“La situazione è paragonabile a quella della Chiesa nell’XI e XII secolo”. Da autorevole storico della Chiesa e da presidente del pontificio comitato di scienze storiche dal 1998 al 2009, il cardinale Walter Brandmüller, 89 anni, non ha dubbi quando vede la Chiesa attuale “scuotersi fin nelle sue fondamenta” a motivo del dilagare di abusi sessuali e di omosessualità “in modo quasi epidemico tra il clero e perfino nella gerarchia”. “Come si è potuti arrivare a questo punto?”, si chiede il cardinale. E la sua risposta è in un ampio e argomentato articolo pubblicato in questi giorni sul mensile tedesco “Vatican Magazin” diretto da Guido Horst: Homosexualität und Missbrauch - Der Krise begegnen: Lehren aus der Geschichte [qui]. Di seguito la versione italiana integrale ripresa da Settimo Cielo
Omosessualità e abusi - Affrontare la crisi: le lezioni della storia
[Card. Walter Brandmüller, da “Vatican Magazin”, novembre 2018]
Apprendere che gli abusi sessuali e l’omosessualità sono diffusi in modo quasi epidemico tra il clero e perfino nella gerarchia della Chiesa in America, Australia ed Europa, scuote la Chiesa attuale fin nelle sue fondamenta, per non dire che l'ha fatta addirittura cadere in una sorta di stato di shock.
Si tratta di un fenomeno che, pur presente anche in passato, fino alla metà del XX secolo era sconosciuto nelle terribili dimensioni attuali.
Si pone dunque la domanda su come si è potuti arrivare a questo punto.
Nella ricerca di una risposta, lo sguardo cade subito, oltre che sulla società attuale caratterizzata da un liberalismo estremo, anche sulla teologia morale degli ultimi decenni e i suoi rappresentanti. Tra loro, alcuni leader d'opinione hanno abbandonato il fondamento classico del diritto naturale e della teologia della rivelazione e proclamato nuove teorie. Una morale autonoma, che non vuole riconoscere le norme comunemente vincolanti, un consequenzialismo, che giudica la qualità etica di un’azione in base alle sue conseguenze, o un’etica situazionale, che fa dipendere il bene o il male di un atto dalle relative circostanze concrete dell’azione umana: tutti questi nuovi approcci nella teologia morale sono stati difesi da professori nelle aule di teologia, ovvero nei seminari, e naturalmente anche applicati alla morale sessuale. Lì, dunque, si è anche potuto dipingere l’omosessualità come moralmente accettabile e la sua chiara condanna da parte della sacra Scrittura come legata al tempo e quindi superata.
Sullo sfondo agiva la vecchia convinzione tipicamente modernista – si seguiva lo schema dell'"evoluzione" – che la dinamica dello sviluppo dell’umanità verso un livello culturale sempre più alto comprendesse anche la religione e la morale. Così, raggiunto il livello successivo di consapevolezza più alto, ciò che ieri era ancora vietato oggi poteva essere permesso. I nomi che andrebbero citati qui sono famosi; alcuni di loro hanno addirittura insegnato nelle università pontificie senza essere esonerati dal loro incarico. Le conseguenze di tutto ciò sono emerse molto presto quando alcuni seminari, specialmente negli Stati Uniti, si sono trasformati in incubatrici di omosessualità. L’ex gesuita Malachi Martin nel suo romanzo a chiave “The Windswept House” de 1996 ha presentato dello scenario che si era così creato un ritratto che oggi si è rivelato spaventosamente reale.
Quando questa degenerazione è diventata palese, i cattolici, tanto spaventati quanto indignati, hanno reagito su larga scala, come mostrano in modo impressionante diversi portali internet.
Come conseguenza, il flusso di solito abbondante del denaro delle donazioni delle organizzazioni laiche cattoliche verso le casse vaticane è iniziato a diminuire: a prendere in mano la questione non è stato l’episcopato, bensì i laici. Il fatto di negare le abituali ricche offerte è visto, non a torto, come una protesta nei confronti delle mancanze di Roma nella crisi attuale. E proprio così facendo si è seguito – probabilmente senza saperlo – un esempio storico dell’alto Medioevo.
La situazione è paragonabile a quella della Chiesa italiana nel XI-XII secolo. Il fatto che nel corso del primo millennio il papato, le sedi episcopali, perfino le più semplici funzioni ecclesiali, a motivo delle entrate che garantivano erano apparsi sempre più appetibili, ebbe come conseguenza che si litigava, si combatteva, si mercanteggiava per impossessarsene. Questo male era detto simonia: Simon Mago aveva offerto denaro all'apostolo Pietro perché gli conferisse i doni dello Spirito Santo. A ciò si aggiungevano poi la pretesa dei regnanti temporali di interferire nell’attribuzione di alti incarichi nella Chiesa – l'investitura laica – e ovviamente anche il concubinato di molti sacerdoti.
Lo stesso valeva per il papato, che nel IX e X secolo era diventato addirittura il pomo della discordia tra le famiglie nobili dei Crescenzi e dei Tuscolo. Questi, dunque, mettevano – non importa come – uno dei rispettivi figli o parenti come papa. Tra loro c’erano anche uomini molto giovani e moralmente dissoluti, che si sentivano più padroni del patrimonio di Pietro che pastori supremi della Chiesa.
Sulla scia di questi sviluppi crebbe anche l’omosessualità tra il clero. E ciò avvenne in misura tale che san Pier Damiani nel 1049 consegnò al neoeletto papa Leone IX il suo “Liber antigomorrhianus”, redatto in forma epistolare, nel quale esponeva questo pericolo per la Chiesa e per la salvezza dell’anima di molti. Il titolo della trattazione fa riferimento alla città di Gomorra che, secondo Genesi 18, per via dei suoi peccati era stata condannata da Dio alla distruzione insieme a Sodoma.
