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venerdì 12 febbraio 2021

Radio Vaticana, 90 anni e tanti… programmi musicali

Il 12 febbraio 1931, Pio XI pronunciava in latino il primo radiomessaggio pontificio della storia, Qui arcano Dei. Nel Natale 1937 fu la volta del primo concerto radiofonico trasmesso da Radio Vaticana. Ma la programmazione musicale vera e propria, fiore all’occhiello dell’emittente, iniziò nel 1950, Anno Santo. Massimo Scapin, direttore d'orchestra compositore e pianista italiano, ne parla con Stefano Corato, redattore e assistente alle registrazioni musicali di Radio Vaticana.

Radio Vaticana, 90 anni e tanti… programmi musicali

1931. Guglielmo Marconi e Pio XI
Inaugurazione Radio Vaticana
La Statio Radiophonica Vaticana, che raggiunge tutti i continenti con i suoi notiziari e programmi in 32 lingue, compie oggi 90 anni. L’emittente radiofonica della Santa Sede, giuridicamente riconosciuta presso le istanze internazionali, è strumento di comunicazione e di evangelizzazione al servizio del ministero petrino. Confluita nel 2016, insieme ad altri otto organismi vaticani, nella Segreteria per la Comunicazione, è spettato alla Radio Vaticana registrare, amplificare e distribuire «il suono di tutte le attività pubbliche del Santo Padre, direttamente all’interno della Città del Vaticano e mediante supervisione all’esterno»; come pure «costituire, custodire e gestire l’archivio sonoro pontificio» (cfr. art. 1 Statuto della Radio Vaticana, approvato da Giovanni Paolo II il 1° settembre 1995).
Dopo circa due anni di lavori, alle ore 16.40 del 12 febbraio 1931, all’interno dei Giardini Vaticani, il grande inventore Guglielmo Marconi non senza emozione annuncia che «fra pochi istanti» per la prima volta in venti secoli la viva voce del Romano Pontefice si sarebbe «percepita simultaneamente su tutta la superficie della terra». Nove minuti dopo, Pio XI pronuncia in latino il primo radiomessaggio pontificio della storia, Qui arcano Dei. Il Santo Padre si rivolge con parole bellissime a Dio, a tutto il Creato, ai cattolici, alla gerarchia, ai religiosi, ai missionari, a tutti i fedeli, agli infedeli e dissidenti, ai governanti, ai sudditi, ai ricchi, ai poveri, agli operatori e datori di lavoro, e infine agli afflitti e perseguitati.
Parlando di musica, per il Natale 1937 si annunciava il primo concerto radiofonico, trasmesso in diretta dall’Aula delle Benedizioni (che sovrasta il portico della Basilica Vaticana) e ritrasmesso dalle radio di 23 Paesi. «Domani 25 dicembre, solennità del Santo Natale, fra le ore 19 e le 20 (tempo dell’Europa Centrale) la Stazione Radio Vaticana trasmetterà col nuovo trasmettitore e su onda di m. 25,55 un importante concerto orchestrale e vocale con il concorso di Mons. Lorenzo Perosi che lo dirigerà, del tenore Beniamino Gigli, della contralto Gianna Pederzini e della soprano Licia Albanese» (ne L’Osservatore Romano del 24 dicembre 1937). Il programma conteneva anche la prima della cantata Natalitia e brani dall’oratorio Il giudizio universale di Perosi (1872-1956).
I programmi musicali, ai quali chi scrive ha avuto il piacere di collaborare, costituiscono il fiore all’occhiello della Radio Vaticana. Ne parliamo con il contrabbassista Stefano Corato, dal 1990 alla Radio Vaticana e dal 2008 Direttore della Redazione dei Programmi Musicali dell’emittente pontificia.

Stefano Corato, a parte quell’esibizione dell’allora Maestro Direttore della Cappella musicale pontificia «Sistina», i programmi musicali nascono nel 1950?
Diciamo che la prima musica messa ufficialmente in onda dalla Radio Vaticana fu quella di un disco a 78 giri contenente brani di una sinfonia di Beethoven, trasmesso subito dopo il radiomessaggio di Pio XI. I programmi musicali, sì, iniziano nell’Anno Santo del 1950.

Con l’organista e compositore Alberico Vitalini (1921-2006), tuo primo predecessore?
Nell’aprile del 1950 il maestro Vitalini fu chiamato come primo responsabile dei Programmi Musicali, incarico che ricoprì fino al 1987. Nel 1948 aveva fondato l’Orchestra d’archi San Gabriele della Radio Vaticana con cui registrò musiche da lui arrangiate: il celebre «segnale d’intervallo» Christus vincit del compositore cecoslovacco Jan Kunc (1883-1976) - che il 1° gennaio 1949 sostituì i colpi del metronomo precedentemente usati - e le musiche (di Paradisi e altri) usate dalla Rai nei suoi intervalli televisivi, con Anna Palomba Contadino (1930-2005) all’arpa.

