Nella nostra traduzione da Telerama una interessante intervista a Giorgio Agamben, che vedo molto conosciuto e citato nei contesti francofoni e anglofoni. Risale al 2012, ma non ha perso di attualità e dimostra l'onestà intellettuale oltre che l'acutezza di un pensatore che ho imparato a conoscere da poco e i cui contenuti presentano una visione lucida e interculturale, oltre che interdisciplinare, delle dinamiche socio-politiche e dei conseguenti risvolti antropologici. Dalle vostre osservazioni potrà aprirsi un dibattito che consenta di trarre anche le nostre conclusioni. Diversi suoi scritti precedenti sono inseriti in questo indice su realtà distopica e transumanesimo. Nell'insieme, senza scendere nei dettagli, vedo un limite: quello dell'esploratore, dell'archeologo o, se vogliamo, anche del poeta, che guarda la storia dal suo punto di osservazione, magari anche attivando le profondità come poeta, ma senza l'energia vitale dell'incarnazione... È l'aspetto incompiuto della teoria. Mi stupisce il fatto che Agamben, al pari di altri pensatori che — già anni fa (lo sto scoprendo ora) — riuscivano a vedere dove stava andando la politica e la cultura dominanti, non si siano sentiti coinvolti in iniziative per fronteggiare e correggere le dinamiche individuate, inesorabilmente all'opera. Tant'è che solo recentemente lo stesso Agamben — ormai a giochi quasi fatti, visto quanto sta accadendo ora — ha partecipato [qui] ad una giornata di studi mirante a dare legittimità e basi giuridiche e filosofiche (nonché eterodossamente scientifiche) a quello che finora è stato percepito come un caravanserraglio berciante di complottardi e poco più, delegittimati e quindi senza voce. Le idee dei grandi pensatori sono importanti per decriptare la realtà nonché per dirigerne le strutture dinamiche, ma diventano significative solo nel momento in cui sono diffuse e tradotte in pratica. Il deficit sta, oltre che nei canali mediatici che oggi non consentono di uscire da un circolo di iniziati e dal mondo accademico, nella conseguente mancata assimilazione nella cultura cui corrisponde il deficit di orecchie per intendere e braccia per agire con i dovuti correttivi delle proprie sintesi, visto che ad Agamben sembra mancare l'aggancio al Soprannaturale. Ma è solo "la Verità che vi farà liberi". Il futuro di farà designa un eterno presente... Quanto alla disperazione noi siamo in grado di guardarla in faccia, anche attraverso le complesse dinamiche che la inducono in questo tempo oscuro, e superarla grazie alla fede, radicati nella Verità. (M.G.)
Capitalismo? Una religione. L'uomo ? Un animale ozioso. La legge ? Troppo presente. Il filosofo italiano analizza sagacemente la nostra società e le sue derive 'biopolitiche'.
Mentre i rintocchi suonano nelle chiese di Trastevere, dove abbiamo un incontro, pensiamo al suo volto... Giorgio Agamben appare nelle vesti dell'apostolo Filippo nel Vangelo secondo san Matteo (1964) di Pier Paolo Pasolini. In quegli anni il giovane studente di giurisprudenza, nato a Roma nel 1942, frequenta gli artisti e gli intellettuali riuniti attorno alla scrittrice Elsa Morante. La bella vita? Un momento di intensa amicizia comunque. A poco a poco, l'avvocato si è dedicato alla filosofia, ha seguito il seminario di Heidegger a Thor-en-Provence. Ha poi curato l'edizione delle opere di Walter Benjamin, pensatore che lo accompagna sempre, così come Guy Debord e Michel Foucault. Giorgio Agamben incrocia così un senso messianico della storia, una critica alla società dello spettacolo e una resistenza al biopotere, il controllo che il potere esercita sulla vita, sul corpo stesso dei cittadini. Politico e poetico, il suo pensiero opera scoperte archeologiche, risale attraverso il vortice del tempo, all'origine delle parole. Homo sacer, Agamben si reca nella terra del diritto, della religione e della letteratura ma ora si rifiuta di andare... negli Stati Uniti, per non sottoporsi a controlli biometrici. A questa riduzione dell'uomo ai suoi dati biologici, oppone un'esplorazione del campo delle possibilità.
Berlusconi è caduto, come altri leader europei. Lei che ha scritto sulla sovranità, cosa ne pensa di questa situazione senza precedenti?
Le autorità pubbliche stanno perdendo legittimità. Un sospetto reciproco si è intromesso tra il potere e il cittadino. Questa accresciuta sfiducia ha rovesciato i regimi. Le democrazie vivono nella preoccupazione; come spiegarlo se non col fatto che hanno una legislazione sulla sicurezza due volte peggiore di quella del fascismo italiano? Agli occhi del potere, ogni cittadino è un potenziale terrorista. Non dimentichiamo mai che il dispositivo biometrico, che presto sarà inserito nella carta d'identità di tutti i cittadini, è nato prima per i delinquenti recidivi.
La crisi è legata al fatto che l'economia ha avuto la precedenza sulla politica?
Nel vocabolario della medicina antica, la crisi designa il momento decisivo della malattia. Ma oggi la crisi non è più temporanea: è la marcia stessa del capitalismo, il suo motore interno. È tuttora in corso, perché, come altre misure eccezionali al riguardo, consente alle autorità di imporre misure che non sarebbe possibile far accettare in tempi normali. La crisi, per quanto possa far sorridere, si sposa perfettamente con quella che in Unione Sovietica veniva chiamata la "rivoluzione permanente".
La teologia è ora molto presente nella sua riflessione. Come mai ?