Damiani si aspettava da quel papa, noto come zelante riformatore, un intervento efficace contro il peccato largamente diffuso. Scrisse: “La sozzura sodomitica si insinua come un cancro nell’ordine ecclesiastico, anzi, come una bestia assetata di sangue infuria nell’ovile di Cristo con libera audacia, sicché la salvezza delle anime di molti è più sicura sotto il giogo della servitù di laici, che con l'accesso volontario al servizio di Dio sotto la ferrea legge della tirannia di Satana” che regnava tra il clero.
È alquanto degno di nota che quasi contemporaneamente si costituì un movimento laico, rivolto non solo contro l’immoralità del clero e il concubinato dei sacerdoti, ma anche contro l’impadronirsi degli uffici ecclesiastici da parte di poteri laici, ovvero la possibilità di acquistarli. Era proprio così che tra il clero si erano insinuati elementi che non avevano né la capacità né la volontà di condurre una vita conforme allo stato clericale. Per i signori laici, avere vassalli fedeli sulle cattedre episcopali era spesso più importante del bene della Chiesa.
A insorgere contro tutto questo fu il vasto movimento popolare detto della "pataria", guidato da membri della nobiltà milanese e anche da alcuni membri del clero, ma sostenuto dal popolo. Collaborando strettamente con i riformatori vicini a Pier Damiani, e poi con Gregorio VII, con il vescovo Anselmo di Lucca, importante canonista poi diventato papa Alessandro II, e con altri ancora, i “patarini” sollecitarono, ricorrendo anche alla violenza, la realizzazione della riforma che in seguito prese da Gregorio VII il nome di “gregoriana”: per un celibato del clero vissuto fedelmente, contro l’occupazione di diocesi da parte di potenze laiche e la simonia.
L’aspetto interessante è che il moto riformatore scoppiò quasi in simultanea nei massimi ambienti gerarchici a Roma e tra la vasta popolazione laica lombarda, in risposta a una situazione considerata insostenibile.
Questa unione d’interesse però non durò a lungo. Infatti, quando in seguito si formarono le diverse ramificazioni del movimento pauperistico, senza però riprendere l’impulso volutamente ecclesiastico e gerarchico dei primi francescani, bensì sfidando con predicazioni spontanee e non autorizzate la resistenza di una gerarchia che non comprendeva i segni dei tempi, non pochi dei “poveri di Cristo”, con il loro rifiuto della gerarchia fondata sul sacramento, scivolarono nell’eresia e nella disobbedienza. Nacquero così dei movimenti pauperistici ramificati, che solo grazie alla lungimirante azione pastorale di Innocenzo III poterono in gran parte essere reintegrati nella Chiesa.
Ricordare tali sviluppi nel presente contesto è utile, perché anche oggi è possibile riconoscere alcune di quelle deviazioni, quando laici fin troppo "impegnati" si rivoltano contro sacerdoti e vescovi.
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Oggi come allora, nascono da ciò dei conflitti tra un episcopato impigliato nelle istituzioni e nella burocrazia – compresa la curia romana – e movimenti laicali che si sentono abbandonati, se non addirittura traditi, dai pastori e dai maestri della Chiesa, dai successori degli apostoli. Per superare la perdita di fiducia che si crea tra i fedeli, servirà uno sforzo non indifferente da parte della gerarchia e del clero. Certo, la congregazione per la dottrina della fede ha pubblicato dei documenti di teologia morale, come per esempio “Persona humana” (1975). Inoltre, a due professori è stata revocata, rispettivamente nel 1972 e nel 1986, la licenza d’insegnamento a causa di errori teologici, e alcuni libri sulla morale sessuale sono stati condannati. Ma gli eretici davvero importanti, come il gesuita Josef Fuchs, che dal 1954 al 1982 è stato docente presso la Pontificia Università Gregoriana, e Bernhard Häring, che ha insegnato presso l’Istituto dei Redentoristi a Roma, nonché l’influentissimo teologo morale di Bonn Franz Böckle o quello di Tubinga Alfons Auer, hanno potuto spargere indisturbati, sotto gli occhi di Roma e dei vescovi, il seme dell’errore. L’atteggiamento della congregazione per la dottrina della fede e dei vescovi in questi casi è, in retrospettiva, semplicemente incomprensibile. Si è visto arrivare il lupo e si è rimasti a guardare mentre irrompeva tra il gregge. L’enciclica “Veritatis splendor” del 1993 di Giovanni Paolo II – il contributo che vi ha dato Joseph Ratzinger ancora non è stato debitamente riconosciuto – ha sì indicato con grande chiarezza le basi dell’insegnamento morale della Chiesa, ma si è scontrata con l’ampio rifiuto dei teologi. Forse perché è stata pubblicata solo quando il decadimento teologico-morale era già troppo avanzato.
Per quanto da un lato sia incomprensibile e deplorevole il fallimento della gerarchia, e dall’altro lato necessario e lodevole l’impegno dei laici nella situazione attuale, in entrambi questi atteggiamenti e comportamenti è possibile individuare notevoli elementi di rischio. Se il comportamento illustrato sopra della cosiddetta "Chiesa istituzionale", che si preoccupa più delle finanze e dell’amministrazione, causa il crescente abbandono della Chiesa da parte di popolazioni che un tempo erano cattoliche, un laicato fin troppo sicuro di sé corre il pericolo di non riconoscere la natura fondata sull’ordine sacro della Chiesa e di scivolare, nella protesta contro il fallimento della gerarchia, in un cristianesimo comunitario evangelicale.
Per quanto il laicato consapevolmente cattolico che si sta formando soprattutto nel cattolicesimo nordamericano vada non solo compreso, ma anche riconosciuto e incoraggiato nella sua protesta contro la degenerazione sessuale tra sacerdoti, vescovi e persino cardinali, non si può però perdere di vista il significato costitutivo del ministero sacerdotale e pastorale, fondati sul sacramento dell’ordine, e tanto meno il fatto che la maggior parte dei sacerdoti vive fedelmente secondo la propria vocazione.
Intanto, proprio la tensione esistente tra i due poli potrebbe diventare utile per superare la crisi attuale.
