Riprendo quanto scrive Luisa e aggiungo il mio commento. Le due immagini inserite, emblematiche del simbolismo richiamato, si giustappongono nella navata centrale della Basilica di Sant'Ambrogio di Milano.
Scrive Luisa: "Da tempo oramai non leggo più le "meditazioni" quotidiane di Santa Marta, in realtà per la mia serenità ho smesso molto in fretta di farlo, ma quel che è riportato da Socci mi ha spinto ad andare alla fonte, ecco Bergoglio nella sua personalissima lettura e percezione del segno della croce":
Scrive Luisa: "Da tempo oramai non leggo più le "meditazioni" quotidiane di Santa Marta, in realtà per la mia serenità ho smesso molto in fretta di farlo, ma quel che è riportato da Socci mi ha spinto ad andare alla fonte, ecco Bergoglio nella sua personalissima lettura e percezione del segno della croce":
«Il serpente di bronzo guariva ma il serpente di bronzo era segno di due cose: del peccato fatto dal serpente, della seduzione del serpente, dell’astuzia del serpente; e anche era segnale della croce di Cristo, era una profezia».E «per questo il Signore dice loro: “Quando avrete innalzato il figlio dell’uomo, allora conoscerete che io sono”».Così possiamo dire «Gesù si è “fatto serpente”, Gesù si “è fatto peccato” e ha preso su di sé le sporcizie tutte dell’umanità, le sporcizie tutte del peccato. E si è “fatto peccato”, si è fatto innalzare perché tutta la gente lo guardasse, la gente ferita dal peccato, noi.Questo è il mistero della croce e lo dice Paolo: “Si è fatto peccato” e ha preso l’apparenza del padre del peccato, del serpente astuto».“Sì, io porto la croce per far vedere che sono cristiano”». E «sta bene», però «non solo come distintivo, come se fosse una squadra, il distintivo di una squadra»; ma, ha detto Francesco, «come memoria di colui che si è fatto peccato, che si è fatto diavolo, serpente, per noi; si è abbassato fino ad annientarsi totalmente». (Fonte: sito del Vaticano)
Io continuerò ad evitare di leggere quelle "meditazioni", e penso di non essere la sola, ma è sconcertante che non ci sia nessuno che osi contraddire Bergoglio, che osi riprendere quelle sue personali letture della Sacra Scrittura per rimettere il tutto sui binari della retta fede, per tentare di arginare gli effetti devastanti di quel fiume in piena che sembra tutto travolgere sul suo passaggio, ma anche quelli più sottili, più subdoli perché legati ad immagini, a frasi, semplici e a sicuro effetto emotivo, che lavorano su un terreno molle e rammollito pronto ad accogliere quelle suggestioni che lo lasciano e lo incoraggiano a restare nella sua "zona di confort".
Aggiungo, per ripareggiare la verità:
Gesù non si è fatto peccato né diavolo, si è fatto uomo per salvarci dal peccato e dal diavolo di cui l'uomo era ed è schiavo se non Lo accoglie!
Non è venuto a redimere i demoni, ma gli uomini...
Per questo si è incarnato come uomo prendendo su di sé le conseguenze del peccato.
E, se Lui è l'agnello senza macchia che ci ha redenti a prezzo della sua vita umano-divina donata sulla Croce, offrendosi soffrendo e obbedendo fino in fondo al Padre al posto nostro, come si può dire che si è fatto peccato e, ora addirittura e persino diavolo?
Il segno del serpente innalzato da Mosè è figura della Croce, non altro. E Gesù non si è "fatto innalzare perché tutta la gente ferita dal peccato lo guardasse", ma per redimerla espiando al suo posto (è questo che si rinnova ad ogni Eucaristia fino alla fine dei tempi) e rigenerarla con la resurrezione!
Vi rimando anche a quanto da noi a suo tempo detto qui su Cristo-peccato, soprattutto nella ricca discussione.