L'ultima ricerca che ho intrapreso mi ha mostrato che le nostre società moderne, che pretendono di essere laiche, sono al contrario governate da concetti teologici secolarizzati che agiscono con tanto più potere in quanto non sono coscienti. Non saremo mai in grado di afferrare ciò che sta accadendo oggi senza renderci conto che il capitalismo è davvero una religione. E, come diceva Walter Benjamin, si tratta della più feroce delle religioni perché non conosce espiazione… Prendete la parola “fede”, solitamente riservata alla sfera religiosa. Il termine greco che gli corrisponde nei Vangeli è pistis. Uno storico delle religioni che stava cercando di capire il significato di questa parola passeggiava un giorno in una strada di Atene. Improvvisamente, vide scritto su un cartello: “Trapeza tes pisteos”. Si avvicinò e si accorse che era una banca: trapeza tes pisteos significa "banca di credito". È stata un'illuminazione.
Cosa ci racconta questa storia?
Pistis, la fede è il credito che abbiamo presso Dio e la parola di Dio presso di noi. Tuttavia, esiste effettivamente una sfera nella nostra società che ruota interamente intorno al credito. Questa sfera è il denaro e la banca è il suo tempio. Si sa che il denaro è solo un credito: sul dollaro e sulla sterlina (non sull'euro, il che avrebbe dovuto metterci in guardia...), si legge ancora che la Banca Centrale pagherà al portatore l'equivalente di questo credito. La crisi è stata innescata da una serie di operazioni sui prestiti rivenduti decine di volte prima che potessero essere riscossi. Governando il credito, la Banca, che ha preso il posto della Chiesa e dei sacerdoti, manipola la fede e la fiducia degli uomini. Se la politica ora è in ritirata, è perché il potere finanziario, sostituendosi alla religione, ha sequestrato ogni fede e ogni speranza. Per questo faccio ricerca su religione e diritto: l'archeologia mi sembra il modo migliore per accedere al presente. L'uomo europeo non può accedere al suo presente senza misurarsi con il suo passato.
In cosa consiste questo metodo archeologico?
È una ricerca di archè, che in greco significa "inizio" e "comando". Nella nostra tradizione, l'inizio è sia ciò che fa nascere qualcosa sia ciò che ne guida la storia. Ma questa origine non è databile, collocata su una cronologia: è una forza che continua ad agire nel presente, come l'infanzia in psicoanalisi, che determina la vita psichica dell'adulto, o il big bang, che, secondo gli astrofisici, ha dato vita all'Universo ma continua a propagare la sua radiazione fossile. L'esempio tipico di questo metodo sarebbe il divenire umano dell'animale (antropogenesi), vale a dire un evento che si suppone abbia avuto luogo necessariamente, ma che non si ferma una volta per tutte: l'uomo è sempre in divenire di farsi umano, quindi anche di restare inumano, animale. La filosofia non è una disciplina accademica, è un modo per misurarsi con questo evento che non cessa di accadere e che deciderà l'umanità e la disumanità dell'uomo, questioni vitalissime, mi sembra.
Questa visione di diventare umani nel suo lavoro non è pessimista ?
Sono molto felice che mi faccia questa domanda perché spesso mi trovo classificato come pessimista. Innanzitutto, personalmente, non lo sono affatto. In secondo luogo, i concetti di pessimismo e ottimismo non hanno nulla a che fare con il pensiero. Debord citava spesso una lettera di Marx: “Le condizioni disperate della società in cui vivo mi riempiono di speranza". Un pensiero radicale si mette sempre nella posizione estrema della disperazione. Anche Simone Weil ha detto: “Non mi piacciono le persone che si scaldano con speranze vuote". Il pensiero, per me, è questo: il coraggio della disperazione. Non è il colmo dell'ottimismo?
Essere contemporanei, secondo lei, è percepire il buio del suo tempo e non la sua luce. Come capire questa idea?
Essere contemporanei è rispondere a una chiamata che il tempo ci dà attraverso la sua oscurità. Nell'Universo in espansione, lo spazio tra noi e le galassie più lontane si espande a una velocità tale che la luce delle loro stelle non può raggiungerci. Percepire nel buio del cielo questa luce che cerca di unirsi a noi e non può, è essere contemporanei. Il presente è la cosa più difficile con cui convivere. Perché l'origine, lo ripeto, non è confinata nel passato: è una tromba d'aria, secondo la bellissima immagine di Benjamin, è una voragine nel presente. E siamo presi in questo abisso. Ecco perché il presente è per eccellenza ciò che resta inascoltato.
Il sommo contemporaneo è il poeta? O il filosofo?
Tendo a non opporre poesia e filosofia, nel senso che queste due esperienze si realizzano anche nel linguaggio. La verità ha la sua casa nelle parole, e diffiderei da un filosofo che lascia ad altri, filologi o poeti, la cura di questa casa. Devi prenderti cura della lingua, e penso che uno dei problemi principali con i media è che a loro non interessa. Il giornalista è anche responsabile della lingua, e da essa sarà giudicato.
In che modo il suo ultimo lavoro sulla liturgia ci dà accesso al presente?
Analizzarlo significa mettere il dito su un immenso cambiamento nella nostra rappresentazione dell'essere delle cose. Nel vecchio mondo l'essere è lì, è una presenza. Con la liturgia cristiana l'uomo è ciò che deve e deve ciò che è. Oggi non abbiamo altra rappresentazione della realtà che questa operatività, questa efficienza. Non possiamo più concepire un essere senza effetto. Ciò che è efficace, quindi efficiente e controllabile, è solo reale. Compito della filosofia che verrà è pensare a una politica ea un'etica svincolate dai concetti di dovere ed efficienza.
Pensa inattivo, per esempio?