Tuttavia bisognerà fare attenzione a evitare una nuova edizione del conflitto tra i vescovi e i "trustee" laici negli Stati Uniti riguardo alla sovranità sulle finanze ecclesiastiche, sorto verso la metà del XIX secolo, e rimasto virulento anche in seguito.
Piuttosto, sarebbe bene ricordare il beato John Henry Newman, che ha reso meravigliosamente omaggio al ruolo importante che riveste la testimonianza dei fedeli "in matters of doctrine", ossia in materia di dottrina. Ciò che ha scritto nel 1859 dovrebbe essere applicato oggi anche alle materie economiche e morali, proprio ora che – come nelle lotte cristologiche del IV secolo – l’episcopato per lunghi tratti rimane inattivo. Il fatto che si possa constatare ciò anche nell’attuale crisi degli abusi può dipendere dal fatto che l’iniziativa personale e la consapevolezza della propria responsabilità di pastore del singolo vescovo sono rese più difficili dalle strutture e dagli apparati delle conferenze episcopali, con il pretesto della collegialità o della sinodalità.
Tuttavia, più i vescovi riusciranno a sentirsi sostenuti dalla ferma volontà dei fedeli di rinnovare, di ravvivare la Chiesa, più sarà facile per loro mettere mano a un lavoro di riforma autentica della Chiesa.
È nella collaborazione di vescovi, sacerdoti e fedeli, nella potenza dello Spirito Santo, che la crisi attuale può e deve diventare il punto di partenza del rinnovamento spirituale – e quindi anche della nuova evangelizzazione – di una società post-cristiana.
27 commenti:
Ogni giorno ognuno di noi fa delle valutazioni: su se stesso e sugli altri.
C'è chi lo fa per professione, chi secondo i propri doveri di stato e chi impicciandosi di quel che non compete.
Questo "chi" può essere la stessa persona, può essere ciascuno di noi, assordato dai giudizi che si sommano al rumore delle passioni: tutto questo rumore distrugge il silenzio interiore.
Il silenzio interiore in realtà è indispensabile per poter tacere davvero e ascoltare Dio.
Gesù quando invita a non giudicare non rimprovera innanzitutto una possibile durezza di cuore (tra l'altro non attribuibile aprioristicamente, soprattutto a chi ha il dovere di giudicare), ma piuttosto il danno al silenzio che deriva dall'esercizio del giudizio, spesso preda delle passioni.
Esse non sono semplicemente un desiderio (desiderare è tipico di chi spera e sperando prega per accrescere il desiderio che sta nella sua fede), ma possono esserne l'assolutizzazione patologica (ideologica e idolatrica) che impedisce l'approdo alla carità.
Tutta questa premessa per dire dei rischi che corriamo nel toccare temi spinosissimi come questo, rischi per la nostra anima di essere trascinata lontano dal suo tesoro, che è un rinnegamento di sé, il sacrificio del vero amore, per fidarsi davvero di Dio e consegnarsi con piena fiducia a Lui, ascoltando Lui, facendo tacere giudizi e passioni.
Questo non nega affatto il male e nemmeno lo giustifica o lo lascia agire indisturbato: piuttosto lo sconfigge nel modo utilizzato da Gesù, con la croce.
Un lasciarsi crocifiggere che non è l'ultima parola del male, ma la parola definitiva del bene e dell'amore che è più forte della morte: infatti Cristo risorge!
Il sacrificio per amore, lo stare quando chiunque preferirebbe andarsene, l'amare quando chiunque preferirebbe criticare schifato, è il segno che dice la verità dell'amore vero, di fronte alle sue caricature, i falsi d'autore, i surrogati, le patacche rivendute sui mercati del consenso. Serve un vero silenzio per amare mentre tutto intorno ti dice tradimento, tenebra, peccato. Ecco che cos'è il cristianesimo e anche cosa non è, nel diffondere ciance sinodali, che tacciano di durezza i critici e parlano di amore per tutelare le proprie voglie e passioni. E' tutto un rumore, in una dittatura di rumore che non tollera il silenzio. E mentre rischiamo di essere anche noi risucchiati nel gorgo, c'è la via stretta del resto fedele che consola il Signore delle piaghe e delle ferite che ancora soffre a causa del falso amore di troppi sedicenti innamorati, incapaci di mettere a tema il sacrificio, a cominciare dall'Eucaristia che per molti è ormai una cenetta tra compari: la gola infatti è un vizio. Un vizietto del clericalismo alla massima potenza.
E' un giudizio anche questo? Sì, lo è. Per ammettere che ancora non amiamo abbastanza.
Non siamo ancora abbastanza innamorati del pezzo di pane in cui Dio (DIO) si è nascosto, visibile solo a chi sa amare come Lui, stando lì, proprio mentre tutti dalla croce fuggono.
OT
La Corte europea ingiunge all'Italia di esigere l'ICI da sempre abbonato alla Chiesa.
B&B, case vacanza, cliniche, ostelli, scuole. Un patrimonio edilizio che fa della Chiesa di Roma la titolare di una rendita fondiaria immensa alla quale, non si è mai saputo in ragione di cosa, è stata concesso un condono perpetuo. Non ha mai pagato infatti l’Ici sui suoi immobili.
La Chiesa cattolica invece mostra da sempre un attivo interesse per patrimonializzare i suoi beni, agendo sul mercato al pari di altre aziende private. Mette a reddito tutto ciò che può. Finanche la facciata della Scala santa, luogo di pellegrinaggio e di culto, è coperta da un enorme fascio pubblicitario. Paghi, e nel nome del Padre avrai il tuo spot.
