L'immagine è del 2018, ripresa nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in occasione della Messa per la Festa della Traslazione dell’Icona della Salus Populi Romani, molto cara al popolo romano, appena restaurata nei laboratori dei Musei vaticani.
Del resto non è un caso che la fronda dei Conciliaristi abbia espunto la dichiarazione di Maria Santissima “Mediatrice, Corredentrice e Avvocata”. Di fatto - e lo abbiamo comprovato in molte occasioni - Bergoglio rappresenta il culmine delle conseguenze nefaste dell'applicazione, travestita da aggiornamento, di tutte le variazioni subdolamente inserite nei documenti del Vaticano II.
Di seguito riprendo e contesto l'ultimo oltraggio alla Vergine: le parole puntualizzatrici su Maria Corredentrice pronunciate da Bergoglio nell'udienza generale del 24 marzo scorso. Ultimo di una lunga serie.
Una diminutio non nuova
Ultimo di una lunga serie, dato che possiamo attingere ad un nutrito florilegio già stigmatizzato in diretta (vedi link di seguito). Purtroppo abbiamo dovuto registrare diverse mancanze di rispetto o, peggio, veri e propri oltraggi a partire da quel terribile 8 dicembre 2015 [qui - qui]. Lo scorso anno è stato abolito il tradizionale omaggio alla statua in Piazza di Spagna [qui - qui]. Che dire poi del fatto che dal 2015 è stata cancellata L'Assunta come solennità? Ovviamente non dichiaratamente ma attraverso la prassi eliminandola dalle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice sul sito della Santa Sede. Per non parlare del culmine di ogni nefandezza: la Pachamama al posto della Guadalupana per di più a pochi metri dalla tomba di Pietro [qui - qui - qui]...
Inserisco qui sotto, per approfondire, i link con i precedenti ulteriori articoli sulle prerogative mariane negate da Bergoglio (compreso il dogma dell'Immacolata concezione) aggiungendovi quelli a sostegno della Corredenzione. Di seguito, a partire dal recente oltraggio del 24 marzo scorso, presento gli elementi sul fatto della Corredenzione. La presentazione è basata su un importante documento pubblicato su questo tema da si si no no il 15 ottobre 2017.
Ancora negazione di Maria Corredentrice
Ancora parole puntualizzatrici in negativo su Maria Corredentrice quelle pronunciate da Bergoglio nell'udienza generale del 24 marzo scorso, vigilia dell'Annunciazione, dedicata al "Pregare in comunione con Maria". L'intenzione evidente, nella sua classica modalità colloquiale, quella di respingere ancora una volta - non è la prima; ma in questa occasione lo fa con accenti che la vorrebbero liquidata in via definitiva - l'istanza che venga proclamato un nuovo dogma: quello su Maria "corredentrice".
Lo aveva già fatto scorso anno, nella ricorrenza dei Sette Dolori di Maria. Ora ci ritorna; e guarda caso nel settenario in preparazione alla commemorazione quaresimale dell’Addolorata.
Infatti nella catechesi del 24 marzo così si è espresso:
Cristo è il Mediatore, il ponte che attraversiamo per rivolgerci al Padre (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 2674). È l’unico Redentore: non ci sono co-redentori con Cristo. È il Mediatore per eccellenza, è il Mediatore. Ogni preghiera che eleviamo a Dio è per Cristo, con Cristo e in Cristo e si realizza grazie alla sua intercessione. Lo Spirito Santo estende la mediazione di Cristo ad ogni tempo e ogni luogo: non c’è altro nome nel quale possiamo essere salvati (cfr At 4,12). Gesù Cristo: l’unico Mediatore tra Dio e gli uomini.[…]La Madonna che, come Madre alla quale Gesù ci ha affidati, avvolge tutti noi; ma come Madre, non come dea, non come corredentrice: come Madre. È vero che la pietà cristiana sempre le dà dei titoli belli, come un figlio alla mamma: quante cose belle dice un figlio alla mamma alla quale vuole bene! Ma stiamo attenti: le cose belle che la Chiesa e i Santi dicono di Maria nulla tolgono all’unicità redentrice di Cristo. Lui è l’unico Redentore. Sono espressioni d’amore come un figlio alla mamma – alcune volte esagerate.
Non è esatto che il titolo di Corredentrice - che non è un dogma, ma un sentire profondo della cattolicità non contaminata - equivalga ad una prerogativa divina. L'uso equivoco e sciatto dei concetti e del lessico teologico non resta senza conseguenze perché provoca scandalo, o quanto meno confusione, nei semplici e allontana i dubbiosi.
Significato e modo della Corredenzione
La Corredenzione di Maria non è una questione periferica alla nostra Fede, ma centrale perché essa tocca l'essenza del dogma della Redenzione del genere umano.
Redenzione significa riscattare o pagare un riscatto per riottenere una cosa prima posseduta e poi persa. Nel caso della Redenzione del genere umano Cristo ha pagato, con tutto il suo Sangue sparso sulla Croce, la grazia che Adamo aveva perduto e che noi abbiamo riacquistato per la Redenzione di Cristo. E Maria ha cooperato alla Redenzione in maniera subordinata e secondaria, acconsentendo all'Incarnazione del Verbo nel suo seno e offrendo Cristo in Croce al Padre per riscattare o redimere l'umanità, soffrendo indicibilmente e “commorendo” misticamente con Lui ai piedi della Croce. Quindi Maria è Corredentrice secondaria e subordinata a Cristo.
Dopo il peccato originale Dio era libero di redimerci oppure no e di scegliere qualsiasi modo per redimerci. Poiché ha deciso liberamente di redimerci mediante l'Incarnazione del Verbo nel seno della Madonna ha associato intimamente Maria alla Redenzione, rendendola Mediatrice (Corredentrice e Dispensatrice di tutte le grazie). La cooperazione ad un'opera divina così come la mediazione di tutte le grazie attribuita a Maria non presuppone la sua divinità.
Padre Gabriele Roschini scrive che “Cristo prima (per priorità logica e non cronologica) si offrì al Padre in sacrificio per la Redenzione preservativa di Maria e poi, insieme alla “co-oblazione” di Maria, Egli si offrì per la Redenzione liberativa di tutti gli altri” (Dizionario di Mariologia, Roma, Studium, 1960, p. 327). Perciò il Sacrificio che Cristo fece di Sé sulla Croce ha un duplice aspetto:
- si offrì per la Redenzione preservativa di Maria;
- si offrì, assieme alla “co-oblazione” di Maria, per la Redenzione liberatrice dal peccato originale per tutto il genere umano (si noti che si tratta di una priorità solo logica, ossia quanto al nostro modo di pensare e distinguere per meglio capire ed esprimerci e non di una priorità ontologica e cronologica).
