Oggi ricorre la memoria di san Giovanni Melchiorre Bosco, uno dei più grandi santi della storia della Chiesa. Un gigante che con la sua opera non solo salvò innumerevoli ragazzi, ma inaugurò un nuovo ramo nell'albero della Chiesa, quello dei salesiani. Tantissimi santi appartenenti alla famiglia salesiana ne hanno diffuso l'insegnamento e hanno fondato istituti.
Oltre che un propagatore della fede è stato anche un suo difensore contro diversi errori: quelli dei maomettani, degli ortodossi, dei protestanti, dei massoni, dei rivoluzionari. Di seguito uno dei suoi scritti sugli errori dei Protestanti.
"Le Chiese de' Valdesi e de' Protestanti e di tutti gli altri eretici non hanno i caratteri della vera Chiesa. Non sono una, perché non hanno la medesima fede, né la medesima dottrina, né uno stesso capo. Anzi è difficile trovar due ministri di una medesima setta eretica, i quali vadano d'accordo sopra i punti principali di loro credenza.
Quindi ne avvengono continue divisioni in cose di massima importanza. La sola Chiesa protestante, non molto dopo la sua fondazione, era già divisa in più di dugento sette. Dove possono mai avere unità di fede?Non sono sante, perché rigettano tutti od in parte i Sacramenti, da cui solo deriva la vera santità; professano più cose contrarie al Vangelo, ripugnanti a Dio medesimo.In tutte le vite degli eretici, degli increduli, degli apostati, non si può citare un Santo, neppure un miracolo. Che anzi i principali autori delle sette si deturparono con vizi e delitti.Calvino e Lutero asserivano fin dà loro tempi che i cattolici erano assai migliori dei riformati. Ed Erasmo, caldo promotore del protestantismo, ebbe a dire che tutti gli uomini illustri della Riforma, ben lungi dal far miracoli, non hanno nemmeno potuto guarire un sol cavallo zoppo.Non sono cattoliche, perché sono ristrette in alcuni luoghi, ed in questi luoghi medesimi cangiano la loro dottrina a seconda dei tempi. Neppure sono cattoliche riguardo al tempo, giacché, paragonate alla Religione Cattolica, contano pochi secoli di esistenza, non oltrepassano l'epoca de' loro fondatori, niuna si estende fino a Gesù Cristo.Non sono apostoliche, perché non professano, anzi rigettano molte cose dagli Apostoli credute ed insegnate. Niuna delle società eretiche può vantare i suoi antecessori fino agli Apostoli. Finalmente non sono unite al Romano Pontefice che è successore di S. Pietro, Capo e Principe degli Apostoli."
Don Bosco è ricordato anche come il Santo delle due colonne: l'Immacolata e l'Eucaristia. Queste le sue parole:
Il sacrificio dell'Altare è la gloria, la vita, il cuore del cristianesimo.Siccome non si può immaginare cosa più Santa, più preziosa quanto il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divintà di Gesù Cristo, così voi, quando andate alla Santa Messa, siate persuasi che fate un'azione la più grande, la più Santa, la più gloriosa a Dio, e la più utile all'anima propria.La Comunione è il cardine del buon andamento della casa, la grande colonna che tiene su il mondo morale e materiale, la base delle vocazioni.Non c'è felicità più grande sulla terra di quella che procura la Comunione ben fatta: Oh, che felicità poter ricevere nel nostro cuore il Divin Redentore!Quel Dio che ci deve dare la fortezza e la costanza necessaria in ogni momento della nostra vita.
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San Giovanni Bosco è un altro di quelli che se fosse vissuto negli ultimi 70 anni avrebbe rischiato la scomunica dai soliti noti.
Era talmente fedele al Papa di Roma, nel modo corretto, da auspicarsi la cessazione degli scismi e delle eresie come ognuno che si dichiari "fedele al Papa" dovrebbe.
La sua attività antieretica gli costò quasi la vita quando dei calvinisti minacciarono la sua vita e sarebbe anche morto martire se non fosse stato per un enorme cane lupo grigio mandato dal Cielo a proteggerlo.
Prima di altri, e in modo lucido, vide la nequizia della rivoluzione industriale che con le sue conseguenze è stata un disastro per l'umanità.
Salvò dalle fabbriche innumerevoli ragazzini, estraendoli da un ambiente malsano a livello materiale e spirituale.
Questa estrazione passò sia dal porli nella dimensione naturale che si confà ai bambini e ai ragazzi, il gioco, sia facendoli accostare ai Santi Sacramenti.
Aveva infatti capito che la chiave per tenere i ragazzi ancorati alla Chiesa era l'assiduità ai Sacramenti prima di tutto (t'e capì modernista?) e poi il resto.