L'insistenza sul lavoro, la produzione è dannosa. La sinistra si è smarrita quando ha assunto queste categorie, che sono al centro del capitalismo. Ma va notato che l'ozio, per come la intendo io, non è né inerzia né pigrizia. Bisogna de-work nel senso attivo del termine - la parola francese mi sembra molto bella. È un'attività che consiste nel rendere inoperanti tutte le opere sociali dell'economia, del diritto, della religione per aprirle ad altri possibili usi. Perché questo è ciò che è proprio dell'uomo: scrivere una poesia andando oltre la funzione comunicativa del linguaggio; parlare o dare un bacio distogliendo la bocca dalla sua funzione, che viene prima utilizzata per mangiare. In Etica Nicomachea, Aristotele si chiede se esiste un'opera specifica dell'uomo. Il lavoro del suonatore di flauto è suonare il flauto, il lavoro del calzolaio è fare le scarpe, ma esiste un lavoro dell'uomo in quanto tale? Quindi ipotizza che l'uomo possa essere nato senza un'opera, ma subito lo abbandona. Tuttavia, questa ipotesi ci porta al cuore dell'umano. L'uomo è l'animale ozioso; non ha un compito biologico assegnato, nessuna funzione chiaramente prescritta. È un essere di potere che può essere la sua stessa impotenza. L'uomo può fare tutto ma non deve nulla.
Ha studiato legge, ma tutta la sua filosofia cerca in un certo senso di liberarsi dalla legge.
Quando ho lasciato il liceo, avevo sostanzialmente un solo desiderio: scrivere. Ma cosa significa questo? Scrivi cosa ? Credo che sia un desiderio di rendere possibile la vita. Quello che vogliamo non è "scrivere", è "poter" scrivere. È un gesto filosofico inconscio: cerchi di rendere possibile la tua vita, che è una buona definizione di filosofia. Ma la legge è apparentemente l'opposto, è il necessario e non il possibile. Ma se ho studiato giurisprudenza, è perché probabilmente non potrei accedere a ciò che è possibile senza passare attraverso il test di ciò che è necessario. In ogni caso, i miei studi di legge mi sono stati molto utili quando è arrivato il momento. Il potere ha abbandonato i concetti politici in favore di concetti legali. Il sistema legale continua a proliferare: leggiamo su tutto, in zone un tempo impensabili. Questa proliferazione è pericolosa; nelle nostre società democratiche non c'è più nulla che non sia standardizzato. Ho scoperto una cosa molto bella tra i giuristi arabi. Rappresentano la legge con una specie di albero con, da un lato, ciò che è proibito e, dall'altro, ciò che è obbligatorio. Per loro, il compito dell'avvocato sta tra questi due poli, vale a dire riguarda tutto ciò che può essere fatto senza che questo sia legalmente sanzionato. Questa zona di libertà si restringe costantemente, mentre dovrebbe allargarsi. Rappresentano la legge con una specie di albero con, da un lato, ciò che è proibito e, dall'altro, ciò che è obbligatorio. Per loro, il compito dell'avvocato sta tra questi due poli, vale a dire riguarda tutto ciò che può essere fatto senza che questo sia legalmente sanzionato. Questa zona di libertà si restringe costantemente, mentre dovrebbe allargarsi. Rappresentano la legge con una specie di albero con, da un lato, ciò che è proibito e, dall'altro, ciò che è obbligatorio. Per loro, il compito dell'avvocato sta tra questi due poli, vale a dire riguarda tutto ciò che può essere fatto senza che questo sia legalmente sanzionato. Questa zona di libertà si restringe costantemente, mentre dovrebbe allargarsi.
Nel 1997, nel primo volume del suo ciclo Homo sacer, affermava che il campo era la norma nel nostro spazio politico. Da Atene ad Auschwitz...
Sono stato molto criticato per questa idea, che il campo abbia sostituito la città come nomos (norma, legge) della modernità. Tuttavia, non stavo prendendo di mira il campo come un fatto storico, ma come la matrice segreta della nostra società. Che cos'è un campo? È una porzione di territorio sottratta all'ordinamento politico-giuridico, una materializzazione dello stato di emergenza. Oggi l'eccezione e la depoliticizzazione sono penetrate ovunque. Lo spazio di videosorveglianza delle città contemporanee è pubblico o privato, indoor o outdoor? Si stanno dispiegando nuovi spazi: il modello israeliano nei territori occupati, fatto di tutte queste barriere escludendo i palestinesi, è stato trasposto a Dubai per creare isole turistiche assolute e iper sicure...
Dov'è l' Homo sacer ?
Quando ho iniziato questo ciclo, quello che mi interessava era il rapporto tra diritto e vita. Nella nostra cultura, la nozione di vita non è mai definita, ma è costantemente divisa: c'è vita politicamente qualificata (bios), vita naturale comune a tutti gli animali (zoé), vita vegetativa, relazione di vita, ecc. Riuscirai a ottenere una forma di vita che resista alla divisione? Sto scrivendo ora l'ultimo volume di Homo sacer. Giacometti ha detto una cosa che mi piace molto: non finisci mai un quadro, lo abbandoni. I quadri di Giacometti non sono finiti, la loro potenza non si esaurisce mai. Vorrei che accadesse anche per l' Homo sacer, lasciamo che sia abbandonato ma non finito... Penso anche che la filosofia non possa consistere troppo in un'affermazione teorica. La teoria a volte deve mostrare la sua insufficienza.
È per questo che ha sempre scritto, accanto ai saggi teorici, testi più brevi e più poetici?
Sì abbastanza. Questi due registri di scrittura non si contraddicono e, spero, a volte addirittura si intersecano. È da un grande libro Le Règne et la Gloire (2008), Genealogia del governo e dell'economia, che mi è apparsa con forza la nozione di ozio, che ho cercato di sviluppare più concretamente in altri testi. Questi incroci costituiscono il piacere della scrittura e del pensiero.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
44 commenti:
http://www.marcelloveneziani.com/articoli/che-fine-ha-fatto-la-democrazia/
Non avevo mai considerato implicito in Archè il senso di principio=comando. Interessante ed eloquente per un credente. Il Creatore ha già impresso un fine-telos nella Creazione, fin dall'inizio, quando l'ha posta in essere... Conoscevo e accoglievo il concetto; ma così mi colpisce rafforzato!
probabilmente non potrei accedere a ciò che è possibile senza passare attraverso il test di ciò che è necessario
Quoto e sottoscrivo
In pensiero denso che apre molti usci. Ogni frase racchiude e risveglia un mondo da sviluppare insieme a tante interconnessioni...