La ragione teologica della Corredenzione
Nella Corredenzione di Maria risplende 1) la Sapienza divina, che si è servita del medesimo mezzo (la donna) di cui si era servito il diavolo per la rovina dell'‟umanità, umiliandolo enormemente col farlo sconfiggere da una giovane donna; 2) la Potenza divina, poiché Dio con un mezzo debole (una giovane donna) ha compiuto un'‟opera così eccelsa (la Redenzione); 3) la Giustizia divina, la quale ha decretato che la superbia di Adamo ed Eva venisse riparata dalla umiliazione di Gesù e Maria; 4) la Bontà divina, la quale anziché abbandonare la donna che aveva peccato l'ha nobilitata rendendola Corredentrice.
San Tommaso d'Aquino (S. Th., III, q. 48) insegna che la Passione di Cristo ha operato la nostra Redenzione in 3 modi: 1) a modo di merito, col meritarci la grazia santificante perduta col peccato originale; 2) a modo di soddisfazione, pagando a Dio il debito per il peccato, riparandolo e intercedendo per noi; 3) a modo di sacrificio, offrendo Se stesso al Padre come vittima sulla Croce.
Anche Maria ha cooperato subordinatamente a Cristo in questi 3 modi alla nostra Redenzione. I teologi dicono che ciò che Cristo ci ha meritato de condigno o per stretta giustizia, Maria ce lo ha meritato de congruo o per pura liberalità di Dio.
Quanto alla natura della cooperazione mariana alla nostra Redenzione i teologi sostengono comunemente che l'offerta che Maria fece di Gesù e di se stessa sul Calvario non è un atto sacrificale e sacerdotale in senso stretto: Maria non ha un sacerdozio analogo a quello di Cristo e non ha neppure l'Ordine sacramentale del Sacerdozio cristiano, ma la cooperazione di Maria al Sacrificio di Cristo è equiparabile a quella che hanno tutti i battezzati, i quali possono unirsi al sacerdote (ordinato validamente) ed offrire mediante lui il Sacrificio della Messa a Dio, ma Maria coopera in grado eminentemente superiore a quello di tutti i battezzati, perché è la Madre di Dio. Tuttavia non è sacerdote in senso stretto, pur avendo lo spirito del Sacerdozio. Si noti che il S. Uffizio ha proibito di rappresentare Maria rivestita con gli ornamenti sacerdotali e di chiamarla “Vergine-Sacerdote” (cfr. R. Laurentin, Le problème du sacerdoce marial devant le Magistère, in “Marianum”, n. 10, 1948, pp. 160-178).
La Sacra Scrittura e la Corredenzione
Anche Maria ha cooperato subordinatamente a Cristo in questi 3 modi alla nostra Redenzione. I teologi dicono che ciò che Cristo ci ha meritato de condigno o per stretta giustizia, Maria ce lo ha meritato de congruo o per pura liberalità di Dio.
Quanto alla natura della cooperazione mariana alla nostra Redenzione i teologi sostengono comunemente che l'offerta che Maria fece di Gesù e di se stessa sul Calvario non è un atto sacrificale e sacerdotale in senso stretto: Maria non ha un sacerdozio analogo a quello di Cristo e non ha neppure l'Ordine sacramentale del Sacerdozio cristiano, ma la cooperazione di Maria al Sacrificio di Cristo è equiparabile a quella che hanno tutti i battezzati, i quali possono unirsi al sacerdote (ordinato validamente) ed offrire mediante lui il Sacrificio della Messa a Dio, ma Maria coopera in grado eminentemente superiore a quello di tutti i battezzati, perché è la Madre di Dio. Tuttavia non è sacerdote in senso stretto, pur avendo lo spirito del Sacerdozio. Si noti che il S. Uffizio ha proibito di rappresentare Maria rivestita con gli ornamenti sacerdotali e di chiamarla “Vergine-Sacerdote” (cfr. R. Laurentin, Le problème du sacerdoce marial devant le Magistère, in “Marianum”, n. 10, 1948, pp. 160-178).
Inoltre Maria in quanto Madre di Cristo aveva il diritto di proteggere la vita del Figlio da tutti gli ingiusti aggressori. Invece Maria abdicò a questo suo diritto naturale e, in obbedienza alla volontà divina, offrì il Figlio in sacrificio per la Redenzione del genere umano.
La Sacra Scrittura e la Corredenzione
In Genesi (III, 14-15) troviamo il riferimento all'associazione alla Redenzione Maria, che porta in sé Cristo schiaccia il capo del serpente: “Perché hai fatto ciò, sii maledetto… Io metterò delle inimicizie tra te e la Donna, la tua discendenza e la sua discendenza. Ella ti schiaccerà il capo e tu insidierai il suo tallone” ; il diavolo, però, riesce ad insidiare e mordere il calcagno di Maria, ossia i fedeli che non saranno abbastanza forti per resistere alle sue lusinghe come non lo fu la prima Eva, mentre Maria e Gesù si serviranno della cooperazione dei buoni fedeli che sono la parte non morsicata del calcagno (la parte più umile del corpo di Maria) che schiaccerà (“Ipsa cònteret”, Gen., III, 5) il capo del serpente.
Questa è l'interpretazione autentica del versetti della Genesi data da Pio IX nella Bolla dogmatica Ineffabilis Deus in cui il Papa scrive: “I Padri videro designati [nei versetti della Genesi] Cristo Redentore e Maria congiunta con Cristo da un vincolo strettissimo e indissolubile, esercitando insieme con Cristo e per mezzo di Lui sempiterne inimicizie contro il velenoso serpente, e riportando sopra di lui una pienissima vittoria”. Per cui si può dire, con certezza teologica, che come Cristo vinse il demonio con la sua Passione, così Maria lo vinse con la sua Compassione. Quindi Maria assieme e subordinatamente a Cristo vinse satana e ci “corredense”.
La Tradizione e la Corredenzione mariana
Il Magistero e la Corredenzione mariana
Il Vangelo secondo Luca
(Lc I, 38) ci narra che l'Angelo Gabriele fu mandato a Maria da Dio per ottenere il suo libero consenso all'Incarnazione e alla Corredenzione. In questa scena evangelica abbiamo, per contrapposizione a quella della Genesi, la presenza di un Angelo buono (Gabriele), di una nuova Eva (Maria) e di un nuovo Adamo (Cristo).
