese parlavo di “scisma di fatto” [cf. E Satana si fece Trino, qui]. Pertanto, se con artifizi legati a criteri di “prassi” certi capofila non riusciranno a mutare dottrine della Chiesa che non possono essere mutate perché fondate sul deposito della Rivelazione e sulla Parola di Dio, ecco che dall’Austria sino all’Olanda passando per la turbolenta Germania sarà fatto il cosiddetto diavolo a quattro. Se invece, in nome della “prassi”, saranno alterate dottrine fondate sul deposito della Rivelazione e sulla Parola di Dio, persino dall’attuale scenario desolante potrebbe uscire fuori anche un piccolo Atanasio di Alessandria, ed in diversi lo seguiranno, perché come a rigore storico ricordiamo, a salvare la Chiesa dall’eresia ariana fu il vescovo alessandrino, oggi santo e dottore della Chiesa, all’epoca condannato, perseguitato, esiliato e seguito solo da un piccolo pugno di uomini. [rimando all’opera di Leonardo Grazzi: qui, qui].

La situazione e così delicata che dopo le illusorie aspettative che s’è lasciato prendessero vita alle porte del prossimo sinodo, il Santo Padre rischia di ritrovarsi in una condizione nella quale la vicenda di cui diremo avanti, quella legata alla storia del Venerabile Pontefice Paolo VI con la Humanae vitae e con gran parte degli episcopati europei che gli si rivoltarono contro, a confronto sarà nulla, rispetto a ciò che potrebbe accadere al Santo Padre Francesco quando infine dovrà dire “no”, dopo avere inaugurato un giorno di baldoria conquistando tutti, urbi et orbi, affermando sorridente: «Quanto vorrei una Chiesa povera per i poveri» [filmato qui]. Mandando in autentico delirio soprattutto le elites dei laicisti anticattolici multimilionari, che da una parte sfruttano senza scrupoli tutto lo sfruttabile possibile e immaginabile in risorse umane e in risorse materiali, ma dall’altra plaudono il Pontefice e  pretendono una Chiesa non solo povera, ma proprio miserabile, con le toppe cucite addosso, possibilmente sopra ai suoi vestiti divorati dai topi.

E dinanzi ad un inevitabile “no” che all’interno della Chiesa gli costerà il martirio bianco e al di fuori di essa l’odio universale di tutti i mass media laicisti che lo faranno a pezzi accusandolo di tradimento per non aver voluto alterare dottrine della Chiesa immutabili perché fondate sulla Rivelazione, a difenderlo non ci saranno i Carlo Maria Martini, i Walter Kasper, i Bruno Forte, gli Óscar Maradiaga, gli João Braz de Aviz, i Gianfranco Ravasi con tutta quanta l’allegra brigata degli atei devoti del Cortile dei Gentili e suvvia dicendo.

Non ci saranno neppure a difenderlo coloro che oggi, sebbene consapevoli dei pericoli che stiamo correndo, tacciono per insopprimibili ambizioni di carriera ecclesiastica, perché fino a 74 anni e 11 mesi seguiteranno a sperare in una prestigiosa sede arcivescovile e per tutta la loro vita in quello straccetto rosso porpora che invece non ha età e che a qualsiasi età può essere assegnato. Solo per questo tacciono, non per auriga virtù di somma prudenza, come vorrebbero far credere, ammonendo semmai il sottoscritto che «in discussione non è la fondatezza delle verità che dici, ma il fatto che ciò che dici non è opportuno». E siccome, questa frase in sé e di per sé non fu reputata abbastanza assurda dal vescovo che me la lanciò addosso, ecco che quel “buon pastore” reputò bene aggiungere: «Se poi la Chiesa Cattolica non ti va bene, che problema c’è? Escine fuori!». E dopo avermi liquidato passando dall’assurdo al grave insulto, andò a cercare nell’aula consiliare della Conferenza Episcopale Italiana il vescovo che lo aveva succeduto nella sua precedente diocesi, per perorare la causa di un suo presbitero che dopo aver lasciata incinta una ragazza, dopo essere divenuto padre di un bambino e dopo aver creato tutti i pubblici scandali del caso nel Popolo di Dio, andava giustamente e soprattutto opportunamente sistemato e protetto, dato che seguitava senza problemi di sorta ad esercitare il ministero sacerdotale. Il tutto senza che il vescovo si fosse mai premurato di dirgli, non dico di lasciare la Chiesa cattolica — per carità, giammai! — ma perlomeno di lasciare il sacerdozio e di assumersi tutte le sue responsabilità nei confronti di quella donna e di quella creatura venuta al mondo.

Questi sono gli episcopi “prudenti” e “opportuni” ai quali la vita e … la morte di noi presbiteri è messa spesso, o meglio: totalmente in mano.

A difendere il Santo Padre non saranno questi schiavi condizionati dalle loro ambizioni che in altre stagioni difendevano in giro per l’Italia i “valori non negoziabili”, quando andavano di moda, solo perché calcando la loro onda già si vedevano vestiti di rosso. A difenderlo ci saremo noi, cristiani tutt’altro che anonimi, che abbiamo trascorso il tempo ad essere bastonati a sangue a destra ed a sinistra. E difendendolo saremo totalmente dimentichi degli infausti giorni di baldoria in cui persino l’organo ufficiale della massoneria lo elogiava come uomo che stava «rimodellando la Chiesa», presente all’incontro organizzato dal Grande Oriente d’Italia l’immancabile cristiano adulto Alberto Melloni — che come il prezzemolo spunta ovunque — e la civettuola Marinella Perroni, teologa femminista dell’ateneo catto-protestante Sant’Anselmo [vedere qui].

Difendendo il Santo Padre saremo totalmente dimentichi degli infausti giorni di baldoria in cui persino la storica rivista dei gay americani gli dedicava la copertina come persona dell’anno [vedere qui]. E mentre tutto questo accadeva, egli si rivolgeva a una fetta dei suoi figli devoti chiamandoli «pelagiani», «untuosi», «tristi», «spaventati dalla gioia», «cristiani pipistrelli» [qui] … mentre i peggiori laicisti anti-cattolici lo lodavano da ogni parte del mondo, inclusi i massoni, che è tutto dire, perché è davvero tutto dire quando si arriva al punto in cui persino i massoni lodano un Pontefice, le sue parole ed il suo operato nelle loro riviste e nei loro convegni ufficiali [vedere qui]. [Su questo blog ne abbiamo parlato qui]

Siamo uomini di fede, speranza, carità e soprattutto di vera misericordia, per questo nulla di tutto ciò ricorderemo quando il Romano Pontefice avrà bisogno di noi che sempre lo difenderemo a qualsiasi prezzo, perché è lui la pietra, unica, legittima e vera sulla quale Cristo ha edificato la sua Chiesa. E in cambio della nostra difesa del tutto dovuta perché strutturata sulla nostra fede fondata sulla teologia della speranza, non gli chiederemo mai in cambio né privilegi né prebende né la titolarità di un dicastero romano, perché il nostro essere e divenire cristiano, il nostro sacerdozio ministeriale, si regge interamente sulla gratuità.

Il Santo Padre Francesco sarà dunque difeso a spada tratta proprio da quelli che sino ad oggi ha bastonato con le parole e con le opere, strappando su di loro sorrisi con le sue ironie sui «cristiani tristi» e sui «cristiani pipistrelli» che vogliono difendere la Chiesa in modo anacronistico; battute con le quali ha indotto all’ilarità ed al plauso tutti quei laicisti, atei e massoni che invece la Chiesa vogliono distruggerla da sempre; e non credo che in tal senso abbiano cambiato idea e aspirazioni sotto il pontificato di Francesco.

Il Venerabile Pontefice Paolo VI, nato incendiario e morto pompiere, da chi fu difeso durante i lunghi anni del suo martirio bianco? Forse dai vescovi ultra progressisti della Germania, o da quelli dell’Olanda che gli recarono pubblico affronto dando alle stampe il loro eterodosso Catechismo?

Fu difeso con devozione profonda e con fede indefessa verso il mistero del primato di Pietro da uomini come Alfredo Ottaviani e Giuseppe Siri, che con santa umiltà si guardarono bene dallo spingere più a fondo la corona di spine che faceva sanguinare il capo del Vicario di Cristo, anche se avrebbero potuto dirgli: «Non ti avevamo forse avvisato, anni fa, su che cosa sarebbe accaduto, mettendo i piedi su certe strade, o lasciando trascorrere troppi anni prima di rispondere con la Humanae vitae, mentre certi episcopati supportati dalla stampa laicista pompavano aspettative che Pietro non avrebbe mai potuto avallare?». E avrebbero potuto aggiungere: «In un colloquio privato, non ti fu forse detto che se in certe situazioni ecclesiali legate al turbolento Nord dell’Europa non si interveniva subito con decisa autorità, entro pochi decenni quelle Chiese locali non sarebbero state più cattoliche?».

