Avrei preferito nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, per non alimentare la canea di chi forse non aspetta altro. Ma è un comportamento che aborro. E, allora, parliamone seriamente e virilmente, prendendo come base questa icastica ed esaustiva sintesi di Esistenzialmente Periferico, densa di interrogativi calzanti e incalzanti, che non ci vedono ripiegati in difesa e messi all'angolo come tentano di fare da cinquant'anni; ma diventano un Questionario spinoso e ineludibile, redatto dal punto di vista dei fedeli, pecore che vogliono avere il profumo di Cristo Signore. È un Questionario che non riguarda solo realtà marginali o marginalizzate, ma tutta la Chiesa. (M.G.)
Mentre l'esercito di cani di Pavlov si affanna sorridente e compiaciuto a condannare il Nuovo Scisma, vorrei proporre alcuni semplici spunti di riflessione su questa nuova ordinazione di vescovo senza mandato pontificio.
Insisto: propongo solo domande asciutte, senza inutile polemica e senza buonismo da sagrestia, al solo scopo di riflettere per capire come mai ci siamo ritrovati prevedibilmente questo caso. Evito di proposito questioni dottrinali, disciplinari, Concilio, etc., perché intendo evidenziare la questione liturgica, specialmente dal punto di vista dei fedeli.
Mi scuso per la lunghezza, ma è necessario partire da lontano per chiarire la dinamica senza cortocircuitare tutto a slogan preconfezionati.
Punto 1: la liturgia tradizionale ("tridentina") non è mai stata abolita. Lo ha confermato perfino un successore di Pietro. Benedetto XVI ha anche anche stabilito che per celebrarla non c'è bisogno neppure del permesso. La necessità di dover continuamente ricordare ciò fa capire quanto sia ossessiva e furiosa ancor oggi la guerra contro la liturgia tradizionale, «tesoro prezioso da conservare» che non può essere «improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso». Chiediamoci dunque:
- Benedetto XVI ha contraddetto Paolo VI?
- Paolo VI aveva sbagliato ad imporre la liturgia Novus Ordo anziché proporla ai fedeli?
- da allora ad oggi, chi l'ha subìta piuttosto che sceglierla, ha subìto un torto da parte delle autorità della Chiesa?
- Benedetto XVI, col Summorum Pontificum, è stato nemico del Vaticano II e della riforma liturgica?
Punto 2: la liturgia tradizionale riguarda tutti e sette i sacramenti. Cioè la questione non riguarda solo la Messa: è perfettamente legittimo desiderare che la propria vita spirituale sia sostenuta dai sacramenti nella forma tradizionale (cfr. motu proprio Summorum Pontificum ed istruzione applicativa Universae Ecclesiae [vedi anche]). Dunque sorgono altre domande:
- cosa si sente rispondere chi chiede di celebrare -per esempio- un battesimo o matrimonio in rito tradizionale? cosa fanno vescovi e sacerdoti per «garantire e assicurare realmente a quanti lo domandano, l’uso della forma extraordinaria»?
- come mai tanti preti, pur disponibili a celebrare, temono le reazioni dei confratelli, dei superiori, del vescovo? (ho conosciuto tanti che celebrano di nascosto, senza fedeli, uno addirittura nello sgabuzzino della canonica: come mai si vedono costretti nelle catacombe?)
- cosa si sentirà rispondere un giovane chiamato al sacerdozio (diocesano o religioso), nel momento in cui davanti al responsabile delle vocazioni ammettesse candidamente di preferire la liturgia tradizionale?
- quali strade oggi può concretamente percorrere chi desidera i sacramenti nella forma tradizionale permanendo nella Chiesa?
- esiste qualche ragione teologicamente fondata per ghettizzare in una "riserva indiana" per di più silenziata i fedeli (e le vocazioni) legati al rito tradizionale?
Punto 3: la liturgia tradizionale riguarda anche il sacramento dell'ordine. È del tutto naturale che una vocazione che cresce preferendo il rito tradizionale venga portata al sacerdozio proprio attraverso quello stesso rito. Domandiamo:
- cosa si sentirà rispondere dal suo vescovo o dal suo superiore un seminarista che ha riscoperto la liturgia tridentina e che chiede l'ordinazione in rito tradizionale?
- i tantissimi seminaristi osteggiati e addirittura espulsi per simpatie verso la liturgia tradizionale, hanno subìto un torto?
- per quale motivo il Summorum Pontificum menziona sei sacramenti e non l'ordine sacro?
- quali strade oggi può concretamente percorrere una vocazione al sacerdozio che preferisca la liturgia tridentina permanendo nella Chiesa?
- come mai ancor oggi i pastori della Chiesa sono incapaci di coltivare vocazioni al sacerdozio diocesano nel rito tradizionale che non è stato "mai abrogato"?
- il sacerdozio è un incarico principalmente pastorale? (si viene ordinati in funzione delle esigenze pastorali diocesane?)
Punto 4: i pochi istituti tradizionali sono ostacolati e non vengono considerati per la pastorale diocesana. La pubblicazione del Summorum Pontificum ha fatto uscire dalle catacombe un crescente popolo di fedeli legati alla liturgia tradizionale. E da un popolo che prega fioriscono vocazioni. Dato che la forma "ordinaria" e la forma "straordinaria" sono «due espressioni dello stesso rito», c'è da chiedersi con onestà:
- come mai nelle diocesi e negli ordini religiosi - salvo rari "ghetti" - è così difficile dare spazio al rito tradizionale? (il rito tradizionale serve solo ad accontentare i "tradizionalisti", oppure - essendo una delle «due espressioni dello stesso rito» - può essere incoraggiato anche senza aspettare insistenti richieste dai "tradizionalisti"?)
- quante diocesi hanno invitato istituti tradizionali a fondare una propria casa? quanti vescovi sono stati finora disposti ad integrare nella propria linea pastorale i sacerdoti impegnati principalmente col rito tradizionale "mai abrogato"?
- quante parrocchie nell'orbe cattolico garantiscono quotidianamente la liturgia tradizionale? (esempio: nella vasta e popolosa diocesi di Roma, una sola parrocchia)
- una comunità di fedeli cosa può pensare dell'autorità della Chiesa quando questa non è disposta ad accoglierne le vocazioni che legittimamente si nutrono della liturgia "mai abrogata"?
Punto 5: anche i fedeli di liturgia tradizionale necessitano di "operai per la messe". Una Chiesa che smette di ordinare sacerdoti è una chiesa castrata e spenta. Le richieste di Messe "tridentine" costantemente aumentano, e tipicamente la notizia di qualche celebrazione "tridentina" attira devoti fedeli anche da parecchi chilometri. Dunque:
- alla luce del fatto che le vocazioni "tradizionali" cominciano a rappresentare una percentuale consistente (esempio: un quarto dei seminaristi dell'intera Francia è legato esclusivamente al rito tradizionale), in che modo i vescovi stanno assicurando "operai per la messe" anche ai fedeli del rito "mai abrogato"?
- nella storia della Chiesa risultano occasioni in cui le autorità ecclesiastiche abbiano rifiutato di ordinare sacerdoti per un qualsiasi rito "mai abrogato"?
- cosa fanno concretamente i vescovi per evitare di lasciare che i fedeli "tradizionali" restino senza sacerdoti?
- per esempio: cosa hanno fatto i vescovi per garantire continuità ai fedeli che seguivano le liturgie tradizionali dei Francescani dell'Immacolata?
Punto 6: c'è lì fuori un crescente popolo di fedeli "non in comunione" con la Chiesa anche a causa dell'incessante, accurata, documentata ostilità degli uomini di Chiesa a tutto ciò che sa di "tridentino". Domandiamo infatti:
- cosa fanno i vescovi, premurosi nel pascere ogni singola pecorella del loro gregge, per evitare di abbandonare i fedeli legati al rito tradizionale ad un tale stato di necessità da considerare realtà "alternative"?
- il «favorire la riconciliazione in seno alla Chiesa» esige l'imposizione del Novus Ordo a chiunque domandi il Vetus?
- quanto spesso sacerdoti e vescovi sotto sotto etichettano come "lefebvriani" coloro che sono sinceramente attaccati alla liturgia tridentina? quanto spesso hanno sottilmente invitato tali fedeli a togliersi dai piedi dalla pastorale diocesana? quante volte avviene di sentirsi insinuare che "qui si celebra solo il Novus Ordo e chi vuole la Messa Tridentina può andarsene dai lefebvriani"? quanti don Abbondio hanno trovato improvvisamente cumuli di "impedimenti" per frustrare le speranze dei fedeli "tradizionali" e sotto sotto indurli ad andarsene?
- quanta fatica occorre per dei fedeli in buona fede per ottenere la semplice celebrazione di un sacramento in rito tradizionale?
Punto 7: anziano e prossimo alla fine dei suoi giorni, di fronte ai continui "impedimenti" e rinvii sollevati dalle autorità vaticane, mons. Lefebvre scelse di ordinare quattro vescovi illecitamente, senza il mandato di Roma, per garantire ai fedeli "tradizionali" la continuità di tutti e sette i sacramenti, che entro le debite condizioni sono un loro diritto (non un premio, non un lusso, ma un diritto, una necessità: «pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle»). Insieme alla scomunica, il 2 luglio 1988 Giovanni Paolo II invitò tutti i vescovi della Chiesa ad «un'ampia e generosa applicazione delle direttive, già da tempo emanate dalla Sede Apostolica», direttive puntualmente rimaste lettera morta fino al motu proprio Summorum Pontificum, quando è stato chiarito che non c'è nemmeno bisogno di autorizzazioni del vescovo. Perciò chiediamo:
- al di là delle questioni dottrinali, era davvero infondato il sospetto di mons. Lefebvre che un suo successore scelto da Roma fosse il cavallo di troia per imporre ai fedeli "tradizionali" una lenta ma inesorabile commistione con la liturgia Novus Ordo?