(Lc I, 38) ci narra che l'Angelo Gabriele fu mandato a Maria da Dio per ottenere il suo libero consenso all'Incarnazione e alla Corredenzione. In questa scena evangelica abbiamo, per contrapposizione a quella della Genesi, la presenza di un Angelo buono (Gabriele), di una nuova Eva (Maria) e di un nuovo Adamo (Cristo).
(Lc II, 34-35) quando il vegliardo Simeone in occasione della presentazione del Bambino Gesù al Tempio predice a Maria la sua intima associazione alla Passione e Morte di Cristo: “Questo bambino è destinato ad essere causa della rovina e della resurrezione di molti in Israele e a diventare un segno di contraddizione; la stessa tua anima sarà trapassata da una spada”.
Nel Vangelo secondo Giovanni Maria ci viene presentata sul Calvario assieme all'Apostolo Giovanni ai piedi della Croce su cui pende Gesù, che dice a Maria: “Donna, ecco tuo figlio; figlio [S. Giovanni], ecco tua madre” (Giov., XII, 31). Maria è la nuova Eva, Madre spirituale di tutti i fedeli, in contrapposizione con la vecchia Eva che ci rovinò dando ad Adamo la mela da mangiare.
Nell’Apocalisse di Giovanni (cap. XII) troviamo lo stesso parallelismo: ci vengono presentati ancora tre personaggi: la donna (Maria), suo figlio (Gesù) e il Dragone rosso (satana) che cerca di nuocere alla donna: come nella Genesi voleva morderle il calcagno così ora vuole aggredirla, ma il Dragone è sconfitto e la donna con suo figlio son messi in salvo.
La Tradizione e la Corredenzione mariana
Dal II al XII secolo la dottrina della Corredentrice la troviamo espressa implicitamente dai Santi Padri. Per esempio S. Giustino (Dialog. Cum Thriph.,PG 6, 709-712), S. Ireneo (De carne Christi, c. 17, PL 2, 782) e Giovanni Geometra che, nel secolo X, per primo parla esplicitamente della Maternità spirituale di Maria e della Corredenzione.
Dal XII al XVII secolo si ha una seconda tappa, in cui si va più nettamente dall'implicito all'esplicito, ossia dal ruolo di Maria come nuova Eva alla Corredenzione. Gli autori più famosi sono: S. Bernardo di Chiaravalle, Arnoldo di Chartres, S. Alberto Magno, S. Bonaventura; nel XIV secolo abbiamo il Taulero, S. Antonino da Firenze, Dionisio Cartusiano, Alfonso Salmeròn.
Infine dal XVII secolo ai giorni nostri si calcolano 124 teologi che si esprimono a favore della Corredenzione immediata di Maria, tra cui S. Lorenzo da Brindisi, S. Giovanni Eudes, l'Olier.
Nel XVIII secolo solo 53 scrittori ecclesiastici si schierano a favore della Corredenzione. Nel XIX secolo pro Corredemptione si pronunciano 130 teologi, tra cui spicca il card. Alessio Lépicier (L’Immacolata Madre di Dio, Corredentrice del genere umano, Roma, 1905).
Oggi, dopo il Concilio Vaticano II, la Corredenzione, per motivi pseudo-ecumenici, è stata portata avanti da pochi teologi, tra cui i Francescani dell'Immacolata con la Rivista teologica Immaculata Mediatrix e Mons. Brunero Gherardini.
Nel XVIII secolo solo 53 scrittori ecclesiastici si schierano a favore della Corredenzione. Nel XIX secolo pro Corredemptione si pronunciano 130 teologi, tra cui spicca il card. Alessio Lépicier (L’Immacolata Madre di Dio, Corredentrice del genere umano, Roma, 1905).
Oggi, dopo il Concilio Vaticano II, la Corredenzione, per motivi pseudo-ecumenici, è stata portata avanti da pochi teologi, tra cui i Francescani dell'Immacolata con la Rivista teologica Immaculata Mediatrix e Mons. Brunero Gherardini.
Il Magistero e la Corredenzione mariana
Leone XIII nell'Enciclica Jucunda semper (1894) insegna che “Quando Maria offrì completamente se stessa, insieme al suo Figlio nel Tempio, Ella era di già partecipe della dolorosa espiazione di Cristo a vantaggio del genere umano, ossia della Redenzione […]. Sul Calvario con Lui morì in cuor suo”.
Sempre Leone XIII nell'Enciclica Adiutricem populi (1895) insegna che “Colei che era stata cooperatrice nel mistero dell'‟umana Redenzione, sarebbe stata anche la cooperatrice nella distribuzione delle grazie derivate da una tale Redenzione”. Si noti come il Papa distingue la Corredenzione dalla Dispensazione delle grazie e insegna che Maria ha cooperato ad entrambe.
S. Pio X nell'Enciclica Ad diem illud (1904), vero capolavoro mariologico, asserisce: “Maria fu associata da Cristo all'‟opera della nostra salvezza, ci merita de congruo, come dicono i teologi, ciò che Cristo ci merita de condigno”. Si noti come il Papa afferma due verità: 1) Maria fu associata alla Redenzione da Cristo e non si associò da se stessa; 2) in virtù di tale associazione Maria meritò per pura convenienza o degnazione divina (de congruo) le stesse grazie meritate da Cristo per stretta giustizia (de condigno).
Benedetto XV è il primo Papa a formulare in maniera inequivocabile la dottrina sulla Corredenzione nella Lettera Apostolica Inter Sodalicia (1918), insegnando che “Maria ai piedi della Croce talmente patì e quasi morì col Figlio per placare la giustizia divina, che a ragione si può dire che Ella ha redento il genere umano assieme a Cristo”. Benedetto XV qui insegna tre cose: 1) gli atti di Maria di “conmorte”, compassione e di immolazione sono la causa della Corredenzione mariana; 2) gli effetti di tali atti della Corredentrice sono stati il placare la giustizia di Dio offesa dal peccato di Adamo e la salvezza oggettiva del genere umano; 3) il motivo della Corredenzione di Maria è la libera scelta di Dio e non la necessità di natura di Maria, che, essendo una creatura, non poteva di per se stessa corredimere l’umanità.