Finalmente la Corte di giustizia europea ha dichiarato illegale l’ingiustizia italiana, il principio di diversità secondo il quale c’è chi deve e c’è chi no. I primi calcoli dicono che l’arretrato ammonterebbe a qualche miliardo di euro, addirittura cinque si stima. Sarebbe cosa e buona e giusta se quei soldi, per esempio, potessero venire spesi per difendere la terra, i boschi, le case dalla natura che si è fatta incontinente.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/06/quel-condono-perpetuo-alla-chiesa/4746026/
ASSURDO CONTRO VIGANÒ: “MCCARRICK NON AVEVA RELAZIONI OMOSESSUALI”. ERA SOLO CLERICALE. LO SDEGNO DEGLI AMERICANI.
http://www.marcotosatti.com/2018/11/06/assurdo-contro-vigano-mccarrick-non-aveva-relazioni-omosessuali-era-solo-clericale-lo-sdegno-degli-americani/
A tutto c'e' un limite ! Considerando che nei seminari non entrano piu' , come una volta , bambini dodicenni ma adolescenti gia' scolarizzati , e' mai possibile che fossero così deboli e fragili da non saper dire di NO all'abusatore di turno ? E' mai possibile che giovani adulti invitati dal clericale di turno alla casa al mare difronte ad una situazione chiara in cui non si chiedeva la recita del S.Rosario non avessero la forza di prendere la porta e tornarsene a casa ? A questo punto mi vien da pensare che forse nella selezione dei seminaristi si privilegiassero altri curri-cula !?
http://www.marcotosatti.com/2018/11/06/assurdo-contro-vigano-mccarrick-non-aveva-relazioni-omosessuali-era-solo-clericale-lo-sdegno-degli-americani/
ACCORATO APPELLO AI SACERDOTI
«Sacerdoti, io non sono un Prete e non sono mai stato degno neppure di fare il chierichetto. Sappiate che mi sono sempre chiesto come fate voi a vivere dopo aver detto Messa. Ogni giorno avete Dio tra le vostre mani. Come diceva il gran re san Luigi di Francia, avete «nelle vostre mani il re dei Cieli, ai vostri piedi il re della terra». Ogni giorno avete una potenza che Michele Arcangelo non ha. Con le vostre parole trasformate la sostanza di un pezzo di pane in quella del Corpo di Gesú Cristo in persona. Voi obbligate Dio a scendere in terra! Siete grandi! Siete creature immense! Le piú potenti che possano esistere. Chi dice che avete energie angeliche, in un certo senso, si può dire che sbaglia per difetto. Sacerdoti, vi scongiuriamo: Siate santi! Se siete santi voi, noi siamo salvi. Se non siete santi voi, noi siamo perduti! Sacerdoti, noi vi vogliamo ai piedi dell’Altare. A costruire opere, fabbriche, giornali, lavoro, a correre qua e là in Lambretta o in Millecento, siamo capaci noi. Ma a rendere Cristo presente ed a rimettere i peccati, siete capaci solo voi! Siate accanto all’Altare. Andate a tenere compagnia al Signore. La vostra giornata sia: preghiera e Tabernacolo, Tabernacolo e preghiera. Di questo abbiamo bisogno. Nostro Signore è solo, è abbandonato. Le chiese si riempiono [si fa per dire] soltanto per la Messa. Ma Gesú sta là 24 ore su 24 e chiama le anime. A tutti, anche a noi, ma in particolare a te, sacerdote, dice di continuo: «Tienimi compagnia. Dimmi una parola. Dammi un sorriso. Ricordati che t’amo. Dimmi soltanto “Amore mio, ti voglio bene”: ti coprirò di ogni consolazione e di ogni conforto». Sacerdoti, parlateci di Dio! Come ne parlavano Gesú, Paolo Apostolo, Benedetto da Norcia, Francesco Saverio, Santa Teresina. Il mondo ha bisogno di Dio! Dio, Dio, Dio Vogliamo. E non se ne parla. Si ha paura a parlare di Dio. Si parla di problemi sociali, del pane. Ve lo dice uno scienziato: nel mondo c’è pane! Ci sono risorse che, se ben distribuite, possono garantire una vita, forse modesta, ma certamente piú che dignitosa a 100 miliardi di uomini! L’uomo ha fame di Dio! E si uccide per disperazione. Dobbiamo credere, ecco il compito delle Missioni: donare Dio al mondo! Suore, scusate se vi parlo cosí: tornate ad abituarvi al silenzio! Bello tutto, la preghiera collettiva è potentissima davanti al Signore. Ricordatevi, però, che si può fare una preghiera insieme anche lontani 100.000 km. La vicinanza è nel cuore di Dio, non nel contatto dei gomiti. Anzi, anche a contatto di gomiti, perché noi non disprezziamo le realtà concrete, visibili e materiali. Ma attenti a non esagerare. Chi volesse dire solitudine soltanto sbaglia, ma chi dice solo appiccicamento di cuore sbaglia. Sbagliano l’uno e l’altro».
(Servo di Dio Prof. Enrico Medi, "Lettera aperta al clero", 1981)
Laici cattolici in rivolta contro la lobby #gay della Chiesa. Crollano le donazioni alla Chiesa cattolica e migliaia di fedeli chiedono il repulisti dei prelati omosex, spesso i veri responsabili degli abusi sui minori. Una simile crisi fu vissuta dalla Chiesa tra il IX e il X secolo. Anni in cui san Pierre Damiani pronunciò le frasi di fuoco sul terribile peccato contro natura.
http://www.lanuovabq.it/it/omosessualita-del-clero-uscirne-guardando-alla-storia
E' come se alla Chiesa un vampiro avesse succhiato ogni sua forza. I laici, buona volontà qua e là, onde tra le onde, l'uscita poi, il crollo.
Non rimane che Gesù Cristo, Maria Santissima, la Santa Trinità, gli Angeli, i Santi, ed in sé non sarebbe poco ma, sembra che anche a noi sia stato risucchiato il sangue, la vita.
Ed io sono certa che questo drenaggio di forze dipende dalla condizione di peccato nella quale si vive, anche se non si cerca di non peccare.
Questa evidenza ormai, mi auguro che faccia comprendere a chi pratica e promuove il peccato che con esso si semina la morte nella società intera.
Non si tratta di pensala diversamente, quindi fornico quanto voglio e con chi voglio, da un punto di vista culturale vediamo che tutti questi pensieri rivolti alla sessualità hanno messo in moto una subcultura che di quello tratta, espone, decanta ed instancabilmente azzarda sempre più e più oltre.