Siccome eravamo però agli inizi della grande ebbrezza del più dialogo, più collegialità più democrazia, forse egli valutò quelle parole come espressioni uscite dalle bocche di ammalati ostinati d’autorità e d’autoritarismo vecchio stampo pre-conciliare, pronti sempre a invocare «soluzioni disciplinari». E dal 25 luglio 1968, data della pubblicazione di quella enciclica, sino al 6 agosto 1978, data della sua morte, dovette trascinarsi con la croce sulle spalle lungo la via dolorosa, perché queste furono le evidenti conseguenze storiche: combattuto dentro la Chiesa e reso oggetto di dileggio dalla stampa mondiale. A questo si aggiunga che nei suoi successivi dieci anni di vita, il Venerabile Paolo VI, dopo la Humanae vitae non dette mai più alle stampe altre encicliche.

Studiare la storia e conoscere il passato insegna sempre, quando la superbia tipica dell’ignoranza non si frappone come valvola di chiusura.

Venerare Pietro e difendere il suo sacro ministero è scritto nella nostra fede, a prescindere da quelle che potrebbero essere le limitatezze di Jorge Mario Bergoglio, tutto sommato meno limitato e meno inadeguato di quanto dimostrò di esserlo quel Simone scelto personalmente dal Signore, che dinanzi alla mal parata si dette prima alla fuga e poi rinnegò il Cristo per tre volte; il tutto affinché persino nel divino mandato conferito dal Verbo di Dio a colui che prenderà il nome di Pietro fossero racchiuse tutte le fragilità e tutte le limitatezze della nostra natura umana. Fragilità e limitatezze cancellate in un solo colpo da quel Simone divenuto infine veramente e pienamente Pietro, giunto coi piedi sanguinanti sul colle Vaticano per glorificare il Cristo Dio incarnato, morto e risorto con la gloria del proprio martirio.

Perché il Vescovo Paolo non esitò a puntare il dito ed a rimproverare in toni duri il Pontefice Pietro ad Antiochia [vedere locuzione di San Giovanni Paolo II, qui] senza mai porre in discussione il suo primato, la sua autorità e il suo divino mandato, ed oggi, invece, in tutta l’orbe cattolica pare non esserci un solo vescovo che affronti all’occorrenza in altrettanto modo il Pontefice Francesco dinanzi a certe sue prassi, oppure ricordandogli, dinanzi a certi suoi modi esteriori di agire che in un anno appena hanno desacralizzato la figura di Pietro e il mandato a lui dato da Cristo in persona [vedere qui, qui, qui, ecc..], che la dignità che gli è stata conferita per servire la Chiesa non gli appartiene, gli è stata concessa solo in comodato d’uso per guidare alla fede e alla salvezza il Popolo di Dio? [Vogliamo ricordare anche i baciamani al Rabbino, al Patriarca Bartolomeo et alii?]

Credo che la risposta a questo sia tanto vera quanto penosa: Paolo rimproverò Pietro perché non aspirava a diventare cardinale, né tanto meno era un pavido accidioso che voleva solo vivere sereno e tranquillo, senza tanti problemi, riverito e ossequiato — Eccellenza qua Eccellenza là … Eminenza sopra Eminenza sotto —  dentro e fuori dal proprio quieto palazzo vescovile, coprendo la sua codardia dietro al pretestuoso dito della falsa prudenza o di clericali criteri di opportunità.

Et portae inferi non praevalebunt adversus eam …

74 commenti:

Anonimo ha detto...

Don Ariel, ahinoi, continua a filtrare moscerini e ingoiare cammelli....e con i suoi enfatici e spesso taglienti discorsi tesi a rassicurare il gregge confuso (?), non chiarisce nè rassicura nessuno, ma aggrava le perplessità e lo sgomento di fronte a fatti e discorsi sbalorditivi IN SE', mai visti e uditi in 20 secoli venire dal soglio di Pietro. Come se uno dicesse "allacciate le cinture e non guardate fuori dai finestrini" (e pensate tutto OK), mentre l'aereo è in rotta di collisione....

Jacobus ha detto...

Belle acrobazie dialettiche. Però è più ottimismo voluto che speranza.
Anche perchè la professione di fede iniziale riguarda chi scrive e ciò che ci si dovrebbe aspettare dal vdr non ciò che risulta finora da molti dati.
Che poi il futuro possa riservarci qualche sorpresa positiva ce lo auguriamo tutti.

Mazzarino ha detto...

Gli atti gravissimi di distruzione dei capisaldi della Chiesa Cattolica: Giovedì Santo, Pentecoste, Corpus Domini, scientemente progettati e compiuti, ci proietta ben oltre il post concilio. Che da questi atti ed esempi possa scaturire qualcosa di buono non solo è illusorio ma è del tutto contrario alla nostra fede. Stoccolma? Forse no. Ma sindrome del "docile" cattolico del novecento che si lascia portare "serenamente" da Gedda a Che Guevara probabilmente si. Se dopo il sinodo spunteranno delle scarpette rosse, saranno quelle coi lustrini dei DJ che dovranno mettersi tutti i vescovi e i cardinali quando "dovranno" visitare le cristoteche delle proprie diocesi.

mic ha detto...

Non vedo don Ariel nella sindrome del docile cattolico del novecento.
Lo vedo piuttosto nella veste del sacerdote che cerca di restare nei ranghi in una situazione di disagio e difficoltà di ogni genere.
Non ha taciuto ed è rimasto scottato. Ha denunciato fatti gravi ed è stato penalizzato lui invece dei responsabili.
Ora, come tutti noi, valuta, esprime disagio con qualche espressione graffiante delle sue, attende e spera.
Tuttavia al punto in cui siamo, a mio avviso, non possiamo accampare, come lui dice all'inizio, una "speranza teologica". Ormai ci resta solo la Speranza teologale.

Anonimo ha detto...

Continuo a pensare che sia fondamentale considerare l'atteggiamento continuo del Vescovo di Roma nei confronti dell'Eucarestia. Ci si inginocchia davanti a chi crediamo abbia dignità superiore alla nostra e lui si inchina e fa benedire da tutti gli eretici, sono quindi al di sopra di Dio?
E Il suo voler evitare tutte le liturgie cattoliche per non urtare la suscettibilità di rabbini e iman che condividono con lui ???lo stesso dio. Questi sono fatti non opinioni di tradizionalisti legati morbosamente al passato. Ciò è inaccettabile per un cristiano, il punto non è la fedeltà al Papa, bensì la fedeltà a Cristo,a Pietro è stato dato il mandato di confermare la fede dei suoi fratelli , non di crearne una nuova per andare incontro a chi ha voluto crocifiggere Cristo o a chi non lo riconosce. Verrà il giorno del giudizio, per ciascuno, sia Papa,cardinale, vescovo, o semplice fedele e verrà considerata la fedeltà al Vangelo non al Papa, se questi avrà predicato diversamente dal Vangelo.

Seraafino ha detto...

Perdonate l'apparente fuori tema.
Nell'altro thread si è parlato dei rapporti tra i tradizionalisti e le rispettive famiglie.
Ora, subire umiliazioni e sofferenze (anche "fisiche") per Nostro Signore è il massimo onore, oltre che il sommo merito, che può avere un cattolico. Ma quando l'"aguzzino" è una persona cara, anzi è tuo figlio, che, comunque, ti vuole bene, come la si deve pensare?
Fino a che punto è un onore ed un merito e fino a che punto è una responsabilità, perché si è falliti come educatori?

Rafminimi ha detto...

uesti: il Sommo Pontefice Benedetto XVI dovette intervenire con l’apposita costituzione apostolica Anglicanorum coetibus [testo della costituzione consultabile qui] per regolare l’accoglimento di anglicani che chiedevano sempre più numerosi di entrare nella Chiesa Cattolica e per concedere la valida ordinazione agli ex sacerdoti
Scommetto la mia proverbiale cena contro una birra che don Ariel aveva scritto queste note PRIMA dello spettacolo della "benedizione" impartita al VdR dall'anglicano (con tanto di seconda moglie e gruppo di vescovesse al seguito).
Comportandosi così, il VdR ha dimostrato, nei fatti, senza dirlo, di NON CREDERE all'Apostolicae Curae (che, non dimentichiamolo, sentenza stracomune tra i teologi, è DOCUMENTO INFALLIBILE, POICHé soddisfa proprio i requisiti richiesti anche dai teologi più "minimalisti" al riguardo). Questo gesto pratico, secondo don Ariel, non tocca il depositum fidei? Per non parlare che NOn scommetto (perchè vincerei troppo facilmente) che provocherà de facto il fallimento dell'Anglicanorum C. Vescovi e preti ex-anglicani, si risentiranno di brutto per essere stati obbligati alla ri-ordinazione. Ora se altri li vorranno seguire (ma temo che si conteranno sulle dite delle mani di un monco) pretenderanno di NON essere riordinati, se non, al massimo, sub-conditione.

Anonimo ha detto...

Quanti cadaveri (vedi per esempio FFi ma non solo loro), e quanto dolore e sconcerto,lascerà dietro a se il Vescovo di Roma, prima che qualcuno si accorga che "il re è nudo"

mic ha detto...

Serafino,
premesso che ogni situazione non è inquadrabile entro schemi rigidi, ci andrei piano a parlare di fallimento come educatori, perché non tutto dipende da noi: ci sono innanzitutto la libertà i tempi e le esperienze degli altri, anche i più prossimi.
E, poi, ci sono i tempi e le vie di Dio e la Speranza teologale.

mic ha detto...