- cosa hanno concretamente fatto le autorità della Chiesa per convincere i fedeli legati alla liturgia tradizionale che non era necessario seguire mons. Lefebvre?
- alla luce degli eventi degli ultimi 50 anni e di tutti gli ostacoli che incontra chi desidera dalla Chiesa i sacramenti nella forma tradizionale, risultava davvero così imprevedibile per le autorità della Chiesa qualche altra ordinazione illecita di vescovi "tradizionali"?
- la dovuta ubbidienza ai successori di Pietro e degli Apostoli implica umilianti ingiustizie come il dover rinunciare alla liturgia che ha santificato i cattolici di tutti i tempi fino a padre Pio?
- se per ipotesi fossero state solo questioni dottrinali, avremmo ugualmente assistito a ordinazioni episcopali illecite?
- insomma, siamo davvero sicuri che tutte le colpe delle ordinazioni illecite stiano in mons. Lefebvre prima e in mons. Williamson oggi?
63 commenti:
Tutto oro colato.
Aggiungo che il questionario rispecchia alla perfezione la situazione della diocesi torinese. Personalmente ho vissuto o avuto racconti di persone che hanno vissuto tutte le situazioni cui si fa riferimento nelle domande.
USque tandem?
Le domande rispecchiano la dura realtà nuda e cruda, così com'è e come ognuno di noi l'ha sperimentata dal semplice fedele al seminarista, al sacerdote...
http://www.riposte-catholique.fr/riposte-catholique-blog/rome-riposte-catholique-blog/interpretation-de-vatican-ii-lhermeneutique-de-la-dialectique-permanente
Magnifico, E.P.!
"insomma, siamo davvero sicuri che tutte le colpe delle ordinazioni illecite stiano in mons. Lefebvre prima e in mons. Williamson oggi?"
Ordinazioni illecite?
Già, in un post precedente, dicevo che, secondo me, la Fraternità aveva sbagliato ad espellere Williamson solo per compiacere la Comunità Ebraica e, tanto più ora, avrebbe dovuto tacere sull'argomento della consacrazione episcopale di Padre Faure.
Molto illuminanti i link lì postati da Raoul Gerrx
“… mai abrogato…” ?
En France — pour ne parler que de la France — pendant 40 ans, les évêques et le clergé en général n’ont cessé d’affirmer que le rite traditionnel avait éte effectivement aboli. Pendant 40 ans ils ont donc menti.
Eh bien, comment peut-on accorder sa confiance à un clergé menteur ?
Pour ma part c’est impossible.
Ou bien l’Église est l’organe de la Vérité, ou bien elle n’est rien.
Une des raisons de la haine vouée par ce même clergé menteur à Benoît XVI est que, par son motu proprio “Summorum Pontificum”, il le mettait brusquement face à son mensonge.
Chez les curés ces choses-là ne se pardonnent pas.
Qu’on se souvienne, à ce propos, des commentaires désobligeants de Bergoglio sur le même Benoît XVI.
Ou de ceux, tout aussi indécents, du sinistre patriarche de Lisbonne, José da Cruz Policarpo.
Orgueil, orgueil, orgueil et fausseté sur toute la ligne.
Depuis lors, où et quand a-t-on vu ces mêmes prélats demander pardon à leurs fidèles du mal qu’ils leur ont fait par leurs mensonges, par leurs campagnes d’intimidation, par leurs plaisanteries imbéciles et par — oui — leur terrorisme ?
Terrorisme est le mot que Thomas Molnar emploie pour caractériser la manière dont les mensongères réformes post-conciliaires ont été imposées à un peuple fidèle QUI NE LES AVAIT JAMAIS DEMANDÉES.
Aggiungo un altro:
Per i Cattolici che vogliano di mostrare la fedeltà immacolata alla Fede Cattolica, è peccato che ricevano i Sacramenti da quelli che hanno ricevuto la loro ordinazione solamente da quelli che hanno fatto le stesse cose per 2000 anni, in un discendenza episcopale immacolata?
Per tali fedeli, è peccato di preferire di ricevere i Sacramenti di tali?
In fino, per tali fedeli, è peccato di volere di essere Cattolici?
In fino, per tali fedeli, è peccato pure di esistere?
Se le risposte a queste domande sono "No", quindi come mai non esiste una necessità morale che vescovi come Monsignor Williamson ordinano nuovi vescovi per la salvezza e il servizio a 1.000.000.000 fedeli in tutto il mondo?
Romano
Io ci andrei pianissimo coi numeri sono 1 mld. di battezzati, praticanti e credenti molti di meno, le situazioni non sono tutte uguali, qua ad esempio c'è il priorato e c'è una messa domenicale celebrata in chiesa normale data dal vescovo e con sacerdote non lefebvriano e così chi ci vuole andare ci va,c'è ampia libertà di scelta, la Francia non fa testo, preti cattolici non si vedono neanche col lanternino, quindi i tradi fanno numericamente un figurone cmq. i preti ordinati sono in tutto il mondo 600 o forse meno, quindi hai voglia a trovare operai.....buona domenica a tutto il blog ed a Mic che dimostra nei riguardi di noi bloggers indisciplinati una pazienza addirittura illimitata......compatibile coi doveri di donna, madre e sposa, ovvio :D. Lupus et Agnus.
Mi permetto di aggiungere due punti di riflessione: 1) Se Lefebvre non avesse fatto le Consacrazioni del 1988, ritengo che non avremmo avuto il Summorum Pontificum oggi; Lefebvre sarebbe morto di lì a poco, non sarebbe stato più ordinato nessuno nell'alveo della Tradizione, e la Tradizione stessa sarebbe gradualmente caduta nell'oblio e dimenticata; inoltre gli stessi istituti Ecclesia Dei, sorti in funzione della Fraternità (da scissioni come la FSSP o creati come contraltare come l'ICRSS), gradualmente sarebbero scomparsi. 2) Come fanno molti a lanciare anatemi ed a stracciarsi le vesti contro Lefebvre e Williamson che, sfido chiunque a dimostrare il contrario, hanno sempre predicato esclusivamente ed integralmente la Dottrina Cattolica così come insegnata dalla Chiesa in 2000 anni di Magistero, quando l'intera conferenza episcopale cilena, SENZA ALCUNA SANZIONE DA ROMA, fa pubblico atto di fede nel dio azteco Tata Inti, e un moltitudine di Vescovi e Cardinali pronunciano, ANCORA SENZA ALCUNA SANZIONE, affermazioni eretiche che neanche sessant'anni fa, nell'epoca chiamata da molti con disprezzo "preconciliare", a riduzioni allo stato laicale e scomuniche per pubblica eresia?
Perché il SP non menziona il Sacramento dell'Ordine?
La risposta è nella pseudo-soppressione degli ordini minori, voluta da Paolo VI! Qui entra in gioco la leggittimità delle nuove leggi, come questa.
Le Ordinazioni minori, conferite secondo il rito tradizionale, sono valide o no? L'obbligo del celibato è un voto oppure, se si accetta la legittimità di questa nuova legge, una pura promessa individuale?
Quando un laico entra nel clero? Con la tonsura, oppure con il diaconato?
Il problema delle comunità ED, che in teoria sono tenute a riconoscere la legge di soppressione degli ordini minori, è grande.
La Santa Sede volutamente non è voluta entrare nell'argomento.
Per questo il SP glissa sul rito tradizionale dell'Ordine.
A Mirano(Venezia), il gruppo stabile che rappresentiamo si trova di fronte ad un parroco che letteralmente ci aborrisce , che ci insulta, che ci definisce lefevriani e che ha accettato obtorto collo una celebrazione tridentina mensile soltanto perchè imposta dalla Curia di Treviso. Dall'altra parte, alle ns. ripetute richieste di aumentare la frequenza delle celebrazioni la Curia finora ha risposto che non ci sono sacerdoti sufficienti. Ma io dico: non sta a loro procurarli o formarli se attualmente non ce ne sono a sufficienza (istruzione "Universae Ecclesiae")? Noi abbiamo risposto che conosciamo diversi sacerdoti di altre diocesi disponibili a celebrare per noi. La Curia che risponde? Che preferisce che il celebrante sia un sacerdote del clero diocesano... E allora? Che si fa? Tutto ciò non appare come una scusa? E parliamo di due Messe al mese per circa 50 fedeli costantemente presenti!
Caro Marco (bentrovato) e tutti,
degli Ordini minori ho parlato qui
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2011/11/il-rito-latino-nella-sua-forma.html
Trascrivo l'essenziale per comodità di chi legge ora:
Secondo la Tradizione della Chiesa:
1. l'episcopato si identifica nel sacerdozio di Melchisedech e ricorda quello di Aronne (comunque il sacerdozio ha superato quello di Aronne e si identifica con quello di Cristo Sommo Sacerdote)
2. i sacerdoti - presbiteri (anziani) (come i 72 mandati da Gesù) sono come i 70 anziani (i "cohanim" ebraico=cohen è "colui che sta in piedi" davanti e alla guida dell'Assemblea); gli ordini maggiori o sacri (suddiacono, diacono, sacerdote)
3. tutti gli altri ordini minori (accolito, esorcista, lettore, portiere) si identificano con i leviti, e cioè gli aggiunti gli aiutanti
Fu nel 1972 che Paolo VI (con la Ministeria quaedam) abolì i cosiddetti "ordini minori" (ostiariato, esorcistato -svolto in altre forme -, suddiaconato) e cambiò la definizione stessa degli "ordini sacri" in "ministeri", rendendoli parzialmente accessibili anche ai laici, secondo l'indirizzo del Concilio Vaticano II. Giustificava Paolo VI la sua decisione con queste parole: "Corrisponde inoltre alla realtà stessa e alla mentalità odierna che i menzionati uffici non siano più chiamati ordini minori e che il loro conferimento sia denominato non «ordinazione» ma «istituzione», ed ancora che siano e vengano ritenuti propriamente chierici soltanto coloro che hanno ricevuto il Diaconato."