Ai miei tempi si parlava di malattie veneree ora non se ne parla più, non so se per aum aum o perchè si son trovati i mezzi per combatterle sul nascere.
Comunque queste malattie incidevano sulla generazione o perchè si diventava impotenti a generare o perchè la prole era segnata nel fisico, in particolare nella parte nobile del corpo.
Ora che la scienza in qualche modo maschera gli effetti di una sessualità senza regole, constatiamo che è avvenuto un crollo nella capacità di comprensione,in particolare dei temi più elevati; una fiacchezza della volontà, il volere sembra funzionare nell'agire, ma solo per distruggere; infine un istupidimento dei sentimenti diventati ottusi e molli.
Le culle vuote denunciano una società fornicante che usa l'altro per masturbarsi, ci si masturba in compagnia, con chi capita capita, stretti come d'inverno in metropolitana dove ognuno scende e sale secondo le sue mete del giorno.
Quale succo spirituale può uscire da un'umanità che ragiona con il fondo delle mutande? Nessuno e nessun succo può uscire dalla chiesa masturbante e masturbata, fornicatrice indefessa e indiavolata.
Cosa possono insegnare di spirituale costoro dalle mutande in mano? NULLA. Ma le loro erezioni, oltre che portarli all'idiotismo, infettano il prossimo, formando strutture di peccato, che devitalizzano anche tutti coloro che non sono ossessi del sesso come loro, cioè appestano l'aria, l'atmosfera spirituale. Il loro peccato è la vera anidride carbonica e sulla terra e sulla strada verso il Cielo.
Il reale problema ecologico è il peccato dell'uomo e quello contro-natura poi è il ministro della guerra contro il Bene.
I Santi profumano da vivi e da morti, gli altri superbi, avari, lussuriosi, iracondi, golosi, invidiosi, accidiosi ammorbano l'aria, da vivi e da morti, togliendo aria e vita al prossimo.
Il peccato non è solo una zappata sui propri piedi è un attentato alla vita, al ben-essere del prossimo, anche se il prossimo sta a mille miglia dal peccatore.
A tutti i sacerdoti fornicatori, fatevi aiutare a svolgere qualche pensiero sulle conseguenze del vostro agire, qui ed ora, davanti a Dio, per voi stessi, per il vostro prossimo. Un'erezione presto passa, l'inferno sempre dura.
Vero che è obbligata a pagare l'ICI, fanno 4 mld. di euro dilazionati in 10 anni, ma devono pagare........chissà se non si svegliano quando finiscono i dindini.......
Circolarizzo un’importante iniziativa, di cui ho ascoltato una testimonianza nella prima giornata del Seminario Reti Generative in corso a Milano. Un incontro sulla sessuodipendenza: dodici passi per salvarsi. Come aiutare chi è affetto da un atteggiamento sessuale compulsivo. Testimonianza di Nicholas S. di Sessuodipendenti Anonimi:
http://newsletter.chiesadimilano.it/servizio-giovani/?email_id=105&user_id=615&urlpassed=aHR0cDovL3d3dy5wdXJpZGljdW9yZS5pdC9pbnRlZ3JpdGEvI2V2ZW50fHVuZGVmaW5lZHw1NDc%3D&controller=stats&action=analyse&wysija-page=1&wysijap=subscriptions
I servi sciocchi
La Chiesa deve pagare l'Ici, lo ha decretato l'UE.
Un tempo, mi sarei ovviamente infuriato, trattandosi come ovvio di un atto chiaramente ostile alla Chiesa Cattolica. Un atto infame.
Per di più imposto dal nostro nemico numero uno per le solite ragioni...
Ma, oggi, francamente, sono contento... Visto chi è che deve pagare. E visto che coloro che devono pagare sono i primi a difendere l'UE e a portarla in palmo di mano come esempio di civiltà democratica e tollerante, di mondialismo e come strumento alleato per l'invasione immigrazionista.
Ben vi sta! Ora pagate. Con questa cifra astronomica, peraltro, aiuterete anche un governo che odiate. Giusto contrappasso.
Pagate al vostro padrone. Che tanto i soldi ve li abbiamo dati noi.
Ma, per quanto mi riguarda, non più: solo a quei veri sacerdoti e alle sante suore che mantengono la fede di sempre e vivono realmente per Dio e per il prossimo.
Non sono più molti, ma ci sono ancora, eccome. Per lo più li perseguitate.
Pagate ora. E... tenetevi l'UE. (MV)
Per Irina, giusto un appunto: le malattie veneree non sono affatto scomparse, sono anzi in aumento. Ed è anche purtroppo aumentata l’ignoranza rispetto ad esse, specie tra i giovani. E, naturalmente, i più colpiti sono appunto gli omosessuali.
Bello che si aprano gli occhi quando le finanze si assottigliano e i vizi non godon più abbondanza di introiti. Le finanze son nervo scoperto che manda a spasso lorsignori, gioisco anch'io per l'ici ue col commentatore 18,28. Dicon che mangiando le ghiande si rifletta meglio e magari si torna alla Casa del Padre, quella Casa abbandonata per correr dietro ai giovinetti. Ai laici, salve le eccezioni di norma, interessa poco la finanza (x quello le parrocchie hanno già i laici incaricati coi consigli pastorali ed economici). Interessa invece ritornare a veder clero cattolico, che se li volessimo protestanti ci andremmo da soli, dagli originali dop. Il grosso problema ignorato è proprio quella simiglianza al IV secolo, di sfuggita accennato:come si svegliaron al tempo tutti ariani, oggi ci siam svegliati protestanti. I laici non si voglion sostituire alla gerarchia ma vogliono clero non luterano, e qui casca l'asino. Come disse Pio XII "i laici si chiederanno dove LO hanno portato", è quel Lui che cerchiamo, perchè gerarchie e non sacramenti protestanti non ci interessano. Malachi Martin parlò anche di altro, di conclavi taroccati, seppure diluendo la dose con lo spostamento a quello del 1963, affermò in un'intervista che fu eletto Papa Siri(ancora una volta e si dice anche nel 1978) e che rifiutò per paura di minacce alla famiglia (il falso mischiato al vero,famiglia era anche il vaticano, sotto minaccia nucleare si scrive). E' meglio tacere e godersi il proprio intimismo? Maria sarebbe rimasta al tempio, Vergine votata al Signore, ma la Trinità la volle per le strade del mondo e sul Calvario. Per noi, non immacolati, è più dura non soccomber, ma i pericoli son ovunque, nell'eremo e nel quietismo come nel mondo e nella diatriba, anche scomoda e pericolosa a volte. Il bene delle anime è ciò che si valuta (ed anche ciò che piace meno fare), è meglio avvisare che oggi la strada per l'inferno è non solo lastricata e luccicante ma è pure con servizio di carrozza gerarchica.