Al limite, non escludendo. errori e responsabilità, il tutto è sempre, per chi ha fede, sotto lo sguardo e l'azione redentrice e sanante del Signore, che è Lui ad aver l'ultima parola...

Mazzarino ha detto...

Cara Mic. In questi mesi, anzi anni, ogni atto dissacratorio e di negazione del Dio Cattolico, così come la Chiesa ce lo ha fatto conoscere, mi fa venire in mente S.Maurizio che non è restato nei ranghi, ed era capo legione, quando gli è stato ordinato di sacrificare al Dio Imperatore. Cono0sco molti sacerdoti in stand by ed approvo il loro modo di muoversi, prudenza d'accordo, il martirio non è dovuto, ma farsene una ragione e pedalare.... no.
Senza S.Maurizio,S.Vittore,S.Agata etc. etc. non saremmo qui né io ne tu ad arrabbiarci per i lumini accesi da Bergoglio al dio senza figlio nella Cattedrale di Baires o per le preghiere comuni in vaticano ad un dio che devrebbe convertirci come infedeli.

A proposito di prudenza... da non pubblicare per non danneggiarti : Sai che questo sito e chi lo guida è al top della mio gradimento e stima.

Luisa ha detto...

Don Levi si toglie qualche sassolino personale dalle scarpe, ha il coraggio di riprendere alcune fra le etichette sprezzanti incollate da Bergoglio a chi non gli piace, e certe sue espressioni problematiche, non rinuncia alle sue picche rivolte a chi secondo lui "piagnucola" o va alla caccia di eresie pontificie, ammanta il tutto, non solo con la sua verve e abilità oratoria, ma con il suo ottimismo.
Non ci resta che sperare che l`ottimismo di don Levi, che trova ben poco riscontro e terriccio nella realtà odierna, venga nel futuro confortato dalla realtà dei fatti.
Vedremo se papa Bergoglio finirà per, come lo pensa don Levi, "chiarire il tutto",
vedremo se, quando " si ritroverà dinanzi a un bivio che comporterà l’obbligo di dire in modo chiaro e inequivocabile cosa è giusto e cosa è sbagliato, mentre su di lui incomberà grave e solenne il divino monito: «Il vostro parlare sia si quando è si e no quando è no, perché il di più proviene dal maligno» [Mt 5: 33-37],, papa Bergoglio darà ragione a don Levi per il suo ottimismo, per la sua analisi ottimista.
Per il momento la Barca sembra navigare a vista.

hpoirot ha detto...

questa l'ho già sentita

* dopo la creazione della frat. SanPietro si sistemerà tutto
* dopo l'annessione dei tradizionalisti di Campos, si sistemerà tutto (perché adesso siamo forti)
* dopo la Dominus Jesus si sistemerà tutto
* dopo l'elezione di BXVI si sistemerà tutto
* dopo che la SPX avrà firmato si sistemerà tutto
...

don Ariel usa ancora qui la tecnica del politicante, del pubblicitario e del commerciale volpone. La crisi? Domani é finita, ci dicono dal 2008...

é una tecnica strana quella delle certezze che vengono dal futuro, di certo figlia del pensare conciliare (di cui don Ariel si é impregnato, che lo sappia a no)

preceptoris ha detto...

Concordo con il preanbolo di Mic, per il resto l'articolo del don di Gualdo, a mio avviso, fa parte della oramai nota strategia più o meno sofisticata nell'intento di assolvere il cv2.

Un concilio solamente pastorale,unico nel suo genere e nella storia della Chiesa, colpevole d'aver prodotto una seconda e devastante breccia, oltre a quella già nota di Porta Pia.

Come vorrei, che i sacerdoti si armassero di vero coraggio e prendessero coscienza.

Non è sufficiente scrivere articoli più o meno graffianti, bisogna essere attivi seriamente, come lo sono stati ad esempio le analisi critiche su basi teologiche al cv2 fatte dai quei FFI che sono stati puniti, e quelle già prodotte da altri coraggiosissimi Sacerdoti, anche loro seriamente puniti.

Questo avrebbe permesso di smascherare e anche condannare, (per il bene della Chiesa e dei fedeli) gli impostori che occupano potere e dirigenza all'interno della Santa Cattolica Apostolica.

I sofismi rafforzano il potere di questi ultimi, la schiettezza vera e onesta li farebbe indietreggiare.

Stefano78 ha detto...

Mi piacerebbe sapere se Don Ariel ha letto l'ultimo libro di Padre SM Lanzetta, e se sì cosa ne pensa

Rr ha detto...

Per chiarire ed esplicitare, Bergoglio di tempo ed occasioni ne ha gia' avute abbastanza. Quando e dove vuole, fa in modo che le sue parole siano ben udite eriprese dalla stampa. Se non fosse d' accordo con Kasper, per es., non ne avrebbe fatto l' elogio pubblico in almeno due occasioni.
OT, in parte: una notizia appena letta sul Giornale, su un prete messicano, e' per me l' ennesima dimostrazione di quanto il cattolicesimo sia in quell terre una vernicetta spalmata su credenze e principi di vita assolutamente " pagani".
Don Ariel mi fa venire in mente il concetto di " opposizione controllata" o anche " controllare entrambe le facce del discorso", di cui una parte dominante dell' elite mondialista e' maestra.
E' comunque possibile che, gesuiticamente, se Bergoglio vedra' una forte opposizione al Sinodo, prenda una posizione ufficialmente piu' conservatrice, lasciando che i singoli vescovi e le singole Conferenze si regolino come meglio credono. Chi sono io per...?
Rr

mic ha detto...

Grazie Mazzarino, dei contributi e della sintonia.
Ci diciamo, nel Signore: coraggio, avanti!

una sola fede ha detto...

tornando per un momento alle "LIMITATEZZE di Jorge Mario Bergoglio", come le chiama l'autore dell'articolo, che probabilmente stanno "fruttando" così tanti atti che messi tutti insieme fanno una torre ben più alta di quella di Babele, ecco che, sebbene egli con particolare difficoltà - se non mai - genufletta davanti al Santissimo e con altrettanta difficoltà lo si possa vedere inchinarsi profondamente e a baciare devotamente i simboli sacri della nostra fede, qua invece si può ammirare in un suo ennesimo baciamano ad un uomo (e tenendo occhi semichiusi in atteggiamento devoto), associato a riverente inchino. L'uomo in questione è don MICHELE DE PAOLIS, responsabile della Comunità Emmaus a Foggia e co-fondatore di Agedo Foggia, ricevuto nel maggio scorso in Santa Marta...


FOTO

http://yvesdaoudal.hautetfort.com/media/02/01/4063105151.JPG


Queste sono solo alcune frasi di DON MICHELE DE PAOLIS tratte da
http://blog.libero.it/gruppoalidaquila/10246589.html

1.«Oggi l'atteggiamento della Chiesa (cattolica romana, ndr) nei confronti degli omosessuali è SEVERO, DISUMANO e CREA TANTA SOFFERENZA, affermando che l'omosessualità è peccato. (...) Alcune persone di chiesa dicono: "Va bene essere omosessuali, MA NON DEBBONO AVERE RAPPORTI, non possono amarsi!"
È LA MASSIMA IPOCRISIA. È come dire a una pianta che cresce: "TU NON DEVI FIORIRE, non devi dar frutto!". Questo sì, è contro natura!»


2.“Consiglierei a questi giovani amici [omosessuali] di farsi coraggio, perché non tutti, nella santa chiesa di Dio (ndr, cattolica romana), sono malati di omofobia.

NON E’ VERO CHE SIETE IN PECCATO, perché Dio vi ama ed è Lui che ha messo in voi questa tendenza; è un suo dono. Questa è la vostra "natura", che va accettata e rispettata. Voi non siete malati; non dovete "guarire" da questa tendenza.[…]”

Cattolico ha detto...

@ Anonimo 9:25 e @ Mazzarino: "Don Ariel, ahinoi, continua a filtrare moscerini e ingoiare cammelli". Sono d'accordissimo con voi, cari amici, le acrobazie verbali per restare nell'éstablishment (tipo Tornielli O Socci) ormai non servono più, non convincono più nessuno. E' l'ora di schiurarsi, e con questo papa qui non è possibile schierarsi. Ognuno deve rispondere per sé davanti al Sommo Giudice, non vale la scusante "ma papa Francesco ha detto diversamente, mio Signore", perché anche lui dovrà rispondere a Cristo e, anzi, le sue responsabilità saranno molto più grandi, avendo lui influenza su milioni di anime.
Sto leggendo "La grande eresia", di Marecel De Corte, Giovanni Volpe Editore, Roma 1970 : libro stupendo, descrive in modo chiarissimo il modernismo (delle origini) ed il progressismo (del 2° dopoguerra, fino al 1969), con tutti i loro inganni e le loro mistificazioni : basta e avanza per gettare al macero tutte le oscure ed incomprensibili elucubrazioni del conciliaristi e postconciliaristi (esegesi, ermeneutica, ecc.), aventi il solo scopo di confondere le menti ed i cuori e di condurre le anime nel baratro infernale. Oppure leggete Jean Madirain (L'eresia del XX secolo, L'accordo di Metz, ecc.), un altro campione della divulgazione antimodernista. Tanti cari saluti,

AICI ha detto...