Benedetto XV pubblicò complessivamente 64 documenti mariani, quasi tutti di natura disciplinare nei quali, tuttavia, non mancò di intervenire su alcune importanti verità riguardanti la Vergine. Il papa intervenne: sulla Cooperazione di Maria alla salvezza, che si realizzò soprattutto sul Calvario, dove ella quasi morì col Figlio e abdicò ai suoi diritti materni per la salvezza degli uomini, anzi, lei stessa immolò il Figlio per placare la giustizia divina, meritandosi il titolo di Corredentrice; sulla Maternità spirituale di Maria affermando che Gesù morente le affidò il compito di proteggere con materna benignità la vita spirituale di tutti gli uomini; sulla mediazione di Maria riconosciuta come conseguenza della maternità spirituale per cui le grazie che gli uomini ricevono dal tesoro della Redenzione, passano tutte per le sue mani. La devozione del popolo cristiano verso Maria attesta eloquentemente la potenza e la protezione esercitata dalla Madre di Dio, quale mediatrice materna presso Dio.
Benedetto XV pubblicò complessivamente 64 documenti mariani, quasi tutti di natura disciplinare nei quali, tuttavia, non mancò di intervenire su alcune importanti verità riguardanti la Vergine. Il papa intervenne: sulla Cooperazione di Maria alla salvezza, che si realizzò soprattutto sul Calvario, dove ella quasi morì col Figlio e abdicò ai suoi diritti materni per la salvezza degli uomini, anzi, lei stessa immolò il Figlio per placare la giustizia divina, meritandosi il titolo di Corredentrice; sulla Maternità spirituale di Maria affermando che Gesù morente le affidò il compito di proteggere con materna benignità la vita spirituale di tutti gli uomini; sulla mediazione di Maria riconosciuta come conseguenza della maternità spirituale per cui le grazie che gli uomini ricevono dal tesoro della Redenzione, passano tutte per le sue mani. La devozione del popolo cristiano verso Maria attesta eloquentemente la potenza e la protezione esercitata dalla Madre di Dio, quale mediatrice materna presso Dio.
Pio XI è il primo Papa ad applicare il titolo di Corredentrice a Maria nel Messaggio radiofonico del 28 aprile 1935: “Madre di pietà e di misericordia… compaziente e Corredentrice…” (anche se il suo significato era già presente nella S. Scrittura, nella Tradizione e nel Magistero). Egli disse: “O Madre di pietà e di misericordia, che come compaziente e Corredentrice …” (L’Osservatore Romano, 29-30 aprile 1935, p. 1). Egli chiama Maria “Corredentrice” non solo per aver generato il Redentore, ma per la sua partecipazione alla Passione (“compaziente”) del Redentore principale. Quindi i frutti della Redenzione di Cristo son derivati da una duplice causa: dalla Passione redentrice prima e principale di Cristo e dalla Compassione corredentrice seconda e subordinata di Maria.
Pio XII in tre Encicliche tratta della Corredenzione mariana. La prima è la Mystici Corporis (1943) in cui insegna che Maria “offrì Gesù al Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni suo diritto materno e del suo materno amore, per tutti i figli di Adamo. Per tal modo Colei che, quanto al corpo era Madre del nostro Capo, poté divenire, quanto allo spirito, madre di tutte le membra”. Si noti come Pio XII abbia insegnato formalmente che Maria è madre spirituale di tutti i giusti e quindi Madre della Chiesa, che è il Corpo Mistico di Cristo.
Nella seconda Enciclica, sommamente mariana, Ad Coeli Reginam (1954) il Papa insegna che la Madonna è Regina non solo perché Madre di Cristo, che è Re, ma anche “per la parte singolare che ebbe nell' ‟opera della nostra salvezza, per volontà di Dio… Maria fu associata a Cristo. […]. Ella è Regina non solo perché Madre di Gesù, ma anche perché, quale nuova Eva, è stata associata al nuovo Adamo. […]. Da questa unione con Cristo nasce quella regale potenza per cui Ella può dispensare i tesori del Regno del divin Redentore”. Si noti come il Papa insegna che il primo fondamento della Regalità di Maria è la divina Maternità e il secondo fondamento è la Corredenzione.
Infine nell'Enciclica sul S. Cuore Haurietis aquas (1956) papa Pacelli insegna: “Era giusto, infatti, che Colei, la quale era stata associata nell'opera della rigenerazione dei figli di Eva alla vita della grazia, fosse da Gesù stesso proclamata Madre spirituale dell'intera umanità”. Inoltre verso la fine dell'Enciclica scrive: “Affinché il culto verso il divin Cuore di Gesù porti frutti più copiosi, i fedeli si facciano un dovere di associarvi intimamente la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Infatti, è sommamente conveniente che, come Dio ha voluto associare indissolubilmente la Beata Vergine Maria a Cristo nel compimento della Redenzione [...], così il popolo cristiano, che ha ricevuto la vita divina da Cristo e da Maria, dopo aver tributato i dovuti omaggi al S. Cuore di Gesù, presti anche al Cuore Immacolato di Maria consimili ossequi di pietà […]. In armonia con questo sapientissimo disegno della Provvidenza divina, Noi stessi volemmo solennemente consacrare la Santa Chiesa e il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria ”.
Conclusione
La devozione a Maria non si fonda su motivi sentimentalistici, ma strettamente dogmatici. Ella è vera Madre di Dio e Corredentrice subordinata del genere umano; inoltre tutte le grazie passano attraverso di lei per giungere da Dio sino a noi. Quindi se vogliamo essere redenti e salvati, secondo il piano scelto da Dio, dobbiamo rivolgerci a Maria per andare a Gesù e all'Umanità di quest'ultimo per accedere alla SS. Trinità. Ad Jesum per Mariam!
Finisco con una bella preghiera di San Francesco di Sales:
«Ricordati e richiamati alla mente, o dolcissima Vergine Maria, che tu sei mia Madre e che io sono tuo figlio; che tu sei potentissima e che io sono un piccolo essere vile e debole. Ti supplico, mia dolcissima Madre, di guidarmi e difendermi in tutte le mie vie in tutte le mie azioni.
Non dirmi, o Vergine graziosa, che non puoi, poiché il tuo Figlio prediletto Ti ha dato ogni potere... Non dirmi che non devi perché tu sei la Madre comune di tutti i poveri umani e specialmente mia. Se non potessi ti scuserei dicendo: È vero che è mia Madre e che mi ama come un figlio, ma la sua povertà manca di averi e di poteri”. Se non fossi mia madre, avrei giustamente pazienza dicendo: “Ella è ricca per assistermi, ma ahimè, non essendo mia Madre non mi ama”. Ma poiché, o dolcissima Vergine, Tu sei mia madre e sei potente, come ti potrai scusare se non mi consolassi e non mi prestasti il tuo aiuto e la tua assistenza?”.