L'abolizione da parte di Paolo VI degli ordini minori ha cambiato la "scaletta" più esterna del sacerdozio e aggiornato l'ordine-taxis-ordo voluto da Dio per il culto pubblico che è innanzitutto uno ius divinum, modificando il lettorato e l'accolitato, che sono diventati ministeri per far posto ai laici. In questo modo, non solo Paolo VI ha rivisitato il sacerdozio, ma ha inteso dare una nuova immagine di servizio all'Altare, ottenendo però di essere preso troppo alla lettera: l'Altare, col Novus Ordo, si è praticamente ovunque trasformato in mensa... Ecco perché nella Chiesa (e nel mondo) tutto è sovvertito. E il sovvertimento va aggravandosi sempre più: gli abusi e gli arbìtri vanno moltiplicandosi. Non c'è bisogno di essere disfattisti. Basta guardarsi intorno... Non per questo la fiducia (che è Fede, adesione, attenzione amorosa, fedeltà) viene meno, così come non vengono meno la Speranza e l'Attesa... Il Signore è Risorto ed è con noi se rimaniamo in Lui e, quindi, non dobbiamo aver timore di nulla!
Ma le cose stanno così. Chi ha sovvertito e continua a sovvertire la Tradizione sostituendo l'antropocentrismo dell'assemblea al Cristocentrismo del Sacrificio se ne infischia. C'è chi sa ed è connivente. C'è chi non sa. C'è chi minimizza per ignoranza o per incuria o per eccessiva fiducia nell'uomo messo al posto di Dio.
Scrive Raoul:
"Depuis lors, où et quand a-t-on vu ces mêmes prélats demander pardon à leurs fidèles du mal qu’ils leur ont fait par leurs mensonges, par leurs campagnes d’intimidation, par leurs plaisanteries imbéciles et par — oui — leur terrorisme ?
Terrorisme est le mot que Thomas Molnar emploie pour caractériser la manière dont les mensongères réformes post-conciliaires ont été imposées à un peuple fidèle QUI NE LES AVAIT JAMAIS DEMANDÉES."
Posso testimoniare della verità di queste parole, per una sorta di legittima difesa sono scappata lontano da quella violenza, da quelle battute sarcastiche, da quegli improvvisi "revirements "( capovolgimenti), quel che era giusto e celebrato il giorno prima, il giorno dopo era deriso e disprezzato, mi sono allontanata da quei cuori e da quelle menti chiusi, totalmente impermeabili alle mie domande e al mio sconcerto, mi indicavano la porta, se non ti va bene la porta è lì, tanto indietro non si torna.
Io me ne sono andata ma ai miei tempi si obbediva, la gente non aveva chiesto niente, quella rivoluzione gli è piombata sulla testa dall`alto, l`hanno subita, si sono adattati, hanno obbedito.
Potrei aggiungere la bistrattata e dimenticata Chioggia (Ve) all'elenco delle diocesi in cui il SP è considerato peggio della peste. Poco sopra si è citata Torino, il cui vescovo - guarda caso - è stato il maestro dell'attuale vescovo di Chioggia... Sono ormai tre anni che combattiamo (è il caso di dirlo) senza ottenere nulla, nulla, nulla di nulla.
E vogliamo ricordare Milano?
Una comunità di rito ambrosiano nativo, stabilita dopo l' indulto di GPII (quando Martini era ancora cattolico), ma mai citata in alcun documento ufficiale, tipo : Elenco parrocchie ed orari S.Messe in diocesi ed in citta'
+ una nuova comunità a Monza SP + gli studenti della Cattolica (FSSP) . In una città di un milione e trecentomila abitanti per non contare l' hinterland. Ma la preoccupazione e' per i poveri Musulmani che non sanno dove pregare. Anche in Arabia saudita si preoccupano dei Cattolici che non hanno chiese...
E naturalmente ci ricordiamo della frase del povero Tettamanzi, che qui comando io, e quest'e' casa mia...
Comunque se le cose continuano così, tra una diecina d' anni, avremo chiese chiuse o vendute, o cedute agli ortodossi o convertite in moschee, mentre i priorati FSSPX, le comunità SP extraeuropea, gli FSSP e ICR, seppur lentamente saranno sempre più numerose, e noi saremo lì.
Gli altri? New aAge Catholics, pentecostali, carismatici, ebrei riformati(comunque pochi, non figliano), un po' di Musulmani, tutti insieme nella New Mondial Religion. Speriamo che almeno S.Pietro resti come museo e non venduta al miglior offerente (Qatar?)
Rr
un semplice commento: parrocchia di ventimila abitanti, una chiesa parrocchiale e due chiesine sparse nelle frazioni; da circa quattro anni seguo quante persone vanno in chiesa in ogni celebrazione NO con chitarre e bongo e tutto quello che vuoi per attirare i giovani, sei celebrazioni festive partecipano seicento persone, di cui due celebrazioni sono forzate per circa cinquecento ragazzi per prime comunioni e cresime con famiglie; dalla fine delle cresime si riduce a circa trecento persone. percentuali dal 3x100 all'1,5x100.
due più due fà quattro e non otto, - per lupus et agnus.
Specifico che siamo nei dintorni di Roma, e non in Cina.
Temo che nella Chiesa Cattolica nelle sue piu' alte gerarchie vi sia un piano preciso che vede l'abolizione del cattolicesimo in favore di un avvicinamento al protestantesimo. Ma il piano e' sotterraneo e questo spiegherebbe le contraddizioni tra la legge e la pratica in materia di liturgia e vita sacramentale dei sacerdoti seminaristi e laici.
Non sono un teologo, sono un semplice cristiano, ma credo che l' obbedienza sia un atteggiamento fondamentale per un cattolico. Se l' autorità legittima (tanto più se é il Papa...) ordina qualcosa, si deve ubbidire, anche se non si condivide e si soffre nel farlo. Se Dio vorrà farà ugualmente fiorire quello che si voleva fare, e proprio l' aver ubbidito e sofferto porterà grandissimo frutto. Mi permetto di citare Don Luigi Giussani (anche se so che non è certo un punto di riferimento per molti frequentatori di questo blog...) che, soprattutto nella prima parte della vita di CL, é stato molto avversato all' interno della Chiesa, il quale diceva al suo Arcivescovo, con il quale aveva incomprensioni, che se gli avesse ordinato di chiudere Comunione e Liberazione, nel giro di mezz' ora questo sarebbe stato eseguito. L'arcivescovo non lo ha mai fatto ma, se lo avesse fatto, Don Giussani avrebbe ubbidito. Credo che questa sia la posizione corretta!
Non è corretta invece quella di Mons. Lefebvre, che disubbidisce apertamente al Papa, portando avanti un principio disgregatore. E appare curiosa e francamente insostenibile la posizione della Fraternità San Pio X nel criticare l' ordinazione illecita di Mons. Williamson, il quale ha usato l' identifica giustificazione di Mons. Lefebvre...
Se l' ubbidienza all' autorità non è essenziale, su quali basi poi si puó a propria volta pretendere obbedienza?
Senza ubbidire si disgrega e non si porta frutto.
Ringrazio sempre per lo spazio che mi viene concesso.
Non pubblico commenti inutili e miopi con paragoni impropri.
Servono solo a distogliere l'attenzione dal problema di fondo (una bazzecola come sacerdozio e liturgia da preservare) e dalle precise domande che l'articolo pone.
Valeria,
anch'io ho il forte sospetto di un disegno, ordito da menti molto acute, astute e determinate, che cercano di protestantizzare (leggi: secolarizzare) il cattolicesimo, ma non per arrivare a quello, ma per proseguire oltre, "nell'insignificanza pratica" della fede o nella sua funzione sociale, adogmatica e "privata" (perseguibile per legge se osa sfidare i mantra del politically correct, ogni epoca la sua: cuius "gregio" et eius "ideoligio"). A questo servono pastori dalla grande carica emotiva, abili psicologi esistenziali, che non si fanno troppi problemi sulla teologia e l'essenziale.
C'è però un punto da non oltrepassare nella disamina: se ci deve essere una voce profetica in questa temperie, se è cristiana non può odiare.
La profezia sarà, nella consapevolezza di questo attacco frontale alla verità tutta intera, non il rendere male per male, bensì il pregare sinceramente per loro, convertendoci dalla tentazione di considerarli "perduti".
Non l'augurarci un fulmine che li incenerisca, ma la loro resipiscenza e conversione.
Non il darci pena per quel che perdiamo, ma l'offrirci noi stessi come vittime unite al sacrificio redentivo di Cristo, che salva.
Quindi non ritenendoci così utili da essere decisivi, ma così inutili da fidarci del Signore.
Non con la "verità in tasca" (tipico modo di fare post-conciliarista), ma nella tasca della Verità.