Il Papa farà piccole aperture criptiche per accontentare tuuti: non dirà nè si nè no ma aprirà la strada ad 1 ulteriore disfacimento di quel poco che rimane :'(

Luisa ha detto...

Potrebbe interessarvi questo documento della Commissione teologica internazionale( che non trovo in italiano) sul "sensus fidei nella vita della Chiesa:

http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_20140610_sensus-fidei_fr.html

Il documento finisce affermando che il Vaticano II è stato una nuova Pentecoste, e lo dice nel 2014!
Ciechi e sordi ma non muti, ideologia granitica, inganno organizzato e teorizzato, come si possa ancora oggi affermare quella che, confrontata alla realtà, appare come una grossa menzogna, la negazione di una ben triste realtà che salta agli occhi, è un "mistero"...ma forse sono tutti discepoli del dottor Coué.

Se ne parla sul forum catholique e su Rorate Caeli:

http://rorate-caeli.blogspot.com/2014/06/in-2014-how-can-grown-men-write-this.html

http://www.leforumcatholique.org/message.php?num=753293

Anonimo ha detto...

Che l'omosessualità praticata sia peccato lo dice la Sacra Scrittura. La Chiesa non può dire diversamente.
Se lo dice un uomo di chiesa, di cosa sta parlando?

una sola fede ha detto...

"Che l'omosessualità praticata sia peccato lo dice la Sacra Scrittura. La Chiesa non può dire diversamente. Se lo dice un uomo di chiesa, DI COSA STA PARLANDO?"


..già, e Bergoglio A CHI sta baciando la mano e a chi si sta inchinando?...

Si accettano eventuali risposte. Anche e soprattutto metafisiche.

Anonimo ha detto...

Sono s'accordo con ric.
Quelli Di Don Ariel sono solo, come dicono gli anglosassoni, un wishful thinking, noi diremmo un pio desiderio.

Laura

RIC ha detto...

Concordo con don Ariel su un punto: prima o poi anche Bergoglio dovra' scegliere, e dunque il Sinodo sara' un momento importante (e, temo, drammatico). Se non ne uscira' nulla di cio' che la gran parte dei neocattolici si attende, ci sara' grande delusione e al vdr potrebbe essere riservato il trattamento che ebbe Paolo VI dopo l 'Humanae Vitae
Se cambiamenti ci saranno, cadranno anche gli ultimi dubbi e le ultime speranze degli inguarabili ottimisti di sempre. E credo che a quel punto suonera' il liberi tutti con sconvolgimenti forse oggi non prevedibili.

Anonimo ha detto...

Supporre che a un certo punto ci sarà un ripensamento chiarificatore mi sembra quanto mai irrealistico. Ogni cosa va esattamente in senso opposto e la Nuova Chiesa con i suoi nuovi dogmi diventa sempre più forte, radicata ed acclamata ogni minuto che passa. Oltretutto essendo la Chiesa (anche e soprattutto quella Nuova...) una istituzione supremamente gerarchica in pratica a parte qualche sparuta sacca di resistenza non vi è alcuna opposizione a quanto sta accadendo. E queste sacche sono così marginali e ininfluenti da non destare la minima preoccupazione nei vincitori che infatti le gratificano quotidianamente col loro beffardo disprezzo (v. dichiarazioni di Mons. Galantino).
Miles

murmex ha detto...

CDon Ariel più che graffiante mi pare talvolta sprezzante (piagnucolare...scarpette...per non parlare di Messa a porte chiuse ).Essendo in contatto con così illustri teologi (ma padre Cavalcoli talvolta si arrampica sugli specchi,lo saprei confutare anch'io che non sono teologa ) ci si aspetterebbe non tanto vano ottimismo , quanto ragionamenti teologici sorretti da Speranza teologale (giustamente richiamata da mic ) che aiutino i fratelli confusi , spiazzati e anche pericolanti .

mic ha detto...

Caro Miles,
hai ragione riguardo alle "sacche marginali ininfluenti".
Ma resta valido umanamente parlando.
Che ci siano e continuino a resistere non è ininfluente nell'economia della salvezza.

Anonimo ha detto...

Anonimo/i delle 9,25 e delle 9,46 veramente ottimi.Miles Sacche di resistenza? Ma non scherziamo.Questi bergogliani stanno in TV e sui giornaloni ma cosa propongono? Non c'è un progetto e neanche un programma nella loro pastorale.Sembrano tanti Erode che prima di morire miseramente veniva acclamato dal popolino.Bobo

Anonimo ha detto...

Bobo, se non propongono, dispongono. Il potere lo hanno loro e ne abusano nei confronti della tradizione.

Luís Luiz ha detto...

Non teologia della speranza, ma della disperazione. Non c'è nessun suspense. Tutti sappiamo cosa succederà nel Sinodo: dopo una solenne affermazione del dogma, la "misericordia" deciderà tutto il contrario. L'ha già detto San Walter Kasper, il Doctor Confusus.

bernardino ha detto...

Dopo il sinodo il papa tornerà ad indossare le scarpette rosse -

Ottobre è prossimo, (ed io non vorrei essere definito come Giona, Profeta di sventura - come diceva anche G.XXIII -) ma tutto mi fà presupporre che il lavoro fatto in cinquant'anni non lo getteranno via, anzi hanno tutta la forza e la volontà di completarlo.
Bergoglio è arrivato per completare, ed ha intorno a se il 99,99 per cento della gerarchia; non siamo di fronte a B.XVI o Pio XII, siamo di fronte a Bergoglio ed alla sua equipe, questi non hanno paura di tagliare, di scismi, (vedi FFII) sono decisi, hanno tutto il potere ed il seguito mondiale di ogni genere; dunque attenzione che potremmo risvegliarci da un bel sogno, ma resta sempre un bel sogno, perchè lo sappiamo per esperienza che i sogni son solo desideri; e forse per don Ariel, che ammiro con una grande dolcezza, potrebbe rimanere un sogno amaro.
I desideri sono desideri, ed i sogni son sogni; in cinquant'anni avremo pure capito chi è questa gente e cosa è capace di fare.
A Bergoglio non interessa Nostro Signore, il Dio del cielo e della terra, il Dio Trinitario, a Lui interessa il contatto con le piazze.
Avete notato? non la processione del Corpus Domini (li c'è Gesù), li era a pezzi, ma in Calabria, forse l'aria del meridione, lontano da Roma, è ridiventato un giovanotto di trent'anni, pimpante, riposato, tranquillo.
Ma a chi la vuol far bere?
Benedetto quel mio vecchio parroco che è stato mio parroco per 50 anni e benedetti sacerdoti della SPX che frequento attualmente da vari anni; che Dio li benedica e dia loro tanta salute; al mio vecchio parroco ormai defunto il riposo eterno.
Comunque, in ogni modo aspetto le scarpette rosse con tutto ciò che ne deriva, poi ne riparleremo.
Dio mantiene sempre la Sua parola e quando vuole fà miracoli come a Bolsena. Qualcuno ci crede altri no. Io ci credo.

Anonimo ha detto...

>MIC, certamente la buona battaglia si combatte anche se si sa che umanamente sarà perduta.

>Bobo, intendo dire che hanno potere e consenso praticamente totali e noi umanamente a parte pregare non possiamo farci nulla.

La marginalità e ininfluenza sono determinate non certo dalle qualità e virtù delle persone ma dai numeri esigui e dalla sistematica esclusione/estromissione da ogni struttura ed anche, come si è visto, da autentiche persecuzioni.
Senza dimenticare che la Nuova Chiesa gode del pieno appoggio dei centri di potere nazionali e globali con tutta la loro rete mediatica e di relazioni.
Miles

Annarè ha detto...

Innanzi tutto chi vive della tradizione della Chiesa non vive di un passato che non tornerà, ma di un sempre presente, che è la verità e la liturgia di sempre che non è scomparsa come spera il Papa e non essendo scomparsa non dobbiamo ricercarla nel passato, è qui tra noi in barba ai modernisti. Per quanto riguarda il fatto che3 secondo don Ariel il Papa non dice nulla di contrario alla fede, beh! qui abbiamo i frutti davanti agli occhi: ogni giorno un'assurdità nuova che esce da Roma, ogni giorno qualche cardinale ereticante che spara la sua, nel silenzio del Papa, ogni giorno anime che perdono la strada seguendo questo Papa. Forse la sua scaltrezza sta nel non dire troppo palesemente delle eresie conclamate, ma questo atteggiamento è ancora più ingannevole, perchè i buoni di cuore che non riescono nemmeno pensare che il Papa possa dire delle cose erronee, cercheranno in questo modo di interpretare le parole doppie del Papa (o incoerenti con i fatti) sempre in modo cattolico, intanto l'errore si insinua, inocula lentamente e vediamo dei cattolici che si sono proitestantizzati senza rendersene conto. Il problema non nasce dal basso, da strane interpretazioni conciliari (e se anche fosse il problema sarebbe sempre Pietro), ma il problema sta proprio nell'autorità che non vuole fare più il suo servizio, non ha più cura delle cose di Dio, delle anime, è l'autorità che non fa più il suo dovere, altrimenti non potrebbero rimanere a piede libero certi ministri di Dio e non ci sarebbe l'ingiusto commissariamento di frati e suore dell'Immacolata. Il problema oggi siede sul seggio di Pietro, Pietro sta rinnegando Gesù, ma poi sappiamo che andrà a piangere dalla Madonna, perciò non disperiamo. Ci sarà prima o poi un lieto fine.Il CVII è l'atto di tradimento di Pietro, ci si può arrampicare sugli specchi, ma il CVII è portatore del virus che contaggia troppi cattolici.