Politicamente fu attento e non si fece trascinare nei facili entusiasmi del Risorgimento, rimproverando spesso a Casa Savoia la gestione della questione Romana e la presa di Porta Pia.
Un santo ridotto a "quello degli oratori".
Vero, ha ideato gli oratori moderni.
Ma questi oratori li ha potuti ideare grazie alla Fede, virtù teologale che precede la Carità.
La prima regola per riconoscere un santo da canonizzarsi, ovvero da erigere a modello per i fedeli, è la sua perfetta Ortodossia; se manca quella, beh.... (Charlie Bunga Banyangumuka)
9 commenti:
Attirava i giovani con pane e paradiso, non con panem et circenses.
Il cane era il famoso "Griso". Provvidenzialmente comparve e finita la minaccia scomparve! Sono andato a scuola da loro ed ho fatto anche l'animatore. Si sono, come tutti, modernizzati, e spesso, avendo a che fare con i giovani, molte cose hanno un motore "emozionale", ma riconosco comunque la loro abilità nel portare l'emozione a fare addirittura...Adorazione Eucaristica! Nell'arte della semima sono gli indiscussi maestri, come, ad esempio, la Fspxx nell'arte della cura del giardino maturo. Si saranno anche adeguati ai tempi (ma anche Don Bosco era un maestro in questo, i salesiani formalmente nacquero come "Società" per scavalcare una legge liberale filo-massonica), ma hanno le ancore ben salde! Che sono le due protagoniste di questo articolo. Le fondamenta si possono anche era di care, ma le loro sono tra le più dure e ostiche.
W Don Bosco!
Colpisce il pensiero chiaro, semplice, veritiero, che noi abbiamo perso; ormai anche i bambini sono complicati.
https://youtu.be/tZ8H9Dt5bmI
Oggi è la festa di San Giovanni Bosco. Santo al centro di casi incredibili, ma veramente avvenuti e studiati a fondo dai Tribunali ecclesiastici.
Oggi 31 gennaio festa di San Giovanni Bosco, padre e maestro dei giovani. Ideatore di quella geniale prassi educativa da lui chiamata "sistema preventivo", un condensato di saggezza pedagogica. "Va innanzitutto ricordata la volontà di prevenire il sorgere di esperienze negative, che potrebbero compromettere le energie del giovane oppure obbligarlo a lunghi e penosi sforzi di ricupero. Ma nel termine ci sono anche, vissute con peculiare intensità, profonde intuizioni, precise opzioni e criteri metodologici, quali l’arte di educare in positivo, proponendo il bene in esperienze adeguate e coinvolgenti, capaci di attrarre per la loro nobiltà e bellezza; l’arte di far crescere i giovani “dall’interno”, facendo leva sulla libertà interiore, contrastando i condizionamenti e i formalismi esteriori; l’arte di conquistare il cuore dei giovani per invogliarli con gioia e con soddisfazione verso il bene, correggendo le deviazioni e preparandoli al domani attraverso una solida formazione del carattere". (San Giovanni Paolo II - Lettera "Iuvenum patris" scritta nel 1988, primo centenario della morte di don Bosco).
COME DON BOSCO SI COMPORTÒ DURANTE L’EPIDEMIA DI COLERA DEL 1854
Tra il 1854 e il 1855 in Italia comincia a diffondersi una malattia che porterà alla morte migliaia e migliaia di persone: il colera.
Nel 1854 anche Torino ne viene colpita. Don Bosco era stato avvertito in anticipo per grazia divina che presto si sarebbe diffusa anche a nella sua città e vi avrebbe fatto strage.
Il santo avvertì i suoi ragazzi dell’oratorio dicendo loro: “Voi state tranquilli: se farete quanto vi dico, sarete salvi da quel flagello. – Che cosa dobbiamo fare? – gli avevano chiesto i giovani. – Prima di tutto vivere in grazia di Dio; portare al collo una medaglia di Maria SS. che io benedirò e darò a ciascuno e a questo fine recitare ogni giorno un Pater, Ave e un Gloria coll’Oremus di S. Luigi e la giaculatoria: Ab omni malo libera nos, Domine – .
Con lo scoppio del colera cominciarono a morire molte persone. Nei primi giorni dell’infezione, quanti erano i colpiti, tanti erano i morti. Secondo le stime dell’epoca, su cento casi si avevano in media sessanta decessi.
La gente viveva in uno stato di angoscia e sgomento. Cessava il commercio, le botteghe venivano chiuse, molte persone fuggivano per paura. Non si conosceva alcun rimedio per curare il morbo.
All’annuncio dei primi casi a Torino, il clero si disse subito pronto ad aiutare le autorità civili e a soccorrere i malati.