Anche se andiamo per una valle oscura non avremo a temere alcun male, avendo con noi il Signore: questo non succede odiando, chicchessia.
E' questo il grande mistero: non ragionare come il mondo.
Se -giustamente- rileviamo il disastro di una Chiesa che si fa soprattutto "mondo" (anche quando parla, un po' confusamente, di mondanità e mondanizzazione); se riconosciamo l'azione del tentatore e del falsario (anche se Francesco lo nomina, quasi ricordandosi che c'è anche lui), allora non possiamo ragionare come farebbe il mondo...
Dividendolo in amico e nemico e basta.
Gesù è morto anche per chi l'ha crocifisso.
Non possiamo odiare chi ci fa portare la croce. Offriamola.
. Scrivo dalla Toscana. Ogni tanto leggo il vostro sito dove trovo delle riflessioni interessanti. Io sono nato dopo il C.V.II e per la maggior parte della mia vita ho frequentato Sante Messe celebrate con il N.O. Dopo il S.P. mi sono avvicinato alla Santa Messa Tridentina e adesso vi partecipo ogni domenica, mentre durante la settimana frequento la Santa Messa in rito ordinario. Devo dire che sono poche le persone che frequentano la Santa Messa V.O., siamo circa una ventina. La Toscana si sa, fra le regioni italiane, è una di quelle con minore frequenza alla Messa, quindi mi sembra già un miracolo che nella mia zona ci sia la possibilità, almeno nel giorno del Signore, di partecipare al Santo Sacrificio secondo il messale di San Pio V.
Condivido le vostre preoccupazioni e le vostre speranze e capisco le vostre amarezze. Non condivido, e lo dico con rispetto, il modo con cui spesso vi ponete denunciando un male evidente. Secondo me non aiutate la causa della Tradizione continuando su questa strada. Ve lo dico perché mi sento davvero vostro fratello e mi interessa davvero che la Chiesa non perda questo tesoro che grazie a tutti voi è arrivato fino a me. Ordinare dei vescovi senza l'autorizzazione del Papa è scisma e dallo scisma non può nascere niente di buono. Non sono un figlio devoto del Santo Padre Francesco; da quando è stato eletto soffro di dolore indicibile ma prego per lui, ed è il papa, ed è bene ricordarlo, non è il mite Benedetto XVI; sono cresciuto dai gesuiti e so di cosa parlo. Troppo spesso poi da queste pagine viene indicato il Concilio Vaticano II come la radice di tutti i mali che la Chiesa sta attraversando in questo momento. Non sono un esperto, sono un pover'uomo che cerca il Signore ma voi capite bene che si sta parlando di un Concilio della Chiesa Cattolica, con carattere pastorale è vero, ma sempre un Concilio in comunione con Pietro. Si parla di 50 anni fa quando l'episcopato era stato scelto per la maggior parte dal Venerabile Pio XII che in fatto di dottrina non scherzava, che cercava di elevare all'episcopato persone degne di tale incarico. Il Concilio non ha abolito la liturgia tradizionale come è stato giustamente ricordato, quello che è successo dopo lo sapete meglio di me. Anche coloro però che si erano interrogati sul modo con cui era stata fatta la riforma liturgica, hanno finito per accettarla e celebrarla. Un vecchio sacerdote mi diceva sempre che è meglio sbagliare con la Chiesa che fare bene da soli. Vi prego fratelli non continuate su questa strada, è pericolosa, fatelo per amore di quella Tradizione che sto imparando ad amare con tutto il cuore. E' vero che la situazione non è favorevole, è vero che c'è una sorta di razzismo nell'episcopato verso questa realtà, è vero che ci vorrebbe un nuovo "sillabo" che indicasse chiaramente come andrebbe interpretato, specie alcuni documenti, il C.V.II, ma proseguire per questa strada mi sembra un vero suicidio. Pensate davvero che qualunque Papa verrà dopo di questo potrà ignorare il Concilio Vaticano II°, pensate davvero che ci possa essere una restaurazione? Io non ho una soluzione ovviamente, ma so che la preghiera ed il sacrificio aprono strade impensate. La Chiesa è evidentemente divisa, vogliamo essere noi stessi autori e attori di questa divisione? Mi direte che i "modernisti" non si comportano in modo diverso e che bisogna difendersi. Non sono anche loro fratelli? Se l'amore alla liturgia tradizionale non ci fa ardere il cuore di carità, continueranno a pensare che siamo innamorati di trine ed incensi; devono vedere in noi l'ardore che la frequentazione della Sacra Liturgia ci mette nel cuore. Vi prego fratelli questa strada che state percorrendo è pericolosa. Grazie. Scusate se sono stato lungo. Pregate per me. Pace.
È vero, tralcio, l'odio non appartiene al cristiano perché non appartiene al Signore.
Infatti noi non odiamo chi ci disprezza, né gli erranti e neppure l'errore, ma lo chiamiamo col suo nome, per lume di grazia e secondo quel che abbiamo ricevuto dalla Chiesa, e lo rifiutiamo. Proprio per una sorta di estraneità...
E ogni nostra sofferenza acquista senso e valore solo se offerta in Cristo.
Grazie del bentornato mic,
sono pieno di impegni in questo periodo e non ho molto tempo per il blog.
Vorrei esprimerti la mia solidarietà per gli ignobili attacchi e calunnie che hai ricevuto tu e la FSSPX.
Siamo in uno stato di emergenza e non si può valutare con parametri ordinari la FSSPX. In tempi normali è necessario obbedire al Papa e non consacrare Vescovi senza autorizzazione.
Visto che la mentalità modernista ormai infetta anche le più alte autorità della Chiesa, non siamo in una situazione normale e questo giustifica atti che, in una situazione normale, non sarebbero affatto giustificati.
Rispondo all'Anonimo che si allarma per noi.
Quale "strada pericolosa" avremmo intrapreso? Trova forse pericolose per la fede le nostre domande?
Ho detto altrove che non ci interessa alcuna "restaurazione". Ad ogni generazione non viene richiesto di far rivivere il passato; ma di instaurare omnia in Christo. E per questo occorre custodire, del passato, ciò che ci è stato consegnato e appartiene all'Eterno per viverlo, incarnandolo così nel presente da cui prendere ciò che c'è di buono, perché la Radice che porta la linfa vitale (Cristo Signore e il Suo Spirito) non sia divelta e possa aprire un futuro di salvezza. Di certo divelta non sarà mai, ma può essere ricoperta di molto ciarpame, con grave pericolo per tante anime. Il fine è la salvezza, per noi e per i molti che accolgono e vivono i misteri perenni del Regno nella Comunione dei santi, salvezza che il Signore ha promesso e continua ad operare fino alla fine dei tempi.
Questo legame col passato non è da gente da museo, ma da gente desta e consapevole che fornisce le sue ragioni, fondate sul Logos (che non è un'idea ma una Persona divino-umana) e si è posta e pone interrogativi ineludibili. E cos'ha a che fare tutto questo con le "trine" e gli incensi? Non è che il suo dire mellifluo, alla fine, ci sbandiera i soliti luoghi comuni?
Ho un figlio in seminario ...nella nostra diocesi guai al seminarista che partecipa alla Messa mensile in latino. I sacerdoti in talare (pochissimi, giovani) sono disprezzati e ostacolati.
Chiarisco ancor meglio all'anonimo che noi non abbiamo mai rinnegato il concilio. Ne abbiamo semplicemente messo in discussione alcuni punti controversi.
E non c'è nessuna discomunione con Pietro, quando Pietro non oltrepassa il Depositum fidei che è tenuto a custodire e garantire. E non è disobbedire al Papa, criticarne alcune espressioni o azioni che appartengono al dottore privato e non a Pietro e vanno anche molto al di là del concilio...
Non ogni sospiro del Papa è magistero infallibile, infatti.
Se scorre il blog, anche nelle discussioni più recenti, ne trova diverse spiegazioni.
E neppure il Signore esige obbedienza cieca che non 'passi' al vaglio della ragione illuminata dalla fede.
Mi sono accostato con rispetto signora, mi dispiace che abbia avuto un concetto mellifluo delle mie parole. Mi sento semplicemente di dire che è prorpio l'atteggiamento con cui mi ha risposto che ferisce e non fa bene a questa missione che avete intrapreso proprio per la salvezza delle anime. Non vi considero affatto gente da museo, anzi ho già ringraziato perché io stesso ho potuto trovare la bellezza della liturgia tridentina grazie a chi l'ha conservata e ha contribuito a tramandarla. Questo modo di porsi però è a mio avviso sbagliato. Se ho scritto qualcosa di offensivo ne chiedo scusa. I luoghi comuni poi li ha tirati fuori pure lei. Occorre intraprendere una strada di pace nella Chiesa, tutto qui. Gli interrogativi che ci poniamo ( e dico CI PONIAMO perché li condivido) sono giustissimi, le risposte spesso mi sembrano sbagliate. Sottolineo il verbo sembrare, non ho la pretesa di venire qui ad insegnare, Chiedo ancora scusa, di certo non interverrò più. Restiamo uniti almeno nella preghiera. Santa Pasqua a tutti.