ATTENZIONE. Ha detto lo psicologo e sociologo Bergoglio che: «Dietro la rigidità (...) c’ è qualcosa di nascosto nella vita di una persona. La rigidità non è un dono di Dio. La mitezza, sì; la bontà, sì; la benevolenza, sì; il perdono, sì. Ma la rigidità no! Dietro la rigidità c’ è sempre qualcosa di nascosto, in tanti casi una doppia vita; ma c’ è anche qualcosa di malattia. Quanto soffrono i rigidi: quando sono sinceri e si accorgono di questo, soffrono! Perché non riescono ad avere la libertà dei figli di Dio; non sanno come si cammina nella Legge del Signore e non sono beati. E soffrono tanto! Sembrano buoni, perché seguono la Legge; ma dietro c’ è qualcosa che non li fa buoni: o sono cattivi, ipocriti o sono malati. Soffrono!».
Dunque chi osserva il dogma, stando allo psicologo e sociologo Bergoglio, sarebbe rigido, diabolico e dalla doppia vita. Inoltre chi osserva il dogma, sempre secondo lui, sarebbe malato e sofferente! In pratica Bergoglio accomuna i legalisti farisei con i cattolici osservanti. Afferma inoltre che gli osservanti non sarebbero mai buoni ma sarebbero collerici e cattivi. In pratica l'osservanza del dogma sarebbe nemica delle virtù. Dimenticavo, oltre che psicologo e sociologo, Bergoglio si improvvisa anche esegeta, difatti per avvalorare questa sua serie inenarrabile di errori ed offese usa anche la "parabola del figliuol prodigo".
Quanta ignoranza. Quanta desolazione intellettuale. Quanta cattiveria contro la Chiesa trionfante, purgante e soprattutto militante. Perché non va a dire le stesse cose ai suoi compari rabbini che sono i massimi osservanti del Talmud, almeno in pubblico?
Torno a chiedere a qualche vescovo residenziale di intervenire canonicamente contro Bergoglio e contro l'eresia maxima del Vaticano Secondo: la poltrona non vale più della salvezza!
Carlo Di Pietro
Il link a quanto citato sopra
http://m.famigliacristiana.it/blogpost/il-papa-la-rigidita-non-e-un-dono-di-dio-i-rigidi-hsono-cattivi-o-ipocriti.htm
La citazione si riferisce ad un discorso del 2016. Ma la mentalità è quella e ho passato la riflessione proposta perché comunque valida.
Qualcuno ha scritto giustamente: "L'ICI è il pretium del pactum sceleris tra CEI e governo Renzi".
Non c'è disagio nel provare un certo compiacimento per l'ingiunzione (anche se appartiene a tecnocrati anti-cristiani) perché non si tratta di scegliere tra la Chiesa e l'UE, ma tra la CEI e l'Italia. E con una CEI che, oltre a non veicolare più la retta fede, rema contro non solo all'Italia ma anche al bene comune, è naturale scegliere l'Italia...
L'impasse
L'autore dell'articolo cita giustamente l'esempio storico della prima Pataria, che riuscì ad ottenere dei risultati, usando anche la forza, con l'appoggio e l'approvazione del Papa. Questo è il punto: il movimento dei laici per purificare la Chiesa ottenne dei risultati perché era appoggiato apertamente dal Papa e comunque da parte notevole della Curia, anche da san Pier Damiani, nonostante la sua preoccupazione per le maniere manesche dei patarini.
Ma oggi? Oggi il problema è proprio nei vertici, il Papa e tutta una parte della Curia o comunque dell'alta gerarchia stanno dalla parte dei corrotti, li proteggono e li difendono, quasi ci fosse un pactum sceleris. Pertanto, il movimento che dal basso cerca di purificare l'ambiente non ha veri capi nella Chiesa e il pericolo che esso scivoli senza volerlo verso forme di ribellione ed anzi di ribellismo di tipo evangelico o presbiteriano c'è e aumenterà col passare del tempo.
Occorrono dei capi, dei cardinali, dei vescovi che costituiscano un punto di riferimento, per la teoria e la prassi. Ma non ci sono. Dovrebbero essere in teoria Burke e/o Brandmueller ma si è visto che non hanno la stoffa. Si sono esposti coraggiosamente per contrastare l'eresia contenuta nella AL. Ma poi si sono fermati a metà dell'opera. Papa Francesco ha fatto una cosa inaudita, come sappiamo: ha ordinato che l'interpretazione che consente la comunione sacrilega ai divorziati risposati conviventi more uxorio sia da considerarsi ufficialmente come "l'unica valida". A questo punto i due cardinali dei Dubia avrebbero dovuto far seguire una precisa Correctio Doctrinalis al Papa. Invece hanno taciuto, con grave danno di tante anime, anche delle loro, si capisce (e speriamo se ne rendano conto).
Il dramma è questo: sta prendendo forma un esercito che vuol marciare per il bene della Chiesa, ma mancano i capi, che devono essere necessariamente dei sacerdoti di Cristo. Il più coraggioso era stato finora mons. Scheider. Vedremo come reagirà all'imposizione recentemente subita. Questo è l'impasse, sempre più grave, la mancanza dei capi che guidino il movimento prendendo delle legittime iniziative dottrinali di vasta portata, tanto per cominciare.