Testo molto bello, certamente non accessibile a tutti, complimenti per la pubblicazione.
Quanto alla disperazione noi siamo in grado di guardarla in faccia, anche grazie alle complesse dinamiche che la inducono in questo tempo oscuro, e superarla grazie alla fede e all'aggancio al Soprannaturale
Nella ricerca dei punti in grado di sovvertire la scissione della biopolitica dell'Occidente e la reificazione della vita all'interno dello Stato-nazione Agamben, In Homo Sacer, oltre a vedere nel rifugiato la figura di una nuova coscienza storica, individua nell'esperienza del factum loquendi una questione fondamentale per almeno due motivi. Da un lato perché nello stato spettacolare il politico si concretizza a livello di una estrema “espropriazione del linguaggio”, dall'altro perché il factum concerne un esperimento (de potentia intellectus, sive de libertate) “che riguarda la materia stessa o la potenza del pensiero”.
In ciò è implicato un sovvertimento della falsa alternativa tra fini e mezzi, in direzione di una rivelazione del'“essere-in-un-mezzo come condizione irriducibile degli uomini”.
Una giornalista di una tivvù locale riceve una manata sul sedere, in diretta, da un tizio delle Marche e, subito, del fatto ne parlano, scandalizzati, per giorni e giorni, ossessivamente, tutte le televisioni e tutti i giornali, con titoli in grande evidenza sulla prima pagina, mentre parte la gara a chi solidarizza di più con la ragazza: Diletta Leotta, Andrea Delegu, Anna Foglietta, Paola Ferrari, Simona Ventura, Michela Murgia, Maria Elena Boschi, Laura Boldrini, Alessandra De Stefano, Cecilia D'Elia, Valentina Cuppi; e ancora le donne del Pd, quelle della Cgil, l'Arci Caccia, la Fiorentina calcio, l'Empoli calcio, Milena Bertolini ct della nazionale di calcio femminile, il presidente della Toscana Giani, quello della Liguria Toti, l'ex premier Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, il sindacato cronisti romani, etc. etc.
Quando poi l'autore del gesto cafone viene identificato, viene sottoposto ad una gogna pubblica che va avanti per giorni e giorni, manco se avessero incastrato il mostro di Marcinelle.
Se invece una diciannovenne di Milano viene palpeggiata da un branco di una ventina nordafricani allupati, in pieno centro, la notte di Capodanno, che abusano, ripetutamente, del suo corpo, la notizia viene relegata nelle ultime pagine dei giornali come se nulla fosse mentre la vittima italiana viene dimenticata. Nessuno pensa di darle la propria solidarietà. Non le femministe, nè le donne dello spettacolo, nè le iperpresenzialiste donne politiche, e neppure l'Arci Caccia. Meglio non enfatizzare troppo il caso perché oggi non va di moda accusare dei nordafricani; non si può mettere in discussione la retorica dell'accoglienza nè contestare la battaglia politica portata avanti da movimenti come Black Lives Matter sul colonialismo.
Signore femministe (e non solo), che restate in silenzio: vergognatevi e fatevi schifo....
Ci vuole una Forza politica e strategica - un gruppo politico organizzato con idee chiare e vere, e una visione generale del mondo a livello soprattutto politico - che sia in grado di unirsi ad altre forze analoghe poste su posizioni diverse. rdv
https://www.ildesk.it/attualita/110336/
Torino fondato il Comitato di Liberazione Nazionale per ripristinare lo Stato di diritto
Il giurista Ugo Mattei: “Costruire l’alternativa al neoliberismo”
Spigolature
-- Il concetto del "rifugiato come nuova coscienza storica" è da maneggiare con molta cautela. Un concetto simile viene usato per giustificare l'accoglienza indiscriminata, la resa di fronte all'invasione musulmana.
-- Essendo di sinistra, i contestatori dell'attuale deriva "autoritaria" del nostro sistema, la c.d. "dittatura sanitaria", spontaneamente ricorrono al simbolo del CLN, Comitato di Liberazione Nazionale, che ricorda l'ugual simbolo della Resistenza.
Non possiamo farci niente. Si tratta però di un simbolo che per molti italiani è stato un simbolo di morte, dovendosi il CLN considerare responsabile dei massacri perpetrati a freddo alla fine della II gm in Italia. Inoltre, è simbolo di guerra civile.
In sostanza, il richiamo all'antifascismo del CLN, sia pure solo a livello di simboli, non sembra la migliore delle scelte. Ci rituffa in un passato che non passa, come diceva E. Nolte.
Bisognerebbe andare oltre gli schemi dell'antifascismo, liberarsi del "fascismo" come una sorta di categoria metastorica, eterna ed immutabile.
Sarebbe meglio togliere la parola "liberazione", di per sè ambigua e carica anch'essa dei ricordi della guerra civile.
Basterebbe dire: Comitato per ripristinare lo Stato di diritto o Comitato per la difesa dello Stato di diritto.
Sp
Agli occhi del potere, ogni cittadino è un potenziale terrorista.
Non dimentichiamo mai che il dispositivo biometrico, che presto sarà inserito nella carta d'identità di tutti i cittadini, è nato prima per i delinquenti recidivi.
Nel vocabolario della medicina antica, la crisi designa il momento decisivo della malattia.Ma oggi la crisi non è più temporanea: è la marcia stessa del capitalismo, il suo motore interno.
La crisi, per quanto possa far sorridere, si sposa perfettamente con quella che in Unione Sovietica veniva chiamata la "rivoluzione permanente".
le nostre società moderne, che pretendono di essere laiche, sono al contrario governate da concetti teologici secolarizzati che agiscono con tanto più potere in quanto non sono coscienti.
Prendete la parola “fede”, solitamente riservata alla sfera religiosa. Il termine greco che gli corrisponde nei Vangeli è pistis.