Vitalini ha composto anche molta musica liturgica per la Radio Vaticana.
Sì, molti canti in lingua italiana per la Santa Messa domenicale, trasmessa in collegamento con Rai Radio1, sono suoi.

La trasmissione musicale diventava allora sempre più importante.
S’incomincia a parlare di una programmazione musicale seria negli anni Settanta. La grande idea di padre John St. George, un gesuita americano del Connecticut di 54 anni, di offrire radiodiffusione musicale di alta qualità, il 2 giugno 1974 divenne Studio A, programma musicale in stereofonia ricevibile a Roma e dintorni. Aveva una redazione tutta propria diretta da padre St. George, con sede nella palazzina Leone XIII fino al 1993, e si occupava del grosso della programmazione musicale, coprendo tutti i generi musicali (musica classica, opera, musica leggera, colonne sonore). Annunci in italiano e inglese. Sei ore al giorno, divise in tre parti, e tutte in stereofonia quando la Rai era in questo campo ancora in fase sperimentale. Mentre i programmi musicali continuavano il loro lavoro di nastroteca e discoteca a Palazzo Pio (presso Castel Sant’Angelo) trasmettendo soltanto un’ora al giorno. Ora le due sezioni sono unificate.

Molti ascoltatori e grande successo?
Proprio quelle di Studio A furono le prime trasmissioni musicali stereofoniche nell’area di Roma, ascoltatissime e rimaste famose tra gli intenditori. Tanto che nell’ottobre del 1974 nacque una rivista bimestrale con il palinsesto completo del programma musicale Studio A, corredato sia da fotografie e disegni originali sia da editoriali e commenti realizzati da critici ed esperti; vi era indicata la durata delle registrazioni. Andò avanti fino al 2000.

I programmi musicali della Radio Vaticana restituiscono anche molte produzioni.
L’archivio dei Programmi Musicali custodisce le tante registrazioni musicali, fatte sia fuori del Vaticano, soprattutto in basiliche e chiese, sia nella città del Papa, nell’Aula Paolo VI e soprattutto nella Sala Assunta della Palazzina Leone XIII, l’antica sede della Radio Vaticana.

Tu hai curato un bellissimo ciclo di trasmissioni in diretta per valorizzare giovani musicisti.
Sì, all’interno del progetto Conservatori in concerto, d’intesa con il Ministero dell’Università e della Ricerca, tra il 2005 e il 2011 abbiamo ospitato molti conservatori e istituti musicali italiani.

Nella Sala Assunta anche molta musica jazz.
Grandi nomi del jazz, come Romano Mussolini e Giorgio Gaslini, hanno partecipato a un ciclo di trasmissioni dedicato a questo genere musicale.

Avete relazioni internazionali?
Per quanto riguarda la musica, la Radio Vaticana è membro attivo e fondatore dell’Unione Europea di Radiodiffusione o EBU (European Broadcasting Union), che a Ginevra riunisce 115 emittenti di servizio pubblico in 56 paesi e altri 34 associati in Asia, Africa, Australia e Americhe. Ogni settimana trasmettiamo i concerti selezionati dalle emittenti «spazio EBU».
Massimo Scapin - Fonte

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Un altro anniversario storico.

12 02 2021 ... oggi giorno palindromo

Un altro anniversario ha detto...

"Imagine": un inno anti-cristiano compie 50 anni. Come l'Anticristo non si pone contro la spiritualità, la svuota rendendola senza identità.
È il Grande Reset, il divino è identificato nell'uomo.
Non c'è colpa nè merito, nè Paradiso nè Inferno.
Il Nulla.

A proposito di "Imagine" ha detto...

“Ogni identità è abolita. Ma non ogni spiritualità. Quel ‘and no religion too’ è il colpo di grazia. O meglio, sarebbe dire ‘dell’anti-Grazia’. E non a motivo di prospettare – davvero – un mondo senza religione. Neppure l’Anticristo annuncerà ciò. Il sostituirsi a Dio non è mai per annullare il divino. Ma per identificarlo nell’uomo. Non a caso la questione è quel Paradiso che l’espiazione della Croce consente alle opere potenziali di ogni uomo di meritare. E il Paradiso esige – cattolicamente – non l’anonimato della interiorità mistica e nichilista, quanto il Giudizio. Questo è il vero Reset: il nulla del peccato e del Giudizio, perché l’uomo faccia del suo stesso nulla di identità l’abisso della pretesa divinità“.

Anonimo ha detto...

Scusate, ma c'è un errore nella didascalia sotto la foto, il papa non può essere Pio IX, ma Pio XI.