PP
Off topic. Vi chiedo di pregare per un gruppo di giovani alle prime esperienze che, dopo adeguata preparazione, si accingono a tenere colloqui di lavoro molto importanti. Come detto, sono ben preparati: ma è sempre necessario l'aiuto dello Spirito Santo...
L'ici è sempre stata pagata dalla Chiesa. Non scriviamo fesserie sul fatto che la Chiesa non paga l'ici, per cortesia.
La UE conferma l’esenzione dell’imposta sugli immobili (ICI) alle strutture religiose e caritative, chiedendo invece di recuperarla da tutte le associazioni no-profit (sportive, culturali e religiose) che gestiscono anche un'attività commerciale. Ma i Radicali la fanno passare come "una vittoria sulla Chiesa".
https://www.uccronline.it/2018/11/07/corte-europea-la-chiesa-non-deve-pagare-lici-ma-gli-anticlericali-esultano/
Concordo con quanto detto sopra dal prof. Pasqualucci.
Qui nell'articolo si parla di "fallimento della gerarchia" e questo andrebbe inteso come un non essere riusciti, da parte della gerarchia, ad ottenere i risultati voluti.
Il problema è che qui la gerarchia solo parzialmente ha fallito, infatti gli scopi errati sono in parte stati raggiunti. Qui si tratta piuttosto di una gerarchia cattolica che si è dissciolta e si è trasformata, abusando del potere maldestramente ottenuto, in qualcosa che cattolico non è più!
I due pericoli citati dal cardinale rimangono reali, ma l'azione dei fedeli deve orientarsi non contro la gerarchia in sè, ma contro coloro che nella gerarchia hanno deviato, che sono una bella parte del tutto. Altrimenti detto devono dare il loro appoggio in modo mirato a quelle persone all'interno della gerarchia (per ora ancora poco visibili) che effettivamente se lo meritano. In ogni modo, anche finanziariamente o in altro modo.
7 novembre 1954. Vi è forse bisogno di dire che un editore cattolico non si attiene se non a ciò che è buono? Mentre l'interesse commerciale potrebbe indurlo a venire a patti con la morale, egli respinge qualsiasi arrendevolezza a quel che la sua coscienza riproverebbe. Ma inoltre egli ha la massima cura della qualità. Non accetta che un libro onesto nella sua linea, accurato e corretto; e a questo fondo solido si studia di dare una forma degna. Non ignora la somma di cognizioni e di lavoro che ciò richiede, e non risparmia fatica per conseguire la perfezione che i suoi mezzi gli consentono. La carta e i caratteri saranno scelti con la più grande attenzione; quindi la composizione, che è l'opera d'arte propriamente detta, presenterà il testo nelle migliori condizioni di armonia, di chiarezza e di eleganza; la stampa stessa avrà tutta la finitezza e la precisione desiderabili, di guisa che tutti i mezzi e gli espedienti della tecnica e della tradizione saranno messi al servizio del gusto e della invenzione, per fare dell'opera più modesta un lavoro di stile, una cosa bella, fonte di gioia perenne. Da questi elementi dipende la riputazione di una Casa editrice; ma soprattutto l'editore cattolico ama di offrire a Dio il pieno impiego dei suoi talenti. Non sembra che sia un diminuire la parabola evangelica il vedere in essa anche l'elogio del lavoro ben fatto. La legge del lavoro è stata infatti imposta dal Creatore all'uomo per la sua perfezione. Chiunque invero si studia di compiere eccellentemente le sue azioni quotidiane, adempie la volontà di Dio e rende onore al Padre che è nei cieli; in tal modo si prepara a ricevere da Lui lume e forza per incamminarsi verso la perfezione dell'anima, fine ultimo della sua vita.
Dal DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AGLI EDITORI CATTOLICI
Torno al nell'articolo del card. Brandmuller, il quale a mio avviso coglie nel segno su tutto.
Ma condivido quanto osservato da PP, il quale da per scontato che il sacramento dell'ordine non si discute, ma mancano esponenti del clero che siano in grado di riportare la Chiesa alla sua santa missione.
Aggiungo, a conferma, che oggi non si corre tanto rischio il di laici cattolici che vogliono superare il sacramento dell'ordine, che sicuramente e' una peste da prevenire e reprimere perché porta anch'essa all'eresia, come giustamente osservato dal card. Brandmuller.
Ma il problema opposto, di una massa enorme di laici superficiali, che ignorano i fondamenti della fede, o li conoscono in modo distorto perché così plasmati dall'eresia modernista, pianta velenosa concimata e portata a rigogliosa crescita dal CVII.
L'eresia modernista, quale sintesi e concentrato di tutte le eresie, ha avvelenato moltissimi semi buoni e ora guida anche la Chiesa.
Ma anche se non potrà mai e poi mai appestare e avvelenare tutti i semi buoni, manca il contesto per la nascita di un San Pier Damiani, che nel medio evo, nonostante la grave situazione esposta dal card. Brandmuller, c'era comunque.
Ma e' proprio in queste situazioni che lo Spirito Santo interviene.
Servono però schiere di fedeli che diano testimonianza di fede autentica con le opere più svariate e adeguate ai propri talenti, non solo in difesa, ma applicando alla propria vita la sana dottrina di sempre.
E che contestualmente bombardino il Cielo con tonnellate di preghiere.
Almeno finché non si venga costretti a una psicoanalisi forzata da amorevoli eretici modernisti per curare la cotanta rigidità....