Rr ha detto...

E' caduta l' URSS, cadra' anche la chiesa conciliare...
Rr

murmex ha detto...

Si può essere ottimisti (dipende più dal carattere che dal ragionamento , spesso si è scioccamente ottimisti ) , ma come fa don Ariel a essere quasi sicuro che il Papa si pronuncerà in modo chiaro? Se i risultati fossero quelli che paventiamo , e che forse lui invece auspica (non perchè scrutiamo il suo interno , ma per alcuni fatti e detti oggettivi )gli basterà tacere , o forse più probabilmente blandamente parlare SENZA IMPEGNARE LA SUA AUTORITA' . Niente di diverso da quanto avviene da tempo ,sappiamo con quale danno . Insomma , Don Ariel confonde i piani magisteriali :se VOLESSE porre in campo l'autorità somma , sicuramente dovrebbe parlare chiaro , dogmaticamente . Ma il volere o non volere rientra nella sua discrezionalità , chi può costringerlo? Quindi , da ciò cui abbiamo assistito finora , temo che non lo vorrà ;sarei felicissima di sbagliarmi .

Rr ha detto...

Oh, AICI, di " vescovi" homo in USA e' pieno, come un tale che s'e' " sposato", quindi, con la velocita' tipica delle loro " unioni d' amore" ( loro mai per interesse, moda, curiosita'...) s'e' " separato" e ora scrive inconsolabile nel suo blog chiedendo preghiere ( sic !! ) ai suoi " parrocchiani".
NB: le espressioni filogiudaizzanti sono tratte dall' intervista al Vanguardia. L' intervistatore e' un ebreo portoghese di origine, ora israeliano.
Forse, se l' intervistatore fosse stato musulmano, avrebbe detto di voler approfondire l' islam nel cristianesimo e la fioritura del cristianesimo nell' islam. Se fosse stato buddista, induista, scintoista, confuciano, ecc., idem, basta cambiare il termine appropriato.
Se invece di frequentare rabbini e protestanti a Baires, avesse fatto dei ritiri spirituali dai benedettini di Fortgambault o dai FFI, sarebbe stato di gran lunga meglio.
OT: chissa' perché in Giappone, dopo secoli di gesuiti, ci sono pochissimi cattolici, mentre in Corea, senza gesuiti, ce ne sono tanti ?
Rr

Mazzarino ha detto...

Ottima murmex. Sinodo o non sinodo non cambierà nulla. Verranno in buona fede quattro poveri scalcagnati vescovi a rassicurarci su di un accettabile accordo. Probabilmente non riusciremo neppure a capire di cosa si tratta. Tuttavia molti torneranno sereni e felici per poter ancora gridare viva il Papa senza sapere neppure il perché. E' solo lurida politica. O, se preferite, tecnica di controllo delle masse. Ho vissuto, cercando di rianimarli, la morte di quattro(dico quattro) organismi politici cattolici. L'agonia ha sempre gli stessi tratti: Comitati (Sinodi) continui in cui il pontiere prezzolato di turno si fa capofila del dissenso, lo convoglia e lo trattiene fino ad un prossimo comitato e così via...
Nel frattempo procede l'azione distruttiva e di incasso di chi ti ha già pesato e venduto a terzi. Chi comanda sfrutta la rendita di posizione calcolando l'abbandono e guidandolo in modo che avvenga pian pianino curando di evitare atti forti tali da suscitare forte contemporanea opposizione, lasciando che ciascuno prende coscienza della realtà, e si distacchi, in tempi diversi. E così piano piano l'organismo prima muta geneticamente dal di dentro. Poi muore. In poco più di un anno sono già stati compiuti atti di una gravità tale da giustificare la cacciata a calci nel sedere di tutti coloro che portano lo zucchetto. Di qualunque colore esso sia. Eppure i cattolici, rimasti cattolici aspettano "groggy" l'araba fenice. Bergoglio ha già oggi trasformato la chiesa in un soggetto politico ebraico-dossettiano: l’ultuma conferma è il no al Corpus Domini a Roma in nome di una pimpante e politica visita Galantina in Calabria. Vuole la politica dentro la Chiesa? Potremmo anche starci. Cominciamo così: Fiasco in terrasanta, fiasco nei giardini vaticani, fiaschi politici vari in Sicilia e Calabria: "BERGOGLIO GO HOME".

hpoirot ha detto...

"Presto, presto"

Facciamo anche che prima di "rimettere le scarpette rosse" il papa tenga la promessa fatta ai genotori Manelli di liberare presto dai sepolcri i FI ?

murmex ha detto...

penso proprio che la realtà sia quella descritta da Mazzarino .tutto giocato sul "dico e non dico" , se del caso (quando si è saggiato il terreno spingendosi un po' troppo avanti ) smentisco , evitare atti troppo dirompenti per i più già mezzi assuefatti ( atti dirompenti , di segno univoco e numerosi sono già avvenuti , ma forse non abbastanza dirompenti nell'anestesia generale: da un sacerdote pare intelligente e colto sono catalogati come limiti e debolezze , quasi peccati personali e non traviamenti del gregge ) ;intanto avanza la mutazione ,ora in maniera accelerata perchè evidentemente si ritiene che il popolo sia maturo per qualcosa di più "forte " ,ammantato di bontà e misericordia . Quello che mi stupisce e addolora è che persone buone , religiose , anche assidue alla S Messa "di sempre " vivano tranquille , deprecando qualcosa , ma in fondo non aprendo gli occhi sull'entità della crisi (mons Schneider la definisce paragonabile a quella ariana , a me povera ignorante sembra qualcosa di mai avvenuto , perchè non si nega un dogma , si abbatte il cattolicesimo in toto , per dirla con S Pio X si pone la scure non a un ramo , ma alla radice stessa ). E non aprendo gli occhi si rischia per se stessi ,e non si aiutano gli altri .

Anonimo ha detto...

L'avere speranza nei modernisti è follia.

Era proprio il massone Giovanni XXIII che ha detto dei cattolici:

"We discover now that a mark of Cain stands on our forehead. In the course of the centuries our brother Abel has lain in blood that we spilt, and he has wept tears that we brought forth, because we forgot Thy love. Forgive us the curse that we unrightfully affixed to the Jews’ name. Forgive us for nailing Thee in their flesh for a second time to the Cross." (fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Bacharach)

Queste parole sono scritte sul pietro davanti la capella di San Werner, un bambino cattolico crocifisso dai Ashkenazi in 1289 A. D.....

Immagine la contradizione...in tale luogo: l'attribuire la colpa agli cattolica e alla Chiesa (il Archivescovo di Treviri ha tolto la festa di S. Werner perchè l'ha giudicato una calunna-mitica per giustificare l'odio raziale per gli ebrei)

è proprio così con i modernisti: attribuire alla Chiesa le marche degli dannati, e al Sinagoga dei infideli le marche degli Eletti...

Osservatore

una sola fede ha detto...

“e chi vorrà testimoniare Cristo a costo della vita se un papa fa certe riunioni e invocazioni fraterne di pace massonica, cioè INDIFFERENTISTA?”

Ottimo, caro Anonimo delle 16.07, che, pur non essendoti dato un nick (ma ti inviterei fraternamente a dartelo, se ti va, naturalmente) riconosco dal consueto stile netto e schietto, che apprezzo molto, senza troppi giri di parole e dicendo la verità per quella che è, cioè…la verità!
Hai accennato all’ “INDIFFERENTISMO”, e allora quale migliore esempio della bella, nitidissima pagina tratta dall’ Enciclica “MIRARI VOS” del Santo Padre GREGORIO XVI - che in qualche modo fa il paio con la Mortalium animos di Pio XI qui più volte postata - pubblicata il 15 agosto (festa dell’Assunzione della B.V. Maria) del 1832, che confuta errori ormai diventati pandemici in questo ultimo cinquantennio specie e soprattutto da parte addirittura dei suoi successori, che li promuovono invece come fossero verità?...


dall'Enciclica MIRARI VOS di papa Gregorio XVI:

“[…] Veniamo ora ad un’altra sorgente trabocchevole dei mali, da cui piangiamo afflitta presentemente la Chiesa: vogliamo dire l’INDIFFERENTISMO, ossia quella PERVERSA OPINIONE che per fraudolenta opera degl’increduli si dilatò in ogni parte, e SECONDO LA QUALE SI POSSA IN QUALUNQUE PROFESSIONE DI FEDE CONSEGUIRE L’ETERNA SALVEZZA DELL’ANIMA, se i costumi si conformano alla norma del retto e dell’onesto. Ma a voi non sarà malagevole cosa allontanare dai popoli affidati alla vostra cura UN ERRORE COSI’ PESTILENZIALE intorno ad una cosa chiara ed evidentissima, senza contrasto. Poiché è affermato dall’Apostolo che esiste "un solo Iddio, una sola Fede, un solo Battesimo" (Ef 4,5), TEMANO COLORO I QUALI SOGNANO CHE VELEGGIANDO SOTTO BANDIERA DI QUALUNQUE RELIGIONE possa egualmente approdarsi al porto dell’eterna felicità, e considerino che per testimonianza dello stesso Salvatore "essi sono contro Cristo, perché non sono con Cristo" (Lc 11,23), e che sventuratamente disperdono solo perché con lui non raccolgono; quindi "senza dubbio PERIRANNO IN ETERNO se non tengono la Fede cattolica, e questa non conservino intera ed inviolata" [Symbol. S. Athanasii] [...]”.