Uno storico delle religioni che stava cercando di capire il significato di questa parola passeggiava un giorno in una strada di Atene. Improvvisamente, vide scritto su un cartello: “Trapeza tes pisteos”. Si avvicinò e si accorse che era una banca: trapeza tes pisteos significa "banca di credito".
Pistis, la fede è il credito che abbiamo presso Dio e la parola di Dio presso di noi. Tuttavia, esiste effettivamente una sfera nella nostra società che ruota interamente intorno al credito. Questa sfera è il denaro e la banca è il suo tempio.
A una società del Ghiaccio rispondiamo con una comunità del Fuoco. - Il ghiaccio è un mondo di automi senza cuore, il fuoco è un'amicizia basata sulla bellezza e sulla libertà. rdv
agli amici liberi e coraggiosi di Busto Arsizio,
sabato 8 gennaio 2022 in piazza Santa Maria ho incontrato amici senza neppure averli mai visti.
Erano lì per dire: lascateci vivere nella verità della vita che abbiamo scelto. Lo Stato non ha l'autorità di schiacciare l'anima!
Erano cittadini degni di rappresentare il popolo italiano, oggi profondamente addormentato nelle braccia del Drago. Gente coraggiosa ma semplice, col viso umano a volte ferito dalla solitudine, senza nessun fanatismo, senza odio, senza rancore, ma con una giusta indignazione verso l'ingiustizia.
Erano fuoco che non si spegne di fronte al ghiaccio.
E noi, che siamo piccoli e non abbiamo la potenza di fuoco del Drago, siamo luci nella notte, fuochi al Polo Nord.
Siamo umilmente Sentinelle nella notte!
Ringraziamo il cielo che ognuno di noi, non sappiamo neppure perché, ha trovato la forza di dire no alla menzogna! Infatti, siamo come nella vita buona, senza un particolare merito.
Siamo qui, siamo vivi.
Forse esiste qualcosa di più bello di colui che canta "voglio vivere la mia vita come un canto libero? Voglio il mio destino senza che me lo programmi lo Stato? Voglio essere italiano senza inginocchiarmi al Governo dei Migliori?
Voglio vivere libero, e non voglio vivere nella menzogna? -
grazie per l'ospitalità,
un abbraccio agli amici liberi e coraggiosi di Busto,
rosario da Legnano
IL DIO DENARO.
Mario Moretti Polegato è un imprenditore che produce scarpe. Noto per avere delocalizzato da molto tempo la produzione della sua azienda, la Geox, dal trevigiano alla Romania (sfruttando così la forza-lavoro operaia a prezzo irrisorio), è un assiduo frequentatore del Forum di Davos. Si vanta anche di essere un amico personale di Christine Lagarde (BCE, ex FMI) oltre che dello stesso Klaus Schwab, presidente del Forum.
Intervistato oggi dal Corriere della Sera ha fatto due affermazioni rilevanti.
La prima: "E' impossibile difenderci dall'epidemia se non vacciniamo il mondo intero".
La seconda: "Gli investimenti devono essere nella nuova economia, cioè quella basata sul web, che elimina gli intermediari tra produzione e consumatore".
Insomma: Big Pharma e Big Tech.
Dopo avere lasciato a casa gli operai veneti, il Moretti Polegato vuole fare piazza pulita anche del piccolo commercio, cioè degli "intermediari".
L'amico Schwab lo chiama "Grande Reset".
A questo punto è quasi inutile sottolineare che il Moretti Polegato sia un grande sostenitore del governo Draghi.
Il culto del dio vaccino va insieme a quello del dio quattrino.
Martino Mora
Il Poletti Folegato sara' soddisfatto e pacificato quando il suo cuore giacera' con i lingotti nel sicuro forziere del suo maniero?
E' davvero sorprendente leggere la maggior parte dei commenti dei cittadini australiani sulla vicenda Djokovic:
" Noi abbiamo perso le nostre imprese e la nostra libertà a causa dei provvedimenti governativi ed ora a lui, solo perché è ricco e famoso, consentono di derogarle?"
Cosi funziona il cervello degli schiavi.
"Costruire l'alternativa al neo-liberismo".
Giusto. Ma la situazione è complicata perché il neo-liberismo va a braccetto con il neo-marxismo. E tutti e due con la Rivoluzione Sordida.
Come far quadrare questi circoli in un discorso organico di opposizione?
Un limite del pensiero di Angaben, come peraltro di Cacciari, sembra esser costituito dalla mancanza di un autentico ubi consistam. È il "pensiero critico" di matrice francofortese, con i suoi pregi e difetti.
Molto stimolante in sede critica non sembra offrire un fondamento sufficiente per l'indispensabile discorso costruttivo, anche se di opposizione.
Ci devono essere dei punti fermi. Lo Stato di diritto e la sua difesa è uno di questi, ma non basta.
Bisogna poi vedere come intendere lo Stato di diritto. Esiste anche una versione ultra-garantista che finisce col privilegiare un individualismo assoluto, distruttore della società e dello Stato.
Le minoranze vanno difese dall'arbitrio delle maggioranze o dei governi. Ma quali minoranze? Tutte le minoranze? Anche quelle arcobaleno all'assalto del potere, apertamente intente a distruggere l'istituto del matrimonio e della famiglia, per limitarci a questo?
Politicus
Leggo che, secondo la segretaria milanese del Pd, "la scuola deve intervenire contro la cultura patriarcale".
Credevo che la scuola dovesse insegnare italiano, matematica, storia e filosofia. E, civicamente, una minima educazione e il rispetto elementare della legalità.
Non le balle femministe sul "patriarcato" immaginario. La scuola dovrebbe essere il tempio del sapere, la stanno facendo diventare il luogo della propaganda e dell' ideologizzazione di massa.
Martino Mora
Come previsto, i giornali annunciano giá obbligo over 40; era ampiamente prevedibile. Obbligo che poi diventerà over 18 e così via.
Chiedete conto di questo a tutta quella finta "resistenza" che va proclamando che sono solo i colpi di coda e che basti la resistenza passiva.
Quando lo prevedevamo vi davano dei "pessimisti".