Un riferimento che la Francia e il Belgio hanno rifiutato di inserire nella Costituzione e che Comte-Sponville ritiene essere una forma di “chiusura” da parte del secolarismo: «L’origine cristiana dell’Europa è una evidenza storica. Se l’Europa ignora le sue radici cristiane cesserà di essere una civiltà e di essere solo un mercato».
http://www.uccronline.it/2011/06/28/il-filosofo-ateo-comte-sponville-%C2%ABle-radici-cristiane-sono-unevidenza-storica%C2%BB/
http://www.lanuovabq.it/it/il-papa-e-gay-friendly-parola-di-padre-martin
COSA C’E' DI MALE SE UN RAGAZZINO FA ATTI SESSUALI CON UN ADULTO?
In una memorabile puntata del Maurizio Costanzo show, Busi ammette senza pudore di avere avuto rapporti sessuali con minori, non come li intendiamo noi, però. E come? Alle sue parole il pubblico della trasmissione di Canale 5 sbotta. Una signora, in particolare, lo accusa di fare l'apologia della pedofilia. Lui continua, senza scomporsi poi troppo, con le sue inquietanti affermazioni. Attacca il pubblico. Dice che se anche " un ragazzino facesse atti sessuali con un adulto cosa ci sarebbe di male?"
Ormai non mi sconvolge più nulla, ma di giorno in giorno sento la necessità di gridare la verità, non possiamo stare zitti, dobbiamo intervenire. Siamo ancora in tempo, la Finestra di Overton, per la pedofilia, non è ancora completa, prima che sia legalizzata, bisogna che divenga popolare, prima ancora sensata, e prima ancora accettabile. L’Impensabile e il radicale sono già fasi superate: basta pensare alla presenza di gruppi organizzati – come il famoso partito olandese – che predicano apertamente la pratica pedofila, o alla in dimenticata conferenza scientifica all'Università di Cambridge (2014) che stabilì che «l’interesse pedofilo è naturale e normale per il maschio umano», o ad alcuni protocolli redatti da alcuni organismi potentissimi come OMS (Standards europei per l’educazione sessuale, 2010) o recentissimamente dall'UNESCO – ONU - (Guida tecnica per l’educazione sessuale, 2018) che da anni combattono per «educare obbligatoriamente i bambini alla sessualità», sin dalla più tenera età con lo scopo, dichiarato, di sradicare dalle giovani menti ogni principio morale assorbito, soprattutto declassando la famiglia a «fonte informale» di educazione.
Ormai il disegno è molto chiaro la normalizzazione della pederastia deve passare e pertanto compiersi nel nome dei “diritti dei bambini”, il prodotto finale vuole essere l’eliminazione totale del concetto di Famiglia, l’elezione di un organo istituzionale riconosciuto che possa controllare le nascite e la fertilità e che possa dare senso ad un pansessualismo incontrollato contro natura.
Abbiamo il dovere di intervenire, non possiamo stare fermi e zitti, le future generazioni hanno bisogno di noi.
Prendete visione di questo articolo, questa verità negata deve essere assolutamente divulgata:
https://www.notizieprovita.it/filosofia-e-morale/pedofilia-scene-e-retroscena-sui-casi-nel-mondo/
Il risvolto sessuale di una attrazione tra un adulto e un bambino è l'uccisione dell'anima del fanciullo e/o fanciulla.
L'attrazione, l'interesse sono invece parte della crescita per il fanciullo o parte dell'inizio dell'invecchiamento, per l'adulto. L'adulto, che sente le sue forze giovanili venir meno, può avere e/o ha un'interesse per un/a giovane le cui qualità gli richiamano la giovinezza. Parimenti un fanciullo/a possono avere e/o hanno un interesse per un adulto nel quale vedono caratteristiche genitoriali nel momento che iniziano a staccarsi dalla simbiosi con i genitori.
Di queste attrazioni/ interessi è seminata la nostra vita dalla scuola alla morte. Solitamente denunciano qualcosa che non va, un periodo difficile, un nodo difficile da sciogliere che individua nell'altro la temporanea e superficiale soluzione.
Innamorarsi del professore e/o essa è un classico, della segretaria pure, dell'amico di famiglia anche, della moglie del più caro amico, non parliamone, diventare amante dell'amico del padre, dell'amica della madre, anche. Insomma la vita è disseminate di attrazioni/interessi che altro non sono che tentazioni.
Di queste tentazioni etero ed anche omo è costellata la vita finché non capiamo due cose: che sono tentazioni; che le tentazioni nascondono una debolezza. L'adulto dovrebbe essere avvertito da giovane di queste prove a cui sarà sottoposto dai demoni, affinché superi quelle debolezze, le sue, che deve superare.
Le cose si fanno drammatiche quando l'adulto le ignora e volutamente dà seguito sul piano fisico, a ciò a cui non deve dare seguito per il rispetto che deve al più giovane, non ancora formato, anche se l'ambiente può averlo esposto precocemente alla sessualità con discorsi, immagini, esempi.
E' chiaro che oggi si vuol arrivare alla violenza sui bambini,portando come foglia di fico la loro sessualità. Queste bestie non ricordano che la sessualità per manifestarsi nella sua completezza fisica, intellettuale, spirituale ha bisogno che si siano compiuti i ventun anni. Nel mentre il giovane dai dieci ai ventun anni passa attraverso mille processi che coinvolgono e il corpo e l'anima, e sono i processi che lo aiutano ad entrare nel suo corpo, a mettere cioè i piedini che erano scesi dal cielo, diventati piedi/oni ben formati sulla terra.
In tutto questo lungo cammino, che segnerà l'equilibrio della vita futura, un ruolo importante l'ha educazione religiosa, che tratta i fatti della vita senza morbosità ma, con la semplicità che mette ogni parte del corpo al suo posto, insieme alla funzione che, ad ogni parte, è stata assegnata durante la Creazione.
E l'educazione religiosa dovrebbe affrontare e la verginità ed il matrimonio; sono certa che, senza stare a scomodare tanta scienza, un lento, pacato, guidato commento comune delle litanie alla Beata Vergine, al Sacro Cuore di Gesù, a San Giuseppe offrono spunti essenziali per vivere, secondo natura e secondo la Santa Trinità l'essere uomo e l'essere donna, sia nella condizione verginale, sia in quella matrimoniale.
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