Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 5 novembre 2017

Omelia di questa domenica 05/11/2017

Questo testo mi giunge incorporato nella mail di un lettore. Lo riprendo con l'indicazione delle fonti: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 5 novembre 2017) Pubblicato su BastaBugie n. 530. Ve lo propongo perché riguarda il Vangelo di oggi.

OMELIA XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A (Mt 23,1-12)
Il più grande tra voi sia vostro servo

La Liturgia odierna propone alla nostra attenzione un singolare passo del Vangelo di Matteo. Si tratta dei primi versetti del capitolo 23, che - nel suo insieme - costituisce una dura invettiva contro i giudici di Israele e contro l'ipocrisia dei farisei. È il discorso più violento del Signore in cui Egli denuncia, senza addolcimenti di sorta, i principali vizi e depravazione degli scribi e dei farisei.

Il Signore parte dal riconoscimento dell'autorità: «Sulla cattedra di Mosè - dice - si sono seduti gli scribi e i farisei» (ivi, 2). Mosè infatti aveva consegnato la Legge ricevuta da Dio al popolo d'Israele. Gli scribi, appartenenti per lo più al partito dei farisei, avevano il compito d'insegnare la Legge mosaica al popolo. Ecco perché si diceva che erano seduti sulla cattedra di Mosè. Il Signore riconosce la loro autorità, ma mette in guardia il popolo dalla loro condotta di vita perché «dicono e non fanno». Diversi anni dopo s. Paolo, provenendo da famiglia di farisei, lancerà loro un'invettiva analoga a quella di Gesù: 
«Ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi? Tu che proibisci l'adulterio, sei adultero? Tu che detesti gli idoli, ne derubi i templi? Tu che ti glori della legge, offendi Dio trasgredendo la legge? Infatti il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani come sta scritto» (Rm 2,21-24).
L'osservanza della Legge da parte dei farisei si riduceva a mero formalismo e fanatica ostentazione. Gesù non esita a svelarlo quando denuncia che «tutte le loro opere fanno per esser ammirati dagli uomini» (Mt 23,5), come allargare i filatteri e allungare le frange. I filatteri erano strisce di pergamena sulle quali erano scritte quattro sezioni della Legge. Chiusi in apposite custodie, venivano legati sulla fronte e sul braccio sinistro. Per ostentare l'osservanza della Legge, i farisei li facevano di proporzioni più grandi, come pure allungavano le frange del mantello che, nel simbolismo ebraico, rappresentavano i Comandamenti di Dio.

Così pure il desiderio dei primi posti e dei saluti nelle piazze (ivi, 6-7) o l'esser chiamati rabbi o maestri (ivi, 8-10) risponde solo ad una brama di onore e di potere così lontana dallo spirito di servizio con cui ogni autorità deve esser esercitata se vuol essere conforme al Vangelo di Cristo: «Il più grande tra voi sia vostro servo - ammonisce perentoriamente il Signore -; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato» (ivi, 11-12).

Contro la brama di onori manifestata dai farisei, il Signore, a chi vuol davvero esser suo discepolo, raccomanda di non farsi chiamare né "padre" né "maestro". Con ciò Egli non vieta che ci si possa chiamare "maestro" o "padre", purché lo si faccia nella consapevolezza che si può esser appellati tali solo come rappresentanti dell'unico Maestro divino e del Padre di tutti. Vieta invece l'uso dei termini "padre" e "maestro" per solo desiderio di fatuo onore e di umano prestigio.

Quanta chiarezza meridiana in queste parole del Signore! Con questi aspri rimproveri rivolti agli scribi e i farisei - rimproveri che continuano con le non meno sferzanti "sette invettive" contro di loro - Gesù mostra che il linguaggio "politicamente corretto", oggi così di moda, non ha nulla di evangelico. Il Signore ha denunciato vizi e peccati di scribi e farisei, ben sapendo che quelle invettive, eccitando il loro livore, lo avrebbero condotto alla morte. Dinanzi alla manipolazione della verità, operata da scribi e farisei, il Signore non tace, non ha rispetto umano e non è diplomatico. Queste caratteristiche della predicazione di Gesù dovrebbero esser riprese ai nostri giorni in cui viene predicato con fin troppa eloquenza il Gesù delle Beatitudini e della Risurrezione, mentre è gettato nel dimenticatoio il Gesù delle "sette invettive" e della Passione. Non si può leggere il Vangelo con le censure di ciò che è scomodo. Così facendo si deturpa la Parola di Dio. Essa invece va letta e commentata in una saggia visione d'insieme, senza escludere nulla, per tentar di comprendere al meglio il nostro Dio, Padre amoroso ma anche Giudice giusto. La pedagogia di Dio, infatti, non muta: «Cristo è lo stesso - ammonisce s. Paolo - ieri, oggi e sempre» (Eb 13,8).