“Ma a tante e così amare cause che Ci tengono solleciti e nel comune pericolo Ci crucciano con dolore singolare, si unirono certe associazioni e determinate aggregazioni nelle quali, FATTA LEGA CON GENTE DI OGNI RELIGIONE, ANCHE FALSA E DI ESTRANEO CULTO, si predica libertà d’ogni genere, si suscitano turbolenze contro il sacro e il civile potere, e si conculca ogni più veneranda autorità, sotto lo specioso pretesto di pietà e di attaccamento alla religione, ma con mira in fatto di promuovere ovunque novità e sedizioni”.

mic ha detto...

Murmex, Mazzarino,
non posso che condividere, purtroppo.

Anonimo ha detto...

Il Papa ha mantenuto la promessa infatti ha ricevuto a S Marta tanti FI come si può constatare dalle nuove foto apparse sul loro sito ufficiale:
Volpi, Bruno e tanti altri insieme a Francesco:
chi ha orecchi intenda!

Anonimo ha detto...

Fra un partito politico e la Chiesa Cattolica c'è una differenza enorme.Se la Chiesa non fosse di origine divina sarebbe sparita da tantissimo tempo ,come sono sparite tante altre pseudo religioni. Bergoglio non si inginocchia davanti a Dio? Si inginocchierà davanti agli uomini per avere il loro consenso.Bobo

Anonimo ha detto...

Dopo il sinodo il Papa metterà le scarpe rosse? Poi si inginocchierà davanti al Santissimo o aspetterà ancora qualche anno? E questo è un Papa ,successore di S.Pietro...Bobo

Luisa ha detto...



" Il Papa ha mantenuto la promessa infatti ha ricevuto a S Marta tanti FI come si può constatare dalle nuove foto apparse sul loro sito ufficiale:"

Non so a quale foto si riferisca l`anonimo, quella che è sul sito gestito da p. Bruno è del gennaio 2014 presa durante la visita di papa Bergoglio a Santa Maria Maggiore dove chi è informato sa si trovano i frati contestatari.

Epiphanio ha detto...

Sarebbe interesante sapere cosa intende don Ariel con le espressioni "cristocentrismo cosmico" e "omocentrismo terreno". L'aggettivo "cosmmico" sembra aggiungere qualcosa al concetto di "cristocentrismo", nel senso che si oppone a "omocentrismo terreno". Forse "cosmico" significa "divino", in relazione a "terreno", solo che questo ultimo concetto si aggiunge a "omocentrismo", e qui sorge un altro problema. Cosa intende don Ariel con "omocentrismo"? Fa riferimento all'"omoeresia"? Se è così l'omoeresia è un fenomeno terreno, bestiale. Ma forse "omocentrismo" indica "antropocentrismo", e in questo caso è pure terreno, meramente umano. In questo caso l'aggettivo "terreno" non si oppone a "divino", ma a "cosmico", quindi, non si vede opposizione fra ciò che è terreno e ciò che è cosmico, anzi, in una visione evolutiva l'uomo terreno (sia esso naturale o pervertito) è uno stadio verso il Cristo cosmico. Mi sembra che l'articolo di don Ariel comincia male da queste imprecissioni e vizia tutto il resto, perché interpretato come sopra ho esposto, la logica della la certezza del futuro, non ha niente a che vedere con la virtù teologale della speranza.

Anonimo ha detto...

https://m.facebook.com/fratifrancescani.dellimmacolata.3?id=526434204051844&refsrc=http%3A%2F%2Fwww.google.it%2Fsearch&_rdr sul sito Facebook

Luisa ha detto...

Ringrazio anonimo, sembra essere a Santa Marta, non si sa quando, e la loro presenza non è stata resa nota.
Ma ciò non mi sorprende affatto, personalmente non ho dubbi sul fatto che papa Bergoglio non solo sia perfettamente al corrente di tutto quel che sta succedendo ai FFI ma appoggi chi sta portando a compimento l`opera di dissoluzione di quella Congregazione e del carisma che l`ha vista nascere e crescere.
Da dove verrebbe altrimenti l`arrogante sicumera degli attuali responsabili dei FFI?

bm ha detto...

certo che Bergoglio sa tutto, ed è il mandante supremo sia pure "non ufficiale", della persecuzione, e qui certo la sua autorità funziona alla grande....non dice mica: "chi sono io per giudicare i tradizionalisti e consacrati e devoti affini"! solo davanti ai gay e atei impenitenti si profonde in rispettosa neutralità e tolleranza a tutto campo, di tutti i peccati possibili, di cui nessuno intende pentirsi nè convertirsi. Infatti "il proselitismo è una sciocchezza", "non convertire il fratello, no! accettalo com'è"*
Allora don Ariel dovrebbe spiegare a noi (privi forse della sua "speranza" in un Bergoglio "rettificato") il comportamento tenacemente demolitore del vdr verso i FFI, verso la Tradizione e tutti coloro che la onorano, bersagliati dei suoi amorevoli EPITETI, e spiegarci come verificare nei fatti quella sua forte certezza che Bergoglio -tra poco, state tranquilli- parlerà bene, con retta dottrina, in modo inequivocabile, dissiperà tutto il fumo che lo precede e lo accompagna fin dal 13-03-2013, e agirà pastorale sollecita verso tutti i cattolici, quando i fatti quotidiani dimostrano il contrario.
spieghi a tutti don Ariel i fondamenti della sua certezza, quando osa pure paragonare Bergoglio a SanPietro, bypassando il fatto che il primo papa giunse al martirio DOPO essersi convertito, e amaramente pentito di aver rinnegato il Signore, non prima!
(v. sopra dove dice, in sostanza: "questo papa è anche migliore [?!?] di Pietro, che rinnegò Cristo ecc. " mentre vedete, il vdr non l'ha rinnegato a parole" nè ha pronunciato mai eresie che rigettino il Depositum fidei.....e a don Ariel non dicono niente i fatti eclatanti, non uno ma cento, di non-amore nè obbedienza verso Cristo, tipo la non-benedizione per rispetto agli atei presenti, o l'abbraccio ai giudei "fratelli" ovviamente non-inCristo, etc.)
----------
*testualmente:
Vai a convincere un altro che si faccia cattolico? No, no, no! Vai ad incontrarlo, è tuo fratello! E questo basta”
che si ascolta qui:
http://www.youtube.com/watch?v=GkjxL70LKYk

mentre il mandato di Cristo è l'opposto, v.
Gesù disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,15-16)
e San Paolo dice:

Guai a me se non annuncio il Vangelo! (I Corinti 9,16)
spieghi don Ariel a noi poveri sfiduciati, come rientri questa aberrante dichiarazione nell'essere Bergoglio FEDELE a Cristo Signore e al suo comando dato agli Apostoli.

BM

Turiferario ha detto...

E' comunque un fatto che la popolarità di Bergoglio sia in calo rispetto a un anno fa. Cioè, è sempre popolare, ma non c'è più l'aura messianica che agli inizi lo circondava. La gente ha capito che non farà i gesti straordinari che ci si aspettava da lui (quali esattamente a dire il vero non era ben chiaro nemmeno a chi se li aspettava). Non so se al sinodo di ottobre accadrà ciò che si aspetta don Ariel, personalmente non credo e penso anzi che anche in quell'occasione chi si è aspettato cose stratosferiche finirà deluso. Forse è proprio questo il tallone d'Achille del "bergoglismo fase suprema del modernismo": oltre un certo punto non si può andare, e quel punto è stato già toccato da tempo. E se non si può andare oltre si finisce per girarci intorno come i criceti nella ruota. Non ho il dono della profezia e non faccio previsioni, ma a me sembra che il modernismo il suo culmine l'abbia già toccato e stia iniziando la sua lenta parabola discendente. Tutto sta ad agevolarla proponendo un'alternativa credibile e non una cagnara.

(Però don Ariel, accidenti, non caschi anche lei nella trappola di attribuire a Dante quell'apocrifo "Non ti curar di lor ma guarda e passa". Dante dice "non ragioniam di lor ma guarda e passa": Inferno, III, 51).

Anonimo ha detto...

Scusate l'OT
Oggi non è riportata la Prima Lettura della Liturgia,

http://www.chiesacattolica.it/liturgia_del_giorno/anno_a___pari/00057428_Lunedi_della_XII_settimana_del_Tempo_Ordinario__Anno_pari_.html

cos'è, censura della Parola di Dio?

Anonimo ha detto...