Tu vedi, Madre mia, che sei costretta ad acconsentire a tutte le mie domande».
Maria Guarini
32 commenti:
Questa sintesi è preziosa, avere questa panoramica aiuta moltissimo ad evitare la tentazione del sentimentalismo che è solo ripiegamento su se stessi, per volgersi ai fatti della Scrittura, alla comprensione del Santi, alle definizioni papali (quando i Papi erano Papi), fonti queste che illuminano il pensiero, infiammano la volontà, purificano il sentimento che ne esce rafforzato, ne esce Amore più forte della morte.
Grazie, Maria.
Di tanto in tanto riproponi questo post, è necessario perché di piccoli bergogli è pieno il mondo. Brava!
Maria Corredentrice? Lo dicono tradizione e Concilio
https://lanuovabq.it/it/maria-corredentrice-lo-dicono-tradizione-e-concilio
Stella Maris
Catechesi S. Maria Corredentrice conducono Don Andrea Selvatico e Don Luca Paitoni con il contributo di P.Serafino Lanzetta ...
6 giu 2020 · Caricato da Don Luca Paitoni
https://www.youtube.com/watch?v=7LPtWZdfZik
Beh , si fara' come Dio ha stabilito .
Bergoglio riabilita Giuda e Lutero, svilisce Maria, insulta Gesù ed irride la Santissima Trinità!
La sua teologia è inconsistente, contraddittoria...la definirei DEMENZA TEOLOGICA!
Sans le "fiat" de Marie à Nazareth, notre rédemption aurait-elle pu avoir lieu ? Évidemment non. Marie participe donc, dès le premier instant, à notre salut. Elle lui est associée au plus intime de son être, puisque, en ce même moment, elle conçoit l'Enfant-Dieu. Il faut être absolument aveugle, et bien ingrat, pour ne pas le voir, et pour ne pas lui rendre l'hommage qui, de ce fait, lui est dû.
http://traditiomarciana.blogspot.com/2019/12/circa-la-corredenzione-della-madre-di.html
giusto per rimettere le cose in chiaro
daouda
Però meditare anche su questo: "Dal punto di vista teologico e dogmatico, il concetto stesso di Maria corredentrice crea anzitutto grossi problemi alla cristologia, col rischio di dare vita a una sorta di “quatrinità” e di elevare la Madonna, che è creatura perfetta nata senza macchia di peccato originale, a ruolo di vera e propria divinità. Cristo ci ha redenti col suo sangue prezioso umano e divino, mentre Maria, ricoprendo un ruolo straordinario nella storia della economia della salvezza, ha cooperato alla nostra redenzione. Dire invece corredentrice equivarrebbe a dire che siamo stati redenti da Cristo e da Maria. Chiariamo: Cristo salva, Maria intercede per la nostra salvezza. E, come capite, non è una differenza di poco conto, salvo creare in caso contrario una religione diversa da quella nata sul mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio." http://isoladipatmos.com/difendiamo-il-sommo-pontefice-francesco-dai-lanciafiamme-dei-mariolatri-assetati-di-nuovi-dogmi-mariani-maria-non-e-corredentrice/
http://traditiomarciana.blogspot.com/2021/02/il-responsorio-gaude-maria-al-mattutino.html
Il responsorio "Gaude Maria" al Mattutino dell'Annunciazione
Espunto "arrossisca il misero giudeo", omettendo la parte meno gradita ad orecchi ecumenisti...
Archangelum scimus divinitus te esse affatum: uterum tuum de Spiritu Sancto credimus imprægnatum: erubescat Judæus infelix, qui dicit Christum ex Joseph semine esse natum
Per Lucignolo:
Dal punto di vista teologico e dogmatico, il concetto stesso di Maria corredentrice crea anzitutto grossi problemi alla cristologia, col rischio di dare vita a una sorta di “quatrinità” e di elevare la Madonna, che è creatura perfetta nata senza macchia di peccato originale, a ruolo di vera e propria divinità.
Non sono mancati teologi che hanno obiettato che anche Maria è stata redenta da Cristo e quindi non può essere nello stesso tempo e sotto lo stesso rapporto “Redentrice” (del resto gli autori citati sono modernisti quindi non desta meraviglia la loro affermazione).
Lo stesso Bergoglio afferma che Maria ci avvolge "ma come Madre, non come dea..."
Rispondo che nella trattazione pubblicata emerge in tutta evidenza che non c'è alcuna confusione e che il titolo di Corredentrice, che viene sottolineato come subordinato e secondario, nulla toglie all'unicità della Redenzione operata da Cristo.
E viene specificato (bastava leggerlo) che Maria è stata redenta in maniera preservativa, ossia è stata preservata dal contrarre il peccato originale, mentre gli altri uomini sono redenti in maniera liberativa, cioè sono liberati dal peccato originale contratto. Quindi Maria non è redenta e “Redentrice” sotto lo stesso rapporto, ma è redenta in maniera preservativa e Corredentrice in maniera liberativa. Maria non ha cooperato alla sua Redenzione preservativa, che è stata operata da Dio solo, ma ha cooperato alla Redenzione liberatrice di tutti gli uomini infetti dal peccato originale. Quindi Maria non è redenta e Redentrice di se stessa, vale a dire assieme effetto e causa, il che è impossibile per il principio di non contraddizione, ma prima fu redenta da Cristo e poi fu Corredentrice con e sotto Cristo. Svanisce, così, ogni ombra di contraddizione nell'essere Maria redenta e “Redentrice”.
Dunque bastava leggere questo punto dello scritto:
"Dopo il peccato originale Dio era libero di redimerci oppure no e di scegliere qualsiasi modo per redimerci. Poiché ha deciso liberamente di redimerci mediante l'Incarnazione del Verbo nel seno della Madonna ha associato intimamente Maria alla Redenzione, rendendola Mediatrice (Corredentrice e Dispensatrice di tutte le grazie). La cooperazione ad un'opera divina così come la mediazione di tutte le grazie attribuita a Maria non presuppone la sua divinità.
Padre Gabriele Roschini scrive che “Cristo prima (per priorità logica e non cronologica) si offrì al Padre in sacrificio per la Redenzione preservativa di Maria e poi, insieme alla “co-oblazione” di Maria, Egli si offrì per la Redenzione liberativa di tutti gli altri” (Dizionario di Mariologia, Roma, Studium, 1960, p. 327). Perciò il Sacrificio che Cristo fece di Sé sulla Croce ha un duplice aspetto:
si offrì per la Redenzione preservativa di Maria;
si offrì, assieme alla “co-oblazione” di Maria, per la Redenzione liberatrice dal peccato originale per tutto il genere umano (si noti che si tratta di una priorità solo logica, ossia quanto al nostro modo di pensare e distinguere per meglio capire ed esprimerci e non di una priorità ontologica e cronologica).