@ Anonimo toscano 22 marzo 2015 20:20
Credo nella tua sincerità e nella bontà delle tue intenzioni, comprendo e condivido la tua preoccupazione e la necessità della preghiera, dell’offerta a Dio delle nostre sofferenze e persecuzioni e nella necessità di affidarci interamente alla Sua volontà. Ma sbagli quando pensi che ci sia odio in chi denuncia le brecce (o voragini) che il CVII ha aperto e attraverso le quali si è inserito non il fumo ma il fuoco infernale di satana all’interno della Chiesa, un fuoco che brucia ininterrottamente il sacro e che mira a sostituire a Dio l’uomo fattosi dio. Non c’è odio. C’è amore. Amore per la Verità. C’è carità perché tanti si stanno perdendo dentro questo furore contro Dio. E c’è fede: la grande prova finale della Chiesa è profetizzata, l’apostasia da parte di molti è profetizzata, ma la Chiesa resisterà. Dio consente tutto questo e da questo orrore ne trarrà un gran bene: quando sarà l’ora la Sua gloria risplenderà chiara nelle tenebre fitte di questa epoca infima in cui l’uomo perdendo Dio e credendosi dio ha perso se stesso.
Ordinare dei vescovi senza l'autorizzazione del Papa non è scisma se non c’è la creazione di una nuova chiesa con un capo, è un atto di grave disobbedienza, che comporta la scomunica sempre che non vi sia o non sia creduto senza colpa sussistente uno stato di necessità. La disobbedienza è un atto grave ma la situazione in cui versa la Chiesa è gravissima e quello che è in gioco è la sua stesa sopravvivenza. Fu Atanasio, scomunicato, a conservare il depositum fidei ed a salvare la Chiesa, quando la stragrande maggioranza degli altri vescovi aveva abbracciato l’eresia ariana.
La divisione è una brutta cosa. Ma c’é n’è una ancora più brutta: l’unità nell’errore e nel tradimento di nostro Signore, l’unità nell’abbandono di quel Tesoro (Rivelazione) che Dio stesso ci ha donato. Gesù non è venuto a portare la pace (intesa come assenza di divisioni) è venuto con la spada, perché la verità divide il vero dal falso, la giustizia ciò che è giusto da ciò che è ingiusto. La tolleranza non è virtù quando si tollera il male e l’errore. E’ viltà.
E’ vero che è meglio sbagliare con la Chiesa che fare bene da soli, ma per Chiesa devi intendere il corpo mistico del Signore, il custode del depositm fidei e non il papa vivente anche quando parla ed opera in contrasto con il sacro Tesoro che dovrebbe custodire.
Sull’autorità del Concilio ti rimando a “la novella dello stento ovvero la disputa sull’interpretazione del CVII di Mons. Brunero Gherardini
Sul come e perché da quell’episcopato che era stato scelto per la maggior parte dal Venerabile Pio XII venne fuori il CVII ti invito a leggere la storia del CVII di Roberto Mattei , che può aiutarti a farti un’idea su quanto avvenuto.
Quanto alla restaurazione, se per essa intendi il ripristino di quella parte del depositum fidei che in questi 50 anni è stata oscurata e talora violata (che non vuol dire tornare indietro nella storia) ti rispondo che questo dovrebbe essere l’obiettivo di tutti i cattolici. Sulle possibilità che ciò accada posso dirti che umanamente è impossibile ma Dio ha promesso che le tenebre non prevarranno sulla sua Chiesa, perciò ti dico che certamente il sacro deposito sarà conservato trasmesso dalla Chiesa. Non son quanto piccola diventerà la Sposa Mistica del Signore, ma sopravvivrà. E ogni cattolico dovrebbe dissotterrare i suoi talenti e farsi strumento di Dio, invece che stare a guardare.
Prego sempre per te, prego ogni giorno per ogni pietra di questa nostra amata Chiesa , come per la conversione di coloro che la colpiscono con odio, che mi fanno un’immensa pena
Anna
Qualche breve puntualizzazione.
Non si può onestamente negare che le ordinazioni siano giuridicamente illecite. Il punto su cui riflettere è che quelle ordinazioni ci sono state e soprattutto il fatto che per le autorità ecclesiastiche non sono state una sorpresa.
Aggiungo poi che la possibilità di avere una messa domenicale tridentina non può essere onestamente spacciata per un andare incontro ai fedeli. Anche perché se in quel rito vuoi per esempio far cresimare o battezzare tuo figlio, oppure vuoi organizzare una settimana di esercizi spirituali, scoprirai una selva di "impedimenti" e scoprirai che non basta avere solo "la messa festiva tridentina". È sì una grande grazia (di questi tempi!) il poterla avere almeno "festiva", ma il «pasci i miei agnelli» non consiste nel dare un contentino settimanale.
Nel Motu Proprio più famoso di tutti i tempi Benedetto XVI afferma che la forma ordinaria e quella extraordinaria sono due espressioni dello stesso rito. Tale affermazione è un'arma a doppio taglio: da un lato significa che i vescovi possono costringerti al biritualismo poiché sono "due espressioni dello stesso rito" e quindi ti impongono di accogliere il Novus Ordo così come accogli il Vetus... e dall'altra tu non devi farti costringere al biritualismo poiché dopotutto sono solo "due espressioni dello stesso rito": essendo equivalenti, non puoi essere forzato al Novus dal momento che già preferisci il Vetus che gli sarebbe perfettamente "equivalente".
È tristemente lecito sospettare che l'ordine sacro sia stato depennato dal Summorum Pontificum non riguardo agli ordini minori, ma riguardo ai maggiori. Finché dall'autorità della Chiesa non si è sufficientemente chiari a favore del sacerdozio anche secondo il rito tradizionale, si vedranno nuovamente casi come quello di mons. Lefebvre e quello di mons. Williamson.
Leggo su Sodalitium che i sedevacantisti di Verrua Savoia sono infuriati perché nel corso del rito di ordinazione di giovedì scorso mons. Williamson ha riconosciuto papa Bergoglio come legittimo successore di Pietro. La posizione sedevacantista diventa insostenibile col passare del tempo: possibile che all'improvviso l'intera Chiesa sia stata ingannata per intere generazioni e solo quattro gatti a Verrua Savoia se ne siano accorti? Faranno la fine dei testimoni di Geova che da più di un secolo annunciano la imminente fine del mondo...
Il commento delle 20:20 ha preso un abbaglio, frutto probabilmente della pigrizia nel leggere il pur lungo elenco di domande. Domande che servivano per capire, non per accusare, né per giustificare: per capire cosa sta succedendo, e per aiutare a riflettere senza accontentarsi di slogan preconfezionati. Molti - anche tra le persone intelligenti - sembrano invece ossessionati dal dover immediatamente "prendere posizione" su qualsiasi notizia, come se stessero rispondendo a immaginari sondaggi televisivi.
Avevo scritto qualche riga, che poi ho inspiegabilmente perso... Ora non ho tempo di riscrivere tutto e sintetizzo così: non mi sembrava di aver scritto un commento nè inutile nè miope nè con paragoni impropri.
Dato che il tema del post è l' ordinazione illecita di Mons. Williamson e che Mic dice di non voler fare lo struzzo e di volerne parlare "seriamente e virilmente", mi sembra che parlare dell' ubbidienza all' autorità sia fondamentale.
Vedo in questa "censura" del mio commento un segno di debolezza, che mi fa pensare si tratti un po' di un "nervo scoperto".
Io volevo solo, per quello che vale, sottolineare che solo ubbidendo si costruisce. Anche le cose importanti che vogliamo sostenere e difendere (Mic parla del sacerdozio e della liturgia), se siamo cristiani e crediamo che la Chiesa è di Cristo, si sostengono e difendono stando ognuno al proprio posto e, quando è necessario, ubbidendo anche se non si è d' accordo.
Il commento anonimo delle 21:40 afferma di condividere gli interrogativi posti nel "questionario spinoso" ma dice che le «risposte» gli sembrano sbagliate. Nel questionario in realtà c'erano solo domande.
Nello stesso commento invoca una «strada di pace nella Chiesa». Come evidenziato dalle circostanze che tutti conoscono e che il questionario noiosamente tenta di riassumere, è stata in realtà l'autorità della Chiesa a volere la guerra contro la liturgia tridentina.
In quell'estate del 1988 il (pur illecito) ruggito di mons. Lefebvre ottenne come risposta solo un belato di Giovanni Paolo II, che si limitò a chiedere (coi risultati che tutti abbiamo visto) una «ampia e generosa applicazione».
Si può essere in disaccordo con tutte le ragioni dei "lefebvriani", ma non si può negare che per introdurre il Novus Ordo le autorità della Chiesa abbiano ritenuto sempre necessario far guerra al Vetus Ordo. Si sono comportati come se loro stessi pensassero che il Novus Ordo è un corpo estraneo che va infilato a forza nella Chiesa, martellando e pestando finché non lo si riesce a incastrare dentro.
Qui non siamo una tifoseria che si accontenta di slogan. Qui cerchiamo di capire e - nel nostro piccolo - suggerire riflessioni.
Il commento di Giovanni dimostra anzitutto che Giovanni ha letto al massimo le prime tre righe del "questionario spinoso". Se è tanta l'urgenza di esternare il proprio commento, dovrebbe essere altrettanto forte l'impegno a leggere ciò che si vuole commentare. Altrimenti si fa la figura dei saputelli capricciosi.
Se infatti avesse letto anche le righe successive - ribadite qui nel modulo commenti - avrebbe scoperto che lo scopo del questionario era riflettere su come sia potuto succedere di assistere a ordinazioni illecite. Nel lungo e noioso questionario (redatto di getto dal sottoscritto e introdotto da poche righe di M.G.) non c'è nessuna presa di posizione, non c'è nessun tentativo di giustificazione.
Invece il caro Giovanni Cane di Pavlov viene qui a fare il tifoso, sciorinando i soliti slogan sull'ubbidienza, quelli che vengono sparati sempre contro i tradizionalisti e mai contro i modernisti.