29 commenti:
Poter accettare e pensare che il Vescovo di Roma bestemmi è già una croce...
Gesù entra in Gerusalemme a dorso d'asino...
I destrieri da Grand prix e gli stalloni da esposizione li lascia ai re secondo il mondo.
A costoro non capita certo di passare dall'Osanna al Crucifige in meno di sette giorni.
O di passare dal vedersi stendere davanti i mantelli dal popolo che agita rami di palma in segno di festa, a vedersi indossato con ironia e ipocrisia il mantello di uno squallido Erode, prima di ricevere flagelli, corona di spina e la croce su cui essere innalzato.
E' la bestemmia del mondo che può vedere il serpente nel Verbo Incarnato appeso al legno.
E' il principe di questo mondo, il vero serpente che morde e avvelena l'umanità, a desiderare che questa similitudine gli possa essere concessa addirittura da un vicario di Cristo, riconoscendo a lui un qualche diritto alla stessa signoria che il Redentore vuole ricevere per fede, così da permettere al nostro cuore la purificazione che ci salva.
C'è troppa invidia in chi cavalca i cavalli vapore delle potenze mondane per un re che sceglie un somarello. Un'invidia così giustifica persino certi paragoni per potersi illudere che vi sia qualche luce dei riflettori persino mentre Dio spegne il sole, a mezzogiorno!
L'invidia di chi ha scelto di fare quel che gli pare e gli sta stretto il dogma, perché non ha mai accettato l'Incarnazione e una creatura umana che gliela consente, facendo la volontà di Dio. Figurarsi come può accettare la Resurrezione, lo smacco al potere della morte!
Tutto però passa da un'umanità piena, cioè l'umanità creata da Dio e non caduta nel peccato.
E' l'umanità caduta ad essere trasformata, "deificata", sottratta al potere del mondo.
Ma chi non ritiene esistenti il libero arbitrio o la trasformazione, preferisce la prassi.
Preferisce governare secondo le misure che il mondo conosce. A misura di serpente.
Forse a noi oggi non dovrebbe importare tanto di stendere mantelli davanti a Gesù che passa.
No: stendiamoci noi, prostrati, adoranti questo mistero... Non sentiamoci umiliati, ma cerchiamo l'umiltà di Maria per sentirci onorati e degni che Gesù passi sopra il nostro mantello, sia vestito di questa nostra umanità non ipocrita e cialtrona come Erode Antipa.
Andiamoci piano con le parole, specie se pronunciate da certe cattedre: in fondo a noi non è chiesto di parlare e pontificare sempre, ma innanzitutto di adorare e rendere culto a Colui che (SOLO LUI) può compierci come creature, consegnandoci alla visione beatifica.
Serve dunque che il nostro cuore faccia spazio alla Verità e tolga spazio alla menzogna.
Allora, solo allora, ha senso l'Osanna al Cristo che passa!
Quattro anni di pontificato bergogliano hanno dimostrato oltre ogni dubbio non solo che Bergoglio e i suoi possono lasciarsi andare apertamente a qualsiasi affermazione palesemente anticattolica e perfino in opposizione al Vangelo come dimostrato dall'ottimo articolo di Socci:
http://www.antoniosocci.com/bergoglio-arriva-ad-affermare-chiesa-gesu-si-diavolo-tutti-fanno-finta-nulla-la-sua-strategia/
ma anche che queste affermazioni vengono accolte tranquillamente ed entusiasticamente dal mondo cattolico per quanto terribili come quella citata.
Direi che è altrettanto certa una cosa a questo punto: non c'è alcuna possibilità umana di cambiare questo stato di cose.