"Redenzione significa riscattare o pagare un riscatto per riottenere una cosa prima posseduta e poi persa. Nel caso della Redenzione del genere umano Cristo ha pagato, con tutto il suo Sangue sparso sulla Croce, la grazia che Adamo aveva perduto e che noi abbiamo riacquistato per la Redenzione di Cristo. E Maria ha cooperato alla Redenzione in maniera subordinata e secondaria, acconsentendo all'Incarnazione del Verbo nel suo seno e offrendo Cristo in Croce al Padre per riscattare o redimere l'‟umanità, soffrendo indicibilmente e “commorendo” misticamente con Lui ai piedi della Croce.
Benissimo. Quando verrà meglio definito il significato di questa espressione finale - soffrendo indicibilmente e commorendo misticamente con Lui -, a parer mio avremo compreso più profondamente il vero significato della Corredenzione di Maria. Essa poi, per come la vedo io, è intimamente unita a ciò che Ella patì nel suo Cuore Immacolato sin dai suoi primi dolori e fino all'Epilogo del Calvario. A mio modo di vedere, questo dogma non potrà essere definito se non si farà chiarezza su questo aspetto. La Corredenzione di Maria va declinata insieme alla Riparazione che solo Lei può soddisfare. Concretamente. Fattivamente.
Per daouda 16:15 che cita Traditio marciana
riprendo dal link e quanto replico risponde ulteriormente anche all'obiezione precedente
Affrontato il tema della mediazione, veniamo a quello della corredenzione, cioè della partecipazione attiva e irrinunciabile della Madre di Dio alla salvezza eterna dell'umanità. Come detto, questa tesi nasce dalla tendenza mariolatra, che giunge a rendere a Maria un culto di latria, spettante solo a Dio, anziché un culto di iperdulia, come dice invece la Tradizione apostolica, cioè la venerazione (dulia) massima che può spettare a un santo. ...
Alla Vergine non è MAI rivolto il culto di "latria", cioè di "adorazione" che spetta unicamente a Dio; ma di "iperdulia" cioè di venerazione somma, un grado più alto rispetto alla "protodulia", la venerazione tributata a San Giuseppe e a quello di "dulia", quella che tributiamo ai Santi.
E' la solita obiezione che viene rivolta a noi cattolici sia dagli ortodossi che dai protestanti...
Il resto degli argomenti inquadra il discorso dalla visuale ortodossa, speculare alla mia esposizione. Ci vorrebbe un trattato per replicare; ma continueremmo all'infinito....
Il termine corredentrice può essere usato comunque accezioni. Non significa affatto che Maria è una dea....ma detto in parole molto semplici che lei ha partecipato, in virtù della sua purezza e santità in modo più alto di qualunque altro alla Redenzione operata da Cristo.
"Portate un pò dei pesci che avete preso" disse Gesù ai discepoli. Dio dà valore alle opere dell'uomo anche se esse sono dono suo. La partecipazione di Maria, e di ogni credente, all'opera della Redenzione, nulla toglie all'unicità della Redenzione operata da Cristo-
complimenti all'autrice dell'articolo per avere individuato la radice del problema: "L'uso equivoco e sciatto dei concetti e del lessico teologico".
Si tratta veramente di una teologia di bassa lega quella che ci viene offerta, vedi anche gli ultimi commenti di Schonborn sulle benedizioni agli omosessuali, siamo nella contraddizione totale.
La Corredenzione di Maria va declinata insieme alla Riparazione che solo Lei può soddisfare. Concretamente. Fattivamente.
Non ho tempo adesso di argomentare; ma mi fa pensare all'affermazione di mons. Gherardini Assunta in cielo perché corredentrice sulla terra.
Riparazione è l'effetto della Risurrezione (cioè la rigenerazione della natura ferita dal peccato originale). E solo l'Immacolata concezione, proprio attraverso l'offerta dei dolori che le hanno trafitto il cuore, può aver soddisfatto (sempre in Cristo Signore e proprio in quanto redenta in maniera preservativa) una riparazione ineguagliabile rispetto a quella di ogni altra creatura...
Cito Padre Manelli:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2014/05/p-stefano-m-manelli-fi-maria.html
"San Pio X, nell'Enciclica Ad diem illum, insegna espressamente: « Ex hac autem Mariam inter et Christum communione dolorum ac voluntatis promeruit Illa ut Reparatrix perditi orbis dignissime fieret atque ideo universorum munerum dispensatrix ». Qui appare evidente che Maria “Riparatrice” è legata alla Redenzione in atto primo, ossia al farsi della Redenzione, mentre Maria “Dispensatrice” è legata alla Redenzione in atto secondo, ossia alla distribuzione o applicazione delle grazie ai singoli uomini. L'una e l'altra - la “Riparatrice” e la “Dispensatrice” - sono in rapporto causale fra loro, ossia, se Maria SS.ma è “Riparatrice”, proprio per questo ( atque ideo ) è “Dispensatrice”: la riparazione, quindi, è titulus exigitivus della dispensazione delle grazie."
”Riparazione è l'effetto della Risurrezione (cioè la rigenerazione della natura ferita dal peccato originale). E solo l'Immacolata concezione, proprio attraverso l'offerta dei dolori che le hanno trafitto il cuore, può aver soddisfatto (sempre in Cristo Signore e proprio in quanto redenta in maniera preservativa) una riparazione ineguagliabile rispetto a quella di ogni altra creatura.
D’accordo: è un chiarimento utile. A mio modo di vedere esso però è insufficiente a spiegare realmente il concetto di Riparazione, ed in particolare di Riparazione eucaristica. Anche padre Manelli, da dotto esegeta e teologo mariano, s’addentra nel concetto, ma non riesce a giustificarlo compiutamente. Si tende a sottovalutare ciò che avvenne ai piedi del legno della Croce. C’era – e ci sarà sempre – un’altra persona, dei cui patimenti poco si discetta. Padre Manelli non lo cita mai. Semplicemente lo omette, o comunque attenua il significato del connubio tra lui e la sua nuova Madre. Torniamo perciò ai piedi della Croce:
Ἰησοῦς οὖν ἰδὼν τὴν μητέρα καὶ τὸν μαθητὴν παρεστῶτα ὃν ἠγάπα, λέγει τῇ μητρί, Γύναι, ἴδε ὁ υἱός σου. 27εἶτα λέγει τῷ μαθητῇ, Ἴδε ἡ μήτηρ σου. καὶ ἀπ᾽ ἐκείνης τῆς ὥρας ἔλαβεν ὁ μαθητὴς αὐτὴν εἰς τὰ ἴδια.