Viene poi a questionare su una improbabile "censura", come se credesse che il modulo commenti del blog sia il muro a disposizione dei vandali graffitari in vena di esperimenti artistici.
Non contento, costruisce sulla base delle proprie elucubrazioni le proprie eroiche gesta di toccatore di "nervi scoperti": come se nel verboso questionario (e nello stesso modulo commenti) non si fosse mai detto che le ordinazioni illecite erano proprio illecite.
Il facile slogan "solo ubbidendo si costruisce" è adoperato da Giovanni solo per accusare di "disubbidienza" chiunque non si allinei al politicamente corretto. Infatti qui nessuno ha tessuto le lodi della disubbidienza (ma Giovanni finge di non saperlo).
Se casca un aereo e muoiono tante persone innocenti, chiunque abbia a che fare con l'aviazione vorrà sapere perché è successo, come è successo, e soprattutto come evitare che succeda di nuovo. Invece i tontoloni come Giovanni si contentano di leggere sul giornale il titolo: "Caduto aereo, compagnia aerea condannata". E se qualcuno comincia a far domande sulla sicurezza del volo, Giovanni obietterà che la compagnia aerea è stata già condannata e il discorso è chiuso.
Mah, non mi sembrava di aver insultato nessuno e non mi aspettavo degli insulti, soprattutto da uno con cui condivido la fede. Pazienza...
Le domande poste in questo post sono non solo sensate ma legittime come è legittimo il nostro diritto se non dovere di porle.
Quelle domande partono dall`osservazione di una realtà che può ignorare ( o rifiutare) solo chi è accecato dalla sua ideologia e dall`odio per la sacra liturgia ora diventata "straordinaria", chi non ha conosciuto altro nella sua vita, dunque anche la situazione più anomala gli sembrerà normale, chi nemmeno sa che il Rito antico non è mai stato abolito, chi segue passivamente la vulgata dominante, , e la sua non è obbedienza perchè obbedienza non è sinonimo di uccisione dell`intelligenza, di lobotomizzazione generale.
Domande sensate e legittime dunque, ma dove arrivano?
A chi arrivano?
C`è qualcuno per raccoglierle, prendere il tempo della riflessione e poi rispondere?
L`esperienza ci fornisce la risposta.
Sono domande purtroppo, due volte purtroppo, le cui risposte sono fin troppo evidenti a chi è un minimo informato e onesto intellettualemnte.
Ma quelle risposte non verranno perchè troppo grande è l`odio della gerarchia progressista per la Santa messa Antica, per tutto quel che può ricordare ai fedeli che la Chiesa non è cominciata con il Vaticano II, che quel Conclio non è una sorta di nuova rivelazione, che il papa attuale non è il salvatore tanto atteso.
Allora, anche se siamo consapevoli che non riceveremo risposte, poniamole quelle domande, per far riflettere, per accendere forse una fiammella in tante menti e coscienze assopite, per mettere in parole pensieri e sentimenti di chi si sente solo, isolato e maleamato in questa chiesa della misericordia dove grande è l`incoerenza fra il dire e il fare.
Ecco come risponde la gerarchia a chi pone domande, a chi osa non cantare con il coro belante, leggo sul blog di Béatrice che la gerarchia spagnola ha obbligato al silenzio un parroco che ha un blog su cui pubblicava anche le sue omelie, ebbene da gennaio non può più farlo, si zittisce chi vuol far riflettere.
Qui il suo blog:
http://www.adelantelafe.com/si-voy-a-misa-tengo-que-comulgar-que-error-mas-grande/
E qui tradotta in francese la sua ultima omelia:
http://benoit-et-moi.fr/2015-I/actualite/la-communion-pour-tous.html
Ringrazio Riscossa Crstiana che ci ricorda questa omelia di Benedetto XVI:
http://www.riscossacristiana.it/magistero-di-sua-santita-benedetto-xvi-bisogna-obbedire-dio-invece-che-agli-uomini/
Riprendo queste parole:
"Poi soffermiamoci ancora su un versetto: Cristo, il Salvatore, ha dato a Israele conversione e perdono dei peccati (v. 31) – nel testo greco il termine è metanoia – ha dato penitenza e perdono dei peccati. Questa per me è un’osservazione molto importante: la penitenza è una grazia.
C’è una tendenza in esegesi che dice: Gesù in Galilea avrebbe annunciato una grazia senza condizione, assolutamente incondizionata, quindi anche senza penitenza, grazia come tale, senza precondizioni umane.
Ma questa è una falsa interpretazione della grazia.
La penitenza è grazia; è una grazia che noi riconosciamo il nostro peccato, è una grazia che conosciamo di aver bisogno di rinnovamento, di cambiamento, di una trasformazione del nostro essere.
Penitenza, poter fare penitenza, è il dono della grazia.
E devo dire che noi cristiani, anche negli ultimi tempi, abbiamo spesso evitato la parola penitenza, ci appariva troppo dura.
Adesso, sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati, vediamo che poter fare penitenza è grazia. E vediamo che è necessario far penitenza, cioè riconoscere quanto è sbagliato nella nostra vita, aprirsi al perdono, prepararsi al perdono, lasciarsi trasformare.
Il dolore della penitenza, cioè della purificazione, della trasformazione, questo dolore è grazia, perché è rinnovamento, è opera della misericordia divina. E così queste due cose che dice san Pietro — penitenza e perdono — corrispondono all’inizio della predicazione di Gesù: metanoeite, cioè convertitevi (cfr Mc 1,15). Quindi questo è il punto fondamentale: la metanoia non è una cosa privata, che parrebbe sostituita dalla grazia, ma la metanoia è l’arrivo della grazia che ci trasforma."
Giovanni o il cortocircuito della logica in assenza di argomenti.
Non mi pare che qui lo si sia insultato né che lo sia sia accusato di insultare. Si è semplicemente sviluppato un discorso logico sostenendo le nostre ragioni e respingendo i suoi slogan. E tra l'altro ha completamente ignorato commenti centrati come quello di Anna ed altri.
Quando si esprimono visuali difformi, non si realizza l'insulto ma il confronto. L'insulto, che giunge persino ad accuse gratuite e diffamazione ad personam, appartiene ad altri contesti.
Ed è anche una contorsione del lessico definire insulto un modo diverso di percepire la realtà, e così defilarsi senza opporre argomento ad argomento.
Se, poi, si riferisce ad alcune "fiorettate" di E.P., sono state indubbiamente stimolate da alcune sue focalizzazioni alquanto improprie e gratuitamente contundenti.
Riconoscendo come comprensibili tutte le risposte alle domande retoriche di EP, posso dire che comunque non credo ci si possa rifugiare in eterno nello "stato di necessità".
Un problema evidentemente esiste. E una diversità di tempi, rispetto quelli vissuti da Monsignore, esiste al pari.
Può portare frutto ragionare in modo cristallizzato, ignorando tutta una serie di fattori intercorsi tra gli anni 80 e questi nostri?
I problemi esistono. Quelli ricordati da EP sono concreti. Ma possibile che non si possa reagire in altro modo? La situazione è chiaramente confusa e drammatica. Ma si può pensare che lo "stato di necessità" non abbia mai fine o comunque non possa far utilizzare altri metodi? Che la risposta a questo stato di necessità sia la stessa sempre e nei confronti di chiunque?
Se ci pensate qui c'è una reazione "nidificata" rispetto a qualsiasi autorità superiore diretta. Williamson disobbedisce a Fellay. E per giustificarsi ricorda la reazione di Monsignore. E' questo ciò che voleva Monsignore? Era questa situazione che aveva in mente?
Io credo di no! E questo scoordinamento è frutto di una interpretazione soggettiva dello "stato di necessità". In questo modo ognuno può invocarlo e sentirsi autorizzato ad ogni cosa, a riguardo di questo stato di necessità.
Così non può andare. E Williamson, secondo me, sta facendo un errore. Grande.
Gli insulti non erano alla fede di Giovanni, ma alla sua stupidità. Pensavo fosse chiaro.
I "cani di Pavlov" vennero addestrati in questo modo: si suonava un particolare campanello e veniva dato loro da mangiare. Dopo un po' di tempo, si continuò a suonare il campanello ma non venne più loro dato da mangiare. Al suono del campanello, pur in assenza di cibo, Pavlov osservò che i cani reagivano ugualmente sbavando.
Viene definito "riflesso condizionato", ed è lo stesso male che affligge tante menti cattoliche che bramano avere la sentenza a portata di mano. Come nella Fattoria degli animali di Orwell, amano ripetere slogan preconfezionati: non desiderano capire, ma solo autoetichettarsi come "quelli dalla parte giusta", quelli che quando trilla il campanello hanno urgenza di qualificarsi dalla parte della ragione. È un modo per dire: "ehi, esisto anch'io!" Come se stessero rispondendo a immaginari sondaggi televisivi: "e lei da che parte sta?" "Bof, io sto sempre dalla parte del Papa, eh!"
Ora, anche se ai "cattoliconi da tastiera del PC" non basta, qui su Williamson si è detto e ripetuto che ha ordinato illecitamente. Quello che da cattolici ci interessa capire - e soprattutto che desideriamo che l'autorità della Chiesa capisca - è che la colpa di questo "illecito" non sta tutta in Williamson. Se un ubriaco in macchina investe il tuo cane e lo ammazza, la colpa non è solo del fabbricante di automobili che non ha installato un dispositivo salva-cani per prevenire un'evenienza del genere.