Un'eloquente conferma ci è offerta, a questo riguardo, da Padre Pio da Pietrelcina che, in una sconcertante visione del 1913, vide un gruppo di sacerdoti, equivalenti - potrebbe dirsi - agli "scribi e farisei" del tempo di Gesù. Nella visione Gesù era in un mare di dolori. Quando Padre Pio gli chiese quale fosse la causa di quell'amara sofferenza, 
«il suo sguardo si riportò verso quei sacerdoti [poco prima descritti, ndr]; ma poco dopo, quasi inorridito e come se fosse stanco di guardare, ritirò lo sguardo ed allorché lo rialzò verso di me - racconta Padre Pio -, con grande mio orrore, osservai due lagrime che gli solcavano le gote. Si allontanò da quella turba di sacerdoti con una grande espressione di disgusto sul volto, gridando: "Macellai!". E rivolto a me disse: "Figlio mio, non credere che la mia agonia sia stata di tre ore, no; io sarò per cagione delle anime da me più beneficate in agonia sino alla fine del mondo [...] L'ingratitudine ed il sonno dei miei ministri mi rendono più gravosa l'agonia [...] Ciò che più mi affligge è che costoro al loro indifferentismo aggiungono il loro disprezzo, l'incredulità. Quante volte ero lì per lì per fulminarli [...]"» (Epistolario I, pp. 350s).
Da queste parole, che non hanno bisogno di commento, si comprende bene che il Gesù delle invettive contro i farisei è lo stesso che si manifestò a Padre Pio ed è lo stesso che noi oggi adoriamo nelle nostre chiese.
A noi far tesoro delle sue parole che son parole di Vita eterna, parole che, se percuotono e feriscono, è perché vogliono salvare e santificare.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

https://anonimidellacroceblog.wordpress.com/2017/11/05/breve-appunto-le-aperture-del-neo-eletto-vescovo-per-la-diocesi-di-innsbruck-di-fra-cristoforo/

Va da se che ormai Bergoglio abbia dato chiare indicazioni affinchè le nuove nomine episcopali siano tutte di questo calibro. State pur certi che nell’episcopato della neo chiesa non c’è più posto per i sacerdoti “cattolici”. Le diocesi saranno pian piano avvelenate, partendo dalla testa. Proprio un’idea diabolica. Degna del miglior regime totalitario.

Le qualità per diventare Vescovo non sono più come una volta. Non conta più l’attaccamento alla Vera Dottrina; non vale più niente se uno prega o meno o se ha zelo per il Vangelo.

Oggi per diventare Vescovo basta esprimere idee progressiste, tipo essere favorevoli alla “messa ecumenica”, al sacerdozio femminile, ai migranti. Se poi uno sa anche “sculettare” tanto meglio. Un fiore all’occhiello in più.

Il Tempio di Dio è profanato. E l’apostasia dilaga.

Luisa ha detto...

E qui il Vangelo del giorno nella lettura che ne ha fatto oggi Jorge Bergoglio :

http://www.lastampa.it/2017/11/05/vaticaninsider/ita/vaticano/il-papa-chi-ha-autorit-dia-il-buon-esempio-e-non-sia-vanitoso-HAAa1TZuNcoOpEdzKydTCL/pagina.html

Anonimo ha detto...

OT. Ma è parte della dissoluzione attuale:
https://voxnews.info/2017/11/05/perche-una-nave-spagnola-scarica-26-cadaveri-presi-in-libia-a-salerno/

Anonimo ha detto...