Questi hanno un progetto preciso da portare avanti e lo faranno in barba alla logica, ai dati, alle contraddizioni, a quello che avviene in altri paesi. L'Italia deve cadere, é l'Italia che vogliono.
Soluzioni?
In qualsiasi modo la pensassimo, su ipotetiche azioni, non verremmo certo a scriverlo sul web.
Questi spazi virtuali non sono luoghi di libertà e non si può certo aizzare la gente alla rivolta o ad infrangere leggi. È chiaro?
I social non vanno utilizzati come serbatoio organizzativo ma solo come laboratorio di riflessione.
A buon intenditor poche parole.
Il regime va al muro contro muro. Mentre la Francia rinuncia all'obbligo, in Italia nonno banchiere vuole "finire il lavoro" e salire al Quirinale come "l'uomo del rigore", colui che ha imposto l'obbligo a tutti (almeno agli over 18) e il superipermegamaxilutra GPRS anche per andare a ritirare una lettera alla posta, farsi stampare un estratto conto, tagliare i capelli ed estirpare i calli. La strategia è molto semplice: qualsiasi cosa che si distinguerà da obbligo per gli over 18 e superipermegamaxilutra GPRS per lavorare e farsi tagliare le unghie dei piedi sarà considerata "un disonorevole cedimento ai dissidenti". Il regime ha deciso di muovere una GUERRA DI RELIGIONE a chi dissente dal modello di società, fideistico e manicheo, detto "nuova normalità". Ciò porta direttamente allo scontro civile. Chi si farà vaccinare a forza non passerà certo, politicamente, dalla parte di chi ha usato violenza contro di lui/lei e ancor più certamente non sarà entusiasta di subire nuove violenze ogni 4-6 mesi. Chi resisterà e sarà costretto a una profonda modificazione dei suoi stili di vita (sospensione da lavoro, divieto di spostarsi e di accedere ai servizi essenziali, ecc.) si incazzerà ancora di più. In ogni caso il 100% costante dei vaccinati NON SARA' MAI RAGGIUNTO anche se il governo imponesse la decimazione dei renitenti. Il 100% in medicina NON ESISTE. Il delirio di onnipotenza dei banchieri porterà questo Paese al macello. PS se mi verrà impedito l'accesso in banca, come farò a pagare la multa di 100 euro per essermi sottratto all'obbligo???
PS se mi verrà impedito l'accesso in banca, come farò a pagare la multa di 100 euro per essermi sottratto all'obbligo".
Non credo ci metterebbero tanto a prelevarla d'ufficio dal conto... come, del resto, tasse balzelli e quant'altro...
Dice niente che il certificato verde fa capo all'agenzia delle entrate? Quando, fin dall'inizio, la cosa mi sveva colpita e ne parlavo in famiglia, ho fatto inalberare tutti gli allineati con i quali non posso più dire quello che penso...
@ Mic h.13.30
A quanto ho capito i 100 € di multa 'una tantum' (per ora, poi chissà) verranno prelevati dall'ufficio esattoriale delle tasse, quindi non c'è bisogno di andare in banca o alle poste, en passant, occorre il SGP anche per i prelievi bancomat e ogni pratica bancaria, anche di controllo sui propri cc, praticamente vietato l'uso di denaro contante, restano free zone alimentari, edicole e farmacie, ca cangiò dal lockdown o arresti domiciliari di massa? Arriva il Deltaomicron, non si sa quanto pericoloso e contagioso, mancano troppe lettere per arrivare all'omega, tiremm'innanz.
Scritta dal più famoso romanziere europeo contemporaneo.
La vera ragione
«La vera ragione dell’eutanasia, in realtà, è che non sopportiamo più i vecchi, non vogliamo nemmeno sapere che esistono, per questo li parcheggiamo in luoghi specializzati, lontano dalla vista degli altri. Quasi tutte le persone oggi ritengono che il valore di un essere umano diminuisca con l’aumentare dell’età; che la vita di un giovane, e ancor più quella di un bambino, sia di gran lunga più preziosa di quella di una persona molto vecchia. […] Questo è un ribaltamento completo, una mutazione antropologica radicale. […] In questo modo priviamo la nostra vita d’ogni motivazione e di ogni senso; è puro nichilismo».
(Michel Houellebecq, Annientare, La Nave di Teseo 2022)
Non faranno finire l'emergenza, dacché, se finisse, si dovrebbe tornare allo Stato-secondo-Costituzione e alle libertà da esso garantite. L'emergenza perpetua, reale o narrata, è un preciso metodo di governo. È una riorganizzazione autoritaria globale.
Se la politica ora è in ritirata, è perché il potere finanziario, sostituendosi alla religione, ha sequestrato ogni fede e ogni speranza. Per questo faccio ricerca su religione e diritto: l'archeologia mi sembra il modo migliore per accedere al presente.
È una ricerca di archè, che in greco significa "inizio" e "comando". Nella nostra tradizione, l'inizio è sia ciò che fa nascere qualcosa sia ciò che ne guida la storia.
L'esempio tipico di questo metodo sarebbe il divenire umano dell'animale antropogenesi), vale a dire un evento che si suppone abbia avuto luogo necessariamente, ma che non si ferma una volta per tutte: l'uomo è sempre in divenire di farsi umano, quindi anche di restare inumano, animale.
La filosofia non è una disciplina accademica, è un modo per misurarsi con questo evento che non cessa di accadere e che deciderà l'umanità e la disumanità dell'uomo, questioni vitalissime, mi sembra.
...spesso mi trovo classificato come pessimista. Innanzitutto, personalmente, non lo sono affatto. In secondo luogo, i concetti di pessimismo e ottimismo non hanno nulla a che fare con il pensiero.
Il pensiero, per me, è questo: il coraggio della disperazione. Non è il colmo dell'ottimismo?
Essere contemporanei è rispondere a una chiamata che il tempo ci dà attraverso la sua oscurità.