Faccio notare l’articolo determinativo – “il tuo figlio”, “la tua madre” –, che la Vulgata latina ovviamente non può contemplare. L’ultima traduzione CEI del 2008 traduce male: “Ecco tua madre”, “ecco tu figlio”, mentre quella precedente del 1974 era più attenta e specificava la determinazione: “il tuo figlio”, “la tua madre”. Non è che sotto la Croce ci fosse una fiumana di figli adottivi, ma semplicemente un solo figlio. E noi in quell’unico figlio, presente sotto la Croce, diventiamo figli, se come lui ci disponiamo, sia verso il Maestro sia verso la Madre.
“Riparazione è l’effetto della Risurrezione”, lei dice. Ma prima della Risurrezione c’è stata la Passione e Morte del Signore. La vera Riparazione, che sarà sempre più necessaria, consiste nel rivivere, per quanto è dato a ciascun figlio, ciò che avvenne prima della Resurrezione, ma pur sempre compreso in ordine a quella. Essa poi, la Riparazione – come afferma giustamente –, è soddisfatta dalla Immacolata Concezione della Madre.
In conclusione, in tutte queste dotte disquisizioni teologiche, di persone molto pie e titolate, che non discuto, manca un fattore, anzi una persona: l’altro Dolente, che è unito ai dolori della sua Madre adottiva. Sul Calvario «il Cuore Immacolato di Maria, aperto dalla parola “Donna, ecco il tuo figlio”, si incontrò spiritualmente col Cuore del Figlio aperto dalla lancia del soldato».
Si può definire un dogma senza averlo ben compreso? Credo di no.
Aggiungo a quanto detto sopra.
Naturalmente la riparazione, nell'accezione corretta, nasce dalla necessità di riparare anche in maniera vicaria (con la generosa offerta nei confronti della divina volontà) le offese arrecate a Dio.
Alcuni insegnamenti modernisti negano che Dio possa venire offeso nel senso di togliere a Lui la gloria perché allora Dio sarebbe vulnerabile e non sarebbe più Dio, ed è anche con questo che si elide l'espiazione... Ma nel concetto di "offesa" a Dio bisogna distinguere la gloria intrinseca di Dio - invulnerabile, infinita e immutabile - dalla Sua gloria estrinseca, collegata alla ridondanza delle sue opere nel nostro rapporto con Lui Creatore e Signore nostro, gloria che può essere maggiore o minore, e che risulta diminuita a causa dei peccati degli uomini. Per questo S. Ignazio ha scelto per la Compagnia di Gesù il motto "Ad maiorem gloriam Dei", affermando che essa avrebbe dovuto lottare per la "maggior gloria di Dio".
Anonimo 19:47
dice bene. Ci avevo già riflettuto dopo aver risposto con la mia solita irruenza...
Per questo avevo inserito il commento che segue a ruota il suo senza averla ancora letta... E, certo, è un tema grande, da affrontare con delicatezza e profonda umile consapevolezza...
Gesù dà l'umanità come figliolanza a Maria.Dalla Croce.Se Maria è Madre nostra è necessità che sia Mediatrice e Corredentrice dei figli.Si pone tra noi ed il Mediatore unico che ci porta a Dio.Gesù tra noi ed il Padre.Maria tra noi e Gesù.Gesù unico Redentore allo stesso tempo ma Maria cooperatrice della Redenzione e quindi co-redentrice in via subordinata al Figlio.In Maria Madre della Chiesa noi siamo stati concepiti col concepimento di Gesù.Noi eravamo concepiti nell'Umanità di Gesù (beata Luisa Piccareta.)
Un protagonista un po' particolare dei primi giorni della settimana santa è il fico.
Nella Bibbia è un albero simbolo di fertilità e di dolcezza, a beneficio del popolo.
Allora l'eventuale sterilità del fico va messa in relazione con l'infedeltà che la causa.
La pianta produce due tipi di fichi: i primaticci si sviluppano in autunno e maturano nella primavera dell'anno successivo; i fichi veri si raccolgono a fine estate dello stesso anno.
Gesù transita presso i fichi tra Betania e Gerusalemme all'inizio della primavera.
Ebbe fame, ma non trovò che foglie... e se la prende con la pianta infruttuosa!
Il fico seccò e i discepoli, stupiti del fatto, non chiesero al Maestro del perché di tanta severità, ma di come fosse stato possibile che le sue parole avessero prodotto l'effetto. Gesù li catechizzò sulla potenza della fede e della preghiera che smuove le montagne.
Parlò loro anche dell'importanza del perdono.
A compendio dell'esperienza della sorte dell'albero di fico, disse una parabola dedicata proprio al fico e dicendo di trarne l'insegnamento sui segni che testimoniano l'approssimarsi e l'imminenza dell'ora.
Valutiamo dunque dal fico, anche quello infruttuoso o secco, quanto dista il Regno di Dio.
Diminutio o Deminutio?
Forse tutte e due le forme?
Maria Santissima dal 'Fiat' sa che il suo compito è e sarà fuori dall'ordinario. Un fatto del genere accade in uno stato del corpo, dell'anima, dello spirito diversissimo dalla quotidianità, sicuramente è stata portata ad uno stato di coscienza direi divino, avvolta dalla gloria di Dio, in questo stato mistico non solo è stata fecondata, ma ci sarà stata una visione e alcune parole. D'altra parte la Madre di Gesù Cristo ha sempre serbato nel suo cuore moltissimo di se stessa e del suo vissuto più intimo. Un'estasi nella quale le è stato mostrato quanto stava per accadere a lei e al bambino che avrebbe portato in seno. Roba di pochi istanti dei nostri, ma più che sufficienti quando si è trasportati nell'Eternità. Credo che il Fiat abbia suggellato il suo assenso a quanto visto ed udito riguardo la generazione del bambino e la loro vita insieme. Un trailer con quelle due o tre possibilità di essere e non essere riconosciuto come Messia. Il 'Fiat' è un consenso informato su tutta la loro vicenda terrena ed olre, per dirla da aggiornati.