Miles
E' terribile osservare in questo discorso gesuitico-bergogliano una radicalizzazione dell'eresia origeniana - e non solo - dell'apokatastasi. Anche se mancano, come di solito le affermazioni complete di eresia come per esemp. "Cristo redime così sulla Croce anche i demo... svuotando di senso il dogma dell'inferno e della Santa ed Eterna Giustizia di Dio professato da un cattolicesimo retrogrado e medievale. Dio è solo pura ed eterna misericordia!" (confermando così gli infernali ed iscariotici gesuiti martini, rahner, theillard, purtroppo anche Balthazar), deve essere chiaro per noi che questo discorso deve essere incluso dai "dubbia" sulla loro lista delle verità di Fede e morale da chiarire ai fedeli contro lo/la stesso/-a usurpatore/-zione del papato. Ma questa posizione di difesa della Fede deve essere abbraciata anche da FSPPX e da altre realtá ecclesiastiche veramente cattoliche. Mi ricordo la bella e breve omelia che ho fatto sullo stesso tema a due consacrate dell'Opera degli S. Angeli sottomessa ai Can. Reg. della S. Croce di Coimbra di mons. Athanasius Schneider. L'ho riprenderó per voi un'altra volta, quando Il Signore considererá opportuno. Dovete capire pregiatissimi che temono Voi e tanti altri Cattolici che Vi state svegliando e avete veramente bisogno di autoritá che Vi confermi nelle Verità di Fede Cattolica e vi provocano con questi tipi di discorsi per osservare i vostri stati e le reazioni di cuore, di spirito, psico-emotivi per manovrare delle soluzioni psico-sociali per voi ma mai per arrendersi alla conversione cattolica finale come fece Pietro tornado a Roma per coronazione martirica. L'ordine è "integrazione sociale e sopprimazione del consolidamento cattolico tramite autentico martirio". Agendo loro così ci fanno invece divenire veri martiri di cuore proprio nella nostra Cattolica! E Dio ci farà Giustizia tra poco!
In Cordibus Jesu, Mariae et Joseph
don +germoglio dell'Imm.Euc. Cuore di Maria
Dove ci porterà questo Papa non lo sappiamo, le pecore fanno le pecore e i Profeti vengono zittiti. Preghiamo
http://www.antoniosocci.com/niente-piu-8-x-mille-distrugge-la-chiesa-cattolica-non-difende-cristiani-perseguitati-un-papa-definisce-gesu-diavolo-serpente-ne-appla/
Scusate se è stato già riportato, ma negli ultimi giorni non sono stato in grado di seguire tutti i commenti qui. Nel sopra citato pezzo di Socci (commento delle 14:11), Socci fa riferimento ad un vecchio articolo di "30 giorni", "Il patto con il Serpente". È questo:
http://www.30giorni.it/articoli_id_373_l1.htm
--
Fabrizio Giudici
https://www.ilcattolico.it/rassegna-stampa-cattolica/formazione-e-catechesi/esclusivo-intervista-a-se-mons-schneider.html
Saremo molto grati ad Anonimo 12:57 se potrà farci avere il testo della sua omelia.
In qualunque lingua. Il nostro traduttore traduce anche dal portoghese.
Grazie, in Corde Matris!
E oggi preghiamo in particolare per sacerdoti.
"Egitto, doppio attentato alle chiese copte. 27 morti a Tanta, 11 ad Alessandria"
http://www.repubblica.it/esteri/2017/04/09/news/egitto_attentato_a_un_chiesa_nella_domenica_delle_palme_almento_13_morti-162553631/?ref=RHPPLF-BL-I0-C8-P1-S1.8-T1
Chissà se Jorge Bergoglio avrà il coraggio in Egitto di ripetere che non esiste un terrorismo islamico e che ogni religione ha persone fondamentaliste e violente.
Non credo che il serpente sia figura di Cristo, quanto piuttosto che l'antenna di legno sia figura della santa Croce. E' diverso.
TEOFILATTO
Bergoglio sì, si è fatto e se fa peccato, Gesù non. Questo Papa quando parla di Gesù sembra parlare di lui stesso, lui progetta a se stesso in Gesù.
https://www.lifesitenews.com/news/francis-appointed-cardinals-back-jesuits-pro-lgbt-book
Mic, ma San Paolo non afferma la stessa cosa nella sua lettera ai Corinzi? 2 Cor 5,21: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio”.