Perché l'origine, lo ripeto, non è confinata nel passato: è una tromba d'aria, secondo la bellissima immagine di Benjamin, è una voragine nel presente. E siamo presi in questo abisso. Ecco perché il presente è per eccellenza ciò che resta inascoltato.
La verità ha la sua casa nelle parole, e diffiderei da un filosofo che lascia ad altri, filologi o poeti, la cura di questa casa.
Devi prenderti cura della lingua, e penso che uno dei problemi principali con i media è che a loro non interessa. Il giornalista è anche responsabile della lingua, e da essa sarà giudicato.
Nel vecchio mondo l'essere è lì, è una presenza. Con la liturgia cristiana l'uomo è ciò che deve e deve ciò che è.
Oggi non abbiamo altra rappresentazione della realtà che questa operatività, questa efficienza. Non possiamo più concepire un essere senza effetto. Ciò che è efficace, quindi efficiente e controllabile, è solo reale.
Ciò che è efficace, quindi efficiente e controllabile, è solo reale. Compito della filosofia che verrà è pensare a una politica ea un'etica svincolate dai concetti di dovere ed efficienza.
L'insistenza sul lavoro, la produzione è dannosa. La sinistra si è smarrita quando ha assunto queste categorie, che sono al centro del capitalismo.
Ma va notato che l'ozio, per come la intendo io, non è né inerzia né pigrizia.
In Etica Nicomachea, Aristotele si chiede se esiste un'opera specifica dell'uomo. Il lavoro del suonatore di flauto è suonare il flauto, il lavoro del calzolaio è fare le scarpe, ma esiste un lavoro dell'uomo in quanto tale? Quindi ipotizza che l'uomo possa essere nato senza un'opera, ma subito lo abbandona.
L'uomo è l'animale ozioso; non ha un compito biologico assegnato, nessuna funzione chiaramente prescritta. È un essere di potere che può essere la sua stessa impotenza. L'uomo può fare tutto ma non deve nulla.
Quando ho lasciato il liceo, avevo sostanzialmente un solo desiderio: scrivere. Ma cosa significa questo? Scrivi cosa ? Credo che sia un desiderio di rendere possibile la vita. Quello che vogliamo non è "scrivere", è "poter" scrivere. È un gesto filosofico inconscio: cerchi di rendere possibile la tua vita, che è una buona definizione di filosofia.
Ma la legge è apparentemente l'opposto, è il necessario e non il possibile. Ma se ho studiato giurisprudenza, è perché probabilmente non potrei accedere a ciò che è possibile senza passare attraverso il test di ciò che è necessario.
Il potere ha abbandonato i concetti politici in favore di concetti legali. Il sistema legale continua a proliferare: leggiamo su tutto, in zone un tempo impensabili. Questa proliferazione è pericolosa; nelle nostre società democratiche non c'è più nulla che non sia standardizzato.
Ho scoperto una cosa molto bella tra i giuristi arabi. Rappresentano la legge con una specie di albero con, da un lato, ciò che è proibito e, dall'altro, ciò che è obbligatorio.
Per loro, il compito dell'avvocato sta tra questi due poli, vale a dire riguarda tutto ciò che può essere fatto senza che questo sia legalmente sanzionato. Questa zona di libertà si restringe costantemente, mentre dovrebbe allargarsi.
Sono stato molto criticato per questa idea, che il campo abbia sostituito la città come nomos (norma, legge) della modernità.
Tuttavia, non stavo prendendo di mira il campo come un fatto storico, ma come la matrice segreta della nostra società. Che cos'è un campo? È una porzione di territorio sottratta all'ordinamento politico-giuridico, una materializzazione dello stato di emergenza.
Oggi l'eccezione e la depoliticizzazione sono penetrate ovunque.
Quando ho iniziato questo ciclo, quello che mi interessava era il rapporto tra diritto e vita.
Nella nostra cultura, la nozione di vita non è mai definita, ma è costantemente divisa: c'è vita politicamente qualificata (bios), vita naturale comune a tutti gli animali (zoé), vita vegetativa, relazione di vita, ecc. Riuscirai a ottenere una forma di vita che resista alla divisione?
Sto scrivendo ora l'ultimo volume di Homo sacer. Giacometti ha detto una cosa che mi piace molto: non finisci mai un quadro, lo abbandoni. I quadri di Giacometti non sono finiti, la loro potenza non si esaurisce mai. Vorrei che accadesse anche per l' Homo sacer, lasciamo che sia abbandonato ma non finito... Penso anche che la filosofia non possa consistere troppo in un'affermazione teorica. La teoria a volte deve mostrare la sua insufficienza.
È da un grande libro Le Règne et la Gloire (2008), Genealogia del governo e dell'economia, che mi è apparsa con forza la nozione di ozio, che ho cercato di sviluppare più concretamente in altri testi. Questi incroci costituiscono il piacere della scrittura e del pensiero.
Vado scoprendo altri scritti. Se sevo definire il prossimo che pubblicherò: terrificante.
Analisi cruda e rivelatrice... Ma manca sempre la via d'uscita...
La critica all’eutanasia di Michel Houellebecq presente nel suo ultimo libro - «La vera ragione dell’eutanasia, in realtà, è che non sopportiamo più i vecchi, non vogliamo nemmeno sapere che esistono» (Annientare, 2022) – è interessante per più ragioni.
Intanto perché non è la prima; lo scorso aprile, su “Le Figaro”, lo scrittore francese fu ancor più duro. «Quando un paese arriva a legalizzare l’eutanasia – disse allora -, perde, secondo me, ogni diritto al rispetto. Diventa quindi non solo legittimo, ma desiderabile distruggerlo».
In secondo luogo, c'è da dire che Houellebecq è ateo; così come non credenti, del resto, sono stati grandi oppositori dell’eutanasia di questi anni come, per dirne un paio, il luminare Lucien Israël (1926-2017) e la scrittrice Oriana Fallaci (1929-2006).