Si possono contestare tante cose a mons. Williamson, ma non si può onestamente parlare come se fosse "tutta colpa sua". Se oggi esiste un "caso Williamson", è perché da cinquant'anni c'è una vera e propria guerra contro la liturgia tradizionale. Guerra che viene condotta - spiace dirlo ma è la verità che tutti possono constatare - dagli stessi pastori della Chiesa.
Les invitations à l’obéissance comme unique réponse à la crise de l’Église et à l’apostasie de grande partie du clergé m’ont rappelé une histoire que m’avait raconté, après le concile, un vieux moine trappiste.
Le père ***, soixante ans de profession monastique, meurt et se présente à la porte du Ciel. Apparaît saint Pierre, une grosse clé à la main, qui lui demande : « Qu’as-tu à offrir ? » Le vieux moine répond : « Une conscience pure, une obéissance parfaite et une cervelle intacte. » — « Une cervelle intacte ?» — « Oui, elle n’a jamais servi… »
Il percorso logico del "questionario" può avere un senso solo se si ammette che la nuova liturgia non è cattolica, altrimenti essa è vigente come la vecchia, anzi di più (è ordinaria), e l'autorità può regolare a piacimento i rapporti tra due leggi vigenti sugli stessi soggetti. Se la vecchia liturgia è solo un'opzione pia di alcuni fedeli, non si può certo arrivare a consacrare dei Vescovi senza mandato per soddifsfare quello che finisce per essere un "capriccio". Solo se il rifiuto della nuova liturgia (e degli errori conciliari) è indispensabile alla professione della fede cattolica il ragionamento fila, altrimenti no. Qui sta l'abisso tra l'atteggiamento di Mons. Lefebvre e quello di Papa Benedetto, per esempio.
Un caro saluto
"Se la vecchia liturgia è solo un'opzione pia di alcuni fedeli, non si può certo arrivare a consacrare dei Vescovi senza mandato per soddisfare quello che finisce per essere un "capriccio"."
Universae ecclesiae, n.8
a) offrire a tutti i fedeli la Liturgia Romana nell’Usus Antiquior, considerata tesoro prezioso da conservare;
...
Così esplicita una delle finalità del Summorum. Dunque non si tratta di un "capriccio".
“…se si ammette che la nuova liturgia non è cattolica…Se la vecchia liturgia è solo un'opzione pia di alcuni fedeli, …se il rifiuto della nuova liturgia (e degli errori conciliari) è indispensabile alla professione della fede…. Qui sta l'abisso tra l'atteggiamento di Mons. Lefebvre e quello di Papa Benedetto, per esempio”
Secondo me centra il cuore della questione: è una questione di fede, di sostanza (Mons. Lefebvre) o di forma (Papa Benedetto)? Ha attinenza con il CVII (Mons. Lefebvre) o è del tutto indipendente (Benedetto VII) perché dal CVII non si torna indietro e il VO é condizionato dall’accettazione piena del CVII (“.. è nostro compito, proprio in questo Anno della fede.., lavorare perché il vero Concilio, con la sua forza dello Spirito Santo, si realizzi e sia realmente rinnovata la Chiesa”).
Questa la concezione della Santa Messa di Benedetto VI: “..questo duplice contenuto della domenica..: è il primo giorno, cioè festa della Creazione, …e incontro con il Risorto, che rinnova la Creazione; il suo vero scopo è creare un mondo che è risposta all’amore di Dio”, in cui non c’è riferimento al Sacrificio, non c’è spazio per la espiazione, propiziazione, forse nemmeno per l’adorazione. Una festa gioiosa e basta.
Ancora Benedetto VI: “Dopo la Prima Guerra Mondiale, era cresciuto..il movimento liturgico, una riscoperta della ricchezza e profondità della liturgia, che era finora quasi chiusa nel Messale Romano del sacerdote, mentre la gente pregava con propri libri di preghiera, i quali erano fatti secondo il cuore della gente, così che si cercava di tradurre i contenuti alti, il linguaggio alto, della liturgia classica in parole più emozionali, più vicine al cuore del popolo. Ma erano quasi due liturgie parallele: il sacerdote con i chierichetti, che celebrava la Messa secondo il Messale, ed i laici, che pregavano, nella Messa, con i loro libri di preghiera, insieme, sapendo sostanzialmente che cosa si realizzava sull’altare. Ma ora era stata riscoperta proprio la bellezza, la profondità, la ricchezza storica, umana, spirituale del Messale e la necessità che non solo un rappresentante del popolo, un piccolo chierichetto, dicesse “Et cum spiritu tuo” eccetera, ma che fosse realmente un dialogo tra sacerdote e popolo, che realmente la liturgia dell’altare e la liturgia del popolo fosse un’unica liturgia, una partecipazione attiva, che le ricchezze arrivassero al popolo; e così si è riscoperta, rinnovata la liturgia…. Qualcuno aveva criticato che il Concilio ha parlato su tante cose, ma non su Dio. Ha parlato su Dio! Ed è stato il primo atto e quello sostanziale parlare su Dio e aprire tutta la gente, tutto il popolo santo, all’adorazione di Dio, nella comune celebrazione della liturgia del Corpo e Sangue di Cristo. In questo senso ..è stato, diciamo, realmente un atto di Provvidenza che agli inizi del Concilio stia la liturgia..”
http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2013/february/documents/hf_ben-xvi_spe_20130214_clero-roma.html
Anna
Se sono due "forme equivalenti dello stesso rito" allora è impensabile che non abbiano gli stessi diritti.
Se sono due "forme equivalenti dello stesso rito" allora è impensabile che non abbiano gli stessi diritti.
Non è una “forma” a cui si ha “diritto” che giustifica una disobbedienza così grave. Non è una questione di forma e di diritti. In ballo c’è la fede stessa, per quelli che hanno disobbedito. Se fosse solo una questione di forme e di diritti, non si spiegherebbe il furore contro il VO. E non si spiegherebbe nemmeno la resistenza, a costo di persecuzioni. Io non credo che sia solo forma, che sia solo il diritto ad una forma rituale conforme alla propria sensibilità ed ai propri gusti. Se fosse così coloro che si sbracciano per la liturgia sarebbero come i tanti che nel “mondo” protestano per i propri “diritti”. La parola “diritto” mi sembra il grimaldello per capovolgere tutto, relativizzare tutto, annientare tutto. E’ la parola utilizzata per capovolgere la Verità e fondare tutto sull’ Io, prima, e sul nulla, poi. Se fosse una questione di forme e di diritti non ci spenderei nemmeno una parola. Sappiamo tutti che invece attraverso la “forma”del rito si è annientata la fede ripetutamente nella storia.
Anna
Williamson ha consacrato vescovi, perché è convinto che Fellay (che l' ha cacciato per placare il Mondo, il Saeculum) stia portando la FSSPX ALL' accettazione della chiesa conciliare modernista, ergo eretica.
Io non so se questo sia vero, o no, ma sicuramente Williamson è consequenziale, " consistent". Purtroppo di altri alti prelati, anche molto in alto, non si può dire lo stesso.
Come ho già scritto, comunque, la questione è relativamente minore, cioè: se Bergoglio vuole veramente protestantizzare al Chiesa, è più in un
senso casino sudamericano-carismatico-pentecostale che dogmatico luterano- gerarchia asservita al Stato anglicano, nel giro di un altro anno si dovrà scoprire del tutto, anche perché non ringiovanisce di certo. A quel punto chi dovrà decidere cosa fare, non sarà ne' Williamson, ne' Fellay, am i Cardinali e Vescovi in " comunione piena" con Roma. I fedeli seguiranno.
Rr
Gentile Mic, ho usato il termine "capriccio" per un esagerazione retorica, si capisce: per quanto nobili possano essere le ragioni di "preferire" il VO, non giustificano la "ribellione" se non si ammette che l'opzione NOM non è ammissibile per un cattolico. Se si tratta di semplice "preferenza", le ragioni nobili o puramente "capricciose" contano pari a zero davanti all'obbedienza che impone il NOM come ordinario. Se è scelta obbligata per esprimere la vera fede, si spiega tutto fino alle consacrazioni episcopali
Il sacerdote di prima
Grazie per il chiarimento :)
Forse non viene fuori abbastanza dalle pur incalzanti domande del "Questionario spinoso", che insistono sull'ostinato ostracismo e sui suoi effetti senza approfondire le ragioni della scelta del Rito antiquior, pur accennate, peraltro ben evidenziate altrove e qui ampiamente condivise.
Del resto, anche quando parliamo di "diritti" dei fedeli, è ovvio che non si tratta dei comuni "diritti civili", ma di esigenze spirituali inalienabili strettamente connesse con lo "ius divum" di Dio al culto autentico che è la primaria funzione della Chiesa.
E niente e nessuno potrà mai sovvertire il Santo Sacrificio ed anche privarcene. Altrimenti che ragioni avrebbe la nostra "resistenza"?
Rimane, scottante, il discorso sul biritualismo sul quale personalmente ho le idee ben chiare. Non ignorando tuttavia che dobbiamo fare i conti col fossato generazionale che non è colmabile coartando milioni di fedeli come hanno fatto al tempo dell'iniqua riforma. È chiaro che non ci resta che portare avanti la "nostra" pastorale perché non basta il Rito ma occorre promuovere la formazione e fare da antidoto alle tossine con l'aiuto della grazia.