Ma ciò non mi sorprende affatto, personalmente non ho dubbi sul fatto che papa Bergoglio non solo sia perfettamente al corrente di tutto quel che sta succedendo ai FFI

Verissimo Luisa anch'io ne sono convinto e sin dall'inizio tant'è che il decreto dello scorso anno porta prolrio specifiche prescritzioni di P Francesco. Ma quello che lei sostiene è ciò che affermano da sempre anche P Volpi e P Bruno e cioè che il Papa è costantemente aggiornato sulle vicende FI e che le grosse decisioni (seminario ecc) non furono frutto di bizzarrie del cattivo commissario ma bensì disposizioni richieste. La Chiesa, il Papa, conosce tutto perfettamente e allora mi spiega il senso di certe "proteste"?
potrebbe ad esempio spiegarlo alla proprietaria del Blog che è cofirmataria di "dieci" domande a Braz de Aviz dove le prime 4 volgono sulla questione se addirittura lui, il Prefetto, è a conoscenza. .... ecc?
Saluti


Verissimo Lui

mic ha detto...

potrebbe ad esempio spiegarlo alla proprietaria del Blog che è cofirmataria di "dieci" domande a Braz de Aviz dove le prime 4 volgono sulla questione se addirittura lui, il Prefetto, è a conoscenza. .... ecc?

Non ha capito o finge di non capire che "quelle domande" non sono semplici richieste di chiarimento, ma uno strumento polemico nel senso etimologico del termine. Esse riconducono il "caso" - che non riguarda ovviamente solo i FI ma la Chiesa universale ed è una catastrofe - alle sue radici metafisiche e soprannaturali....
L'ultima, che in fondo non è una domanda perché rinvia ad una risposta ovvia, indica la profondità del problema.

Anonimo ha detto...

Cara Mic e compagni di tastiera del blog, dopo un tempus horribile per lavoro e famiglia,torno a leggervi e ne ho......non sono d'accordo con d.Ariel, non sono ottimista per natura, quindi niente scarpe rosse, lo show continua sempre uguale a sé stesso, segnalo un bell'articolo di Socci dedicato al Galante/ino che mi piacque assai. Auguratemi buona fortuna, oggi a Bologna decidono il mio futuro.Lupus et Agnus.

una sola fede ha detto...

caro fratello in Cristo BM (finalmente ti sei dato un nick!), che riporti alle 9.24 questa frase di Bergoglio:

"Vai a convincere un altro che si faccia cattolico? No, no, no! Vai ad incontrarlo, è tuo fratello! E questo basta”


ricordo, ma tu lo sai senz'altro, che poi ci sarebbe pure questo….

1.“ho deciso di indire per tutta la Chiesa, il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria, Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, e anche invito ad unirsi a questa iniziativa, NEL MODO CHE RITERRANNO PIU’ OPPORTUNO, i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volontà”.

mentre San Paolo, AL CONTRARIO (quindi non solo Pio XI e Gregorio XVI, che anzi traggono spunto proprio dalla Scrittura) intima:

"Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l'iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? QUALE INTESA tra Cristo e Beliar, o QUALE COLLABORAZIONE tra un fedele e un infedele? Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?"
(2 Cor 6, 14-16)

Altra dichiarazione bergogliana:

2.“Questo è importante che voi facciate nelle riunioni. E anche, quelli che sono CRISTIANI, CON LA BIBBIA, e quelli che sono MUSULMANI CON IL CORANO, CON LA FEDE CHE AVETE RICEVUTO DAI VOSTRI PADRI, che sempre vi aiuterà ad andare avanti. Condividere anche la propria fede, perché uno solo è Dio: lo stesso”

…e Bergoglio ha lasciato pure qualcosa di scritto “Evangelii gaudium”, esortazione apostolica:

3.“Gli SCRITTI SACRI DELL’ISLAM conservano parte degli insegnamenti cristiani; Gesù Cristo e Maria sono oggetto di PROFONDA VENERAZIONE ed è AMMIREVOLE vedere come giovani e anziani, donne e uomini dell’Islam sono capaci di dedicare quotidianamente tempo ALLA PREGHIERA e di PARTECIPARE FEDELMENTE AI LORO RITI RELIGIOSI. Al tempo stesso, molti di loro sono profondamente convinti che la loro vita, nella sua totalità, è di Dio e per Lui”.

Ricordiamo infine che tra gli errori condannati nel “Sillabo” del beato PIO IX (si può dire? Spero di sì, è Magistero perenne…) c’è anche quest’affermazione:

XV.È LIBERO CIASCUN UOMO DI ABBRACCIARE E PROFESSARE QUELLA RELIGIONE CHE, SULLA SCORTA DEL LUME DELLA RAGIONE, AVRA’ REPUTATO VERA.

Ognuno può fare i dovuti confronti.

Anonimo ha detto...

È lei che non ha capito o che fa finta di non capire......
guardi la foto e vedrà la risposta ai suoi quesiti

Luisa ha detto...

"La Chiesa, il Papa, conosce tutto perfettamente e allora mi spiega il senso di certe "proteste"?"

Eh no, anonimo, non rigiri la frittata e non mi faccia dire quel che non ho detto!
È vero sono più che sicura che Bergoglio sa e vuole tutto quel che sta succedendo ai FFI, ma forse che, dicendo questo, sto approvando l`opera di sabotaggio e dissoluzione della Congregazione fondata da Padre Manelli e Padre Pelletieri?
No.
Forse che sto giustificando o, ancor peggio, approvando le decisioni del Papa?
No.
Forse che penso che in quel suo comportamento e in quella sua volontà papa Bergoglio è infallibile?
No.
Forse che le decisioni di papa Bergoglio, applicate da Volpi e Bruno, o anche solo da lui avallate, sono al di sopra di critiche e proteste?
No.

E, infine, NO, anonimo, la Chiesa NON sa tutto!
Non sa nemmeno, ancora il PERCHÈ, di quei provevdimenti violenti, che hanno decapitato la Congregazione dei FFI, allontanato e messo in libertà condizionata il suo Fondatore e i suoi responsabili, obbligati al silenzio, chiuso il seminario, e soppresso la Messa Antica!

mic ha detto...

Siamo con te, Lupus! :)

mic ha detto...

È lei che non ha capito o che fa finta di non capire......
guardi la foto e vedrà la risposta ai suoi quesiti


Io ho portato argomenti seri, lei mi rimanda ad una foto di una pagina Facebook, che sembrerebbe dei FI in cui giganteggia una celebrazione a Santa Marta (così pare) dove ci sono dei FI in prima fila.
Beh, potrebbero essere i dissidenti e alcuni in corso di "rieducazione".
E gli altri (la maggioranza), dove sono? Che fine faranno?
Che significa?

Non viene specificato nulla...
Si parla della Chiesa di Bergoglio (ritratto con Galantino in Calabria), verità trascendente e impegno immanente: si riferisce forse alle galantinate bergoglieggianti?


mic ha detto...

Interessanti le osservazioni di Epiphanio.

A. ha detto...

Non sa nemmeno, ancora il PERCHÈ, di quei provevdimenti violenti, che hanno decapitato la Congregazione dei FFI, allontanato e messo in ***libertà condizionata*** il suo Fondatore e i suoi responsabili.
Ecco, pur non potendolo escludere, in astratto, in concreto NON penso che vi siano guardie armate a sorvegliarli. ALLORA, preghiamo che Fondatore e co. SUPERINO la sudditanza psicologica che li tiene fermi che se vadano senza rendere conto a nessuno. E se vi sono coloro, armati o no, che cerchino di fermarli, sappiano che possono incorrere nei rigori della Legge dello Stato italiano (oltre che, nell'ira di Dio e di San Francesco).

mic ha detto...

Mi segnalano questo link:

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-34860/

ne riparleremo

AICI ha detto...

da l'articolo:"Ha poi precisato che l'ortodossia viene garantita dalla Chiesa attraverso il successore di Pietro.", ambè se ci garantisce Bergoglio l'ortodossia....

Luisa ha detto...

Embé!
Il normalmente e straordinariamente celere Tornielli ci informa dell`incontro con i nuovi FFI, due settimane dopo? Ma che gli succede?
Comunque, grazie a lui, chi ancora dubitava che Bergoglio fosse al corrente, dovrà lasciare i suoi dubbi e accettare che TUTTO quel che succede ai FFI è VOLUTO dal Papa.

E, se anche lo immaginavo, resto comunaue basita quando leggo che Bergoglio ha personalemnte VOLUTO la chiusura del seminario affinchè i seminaristi siano formati nelle pontificie facoltà teologiche romane!
Decisione molto grave la sua.
Grave e non motivata.

A quando la chiusura dei seminari neocatecumenali?

In quei seminari si studia il verbo kikiano, quei seminaristi seguono un insegnamento secretato, sono sottomessi ai catechisti e a Arguello, celebrano la "liturgia" kikiana.
Tutto ok per papa Bergoglio?

Che differenza potrà esserci fra i seminari neocat, lasciati disseminare, e quello dei FFI chiuso per volontà papale?
Ho bisogno di ripondere?
Non credo.



Luisa ha detto...

E poi mi scappa un sorriso leggendo la fine dell`articolo di Tornielli:

"Alla fine dell'incontro il Papa ha salutato personalmente tutti i presenti. Due di loro gli hanno manifestato perplessità per il trattamento a cui è stato sottoposto il fondatore padre Stefano Manelli. Uno di questi due seminaristi alcuni giorni dopo l'incontro ha annunciato la sua decisione di lasciare il noviziato perché si è detto contrario al Concilio Vaticano II."