Nonna
https://www.lifesitenews.com/opinion/the-catholic-church-in-de-facto-schism-whats-to-be-done
Nonna 21:21
Se avessi letto l'articolo fino in fondo avresti visto che richiamavo ad un precedente, nelle ricca discussione del quale si approfondisce anche questo punto
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/06/mi-scrive-una-lettrice.html
http://traditioliturgica.blogspot.it/2017/04/scherza-coi-fanti-e-lascia-stare-i-santi.html
In pratica, l'espressione di San Paolo era un'iperbole, il senso reale si capisce contestualizzandolo.
Il discorso di Francesco segue uno schema preciso, già tenuto in altre circostanze: non necessariamente si inventa delle cose (a volte sì, ma non in questo caso), ma con il suo stile impreciso e approssimativo lentamente si scivola verso significati per lo meno strani, se non eterodossi.
Il dubbio è: cade in questi pasticci per supponenza, perché crede di poter parlare a braccio calpestando ogni ricerca di precisione formale, oppure lo fa a bella posta?
Su questo sito si trova un estratto del libro "Lessico dei Simboli Medievali, Jaca Book" che parla dell'iconografia cristiana del serpente di Mosè:
https://diakosmesis.wordpress.com/serpente/serpente-il-serpente-di-bronzo-di-mose/
La conclusione è che la confusione tra il serpente innalzato, figura di Cristo, e il serpente satanico - come già fa presente Socci - è roba talmente ricorrente che l'iconografia è stata sempre molto prudente per evitare pasticci:
Un complesso di credenze e di superstizioni, come si vede, che dimostrano quante buone ragioni ci fossero per limitare le raffigurazioni di Mosè col serpente a delle vetrate gotiche o a degli altari, adottando rappresentazioni precise e dettagliate che non prestassero il fianco e equivoci.
Prudenza che non appartiene certamente a Francesco, nella migliore delle ipotesi.
--
Fabrizio Giudici
Ho letto il Suo articolo e ho notato che non ha citato i versetto 5,21 della 2 lettera a Corinzi che recita: ..1 Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio
Un altro grande Papa disse la stessa cosa. Dal DISCIRSO DI PAOLO VI AL TERMINE DELLA «VIA CRUCIS» AL COLOSSEO (Venerdì Santo, 12 aprile 1968)........«Lui - dice San Paolo - che non aveva commesso peccato, si è fatto peccato per noi» (2 Cor. 5, 21). Che il Santo Padre abbia ragione??? Che lo Spirito Santo illumini le nostre povere menti.
Bisognerebbe leggere più i mistici che i teologi quando si accostano certi argomenti.
"Davanti a Lui i re si chiuderanno la bocca" diceva il profeta.
San Paolo ci ha provato a descrivere la "sostituzione" ma i termini sono sempre insufficienti.
Gli fu messa addosso "la casacca del condannato"? O gli fu messo " l'inferno nel cuore"?, si da sentirsi un demone?
La Kovaska racconta di quando comincio' a orribilmente bestemmiare, scandalizzando tutti, dopo avere accettato
di sostituirsi a un grande peccatore.
Sono discorsi impegnativi.
Né Paolo VI né Papa Francesco intendono sminuire Nostro Signore quando sottolineano lo svuotamento, la sostituzione. Sottolineano solo la profondità dell'Amore che non teme di perdere
"Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è superiore ad ogni nome"
Il problema è semplicemente uno: non ne sa, non ha mai studiato seriamente, non ne ha mai voluto sapere, per giunta parla male la nostra lingua (si è sempre espresso in dialetto, parla male anche lo Spagnolo classico), ed è vecchio. In più si circonda di gente come lui e peggio.
Meno lo si ascolta, meglio è, per la propria anima , il proprio cervello, il proprio fegato.