"E, certo, è un tema grande, da affrontare con delicatezza e profonda umile consapevolezza"
La "chiesa" bergogliana non farà che negare imperterrita questo dogma mariano. Forse "imperterrita" è termine erroneo, perché essa è tecnicamente "atterrita" da questa prerogativa di Maria. Ci saranno teologi che vorranno approfondire? e - non essendo io un canonista - si troverà un modo per completare questa definizione dogmatica, anche in questa congiuntura anomala dei c.d. "due papi"? Essa, per come ne ho detto, spiega anche eventi nei quali siamo immersi e che hanno relazione con ciò che avvenne in Portogallo oltre un secolo fa. L'approccio teologico a questi temi è imprescindibile. Altrimenti si rischia un "pour parler" che vedo ahimè molto di moda in altri blog cattolici di un certo schieramento - ma non in questo -, dove si dà la parola al primo che passa. Parole al vento, quasi sempre. Mentre il sottoscritto ha dovuto sudare le sette camicie prima di vedersi pubblicato uno scritto, peraltro modesto, poco tecnico e vagamente allusivo al dogma mariano della Corredenzione e a ciò che gli è intimamente connesso. Quindi, ben vengano i teologi che ne vorranno discutere pubblicamente.
sudare le sette camicie prima di vedersi pubblicato uno scritto, peraltro modesto, poco tecnico e vagamente allusivo al dogma mariano della Corredenzione e a ciò che gli è intimamente connesso
Dunque, perché non provare a parlarne qui, in attesa e nella speranza che teologi accreditati si lascino coinvolgere?
Intanto potrebbero giovarsene le migliaia di lettori che ci seguono e attendono di approfondire l'insegnamento costante della Chiesa così proditoriamente deformato quando non condannato all'oblìo...
"Dunque, perché non provare a parlarne qui, in attesa e nella speranza che teologi accreditati si lascino coinvolgere?"
La mia scrittura mi appare sterile. Ho scritto tanto, ma ho inciso poco, credo. Specialmente in quest’ultimo periodo, mentre mi è stata preclusa la possibilità di parlare in ambiti a me prossimi – ed io non sono un oratore consumato –, il ripiego sulla scrittura ha dimostrato tutti i suoi limiti. Una fase “socratica” passeggera? Non saprei dirlo. Tuttavia voglio raccogliere il suo invito, anche se non mi è chiaro in quali forme esso dovrà concretizzarsi. Decida lei se il mio apporto si dovrà limitare a qualche commento, o invece sarà di altro tipo.
Un fatto è certo : "Per avvenire la Redenzione è necessaria la nascita di NS Gesù Cristo."
Questo è avvenuto per volontà di Dio Onnipotente ... questo è il Suo disegno per noi .
Maria ha preparato se stessa alla maternità ed accettato la volontà di Dio Onnipotente e per questo è corredentrice della Volontà di Dio.
Maria è vissuta solo nella Volontà Divina.Senza Maria nessun Redentore.Maria sapeva cosa doveva passare perchè conosceva le Scritture.Non ha cercato consigli da una guida spirituale o il parere del sinagogo o del pontefice Caifa.Maria era in contatto diretto con la Volontà Divina che discerneva personalmente:era senza peccato originale come era Adamo prima dello stesso.San Paolo dice che completa nella propria carne alla Passione di Cristo:cosa manca? Nulla eppure anche san Paolo afferma di cooperare alla Redenzione.Con la sua offerta vicaria per i peccatori aumentando loro possibilità di grazie che altrimenti non meriterebbero di avere dalla Divina Giustizia.Eh,sì,perchè anche la Giustizia è perfetta tanto da essere costata Sangue all'Uomo Dio per assumere la punizione degli uomini in modo vicario su sè.Ora se san Paolo si definisce un co-redentore in piccolo quanto più Maria è superiore nella corredenzione?
Controcorrente
E oltre alla nascita, era necessaria la morte, una morte crudele, nei
tormenti, in seguito ad una condanna ingiusta.
Se non ci fosse stata la pena di morte, allora la Redenzione?
La testimonianza del sangue?
La Croce non è obiettivamente un argomento a favore della pena di morte?
Troppo paradossale?
Ve lo immaginate Gesù che, dopo qualche anno di prigione, finisce
i suoi giorni da pensionato, magari dopo aver messo su famiglia?
Un' immagine assurda no? E persino offensiva. Come quella
del "papa emerito", tranquillo pensionato per sua scelta, mentre
la Chiesa va in rovina...
Il papa, vicario di Cristo, non deve esser pronto a morire come Cristo?
Deve cadere al posto di combattimento, non mettersi in pensione
come una qualsiasi mezza tacca di professore universitario dei
nostri tempi... Sennò che papa è?
Cc
Eccellente articolo,
grazie Mic,
T.
"Caifa, sacerdote ebraico, stracciò le sue proprie vesti; mentre i soldati gentili conservarono intatta la veste di Gesù sul Calvario. Ciò significa che il sacerdozio di Cristo, figurato nella sua veste inconsutile, sarebbe restato perpetuamente intatto presso i popoli pagani divenuti cristiani, mentre rimaneva scosso e abolito per sempre presso il popolo ebraico"
San Girolamo
Né in Lui né nella Madre ci fu sguardo di sgomento o di sfiducia.
Ci fu sguardo di amore, di condivisione piena, di compartecipazione.
Quando poi si associa uno che condivide la sofferenza riparatrice, lo sguardo si allarga e va ad abbracciare tutti, anche i più lontani.
Va bene. Anche se non sono in piena forma né fisica né spirituale, chiederò un particolare sostegno in questi Santi Giorni e proverò a scrivere della Corredenzione della Madre, tenendo conto del suo commento. Cercherò di evitare di ripetermi.
"Fu in ogni tempo lodevolissimo ed inviolabile costume del popolo cattolico ricorrere nei trepidi e dubbiosi eventi a Maria e rifugiarsi nella sua materna bontà. Ciò dimostra la fermissima speranza, anzi la piena fiducia, che la Chiesa cattolica ha sempre a buon diritto riposto nella Madre di Dio. Infatti la Vergine Immacolata, prescelta ad essere Madre di Dio, e per ciò stesso fatta Corredentrice del genere umano, gode presso il Figlio di una potenza e di una grazia così grande che nessuna creatura né umana né angelica ha mai potuto né mai potrà raggiungerne una maggiore. E poiché la gioia per Lei più gradita è quella di aiutare e consolare ogni singolo fedele che invochi il suo soccorso, non vi può essere dubbio che Ella voglia molto più volentieri accogliere, anzi esulti nel soddisfare i voti di tutta la Chiesa".
(Leone XIII, Supremi Apostolatus Officio, 1º settembre 1883)
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