Il Municipio stesso, appena comparve imminente lo scoppio del flagello, diede uno splendido esempio di pietà. Dopo avere adottato le misure sanitarie necessarie, implorò l’aiuto della Vergine Maria ordinando una funzione religiosa nel Santuario di Maria SS. Consolatrice.
Don Bosco per primo si prodigò per gli ammalati. Egli usò ogni possibile mezzo di precauzione, fece ripulire il locale, aggiustare altre camere, diminuire il numero dei letti nei dormitori e migliorare il vitto, sobbarcandosi gravissime spese.
Ma non si affidò ai soli provvedimenti terreni. Egli ben sapeva che il vero aiuto non poteva venire che da Dio.
Prostrato davanti all’altare pregava il Signore così: “Mio Dio, percuotete il pastore, ma risparmiate il tenero gregge”; e rivolgendosi alla Vergine Maria aggiungeva: “Maria, Voi siete madre amorosa, e potente; deh! Preservatemi questi amati figli, a qualora il Signore volesse una vittima tra noi, eccomi pronto a morire, quando e come a Lui piace”.
Sabato 5 agosto, festa della Madonna della Neve, don Bosco raccolse i ricoverati attorno a sé. Annunciando la comparsa del flagello raccomandava a tutti sobrietà, temperanza, tranquillità di spirito e coraggio, e insieme confidenza in Maria Santissima, una buona confessione e la santa Comunione.
Con queste parole istruì i suoi ragazzi, affidandoli a Dio per mezzo di Maria: “Causa della morte è senza dubbio il peccato. Se voi vi metterete tutti in grazia di Dio e non commetterete alcun peccato mortale, io vi assicuro che nessuno di voi sarà toccato dal colera; ma se mai qualcuno rimanesse ostinato nemico di Dio, e, quel che è peggio, osasse offenderlo gravemente, da quel momento io non potrei più essere garante né di lui, né per qualunque altro della Casa”.
I giovani accolsero l’invito di don Bosco e subito si accostarono ai Sacramenti, menando da quel giorno una condotta esemplare.
Ogni sera molti lo circondavano per esporgli i propri dubbi o manifestargli le piccole mancanze della giornata, e don Bosco, da amorevole padre, non mancava mai di dare loro ascolto e conforto.
Egli per primo assisteva con eroica abnegazione i contagiati.
Nessuno dei ragazzi di don Bosco, lui compreso, si ammalò di colera, pur venendo continuamente a contatto con ammalati.
Abbandonarsi completamente a Dio senza riserve, vincendo ogni paura e rispetto umano, e mettersi sotto la protezione della Vergine Maria, sono i principali rimedi per affrontare qualsiasi evento nefasto.
Don Bosco indicò ai suoi ragazzi la Confessione e la Comunione come le armi più forti e i veri strumenti di protezione.
I classici atteggiamenti dei preti preconciliari! Oggi la neochiesa lo condannerebbe! Ma don Bosco è santo, i preti conciliari non sembrano nemmeno preti, a cominciare dal modo con cui si vestono!!!
Chi conosce san Giovanni Bosco, sa che riceveva spesso tramite i sogni premonizioni e visioni, cosa che capitava anche da sveglio.
Dalla visione degli amazzonici attorno al capezzale di Giovanni Cagliero, futuro missionario nelle Americhe, alla premonizione sulla capitale del Brasile, gli esempi si sprecano.
Fra quelli di maggior impatto, vi è il sogno delle due colonne e della nave. Per capire la natura assolutamente antiecumenica, e dunque anticonciliare di questo sogno, occorre riassumerlo.
San Giovanni vede una nave ammiraglia con a prua il Papa di Roma; questa nave guida una flotta di altre navi piccole. Questa flotta sacra è attaccata da altre navi con ogni mezzo, navi che rappresentano gli eretici e i nemici della Chiesa; anziché mettersi a dialogare, le navi cattoliche cannoneggiano la flotta nemica senza troppi complimenti(capito GPII?).
Il Papa in tutto questo non sta a guardare ma coordina il tiro delle artiglierie sulle navi eretiche e nel contempo dirige la flotta verso due colonne in mezzo al mare.
Nel caos della battaglia, il Papa di Roma convoca due adunate con i vari luogotenenti (Sì, i due concili) e si prosegue verso le due colonne sulle quali sono presenti al Santa Eucaristia e la Beatissima Vergine Immacolata.
Gli eretici lanciano tutto contro la nave ammiraglia, bucando più volte lo scafo che prontamente viene riparato dallo Spirito Santo.
Nel furore della battaglia, i cannoni degli eretici scoppiano e il Sommo Pontefice cade martire ma subito è sostituito da un comandante che prende le redini della flotta.
Il nuovo Papa di Roma sbaraglia definitivamente la flotta avversaria, seminando panico e distruzione, e fa ancorare felicemente la nave ammiraglia alle due colonne.
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