# "Lui, che non aveva commesso peccato, si è fatto peccato per noi" (2 Cr, 5,21)
Si è "fatto peccato" poiché è stato condannato come un malfattore, un ribelle, ad una
morte infamante. Ha accettato, per fare la volontà del Padre, di subire questa morte da
peccatore e della peggior specie. ("Dio lo fece peccato per noi, per la nostra salvezza"). La crocifissione, crudele supplizio pubblico, per le sue modalità esponeva il suppliziato al pubblico dileggio. Essendo il Figlio di Dio non poteva aver commesso peccato e tuttavia ha accettato di esser messo ingiustamente a morte come peccatore proprio per redimerci dai nostri peccati. Ha accettato di assumere su di sé tutti i peccati degli uomini per offrir loro la possibilità della salvezza, avendo fede in Lui e nei suoi insegnamenti. Nella Passione, nelle tenebre del Getsemani, prima dell'arresto, ha sudato sangue non solo per il terrore umano della morte dolorosa incombente ma anche perché tutti i nostri peccati si assommavano in quel momento in Lui, che divinamente espiava per tutti noi, placando in tal modo l'ira del Padre.
"Né Paolo VI né Papa Francesco intendono sminuire Nostro Signore quando sottolineano lo svuotamento, la sostituzione. "
Signor Anonimo, la finisca, la prego, di scusare tutto all'infinito. Certe cose che sono realmente bestemmie, si possono avvertire come tali solo se si ha timore di Dio. E il timore nasce dalla fede e dall'amore. Se non c'è fede e amore, non c'è neppure timore e a quel punto si gioca con le parola a chi la spara più grossa.
Da Paolo VI in avanti è stata tutta una gara a chi la sparasse più grande, gara forse non avvertibile all'inizio, dato che allora i prelati avevano ancora degli ancoraggi tradizionali nella loro formazione, ma poi sempre più chiara.
Una fede di sole parole non è fede è inganno...
Se per gli ebrei da duemila anni Gesù Cristo per loro é soltanto un demonio, riconoscendoli dal concilio vat2 come "fratelli maggiori"inevitabilmente i papi hanno assimilato anche il loro pensiero. 1+1=2.
A Pietro C. (15.40) rispondo che "la finisca!"non si dovrebbe dire a nessuno.
La verità non si lascia raggiungere da chi non ha il cuore puro.
Quando la sentenza è già scritta la giustizia è morta.
Se dobbiamo per forza stracciarci le vesti per gridare: "Ha bestemmiato! A morte!", prima ancora di avere ascoltato e capito.... ebbene non tutti sono d'accordo a correre quel rischio.
Ad Anonimo delle 23.30 consiglio di rileggere la Lettera di Paolo ai Romani prima di essere così sbrigativo sugli ebrei.
(Anonimo 10 aprile 19.34)
Non voglio fare una polemica a rimpiattino, approfittando per altro della pazienza di Maria Guarini che mi ospita, ma mi sembra, per usare il linguaggio dei padri della Chiesa, "disennato" continuare sulla strada di chi giustifica l'ingiustificabile.
Non so a quali mistici l'anonimo si riferisca. Io so che i mistici "certi e sicuri", ossia il misticismo antico, quello dei santi Padri, ancorato vigorosamente alla dogmatica (perché un misticismo adogmatico è anticristiano tout-cout!), non si permetteva di fare affermazioni contro la fede.
Altra cosa è il linguaggio paradossale dei mistici (che è simile a quello che vediamo nell'Apocalisse), altra cosa è il linguaggio blasfematorio (che certamente NON vediamo nell'Apocalisse)! Dionigi è senz'altro un mistico, quando dice che l'essere di Dio sorpassa talmente l'essere (come categoria umana) da divenire "non essere"(per la categoria umana), ma con questo non nega PER NULLA l'esistenza di Dio (ben al contrario!) e non lo accosta di certo al demonio!