Capito?
Forse che Tornielli prende i lettori per degli imbecilli?
Crede veramente che beviamo tutto quel che scrive e che i lettori sono abbastanza rincitrulliti da tirare le conclusioni che indica in modo a dir poco grosssolano?
È così in missione permanente da non rendersi conto di quel che scrive o ha un tale disprezzo per taluni che ci gode?
Quella del seminarista che ha chiesto notizie di Padre Manelli e poi lascia perchè"contrario al CVII", avrebbe potuto lasciarla nella sua tastiera...invece la mette ben in vista a conclusione del suo articolo.

Beh, anche se c`è ben poco da ridere, con quella frase alla fine dell`articolo, Tornielli vorrebbe farci dedurre e credere che chi si interessa a Padre Manelli e lo sostiene è contro il CVII, che, last but not least, padre Manelli è contro il CVII.
Eh, oh, Tornielli mica siamo fessi!

Ma, piuttosto, perchè Tornielli non ci dice quel che ha risposto il Papa?
Quello sì che ci interesserebbe!

Rr ha detto...

Luisa, non farti il sangue amaro con Tornielli.
Quando i suoi padroni avran finito di portare fuori d' Italia tutte le loro proprieta' e soldi, non avendo piu' interessi nel nostro paese, chiuderanno anche il giornale, e gli daran il benservito.
Potra' sempre tornare a Chioggia a spazzar via l' acqua alta.
Rr

preceptoris ha detto...

Gentile Luisa, per salvare la Chiesa nello stato in cui si trova, ora come ora, è e diviene necessario essere contro il cv2.

Meglio essere contro il cv2 che contro il Magistero Perenne della Chiesa, quello si infallibile.

Non è un caso che,la tirannia dei modernisti pigino sul tasto del cv2.

Ebbene si, il cv2 non è un Dogma per cui, con la massima schiettezza e coerenza lo si giudichi per quello che è, ossia un nulla rispetto a tutti gli altri Concili Dogmatici e definitori della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, i quali hanno decretato leggi norme e Magistero a cui sottostare pena l'anatema.

Ci credono fessi si ..... coraggio FFI e altri, non mollate.

Le ingiuste e perverse sanzioni, così come gli articoletti di taluni, sono il rumore dello scricchiolio sulle crepe dell'impasto argilloso che sostiene il peso del 'gigante di pietra'

Non si tema e lo dico in primis. ai Sacerdoti e ai laici impegnati seriamente nella difesa della Chiesa Sposa di Cristo e Nostra Madre.

Marco P. ha detto...

Si scrive della paura dei cattolici della "Riserva Indiana" cui don Ariel appartiene:
".... la paura che gli accidenti esterni che concorrono a supportare il mistero della Chiesa e che come tali sono e devono essere mutevoli, finiscano invece per prendere il sopravvento e intaccare la percezione stessa della sostanza eterna e immutabile di Dio; una sostanza che essendo causa di se stessa è di per sé invariabile. O per dirla schiettamente: nella stagione di quel post concilio che attraverso un terribile golpe ha divorato il Concilio Vaticano II, gli accidenti dei peggiori teologi — Karl Rahner in testa — hanno cominciato non solo a mutare, ma peggio: a corrodere la sostanza dando appresso vita a una sostanza alterata e falsata."

Prima si dice che c'è la paura che gli accidenti possano concorrere a fornire una percezione sbagliata della Sostanza in Sé immutabile (ma perciò stesso non potrebbero riferirsi ad Essa: ciò che è sommamente perfetto non può figurarsi come imperfetto, quindi ciò che ci viene detto e ciò che viene fatto in nome della Verità ma che ci pare che la Verità la deformi - ci pare non per impressione nostra ma per confronto con il dato rivelato e trasmesso - non è riferibile alla Verità ma è altro), poi si dice che tale paura è giustificata poiché determinati accidenti hanno mutato, corrotto la sostanza del Concilio Vaticano II.

Se la sostanza del Vaticano II è stata mutata e corrotta, allora era mutevole e corruttibile e come può essere qualche cosa avente queste caratteristiche essere un dato imprescindibile per il cattolico, qualche cosa che ieri c'era o oggi non più e perché è proprio da questo che si genera la paura dell'attacco alla dottrina?


Un'altra domande che vorrei rivolgere a chi pone su due piani differenti l'attacco alla dottrina esplicito rispetto alla affermazione di prassi eterodosse è: ma quando S. Paolo riprese S. Pietro, perché lo fece? Perché questi aveva contravvenuto alla dottrina apertamente, dichiarandone una contraria oppure perché con una prassi sbagliata rischiava di inficiare la percezione che si aveva della retta dottrina ? A me pare che fosse in discussione il comportamento di S. Pietro, non una sua dichiarazione.
In questo caso un accidente (non prendere cibo con i pagani) dava una percezione sbagliata della Verità (evitare di prendere cibo con i pagani è giusto, come sostenevano i giudei), ma questo non inficiava la Verità stessa (si può mangiare con chi si vuole, non essendo questo importante per la salvezza): ciò nonostante però S. Paolo riprende S. Pietro.
Quindi
se si teme che degli accidenti, come può accadere, concorrano a far percepire la retta dottrina erroneamente, perché mai non si può riprendere chi si fa portatore di ciò o anche solo non lo si può dire, adducendo la ragione che in fondo non viene intaccata la dottrina e fino a che questo non accade, tutto va comunque bene? S. Paolo la pensa diversamente.

murmex ha detto...

Marco Pedranzini ,è molto interessante il suo rilievo . da esso potremmo avere la conferma che :1)si può essere Papi eppure tenere comportamenti (e aggiungerei , sullo stesso piano anche dichiarazioni non magisteriali ) che confondono il gregge (non solo nell'ambito personale ,con scandali ecc. ,ma anche DOTTRINALE ),2 )è lecito e direi doveroso opporvisi ,( ma dovrebbe esserci un Vescovo che segua l'esempio di S Paolo ,quando si farà sentire?).

Anonimo ha detto...

chi si è bevuto libertà religiosa e collegialità pensando che non tocchino la dottrina definita potrà bersi anche la comunione ai divorziati.

Don Ariel ha ragione nel dire che tali errori non sono nel Magistero del Papa come tale; epperò sono, pubblici e inequivocabili, e non si può pensare che siano ininfluenti

rocco ha detto...

l'ultima frontiera normalista e' "ma tanto non e' magistero, e se non e' magistero puo dire cio che vuole"

don ariel si nasconde dietro un dito.

ilfocohadaardere ha detto...

No. Don Ariel cerca di rimanere CATTOLICO. Perché rimanere cattolico significa, grazie ai doni dello Spirito Santo, che in questo periodo oscuro va insistentemente invocato su di noi battezzati (unendo una conversione profonda e quotidiana, che ci possa conservare nella grazia), fare un attento discernimento. Da un lato trovo- qui come in altri blog- molte cose interessanti e degne di riflessione, e dall'altro, con esse confusa, tanta dimostrazione di imprudenza mista a presunzione. Ogni cattolico sincero ed attento non può non soffrire ed avere pesantissimi interrogativi, che gli gravano le spalle,tanto, a volte, da infondergli la tentazione dello scoraggiamento.Ma Gesù ci ha promesso che sarà con noi, fino alla fine dei tempi.Restiamo con lui.Ma con la sicumera, non si rimane con lui. Sposo gli interventi di "mic",quando dice che grava una enorme responsabilità in chiunque sparga al vento,on superficialità ed imprudenza, tesi e conclusioni recise,inappellabili,come se fosse munus di ogni cattolico, decidere all'impronta chi è papa, e chi non lo è,senza contare fino a 10.000,00 e poi, ricominciare daccapo.la confusione è tanta. Le ambiguità evidenti.Il contributo satanico dei media, altrettanto evidente:rete globale di informazione che assume le vesti di un'espressione dell'anticristo.Questo non vuole dire che papa Francesco non dica cose di per sé ambigue e discutibili.Vuol dire che non vi sono i presupposti per fare ffermazioni che rischiano di sconfinare-esse stesse- nell'eresia e nel peccato.Oggi non vi sono gli elementi per affermare come qualcuno imprudentemente e con grave responsabilità fa, che in qualche modo Francesco non è il papa.Anche se non piace a chi ha già l'acquolina in bocca per affermazioni più "drastiche", la distinzione fatta da D.Ariel su "magistero", "ex cathedra" e non, è e rimane fondamentale.E bisognerebbe avere presente un documento di Magistero formale e straordinario del XVI secolo in cui fu- a tutela del gregge dai lupi vestiti da pastori- fu stabilito il presupposto NECESSARIO perché vescovi e fedeli laici potessero sentirsi LIBERATI dall'obbligo di riconoscere autorità ed insegnamento dell'eletto al soglio pontificio: sostanzialmente, che fosse scoperto (evidentemente dopo la sua elezione)che tal persona,PRIMA della sua elezione, avesse professato eresie o aderito a false dottrine.Non mi ricordo al momento il nome di tale documento solenne di Magistero, ma qualcuno qui potrà senza dubbio saperlo ben più e meglio di me.PIEDI DI PIOMBO. Preghiera, UMILTA', e poi ancora PRUDENZA.Sia lodato Gesù Cristo e Maria Sedes Sapientiae ora pro nobis!