La prossima volta che ci verrà detto che difendere l’indisponibilità della vita umana – principio cardine anche della nostra Costituzione, peraltro – sarebbe una battaglia per fondamentalisti religiosi, sappiamo quindi già cosa fare, davanti a tale panzana. Annientare.
"...le nostre società moderne, che pretendono di essere laiche, sono al contrario governate da concetti teologici secolarizzati che agiscono con tanto più potere in quanto non sono coscienti..."
Qui Radaelli avrebbe detto: la Chiesa insegna anche quando sbaglia. Ma più che questa verissima affermazione, quando la Chiesa offre un vero insegnamento robusto implicitamente richiama l'altro a contraddirla con qualche pensiero presentabile almeno orizzontale.
"...È una ricerca di archè, che in greco significa "inizio" e "comando". Nella nostra tradizione, l'inizio è sia ciò che fa nascere qualcosa sia ciò che ne guida la storia..."
E' il seme che in sé ha la pianta, nei mammiferi il seme lo mette i maschio e la femmina mette l'ovulo, che funge da terra, da cui nascono i cuccioli. Il seme e l'ovulo pur appartenendo allo stesso maschio e alla stessa femmina sono sempre diversi tra loro e diversi tra loro sono i cuccioli. Così è per l'uomo e per la donna e ogni loro bambino è diverso nel corpo e nell'anima nello spirito da tutti gli altri fratelli. Allora possiamo dire che il comando che è impresso in ogni seme ed in ogni ovulo è diverso, è unico.
"...Il pensiero, per me, è questo: il coraggio della disperazione. Non è il colmo dell'ottimismo?..."
Il coraggio della disperazione è anche quando hai fatto quello che devi al meglio e non speri più, è allora che interviene la Grazia di Dio che manda gli Angeli a regalarti l'insperato.
"...Ecco perché il presente è per eccellenza ciò che resta inascoltato..."
Questa frase ha molte interpretazioni, in modo particolare 'il presente inascoltato'.
Nella vecchiaia sono usciti dei rimpianti, non aver capito bene bene il dono di alcuni incontri. Forse questo è stato uno dei miei presenti inascoltati.
"...La verità ha la sua casa nelle parole, e diffiderei da un filosofo che lascia ad altri, filologi o poeti, la cura di questa casa..."
110 con lode.
"...Nel vecchio mondo l'essere è lì, è una presenza. Con la liturgia cristiana l'uomo è ciò che deve e deve ciò che è..."
In un suo libro ho visto una foto di sua madre, detta in parole è questa:' Con la liturgia cristiana l'uomo è ciò che deve e deve ciò che è.'
"...Ma va notato che l'ozio, per come la intendo io, non è né inerzia né pigrizia...'
Il santo ozio,sicuramente l'ha sentito citare.
"...L'uomo è l'animale ozioso; non ha un compito biologico assegnato, nessuna funzione chiaramente prescritta. È un essere di potere che può essere la sua stessa impotenza. L'uomo può fare tutto ma non deve nulla...."
Qui manca tutta la cura del creato e delle Creature. Non avere un compito biologico assegnato è parte della sua libertà che può essere la sua stessa impotenza, forse sarebbe stato meglio definire l'uomo essere in potenza.
Quello che vogliamo non è "scrivere", è "poter" scrivere. È un gesto filosofico inconscio: cerchi di rendere possibile la tua vita, che è una buona definizione di filosofia.
Rendere possibile la propria vita è un gesto filosofico inconscio, ma anche culturale e/o propagandistico o semplicemente prendere la vita come viene, questo è difficilissimo per la presenza di tanti grilli per la testa, ma lo si capisce sul viale del tramonto.
"...Ma la legge è apparentemente l'opposto, è il necessario e non il possibile..."
Qualcuno ha detto che è nel necessario che si trova la libertà
"...Per loro, il compito dell'avvocato sta tra questi due poli, vale a dire riguarda tutto ciò che può essere fatto senza che questo sia legalmente sanzionato. Questa zona di libertà si restringe costantemente, mentre dovrebbe allargarsi..."
Questa libertà si restringe costantemente perché è regolata dall'esterno. Solo un cammino interiore pienamente e sanamente cattolico potrebbe dilatare lo spazio di libertà intesa come libertà di fare il bene, 'non io ma Cristo in me'.
Riuscirai a ottenere una forma di vita che resista alla divisione?
Con il Cattolicesimo nel suo vissuto migliore questa unità è stata possibile e Sant'Agostino ha lasciato ampia dimostrazione di questa avvenuta unificazione.
Molti sostengono che anche il γνῶθι σεαυτόν iscritta nel tempio di Apollo a Delfi
sia da intendersi non solo come ' conosci te stesso' ma anche 'conosci te(e) lo stesso(Dio)'. Nella conoscenza di sé è impossibile non trovarsi almeno davanti al problema della divinità ed alla sua soluzione.
Vorrei che accadesse anche per l' Homo sacer, lasciamo che sia abbandonato ma non finito... Penso anche che la filosofia non possa consistere troppo in un'affermazione teorica. La teoria a volte deve mostrare la sua insufficienza.
Nei fatti pur nell'opera più curata, più sentita, più necessaria rimane l'incompiutezza che è propria dell' essere umano 'in potenza'.
Questi incroci costituiscono il piacere della scrittura e del pensiero.
Questi incroci sono quelli tra diritto e vita, tra filosofia e poesia, tra verità e parola, cioè il piacere della scrittura e del pensiero
Com’è avvenuto più volte nel corso della storia, i filosofi dovranno nuovamente entrare in conflitto con la religione, che non è più il cristianesimo, ma la scienza o quella parte di essa che ha assunto la forma di una religione. Non so se torneranno ad accendersi i roghi e dei libri verranno messi all’indice, ma certo il pensiero di coloro che continuano a cercare la verità e rifiutano la menzogna dominante sarà, come già sta accadendo sotto i nostri occhi, escluso e accusato di diffondere notizie (notizie, non idee, poiché la notizia è più importante della realtà!) false. Agamben
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