Ma, dal momento che il "fenomeno Bergoglio" funziona su certe menti come un ipnotismo, l'ipnotismo in certe condizioni si fa cessare con un "basta" o con un "finiscila" ossia con un "svegliati!".
Ma, lo constatiamo!, c'è chi vuole continuare a dormire ammorbando l'aria di concetti che fa passare per elevati e cristiani ma che probabilmente sono solo demoniaci (sempre per usare il linguaggio patristico!). Anche Dio ha i suoi diritti tra cui quelli di non bestemmiarlo e davanti a questo il cristiano DEVE dire "basta!" e non c'è "dialogo" che tenga per impedirlo...
Grazie a Mic per l'eventuale pubblicazione.
Aggiungo un ultimo appunto:
ricordo di un santo orientale (ora mi sfugge il nome) il quale per non essere osannato dalla gente (era un uomo di piissima vita) andò a morire in un sottoportico frequentato da prostitute, in modo che si potesse dire di lui che era morto in peccato.
Fece questo e in ciò fu paradossale, come i mistici. Ma non andò di certo contro il decalogo! Giustificare, in nome della mistica, una infrazione al decalogo è da persone che hanno perso l'intelletto e la pietà cristiana. In nessun caso, proprio in nessuno, vero mistico lo farebbe. "Non nominare il nome di Dio invano, non bestemmiare" sono cose che nessun vero santo infrangerebbe, esattamente come il summenzionato santo non ha infranto la castità ma lo ha fatto solo sembrare.
«Lui - dice San Paolo - che non aveva commesso peccato, si è fatto peccato per noi» (2 Cor. 5, 21).
«Lui - dice San Paolo - che non aveva commesso peccato, si è fatto peccato per noi» (2 Cor. 5, 21)
In 2 Cor 5,21 leggo dalla Bibbia di Gerusalemme:
«Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché si adempisse...»
il "si è fatto peccato per noi" non so da quale traduzione lo prende e non è la stessa cosa...
Un conto è "esser trattato da peccato" un conto è "farsi peccato", Inoltre ho detto che "aver preso su di sé = tollit il peccato del mondo" significa che il peccato lo ha preso su di Sé non che si è "fatto peccato".
Il Signore ha subìto il castigo in quanto conseguenza del peccato.
E' vero che Cristo è vittima del nostro peccato, e ci ha redenti a caro prezzo, infatti!
Ma non si è addossato il peccato, se ne è addossato la conseguenza: cioè il castigo, compiendo l'espiazione al nostro posto!
In ogni caso, anche in una traduzione corrispondente alla citazione di don Enrico, occorre tener presente sia la duplice interpretazione paolina di "peccato" (1); sempre S. Paolo in Rm e Ebrei (2); Sant'Agostino (3).
1. in 2 Cor 5:21, San Paolo usa 2 sensi di "peccato", quello proprio per il nostro, il fallimento morale che si traduce in atto immorale... e un scandalo che ostacola la fede. Cristo si è fatto "peccato" per noi nel secondo senso. Infatti i Giudei erano scandalizzati di fronte ad un Messia umile e apparentemente sconfitto sulla Croce...
2. la dizione di Ebrei e Romani:
Rm 8,3-4 - Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito.
Eb 4,14-15 - Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato.
3. ... E' in questo senso che nostro Signore Gesù Cristo si è fatto peccato, cioè è diventato sacrificio per il peccato, egli che non conobbe peccato» (Omelia 41).
Essendo un termine così complesso e la differenza così sottile, non può essere usato come uno slogan in maniera pressapochista e senza spiegazioni...
Quanto alle traduzioni moderne delle Bibbie, io mi tengo ben care le vecchie...
Del resto basta approfondire un po' il discorso sulle traduzioni dei "Lezionari" che minacciano di essere ulteriormente 'aggiornate' in senso ancor più modernista (vedi: http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2017/01/un-altro-serio-vulnus-ai-fondamenti-de.html )
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