Ed è a questo riguardo che mi riesce difficile collocarmi in una posizione di intransigenza, pensando ad una possibile, se non realisticamente necessaria gradualità, che presuppone una ineludibile coesistenza dei due riti per chi non ha altra possibilità di ricevere, se non altro, il Signore sacramentato. Fino a quando non si arriverà a veramente instaurare omnia in Christo.
Forse sono in errore ma conosco tanti ottimi sacerdoti biritualisti e tanti fedeli che soffrono e ai quali la partecipazione per forza di cose saltuaria al rito antico potrebbe costituire l'antidoto alla mitridatizzazione.
È ovvio che le realtà come la Fraternità o altri istituti tadizionali facciano bene a difendere la loro scelta univoca. Io mi riferisco a quei sacerdoti diocesani che già faticano a portare avanti una pastorale valida e per questo mantengono la loro incardinazione o ai seminaristi orientati alla tradizione che rischiano di non ricevere l'ordinazione.
Qui mi fermo, perché mi si affacciano interrogativi paurosi ai quali, nel mio piccolo, non ho risposta.
Non c'è dubbio che siamo in una situazione anomala e inedita e, per questo, particolarmente difficile.
Non posso che sospendere il giudizio e andare avanti.
S'è visto il biritualismo dove ha portato i FI
Anonimo,
credo che, se si riferisce all'obbedienza apparentemente 'passiva' dei FI, essa non abbia niente a che vedere col biritualismo. Probabilmente è attribuibile alla loro formazione più vicina a Scoto che a Tommaso d'Aquino...
In ogni caso il comportamento tirannico e brutale delle autorità non ha lasciato loro spazio né per la costituzione di una comunità Ecclesia Dei né per l'incardinazione diocesana dei singoli. Un autoritarismo ben poco misericordioso che peraltro il questionario mette in luce ampiamente nei riguardi della Tradizione tutta.
In ogni caso il comportamento tirannico e brutale delle autorità non ha lasciato loro spazio né per la costituzione di una comunità Ecclesia Dei né per l'incardinazione diocesana dei singoli. Un autoritarismo ben poco misericordioso che peraltro il questionario mette in luce ampiamente nei riguardi della Tradizione tutta.
Potevano andarsene tutti a Morgon, dai Cappuccini legati alla FSSPX.
Io la penso come il sacerdote anonimo.
Se si ritiene il NOM il rito cattolico ordinario allora hanno agito correttamente i FI a rinunciare al VO in obbedienza agli ordini del Papa.
Se invece il NOM si allontana dalla Tradizione, dal significato di S. Messa e non esprime più con altrettanta chiarezza la dottrina cattolica, così come affermato nel Breve Esame Critico, allora ha ragione la FSSPX ad opporsi agli ordini dell'autorità.
Dopo averci pensato a lungo, personalmente opto per la seconda.
L'obbedienza cieca, il fidati&affidati, portato avanti da alcune persone è dannoso.
Più che dai cappuccini avrebbero potuto fondare un monastero francescano legato alla FSSPX. D'altronde sono francescani, non cappuccini. Sarebbe stato il punto d'arrivo del loro percorso tradizionale.
Chi non era d'accordo poteva rimanere nell'obbedienza cieca e perdere il gran tesoro della Tradizione.
Sarebbe stato il loro punto d' arrivo...
Quando i FFI sono stati fondati, la FSSPX c' era già, e i motivi per cui entrare o no in essa erano gli stessi allora come oggi.
Quindi se non sono entrati allora, perché farlo adesso? O perché non averlo fatto negli ultimi anni prima che arrivasse il commissariamento?
Se non è stato fatto allora o più recentemente, evidentemente non sono convinti della bontà della posizione dell' FSSPX. Entrarci ora saprebbe di scappatoia.
Rr
Giovanni ha detto:
"E appare curiosa e francamente insostenibile la posizione della Fraternità San Pio X nel criticare l' ordinazione illecita di Mons. Williamson, il quale ha usato l' identifica giustificazione di Mons. Lefebvre..."
In teoria sì , ma in pratica la situazione è piuttosto diversa. Dal 1988 qualcosa è successo , c'è stata la revoca della scomunica , il Motu proprio ecc. Per quanto ci si adoperi per cancellare gli atti di un pontificato , essi restano. Williamson ha molte meno giustificazioni di Lefebvre, diciamo nessuna. Che poi il bello è che viene utilizzato come cavallo di battaglia sia dai sedevacantisti che dai novatori. Se non che Williamson dichiara - 21 marzo - che Il loro sentire può essere buono, ma il ragionare è cattivo.
Ora c'è da scommettere che sparirà dalla galassia "tradizionalista" come sempre avviene in casi del genere.
Rr ha detto:
sicuramente Williamson è consequenziale, " consistent". Purtroppo di altri alti prelati, anche molto in alto, non si può dire lo stesso.
Consequenziale rispeto a chi , a questo punto? Con coloro che l'hanno usato contro un pontificato e contro la revoca della scomunica? O consequenziale al sedevacantismo , al quale bontà suà , non riconosce alcun credito?
Williamson è stato usato dai nemici della Chiesa e della Fraternità e poi è stato abbandonato dai suoi perché scomodo nei confronti dei fratelli maggiori avendo più peso - anche per Ratzinger/Benedetto - sue dichiarazioni su un fatto storico che le verità di fede.
Poi, di suo, ci ha messo anche un atteggiamento critico intransigente. Ma secondo me si doveva far di tutto per evitare la frattura e rimanere compatti.
E non è vero che la mancanza di unità viene fuori dalla disobbedienza iniziale come qualcuno si ostina a sottolineare. Quella era drammaticamente, credo, necessaria.
Oggi tutta la galassia tradizionale è frantumata. Com'è frantumata l'unità, che è il Signore a fare, non le strategie umane.
Gentile Merchesini, i cappuccini non sono forse francescani?
Nel mio piccolo vorrei dare una risposta-testimonianza riguardo alla seconda domanda del questionario.
Cosa ci siamo sentiti rispondere io e l’allora mia fidanzata quando abbiamo chiesto al parroco di poterci sposare col rito antico? No! Ed il vescovo? No! Magari addolcito con frasi del tipo: “ gli invitati non abituati cosa penserebbero?” (tra gli invitati c’era anche gente non abituata ad andare a messa, VO o NO che sia), “per una volta potete usufruire del nuovo rito, senza dare l’impressione di volervi distinguere”. Faccio presente che frequentiamo la Messa VO autorizzata dallo stesso vescovo dal 2008, senza disertare del tutto la parrocchia (in verità quella mia di provenienza).
Certo poi il vescovo ci ha detto che per lui andava bene ciò che decideva il parroco (ben sapendo come la pensava) ed il parroco si è detto disponibile a rilasciarci i documenti per sposarci altrove, ma perché avremmo dovuto rinunciare a sposarci dove avrebbe dovuto essere naturale e dove eravamo anche sentimentalmente legati? Non sarebbe stato quello un volerci veramente distinguere dagli altri?
Scusare la lunghezza e l’esser andato magari un po’ fuori argomento; del resto come altri preti ci dicono quando parlando ci mostriamo un po’ dispiaciuti e rattristati dal trattamento: “non siete forse sposati lo stesso?”. Certo, è vero e ne siamo felici, però forse un “ma” ci può stare.
M
Angheran,
se Williamson è convinto che Fallay stia trescando con la Roma conciliare, modernista, quindi eretica, sec.lui, naturalmente, e si preoccupa del futuro, se in futuro ci saranno vescovi che possano istruire ed ordinare preti secondo la "Roma di sempre", coerentemente e
"consistently" , li nominerà.
Chi non è coerente, sec.me, e' chi nella gerarchia romana si rende conto del disastro post CVII, del deserto liturgico post NO, di quello dottrinale e pastorale degli ultimi 50 anni, e non chiede ad alta voce che dal Soglio ci si decida finalmente a prendere una posizione chiara e netta: o si torna indietro, riaffermando ciò che è sempre stato vero, ed eliminando tutte le mortifere novità, oppure si proclama che 1950 anni di storia sono da buttare via: "Contrordine, compagni". Lutero, Calvino e company ai loro tempi si convinsero che la Chiesa sbagliava da secoli, ed agirono di conseguenza. Ebbero coraggio e coerenza, seppur ovviamente mal riposte.
Martini, un nome per tutti, ("la Chiesa e' indietro di 200anni", bontà sua soltanto, non di 500, chissà perché), no. Ne' coerente, ne' consistent, ma solo
furbo. O gesuita.
Rr
Sono ordini con diverse spiritualità cappuccini e francescani. Soprattutto i FFI hanno un loro particolare carisma tolto il bi-ritualismo.
Oggettivamente le ragioni della FSSPX sono sempre state valide, però soggettivamente di fronte alla prova delle angherie romane potevano fare il salto.
Disgraziatamente con il loro concetto di obbedienza cieca ogni reazione è stata castrata.
Mons. Williamson ha sbagliato ad opporsi a mons. Fellay e a rifiutare ogni colloquio con le autorità romane. Esclusa l'ipotesi di un accordo dottrinale nei principi tali colloqui sono positivi. Hi letto con piacere e raccomando il libro di Don Gleize sull'argomento. Questo è uno dei buoni frutti dei colloqui.
Perché mon. Williamon ha ordinato una persona di età elevata? Per assicurare un futuro alla cosiddetta "resistenza" mi sarei aspettato un candidato più giovane. Per avere un aiuto? La "resistenza" ha bisogno di ben due Vescovi? Ne dubito fortemente. L'impressione è che si sia trattato di un gesto politico verso Roma e verso la FSSPX, non motivato dalla cura delle anime come per le consacrazioni di mons. Lefebvre.
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