Vorrei segnalare 2 video in cui don Barsotti chiarisce tante cose, utili ancora oggi.
Di sottofondo hanno messo una musica che disturba un ascolto meditativo, ma le parole di don Divo meritano lo stesso

La Realtà
https://www.youtube.com/watch?v=HE_V5LplGMM

fin da subito chiarisce che i vescovi hanno sospeso una predicazione vera e totale, a favore di una predicazione che "mette da parte alcune cose ed è già mentire, la Verità va detta tutta".

L'altro s'intitola "Eschaton" (non inteso alla Bose) e dice già tutto
https://www.youtube.com/watch?v=qij5bpZDHGY

Quest'ultimo è un po' dispersivo negli inserimenti video, ma ciò che Don Barsotti dice è di una semplice verità che oltrepassa tutti i farfugliamenti a cui siamo purtroppo abituati riguardo alla Fede.

grazie

perdonate la pignoleria ha detto...

Almeno noi, se proprio dobbiamo citare i testi del Novus Ordo, chiamiamoli con il nome giusto.
"Tempo ordinario" è la sballatissima traduzione del latino "PER ANNUUM", durante l'anno.

Anonimo ha detto...

"L’autorità è «un aiuto, ma se viene esercitata male, diventa oppressiva, non lascia crescere le persone e crea un clima di sfiducia e di ostilità".
Così il Vdr all'Angelus odierno.
Peccato che quel che stigmatizza negli altri finisce per crearlo lui, se si deve dare credito al clima oppressivo che c'è in Vaticano con la sua presenza...

Anonimo ha detto...

https://gloria.tv/video/YnwVTqRRkHF71BiECNYKSjohP

Ai nostalgici di un tempo sbagliato , menzognero... ha detto...

Istruzione Domenicale a cura di don Mario Proietti
https://www.youtube.com/watch?v=AXWrowAqE4M

Se vi troverete a visitare la Chiesa dei Crociferi o meglio di S.Maria in Trivio , dopo la preghiera a S.Gaspare passate in Sagrestia , vi sorprendera' non poco un effetto optical della S.Croce . Scopritelo .

Aloisius ha detto...

Il passo del discorso riportato da Anonimo h. 17,38 dimostra come il papa si senta "legibus solutus" e, distorcendo regolarmente il significato del Vangelo, lo usi per colpire i pilastri della Chiesa, sia come Corpo mistico che come istituzione.

Nella Chiesa l'autorità non è "un aiuto", ma è parte costitutiva, essenziale dell'organizzazione spirituale e materiale.
Va esercitata con lo spirito di servizio della lavanda dei piedi e con coerenza di vita, come insegna Gesù nel passo del Vangelo in commento, ma non è un aiuto.

Come al solito, la frase è fuorviante e destabilizzante:
lui si mette dalla parte di quello che, finalmente, dopo millenni di "di sfiducia e ostilità", causata da cattivi papi e cattivi alti prelati, rappresenta l'autorità buona.

Buono = aperto al mondo con dottrina duttile, come Lutero insegna;
Cattivo = fedele alla Tradizione e Magistero infallibile di 2000 anni, che opprime;
Autorità = semplice aiuto, che può essere anche non ascoltato: è lasciato al singolo
valutare se è opprimente/cattivo o lascivo/buono. Come insegna Lutero, che non
sbagliava, ingiustamente scomunicato dai cattivi.

Il buono, finalmente, estirpa il cattivo, che non è più l'eretico, che diffonde insegnamenti sbagliati, ma è il membro del clero che ancora vuole applicare con rigore la Parola di Gesù, così opprimente e fuori moda.

Il Signore ci ha messo 2000 anni a mandare il vero e unico papa, finora ha consentito alle "autorità" ecclesiastiche di opprimere e creare clima di ostilità e diffidenza, arrivando persino a scomunicare gli eretici.

Ma ora basta, il Signore si è svegliato e ha inviato il 'papa buono', che ora deve completare questa opera di pulizia.
E deve farlo con zelo, eliminandoli tutti, a tutti i livelli, con le buone o con le cattive Meglio queste, si fa prima e intimoriscono i riottosi).
Zelo necessario per mantenere gli effetti della rivoluzione, altrimenti i cattivi, che per 2000 anni occupano la Cattedra di Gesù, riprendono il sopravvento, da vero bolscevico.

Tutti, nemici compresi, lo applaudono come il portatore di pulizia nella Chiesa, evviva, aria nuova, l'autorità che opprime è stata decapitata, ora aiuta.